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Full text of "MC microcomputer 094 1990"

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da usare e ha una seriedifunzioni che gli altri sistemi 
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Perchè WordPerfect non sa solo scrivere le lo fa 
benissimo con i suoi svariali foni e i suoi fogli di 
Siile), ma sa inserire immagini, incorporare dia- 
grammi. impaginare alla perfezione. 

E poi .sa siUuhare. gestire facilmenie noie finali e 
a pie' di pagina, generare indici, numerare righe, 
paragrafi, pagine. Conirolla l'ortografia e non gli 
manca mai la parola, perché è l'unico wordproce.s- 
.sor che conosce un milione di .sinonimi. 

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NEL 


NUMERO 


94 


MARZO 1990 




Indice degli inserzionisti 28 

Posta M 

News a cura di Massimo Truscelli W 

Amiga: 3rd European Oeveiopers Conference 

di Andrea de Prisco e Andrea Sualoni 60 

Prove: Macintosh Portable 

di HaHaeilo De Masi 74 

Prova: Acorn Afchmedes A3000 

di Bruno Rosali 82 

Prova: Unibil PCbit V30 

di Corrado Giuslom 86 

Prova: Logitech ScanMan 4- Imagenn 
di Paolo Ciardelli 92 

Prova: NEC P2 pljs 

di Massimo Truscelli 100 

Prova: Seikosha SP-2000 

di Massimo Truscelli 104 

Prova: CD-ROM Zanicheili - Scaffale Elatlronico e 
12 Lingue di Corrado Giuslozzi 108 

Prova: Lotus 123 Rei 2 2 

di Francesco Peironi 116 

Prova: Norton Utilities Advanced Edmon 4 5 
di Gioigio Amore e Gabriele Ramami 122 

MCmicro CAMPUS 

a cura di Francesco D'Angelo e Gaetano Di Slasio 
Malhemalical Tree Algoiithm 130 


Desk Top Publishing di Mauro Gandini 


IntelliGfOCHI 

Il Biomorloscopio di Cr. 
Hard & Soft, il gioco di 
di f/vazio Peiroszi 


di Francesco Carlà 
0 Lynx: The Best Machine in 
0 , Panorama, Speciale MSX2 


PD Software 

Librene per il clipper di Gabriele Romani 
Sohware PD per il CP/M linguaggi & u 
di Corrado Conforti 


Are/iimedes di Bnino Rosali 
Panorama Software 
Il Network secondo Acorn 


Word Processor: l’evoluzione dell: 
di Massimo Nouelli 
Programmare in C su Amiga 1201 . 


I Dario de Judicibus 200 


* Giuseppe Cardinale Ciccolli 


di Andrea de Pnsco 


•a di Vincenzo Folcarelli 


Software MS-DC 


a di Tommaso Paniuso 


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MCmicrocomputer n. 94 (numerazione editoriale) 







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tecnologica dei computer è un 
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abbiamo sviluppato tecnologie e 
processi in grado di resistere anche 
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microcomputer alTavanguardia, 
progettati per una piattaforma basata 
sui microprocessori 80386/486. Una 
scelta capace di offrirvi la massima 
stabilità agli investimenti hw&sw per 
il 1992. E anche oltre. 
Naturalmente i microcomputer 
TULIP sono disponibili in una 
gamma ampia e strutturata per 
soddisfare ogni vostra esigenza. La 
dimostrazione è il grande, tangibile 
successo sul mercato europeo dei 
prodotti 80386sx ed 80386/25, oggi 
affiancati dalle loro versioni a 
colonna e dal recentissimo 80486/25, 
che integra in un unico chip la CPU 
80386/25, il suo coprocessore 
matematico 80387, 8Kb di memoria 
cache ed un cache controller. 
E ogni TULIP computer della 
piattaforma 386 è una garanzia anche 
in termini di software, perchè la 
maggior parte degli applicativi 
sofisticati di oggi richiedono, per una 
maggiore snellezza funzionale, tale 
ambiente hardware. 
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il marchio Europeo della qualità. 





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per chi ascolta mentre guida. 

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2.350.000 

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HD40+MONOCR./PR. 

1.910.000 

2.460.000 

3.160.000 

HD40+VGA 

2.000.000 

2.570.000 

3.270.000 

HD180+MONOCR./PR, 

3.215.000 

3.765.000 

4.465.000 

HD180+VGA 

3.330.000 

3.880.000 

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Tecnologici, completi e anche 
belli, i prodotti Wyse sono del- 
le vere e proprie soluzioni viven- 
ti ai pro- 
blemi del- 
r informa- 
tica. Si.stemi grafici non-monitors 
e schede per rispondere alle esi- 
genze più 
sofistica- 
te; perso- 
nal com- 
puter 286 
e sistemi 
386 per ri- 
spanniare 
tempo, videoterminali ASCII e 
ANSI a colori e monocromatici 
per "risparmiare" anche la vista 
dell' operatore. 

Prendete il sistema WYSE 3225, 
che può essere server di rete, 
workstation o piailafonna multi- 
utenza. 

Solo Wyse poteva far sposare la 
potenza all' eleganza. 

Con Logitech arriva- 
no gli optionals. sem- 
pre più indispensabili 
e meno optionals. 

Il mouse, così piccolo 
e sensibile, il nuovissimo Track- 
Man, un tuttofare che lavora anche 
senza pia- -yà 

ni d'appog- 

gio ed infine *" 

lo ScanMan ^ 

che disegna. 

pftr. lOCiTtCH 

inverie in modo instancabile. 


E ancora Finesse, il più efficenle 
DTP da tavolo o il CachWord che 
legge anche le parole. Non fatevi 
ingannare dalle imitazioni: dove c’è 
un occhio e una freccetta, solo 11 c'è 
tu qualità Logitech. 

Rr chi cerca una ,stampante...ecco 
l'ineguagliabile assortimento 
Pana.sonic. Ce ne sono ad aghi (9 o 
24) per r Office Automation, l'am- 


ministrazione e la grafica, e a la.ser 
da 8 a IIPPM. 

Ma a pane PanaSOIliC 

gli aghi, il . 

laser, il modello e le prestazioni, 
tutte le stampanti hanno unaco.sa in 
comune: il cognome. 

E Panasonic 

10 dà solo a 
prodotti fles- 
sibili. affida- 
bili e super- 
accessoriati. Eperest rema gentilez- 
za sono anche accompagnati dalla 
manualistica in lingua italiana. 

Ci sono personal computer che 
stanno bene solo in ufficio. Quelli 
della Sharp no. Loro adorano 
essere 

porla SHARP 

11 e tra- 
sportali, viaggiare nell'apposita 
borsa a tracolla e usare la batteria 
addizionale. Un personal compu- 


E ANCHE DOPO 


ter SHARP, dai Noie-Book al 386 
a colori, è piccolo, leggero, velo- 
cissimo. 



Anche per agevolarvi, Sharp, 
sempre a portata di mano. 

Il vostro impianto soffre di distur- 
bi continui? Tende ai collattsi per 
improvvisi cali di tensione? 
Nessun ^ 
proble- ^ 

ma. un grup^ di continuità con 
filtro Dumper della Ea.sy-Power vi 
stabilizzerà le i 
onde sinusoi- I 
dali, senza ru- I 
more nè da- I 
mori. Perchè 
Ea.sy - Power 
risolve con facilità i problemi del 
vostro impianto, con 
gruppi di continuità 
senza confronti. Dei 
veri angeli custodi. 



Tecnodiffusione è la rete di distri- 
buzione delle più prestigiose mar- 
che nel campo deirinformatica. 
Facendo parte di una grossa orga- 
nizzazione di vendila, il rivendito- 
re Tecnodiffusione metteadisposi- 
zìone il mcgliodeirinformatìca nel 
modo più professionale ed accurato, 
occupandosi di procurare il pro- 
dotto giusto allapersona giusta. Per 
questo diciamo "ci occupiamo di 
lui prima che sia tuo". E .se per 
ca.so ci dovessero essere incon - 
venienti, ma succede raramente, ci 
pensa il nostro centro a fornire 
l'a.ssistenza tecnica e il .servizio di 
Hol-line. 

Per questo diciamo "anche dopo". 


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LA RETE NAZIONALE 


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TORINO 
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02-4401953 


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PADOVA 

049-8071432 


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0587 - 730993 


TECNO 
DIFFUSIONE 
REGGIO EMILIA 
0522 - 556040 


TECNO 

DIFFUSIONE 

ROMA 

06-6917832 


TDP 

NAPOLI 

081-5709071 




Micfolink arriva in capo 

o, per meglio dire, all'altro capo del mondo. Esageriamo? Non proprio. ^ 
Pensate, oggi un vostro collega alla Base Polare Antartica Italiana sta lavorando con 
software Microlink. Certo i nostri clienti sono molto, molto speciali e così anche 
il nostro servizio che li raggiunge ovunque e subito. E i prezzi? Cose dell'altro 
mondo! Non è un caso che siamo arrivati così lontano. 


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con Windows 386 ita 

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con upgrade gratis alla versione 5.0 

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+ dizionario italiano e aggiornamento 
gratis itila versione italiana 
+ Microsoft Serial Mouse 

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I >ninis Qturi/ 

Opus I Z I 

l’iihlishcr r>(X- h'ipiimlrt' 
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I iirmhiiM' 

* Mipcrixisc ( + up;!r.iik- r 
CrosM.ilk 


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Tuitf le princip;ili novità a 
livello intemazionale, 
l'n ])iinto di riferimento 
sicuro per rimanere 
uisiantemente ajy>iornati 
.sui prtxloni e le versioni 
più recenti- 
'l'iiiti i pacclieiti .sono 
dLsponiliili subito, .senza 
attese e a prezzi imlwttiiiilil 


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lei mondo nell.i aiicMv.i- 


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* s.imiu .\mi ( iilìcrlj ll 

* W ofdsiar Professional S S 
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Miirovrli Works l.ilS 
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* Microsoft Basic Compilcr 7.0 e SriS.OOU 

* Autodesk Animalor e 4H).0(X) 

* Autodesk Autosketch 2.0 i 2.40.000 

* Carbon Copy 5.2 e .MO.lKXl 

* Microsoft Quick Ba.sic 4.5 i 195, (XXi 

* Microsoft Word 5.0 i ■'lU.CRXi 

* PC Paimbrush IV plu-s e ’HfUKXI 

* Flight Simulator 4.0 e H5.000 

* Norton Comxnander 3.0 e 210.000 

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* Cro-ssialk Windows e 390.(XX> 

* Paradox 3.0 i 1.01(1.000 

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* QMS Ullrascript plus e 650.(XX) 

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1.11 sjirv.idsluvl pili diHiiv) 
nell.i \crsiiinc piu aiics.r 
i H 30.000 

Lmis iJ.r .l.oc ■juiKm 

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Via Capecelatro 37. Tel. 02/4046345 
Lecco: Fumagalli 

Via Cairoli 48. Tel. 0341/363341 Fax 0341/285985 
Roma: Big Byte 

Via De Vecchi Pieralice 33. Tel. 06/631685 
Palermo: Studio Dario Corona 
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logia, biologia, termografia, ecc.), misure 
(contorni, perimetri, aree, analisi di fibre, 
particelle, ecc.), analisi da microscopio, 
applicazioni militari, robotica ed automa- 
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Unibit PCbit, linea 



Lo scatto iniziale. 


Ottenere ottimi risuìtati col 
primo personal computer da 
oggi è alla portata di rutti; 
studenti, professionisti', 
piccole aziende. Con un 
personal della nuova linea 
base degli Unibit PCbit è 
infarti' possibile partire suPito 
e bene, con risultati sorpren- 
denti e a costi sicuramente 
vincenti. 

Gli Unibit PCbit base appar- 
tengono ad una /amiglia di 
personal con già decine di 
migliaia di utilizzatori, 
flessibile, affidabile, espandi- 
bile e totalmente compatibile 
con gli standard di mercato; 
MS DOS 4. 01 e GW Basic sono 
fomiti di serie e in italiano, 
mentre i modeili con 602B6 
dotati di hard disk sono forniti 
anche con Windows 286, la 
potente interfaccia grafica 
Microsoft, 

Se i modeiii da tavolo con 
microprocessore NEC V20, 
compatibile 8088 ma più 
treioce, abbattono la sogiia di 
ingresso ai PC di fascia bassa, 



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ma con prestazioni di sicuro 
interesse, il nuovissimo 
portatile (con NEC V30, 
compatibile 8086 ma più 
veloce) stabiii'sce un record di' 
leggerezza nel peso e nel 
prezzo. 

Inoltre presso i Rivenditori 
Autorizzati llnilift. ai vostro 
servizio in rutta Italia, potrete 
scegliere anche 0 software di 
base Unibit (di base anche nel 
prezzo) più adatto alle vostre 
esigenze, per poter essere 
subito in pista con il vostro 
Unibit PCbit base. 

Con gli Unibit PCbit base vi 
lascerete tutti alle spalle, fin 
dalla partenza. 






Idee produttive. 


Indice degli Inserzionisti 


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14-15-63/65/67 


ACCA srl - Via Michelangelo Cianciulli. 41 - 63046 Momella 
Advanced Technology snc - Via Loca Ghini, 107 • 00172 Roma 
AEG Olimpia Italiana spa - Via Siephenson. 94 • 20157 Milano 
Amstrad spa - Via Riccione. 14 - 2Ó156 Milano 
Autodesk Softtrade A.G. - Gulerslrasse. 137 - 4053 Base! 

A.P.C. - Via Magenta, 13/15r - 50123 Firenze 
Borland Kalia Sri • Via G. Cavalcanti, 5 - 20127 Milano 
Buffetti Data spa - P.le V. Botiego, 51 - 00154 Roma 
Bytes - Via Lorenzo il Magnifico, 65 - 00162 Roma 
Chia Ru ENT - Taiwan 
Chung Shing - Taivvan 

Comesa srl - Via Fratelli Rosselli, 22 - 48016 Faenza 
Computel sdf - Vocabolo Costa, 150 - 05020 Castel deU'Aquita 
Computer Center - Via Forze Arrrtate 250/3 - 20152 Milano 
Computer Discount Srl - Vie Lenin, 12/C - 40139 Bologna 
Contradats Milano srl - Via Monte Bianco. 4 - 20052 Monza 
Convert snc - Via G Tornasi di Lampedusa, 9 - 00144 Roma 
Cosmic srl • Via Viggiano. 70 - 00178 Roma 
CSH srl - Via dei Giornalisti, 40 - 00135 Roma 
C,D.C, Spa • Via Toscoromagnola, 61 - 56012 Fornacette 
C,B.S, Control Byte System srl - Via Comelico. 3 - 20135 Milano 
Digitron srl - Via Lucio Elio Seiano, 15 - 00174 Roma 
Disitaco spa - Via Arbia, 60 • D0199 Roma 
Eastem/IMC • Tawan 

Easy Data - Via Addio Omodeo, 21/29 • 00179 Roma 

ECS - Via Casannr 3/c - 40131 Bologna 

Electronic Service - Via della Vecchia Tranvia, 10 - 56100 Pisa 

Elettronica Centosielle srl - Via delle Cento Stelle, 5/a-b - 50137 Firenze 

Elettronica Monzese srl - Via Azzone Visccmii, 27 - 20052 Monza 

Emme Libri - P zza Cesare Battisti, 5/a - 10028 Trofarelio 

Executive Service sas - Vie Savigno, 7 - 40141 Bologna 

E-GI,S- - Via Castro de' Volsci, 42 - 00179 Roma 

Fantasoft - Via 0 Targioni Tozzetli, 7b - 57126 Livorno 

FInson srl - Via P Luigi da Palesmna, 10 - 10124 Milano 

Flopperìa srl - Via Monte Nero, 31 - 20135 Milano 

Focus - Taiwan 

Grand Corona - Taiwan 

Gruppo Editoriale Jackson spa - Via Pola. 9 - 20124 Milano 

Hewlett Packard Italiana spa - Via 6 Di Vittono, 9 - 20063 Cemusco Sul Naviglio 

H.B.S. Hardware Business Systems srl - Via G Jannelli. 216 - 60131 Napoli 

H,H.C. Italiana srl - Via S. Mane Gorelli. 16 - 00199 Roma 

Info.Sist - Via Malta, 6 - 00198 Roma 

Intercomp spa • Via del Lavoro, 22 - 37012 Bussolengo 

J. Soft srl ' Viale Resielli, 5 - 20124 Milano 

Mannesmann Tally srl - Via Borami 6 - 20094 Corsico 

MA.STE.R. Editrice - Via Oe’ Filippis, 6 ■ 87100 Cosenza 

MAX Power Taiwan 

Media Disk Via Cioclaria, 12 - 00162 Roma 

MG Elettronica snc - Via G. Negri. 2/f - 20100 Novara 

Micro Spot srl - Vie Aolia 244 • 00125 Roma 

Microforum 944 Si Clair Ave, West - 00000 M6C1C8 Toronto Ont 

Microland Italia srl - Via E Monaci, 21 ■ 00162 Roma 

Microlink srl - Via Moniegrapoa, 177 • 50047 Prato 

Misco Italy Computer Supplies spa - Il Girasole U.D.V 2-01 • 20084 Lacchiarslla 
Modero - Taiwan 

Multiware snc - Via S Sanvilo, 60 - 21100 Varese 

Nelcom - Corso Casale, 120 - 10132 Tonno 

Newel srl - Via Mae Mahon, 75 • 20155 Milano 

OA Datacomm - Taiwan 

Pertel srl • Via Maiteucci, 4 - 10143 Tonno 

Pi. Elle System srl - Via Ampère. 6 - 20019 Settimo Milanese 

Porta Portese Via Di Porta Maggiore, 95 - 00185 Roma 

Primax - Taiwan 

Quotha 32 srl Via Giano della Bella. 31 - 50125 Firenze 

Roma Ufficio - Ist Mides - Via Alberico II, 33 - 00193 Roma 

Simulmondo srl - Via Berli Pichai. 26 - 40127 Bologna 

Sincron - Via Cassia, 701 - 00189 Roma 

Sisoft spa - Corso Sempione. 8 - 20154 Milano 

Softcom srl P.zza del Monastero. 17 - 10146 Tonno 

Softone srl - Via Brogeda, 54 • 22100 Ponte Chiasso 

S.C, Computers sas - Vie Enrico Fermi, 4 - 40024 Castel San Pietro T 

S.H.R. Italia srl Via Faentina 175/A - 48010 Fornace Zarallini 

S.T.E. srl - Via Casaman. 29 • 00142 Roma 

Taullno Computers snc - Pzza Carducci, 13 - 15100 Alassandna 

Technimedia srl • Via C Perner. 9 • 00157 Roma 

Technitron Data spa - Il Girasole pai. Celimi 305/b - 20084 Milano Lacchiarelta 

Tecnodiffusione srl - Via Savelli, 3 - 35129 Padova 

Telcom srl - Via M Civilali, 75 - 20148 Milano 

Tulip Computers Italia spa - Via Mecenate 76/3 - 20138 Milano 


27-29-30-31 Unibb spa • Via di Torre Rigala. 6 - 00131 Roma 
44-45 Unidata srl - Vìa S. Damaso, 20 ■ 00165 Roma 

19 Uniware srl • Via Matera. 3 - 00182 Roma 

37 Ventre - Taiwan 

143 Ware Bit - V le Pasteur, 70 • 00144 Roma 

157 Zenith Data Systems Kalie srl - Via Consen/aiorio, 22 • 20122 Milano 


marzo 1990 



Paolo Nuli 
Condirettorei 
Marco Mannacci 
Ricerca a sviluppo 
Bo Amklii 
Collaboratori: 

Massimo Truscelli, Giorgio Amone. 
Francesco Carla. Paolo Ciardelli, 
Giuseppe Cardinale Ciccotli, 
Corrado Conloni, Francesca 
D'/Vigeio, Raffaello De Masi, 
Andrea de Pnsco, Valter Di Dio, 
Gaetano DiStaSio, EnncoM 
Ferrari, Vincenzo Folcerelli, Corrado 
Giuslozzi. Maurizio Maun, 
Tommaso Paniuso, Marco Pesce. 
Claudio Petioni. Francesco Peuom. 
Elvezio Petrozzi. Sergio Polini, 
Gabnele Romanzi, Bruno Rosati. 
Andrea Suatoni. 

Pietro Tasso 

Segretaria di redazione: 

Paola Pu|ia {responsabile). 
Massimo AlSarelio. 
Francesca Bigi, 

Franco Fulignoh. 

Giovanna Molinan 
Grafica a Impaginaziona; 
Roberto e Adriano Saltarelli 
Grafica copertina: 

Fotografìa: 

Dano Tassa 
Amminìstraziorw: 

Maunzio Ramaglia 
Iresponsabila) 

Anna Rita Fraiini 
Pina Salvatore 
Abbonamemi ed arretrati: 



00157 Roma. 

Tei 06/4180300. 16linee(nc. 

Maunzio Zinalli 
Manna Durand de La Penne 
Robena Grande 
Rosai» Mehs 
Segretaria mateifali: 
Alessandro Usando. Manna Principi 




28 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


Unibit PCbit, 
linea professionale. 
Battuto ogni record. 

Oggi potete migiiorare i vostri 
risultati come mai avreste 
sperato. Con i personal della 
linea professionale Unibit, 
infatti, potenza a velocità si 
incontrano per offrirvi presta- 
zioni da record. 

Gli Unibit PCbit professionali, 
che convalidano il successo di 
tutta la famiglia dei PCbit e 
della linea dei minicomputer 
Unibit TSX, sono basati rutti 
sul potente microprocessore 
80386, nelle sue varie versioni, 
dal best seller 386 SX. agli 
avanzatissimi 386 a 25 e 33 
MHz e allintegrato 486. Sfrut- 
tano quindi pienamente / pro- 
granum' che necessitano di 
alta velocità (grafica creativa e 
professionale, edicon'a, 
gesu'one aziendale) e sono 
utilizzabili per la multiutenza 
0 come primo server di rete 
locale. 

Come tutti i computer prodotti 
da Unibit tutti i modelli della 
linea sono garantiti per un 
aimo presso i Rivenditori 
Autorizzati Unibit, pronti a 
consigliarvi anche il vostro 



POTENZA E VELOCITA' 


software professionale, da 
affrancare al sistema operativo 
MS DOS 4.01 fornito di serie 
insieme ai GW Basic e alla 
potente interfaccia grafica 
muiti'tasking Windows 386. 
Della linea fa parte anche un 
portatile, tra i pochissimi 
basati su 386 SX, dotato di un 
eccezionale display LCD con 
grafica VGA, con tutte le 
caratteristiche di un sistema 
professionale da tavolo e in 
più, opzionali, le batterie: un 
altro record Ctaitut. 

Con gli Unibit PCbit professio- 
nali sprigionate tutte le forze 
vitali, senza limitazioni. 






Idee produttive. 



Posta 


fiivfincfjtori Autorìzzsti Unibit 



ADVANCE PERSONAL COMPUTER 


AT CPU 80286/16 Mhz. (NEAT) MINI DESK VGA 800x600 16 BIT 
h 1 HD 20Mb 35ms. tastiera CHERRY 102 tasti moni 
SUPERVGA 1024 x 768 li" 0,28 (dot pitch). 

AT CPU 80386/33 Mhz. MINI TOWER VGA 1024x768 16 bit 512K 
1 drive 1,2Mb 1 HD 65Mb 23 ms. tastiera CHERRY 102 tasti monitor o 
PERVGA 1024x768 14” 0,28 (dot pitch). L. 4.S 

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44 Mb HD 82Mb 1 




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VGA 1024x768 16 bit 512K con ZOOM 
(TSENG LABS) MONITOR 

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MONOCROMATICO VGA 14” schermo piatto (paper white) 
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Espansione memoria 256K (moduli SIP/SIM 80n$) L. 
Espansione memoria 1024K (moduli SlP/SlM 80ns) L. 

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Unibit TSX. 
Ottimizzazione delle 
risorse. 

Dai grandi mimcomputer è 
lecito, da oggi, attendersi non 
solo altissime prestazioni. 
sfruttabUi da tanti posti di 
lavoro, ma anche l'abbattimen- 
to dei costi di acquisto e 
gestione. 

Infatti i TSX, utiUzzabUi sia 
come sistemi centrali in grado 
di sfruttare a pieno le caratte- 
ristiche di multiutenza del 
sistema operativo standard 
Unix sia come potenti server 
di rete, vengono offerti a 
prezzi che stabiliscono U 
nuovo riferimento nel settore. 
Ciò è ancora più rilevante se 
rapportato alle soluzioni tec- 
nologiche di avanguardia 
adottate da Unibit per 
sfruttate al meglio i miaopto- 
cessoti 386 e 486. su cui 
l'intera linea TSX è basata. 

Il downsizing (prestazioni da 
mini , costo da personal) è ora 
la forza aggiuntiva di Unibit, 
azienda italiana proiettata 



FORZA DISTRIBUITA 


verso l'Europa e già nota a 
decine di migliaia di utilizzato- 
ri dei suoi PCbit. 

E, non ultima cosa, iAiVendi- 
ton Auconzzati Unibit, 
presenti in tutta Italia, 
garantiscono una totale e 
qualificata assistenza e sono 
in grado di proporvi soluzioni 
complete 'diiaw in mano" per 
applicazioni gestionali', 
scientific/ie e professionali, 
con uno o più posti di lavoro. 

Con i minicomputer Unibit 
TSX aggiungere un elemento 
in squadra è facile anche per 
il costo. 




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8.€.€ompiiters 


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Cabinet Tower, con maniglia e serratura, pulsanti di Reset e 
Turbo, clock-display, 80386 “vero", clock di base 58 MHz LM, 
clock separato per il coprocessore e per gli slots, 4 Mbytes di 
RAM espandibile a 16 Mbytes, configurabile come Shadow, 
Espansa EMS, Estesa, 2 Cache Memory di 32 K, 2 seriali installa- 
te, 1 parai- leia, 1 Drive da 1,44 Mbytes, 1 

Drive da 1,2 Mbytes, 1 Hard 
Disk da 40 Mbytes con tran- 
sfer-rate di 700 Kbytes/sec., 
Scheda VGA 1024x768 non- 
interlaced con 512 Kbytes di 
RAM ed II Busa 16 bit, MS-Dos 
4.01 e GW-Basic originaii e li- 
cenziati, in italiano, 


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ciO". ma forse, italianazancki un po' di più e 
meglio, si favorirebbe rawicmamento all'in- 
formatica di tanti che ne sfamo lontano più 
per paura o timore reverenziale che per disin- 
teresse. 

Cardialmente 

Sretano Salandin, Lendinara IRÒ/ 

Questa lettera tocca in realtà due argo- 
menti diversi. Uno è quello della comprensi- 
bilità degli articoli per i principianti, l'altro 
quello sulla italianizzazione dei termini in- 
glesi. 

Purioppo devo disilluderla sul fatto che 
l'uso di termini italiani al posto degli originari 
inglesi renda, salvo eccezioni, più comprensi- 
bile un articolo tecnico. Il computer che sto 
usando in questo momento possiede un 
microprocessore con clock a 20 MHz 0 wait 
States: se le dico che il microprocessore è 
tarato a 20 MHz senza stati di attesa sono 
molto più chiaro? Non vorrei lasciarle credere 
che per usarlo non devo aspettare neanche 
un momentol La traduzione «tarato», peral- 
tro, non mi sembra opportuna per «ciocka- 
to». Il clock di un processore è un dispositivo 
che gli invia in continuazione impulsi elettrici, 
per consentirgli di funzionare compiendo le 
operazioni delle quali è nchiesto; più veloce 
e la frequenza del clock, più frequenti sono 
gli impulsi, maggiore il numero di operazioni 
che vengono compiute in un secondo, quindi 
più veloce l'elaborazione II discorso andreb- 
be ovviamente continuato a lungo, ma ecco 
che adesso le ho almeno spiegato che un 
computer clockato a 20 MHz é più veloce fa 
parità di processore) di uno con dock infe- 

Un articolo tecnico diventa comprensibile 
ai principianti quando contiene la spiegazione 
anche delle nozioni più elementari, che si é 
praticamente costretti a dare per scontate se 
se ne vuole contenere la lunghezza in limiti 
accettabili. La quantità di nozioni che si dan- 
no per scontate dipende da., quale deve 
essere il livello di conoscenze di base richie- 
ste dall'articolo, considerazione probabilmen- 
te banale. D'altra parte, se un articolo si 
spinge parecchio in profondità è probabile 
che venga letto da chi ha già un sufficiente 
livello di base: altrimenti qualsiasi articolo 
non semplicemente introduttivo si trasforme- 
rebbe in un corso quasi completo di informa- 
tica partendo da zero, e sull’Impossibilità di 
partire da zero in ogni articolo credo siamo 
d'accordo. 

Certamente utili sono, appunto, articoli in- 
troduttivi accessibili ai principianti. Non ne 
pubblichiamo molti, per la verità, ma ogni 
tanto succede: quello sulle schede grafiche 
del numero scorso, per esempio, è fatto in 
modo da essere, nelle nostre intenzioni, 
comprensibile da un’ampia fascia di lettori. 
C’è un problema pratico: statisticamente, chi 
legge una rivista come la nostra ha già delle 
conoscenze di base; chi non le ha. difficil- 
mente la legge. Articoli elementari finirebbe- 
ro quindi, forse, per essere letti troppo poco, 
oppure per trasformare una rivista cambian- 
done completamente II tipo di pubblico. Po- 
tremmo discutere su una simile opportunità, 
ma una rivista dedicata a soli principanti non 
avrebbe purtroppo un gran successo (come 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


POSTA 


testimoniato da parecchi tentativi falliti da 
parte di varie case editricil. 

Lei, 3 questo punto, ha ragione di preten- 
dere un consiglio. Quello che le suggerisco è 
di affrontare gli articoli con curiosità, rinun- 
ciando a capire ciò che non capisce: se in un 
articolo, dopo un po', si accorge che non sta 
capendo praticamente nulla, smetta di leg- 
gerlo Se invece qualcosa capisce qualcosa 
no, sia fiducioso nel fatto che questo le farà 
imparare qualcosa che le consentirà di impa- 
rare di più dalla lettura dell'articolo successi- 
vo. Magari, dopo un po', rilegga qualcosa che 
non ha capito di un articolo letto in preceden- 
za. ma che le aveva destato particolare curio- 
sità. Forse sarà in grado di capire. Spero non 
le sembri più strano di tanto, e comunque 
tenga presente che é di sicuro il sistema con 
il quale ha imparato il maggior numero di 
persone! Se. poi, qualche argomento le sem- 
brerà particolarmente interessante, ci scriva 
e ce lo segnali: potrà trattarsi di un utile 
suggerimento e le assicuro che l'apporto dei 
lettori per noi é utilissimo. 

Sulla traduzione dei termini sono, comun- 
que, almeno parzialmente d'accordo con lei, 
ma solo parzialmente. In linea di massima 
non mi piace parlare di case o di cabinet 
piuttosto che di mobili o contenitori, e va 
benissimo chiamare parola d'ordine una pas- 
sword; spesso succede, tuttavia, di usare 
comunque le parole inglesi, più per trascura- 
tezza e abitudine che per altro. In effetti sono 
termini tranquillamente traducibili, e che in 
italiano continuano a significare qualcosa, co- 
me in inglese. É proprio qui il problema: 
adesso, con II mio word processor, devo 
usare il trackball per cllckare sul menu e 
salvare il file. . ari no. con il mio programma 
di trattamento di testi devo usare il dispositi- 
vo di puntamento a sfera da azionare con le 
dita per selezionare, premendo un pulsante 
che produrrà un secco rumore, una voce dal 
menu per salvare l'elenco di dati... voglio dire 
che di voci intraducibili ce ne sono e parec- 
chie, 0 meglio ci sono delle voci traducendo 
le quali si fa più un danno che altro. 

E a proposito di traduzioni incomprensibili, 
un paio di settimane fa al PC Forum sono 
rimasto un attimo interdetto davanti ad un 
sistema di PAO, prima di rendermi contro 
che Publication Assistè par Ordinateur Fosse 
la traduzione francese di Desk Top Publi- 
shing.. I francesi, poi, parlano di memorie 
vive e memorie morte (RAM e ROMI, mam- 

Tutto ciò. al di là delle bizzarrie alle quali lei 
stesso accenna e che sono spesso diverten- 
ti. Per esempio, prima accennavo al track- 
ball; ebbene, scopro con raccapriccio che il 
mio comodissimo TrackMan é in realtà stato 
ottenuto dalla Logitech mediante disumani 
esperimenti di ricerca e sviluppo su un pove- 
ro topolino indifeso, di cui é stata provocata 
la paralisi perchè si mirava a disporre di uno 
«stationary mouse», ossia di un topo statico. 
Ma le malefatte della Logitech non si ferma- 
no qui, visto che in questo mese il fido (o 
prode-’) Ciardelli ha usato un ignobile ogget- 
to. lo ScanMan, prodotto da questa diabolica 
casa svizzera per scannare a destra e a 
sinistra. . 

Marco Marinacci 


MCmicfocomputer n. 94 - marzo 1990 


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'90 iniziano all’insegna di un nuovo e promettente 
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la propria esperienza per offrire al mercato il meglio dei 
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prodotti (dBase IV. Framework, Multimate. ...) hanno 
fatto la storia dell'informatica e nipprescntano oggi lo 
standard di mercato. 

Le condizioni commerciali competitive, i rapidi tempi 
di consegna dei prodotti, la capillare rete di distribuzio- 
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NEWS 


a cura di Massimo Truscelli 


Nelle News di questo numero si parla di: 

A$hton-Tate Italia Centro Dir. Milano oltre Pai. Leonardo Via Cassanese 224, 20090 Seorate 
IMI). ^ 

Caldis Via F Ili Gracchi 36, 20092 Cinisello Balsamo (MI) 

Chaimel srl Via Bruzzesi 27, 20146 Milano 
CortUada srl Via Monte Bianco 4. 20052 Monia (MI) 

Epson Italia Spa Vìa F,lli Casiraghi 427, 20099 Sesto S, Giovanni (MI) 

Hewlatt Packard Italiana Spa Via G. Di Vittorio 9. 20063 Cemusco S/N (MI) 

IBM Italia Via Rivoltana 13, San Felice. 20090 Segrate (MI) 

LAN Systems $H Via Roncati 9. 40134 Bologna 
Modo srIVta Masaccio 11, 42100 Reggio Emilia 

SCO (The Santa Cruz Operation) UK Croxley Centre, Haiters Lane. Watford WD1 8YN 
United Kmgdom 

Siemens Data Spa V.le Monza 347. 20126 Milano 

Sony Italia Spa Via F.lli Gracchi 30. 20092 Ciniselto Balsamo (MI) 

Tema Spa V le Aldo Moro 38, 40127 Bologna 

Toshiba Information Systems Italia Spa Via Cantò 11, 20092 Cinisello Balsamo (MI) 
Turismatica (Enie Italia) Via S. Caterina d'Alessandria 12. 60129 Firenze 
Unidata srl Via San Damaso 20, 00165 Roma. 


Ashton-Tate: Control Room 
e Applauso II 

Ashton-Tate ha annunciato la prossima 
commercializzazione di Control Room, un 
package di utility per lo studio e la verifica 
della configurazione dell’hardware, e Ap- 
plauso II. un software grafico per la creazio- 


ne di tabelle, disegni e presentazioni elettro- 
niche. Control Room si compone di due 
parti; la prima è costituita da una sene di 
quadri e la seconda da un programma TSR 
(Terminate Stay Residenti. Quest'ultimo per- 
mette la selezione ed il caricamento dei 
quadri all'accensione dell'elaboratore. 

I nove quadri che compongono il pacchet- 


to, supervtsionano le seguenti opzioni; confi- 
gurazione della tastiera, del disco, configura- 
zione generale dell'hardware usato, utilizzo 
della memoria, configurazione dell’elaborato- 
re. sistema Expert Opinion, stato del sistema 
e funzioni varie. Tra tutte fanno spicco l'o[>- 
zione riguardante la tastiera, che permette il 
completo controllo della stessa, quali percen- 
tuale di ripetizione, stop immediato del cur- 
sore per prevenire «fughe» del cursore stes- 
so, attivazione dei tasti funzioni e varie ma- 
cro. ecc.. e quella riguardante le funzioni 
vane. Le utility contenute in questa miscella- 
nea, consentono il recupero di file cancellati, 
criptano e decriptano file di dati, e soprattut- 
to offrono uno scan anii-virus ed un inventa- 
no hardware. Mentre lo scan-virus consente 
una protezione contro la perdita di dati, l’irt- 
ventario hardware dà il resoconto della confi- 
gurazione dell'elaboratore senza doverlo apri- 
re. Control Boom, gira sotto sistema operati- 
vo MS-DOS, e verrà venduto al prezzo di L 
240.000 al pubblico La nuova versione di 
Appiause I). che potenzia due linee di prodot- 
ti grafici; Draw Appiause e la serie Master- 
Graphics, comprende 37 tipi di grafici auto- 
matici e supporta una vasta gamma di appa- 
recchiature. L’output può essere stampato 
su carta, su lucido, o riprodotto su diapositi- 
va. La gestione del pacchetto avviene in 
ambiente MS- WINDOWS, e ta versione ita- 
liana verrà venduta al prezzo di L. 990.000 
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dBase IV 
Paradoi: 

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NEWS 


fconvnua da pag 361 

Convegno prodotti INMOS 
organizzato dalia CELDIS 

Il 25 febbraio ha avuto luogo un convegno 
SUI prodotti della società inglese INMOS. 
ormai nota per aver inventato i microproces- 
son della sene Transputer La INMOS è stata 
di recente acquistata dalla SGS-Thomson, 
che. con lo scopo di sensibilizzare il mercato 
Italiano, ha organizzato questo incontro af- 
fiancata dalla CELDIS distnbutnce dei com- 
ponenti SGS-Thomson, Nella elegante e fun- 
zionale cornice dello Sheraton di Roma, i 
tecnici della INMOS hanno illustrato (e pro- 
prietà e le possibili applicazioni della famiglia 
Transputer 

Il Transputer è caratterizzato da una archi- 
tettura che lo rende particolarmente adatto a 
strutture multiprocessore, infatti ogni com- 
ponente di questa famiglia ha come caratteri- 
stica peculiare quattro link senati bidirezionali 
ad alta velocità che permettono di gestire 
comunicazioni con altri Transputer Tali link 
senati sono gestiti m maniera trasparente al 
programmatore che deve solo avviare la co- 
municazione Ulteriore caratteristica interes- 
sante é la possibilità di gestire i quattro link 
in maniera del tutto indipendente perfino 
nella velocità di comunicazione (fino a 20 
Mhit/s). 

Naturalmente i Transputer sono dei potenti 
microprocessori a 1 6 e a 32 bit, il più potente 
della famiglia il T801 é un processore full 32 
bit con FPU sullo stesso chip, che permette 
di ottenere 30 MIPS e 4.4 MFLOPS di picco 
La cosa più interessante comunque è stata la 
presentazione dei sistemi di sviluppo basati 
su tali processori: questi sono composti da 
una motherboard nello standard adottato per 
l'host posseduto dall'utente (PC-AT, VME, 
QBUS) e di una serie di daughier-card chia- 
mate TRAMs che portano ognuna un Tran- 
sputer e una cena quantità di memona. Il 
sistema viene poi completato dal software di 
sviluppo nel sistema operativo disponibile 
(MS-DOS. UNIX o VMS) e si può scegliere 
tra diverse possibilità; da TDS che è il primiti- 
vo sistema di sviluppo software fornito dalla 
INMOS basalo sull'OCCAMZ. linguaggio na- 
tivo del Transputer, fino al MIXED LANGUA- 
GE TOOLSET che permette di miscelare 
parti di codice in C, Pascal, Fortran, ADA e 
OCCAM2. È Stato anche annunciato lo svi- 
luppo di un nuovo membro della famiglia l'H 1 
capace di 100 MIPS, 20 MELOPs, 20 Mbyte/ 
s. la CUI campionatura sarà disponibile fra 18 

Nella sezione dedicata alle applicazioni, ab- 
biamo visto lo stesso sistema composto di 
12 TRAMS so bus VME, eseguire un’analisi 
di spettro di un segnale proveniente da un 
CD, una sintesi musicale sfruttando suoni 
campionati e filtraggi di immagini ad alta 
risoluzione, tutto rigorosamente in tempo 
reale. Si aprono dunque, ottime prospettive 
per lo sviluppo e la sperimentazione di siste- 
mi e software parallelo, visto che con i prezzi 
annunciati un sistema di sviluppo a Transpu- 
ter costa circa quanto un personal basalo su 
386. 

Giuseppe Cardinale Cicconi 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


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Se non siete siati selezionati per la nazionale 
e piacerebbe vedere dal vivo le panile, 
non vi ornane che aquistare i biglietti. 
OPPURE 1 FLOPPY R'JI FILM. 

È certamente più facile (i biglietti per i mon- 
diali sono ormai introvabili) ed è più conve- 
niente (visto che i floppy, intanto, vi sen’ono 
per il vostro lavoro). 

E così vi meneie in corsa per il titolo di for- 
tunato vinatore del concorso che, t^i mese, 
mette in palio 2 biglietti di tribuna più 2 
viaggi .VR in aereo o treno (P classe) e 2 
soggiorni in albergo di lusso nelle città sedi 


delle panile. 

E in più, sempre ogni mese, altri 6 biglietti 
(uno per ogni vincitore) per mtia la durata 
del concorso. 

Per sapere tutto di questa fantastica occasio- 
ne chiedete il regolamento ad un rivenditore 
di floppy R’JI FILM 
Se intanto volete sapere qualcosa, ecco qui 
sotto le notizie essenziali. 



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và Comelico 3, 20135 .Milano 
tei. 02-540.04.21 (5 linee) 
telex 350136, fax 02-59.22.55 


- ESTRATTO DAL REGOLUiENTO 

mese) ne verranno estratte sette a cura del Rappre- 
scniamedeirimendenza di Finanza di .Milano. 


Per partecipare al concorso è suflicieme spedire 
una 0 più canolinc di panecipazione incollando 
su ciascuna una singola prova di aquisto. 
Costituisce prova di acquisto il triangolo a destra 
in basso (con b mascotte CIAO) presente in ogni 
confezione R'Jl FILM di qualunque tipo e for- 
mato. 

Le cartoline di partecipazione sono disponibili 
presso i rivenditori di floppv’ R'Jl FILM. 

Fra tutte le cartoline pen'enutc entro il giorno 
precedente l’estrazione (il terzo giovedì di ogni 


Il partecipante corrispondente alla canolina pn- 

— 2 biglietti per le partite inaugurale o di semifi- 
nale 0 di finale; 

— 2 viaggi A/R m aereo o treno (1* classe) per le 
città sedi delle panite; 

— 2 soggiorni in alberghi a 5 stelle dal giorno 
precedente la partila al gwno dopo b partita. 

I partedpanu corrispondenti alle successive 6 car- 


toline estratte vinceranno un biglietto dello stesso 
tipo e per le stesse partile della cartoliru I “ estrat- 
ta. cartolina comsponde ad una prdubilità 
di vincila. 

La comunicazione della vincila avverrà per lele- 
lÒDO e con lettera raccomandata. 

I nomi dei vmeiton saranno anche pubblicati sul- 
la stampa (compreso i messaggi pubblicitari rela- 
tivi al concorso). 

H coKwso, che èira sene mesi consecutivi inizia 
nel novembre '89 e termina nel maggio '90. 


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Collaborano per la 
migliore riuscita 
dell’operazione i 
seguenti rivenditori 
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Tema: applicazione ipertestuale 
su Giulio Romano 

La Tema, una società del gruppo EN!, con 
sedi a Bologna, Milano e Roma, operante 
nell'area dei sistemi informatici per l’analisi, 
la pianificazione e la valorizzazione del territo- 
rio. deH'ambiente e dei beni culturali, ba 
realizzato, in occasione della riapertura al 
pubblico, dopo un grandioso intervento di 
restauro, del Palazzo Te di Mantova, alla 
realizzazione di un sistema informatico inno- 
vativo; un ipertesto per la presentazione del- 
l'opera di Giulio Romano. 

La prima applicazione ipertestuale su te- 
matiche di questo tipo e con una elevata 
ampiezza e complessità di contenuti prodotta 
in Italia è stata realizzata, con la consulenza 
scientifica del Museo Civico di Palazzo Te. 
usando il programma Supercard della Silicon 
Beach Software su un Apple Macintosh II 
con monitor a colori contenente 750 schede 
comprendenti circa 330 immagini a 256 colo- 
ri ed a toni di grigio completate da altrettante 
schede informative, circa 80 pagine di testo 
e 80 minuti di musica e parlato campionati a 
22 ItKz. riguardanti l’opera di Giulio Romano 
nel corso della sua attività aaistica a Manto- 
va, in particolare nel palazzo m questione. 
Una sorta di «mondo artificiale" costituito da 
affreschi, dipinti, architettura, testi scritti e 
parlati per un totale di 130 Mbyte 

Il visitatore di Palazzo Te ha potuto «navi- 
gare» a propria scelta nell’ipertesto secondo 
due modalità distinte: seguendo un percorso 
prestabilito oppure in modo del tutto libero. 

Nel pnmo caso vengono presentate delle 
sequenze di immagini commentate da una 
voce; l’utente può intervenire fermando e 
riavviando la sequenza, tornando alla prece- 
dente 0 passando alla successiva, oppure 
saltare direttamente ad una particolare se- 
quenza per mezzo di una pianta, nella quale 
sono evidenziate le dislocazioni dei monu- 
menti e delle opere trattate. 

Nel secondo caso il visitatore può accede- 
re a tutto il materiale contenuto nell’ipertesto 
spostandosi mediante una sene di collega- 
menti presenti dì volta in volta sul video del 
calcolatore 

L’applicazione sviluppata dalla Tema, che 
produce anche sistemi di presentazione in 
campo archeologico per integrare i musei 
alle aree da cui provengono i materiali e per 
proporre al pubblico esemplificazioni e simu- 
lazioni, SI propone come uno spazio dove il 
pubblico può esplorare collegamenti tra le 
vane tematiche e nchiami all’ambiente cultu- 
rale del tempo. 


43 






al vertice deDe prestazioni e della qucdìtà 
in una gamma comi^eta e flessìbile 

Serie PX Personal Computer da tavolo e mini Tower: 

PX 3000. CPU NEC V20 12 MHz. floppy disk 3.5/5.25". hard 
disk da 20 0 40MB. 

PX 6000. CPU 80286 16 o 20 MHz. ram da 512K a 
8 MB, floppy disk 3.5/5.25". hard disk da 20 a 330 MB 
tipo MFM, RLL ESDI. 

PX 7000, CPU 386SX 16MHz, flopi^didtS, 5/5.25". 
hard disk da 40 a 330 MB tipo MFM. RLL. ESDI. 


Serie AX. Super Personal Computer tipo 
Tower: 

AX 6000. CPU 80286 20 MHz, ram da 512K a 8MB. flopR; 
disk 3.5/5,25". hard di^ da 40MB a 1.5GB tipo MFM, RLL. 

ESDI, SCSI, interleave 1 : 1 

AX 7000. CPU 80386SX. l6MHz con cache meniory, 
ram da IMaSMB. hard disk da 60MBa 1.5GB tipo MFM. 

RLL ESDI. SCSI, interieave 1:1 
AX 8000. CPU 80386. 25/33MHz con cache memory, 
ram da IM a 16MB. floppy disk 3.5/5.25". hard disk da 
60MB a 1,5 GB tipo RLL ESDI. SCSI, interieave 1.1 

SISTEMI UNIX 

X386 Unea sistemi UNIX/XENIX CPU 80386 25/33 
MHz e hard disk ad altissime prestazioni, con astema 
operativo già incluso nel prezzo e già installato, posti di 
lavoro intelligenti UNISTATION collegati su rete 
Ethernet TCP/IP ad altissima velocità operanti in 
Terminai Mode per applicaaoni UNIX c Dos mode 
per utilizzare software IX)5. . 


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ad altissime prestazioni con sistema operativo di rete Novell 
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installato, posti di lavoro di^-less PX LAN con CPU V20 
12MHz. 80286 12-16MHz. 80386SX 16MHz. interfaccia 
Ethernet. Disponibili una serie di adattatori Ethernet per bus 
ISA e MCA 

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Tel. 06/6847318 (r.a.) - Fax 06/6384824 


NEWS 


Turismatica 4 a Firenze 
il 15/16 marzo 


Turismatica 4 è il quarto appuntamento 
biennale organizzato dal uForum Turismati- 
cali. Il Forum, al quale aderiscono i principali 
produttori italiani di hardware e sofnvare ed 
alcuni fra i maggiori operatori del turismo, è 
un ossen/atorio permanente sul turismo con 
il compito di studiare e formulare raccoman- 
dazioni tecniche sui diversi punti di incontro 
fra turismo e tecnologie dell'informazione. 

L'uso delle moderne tecnologie può esse- 
re. infatti, utile a risolvere gran parte dei 
problemi settoriali ed aziendali del turismo 
Per questo motivo, Turismatica si rivolge a 
tutti I soggetti del settore: enti pubblici, 
imprenditori del nceitivo, grandi e piccoli 
soggetti dell'intermediazione. 

L'obiettivo del convegno di quest'anno é 
quello di analizzare il contributo che le tecno- 
logie dell'informazione possono portare alla 
soluzione di tre grandi problemi del mondo 
turistico: la statistica, la standardizzazione e 
['automazione regionale 

È ormai noto che diventa sempre più indi- 
spensabile avere una conosceza anche 
«quantitativa» del turismo, che è il presuppo- 
sto di una programmazione adeguata e che 
potrebbe essere favorito dall'uso appropriato 
della statistica e deirinformatica. 

La standardizzazione studia la possibilità di 
dialogo Ira i diversi sistemi informatici adotta- 
li ed oggi questo problema rappresenta un 
passaggio indispensabile per un adeguato 
sviluppo del settore turistico, anche >n vista 
di una maggiore concorrenza straniera 

Infine il confronto suH'automazione regio- 
nale è necessario alla luce delle diverse 
strategie seguite dalle regioni più interessate 
e anche in vista di una politica nazionale. 

Di particolare nlievo si annunciano gli inter- 
venti di esperti internazionali membri della 
CEE, della OCDE lOrganisation de Coopera- 
tion et de Developpemeni Economiquel e 
dell'UFTAA (Universal Federation TraveI 
Agency Association; É previsto che il Mini- 
stro del Turismo partecipi alla tavola rotonda 
che concluderà II convegno, Fra i partecipanti 
al Forum ci sono Alitalia. IBM. Olivetti, Seat- 
Sann, Sigma e SIP 

Per informazioni a si può rivolgere a ENIC 
llalia. Via Santa Caterina di Alessandria 12. 
50129 Firenze (055/496177). 


Sony RISC'Machine 

Dalla neonata Sony Microsystems Italia, 
proviene l'annuncio della commercializzazio- 
ne della workstation News 3860. basata su 
di un chip RISC (Reduced Instruction Set 
Computer) di grande potenza 

La workstation dispone di una memona 
centrale di grandi dimensioni e di un disco 
rigido della capacità di 640 Mbyte, e si collo- 
ca al vertice della famiglia di sistemi Sony 
News. L'ambiente operativo é il News-Os 
basato sullo Unix 4 3 sviluppato nei laboratori 
delTUniversità di Berkiey. 

Il cuore delle stazioni di lavoro Sony News 
è la famiglia di microprocessori a 32 bit 


44 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 




68xxx per i modelli CISC nonché il potentissi- 
mo MPS-3000 in tecnologia RISC per il mo- 
dello News 3860. 

Il vasto assortimento rende questa fami- 
glia di sistemi adatti a vari impieghi che 
vanno dal Cad-Cam al DTP, sino ad applica- 
zioni particolari come quelle multimediali e di 
Intelligenza Artificiale. 

Insieme alle nuove workstation è stato 
presentalo anche il drive per disco ottico 
NWP 559. Si tratta di un drive magneto- 
ottico che impiega un supporto fisico da 5,25 
pollici con capacità di 297 Mbyte che raddop- 
piano nel caso si utilizzino dischi a doppia 
facciata, mentre l'interfaccia di collegamen- 
to, di tipo SCSI, consente velocità di trasferi- 
mento detl'ordine dei 620 Kbit/sec, che pos- 
sono salire a 1,2 Mbit in modo «burstu. 


Channel: Freedom of Press 

La Channel annuncia la distribuzione di un 
nuovo software della CAI Ine. denominato 
Freedom of Press, un interprete PostScript 
in grado di permettere la stampa di file 
PostScript anche su stampanti non dotate di 
questo linguaggio di descrizione delle pagine. 

Uno dei maggiori vantaggi del linguaggio 
PostScript, sviluppato dalla Adobe System 
Ine, é la completa indipendenza dal dispositi- 
vo di stampa impiegato e dalla sua risoluzio- 
ne che putì partire da 300 dpi per giungere 
fino a 2540 dpi per I modelli di fotounità più 
avanzati 

La gestione del testo, della grafica e delle 
immagini è basata sul medesimo modello 
matematico; in pratica testo e immagini so- 
no gestite allo stesso modo I caratteri ven- 
gono creati usando (e primitive grafiche co- 
me cerchi, archi, segmenti in modo da crear- 
ne Il contorno con la possibilità di riempirne 
l'interno con ombreggiature o pattern e di 
modificarne le dimensioni, ruotarli, deformar- 
li. ecc. 

Uno degli svantaggi é però rappresentato 
dalla intrinseca lentezza di gestione del lin- 
guaggio interpretato e dal costo dispendioso 
delle stampanti. 

Freedom of Press offre una velocità molto 
elevata, ma ulteriormente incrementabile se 
SI dispone di coprocessore matematico e di 
memoria espansa (LIM/EMS). 

Il suo maggiore pregio consiste nella pos- 
sibilità di poter impiegare stampanti non 
PostScript, a getto d'inchiostro, a matrice di 
punti, termiche a colori o in bianco e nero. 



Due diverse filosofie di multiulenza. UNIDATA le supporta 
entrambe con due linee di computer basati su CPU 80386 
per LAN SERVER e per Msleini UNIX 386 completali 
da workstation Ethemel per LAN e sistemi UNIX. 

La UNIDATA fornisce soluzioni complete LAN e UNIX 
compresi i sistemi ope- 
rativi già installati e 
posti di lavoro ad alle 
- * prestazioni basati su 

, _ Ethemet- 



LAN SERVER 

Incluso sistema operatkio Novell NetWare 4 S-IOO utenri 
S386 16 CPU 80386SX 2MB ram. Hard disk 40-6a 1 50-300 
MB tempo di accesso 28-18 ms inierieauc LI ESDI oSCSI, 
Ethemel ad alte prestazioni. 

S386/25 e S386/33 CPLI 80386 25 e 33 MHz. cache 
inemory. 4MB rani. 1 o 2 Hard disk 30 o 750 MB inlerleave 
1:1 ESDloSCSI tempo di accesso ISmso 2, Smscon controller 
cache intelligente. Ethernet ad alle prestazioni. 



LAN ETHERNET ADAPTER 

10Mbit secondo, S-64K buffer, versiere con CPLI a bordo, 
cavo coassiale o doppino telefonico. ISA o MCA bus. 
compatibile software Novell NetWare. UNILAN TCP/IP 
e UNILAN DOS. 


UNIX SS'SI EMS 

fne/uso sistemo operativo SCO XenixXJnix 3fi6 


LAN WORKSTAHON 

Posti di lavoro intelligenti, con interfaccia Ethernet. 

PX3000 CPU V 20 12 MHz. PX6000 CPU 80286 Ib MHz. 
PX7000CPU80386SX16MHZ. configurazioni Disklesso 


X386 25eX386'33 CPU 80386 25 e 33 MHz. 
cache memory. 4MB raiii. l o 2 Hard disk 
150 - 330 - 750 MBinterleave LI 
ESDI o SCSI tempo di accesso 
18ms o 2.5 ms con cache 
controller intelligente per 
porle seriali o Ethernet adapter per collegare workstation LINILAN 


UNISTATION Terminai Ethernet per sistemi Unix/Xenix. CPU 16/32 Bit collegati in modalità 
TCP/IP su rete Ethernet ad altissima velocità (lOMbii/sec) a sistemi Unix con funzione di emula- 
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di massa, possibilità di grafica ad alta risoluzione, video monocromatico o colori. 

UNIS TATION 30 CPU V20 12 MHz . 256-512-640 Ram Ethernet adapter 
UNISTA'nON 60 CPU 80286 12-16MHZ 512K-4MB Ram, Ethernet adapter 


Ethernet è morehio della Xerox e Digital Equlpnienl Corp-- Unix é marchio dello AT&T. Xenix é marchio 
della Santa Cnix Operatlon. Nooelf e Netuiaresono marcht del/o Novell Ine. 


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MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


45 


NEWS 


Freedom of Press può essere utilizzato 
con Xerox Ventura Publisher, Aldus PageMa- 
ker, Microsoft Word e Windows, WordPer- 
fect 4,2 e 5.0: gestisce oltre alle normali 
stampanti anche i film recorder della Presen- 
tation Technologies e Lasergraphics, le sche- 
de di espansione JLaser ed Intel Visual Edge 
Freedom of Press contiene tutte le 35 font 
base inserite nella stampante LaserWriter 
Apple e può usufruire della vasta famiglia di 
font BitStream delta quale la stessa Channel 
è distributore. 


ReadyRAM: 
espansione oltre 640K 

La Lan System di Bologna ha reso disponi- 
bile una scheda di espansione di memoria in 
grado di permettere al DOS di superare il 
limite dei 640 Kbyte di memoria direttamen- 
te utilizzabile 

La scheda offre 64 Kbyte e permette l'ac- 
cesso alle locazioni di memoria a partire 
dall'indirizzo AOOOO fino all'indirizzo AFFFF 

Tate area è normalmente riservata alla me- 
moria Video, ma in configurazioni con schede 
video Hercules o CGA non è utilizzata. 

La scheda ReadyRAM della Corvus Sy- 
stems Ine. della quale la Lan System d 
distributore ufficiale per l'Italia, sfruttando 


SOFTWARE SENZA MANUALE 


Convej^ 

Conven vuole essere sinonimo di guida 
necessaria per chiunque voglia imparare 
ad usare il personal computer nel proprio 
lavoro. 

A tal fine ha uniformato le procedure sce- 
gliendoM/crosoftcomefornitore software e 
invitando tutti ad adottare Windows, Word 
ed Excel come standard di comunicazione. 

Ha inoltre insegnato ai clienti il modo per 
sfruttare al meglio il personal computer 


attraverso corsi di formazione, sem- 
pilficando il loro lavoro e rendendo 
più gradevole il rapporto con la mac- 
china e l’ambiente informativo che la 
circonda. 

Tutto questo perché la ConverJ vuole 
essere un investimento sicuro, profi- 
cuo e soprattutto al passo con i tempi. 



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tale area offre al sistema operativo 704 Kby- 
te di memoria in modo da garantire il funzio- 
namento di programmi residenti in memona 
ITSR), applicazioni che necessitano di mag- 
giore memoria RAM ed m tutti quei casi nei 
quali è necessario disporre di maggiore me- 
moria per diminuire gli accessi al disco 

L'installazione avviene usando uno degli 
slot di sistema su personal computer XT, AT, 
386 con 640 Kbyte di memoria RAM e 
frequenza di clock del processore fino a 25 
MHz. purché privi, a causa del prncipio di 
funzionamento delia ReadyRAM, di schede 
vìdeo EGA e VGA 

Un driver software da richiamare con il file 
CONFIG.SYS rende disponibile la memoria 
espansa direttamente all'accensione del si- 
li prezzo di listino della ReadyRAM é di 
395 000 lire (IVA esclusal e completa la 
gamma di prodotti del genere, comprenden- 
te già la ALL Chargecard, una minuscola 
scheda da installare sotto al microprocessore 
80286 che permette di vedere direttamente 
da DOS 960 Kbyte di RAM, e OEMM386, un 
software di gestione di memoria espansa per 
computer basati su processore 80386 


Unidata: nuovi prodotti 

Annunciati una sene di nuovi prodotti dalla 
Unidata' si tratta del sistema AX9000. basato 
sul processore 80486 e dotato di bus EISA, 
della linea di workstation Umstation e del 
software per rete locale Unidata Network- 
OS Sulla piattaforma costituita dal processo- 
re 486 e dal bus EISA, la Umdata offre tre 
proposte diverse: l’AX9000 con sistema ope- 
rativo MS-DOS o OS/2, I modelli X486 con 
sistema operativo UNIX SCO. i sistemi 5486 
con sistema operativo di rete Novell NetWa- 
re Le caratteristiche comuni comprendono 
l’architettura del bus di tipo EISA con sfrutta- 
mento del processore 80486 con frequenza 
di clock a 25 MHz: 64 Kbyte di memoria 
cache m unione agli 8 Kbyte di cache interna 
del processore: RAM da 4 a 16 Mbyte, 
cache disk RAM da 1 a 4 Mbyte per 1 o 2 
hard disk con capacità tra 120 e 700 Mbyte e 
tempi di accesso di 22-16 ms. 

I sistemi X486 si differenziano per la dota- 
zione di interfaccia Ethernet con software di 
supporto TCP/IP. NFS o PC interface per 
connessione su linea a 10 Mbit al secondo in 
modo terminale o in modo DOS a Worksta- 
tion Unistaiion o PC li sistema S486 è un 
server di rete focale basato su Ethernet ed é 
disponibile in vane versioni per la gestione da 
8 a 100 utenti anche in modo SFT 

Le stazioni di lavoro diskiess Unislation 
sono basate sulla CPU 80286 a 12 MHz e 
sono dotate di 512 Kbyte di memoria RAM 



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MCmicrocomputer n. 94- marzo 1990 




NEWS 


espandibili fino a 1 Mbyte; offrono interfac- 
cia seriale RS232. parallela Centronics, inter- 
faccia Ethernet opzionale; in opzione sono 
disponibili disk drive da 3.5 pollici da 720 
Kb'^e o ^ 44 Mbyte, hard disk da 40 Mbyte 
SCSI e CD-ROM, 2 slot di espansione ISA 
completano la dotazione. Possono essere 
impiegate in vari ambienti tra i quali reti locali 
Novell. Lan Manager o Unidata Network-OS; 
oppure utilizzate come posti di lavoro colle- 
gati a host computer operanti in Unix in 
modo seriale con velocità fino a 38 400 baud 
L'Umdata Network-OS è un sistema opera- 
tivo per rete locate a basso costo basato sul 


sistema operativo MS-DOS disponibile m 
configurazioni da 2, 4 e 80 utenti in versione 
comprendente il solo software oppure soft- 
ware e schede di rete La rete utilizzata é di 
tipo Ethernet e permette alte prestazioni con 
un dispendio di memoria RAM contenuto: 
145 Kbvte per il server e 70 Kbyte per ogni 
workstation Tra le caratteristiche offerte la 
possibilità di comunicare con i mainframe 
secondo le modalità 3270 e 5251 con brid- 
ging opzionale, supporto fax, compatibilità 
con Novell record locking e Nelbios Ms-Dos 
3,1. supporto di posta elettronica, networ- 
king conference e bullettin board opzionale. 


Contradata distribuisce 
ISi e Adaptec 

La Contradata ha recentemente acquistato 
la distribuzione dei prodotti della Information 
Storage me. (ISi) e della californiana Adaptec. 

La prima è una industna che da anni si 
dedica interamente allo sviluppo e alla produ- 
zione di memorie ottiche WORM, mentre fa 


Calcolatore scientìfico HP 48SX 

di Gabriele Romami 


Lo scorso 21 febbraio nella sede di Cernu- 
sco sul Naviglio 6 staio presentato il nuovo 
calcolatore scientifico interfacciabile HP 4SSX 
che rappresenta la nuova generazione di mac- 
chine da calcolo portatili della Hewlett Pac- 
kard. questo calcolatore unisce le prestazioni 
grafiche e di calcolo della HP 28S con la 
flessibilità ed espandibilità della HP 41 La 
Hewlett Packard si è sempre distinta, nella 
produzione di calcolatrici scientifiche di alta 
qualila, come ad esempio la HP 41 sulla 
breccia per quasi un decennio. Le calcolatnci di 
questa società hanno da sempre rappresenta- 
to il punto di nfenmento nel loro campo, 
ponendosi aH'avanguardia sia per le capacità 
intrinseche che per l'oitma qualità dei materia- 
li utilizzati nella costruzione. 

Non dimentichiamo poi che la HP 6 stata la 
prima ad implementare la notazione RPN sulle 
sue calcolatrici ed ad utilizzare circuiti stampati 
con contatti in lega d'oro II nuovo calcolatore è 
particolarmente sofisticato ed è m grado di 
interfacciarsi con i personal computer MS- 
DOS e Macintosh tramite RS-232; dispone 
inoltre di una interfaccia bidirezionale a raggi 
infrarossi per lo scambio di dati e programmi 
con un’altra unità dello stesso tipo e con una 
stampante portatile, senza la necessita di do- 
versi portare dietro un cavo di comunicazione 

Il kit di interfaccia' seriale permette di pro- 
grammare la HP 48SX sfruttando la tasuera ed 
il monitor di un PC fin questo caso la HP 48SX 
viene vista dal PC come un pacchetto applicati- 
vo) ed inoltre é possibile far condividere ai due 
sistemi la stampante e le unità a disco del PC 

Nella configurazione base la HP 48SX é 
dotata di 256 Kbyte di ROM e di 32 Kbyte di 
RAM espandibili, nspeitivameme, a 512 Kbyte 
e 288 Kbyte tramite due pone di espansione in 
grado di ospitare delle schede da 32 o 128 
Kbyte contenenti pacchetti applicativi o memo- 
na RAM 

Le dimensioni del calcolatore sono 16x8x3 
cm Circa per un peso di 255 grammi, l'alimen- 
tazione e assicurata da tre batterie di tipo AAA 
Il visore e un super twisied a cristalli liquidi da 
8 righe di 22 caratteri Luna, in grado di visualiz- 
zare sia grafici che formule maiemaiiche: 
queste ultime possono essere immesse nella 
forma in cui sono di solito rappresentate su 
libri di testo e manuali tramite l'applicativo 
EquationWriter, che permette una maggiore 
chiarezza nell'utilizzo fornendo all'utente un 
potente strumento per la manipolazione di 
espressioni simboliche. Le capacità grafiche di 
questo calcolatore permettono di rappresenta- 
re in forma grafica equazioni malemanche 
comunque complesse, é possibile integrare 
funzioni grafiche e di calcolo in modo da 


trovare automaticamente radici, intersezioni, 
estremi locali, derivate, salienti e aree sottese 
da cun/e ed è possibile anche indicare una 
parte del grafico da «zoomare» É inoltre 
possibile la visualizzazione di 8 tipi diversi di 
grafici tra cui istogrammi, a barre e polan 

Altra importante funzionalità e la gestione e 
conversione automatica delle unità di misura 
attraverso la quale è possibile convertire 148 
unità, divise in 16 categorie; è prevista anche 
la possibilità di costruire unità di misura com- 
poste (ad esempio, chilogrammi al secondo, 
kg/sl 

Le oltre 2100 tra funzioni matematiche, 
statistiche e di calcolo mainciale fanno della 
HP 48SX una macchina con una enorme po- 
tenza di calcolo, a queste si aggiungono poi le 
possibilità di espansione tramite ROM aggiun- 
tive da inserire negli apposin slot A proposito 
di quesi'uliime è già disponibile la «Solve 
Equation Library Application Card», una cartuc- 
cia ROM addizionale contenerne più di 300 
equazioni relative ai più svariati campi tecnici e 
scientifici, dai calcoli delle sezioni di travi e 
pilasin ai calcoli elettrotecnici e fluidodinamici 
per finire con la tavola periodica degli elemen- 
ti. dove possibile le equazioni sono accompa- 
gnate dalla rappresentazione grafica del pro- 



blema (come nel caso dell’equazione della 
trave o dei cerchi dt MohrI. 

È possibile poi scrivere applicazioni persona- 
lizzate tramite il lirtguaggio di programmazione 
incorporato che unitamente ad HP SoNe per- 
mette di sfruttare le potenzialità della macchi- 
na nei campi più diversi 

Una funzionalità che non poteva mancare in 
uno strumento portatile come questo é quella 
dell’agenda elettronica con segnalazione degli 
appuntamenti; quando l’utente nsponde al 
segnale acustico che indica un appuntamento 
viene visualizzalo il promemoria abbinato Urta 
macchina di questo tipo e con queste ppienzia- 
lità di calcolo é sicuramente molto adatta net 
campo scolastico le non solo universitario) e 
trova il suo giusto utilizzo sia da pane dello 
studente che dell’insegnante. È inolire molto 
adatta quale strumento di lavoro «sul campo» 
per ingegneri e professionisti in genere (grazie 
anche al suo completo set di luruioni statistr- 
che) che possono utilizzare la HP 48SX come 
macchina per la raccolta dei dati e per una loro 
prima elaborazione, salvo poi riversare nel 
calcolatore in ufficio i dati immagazzinati Un 
prodotto quindi, come npprtato nella pubblici- 
tà. che muove i primi piassi verso il XXI secolo 
e che garantisce un ottimo investimento per il 
futuro II nuovo HP 48SX avrà un prezzo di 
593 000 lire alle quali si aggiungono i costi 
dell'interfaccia seriale, disponibile nelle versio- 
ni Pier il collegamento con personal computer 
MS-DOS 0 con Apple Macintosh, al prezzo di 

176.000 lire; il costo della cartuccia Solve 
Equation Library Application Card, dei medesi- 
mo prezzo delle inierfacce. i costi, infine, della 
scheda RAM da 32 Kbyte (141 .000 lire), della 
stessa, ma della capacità di 128 Kbyte 

1444.000 tire) e della stampante a raggi infra- 
rossi HP 82240B da 219.000 lire 


Prezzi (IVA e 
ProdoRo 


L 593 000 


HP82209AL 176 000 


HP 48SX 
Interfaccia seriale 
per PC MS-DOS HP 82208AL 176.000 
Interfaccia seriale 
per PC Macintosh 
HP Solve Equation 
Library Apolicalion CardHP 82211AL 

Scheda RAM da HP 82214A L 

32 Kbyte 

Scheda RAM da HP 82215A L 

1 28 Kbyte 
Stampante a raggi 

infrarossi HP 822408 L 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


47 



NEWS 


seconda progetta host adapter per supporta- 
re memorie di massa cori protocollo SCSI in 
ambiente multiuser I nuovi lettori di disk 
drive a tecnologia laser della ISi vanno ad 
aggiungersi atl'assortimento di memorie di 
massa distribuite dalla Contradala. 

I sistemi a dischi ottici, in formato 5,25 
pollici, costituiscono il supporto ideale per 
grandi archivi di dati, composti da documenti, 
immagini o altre informazioni, il tutto con 
l'affidabilità e la comodità tipica delie memo- 
rie ottiche. I sistemi di archiviazione sono 
disponibili in tre modelli: 525WC, da 122-244 
Mbyte, 525GB, da 640-1280 Mbyte e 
525GBX2 da 1280-2560 Mbyte. 

Per dare un riferimento numerico, il siste- 
ma di archiviazione Ottica, oltre alla grande 
capienza di dati, permette un trasferimento 
della velocità di 6,5 Mbit/sec ed un tempo 
medio d’accesso migliore di un hard disk a 
tecnologia tradizionale. 

I sistemi ottici ISi, sono perfettamente 
compatibili allo standard IBM, industriale 386 
compreso. La serie di host adapter della 
Adaptec permette di risolvere i problemi che 
spesso affliggono i sistemi AT 286/386 in 
condizioni di mulliutenza. come ad esempio 
Il rallentamento del flusso dei dati tra CPU e 
periferiche. 

Grazie alla possibilità di gestire più coman- 
di contemporaneamente, gli host adapter 
Adaptec liberano l’unità centrale dal lavoro di 
gestione delle operazioni di I/O. 


In tal modo, specialmente in ambiente 
Unix e Xenix, la velocità e l’efficacia del 
sistema aumentano in modo considerevole. 


Siemens Data: incontro con i 
partner e nuovi prodotti 

A Ponte di Legno, in alta Val Camonica. si 
è svolto recentemente il meeting invernale 
che la Siemens Data organizza annualmente 
per incontrare gli operatori della rete di vendi- 
ta indiretta che commercializza i sistemi rnuP 
tifunzione e multiposto della gamma SINIX e 
gli sviluppatori UNIX di Siemens. 

L’appuntamento ha quest’anno acquistato 
un particolare sigmfioato grazie alla numero- 
sa presenza (oltre cento! dei partner, che 
testimoniano la posizione leader raggiunta in 
Europa nel campo dei sistemi UNIX grazie ad 
una adeguata offerta di prodotti e soluzioni, 
ma anche grazie ad un valido supporto consi- 
stente in attività di addestramento ed assi- 

Nel corso dell’incontro sono state presen- 
tate soluzioni originali in ambiente SlNlX 
(quali ad esempio: l’automazione delle prati- 
che comunali, la gestione operativa e ammi- 
nistrativa delie U.S.S.L., l’automazione dei 


processi calzaturieri, soluzioni per la gestione 
dei magazzini di prodotti industriali), le strate- 
gie, I programmi, le strutture ed i nuovi 
prodotti, tra i quali due nuove unità della 
serie Comparex ed il nuovo dispositivo IDRC 
per sottosistemi a cartuccia. 

L'unità a disco Comparex 6490 é compati- 
bile con le unità IBM 3390 e offre, rispetto 
agli attuali modelli Comparex 6480. maggiore 
velocità di trasferimento dati, un tempo di 
latenza minore ed una ridotta occupazione di 
spazio. Il sottosfstema 6490 potrà essere 
collegato a tutu i modelli delle unità di con- 
trollo Comparex 6090 
Le unità Comparex 6390 sono invece del 
tipo a nastro e sono compatibili con le unità 
IBM 3490 A01/A02 e B04 Sono composte 
da due moduli: il pomo è riservalo alle unità 
di controllo in versione singola o doppia; il 
secando contiene quattro unità di lettura/ 
scrittura. La massima configurazione è costi- 
tuita da una unità di controllo e quattro 
moduli del secondo tipo per un totale di 
sedici unità di lettura/scritlura 
Infine, entro la fine dell'anno sarà possibile 
installare sugli attuali sottosistemi a cartndge 
Comparex 6360 il dispositivo IDRC (Impro- 
ved Data Recording Capabtlily) che. grazie ad 
alcuni algoritmi di compressione, consente di 
aumentare la capienza di ogni cartndge e la 
velocità di trasferimento dati in modo da 
permettere lo scambio delle cartndge da una 
unità all’altra senza alcuna limitazione 


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AT286 16MHZ lMBRAMS/1.4 

• 3.5 1.44 (a scelta) HD 20MB 28 
MLS RS232 ♦ Parallela e Clock, la 
siterà estesa DOS e mamiail - TO 
WER L 1-900.000 

AT 286 Come sopra con EGA 

L 2.200.000 

C.S. con VGA 8 Bit 

L 2.400.000 
C.S. con VGA 16 Bit 

L 2.600.000 

AT 386 come 286 ma 20MH2 
2MB . RAM ♦ 40MB 1-fD - 16MHZ 
CGA L. 2.700.000 


EGA L. 2.900.000 

VGA L 3.000,000 

PER 20 MHZ L 250.000 

25MHZ U 400.000 


HARD DISK CARD 

20MB SEAGATE L. 500.000 

30MB SEAGATE L 600.000 

40MB SEAGATE L. 700,000 


DIGITALIZZATORE TEMPO REA- 
LE 1 6 tonalità di grigio, ria telecamera 
a VKleorecorder compabbile CGA 
EGA - VGA L. 249.000 


JOYSTICK 

Potenziometrico * Scheda Joystick 
per due giocatori a sede 

L. 49.900 


COPROCESSORI MATEMATICI 
8087 - 8MHZ L 299.000 

80287 - 10 MHZ L 490.000 

80287 - 12MHZ L 530,000 

80387 . 16MHZ L 700 000 

80387 . 25MHZ L. 990.000 


RAM 4 1 1 6 - 41 526 - 4164 - 44464 
44C256 L 411000 

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di manuali e software italiano 

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alC.64 

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Toshiba T1000XE e T1200XE 

di Paolo Ciardelli 


Dopo l’interessante T1000SE, Toshiba ha 
annunciato due nuovi prodotti: il notebook 
T1000XE ed il laptop T1200XE II T1000XE, 
con un formato poco più grande di un foglio 
A4, racchiude funzionalità avanzate e flessi- 
bilità di utilizzo, pesa solo 2.7 kg e misura 
310 X 254 X 44.5 mm, É basalo su un 
processore Intel 80C86 a 9.54 MHz con 
1MB RAM espandibile sino a 3 MB Lo 
schermo LCD backlit con una risoluzione di 
640 X 400 pixel supporta la grafica CGA 
doppia scansione, oppure l’AT&T 6300. Le 
dimensioni, consentono di avere una tastie- 
ra full-size 84 tasti di elevata ergonomia, 
mentre l'hard disk da 20 MB consente l'uti- 
lizzo di pacchetti software evoluti L'alimen- 
tazione è possibile a rete oppure dalle batte- 
rie NiCd ricaricabili e nmovibili che consento- 
no una autonomia effettiva di 3.5 ore. 

DOS e LapLink residenti in ftOM 

Nella ROM di sistema del T1000XE è 
residente l’intero sistema operativo MS- 
DOS 3.3 che evita l'attesa legata al carica- 


mento del sistema operauvo da dispositivi 
esterni, fornendo una rapida interattività con 
il sistema. Inoltre il software di trasferimen- 
to LapLink integrato nella ROM e il cavo 
fornito in dotazione, rendono estremamente 
semplice e veloce scambiare dati e/o pro- 
grammi. eliminando cosi la necessità di uti- 
lizzare dischetti. 

Per rispettare appieno la filosofia di am- 
biente portatile Toshiba ha progettato per il 
T1000XE un drive esterno 3’’ 1/2 dedicato, 
alimentato dal computer stesso, di dimen- 
sioni compatte. 

Il drive misura infatti 165 x 105 x 23 mm e 
pesa solo 6 etti 


AutoResume e MaxTime 

La caratteristica di «AutoResume» con- 
sente all’utente di riprendere un programma 
precedentemente interrotto esattamente dal 
punto in CUI era stato sospeso mentre il 
sistema di gestione dell'alimentazione 
«MaxTime» permette di disattivare lo scher- 
mo. il disco fisso e il modem quando non 
siano utilizzati, preservando l'autonomia del 
sistema. Un particolare meccanismo impedi- 
sce. inoltre, di attivare il TIOOOXE mentre lo 
schermo é nchiuso prevenendo in tal modo 
accensioni indesiderate e dispendio energe- 
tico mentre il sistema viene trasportato La 


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Telefonare 

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AMIGA 2000B-h2» DRIVE 

1.598.000 

STAR LC10 

352.000 

HARDISK A 500 VGP 

1.032.000 

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239.000 

STAR LCIO/COLOfl 

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HARDISK 40 MB A 2000 GVP 

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DRIVE 1541 II 

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STAR LC 24/10 

588.000 

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ATARI 1040 ST FM 

755.000 

NEC P2200 

588.000 

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ATARI MEGA2 

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EPSON LX800 

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PHILIPS 9115 

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ATARI PC3H 

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OLIVETTI PCI 

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5 1/4 DSDD 

650 

VIDEON 2.0 

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5 1/4 HD 

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DRIVE AMIGA 2000 

151.000 

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50 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


NEWS 


batteria del T1000XE é rimovibile e ricarica- 
bile. consente, inoltre, di estendere mdefini- 
tivamenle l’autonomia del sistema mediante 
gruppi di batterie addizionali facilmente in- 
stallabili dall’utente. 

Il continuo monitoraggio dello stato delle 
batterie controlla costantemente la risen/a 
energetica di cui si dispone e, segnalando 
anzitempo l’esaurimento delle batterie, evita 
pericolosi black-out del sistema con la con- 
seguente perdita dei dati. 

Un sistema dedicato 

Il T1000XE risulta particolarmente ongina- 
le per la sua unicità derivante dalla mancan- 
za dell’unità dischetti che consente di ridurre 
il peso complessivo del sistema. Il software 
LapLink, residente in ROM e auto-installabi- 
le anche su sistemi che ne sono sprovvisti, 
permette il semplice trasferimento dei dati 
e/o programmi da un computer all’altro, ap- 
portarKlo nuove funzionalità rispetto alla tra- 
dizionale unità dischetti. 

Il T1000XE viene distribuito al prezzo di 
Lit 3.950.000 Nel prezzo sono compresi 
l’MS DOS 3.3. i manuali utente, il cavo 
seriale con connettore universale RS 232, il 
LapLink con relativo manuale. 

Il drive esterno da 3"1/2 e 1,44 MB ha un 
costo di listino di Lit. 350.000. 


T1200XE 

Alte prestazioni e portatilità caratterizzano 
il nuovo laptop T1200XE con processore 
286. Sottile e maneggevole, garantisce fun- 
zioni avanzate senza compromettere carat- 
teristiche fondamentali quali la leggibilità 
dello schermo e la praticità della tastiera. 
Basato su un processore Intel 80C286 a 12 
MHz il nuovo portatile è dotato di memoria 
RAM da 1 MS espandibile fino a 5 MB. 

Lo schermo LCD illuminato lateralmente 
supporta la grafica CGA a doppia scansione 
oppure l’AT&T 6300; la risoluzione di 640 x 
400 pixel ne consente l’utilizzo negli ambien- 
ti grafici sofisticali. 

Anche per questo computer l'alimentazio- 
ne è prevista sia a rete, sia tramite batteria 
ricaricabile e rimovibile con autonomia effet- 
tiva di 2 ore. 


Potente ed efficace 

Il T1200XE unisce la leggerezza e la ma- 
neggevolezza tipiche di un «notebook», alla 
potenza e aH’efficacla di un 286 Facile da 
trasportare, sotto il braccio o con l’apposita 
maniglia, consente un pieno utilizzo ovun- 
que. Il T1200XE dispone di potenza suffi- 
ciente per eseguire tutte le applicazioni del 
mondo DOS. Il microprocessore Intel 


80C286 a 12 MHz può gestire praticamente 
tutti i programmi in maniera perfetta e velo- 
ce. Il disco fisso 2"1/2, da 20 MS, consente 
di memorizzare agevolmente tutti i program- 
mi e i dati che servono, senza la necessità di 
avere numerosi supporti magnetici esterni. 
L’unità a dischetti standard del T1200XE 
legge e scrive i formati da 1 44 MB e 720 
K8, semplificando la migrazione dei dati. 

Possiede una sene di caratteristiche avan- 
zate che lo distinguono dagli altri computer 
della stessa classe. La tastiera a 84 tasti fulF 
size, lo schermo a cristalli liquidi illuminato 
lateralmente, con una migliore leggibilità an- 
che in piena luce, la batteria ricaricabile e 
rimovibile che consente l'utilizzo di batterie 
opzionali estendendo cosi l’autonomia del 
sistema, sono solo alcune delle caratteristi- 
che che hanno guidato l’ideazione del 
T1200XE 

Con l’annuncio del T1200XE Toshiba porta 
a 16 unità la gamma dei propri laptop. 

Il T1200XE, che si colloca tra il T1200HB e 
il T1600, nasce per soddisfare gli utenti con 
effettiva necessità di portatilità. ma che ri- 
chiedono uno strumento di lavoro con una 
potenza elaborativa molto elevata e un costo 
competitivo nspetto alla concorrenza. 

Il computer T1200XE è distribuito al prez- 
zo di Lit. 5.900.000 comprensivo di DOS 
4.01 e manuali utente 


E.GI.S. COMPUTER 


XT 12 MHZ 512 K, FLOPPY 360K, CGA/HERCULES, TAST. 101, MINI CHASE, USCITA SERIALE, 

JOYSTICK, PARALLEU 724,000 

XT 12 MHZ 512K, FLOPPY 720K. CGA/HERCULES, TAST. 101, MINI CHASE. PARALLELA, 

HARDISK20MB 1,145.000 

AT 16 MHZ512K, FLOPPY 1,2MB, CGA/HERCULES, TAST. 101. MINI CHASE, PARALLELA, 

HARDISK20MB 1.600.000 

386 SX 20 MHZ 2MB, FLOPPY 1,44 CGA/HERCULES, TAST. 101„ MINI CHASE, PARALLEU. 

HARDISK 20 MB 2.400.000 

386 28 MHZ 2MB, FLOPPY 1,44 MB. CGA/HERCULES, TAST. 101, MINI CHASE, PARALLEU 

HARDISK 20 MB 3.000,000 


MOTHER BOARD XT 12 MHZ 
MOTHER BOARD AT 16 MHZ 
MOTHER BOARD 386SX 20 MHZ 
MOTHER BOARO 386 26 MHZ 
HARDISK 20MB SEAGATE ST225 
HARDISK 20MB MINISCRIBE 3 1/2 28 MS 
HARDISK 20MB SEAGATE ST124 
HARDISK 40MB ST 151 3 1/224 MS 
HARDISK 40MB SEAGATE ST251 
HARDISK 80MB SEAGATE ST4096-28MS 
MONITOR HL 12” VERDE 
MONITOR CVBS 12” VERDE 
MONITOR DUAL12" 

MONITOR DUAL 14” BIANCO BASCUUNTE 


143.000 MONITOR EGA AMBRA 218.000 

353.000 MONITOR VGA BIANCO 235.000 


700.000 COLORE CGA 8833 420.000 

1,380,000 COLORECGA1084 420.000 

378.000 COLORE EGA 588.000 

378,000 COLORE VGA 655.000 


395.000 COLORE MONOSINCH. 823.000 

723.000 MULTISINCH MITSUBISHI983.000 

643.000 MULTISINCH NEC II A 1 .025,000 
1 ,080.000 MULTISINCH NEC ili D 1 .323.000 

126.000 MOUSEZNIX 67.000 

126.000 MODEM EST 1200 185.000 

168.000 MODEM EST2400 286.000 

210.000 TASTIERAAVAN, 101 1. 84.000 




prezzi IVA esclusa -garanzia 12 mesi 


FLOPPY 360K 116.000 

FLOPPY 720K 124.000 

FLOPPY 12MB 158.000 

FLOPPY 1,44 MB 158.000 

EGA 640 x 480 252.000 

VGA600X800 319,000 

CGA/HERCULES 95.000 

VGA 1024 x 768 437,000 

CABINET BABY 142.000 

CABINET MINITOWER 243,000 
MULTI I/O 63.000 

CONTROLLER AT 186.000 

SERIALE 32.000 

HAND SCANNER 353.000 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


51 



Epson: nuovi prodotti 


D a sempre conosciuta per l'impegno at- 
tuato nella progettazione e produzione 
di stampanti, la Epson propone ora una sene 
di nuovi prodotti la caratteristica più impor- 
tante dei quali è la fusione delle tecnologie 
elettroniche, micromeccaniche e dei cnstalli 
liquidi. 

I nuovi prodotti, presentati m una conferenza 
stampa nella quale sono stali forniti dati 
riguardanti l’analisi dei trend e le previsioni 
di bilancio per l'anno in corso, consistono 
nel PC-AX3S Portable, un portatile 386SX 
VGA: nel GT-6000, uno scanner a colon e B/ 
N da 3CX3 dpi, nel disk driver SMD-1040. il 
più piccolo drive per dischi da 3.5 pollici, con 
uno spessore di soli W mm 
PC-AX3S Portable 
L'Epson PC-AX3S Portable utilizza il micro- 
processore 80386SX con velocità di elabora- 
zione di 8/16 MHz 

La dotazione di memorie di massa com- 
prende una unità a dischetti da 3.6 pollici 
della capacità di 1 44 Mbyte ed un hard disk 


da 40 Mbyte con tempi di accesso dell'ordi- 
ne dei 25 ms La memoria RAM è di 2 
Mbyte espandibile fino a 6 Mbyte diretta- 
mente sulla mother board All'interno del 
PC-AX3S è disponibile anche uno slot bus 
PC/AT per l'inserimento di un modem inte- 
grato. In opzione è disponibile una ulteriore 
unità di espansione per schede PDAT stan- 
dard posizionabile sotto il portatile a confer- 
ma dell'impostazione professionale ad alte 
prestazioni completamente sostitutiva dei 
sistemi da tavolo tradizionali 

Le interfacce a disposizione comprendono 
seriale R5232, parallela Centronics, interfac- 
cia dedicata al mouse, RGB 9 pin per il 
collegamento con un monitor esterno VGA a 
colon. 

Particolare cura è stata prestata nella co- 
struzione dello schermo a cristalli liquidi, 
dove sono state applicate le medesime tec- 
nologie sperimentate dalla Seiko Epson Cor- 
poration nel settore dei televisori LCD a 
colori, per la dotazione dell’AX3s Portable di 
uno schermo LCD bianco/nero retroillumina- 


to standard VGA in grado di assicurare una 
perfetta visualizzazione di testi ed immagini 
senza aberrazioni geometriche. 

La tastiera ha 89 tasti piu II tastierino 
numerico separato, cursori video e tasti fun- 
zione nella stessa posizione delle normali 
tastiere da scnvania 

Fornito di una completa documentazione 
in italiano che illustra in dettaglio il sistema 
operativo e l'hardware di sistema, il portatile 


IL PUNTO DI ARI 




NEWS 


Epson viene offerto completo di sistema 
operativo MS-DOS 4.01 (rev. 1.30). É previ- 
sta come accessorio una elegante borsa per 
il trasporto. 

Il prezzo deH‘AX3s Portable sarà di poco 
supenore a 8.000.000 di lire nella configura- 
zione completa di hard disk da 40 Mbyte, 

Scanner GT-6000 

La possibilità di gestire 256 toni di gngio, il 
mezzo tono. 5 livelli di correzione e 16 7 
milioni di colori, rendono lo scanner GT-6000 
particolarmente indicato per il desktop publi- 
shing. elaborazione di immagini, applicazioni 
di grafica sofisticata, 

L’Epson GT-6000 è uno scanner a piano 
fisso in formato A4, con coperchio rimovibile 
per l'acquisizione di immagini da originali 
ingombranti 

Tutte le funzioni più importanti possono 
essere selezionate o modificate dal pannello 
frontale. 

La risoluzione offerta è di 300 dpi. ma 
mediante il software di gestione che correda 
lo scanner è possibile produrre output di 
immagini acquisite con il GT-6000 con risolu- 
zioni comprese tra 50 e 600 dpi 

Le immagini sono elaborate associando 8 


bit per pixel per ciascuna delle 256 gradazio- 
ni di grigio e per le 16.7 milioni di sfumature 
di colore. 

Il GT-6000 è collegabile ai vari sistemi 
mediante le due interfacce parallela e seriale 
residenti ed allo slot interno che consente 
l'inserimento di un'interfaccia opzionale 
SCSI per ambiente Apple Macintosh. 

Il prezzo annunciato è di 3.750.000 lire per 
la versione MS-DOS e 4.300.000 lire per la 
versione SCSI Apple Macintosh 

Disk drive SMD-1040 

Un drive molto compatto per dischi da 3.5 
pollici del tipo a doppia faccia, doppia densi- 
tà, con capacità di 1.44 Mbyte, è l'ulteriore 
novità presentata dalla Epson. 

Il drive SMD-1040 é il più piccolo drive 
attualmente disponibile sul mercato ed offre 
caratteristiche tecnologicamente innovative 
che hanno consentito di raggiungere presta- 
zioni molto elevate con dimensioni motto 
ridotte. 

Il peso infenore a 250 grammi, la profondi- 
tà di 130 mm e lo spessore di 18 mm 
rendono il disk drive ideale per le applicazio- 
ni in PC portatili e laptop anche in virtù del 
fatto che TSMD-1040 è molto resistente ad 



urti e vibrazioni. 


La corsa del pulsante di espulsione è stata 
ridotta a 2.5 mm e sono disponibili numero- 
se opzioni tra le quali la possibilità di integra- 
re il connettore di alimentazione in quello di 
interfaccia ed il meccanismo di espulsione 
automatica. 

Il tempo di accesso da traccia a traccia è 
di 3 ms, mentre il transfer rate è di 500 kbit/ 
sec per la versione da 1.44 Mbyte e 250 
kbit/sec per il modello da 720 Kbyte. 


IIVO DELLE IDEE. 


Come sempre le idee vincenti raggiungono l’obbiettivo e noi 
delia Technitron Data abbiamo messo ordine tra le tante 
proposte relative ai sistemi periferici per offrirvi solo le migliori. 
Per esempio: 

SUMMASKETCH 

Tavolette digitalizzatrici • Formato: 30x30 cm e 42x30 cm • 
Compatibilità: IBM PC/PS2 • Massima risoluzione (1000 l.p.i.) 
• Confezione completa di alimentatore, stilo a due bottoni, cur- 
sore a quattro bottoni. Technitron Data distribuisce: stampanti 
OKI (in esclusiva): digitalizzatori SUMMAGRAPHICS; plotter 



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53 


NEWS 


DBFacìle 3 

La soc. Softplus di Faenza ha nlasciato la 
versione 3.0 del suo programma di sviluppo 
e gestione di basi di dati relazionali OSFacile. 

Si tratta di un prodotto compatibile con il 
dBASEIII Plus ed il Clipper, gli standard di 
fatto del mercato dei database in ambiente 
MsDos: oltre alle modalità operative proprie 
di questi pacchetti offre la possibilità di pro- 
grammare in lingua italiana (DBS) oltre che in 
inglese (DB3). 

Il programma è diviso in quattro compo- 
nenti principali: il DBAssist (per la creazione 
e gestione degli archivi}, l'ambiente «PUN- 
TOii (per l'immissione interattiva dei coman- 
di). l'ambiente di sviluppo per programmatori 
(simile a quello del Clipper) ed una sene di 
utility (tra cui un traduttore automatico DB3/ 
DBS ed un editor ASCII). 

Anche nell'ambiente uPUNTO» è possibile 
operare con comandi in lingua italiana; sono 
inoltre supportati i comandi estesi del Clipper 
come FOR NEXT, MENU, ARRAY, ecc. 

Le principali migliorie nella gestione dei file 
rispetto al dBase III Plus sono: fino a 1024 
campi in un unico archivio, apertura contem- 
poranea di 200 file dati. 2048 varabili di 
memoria, nessuna limitazione nella dimen- 
sione dei record; sono possibili inoltre sei 
modalità diverse di visualizzazione ed editing 
di un archivio {normale, intelligente, foglio. 


foglio selettivo, doppia, relazionale) e tre di- 
versi tipi di ricerca Itra cui una con file indice 
fonetico). Il prezzo del programma, completo 
di manuali e floppy nei due formati 5 1/4" e 3 
1/2", è di L 290,000 più IVA; uno dei dischi 
contiene dei file di dati e 1 00 listati esemplifi- 


Carriernet: una rete senza cavi 

La società amencana Carrier Current Tech 
ha realizzato la rete Carriernet. una rete sen- 
za cavi, senza schede da inserire nel perso- 
nal computer e con un software di installazio- 
ne immediato che fa comunicare fino a 260 
postazioni costituite da IBM XT, AT o PS/2 
con hard disk 

Permette la condivisione di tre stampanti 
ed un modem, realizza la funzione di posta 
elettronica e trasferimento file con velocità di 
trasferimento fino a 56 Kbaud, occupando 
solo 25 Kbyte di RAM Carriernet è costituito 
da un box che si collega da un lato al 
computer e dall’altro alla rete elettrica, I cui 
cavi sono impiegati come mezzo di trasmis- 
sione tramite il principio delle onde convo- 
gliate. che estende il collegamento all'intero 
edificio, purché provvisto della presa di terra 
Il protocollo impiegato è il Collision Avoidan- 


ce, con il quale si evitano conflitti in trasmis- 
sione; inoltre se la linea è disturbata il proto- 
collo evita di trasmettere con errori, infor- 
mando l'utente 

Carriernet é importato e distribuito in Italia 
dalla società Clava Informatica di Roma, già 
nota per l'assistenza alle stampanti laser 
dotate di gruppo di stampa Canon 


Word 5.0 per UNIX dalla SCO 

La SCO ha annunciato l'immediata disponi- 
bilità di Word 5,0 per ambienti UNIX. 

Questa versione del wordprocessor Micro- 
soft é completo di strumenti di produttività 
per workgroup che traggono vantaggio dai 
potenti sistemi UNIX Parlando di strumenti 
citiamo il set di caratteri ASCII a 8 bit. che 
permette l'adozione di vari alfabeti e punteg- 
giature europee; il dizionario ed il controllo 
della sillabazione in inglese; l'integrazione dei 
dati, la combinazione di testo e grafica, con 
possibilità di avere un flusso di testi attorno 
al grafico rappresentato sullo schermo; co- 
lonne affiancate; collegamento per fogli elet- 
tronici ed altri programmi; tracciamento di 
linee, caselle e supporto per una vasta gam- 
ma di stampanti 


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54 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 



NEWS 


IBM: Sistema RISC/6000 

Destinato ad una ampja gamma di possibili 
utenti: da chi si occupa di ingegneria, archi- 
tettura. progettazione, fino a chi opera nella 
gestione del territorio, prospezioni geologi- 
che. econometria e pianificazione; il nuovo 
IBM Sistema RISC/6000 offre una grande 
potenza, velocità di calcolo e soluzioni avan- 
zate in una famiglia di workstation e server 
per applicazioni tecnico-scientifiche. 

La famiglia si compone di sei modelli basa- 
li sulla tecnologia RISC (Reduced Instmction 
Set Computer) per la quale la IBM ha svilup- 
pato una nuova architettura al fine di sfrutta- 
re I vantaggi denvanti dalla elevata velocità di 
calcolo propria della tecnologia RISC. 

L'architettura POWER (Performance Opti- 
mization With Enhanced RISC) è basata su 
più processori specializzati in grado di ese- 
guire contemporaneamente diverse opera- 
zioni e sfnjtta una versione avanzata del bus 
Micro Channel in grado di assicurare l’opera- 
tività in ambienti eterogenei m coesistenza 
con prodotti di marche diverse. Il sistema 
operativo impiegato è una nuova versione 3 
di AIX. la soluzione IBM in ambiente Unix 
potenziata nella gestione dei dischi, archivi e 
programmi, supporto del «real time» e della 
memoria virtuale: comprensiva di X.25 e 
dotata di Transmission Control Protocol/lnter- 
net Protocol (TCP/IP) e Network File System 



(NFS). L’interfaccia per l'utente è AlXwin- 
dows, basata su OSF Motif. oppure AIX 
Graphic User Environment compatibile con 
NextStep della NeXT. 

La nuova architettura impiegata permette 
l’esecuzione di quattro istruzioni per ciclo 
base di clock, compresa un'istruzione in vir- 
gola mobile che esegue contemporaneamen- 
te due operazioni a 64 bit (una moltiplicazio- 
ne ed una somma) in un unico ciclo. Tali 
prestazioni sono permesse da un bus di 
interfaccia di memoria da 64 o 128 bit in 
grado di muovere tra memoria ed unita cen- 
trale da 160 a 480 Mbyte al secondo. 

La famiglia RISC/6000 si compone di sei 
modelli base con i quali é possibile configura- 
re quattro workstation e/o cinque server 

Le workstation offrono prestazioni com- 
prese Ira 27.5 MIPS (milioni di istruzioni al 
secondo) e 7.4 MFLOPS (milioni di istruzioni 


in virgola mobile a doppia precisione per 
secondo) del modello 320, fino a 34.5 MIPS 
e 10 MFLOPS del modello 730, specializzato 
per applicazioni grafiche, grazie all’adozione 
del Supergraphics Processor Subsystem. in 
grado di disegnare ad una velocità di 
1 000.000 di vettori al secondo, di effettuare 
ombreggiature con il metodo Gouraud su 
130.000 triangoli al secondo. Il sen/er di 
maggior potenza è il modello 540 capace di 
41 MIPS e 13 MFLOPS. 

La capacità di memoria di elaborazione é 
compresa tra 8 e 256 Mbyte mentre le 
memorie di massa interne hanno capacità 
comprese tra 120 Mbyte e 12 Gigabyte; 
unitamente all’adozione del bus Micro Chan- 
nel I nuovi sistemi adottano anche adattatori 
SCSI (Small Computer Systems Interface) e 
adattatori per reti locali Ethernet e Token 
Ring. 

La linea RtSC/6000 è molto ampia e si 
estende dalla POWERstation 320 desktop, 
dotata di 8 Mbyte di RAM. disk drive da 1 .44 
Mbyte e hard disk da 120 Mbyte, fino alla 
POWERsen/er 930 in versione rack-mounted 
con frequenza di clock del processore a 25 
MHz, capacità massima di memorizzazione 
di massa di 12 Gigabyte. 16 Mbyte di RAM 
in configurazione base, espandibile fino a 
128 Mbyte, disk drive da 1 .44 Mbyte, unità a 
nastro da 2.3 Gigabyte. CD-ROM da 600 
Mbyte, hard disk da 670 Mbyte. 


indice, dovete abbassarlo. 


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informatica a 360 gradi 

In tutti i punti vendita Buffetti e i rivenditori autorizzati 



MCmicrocomputer n. 94-marzo 1990 


55 



NEWS 


Aldus 

PageMaker 4.0 

di Massimo Truscelli 

Sono più di settaniacinque le nuove ca- 
ratteristiche della versione 4.0 del popolare 
pacchetto di desktop publishing Aldus Pa- 
geMaker 

In una conferenza stampa organizzata dal 
distributore esclusivo dei prodotti Aldus m 
Italia, la Modo di Reggio Emilia, alla presen- 
za di Kathleen Humphrey. Product Marke- 
ting Manager di Aldus Europe Limited, ha 
annunciato la prossima disponibilità del 
pacchetto illustrandone le caratteristiche 
salienti della nuova versione 

Le nuove caratteristiche comprendono 
delle piu complete funzionalità di elabora- 
zione dei testi, di controllo tipografico e 
gestione dei documenti lunghi, con le me- 
desime doti di facilità d'uso che hanno 
contribuito alla diffusione di oltre 350.000 
esemplari del pacchetto. 

L'inserimento e la modifica dei testi av- 
vengono in un unico ambiente dove sono 
disponibili tutte le funzioni di un word pro- 
cessor separato fornito di controllo ortogra- 
fico con un dizionario di 170.000 vocaboli, 
funzioni di ricerca e sostituzione di parole, 
frasi, caratteri, dimensioni del testo o stile 
dei paragrafi. 

Tali funzioni possono essere applicate 
anche ad una specifica sezione di un capi- 
tolo, ad un intero capitolo, o a tutti i capitoli 
di un intero documento. 

In opzione é possibile disporre di sillaba- 
zione e controllo ortografico multilingua 
grazie a dizionari aggiuntivi (la versione 
Italiana incorpora un dizionario di 170.000 
parole, integrato da un dizionario Internatio- 
nal English completo di BO.OOO vocaboli), 
mentre la nuova versione offre direttamen- 
te dei significativi miglioramenti nella ge- 
stione dei fogli stile e nella generazione di 
tabelle da utility esterne. 

Il controllo tipografico é stato migliorato 
con nuove funzionalità come la rotazione 
de) testo con incrementi di 90 gradi; la 
possibilità di allargare o stringere il testo 
dai 5 al 250%; la possibilità di distribuire il 
testo su di un'intera colonna grazie all'op- 
zione di giustificazione forzata; la crenatura 
controllabile fino a 0.01 spazi (em) e basata 
sul corpo del carattere applicabile ad un 
testo selezionato, la definizione del corpo 
del carattere con incrementi di 0 1 punti da 
4 a 650 punti; l'interlinea regolabile ad 
incrementi di 0 1 punti. 

Altre nuove funzionalità riguardano la ge- 
stione dei documenti lunghi come la gene- 
razione automatica dei sommari, anche per 
pubblicazioni multiple; la generazione auto- 
matica degli indici, con possibilità di modifi- 
ca; il collegamento di grafici o di righelli di 
testo con apposite opzioni; il controllo delle 
dimensioni del file con scelta delTaggiorna- 
mento della pubblicazione con insenmento 
0 meno dei file importati internamente o 
esternamente al file della pubblicazione; la 


56 



possibilità di regolazione della disposizione 
del testo nei paragrafi, nelle colonne e 
nelle pagine grazie alle opzioni di controllo 
di orfane e vedove 

Per semplificare la produzione di docu- 
menti di grandi dimensioni, Aldus PageMa- 
ker 4.0, offre funzioni di aggancio delle 
immagini al testo, in modo da mantenere 
inalterata la loro posizione anche durante lo 
scornmento o dopo aver effettuato modifi- 
che all'impaginazione e la generazione 
automatica di indici e sommari anche su 
più pubblicazioni. 

Una nuova finestra di dialogo, battezzata 
iLinks». permette di elencare tutti i file di 
testo e di immagini inseriti all'interno di 
una pubblicazione, di identificare il tipo di 
documento e individuare la pagina nella 
quale è contenuto. 

É irtoltre possibile collegare tra loro più 
pubblicazioni, attraverso la funzionalità <ili- 
bro», per la stampa concatenata e per la 
generazione di indici e sommari 

I file prodotti da PageMaker 4.0 possono 
essere usati con il programma Aldus Pre- 
print, presentato negli ultimi mesi del 
1989. grazie alla piena compatibilità con lo 
standard Open PrePress Interface (OPI| e 
con le convenzioni colore di Adobe 

La versione 4,0 di PageMaker offre an- 
che un nuovo help in linea, 30 schemi di 
documento in formato A4 già pronti ed una 
sene di mappe dei paesi del mondo m 
formato EPSF. realizzate con Aldus Free- 
Hand. 

La disponibilità é assicurata a partire dal 
secondo trimestre di quest'anno nella ver- 
sione inglese ad un prezzo di 1.529.000 
IVA esclusa Nel trimestre successivo sarà 
disponibile la versione italiana ad un prezzo 
di 1.765 000 lire più IVA. 

La Modo ha annunciato, unitamente al 
supporto ad una politica di up-grade alla 
versione italiana di PageMaker 4 0 per Ma- 
cintosh a 379 000 lire più IVA, una sene di 
iniziative per gli utenti registrati tra le quali 
un servizio di hot line telefonica, il servizio 
Aldus MasterPage. supporti didattia per 
l'addestramento e l'istituzione degli Aldus 
Authorized Training Center. itt 


Il Servizio 
Globaie di 
AEG Oiympia 

AEG Olympia tiene fede alla sua 
reputazione di offrire, da sem- 
pre, una assistenza impeccabi- 
le. Oggi, con i prodotti tecnolo- 
gicamente più avanzati, questo 
significa assistenza ai Clienti 
non solo nella manutenzione dei 
Personal Computer e delie 
Stampanti, ma un concreto sup- 
porto nel definire le esigenze e 
massimizzare le prestazioni dei 
nostri prodotti 

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za Software 

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diata questa offerta di aiuto, ab- 
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System House come Centri Re- 
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AEG Olympia per offrirvi la loro 
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tei. (0171) 67.674 

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tei. (0429) 600.433 

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CONTABILE srl 

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troverete sulle Pagine Gialle alla 
voce "Macchine per Ufficio - Ven- 
dita". 



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Olystar 

Olyport 


La reputazione consolidata di AEG 
e di Olympia di tare buoni - anzi, ottimi 
prodotti, si deve soprattutto allo sforzo 
costante di progettare prodotti migliori, 
sotto ogni punto di vista. 

Una tradizione che la nuova società 
AEG Olympia mantene ed esalta. Per 
esempio, si parla molto, oggi, di Auto- 
mazione deirUfficio ma per una vera 
automazione ci vogliono certamente 
macchine ad altissime prestazioni ma 
soprattutto prodotti "solidi" ed affidabili. 
Garantiti da una rete di assistenza im- 
peccabile. 

L'affidabilità e la precisione delle 
nostre macchine sono proverbi^di. Così 
come l'efficacia della nostra rete di as- 
sistenza. I nostri professionisti in Auto- 
mazione deirUffìcio vi assisteranno 
neH’installazione e manutenzione del- 
la più completa gamma di Personal 


Computer Professionali, per esempio: 
Olystar 20, dal costo molto contenuto, 
ideale come work-station di rete e per 
applicazioni di WP; la gamma “High 
Tei^i" 286, ovvero Olystar 60, e il 386sx 
Olystar 70, dedicati a manager, giorna- 
listi, consulenti finanziari; i potenti 
Olystar 80/20 ed Olystar 80/25, con 
“cuore” 386 a 20 e 25 Mhz e memoria 
da 100 Mb in su, per calcoli ingegneri- 
stici od architettonici con applicazioni 
CAD, per ricercatori e gestioni finanzia- 
rie, oppure come file-server di rete. 

Né potevano mancare I iap-top: 
Olyport 20, Olyport 40 ed Olyport 80, 
con capacità di 20, 40 e 100 Mb e pro- 
cessori 80C88, 80C286 e 80C386 ri- 
spettivamente: sicuramente fra i più 
piccoli, leggeri, "belli” e potenti oggi di- 
sponibili. 

M PC Olystar si sposano perfetta- 


mente le stampanti AEG Olympia: una 
gamma che va dai modelli tradizionali a 
matrice alle nuovissime Quietstar 4 e 
Colourstar (4 colori nelle testine) a car- 
tuccia a getto di inchiostro, alla su- 
per-stampante Laserstar 6 da 6 pagine 
al minuto. 

AEG Olympia, via Stephenson 94, 
20157 Milano, Punti di vendita in tutta 
Italia, consultare le Pagine Gialle alla 
voce «Macchine per ufficio Vendita-*. 


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FFIDABILITA’ 

OMPETITIVITA’ 

SPERIENZA 


I S U L T A T I 

Acer: affìdabiliià. competitività, esperienza, risultati. Acer: un nome a cui affidarsi quando si pretende 
il meglio. Sia dal punto di vista del valore, sia da quello d'impiego. Nel momento di scegliere un perso- 
nal computer, Acer rappresenta una guida, un suggerimento verso una direzione razionale, valida nel 
tempo. I concessionari SHR sono a disposizione dell'utente per rispondere a ogni esigenza con tutta 
la loro professionalità ed assistiti dal grande know-how SHR nel campo delle reti locali, dei sistemi in 
multiutenza, delle comunicazioni e del software applicativo. L'obiettivo della SHR è. infatti, quello di 
poter far dire a chi sceglie un personal computer ‘•Personalmente preferisco Acer". Ecco i 5 perchè: 



So."’ 


Rappreyrmano due modelli di 
puma nella rancia 286 ideale 
in utile le applicazioni proTe^ 


Acgr 


do 386 per non rinunciare, 
adesso cd in Tuluro. a rune le 
norcvoli caraiierìsllchc di que- 
sto microprocessore. 


ACER 1116. 1120C. 1125 
Microprocessore 80386 a 16. 
20e2.S MHz con memoria ca- 
che nei modelli 20 e 25. 

È la gamma imermedia della 
ramigiia 386 In grado di adai- 


ACER 1133 

Microprocessore 80386 a 33 
MHz. 32 KB di memoria ca- 
che. memoria RAM espandi- 
bilermoa2d MBennoal.4 
Gigabyte di memoria su di- 
schi. Il mas 


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Amiga: 

3rd European 
Developers Conference 


Parigi. 7-9 febbraio '90 

" Nell'ottica di promuovere lo sviluppo 
di software, schede aggiuntive e perife- 
riche per Amiga. Commodore Italiana 
ha implementalo un Programma di Sup- 
porto Sviluppatori, sotto il diretto patro- 
cinio di Commodore International. Lo 
scopo del servizio è di mettere a dispo- 
sizione delle società o dei singoli impe- 
gnati attivamente nello sviluppo HW/ 
SUV per Amiga un ambiente che forni- 
sca tutti gli elementi di supporto neces- 
sari ad una pronta e completa diffusione 
di informazioni tecniche.. .u 

Queste parole sono tratte dal comuni- 
cato Commodore annunciante la crea- 
zione del programma di supporto svilup- 
patori Amiga, ormai funzionante a livello 
nazionale da oltre un anno e internazio- 
nale da più di tre. Ed è proprio in 
Quest’ambito che dal 7 al 9 febbraio 
U.S., neirindimenticabile Parigi, si è 
svolta la terza conferenza europea degli 
sviluppatori Amiga. 

In un clima spiccatamente professio- 
nale, centinaia di intervenuti da ogni 
parte d'Europa e del mondo 
lanche dell'Australia...) hanno 
avuto così la possibilità di 
ascoltare, dalla viva voce degli 
"autoriu Amiga, interessantis- 
simi interventi sulle nuove fe- 
ature del nuovo sistema ope- 
rativo. di nuove periferiche e 
computer di prossima introdu- 
zione sul mercato, di tecniche 
particolari di programmazione 
atte ad ottenere il meglio dal 
proprio Amiga e dal proprio 
linguaggio di programmazione 
preferito. Il tutto condito da 
una squisita accoglienza e, 
perché no. una distensiva at- 
mosfera che facilitava al mas- 
simo le relazioni tra gli stessi 


sviluppatori, che cosi avevano preziose 
opportunità di scambiare esperienze, e 
tra questi e i ’'guru‘> dell'Amiga tutti 
presenti a Parigi e particolarmente di- 
sponibili al dialogo. Bontà loro... 

Nelle tre giornate di conferenza, pur- 
troppo molti interventi interessantissimi 
si sovrapponevano temporalmente in di- 
verse sale, ma grazie all'esauriente do- 
cumentazione rilasciata agli intervenuti 
SI può dire che praticamente nulla anda- 
va perduto anche per chi si trovava da 
solo a combattere con i «solitm proble- 
mi di ubiquità. 

KickStart e WorkBench 1.4 
(Evviva!) 

Tema principale della conferenza eu- 
ropea degli sviluppatori Amiga è stato il 
nuovo software di sistema versione 1 .4, 
attualmente in beta refesse. Le novità a 
riguardo sono veramente tante e tali 
che CI vorrebbe un numero intero di MC 
per parlarne in modo dettagliato: vedia- 
mone quindi I punti principali. 

Iniziamo col dire che i bug noti della 


versione 1.3 sono stati corretti e che, 
come vedremo, il numero delle librerie 
di sistema (siano esse contenute nel 
kickstart oppure caricabili da disco) è 
aumentato. Come diretta conseguenza, 
la dimensione del kickstart è passata da 
256K a 5t2K (almeno questa è la di- 
mensione dell'attuale release). Inoltre 
gran parte del software è stato riscritto 
in C per aumentarne l’efficienza. 

I chip «ECS», di cui si è tanto parlato 
nei mesi passati, saranno due: il Fat 
Agnus, già montalo sulle attuali macchi- 
ne in produzione, che estende il limite 
della 'CHIP' RAM ad 1 megabyte, e il 
nuovo Denise, che permetterà la visua- 
lizzazione dei nuovi modi grafici di Ami- 
ga. Il chip Paula, invece, sarà quello 
originario (per la cronaca, questo chip, 
nelle vane versioni di Amiga, non è mai 
stato cambiato). L'adozione dei chip 
ECS ha comportato l'estensione delle 
librerie grafiche (ovvero la graphic. libra- 
ry. la layers. library e l'intuition. library) di 
cui ne riassumiamo le caratteristiche 
principali: 

— supporto per il monitor ad alta risolu- 
zione A2024 e per i monitor 
multisync; 

supporto per i font multi- 
colore, 

supporto per i font scala- 
bili; 

— gestione della funzione di 
autoscroll; 

— supporto dell'overscan; 

— supporto per i 'public 
screen': 

— toolkit di supporto per la’ 
creazione e l'uso dei gadget: 

— nuove funzionalità relative 
al genlock, 

Inoltre, sempre riguardo alle 
librerie grafiche, sono state 
apportate le seguenti mi- 
gliorie: 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 




FRA TANTI 

UN PROTAGONBHn INTERCOMP 


Secondo una recente indagine nazionale, INTERCOMP è stata classiticata tra le prime società italiane 
protagoniste del settore informatica (’). Il successo INTERCOMP ha solide basi ed è 

lo stimolo verso nuovi traguardi. Un esempio? La nuova sede I ^ 

INTERCOMP ha raddoppiato la capacità produttiva e rappresenta l’inizio sn^ 
di un forte piano di investimenti e iniziative di ricerca, E la nuova linea 
di personal computer INTERCOMP P) si pone ai vertici delle 
rispettive categorie per affidabilità e prestazioni, come confermano i tesf 
effettuati dalle più accreditate riviste di settore P). Il successo si conquista con i fatti ed INTERCOMP 
ne è protagonista con la sua professionalità e competitività. 


L_ P'° 
I. rnirl 



l'i Cussfca Zatuno -L« lOD ISDoali'nic'rnaca 63< laMsrsrawsie 
l>i ? "owi 9 Pcara Cirottet con C'Kssso' 608800 Mhz) 
S12Si<2t6Mr'Z) B0386SX|Ii Uhzi 80366 (20 MhZ| 
6C386Cect<eMenxi7 (2833 Mhz) Haiti DtW da 20 a 780 MB 
'ofMconiBZOiaconU&OOS Xeni Ut» PdKjue Concunent 
ttacOx» «10N«I Aicrc! Novel’Uairn '«qvis 
(>) MC Ucrocomoula (cimiiei X386 C 33) Mco&Pasonj) 
cd'igute' iarW'e X386 SX) B: (ccmoutor XAT) 



COMPUTER 


INTERCOMP spa 

Via della Scienza, 27 - 37139 Verona 
Tel, (045) 8510533 r.a, • Fax (045) 8510539 






AMIGA 


3rd ÉUROPEAN DEVELOPERS 
CONFERENCE 


— nuovi gadget stringa; 

— nuovo look delle finestre e dei gad- 
get di sistema; 

— nuova modalità di segnalazione della 
window attiva; 

— velocizzazione generale delle funzio- 
ni di tracciamento e di visualizzazione di 
caratteri; 

— velocizzazione nella gestione dei 
layer. 

Passando ad un altro aspetto peculia- 
re di Amiga, il multitasking, anche qui di 
miglioramenti e modifiche ce ne sono 
stati molti, tra cui: 

— migliore gestione delle allocazioni di 
memoria, di segnali, di semafori e del 
dispatching degli interrupt; 

— riconoscimento del microprocessore 
68030 e del coprocessore 68882 ed 
abilitazione automatica del modo burst 
per le istruzioni. Supporto per l'utilizzo 
della cache dati e del modo burst per i 
dati; 

— predisposizione per il supporto della 
memoria virtuale (da implementare nel- 
le successive versioni); 

— test della ROM e della RAM prima 
del loro utilizzo. 

E veniamo ora a quello che fino ad 
oggi è stato uno degli "amighevoli" 
aspetti che ha fatto più discutere: l'Ami- 
gaDOS e i file System. Devo dire che 
qui I cambiamenti sono stati veramente 
tanti, come tante sono le nuove funzio- 
nalità. Tanto per cominciare, la dos.libra- 
ry è stata riscritta interamente in C (un 
bravo a Randell Jesup!) pur continuan- 
do a mantenere la vecchia interfaccia 
BCPL (e il relativo globai vector) in mo- 
do da garantire il funzionamento del 
software esistente (e di quello scritto in 
BCPL). 

Tuttavia, già a partire dalla prossima 
versione (t.5 o 2.0?), la compatibilità 
BCPL (interfaccia e globai vector) po- 
trebbe essere assicurata da una libreria 
di sistema caricabile da disco, permet- 
tendo cosi di avere una dos. library sen- 
za BPTR e BSTR. La nuova dos.library 
ha ora dei vettori di libreria standard: 
questo significa che tutti quei program- 
mi che, avvantaggiandosi delle partico- 
larità dell'attuale dos.library, saltavano 
direttamente nella routine di dispa- 
tching della libreria stessa (giustamen- 
te, ndadp) NON funzioneranno. 

Sono state aggiunte una quantità con- 
siderevole di nuove funzionalità: ora la 
libreria integra un gran numero di fun- 
zioni presenti nella arp. library (grazie alla 
collaborazione di Charlie Heat della Mi- 
crosmith) tra le quali: 

— pattern matching; 

— parsing degli argomenti (tipo 
GADS): 

— conversioni di date in stringa e vice- 
versa; 


Questa é la Simobtle e 
non SI tratta, come 
semDrarebbe, di un vi- 
deogioco da Arcade È 
un vero e proprio »• 
mulalore di guida Iper 
Autoscuola) Dasato su 
un Amiga 2000 com- 
pleto di videodisco II 
computer esegue i co- 
mandi impartii! dal pi- 
hla e visualiiia sem- 
pre il relativo percorso 
elfelluato La poltro- 
na. inoltre, riproduce 
con I SUOI movimenli 
servocontrollaii le 
eventuali asperità del 



— funzioni stile UNIX (printf, puts, ecc.) 
utilizzabili anche con i file handle Ami- 
gaDOS; 

— variabili di envìronment globali e lo- 
cali. 

Inoltre è ora possibile eseguire un 
certo numero di operazioni, precedente- 
mente accessibili solo tramite pacchetti 
0 chiamate dirette ai device. quali For- 
mat. Inhibit, Relabel e AddBuffers. La 
dos.library offre inoltre i seguenti mi- 
glioramenti al GLI: 

— supporto di ARexx nella Shell; 

— integrazioni di tutti i comandi per gli 
script file nella Shell (ovvero, sono parte 
integrante della Shell stessa). 

— cut e paste nelle window aperte su 
CON; 

— simple refresh nelle window aperte 
su CON. 


— scrolling history opzionale; 

— editing stile PET(!) opzionale. 

Per quanto riguarda i) file System, o 
meglio il Fast File System (FFS), questo 
é ora parte integrante del ktckstari. per 
cui sarà possibile utilizzare floppy for- 
mattati sia Old File System (OFS) sia 
FFS. In particolare, l’OFS viene emulato 
dal FFS, aumentandone le velocità di 
lettura e scansione directory. Il file Sy- 
stem ora supporta il record locking. per 
l'accesso condiviso o esclusivo a record 
da parte più processi, magari in esecu- 
zione su più macchine connesse in rete 
locale (ogni riferimento ad ADPnetwork 
è «puramente casuale». .), e i link tra 
file, sia Soft che hard. Per chi non lo 
sapesse, un link tra file consiste nell'ac- 
cedere ad uno stesso file tramite nomi 
differenti come se si trattasse di file 


Forza Italia! 


Durante lo Show Off svoltosi nell'ultimo 
giorno della conferenza abbiamo potuto 
vedere all'opera il software messo a punto 
dai nostri connazionali. Oltre alla nostra 
TokenFree Network, di cui vi abbiamo già 
riferito, erano infatti presenti alcuni svilup- 
patori commerciali con applicativi che spa- 
ziavano dalla grafica al word processing, 
senza contare pacchetti di contabilità Ma 
andiamo con ordine 

Cominciamo dalla Buccio Computer 
Graphics di Catania che esponeva la sua 
WindoVid. la innovativa video vetrina che 
permette, grazie ad Amiga, di «animaren le 
normali vetrine dei negozi in modo interat- 

La Mobysoft di Milano mostrava il suo 
software, orientato alla post-produzione 
grafica, di rendering di oggetti in movimen- 
to con una risoluzione, in termini di numero 
di colori contemporaneamente visualizzabili, 


maggiore dello standard di Amiga per mo- 
dalità non HAM 

La PfoMIND di San Sisto (PG) espone- 
va un pacchetto di contabilità ordinaria in 
partita doppia, un pacchetto di fatturazione 
e un pacchetto di gestione magazzino uti- 
lizzabili singolarmente oppure collegabili Ira 
loro. 

La Cloanto Italia di Udine, rappresentata 
da Michele Console Batiilana, esponeva 
invece la nuova versione del suo word 
processor C1-Text, giunto alla 2.1. che ag- 
giunge la possibilità di pilotare stampami 
PostScript. 

Infine, la Technodata Europa di Casal- 
nuovo (NA) presentava il nuovissimo scan- 
ner portatile a colori della Sharp collegato 
tramite l'interfaccia hardware prodotta dalla 
ASDG, nota casa statunitense con la quale 
la Tecnodata ha raggiunto un accordo di 
collaborazione. 


62 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


ANCHE PANASONIC 
E' ENTRATA NELLA 
NOSTRA RETE 

E LA VOSTRA RETE 
HA BISOGNO 
DELLA NOSTRA 


Bella, bianca, flessibilissima, 
una KX- PI 124 ha una testi- 
na a 24 aghi, un' interfaccia pa- 
rallela Centronics di serie e 6 
ottimi caratteri. 

Immaginatela nel vostro uf- 
ficio in una delle sue straordi- 
narie performances: 
trascina sia a traino che a spin- 
ta, è bidirezionale, fissa i mar- 
gini e accetta il foglio da sopra 


da sotto da avanti e da dietro, 
anche automaticamente. 

Fatela esibire in uno dei suoi 
numerosissimi passi di stampa 
con nastri originali e tutti gli 
optionals. 



Panasonic^ 


Office Aiitomanon^^i^ 


Non vi deluderà. 

Ma se a questo punto dite che 
una stampante l'avete già, veni- 
te da noi di Tecnodiffusione e 
fate un confronto diretto. 

Vi accorgerete subito che di vol- 
teggiare con eleganza cumuli di 
lavoro, è capace solo una stam- 
pante in gamba Panasonic. 
Esclusivamente Panasonic. 

In esclusiva da Tecnodiffusione. 


TECNO 

DIFFUSIONE 


URETE NAZIONALE 


ncNo 

OIFFUtlONE 

lOBiMO 

Oli '304443 


ncNo 

DIFFUSIONE 

PADOVA 

049-8071433 


TECNO 

DIFFUSIONE 

PISA 

0587 - 730593 


TECNO 

DIFFUSIONE 

MILANO 

02-4401953 


TECNO 
DIFFUSIONE 
IE09IO EMILIA 

0522 -£4040 


TECNO 

DIFFUSIONE 

SOMA 

06 - 4917832 


AMIGA 


3rd EUROPEAN DEVELOPERS 
CONFERENCE 



Lo siati Amiga. Da sinistra- Jay Minar — progeWsla hariMare ideatore dei Ire civp cuslom di Amiga. David Haynig — progettista hardware del bus Amiga 2000 e 
di penleriche. Caiolyn Scheppner — manager supporto tecnico di Amiga Imiss IFF ehehehl Randell Jesup — responsabile sviluppo dell'AmigaOOS John 
Toebes - programmatore del BLink. SAS Inslitute/The Software Disiilleiy Jelirey Poner — direttore sviluppo prodotli Andy Finkel — manager sollware di Amiga 
Sleve Beate — responsabile sviluppo del Fast File System 


differenti: ovviamente ogni modifica ef- 
fetti^ata al file tramite uno qualsiasi dei 
link esistenti sarà visibile anche da tutti 
gli altri ma per cancellare definitivamen- 
te un file occorrerà rimuovere ad uno ad 
uno tutti i link esistenti. 

Il disk-validator è ora parte integrante 
del FFS ed è in grado di correggere 
automaticamente gli errori meno gravi. 
Sempre a proposito di unità a dischi, il 
trackdisk.device offre le seguenti nuove 
caratteristiche: 

— opzione no-click per i drive in grado 
di supportarla; — numero di buffer va- 
riabile: — rilascio dei buffer quando 
un'unità non é più in uso;— minore 
uso della 'CHIP' RAM (quando è pre- 
sente la 'FAST' RAM):— migliore con- 
trollo degli errori e velocizzazione gene- 
rale. 

Il Workbench e le Preferences sono 
stati totalmente cambiati. Tra le caratte- 
ristiche salienti del nuovo Workbench 
possiamo citare; 

— possibilità di aprire il WB m una 
window non backdrop: 

— nuovo layout dei menu, ora più ra- 
zionale; 

— possibilità di avviare applicazioni al 
lancio del WB; 

— possibilità di «fissare» icone nella 
backdrop window; 

— esecuzione asincrona della maggior 
parte delle operazioni (Ioad. copy, rena- 
rne. info, ecc.); 

— routine di cleanup più intelligente; 

— possibiltà di aggiungere alla barra 
dei menu applicazioni personali, tramite 
la workbench. library; 

— esecuzione dei comandi CU diretta- 
mente da WB. 


Le Preferences, dal canto loro, sono 
state interamente riscritte. Ora sono 
state divise in tanti moduli separati, uno 
per ogni funzionalità (pointer, serial, 
ecc.), in modo da essere facilmente 
aggiornabili ed espandibili. 

Di nuovo c'è la possibilità di definire 
l'area di overscan per il WB. l'apertura 
del WB in uno schermo di differente 
risoluzione o con un numero di colori 
(ovvero di bitplane) differente, la possi- 
bilità di avere un mouse con sposta- 
mento proporzionale, la possibilità di 
cambiare il font di default al WB e al 
sistema, più un numero di altre presta- 
zioni non elencabili qui. 

Tra le altre nuove possibilità del soft- 
ware 1.4 possiamo citare: 

— implementazione di ARexx come 
parte dei software di sistema; 

— accessibilità tramite funzioni di siste- 
ma all' orologio tamponato; 

— supporto per unità multiple di RAM 
disk resistenti al bootstrap (RAD); 

— inserimento nel kickstart di una li- 
breria matematica IEEE in singola preci- 
sione in alternativa alla libreria FFP. La 
nuova libreria utilizzerà il coprocessore 
matematico, se presente, in modo auto- 
matico. 

— impacchettamento di file piccoli in 
blocchi unici (solo per il RAM disk). 
Stesso discorso per le variabili di ENVi- 
ronment: 

— implementazione della librerie sha- 
red di sistema; 

— iffparse.library. per una più comoda 
gestione dei file IFF;— ASL.Iibrary, per 
una gestione standard di requester di 
file e font;— commodities. library, per il 
coordinamento e controllo degli input 


handler. 

E non è tutto... 

Ce ne è di roba, eh? La prima impres- 
sione che abbiamo avuto facendo girare 
i pacchetti applicativi attualmente in cir- 
colazione è di un sensibile aumento 
della velocità per quanto riguarda la 
grafica e gli accessi ai floppy. Ovvia- 
mente ci sarebbe voluto un tempo mol- 
to maggiore per "saggiare" tutte le 
nuove funzionalità: vorrà dire che quan- 
do sarà ufficialmente disponibile sul 
mercato provvederemo a fare una prova 
dettagliata. Non possiamo terminare 
senza dire che finalmente l'Amiga ha un 
software di sistema veramente invidia- 
bile e dall'aspetto decisamente più pro- 
fessionale, specialmente per quanto ri- 
guarda l'interfaccia grafica verso l'u- 
tente. 


Nuove Periferiche 

Molto seguito alla DevCon l'interven- 
to riguardante la presentazione di nuove 
(alcune non troppo nuove...) periferiche 
per Amiga 500 e 2000. Infatti, alcune di 
queste le abbiamo già viste allo SMAU 
ma, evidentemente, su certi mercati 
europei non avevano ancora visto la 
luce. E il caso, ad esempio, del delizioso 
harddisk A590 per l'Amiga 500 che, 
oltre ai canonici 20 mega di supporto 
fisico, offre l'opportunità di installare 
all'Interno ben due mega di fast ram per 
il sistema e. esternamente, altri device 
SCSI grazie ad una porta aggiuntiva 
disponibile sul retro. Discorso simile per 
la processor board A2630 in listino da 
mesi e, per chi non lo sapesse, dotala 


64 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


ANCHE LOGITECH 
E' ENTRATA NELLA 
NOSTRA RETE 

E LA VOSTRA RETE 
HA BISOGNO 
DELLA NOSTRA 



Ogni rete è tirata sù dalla ma- 
no dell’uomo. 

Non statevene con le mani in 
mano. 

Afferrate un Logitech Mou.se 
PS / 2 e fatelo scorrere dolce- 
mente sulla scrivania, vi ac- 
corgerete che è piccolo, com- 
patto, adattabile a qualsiasi 


impianto ed estremamente sen- 
sibile. 

Poi passate ad un TrackMan 
Stationary Mouse, lasciatelo 
fermo e muovete solo le dita: 
vedrete cosa è in grado di fare 
se gli fate girare la pallina. 

Se però desiderate scansare 



lOBITlCH 


ogni tipo di fatica, ricorrete al- 
lo ScanMan, che volta, incolla, 
colora, ingrandisce, stampa, ta- 
glia, inserisce, inverte, ruota e 
ridimensiona per voi. 

Ora pensate che tutto questo è 
fornito, garantito e assistito dal- 
la nostra rete di distribuzione 
Tecnodiffusione. 


Quand’è che qualcuno potrà 
darvi di più? 

Mouse e poi mouse! 


TECNO 

DIFFUSIONE 


U RETE NAZIONALE 


ncNo 

DIFFUSIONE 

TOUNO 

Oli 


ncNo 

DIFFUSIONE 

PADOVA 

OM-S07ld32 


TECNO 

DIFFUSIONE 

PISA 

0587 - 730093 


TECNO 

DIFFUSIONE 

MILANO 

02-4401953 


TECNO 
DIFFUSIONE 
aseeio Emilia 

052? -556040 


recNo 

DIFFUSIONE 

•OMA 

05-5917832 




AMIGA 


3rd EUROPEAN DEVELOPERS 
CONFERENCE 



di processore 68030 a 25 MHz. copro- 
cessore matematico 68882. MMU per il 
funzionamento sotto UNIX e due mega 
ram espandibili a quattro, a 32 bit. An- 
che la scheda multi seriale A2232, che 
offre ben 7 porte RS-232 fino a 19200 
baud runa, s'era già vista in quel di 
Milano già mesi orsono. Interessante 
leggere, dalla documentazione rilasciala 
ai partecipanti, che sono disponibili i 
driver per la multisenale sia per Amiga- 
DOS che per Unix e non solo per que- 
st'ultimo come c'era sembrato di capire 
m precedenza. 

Nel mondo della grafica nasce la nuo- 
va scheda A2410 capace di 1024x768 
pixel non imerlacciati, 256 colori visua- 
lizzabili contemporaneamente su una 
palette di 16 milioni di colori, 2 BitPlane 
di overlay, processore grafico Texas In- 
struments TMS 34010, conformità allo 
standard TIGA (Texas Instruments 
Graphics Architecture), utilizzabile sia 
sotto AmigaDOS che sotto UNIX. 

DeH'A2024, il monitor monocromati- 
co ad alta risoluzione, se n’era già parla- 
to, ma abbiamo ora qualche informazio- 
ne in più da rigirarvi. Innanzitutto è 
utilizzabile da tutti gli Amiga con almeno 
1MB di ram. Le risoluzioni sono quelle 
standard PAL o NTSC a seconda dei 
paesi più una super hires da 1008x800 
per l'America e 1008x1024 per l’Euro- 
pa Supporta l’overcan orizzontale e non 
necessita di modifiche all'unità centrale 
per funzionare. 

ADPnetwork alla DevCon 

Su espresso invito della Commodore 
Italiana, durante lo show off tenutosi 
nel pomeriggio dell'ultimo giorno della 
conferenza, é stata esposta al folto pub- 
blico di sviluppatori Amiga la rete AOP- 
network v3.1 (di Andrea de Prisco) più 
l'AmigaDOS-LAN interface vi .0 (di Mar- 
co Ciuchini e Andrea Suatoni) sotto il 
comune (e provvisorio) nome di Token- 


Free Network. A tal proposito intendia- 
mo scusarci con i lettori per il mancato 
appuntamento co! consueto articolo ri- 
guardante l'argomento su questo nu- 
mero di MC, mancanza dovuta proprio 
alla DevCon che ci ha portato via un bel 
po' di giorni (e notti) di preparazione e 
messa a punto per un avvenimento cosi 
importante. 

Possiamo ritenerci più che soddisfat- 
ti: nonostante la lentezza del collega- 
mento seriale tra le macchine (31250 
baud saranno moltissimi per la telemati- 
ca ma sono molto pochi per un networ- 
king che si rispetti...) l'interesse dei 
visitatori era soprattutto rivolto alta vi- 
sione distribuita delle risorse disponibili 
sulla rete, tutte accessibili da ogni mac- 
china e tutte raggruppate sotto un co- 
mune device logico «net;» riconosciuto 
dalla stragrande maggioranza delle ap- 
plicazioni già esistenti. Eh, già! La no- 
stra rete, si può dire, è proprio traspa- 
rente: anche il WorkBench (perfino 
ri .4!) rimane ingannato credendo di 
avere a che fare con una normalissima 
unità a dischi invece che con un insie- 


II C.A.T.S. in Italia 

Chi é interessato a far parte del Commo- 
dore Amiga Technical Support messo a 
disposizione dalla Commodore, può con- 
tattare il responsabile per l'Italia. 

Stefano Lamon 
Commodore Italia 
Viale Fulvio Testi, 280 
20126 Milano 

É possibile accedere al C AT.S. come 
sviluppatori «registrati», «certificati» o 
«commerciali» Naturalmente l'apparte- 
nere ad una categona o ad un'altra per- 
mette di usufruire di un numero minore o 
maggiore di servizi offerti e nell'avere un 
contatto più 0 meno diretto con gli esper- 
ti Amiga americani ed europei 


me anche enorme, di macchine e devi- 
ce collegati in rete. C'è stato finanche 
chi ci ha chiesto di distribuire il prodotto 
all'estero, dalla Turchia alla Finlandia. 
daH’Austria all'Australia. Non male, ve- 
ro? Figuriamoci se non avessimo avuto 
il (temporaneo ehm. .) handicap del col- 
legamento via RS-232. Vorremmo solo 
provare a descrivervi lo sguardo sbigot- 
tito di chi ha visto scorrere contempora- 
neamente su tutt'e tre le macchine che 
avevamo a disposizione il type di tre file 
remoti (relativamente ad ogni macchina 
che effettuava il type), staccando il col- 
legamento per provare che una volta 
riattaccato tutto continuava dal punto 
interrotto senza assolutamente battere 
ciglio. Oppure, tramite WorkBench, 
spostare file da una macchina ad un’al- 
tra. caricare applicazioni presenti sull'A- 
miga 500 e leggere file dall'HardDisk 
dell'Amiga 2000. 0, ancora, eseguire un 
candido «assign» sulla directory C della 
macchina accanto, per adoperare i co- 
mandi installati su quella macchina co- 
me fossero presenti su nostro HD... 
che non c'é! 

Il tutto condito da un buffo sprite a 
forma di «pallina Amiga» che durante 
tutta la demo (quindi mentre erano in 
corso gli esperimenti sul file System 
distribuito «net:») si divertiva a rimbal- 
zare tra un monitor e il successivo (ov- 
vero, uscendo a destra da uno scher- 
mo. compariva nello stesso punto del 
monitor successivo a sinistra) per poi 
tornare indietro: ADPnetwork, infatti, 
non fa altro che mettere in comunica- 
zione processi o task in esecuzione su 
macchine diverse. Task e processi che 
possono essere si handler e server, ma 
anche (simultaneamente) applicazioni 
distribuite su macchine in rete, come il 
demo (nel demo) della pallina pazza. 

Insomma crediamo che. più di tutti, a 
divertirsi come matti, siano stati proprio 
i tre Amiga in rete impegnati a giocare a 
palla-pallina... mc 


MCmicrocompuier n. 94 - marzo 1990 


ANCHE WYSE 
E' ENTRATA NELU 
NOSTRA RETE 

PER POTENZIARE 
LA VOSTRA 


Quando un sistema è messo in 
difficoltà da un mare di infor- 
mazioni forza 8, allora dev'es- 
sere potenziato. 



WYSE 


grande flotta di computer che. 
in quanto a tecnologia, assorti- 
mento ed eleganza, va a vele 
spiegate. 


E WYSE lo sa. 

Solo un sistema WYSE 3225 sa 
navigare in acque agitate come 
server di rete, rispondere ad esi- 
genze diverse come Work- 
station o affrontare le peggiori 
tempeste come piattaforma mul- 
tiutenza. 


Perfetto e compatto, stiva la 
marea di dati che rischia di far 
naufragare i vostri programmi, 
con la velocità di elaborazione, 
la potenza e la versatilità più 
sorprendenti della sua categoria. 
Non a caso è Tammiraglia della 
WYSE SYSTEM 386. una 


Se anche la vostra attività va 
sempre più a vele spiegate, non 
rischiate la deriva ma potenziate 
la flotta, rivolgendovi subito alla 
rete di distribuzione Tecnodif- 
fusione, il porto sicuro di tutti i 
programmi che vogliono andare 
in porto. 


TECNO 

DIFFUSIONE 


URETE NAZIONALE 


TECNO 

DIFFUSONE 

TOIINO 

Oli -30<U43 


TECNO 

DIFFUSIONE 

FADOVA 

049-8071432 


TECNO 

DIFFUSIONE 

FISA 

OS87 ■ 73W93 


TECNO 

DIFFUSIONE 

MILANO 

02-4401983 


TECNO 
DIFFUSIONE 
REOeiO EMILIA 


TECNO 

DIFFUSIONE 

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internamente 

■ Batterle di ricambio 

■ Bus di espansione esterno 

■ Pacchetto di comunicazione 
(RS232 -1- cavo + soft) 

■ kit di tasti italiani 

■ Adattatore seriale 9-25 pin 

■ Comoda ed elegante borsa per 
li trasporto 

■ Espansione RAM di ulteriori 1 
MB (solo per modello 3200) 




4.77/9.54 MHz 

No. 1 FDD 3"1/2 720 KB -I- No. 
1 HDD 20 MB 

Batterie riaricablli intercambia- 
bili 

Peso Kg. 4,900 (senza batterie) 


SOFTWARE AMIGA 
A-Ttlk m Z2S.OOO 
Ataoft A/C Bmìc «90.000 
AlMon AJC Fonnn 74S.OOO 
Aoquinùan 1.3 620.000 
Aegis Ammiuir*lnu|ei 199.000 
Aegii AudioMuur n 199.000 
Apfoàa 75.000 
Aegii Impaci 175.000 
Ac^ Scnu 159.000 
Aegia Video Tiils 275.000 
AmKii «9.000 

AjTD'Alipunait Syium 99.000 
AniMi^ 199.000 
Animidn Stani 99.000 
Appfmtioe Lib Blocca 45.000 
Appreniioe Ub Flippci 45.000 
Apprenlice Lib Gecmccrica 45.000 
Ansi 115.000 
Aahaa Ctligxifonii 149.000 
AaaonPto 175.000 
Awtrd Makei PliB 99.000 
AztecC Profeaaianal 325.000 
B.A.D. Diik Opiiiniaer 99.000 
BBC Emulalor con cava 1 29.000 
BBS-PC 315.000 
Becker Tmi 299.000 
Benchmaik C Library 225.000 
Benchmark IFF Library 225.000 
Benehmark Modula 2 425.000 
Benchmark Simp library 225.000 
Bridge 5.075.000 
Bmrd Mailer 235.000 
Biucha 19.000 
C-Liie 125.000 

ComicSener Fuji Figurai 50.000 
CmicSetler Sd-Fi 50.000 
ComicSeocr SiqjerHcjDca 50.000 
Oioramap 120.000 
Callignpher 225.000 
Climale 99.000 
Come Sener 125.000 
Cotica Choice 375.000 
CygmiaEd Prof. 225.000 
DG Cale 99.000 
tX)S-2-DOS 125.000 
Diu Rorieve 175.000 
Data ReDieve Pref. 625.000 
Day By Day 75.000 
Deluae Muiie Co. Sa 175.000 
Dehiae Paini m 199.000 
Deluae Video DI 185.000 
Dolute niolo Lab 175.000 
Deluae Produciicn 349.000 
Deluxe Prini'^Dpairtt n 175.000 
Deacanea 75.000 
Deiign 3D 199.000 
Daignaaaurut 99.000 
Deikuip Budget 99.000 
Dcvpac Amiga 149.000 
Di^painim 175.000 
Digiwariti 249.000 
Dick Macicr 125.000 
Diak-2-Diak 125.000 
Kakwik 99.000 
Dr. Diurm 79.000 
Dr.TKngMI 335.000 
Dr. T Copyici Prof. 599.000 
Dr. T Keybd Con Syi 499.000 
Dr. T MIDI Ree. Studio 149.000 
Aegia Diaw 2000550.000 
Dynamic Druma 149.000 
Dyrtamic Studio 375.000 
E-Clipa 239.000 
BanPeifainerl35.00D 
Eitoid 99.000 
Encore 125.000 
ExcellaicBl 425.000 
F.Sim Scenery«ll 39.000 
F.Sim Scmety «7 39.000 
F.Sim Scencry *9 39.000 
F.Sim Scanery Eurepe 39.000 
FACC 2 75.000 
Family Tiae 99.000 
Fancy 3D Fonia 125.000 
FaniaViiian 99.000 
FinePrini 99.000 
Fli^i Simulator D «9.000 
FlipSide 75.000 


Row 199.000 
Font Sex «1 75.000 
Forma Io Flight II 299.000 
GFABiiic 165.000 
Galileo 149.000 
OoldSpeU 2 99.000 
Gomr 3.0 «9.000 
ContfBuiun ISS.OOO 
Grabbil 75.000 
Gnptna Stana Kit 175.000 
UiaoftBade 199.000 
Hcane Office Kit 370.000 
Home Accouna 75.000 
IniaFan 249.000 
InicrchajtgeObjecu il 50.000 
Interchange 125.000 
Jet 99.000 
K-Gadgel 75.000 
K-Sda Aaaembla 125.000 
K-Spiead 149.000 
Kara Folta il 99.000 
Karl Fona *2 149.000 
Kaia Sub Hea<b 149.000 
UniceC 5.0 DevLSya 750.000 
Life Cycle 75.000 
Lighta, Cajnera. Aexiot 165.000 
Lien Fonti 149.000 
Mailfhot Pilli 125.000 
Maaterpiece Fcaiia 425.000 
MaxiPlan 500 299.000 
MixiPlin Ria 435.000 
Medialine Background! 89.000 
Micnfidie FiJer 199.000 
Microfiche FUar Plui 399.000 
ModeJeSD 199.000 
Movie Clipa 50.000 
Movie SexierI75.000 
Muaic Motbile Starter 1 10.000 
Mude X 279.000 
NewkiierFotiu 75.000 
Opua 1 MCL 249.000 
PA-S£. U9-000 
Page Flipper FX 349.000 
PageaeoaD 249.000 
PageRoider 3D 349 000 
Pk Magic 235.000 
nioien C«U Anima lui 259.000 
PUdScnpt 34S.OOO 
Tianapon CcntraUo 499.000 
Photoe Paint 10 225.000 
Pena Of Cali 65.000 
Power Windowi 15 175.000 
Priim Plua 149.000 
Pro Video Plua 650.000 
Pro Video Pila Font il 250.000 
Pro Video Plua Font «2 250.000 
Pro Video Plua Foni «3 250.000 
Pro Video Plua Font *4 250.000 
Pro-Boaid 499.000 
Pro Data 219.000 
Pro-Nei 499.000 
PioText 4.2 249.000 
Praroainal Diaw 349.000 
Profeancnal Page 1.3 650.000 
Project D 99.000 
Prowiiie 2 225.000 
Publiaher’a Otcàce 249.000 
Quaitoback 149.000 
RubyView 249.000 
Scribble Ralintim 130.000 
Sculpi3D21S.000 
Sculpt 3D XL 375.000 
Sculpt4D 1.350.000 
Sculpt 4DJr 335.000 
Sculpt Aich. Diak 69.000 
Sculpt irouire Diak 69.000 
Sculpt Human Diak 69.000 
Sculpt Inlerion Diak 69.000 
Sculpt Microboi Diak 69.000 
Sculpt-Animaie 3D 315.000 
SoindOMia 199.000 
SoundTiai il 39.000 
SoundTiax i2 39.000 
Suuctured OipAn 1 15.000 
Studio Fcnia 75.000 
SlaiterXu 75.000 
Studio Mapc 225.000 
SiTObick 135.000 
Sigicr DI 55.000 


Symhia 235.000 
Tonplaiea 110.000 
Tcnain 5a000 
Teat Pro 140.000 
Die Director 150.000 
The Dirtclcr'a Toolkil «9.000 
The Woiki PUómm 420.000 
Todbox AmigaDoa 125.000 
Toolkil 99.000 
Tranacripi 99-000 
Turbo SUver 249.000 
Turbo Silva Mod Pdt 75.000 
TV Ciaphica 110.000 
Tv-Show 225.000 
Tv-Ten Prefeoitnal 349.000 
Typing Tuicr 75.000 
Ultra Card Plua 225.000 
Video Efleni 3D 399.000 
Video Gcnerk Mieter 175.000 
Video Wipe Mula 175.000 
VideoScipe 3D 399.000 
VideoScape 3D Addendum 89.000 
Videoacape Aich. Diak 69.000 
VideoBCape PuQue Diak 69.000 
Videoccape Human Diak 69.000 
Videoacape Microbol Diak 69.000 
VirtiJ Infeclion Protection 99.000 
Who What Whm Where «9.000 
WodPeifecid.l 550.000 
WotdPerfect Ubraiy 275.000 
WaheU 99.000 
X-Cad Daigna 299.000 
X-Cad Profeaconal l.lSaoOO 
Xeopy n 75.000 
Zoeuope 279.000 

LIBRI AMIGA 
Amiga C Adv Pragr 49.000 
Amiga Drive InaidcAOut 7ZOOÓ 
Amiga Machine Language 38.000 
Amiga Sycicm Prg Guide tS.OOO 
Banlam AmigaOtM Man B 52000 
Amiga ROM Konel Mutual «3.000 
Amiga Hardwaje Mutual 63.000 

HARDWARE AMIGA 
AMAS Scund ^gitiza 299.000 
lUrd diak A-596 199.W« 
Eipannone 2 MB pa A-S90 399.000 
Mac-2-DOS coi drive 950.000 
SummaSkeich Pila 18x12 1.690.000 
SummaSkeuli Plua 1.150.000 
Eapendone 2 MB A-2000 799.000 
ScanLnck Vidld 2650.000 
DigiDniid 175.000 
DlglVlew 4.8 459.9M 
Drive esterno con iwiich 199.000 
Drive aiexno TnckDiqtlay 259.000 
Drive eatemo S‘I/4 275.000 
Flicka Bxa 990.000 
Future Sound 275.000 
Hiidcud 30 MB A-2000 999.000 
Hudeud 60 MB A-2000 1.499.000 
Drive iniemo A-2000 179.000 
Midgct Rica 68020 «50.000 
Midget Reca 68881/16 1.390.000 
MiniOen 345.000 
Pofect Sound 225.000 
Scanna A4 1.495.000 
A-MuconROM 799.000 
A-Max lenza ROM 399.000 
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negozio potendo acquista- 
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garanzia totale, disporre 
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scegliere una mac- 
china assemblata su 
misura per il proprio 
lavoro con consegna im- 
mediata, è la sicurezza 
garantita dalla nostra or- 
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questo in una catena di 
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sparmia soltanto denaro... 


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una macchina capace soltanto di con- 
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stire i vostri dati più prezio- 
si. Vi deve aiutare nel lavoro, 
non vi deve tradire mai. 

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che con il software 
più completo, re- 
sta una mac- 
china capace di 


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ganizzazione, l'assisten- 
za, la capacità di consi- 
gliarvi e di aiutarvi che 
danno vita al vostro 
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- FAX 055/587765 - GENOVA -16151- Viale D.G, Storace 4/r • Sampierdarena • Tel. 0i 0/6459538 - MILANO - 20154 • Via Cenisio, 1 2 
Tel. 02/33100204 - FAX 02/33100835 • PISA • 56100 • Viale A. Gramsci. 13 • Tel. 050/41580 • Fax 050/42072 


PROVA 



Macintosh Portable 

di Raffaello De Masi 


Q ualche anno fa. parlando con il 
dr. Turco, dirigente del reparto 
esplosivi della SNIA Viscosa, mi 
e capitato di notare (e lui fu pienamente 
d'accordo) che la tecnica si sta evolven- 
do in una maniera strana; mentre i suoi 
frutti divengono sempre più facili, sicuri, 
efficienti, il retroterra progettuale sì fa 
sempre più oscuro, complesso, intricato 
fino a divenire frutto di sfoni congiunti 
di persone o reparti sempre meno inter- 
cambiabili tra loro. 

La cosa, non certo paradossale nella 
sostanza, lo diviene, dicevamo, nella 
forma, in quanto l'utente (e qui sta 
l'assurdo) per offenere il massimo dal 
prodotto diviene sempre più ignorante 
di come questo massimo viene offenu- 


fo e sopraffuffo (e questo é grave) 
diviene sempre più succubo dei voleri e 
delle esigenze del prodoffo sfesso. È il 
caso dei mezzi di comunicazione, come 
delle automobili, degli elettrodomestici 
e. perché no, del software, di sistema o 
applicativo, più moderno e proprio del- 
Thardware stesso. 

Una volta c'era gente che conosceva 
a memona il confenufo di tutte le loca- 
zioni di ROM del suo Apple II o del suo 
TRS/90. oggi pur usandolo in maniera 
professionale almeno otto ore al giorno, 
ignoro il 90% delle combinazioni di tasti 
del mio Word 4. Vent'anni fa. quando 
ero ragazzo, ero capace di smontare e 
rimontare in venti minuti (chi non l'ha 
latto!) pezzo a pezzo il carburatore della 


mia 127: oggi l'alimentazione della mia 
Volvo 480 é composta da 4 iniettori 
sigillati e una centralina che sta m un 
pugno della mano. 

Quando mi sono frovafo davanti il 
Mac Portatile ho pensato: ecco qua. 
abbiamo saltato il fosso! Finora nel mio 
Mac riuscivo a metterci le mani e a 
capire cosa. era questo e quel pezzo; 
adesso mi trovo con una macchina ben 
più sofisticata, e non ci penso nemme- 
no a cercare di capire come é fatta; é 
più forte di me! 

Solo l'esigenza di scrivere questo arti- 
colo mi ha spinto a fenfare ancora e a 
mettermi di buzzo buono a sfidare l'i- 
gnoto. 

Ma fino a quando ce la (arò? 


74 


MCmicrocomputer n. 94- marzo 1990 



PROVA 

MACINTOSH PORTARLE 

Mscintoth Portable 


La macchina 

A cosa serve e soprattutto a chi serve 
il Portatile Mac? Qual è la categoria di 
utenza che chiama all'acquisto? 

All'apparenza questa nuova macchina 
si presenta come un laptop. anche se le 
dimensioni non sono delle più piccole e 
la massa non è quella di un peso mo- 
sca. Ciononostante, almeno per adesso, 
classifichiamolo in questa categoria, sal- 
vo poi ricrederci, come succederà, nel 
finale. 

Del laptop questo Mac ha tutto e più; 
la forma è quella, la portabilità è (quasi) 
quella, l’ingombro tutto sommato è ac- 
cettabile, la qualità della realizzazione, 
almeno dall'esterno è notevole; vedia- 
mo cosa succede ad aprirlo. 

Innanzi tutto la confezione. La mac- 
china è custodita in una robusta scatola 
di cartone ondulato di classica fattura 
Apple, bianco e dotata. aH'interno. di 
costolature in polistirolo espanso. La 
macchina è racchiusa nella sua valiget- 
ta-contenitore, un grosso borsone di 
squisita fattura e di sobria eleganza che 
meriterebbe la firma di qualche stilista: 
la qualità del materiale impiegato è ec- 
cellente e la macchina risulta ben pro- 
tetta da urti e scossoni; non manca una 
pratica tracolla, sebbene una impugna- 
tura flottante e dal diametro piuttosto 
grosso renda il trasporto agevole e pra- 
tico. 

La borsa è un vero e proprio abitacolo 
per la macchina; In essa sono ricavate 
con notevole cura e architettura accura- 
ta una sene di tasche chiuse con strisce 
di velcro e destinate a contenere ma- 
nuali e dischetti; un apposito scomparti- 
mento rigido è poi destinato a conserva- 
re l'alimentatore, l'eventuale batteria ri- 


Dlstiibutoro; 

Apple Computer 
Via Rivoltane, 8 
20090 Segrete /Mll 

Prezzi: (IVA esdusa) 

Apple Portable MC68C000. 15.66 MHi 1 
Mbyte Rom, 512' K Rem. 2 floppy 3.5", 1.4 
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li e alimerìtalore da rete L. 8.800.000 

idem con HD 40 Mbyte L. 10.200.000 

• modem irtterno 2400 baud: L. 870.000 

• correttore d'errore 

per Io flesso L. 210.000 

• batteria di ricambio: L 70.000 

• tastierino numerico 

aggiuntivo L. 90.000 

• espansione 1 Mb RAM: L. 900.000 


caricabile di riserva, e il mouse, il tastie- 
rino numerico aggiuntivo o la trackball. 
Tutto è studiato all'insegna dell'ergono- 
mia. con piccoli spazi per penne, block- 
notes, calcolatrici; un vero beauty case 
per calcolatori. 


La macctuna aperta: lo 
schermo-coperchio si 

ampiezza dello scher- 

loggiare il trackball, e 
la tastiera standard, 
dal tocco piacevole e 


Le prime volte si incontra qualche 
dillicoltà ad aprire la borsa nel verso 
giusto, visto che va aperta «capovolta»; 
mi spiego: in una normale valigetta il 
coperchio ha uno spessore minore del 
fondo; qui avviene il contrario e la parte 
superiore si apre a filo del fondo con- 
sentendo una presa efficace e più age- 
vole della macchina. 

Completano la dotazione due conteni- 
tori in polistirolo: il primo, che funziona 
anche da riempitivo, custodisce la tra- 
colla (é prevedibile che, in altre configu- 
razioni. sia destinato ad accogliere la 
batteria di riserva e il tastierino numeri- 
co aggiuntivo); il secondo contiene il 
blocco della manualistica standard, rap- 
presentata da 5 volumi (I primi tre sono 
quelli già visti in altre configurazioni 
(manuale utente e sistema operativo, 
manuale delle utility e manuale Hyper- 
Card] gli altn due sono nuovi e rappre- 




MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


75 



PROVA 

MACINTOSH PORTARLE 


sentano il primo il vero e proprio ma- 
nuale dedicato, il secondo una guida 
rapida di riferimento alle caratteristiche 
e alle funzionalità della macchina). 

Il software fornito è rappresentato dal 
sistema operativo giunto alla versione 
6.4. e qui customizzato per adeguarsi 
alle funzionalità della macchina; è da 
rilevare che adesso l'installazione (e l'e- 
ventuale upgrading) di più vecchie relea- 
se del System-Finder anche su macchi- 
ne diverse da questa è completamente 
guidato da menu, anche per quanto 
attiene alla installazione delle periferi- 
che (abbiamo trovato tra l'altro la nuova 
release del driver della Laserwnter. che 
ha superato un fastidioso bug presente 
nelle versioni precedenti). C'è poi il dop- 
pio dischetto delle utility, alcune delle 
quali upgradate, e un disco HD con una 
prova guidata della macchina piuttosto 
divertente. Termina la dotazione il soft- 
ware di HyperCard, ancora in attesa 
della versione 2, più volte annunciata. 

Completa il tutto una massa di fogli 
volanti (garanzie, upgrading, etichette 
autoadesive), l'alimentatore universale 
(ingresso 85-27 V. 48-62 Hz / uscita 7.5 
V. t.5 A nominali), e il classico mouse, 
oltre a due simpatiche etichette in pla- 
stica di quelle che si usano sugli aerei 
per identificare i bagagli. 

Descrizione esterna 

La prima cosa che colpisce di questo 
Mac Portable sono te. sua dimensioni 
esterne ed il peso. É soprattutto lo 
spessore quello che si fa notare, anche 
se il peso (circa 7 kg) è appena al di 
sopra degli standard per questo tipo di 
macchina, 

In estetica la macchina non è rivolu- 
zionaria; l'elevata altezza e lo spessore, 
come dicevamo non esiguo, si abbinano 
a forme squadrate e colore grigio argen- 
to (come viene definito dall'Apple stes- 
sa), cosa che determina un aspetto se- 



vero della macchina stessa. Un tentati- 
vo, peraltro ben riuscito, di abbellimento 
è dato dalle feritoie trasversali presenti 
sia sul coperchio che sul corpo macchi- 
na e aH'interno. sulla tastiera (hanno tra 
l'altro anche compito di aerazione). 

Il coperchio, die occupa i 3/5 della 
superficie superiore, si apre a compas- 
so per circa 140°, è incernierato su tre 
punti e incorpora, al centro, il display di 
dimensioni superiori a quello presente 
sulla serie Plus-SE dO" - 21.5 x 13.5 
cm). I due lati restano liberi per circa 6 
cm e riportano una cavità che ospita la 
protuberanza del trackball; la tastiera è 
completamente smontabile per consen- 
tire lo spostamento del trackball a sini- 
stra per i mancini, o per eliminarlo a 
favore di un tastierino numerico; a tal 
proposito si ricorda che viene fornito di 
serie un classico mouse Apple che, in 
alternativa, va inserito in una porta del- 
l'Apple Desktop Bus. 

L'apertura avviene spingendo verso il 
corpo macchina il maniglione superiore, 
che sporge per circa 1 cm. Per lasciare 
la più ampia libertà di movimento sulla 
tastiera, i progettisti hanno integrato la 
maniglia de) coperchio mobile. Ciò as- 
sieme a una articolazione non rigida 
degli spigoli della maniglia e a un gioco 
a vuoto del coperchio-schermo di circa 
1 0° dà all'insieme una parvenza di debo- 
lezza intrinseca che non risponde a veri- 
tà. ma che non fa certo un bel vedere. 


Manca qualunque manopola o cursore 
per la regolazione del display; tutto ciò 
avviene via software, attraverso un'ap- 
posita finestra del pannello di controllo 
del sistema operativo. 

Lo schermo, del tipo a cristalli liquidi 
a matrice attiva (LCD), non retroillumi- 
nato. ha una visibilità eccellente in buo- 
ne e medie condizioni di illuminazione; 
quando queste divengono scarse e pro- 
blematiche occorre giocare un poco con 
le fonti di illuminazione per avere un 
ambiente di lavoro adeguato. La risolu- 
zione è a dir poco fantastica; finalmente 
sullo schermo si può disegnare con 
risoluzione di 0.1 mm con i nuovi tool 
da disegno, senza che i tratti siano del 
tutto simili a quelli 1 0 volte più spessi, e 
occorra stampare sulla Laser per vedere 
il risultato finale. 

La macchina da noi provata era dotata 
di 1 Mb di RAM, di un disco rigido da 40 
Mega nominali e di una unità floppy ad 
alta densità (in gergo Apple un Hyperdn- 
ver), da 1.4 mega. I driver son posti alla 
estremità destra, l'uno sull'altro. 

Su retro sono presenti ben dieci porte 
o comunque aperture; da sinistra a de- 
stra: la porta per l'adattatore video 
esterno, poi la porta (RS232) di interfac- 
cia con HD non SCSI o con driver da 
800 0 1.4 aggiuntivi, la porta SCSI starv 
dard. Segue un'apertura, coperta da 
uno sportellino che custodisce l'aggan- 
cio per il Secunty Kit (un cavetto d'ac- 



lerrupl prolerii dalla 


« 


76 


MCmIcrocomputer n. 94 - marzo 1990 





PROVA 

MACINTOSH PORTABLE 



ciaio per ancorare alla scnvania la mac- 
china, un vero e proprio sistema hard- 
ware contro i furti), e una seconda 
apertura, anch'essa mascherata, per la 
porta DAA dell'eventuale modem inter- 
no. Segue una (sola) porta Apple Desk- 
top Bus, le due classiche porte seriali 
per il modem e la stampante, e il jack 
audio stereofonico; l'ultima fessura é 
riservata al jack dell’alimentatore. 

Questo è rappresentato da una scato- 
letta insolitamente leggera, di dimensio- 
ni contenute (10x6x4, 300 g compreso 
il cavetto di connessione, fisso, ma un 
poco corto); non si riscalda neppure con 
un uso prolungato, ma manca di una 
spia di accensione come manca la stes- 
sa macchina di un qualsiasi segnalatore 
di «sottocarica» 

Il lato destro é occupato da tre pul- 
santi ben (giustamente) mimetizzati e 


difficili da raggiungere: sono i soliti tasti 
di reset totale>di interrupi già noti sulle 
altre macchine ma qui dotati di una 
«sicura» che ne inibisce l'uso involon- 
tario. 

La tastiera é quella standard della 
serie SE (la nostra era una QZERTY. ma 
è possibile avere la QWERTY a richie- 
sta), con 63 tasti in quanto manca del 
tastierino numerico installabile opzional- 
mente. A destra è sistemato il trackball, 
realizzato dalla Logitech, di ottima fattu- 
ra e di tocco e sensibilità micrometrica, 
ben maggiore del mouse a strisciamen- 
to; si tratta di una periferica che richie- 
de un piccolo periodo di adattamento, 
ma che una volta avuta sotto controllo, 
non fa davvero rimpiangere il classico 
mouse per efficienza, rapidità e finezza 
di tocco. 

Finito! All'esterno non c’è più nulla. 


neppure il tasto d’accensione; questa 
avviene via software premendo un qual- 
siasi tasto mentre lo spegnimento è 
guidato da menu, come accade nella 
serie II. 


Il software di sistema 

La macchina dispone del più recente 
software di sistema disponibile, il 6.4, 
che è stato customizzato per sen/ire le 
particolari esigenze. I progettisti Apple 
ne hanno approfittato per modificare il 
sistema di base in modo da rendere del 
tutto automatica l’Installazione. 

La vera novità di questo sistema è la 
gestione via software e via video delle 
caratteristiche peculiari di questa mac- 
china. Il menu strumenti possiede una 
nuova opzione dedicata alle operazioni 
di spegnimento; oltre al comando rìav- 
via e smetti esiste una terza opzione, 
detta «Stop» che è quella davvero spe- 
cifica per questa macchina. 

Il Macintosh portatile è fatto per rima- 
nere sempre acceso; e di fatto lo è; 
occorre però intenderci su tale afferma- 
zione. 

A meno che non si desideri altrimenti 
(né si capisce bene perché uno dovreb- 
be desiderarlo) il sistema operativo è 
costruito in modo che. quando l'utente 
0 le periferiche non hanno interazioni 
con il computer per 15 secondi, la mac- 
china rallenti la sua attività portando il 
clock da 16 MHz a 1 MHz, sistemando- 


Le caratteristiche del Macintosh Portable 


Processore Motorola MC68HCOOO Mb con clock a 156.672 MHz 

Memoria RAM 1 Mb espandibile a 9 Mb 

512 Kb ROM, espandibile a 4 Mb 

128 byte di memoria per parametri impostabili dall’utente 

Memorie di massa HD interno da 40 Mb nominali 

Floppy disk DDHD da 1.4 Mb 

Interfacce 

1 connettore Apple Desktop Bus 

2 porte seriali RS232422 
MICRnnettore seriale interno per modem 
1 porta video 

1 interfaccia SCSI 

1 connettore audio per amplificatore esterno 

Generatore di suono con chip dedicato; suono a 4 voci con 
conversione a 8 bit D-A; frequenza di campionamento a 22 kHz 

Alimentazione 

autonoma con batterie ricaricabili (7.5 V nominali) 
con alimentatore (120/240 V nominali, 40/60 Hz) 


Tastiera QZERTY/QWERTY incorporata standard 

Trackball incorporata 

Mouse aggiuntivo a basso consumo 

Dimensioni e peso 
Peso 2 FD 
1HD-1FD 

Peso 2FD 6.25 kg 

1 HD-1FD 7.16 kg 

Altezza 53.54 mm (aperto 279.4 mm) 

Larghezza 387.35 mm 
Profondità 365.25 mm 

Attrezzature collegabili: 

Hard disk aggiuntivi (prot. SCSI, con uscita DB-25) 

Compact Disk CD-SC 
Tape Apple SCSi 
Scanner Apple 

Tutte le stampanti Apple, dalla Imagewriter alia LaserWriter lINTX, 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


77 



PROVA 

MACINTOSH PORTARLE 



Esso si comporta come un vero e 
proprio dischetto da 3.5 pollici; esso si 
può inizìalizzare, spostare sulla scriva- 
nia, aprirle e chiuderle; possiede il solo 
difetto che é volatile, vale a dire che in 
caso di taglio della alimentazione della 
macchina il suo contenuto va perso. 

La vera utilità, nel nostro caso, è 
data dalla possibilità di usare il di- 
sco virtuale come disco d'avvio; 
fatti I debiti conti della memoria 
disponibile (sono necessari al- 
meno 2 Mb di ROM. ma ci si 
sta piuttosto strettini). si può 
installare in essa il sistema ope- 
rativo e una o più applicazioni più 
frequentemente usate L'accesso è 
davvero fulmineo e viene cosi tagliato 
fuori Thard disk, con i suoi problemi di 
consumo e gestione; tenendo conto 
che neppure in caso di reset attraverso 
l'apposito tasto il contenuto della RAM 
Disk va perso, i vantaggi di poter dispor- 
re di tale utility sono più che ovvi. 

Prima di chiudere questa finestra, ve- 
diamo che in basso a sinistra esiste la 
possibilità di settare un orario per 
l'autoaccensione della macchina; pec- 
cato non SI possa eseguire un setup 
periodico (ad esempio giornaliero). 

Chiusa una finestra ne apriamo un'al- 
tra: quella relativa allo stato della batte- 
ria. Il livello di carica viene controllato 
attraverso l'omonimo accessorio di scri- 
vanìa; esso indica in maniera piuttosto 
pittoresca la quantità di carica già utiliz- 
zata e se l'alimentatore sta ancora prov- 
vedendo a ricaricare la batteria stessa. 

Questa finestra, che conviene tenere 
costantemente aperta sulla destra dello 
schermo, possiede un indicatore di ali- 
mentazione di rete, che visualizza l'atti- 
vità dell'alimentatore, un indicatore del 
livello di carica, con visualizzazione del 
mimmo livello di sicurezza, e un tasto di 
stop, del tutto simile a quello del menu 
Strumenti (ne parliamo tra poco). Quan- 
do la batteria scende al di sotto di un 
livello mimmo, viene visualizzata una 
sene di messaggi che avverte l'utente 
della mancanza di energia; dopo quattro 
messaggi intervallati di un periodo di 
tempo proporzionale all'esaurimento 
progressivo della carica, il computer 
cessa automaticamente qualunque atti- 
vità. e l'energia residua viene utilizzata 
per mantenere il contenuto della me- 
moria per circa 5 giorni La macchina 
può essere riattivata solo collegando 
l'alimentatore; trascorsi cinque-sei gior- 
ni il contenuto della RAM è perduto e la 
macchina si ritrova nel suo stato iniziale. 

E ritorniamo di nuovo al menu Stru- 
menti per una panoramica delle modali- 
tà di spegnimento della macchina. Esse 
sono tre: "Smetti", che spegne la mac- 


si in uno stato dì riposo, 
una specie di stato di anima- 
zione sospesa da cui immediatamente 
si risveglia appena viene svolta qualun- 
que attività. 

La funzione è del tutto trasparente 
all'utente, ma sen/e a risparmiare ener- 
gia che viene in questo caso prelevata 
dalla batteria in maniera del tutto irriso- 
ria (l'autoscarica della batteria è di circa 
5 volte maggiore del prelievo necessa- 
rio per mantenere lo status quo della 
macchina); c'è da fare però i conti con 
le altre periferiche che all'atto pratico 
prelevano i maggiori quantitativi di 
energia. 

Il più gran divoratore della batteria è 
l'hard disk, che è capace di metterla a 
terra in meno di un'ora di lavoro conti- 
nuato; segue il floppy e lo schermo, 
mentre la tastiera e il mouse tradiziona- 
le viaggiano su valori modesti; Il track- 
ball. infine, ha un assorbimento addirit- 
tura di 5 mA, circa 16 volte inferiore a 
quello di un mouse delle serie prece- 
denti (anche la tastiera é costruita per 
avere un assorbimento più basso di 
quello delle normali tastiere fornite con 
le serie maggiori; circa 20 mA), 

Mac Portable è costruito in modo da 
economizzare al massimo il dispendio di 
energia; poiché il disco rigido è sempre 
in movimento chiamando nel pannello 
di controllo la funzione Portable si acce- 
de a una finestra che consente di rego- 
lare dei default di funzionamento di tut- 
ta la macchina, in particolare lo spegni- 


La pane posteriore aperta, si noli la grossa 
ballena di alimeniaiione a. dall’altro iato, t piccoli 
driver del lloppy e dell'hard disk, al centro, sulla 
moiheiboard. i connelton d'espansione per mo- 
dem, RAM ROM e periferiche aggiuntive 


mento automatico del disco rigido e 
della macchina. 

In ambedue i casi non si ha alcuna 
perdita di dati involontaria; qualunque 
operazione riawierà automaticamente il 
disco rigido (il ritardo dovuto al rilancio è 
di circa 5 secondi) e le funzioni lasciate 
sospese durante la seduta: è possibile 
altresì scegliere di lasciare la macchina 
sempre attiva se alimentata, ma si trat- 
ta di una opzione almeno mutile, e addi- 
rittura parzialmente dannosa (lasciare lo 
schermo acceso indefinitamente deter- 
mina la comparsa di ombre, macchie e 
punti scuri sul video, che scompaiono 
solo lasciando la macchina a riposo per 
un tempo adeguatamente lungo); anco- 
ra la stessa finestra consente di settare 
il contrasto del video (non c'è regolazio- 
ne di luminosità, ovviamente) e di crea- 
re un disco RAM di dimensioni scelte 
dall'utente in base alla memoria tampo- 
ne regolata sul pannello di comando 
principale. 

Il disco RAM ha grandissimi vantaggi 
per cui è opportuno dare a esso uno 
sguardo più da vicino; per completezza 
di informazione diremo che un RAM 
Disk è una porzione di memoria centra- 
le utilizzabile per memorizzare le appli- 
cazioni e I documenti che si utilizzano 
più spesso. 


78 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


MACINTOSH PORTA8LE 



china, ma non cancella la RAM Disk né 
le impostazioni dell’utente. Simile a 
"Smetti" è "Riawia" che esegue il re- 
boot dell'intero sistema: ma la vera 
innovazione é lo "Stop", selezionabile 
anche attraverso un apposito comando 
del DA Batteria; si tratta del comando di 
spegnimento usato praticamente nel 
95% dei casi, con esso il calcolatore si 
pone in una situazione di stallo simile a 
quella che si instaura quando la batteria 
mostra la corda. Del tutto identico allo 
status dello stop automatico, questo 
comando preserva tutte le impostazioni 
e lascia aperti eventuali applicazioni e 
documenti; toccando un qualunque ta- 
sto ci SI ritrova nelle condizioni in cui 
avevamo lasciato il tutto. 

Il resto è ordinaria amministrazione; 
la decina di dischetti disponibili conten- 
gono il solito ben di dio cui ci ha abitua- 
to Apple, anche se alcune applicazioni, 
come II DA Mover e il Disk First Aid 
avrebbero bisogno di un po' di lifting. 

Descrizione interna 

Passiamo aH'interno, Una meraviglia 
di compattezza e di ingegnerizzazione; il 
guscio è composto di 4 pezzi (oltre il 
coperchio-schermo) di robusta plastica 
piacevolmente ruvida al tatto, e tutti 
sono sistemati a incastro. Alla parte 
posteriore si accede attraverso uno 
sportellino a cerniera mobile che per- 
mette di accedere alla grossa batteria 
(anch’essa tenuta al posto da uno spor- 
tellino con innesti a baionetta), della 
grandezza di una scatola di dischetti da 
3 pollici, sistemata sulla sinistra; sulla 
destra, in posizione simmetrica e con lo 
stesso ingombro, c'è il gruppo memorie 
di massa, rappresentato dall'hard disk a 


basso profilo e dal driver da 1.4 Mb; 
ambedue sono sistemati l’uno sull'altro 
in un pozzetto di lamiera stampata e 
quello superiore (HO) ha dei risalti che 
SI bloccano a scatto in due asole del 
contenitore. 

La mothe^oard è sistemata sotto il 
pannello della tastiera, con la compo- 
nentistica stretta in una morsa come la 
gente al Carnevale di Rio, vediamo i! 
grosso Motorola MC68000HC. in tecno- 
logia CMOS, in ordine più o meno spar- 
so le RAM (qui 1 Mb, espandibili fino a 
9) e le ROM, qui in versione da 512Kb 
(contengono tra l’altro anche le routine 
di gestione del video, più complesse di 
quelle delle macchine dotate di CRT). 
Accanto, un piccolo chip da 128 byte, 
destinato ad accogliere i parametri im- 
postabili dall’utente (è alimentato da 
una piccola batteria da 9 volt, che ha il 
compito anche di tamponare la memo- 
ria durante la sostituzione delle batterie 
di alimentazione normali), il piccolo alto- 
parlante. il controller integrato di gestio- 
ne delle porte e II chip audio, che pilota 
un generatore di suono a quattro voci 
con conversione a 8 bit (convertitore 
digitale-analogico con frequenza di cam- 
pionamento a 22.000 Hz). Ancora, co- 
me se non bastasse, tra i due blocchi 
batteria-memorie di massa ci sono si- 
stemati ben quattro connettori di espan- 
sione. tutti maschi: il primo da sinistra é 
quello per il modem interno, ci sono poi 
due pettini a 50 pin per le memorie 
aggiuntive e il classico connettore fem- 
mina SCSI. 

Dalla scheda escono quattro fasci di 
cavi tutti dotati di connettore che vanno 
alle due memorie di massa, alla tastiera 
e al monitor. La tastiera, di basso profilo 
è. come abbiamo già detto, assoluta- 


mente identica a quella della serie SE; 
dal tocco leggero (ma non troppo) è 
agevole da usare e non stanca neppure 
dopo un lunghissimo uso. I tasti di 
centratura del dito medio (il K e il D) 
sono fomiti di una lieve prominenza 
centrale, facile da individuare al tatto, 
anche se si preferisce oggi dotarle que- 
sti tasti di una sporgenza laminare alla 
base del tasto stesso. Notiamo il persi- 
stere della mancanza, sulla tastiera 
Q2ERTY, del simbolo del cancelletto 
1^1 sostituito da un segno di paragrafo 
(§1; per raggiungerlo occorre combinare 
i tasti di Shift-Option. 

A chi serve Mac Portable? 

Chi è il cliente ideale di Mac Porta- 
ble? Permetteteci di rispondere con una 
considerazione. 

Generalmente chi decide di acquista- 
re un laptop lo fa come complemento a 
una macchina di potenza e classe supe- 
riore che già possiede. L’ho fatto anche 
io, acquistando un MS-DOS portatile 
che mi ha accompagnato durante le 
vacanze e che, una volta ritornato a 
casa, mi ha consentito di riversare sul 
Mac SE/30 su cui abitualmente lavoro la 
prima stesura di un libro. Ovviamente 
chi compra un laptop sa che, nei con- 
fronti della macchina da cui deriva, per- 
derà qualcosa, in termini di potenza, 
versatilità o semplicemente di como- 
dità. 

Chi acquista un Mac Portable si ritro- 
va con una macchina completa da scri- 
vania, in tutto e per tutto simile (e per 
certi versi superiore) ad un SE di pari 
classe e memoria; l'ergonomia, in ter- 
mini di facilità d'uso, di visibilità dello 
schermo, di manipolazione della tastiera 


MCmicrocompute. n, 94 - marzo 1990 


79 


PROVA 

MACINTOSH PORTABLE 



fa rimpiangere poco il fratello maggiore 
(si fa per direi. Di meglio c’è l'assenza 
del fruscio delia ventola (che nei primi 
modelli era davvero insopportabile), un 
accesso più rapido all'HD e una maggio- 
re velocità complessiva (rispetto al 
68000) di almeno il 30% (Microsoft 
Word, tanto per fare un esempio viene 
caricato in circa 7 secondi, contro gli 
oltre 15 di un SE normale). Gran pregio 
poi è rappresentato dal RAM Disk, pre- 
sente da questa release del sistema 
operativo, con operazioni di I/O ad esso 
dirette praticamente istantanee. 

La tastiera è leggera, di dimensioni 
standard, e pur essendo priva di feed- 
back e a corsa brevissima, è molto 
piacevole al tatto e non stanca neppure 
dopo un uso intenso. Lavorare a lungo 
con questa macchina è molto comodo, 
grazie anche al display di grande leggibi- 
lità. ampio e ben orientabile, cosa che 
unita al raffinato ambiente di visualizza- 
zione proprio del Mac rende operazioni 
anche lunghe e di precisione, come il 
disegno di piccoli particolari, del tutto 
naturale e privo di incertezze D'altro 
canto non è qui il caso di tessere le lodi 
dell'ambiente operativo delle macchine 
Apple, cosa che ne fa un pianeta unico 


e del tutto inimitabile. 

Il trackball, richiede un minimo di alle- 
namento, almeno per chi è abituato al 
mouse, ma si dimostra una valida alter- 
nativa soprattutto per la sua estrema 
precisione di maneggio ed è comunque 
molto più indicato de! mouse in un 
portatile. 

Conclusioni 

Quanto costa un gioiello di questa 
fatta? Dieci milioni, nella configurazione 
con HD come quella da noi provata (che 
poi ci sembra essere la soluzione idea- 
le). Occorre aggiungere un altro milion- 
cino per una espansione di un altro 
Mega di RAM. anche essa nella mag- 
gior parte dei casi consigliabile e del 
tutto indispensabile se si vuol lavorare 
col Multifinder, un altro ancora per il 
modem, che pare sia di prammatica su 
queste macchine e il gioco è fatto. 

Certo, non è poco, in confronto alla 
concorrenza. Ma poi, ha davvero un 
concorrente questa macchina? Credia- 
mo di no, sia perché il mondo Macin- 
tosh, qui perfettamente realizzato, è del 
tutto inimitabile sia perché siamo al top 
delle prestazioni, senza alcun compro- 


messo determinato dalle più ridotte di- 
mensioni. 

Difetti? Qualcuno ce n'è; innanzi tut- 
to il sistema di chiusura integrato nella 
maniglia, che dà l’impressione di una 
certa debolezza d’insieme e, comun- 
que, di scarsa cura nella realizzazione 
(cosa che invece non è). L'altro neo 
sono il peso e le dimensioni, superiori 
alla norma, ma non si può avere la botte 
piena e la moglie ubriaca. 

In conclusione, che cosa dire di que- 
sta macchina? Si può solo stare zitti e 
giocarci (perché, con macchine di tal 
fatta lavorare è molto giocare, come 
sostiene mia moglie)! Mi passa proprio 
adesso sotto gli occhi una frase di Cor- 
rado che. nella prova del portatile Toshi- 
ba T1000SE lo chiama «cooperatore del 
fido personal che vi attende fiducioso al 
ritorno dal giro d'affarin. Per usare le 
parole del mio grande amico dirò che 
anche Mac Portable ha qualcuno che lo 
aspetta a casa; ma si tratta solo delle 
periferiche, come una Laser che non 
possiamo certo portarci in valigia. Tutto 
il resto, cene d'affari e hostess di confe- 
renza permettendo, lo abbiamo già fatto 
con la nostra valigetta. 


80 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 



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di Bruno Rosati 


Q uando nasce un nuovo compu- 
ter. ancor prima di saggiarne 
l'hardware. come é giusto che 
sia. si va subito alla ricerca dei motivi 
che ne hanno portato alla commercializ- 
zazione. Il perché sia stato costruito. 
Concetti e deduzioni che spesso aiuta- 
no a prevedere quali saranno (se saran- 
no...) le fortune future della macchina in 
questione. Per quanto riguarda l'ASOOO, 
perché, é per chi. sia stato costruito, mi 
sembra decisamente facile dedurre co- 
sa c'é sotto. Qual é la base politica su 
cui l'Acorn si é basata. È evidente difatti 
che dietro la linea dell'ACOOO, l'Acom 
abbia posto lo stesso discorso tecnolo- 
gico-commerciale fatto da Commodore 
ed Alari. 

Creare una macchina, di tecnologia 
evoluta trattandosi di un RISC, ed esa- 
sperando la ricerca e l'applicazione della 
componentistica VLSI, ridurla ai "minimi 
costi produttivi" per poterne pianificare 
la commercializzazione più estesa pos- 
sibile. 

Il risultato sta in queste macchine 
mostruosamente evolute, potenti guan- 


to i "mini" di qualche tempo fa ed a 
disposizione dell'utenza cosiddetta oriz- 
zontale. Demograficamente la più den- 
sa ed eterogenea; quella che vuole co- 
munque applicativi potenti, ma che non 
disdegna assolutamente videogame co- 
lorasi e giocosi e che. in cambio di ciò. 
garantisce un generosissimo mercato. 
Cosi belli a vedersi oltre che da utilizza- 
re. i nuovi home-computer degli anni 
'90. dopo aver rivitalizzato un mercato 
saturo oltremisura hanno non solo capo- 
volto la tendenza, ma si sono proposti 
come autentiche sfide nei confronti dei 
cosiddetti sistemi superiori. 

È la vecchia informatizzazione di mas- 
sa ad aver procurato il fenomeno. Una 
volta, un word processor doveva servire 
solo per far stampare la nostra 9-aghi 
ed un archivio, al massimo, conteneva il 
solito indirizzario di parenti ed amici. 
Oggigiorno, tanto s'é evoluto e viziato, 
l'utente «orizzontale» pretende il Wysi- 
wyg. la manovrabilità grafica degli am- 
bienti di lavoro, velocità di dialogo ope- 
rativo con il disco e tante altre virtù, sia 
da parte della macchina che dell'applica- 


tivo in questione. Ecco, in questo prolo- 
go. sta il significato della nascita del- 
l'A3000. Il completamento della nuova 
strategia di mercato che l'Acorn. dopo 
l'annuncio deH'fìlAO e il restyling dei 
"veri" Archimedes. opera ora a tutto 
raggio. Dall'home. al personal fino al 
campo professionale della grande 
utenza. 


Descrizione 

Appena aperto il cartone che lo con- 
tiene, l'impressione che si procura è 
quella di avere fra le mani la tastiera del 
vecchio Archie, resa solo più massiccia 
ed inclinata di 45'’. I soliti function-key 
color aragosta tn bella evidenza, la di- 
sposizione dei tasti AT-like e la forma 
che li contiene sono assolutamente 
uguali. Ciò che è stato aggiunto è il 
blocco che racchiude scheda madre, 
disk drive interno ed alimentatore. Quel- 
lo che ne deriva è la classica forma del 
nuovo home-computer stile anni Novan- 
ta, Tutto è posizionato sui tre lati del 
blocco-macchina. Girando intorno al- 


82 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


PROVA 

ACORN ARCHIMEDES A3000 


l'ASOOO, sul lato sinistro troviamo il ta- 
sto di accensione, su quello destro il 
disk drive da 3" e 1/2 e sul retro la serie 
delle connessioni di serie. Posti sul pan- 
nello posteriore della macchina, da sini- 
stra verso destra, incontriamo l'interfac- 
cia di espansione, un socket a 96 pin 
predisposto a far dialogare il RISC con 
eventuali unità esterne; quindi la presa 
per l'RGB-analogico (il classico 9-pin) 
quella per il monocromatico, una mini- 
I3ck per l'attacco delle cuffie, la parallela 
Centronics per la stampante e la seriale 
per modem e stampanti seriali. Conclu- 
dono la serie delle connessioni, quelle 
possibili, ma non installate. dell'Econet 
e del blanking panel interno. In un ho- 
me-computer l'ergonomia fa rima con 
spazio e di conseguenza tutto viene 
sfrenato al millimetro. Stavamo cercan- 
do difatti il Socket per attivare il mouse 
e sbirciando sulla Welcome Guide, do- 
po aver capovolto il computer, l’abbia- 
mo rintracciato sul tondo della macchi- 
na incassato in una vaschetta. 

Riposizionala la macchina per il verso 
giusto, siamo tornati ad interessarci del- 
la tastiera e con il solito vezzo dei 
computer-dipendenti, ticchettato sui ta- 
sti per saggiarne corsa, sensibilità e 
robustezza. 

La pesantezza ed i rumori torvi, ma in 
un certo guai senso rassicuranti che 
conoscevamo sin dai vecchi Master e 
che l'Acom aveva imposto come mec- 
canica anche all'Archimedes. hanno la- 
sciato il posto ad un nuovo tipo di 


Acori) Archimedes ASOOO 
Produttore: 

Acorn Compuiars Limiiect 
Fulbourn Road, Cherry Hinlon, 

Cambridge - Cet 4JN lUK.I 
Distributore: 

Delphi SpA 
Via della Vetraia. 1 1 
55049 Viareggio 
Prezzi (IVA esclusa) 

Sistema operativo RISC-OS: 

1MByte di RAM di serie 
iospandibile internamente a 2 Mbl, 

Disk Drive da 3" 1/2 interno, 

porta di espansione esterna L 1490.000 

RAMCARO 

Il MByte di espansione internai I 494.000 

Senal Upgrade 

(scheda seriale internai L 47 000 

User PorVInterlacaa MIDI 
lIN.OUT&THRUI L 121000 


battuta più prossimo a quello delle mac- 
chine per scrivere elettroniche. Il tic- 
chettio è simile, un po' meno lo è la 
precisione e, di conseguenza, la sicurez- 
za deH'awenuta battitura. Per fare co- 
munque un paragone rassicurante; pen- 
sate alla diretta concorrenza, all'impreci- 
sione di battuta e dell'ABOO e delI'ST. 
Ebbene stiamo più o meno sullo stesso 
livello. Forse leggermente meglio. 

Quello che ci incuriosisce di più è ad 
ogni modo la differenza che, sempre 
alla battuta, si riscontra se premiamo 
invece dei tasti-lettere, quelli dei co- 


mandi. Più leggeri ma dal tocco più 
preciso. Perché? Che dipenda propno 
dal fatto che sono di colore.., diverso? 

Sempre ad Amiga ed Atari ci riporta 
infine, la serie di feritorie poste sulla 
parte superiore del blocco centrale. Le 
prese per l'aerazione vengono giù in 
verticale e. laddove è evidentemente 
posto l'alimentatore interno subiscono 
un ngonfiamento. forse un pochino an- 
tiestetico quanto inevitabile. 

Un po' Amiga 500, un po' Atari-ST 
dappertutto. Nella dislocazione dei vari 
componenti interni, nella qualità della 
tastiera ed infine anche nella linea. Ma 
non si tratta certo di scopiazzamenti, 
quanto di imposizioni fisiche. Tra l’altro 
la linea dell’ASOOO risulta abbastanza 
originale. Un design nel quale l'inseri- 
mento delle varie componenti, oltre che 
in maniera ergonomica è avvenuto con 
estremo ordine. Lasciandoci andare ad 
un primo giudizio estetico, in questo 
ordine, sembra però difettare un effetto 
slime-!ine. Qualche linea di rifinitura da 
darsi alla zona dell’aerazione ed una 
discesa più dolce verso il retro della 
macchina. 

Buona parte di questo «cattivoi effet- 
to ottico, a mio giudizio personale, di- 
pende proprio dal taglio troppo netto 
imposto alla parte posteriore. Di contro 
è invece decisamente riuscita nella pra- 
tica. l'idea di riprodurre le stesse linee 
della tastiera, perlappunto del vecchio 
Archie, e di farle incassare nel taglio del 
contenitore. 



La tastiera deir/k3000 è asst^utamente ideniica. come disposiiione e colorazione a quella del - vecchio» A310. Alla digitazione presenta un tipo di battuta leggero 

Il disk drive, posizionalo sul lato destro della macchina. 6 una meccanica Citizen suflicientemenie silenziosa e dalla corsa breve o precisa 
Vista posteriore del corpo-macchina Da sinistra verso destra 6 possibile distinguere il socket di espansione (2‘ Disk Dnve, Hard Disk, etc.l: la porta d'uscita 
deH'RGB e il video monocromatico, la presa per le cuflie e la porta parallele: ciurla della sanale e l'Bconet (entrambe opzionali) Subito sopra a quest'uliime due. il 
pannellino asportabile par inserire il blanking panel della User Port/MIDI Interface 


MCmicrocompuIer n. 94 - marzo 1990 


83 


PROVA 

ACORN ARCHIMEDES A3000 



Interno 

Quando per inserire il mouse, abbia- 
mo dovuto capovolgere l’A3000, il no- 
stro pensiero è corso subito alle possi- 
bili torture a cui più tardi avremmo 
dovuto sottostare nel tentativo di aprire 
la macchina. Cose come il numero delle 
viti e il loro mai troppo felice disloca- 
mento; ganci e gancetti vari da far 
scattare. Invero si tratta di un vecchio 
preconcetto Nel caso deH'A3000 il pro- 
blema è tutto in tre viti e cinque ganci 
da sbloccare. 

La prima vite al centro del fondate 
tirata via senza la pur minima impreca- 
zione. altre due a tenere bloccati i due 
ganci laterali, posti sulla parte superiore 
del retro del computer (subito sopra la 
fila dei connettori) ed infine i tre ganci 
che tengono ancorata la parte bassa del 
coperchio proprio sotto alla tastiera. Et 
voilà! In pochi attimi l'A3000 è nudo. 

A macchina aperta, il primo pensiero 
è stato di vera, autentica ammirazione 
nei confronti del lavoro di assemblaggio 


Siccome fra cavi Scart-RGB. mouse, 
manuali e Welcome Guide vane, avevo 
visto rotolare fuori dalla confezione un 
tubo di cartone con dentro una schedu- 
le da otto chip anch'essa. provvedo 
subito alla sua installazione e mi 
ritrovo con un A3000 già al top dei 
2 megabyte interni. 

Sbirciando di nuovo sotto alla 
tastiera — ci sarebbero altre 
quattro viti da togliere. — 
riesco comunque a vedere, 
da sinistra verso destra, il 
MEMC e sua maestà 
l'ARM. Quando battete sul 
tasto del Return pensate 
che proprio sotto a quel 
tasto grigioscuro, vive e 
lavora per voi il chip piu 
veloce deH’home-com- 
puting tutto. 

Un'occhiata ai due 
lati della macchina e 
il mistero delle tre 
piccole feritoie ver- 
ticali, visibili dall'e- 
sterno è svelato: 
due mini-altoparlanti 
interni che dovrebbero ga- 
rantire... il suono stereofonico 
di Archie II loro unico watt di po- 
tenza musicale erogabile fa tenerezza 
Fortunatamente sono collegati a filo vo- 
lante con la presa mini-|ack, buona per 
le cuffie 0 per più potenti finali d’ascolto 
esterni. 

Presente aU’appelio anche una batte- 
ria per fare «agenda» e da memo-file. 

Il DiskDrive che tiro via dal suo allog- 
gio scoprendo tra l'altro altra circuita- 
zione in VLSI è un Citizen con tanto 
di coperchio retrattile antipolvere. Pro- 
vandolo. noto la caratteristica di una 
corsa breve e decisa. Come rumore 
stiamo nella media e se la cosa vi fa 
piacere, lo preferisco ai due drive Com- 
modore-Panasonic del mio A-2000. 

Ecco. L'unica cosa che mi lascia dub- 
bioso è proprio il blocco dell'alimenta- 
zione. Non tanto per le sue capacità 
tutte da verificare, quanto per la poco 
ortodossa "capanna di amianto" che lo 
avvolge in luogo di strutture a dissipa- 
zione più complesse. È un made in 
Taiwan dai canonici 220-240 a 50Hz e 
0.2 Ampère Certo che dentro aH’A3000 
è l'unico che può avere "caldo" e molto 
probabilmente la «capanmna» è messa 
lì più per proteggere gli incauti che la 
circuitazione. 

Spostandomi dal blocco di alimenta- 
zione per individuare le ultime zone 
Inesplorate, si riesce a vedere la presa 
Econet dietro alla quale spicca il «letto» 
per installare il modulo per fare rete e il 
posto dove andranno inseriti i chip di 


realizzato dai tecnici della Acorn. Pulizia 
e ordine, come potete vedere dalle figu- 
re che corredano l'articolo. 

Armato di una lente d'ingrandimento 
si è poi iniziata l'opera di ricerca dei vari 
componenti. 

Guardando la macchina dalla parte 
posteriore, il primo sguardo è caduto 
sugli otto chip da un megabit sistemati 
fra il disk drive (sulla nostra sinistra) e il 
blocco della tastiera. Accanto a questi, il 
primo dei quattro chip delia ROM di 
sistema. Lente alla mano, la fila vertica- 
le terminava proprio sotto la tastiera. 
Come già noto, il RfSC-OS è un sistema 
operativo dal peso di mezzo megabyte 
e un qualcosa di cosi tanto appetitoso 
(assieme all’ARM) per il programmatore 
che, spero fra non molto, di riuscire ad 
ampliarne un poco di più il discorso. 

Tornando alla zona della RAM — si 
tratta di otto chip NEC siglati 
D424256V-1 0— a scorrergli accanto, 
noto la presenza di tre file di pettini da 
20 pin runa e l'eloquente scritta: RAM 
EXPANSION. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


PROVA 

ACORN ARCHIMEDES A3000 



gestione della seriale. Le altre basette 
libere sono quelle a disposizione dell'e- 
ventuale blanking-panel (tipo l'user port 
con Midi incorporata). 

Stop. Richiudo la macchina con altret- 
tanta facilità di quando l'ho aperta ed 
attaccato il cavo Scart-RGB dal monitor 
all'analogica dell'ASOOO, mi dedico final- 
mente alla prova su strada, aprendo al 
contempo sia l'User che la Welcome 
Guide ed inserendo i dischi di sistema 
sul cui contenuto e le caratteristiche 
principali, prego il lettore di rileggersi 
l'articolo relativo alla presentazione del 
RISC-OS apparso sul numero 88 di MC- 
micrccomputer del settembre '89. 

Conclusioni 

Questa «tastiera» è davvero un Archi- 
medes! viene da esclamare, anche se 
poi non c'è certo da rimanerne cosi 
sbalorditi. Evidentemente le stesse ca- 
pacità grafiche, la stessa velocità e le 
stesse caratteristiche del RISC-OS, ap- 
prezzate sugli altri Archie. possono be- 
nissimo funzionare anche in un conteni- 
tore più piccolo e dalla struttura da 
home. 

Una macchina l'ASOOO che. lo ripeto 
per l'ennesima volta, dietro al suo 
aspetto un po' giocoso nasconde una 
tecnologia raffinatissima. Un RISC in 
casa (nel senso di «home») chi se lo 
sarebbe sognato! 

Ed ora la parte più venale: il prezzo. 
Quel miiionecinquecentomila circa (IVA 
esclusa) che qualcuno già ha trovato 
alto. Il costo di due Atan-ST, un ABOO... 
e mezzo e. rimanendo in casa Acorn, 
appena cinquecentomila tire in meno 
nspetto al costo dell'ASIO. Sinceramen- 
te. questo giudizio è assai superficiale e 


Pnmo piano su 
rARM. le ROM del 
RISC-OS e la ùasells 
del megabyte 
aggieniivo 



poggia su di un punto di vista profonda- 
mente sbagliato. 

Ebbene, cominciando a rispondere 
dalla fine, smontiamo subito la tesi della 
scarsa convenienza rispetto al resto del- 
la famiglia acomiana. Fare il raffronto 
con l'Archimedes 310 difatti non ha 
assolutamente senso, essendo tale mo- 
dello appena uscito di produzione. 

In verità, il modello superiore più im- 
mediato al nuovo Archie è da conside- 
rarsi l'A400/1 e su questo andrà calcola- 
ta la differenza. E l'A410/1, considerato 
nella sua versione base, costa due mi- 
lioni e settecentomila lire circa: ovvero: 
un milione e mezzo in più dell'A3000. 
Un abisso o quasi. 

Dall'altra, come già detto, mi sembra 
quantomeno superficiale accostare 
l'ASOOO ai due alfieri deH'home-compu- 
ting del momento. Portatore di una tec- 
nologia più recente e terribilmente più 


potente, va visto sotto la sua originalità. 
Detto ciò, un altro punto nevralgico del- 
la «questione prezzo» è quello che gira 
intorno alla problematica pianificazione 
di una tecnologia come quella ridotta. 
Un conto è l'MC 68000 montato un po' 
da tutte le macchine, un conto il RISC 
dell'Acom. 

In definitiva e in tutta sincerità, credo 
che il prezzo imposto sia onesto. Certo, 
e qui concordo pienamente, è un qual- 
cosa che purtroppo frenerà la diffusio- 
ne. Soprattutto nella fase iniziale della 
proposta. È la solita legge imposta dalla 
bilancia produzione/vendite. Anche l'A- 
miga 500 costava il suo bel milione ed 
oggi SI trova a poco più di settecentomi- 
la lire. L'abbassamento dei prezzi é in- 
scindibilmente legato alla diffusione del- 
la macchina e. nel nostro caso specifi- 
co. alla scarsa notorietà del nome Acorn 
in Italia. hc 


MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990 



PROVA 


Unibìt PCbit V30 

di Corrado Giustozzi 


L e leggi del mercato, si sa. seguo- 
no le stesse regole di quelle che 
controllano l'evoluzione degli or- 
ganismi viventi. Senza scomodare più di 
tanto il buon vecchio Danrvin possiamo 
comunque assimilare il mercato ad un 
particolare ecosistema ed analizzarne le 
complesse dinamiche con gli strumenti 
osservativi della biologia. Nel mercato, 
cosi come nella vita, lo scenario am- 
bientale muta di continuo: e solo le 
specie che prima o meglio si adattano 
alle nuove condizioni riescono a soprav- 
vivere ed a prosperare. Nuove «nic- 
chie» ecologiche si aprono e si chiudo- 
no a ritmo serrato, spostando e sbilan- 


ciando i delicati equilibri competitivi del- 
le varie specie che popolano il sistema, 
in modo da favorirne alcune e sfavorirne 
altre. A tali tensioni ambientali gli orga- 
nismi rispondono mutando le proprie 
caratteristiche, spesso verso una mag- 
giore specializzazione, per avere mag- 
giori probabilité di conquistare un ango- 
letto di mondo in cui vivere in pace. 

Nel mondo dell'informatica, l'ampio 
ecosistema che mensilmente analizzia- 
mo su queste pagine, una delle nicchie 
di più recente creazione è quella costi- 
tuita dai cosiddetti «notebook compu- 
ter». Si tratta di macchine ultraspecializ- 
zate che si pongono la portabilità come 


obiettivo primario, da raggiungersi even- 
tualmente anche a scapito di altre carat- 
teristiche quali la potenza di calcolo, di 
visualizzazione o di memorizzazione. Es- 
se sono destinate a tutti coloro che. per 
lavoro, hanno necessità di disporre di 
un computer in qualsiasi momento della 
giornata, soprattutto durante gli sposta- 
menti, per poter effettuare elaborazioni 
«sul campo». Tra di essi annoveriamo 
soprattutto le forze di vendita di un'a- 
zienda ma anche professionisti quali 
giornalisti, geometri, e perché no medi- 
ci. E naturalmente includiamo d'ufficio i 
«top manager» i quali oramai, si sa. in 
aereo o in treno non possono assoluta- 



MCmicfocomputer n. 94 - marzo 1990 



PROVA 

UNIBIT PCbit V30 


mente fare a meno di proiettarsi trend 
ed analisi di mercato col fidato spread- 
sheet. 

È chiaro che la necessità di un com- 
puter portatile non è cosa recente; ami, 
praticamente essa esiste sin da quando 
I computer hanno cominciato ad assu- 
mere dimensioni ragionevoli. Già negli 
anni Cinquanta gli scrittori di fantascien- 
za immaginavano un futuro un po' oleo- 
grafico in cui il computer portatile costi- 
tuiva un comune accessorio della perso- 
na alla stregua dell'orologio da polso. È 
solo da poco, tuttavia, che tale antica 
aspirazione si è potuta realmente tra- 
mutare in realtà pratica, grazie ai pro- 
gressi nel campo della miniaturizzazione 
elettronica. E se è già da qualche anno 
che i computer titrasportabili» si sono 
affacciati al mercato, pur sema assurge- 
re ad un livello di diffusione elevato per 
via dei numerosi problemi ad essi con- 
naturati. é solo In tempi assai recenti 
che l'industria ha cominciato a produrre 
i primi veri computer «portatili». La di- 
sponibilità di memorie sempre più capa- 
ci. di chip a sempre minore assorbimen- 
to. di display sempre più leggeri e di 
dischi sempre più piccoli ha infine porta- 
to naturalmente a creare una macchina 
ancora più leggera e compatta di un 
portatile: a tale macchina é stato dato il 
suggestivo nome di «notebook», ossia 
«blocco d'appunti», perché nelle mire 
dei suoi ideatori essa dovrebbe appunto 


Unibit PCbft V30 


Distributore; 

Unibit S.p.A. 

Via di Torre Rigata 6, Roma 

Prez 2 i (IVA esclusa): 

PCbit V30 mod. I: 7 MByte RAM. 

7 minifloppY 3,6" 7,44 MByte. 

MS-DOS 4.01. GWBasic 3.23 L 7.890.000 

PCM V30 mod 20: c.s. ma con 
Winchester 20 MByte L 2.990.000 

Batterie aggiuntive L 700.000 


sostituire, raggruppandoli in sé. gli stru- 
menti basilari de! lavoro personale di 
ciascuno di noi: agenda, blocco d'ap- 
punti. calcolatrice. 

Quello dei notebook é dunque un 
fenomeno recente ma già in forte 
espansione. Esso infatti viene unanime- 
mente ritenuto altamente strategico e 
dunque su di esso si stanno concen- 
trando gli sforzi di molti costruttori. La 
nicchia di mercato appena creata si é 
dunque già riempita di specie in compe- 
tizione che affilano le proprie armi per 
conquistarsi il necessario spazio vitale. 
Sono oramai diversi mesi che vi presen- 
tiamo i vari concorrenti di questa enne- 
sima lotta a distanza: tutti nomi blaso- 
nati e dal notevole peso commerciale 
quali Compaq. Zenith. Tandon, Toshiba. 


Qualcuno avrà forse notato l'assenza, 
nella mischia, dei meno «nobili» ma più 
agguerriti taiwanesi. Essi, com'è loro 
costume, non stavano certo con le mani 
in mano; attendevano Invece sulla riva 
del famoso fiume I primi cadaveri, ed 
intanto preparavano dei prodotti in gra- 
do di competere adeguatamente con gli 
altri antagonisti. Tempo pochi mesi e 
questi prodotti sono infine arrivati, ed 
ora sono disponibili anche sul nostro 
mercato nazionale. 

La macchina in questione è commer- 
cializzata dalla Unibit. si chiama PCbit 
V30 e. come è lecito aspettarsi da pro- 
dotti di Taiwan, è caratterizzata da un'in- 
teressante novità: si tratta infatti del 
primo notebook con Winchester e senza 
floppy, una configurazione a nostro avvi- 
so assai sensata ed utile. Tanto per la 
cronaca i recentissimi annunci Toshiba 
comprendono anch'essi un notebook 
«floppy-less», e le solite indiscrezioni 
sembrano confermare che anche altri 
costruttori si stiano muovendo verso 
questa originale soluzione; il fatto che i 
taiwanesi ci siano arrivati per primi é. 
ancora una volta, dimostrazione di quan- 
to attente siano le loro analisi di merca- 
to e di come da semplici «copiatori» 
essi siano divenuti produttori compieta- 
mente autonomi capaci di scelte abili e 
lungimiranti. 

Vediamo dunque, prima di entrare nel 
dettaglio della prova, le caratteristiche 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


87 


PROVA 

UNIBIT PCbit V30 



di questa macchina. Diciamo intanto 
che di essa ne esistono due versioni 
identiche in tutto fuorché per l'uso della 
memoria di massa: quella inferiore, de- 
nominata «modello h>. non dispone di 
Winchester ma monta più tradizional- 
mente un'unità a microfloppy (da 1.44 
Mbyte); quella superiore, il «modello 
20». ha invece II solo Winchester da 20 
MByte, un bel drive da 28 millisecondi 
con interleave unitario. In entrambi i 
casi il computer é basato, come chiara- 
mente ci dice lo stesso nome, su di un 
microprocessore NEC V30; per chi non 
lo sapesse si tratta di un chip compatibi- 


le con l'Intel 8086 ma leggermente più 
efficiente di questo in determinate ope- 
razioni interne. Esso viene pilotato a W 
MHz di clock offrendo così una potenza 
di calcolo più che rispettabile. La me- 
moria di sistema è di 1 MByte (non 
ulteriormente espandibile) che viene 
suddivisa fra 640 KByte di base e 384 
KByte configurabili come disco virtuale 
o memoria EMS. L'adattatore video. in- 
corporato é di tipo CGA ed il relativo 
display LCD, supertwist e retroillumina- 
to, é in grado di riprodurne i quattro 
colori con altrettanti livelli di grigio. So- 
no altresi incorporate l'uscita video per 


un monitor esterno, due porte seriali 
RS-232 ed una parallela Centronics, ed 
è disponibile un connettore separato 
per il collegamento di un'unità a floppy 
esterna. Entrambe le macchine vengo- 
no fomite dotate di MS-DOS ed in più 
col modello 20 viene dato all'utente 
anche un particolare programma di tra- 
sferimento dati da PC a PC che. sfrut- 
tando le porte parallele anziché quelle 
seriali, é in grado di spostare file ad una 
velocità assai elevata. A tutto ciò si 
aggiunge un'ultima interessante carat- 
teristica. non precisamente di natura 
tecnica ma non per questo meno gradi- 
ta: un prezzo decisamente contenuto 
che rende queste macchine decisamen- 
te competitive nel mondo dei notebook. 

Descrizione esterna 

Il PCbit V30 è carrozzato in un tutto 
sommato anonimo contenitore plastico 
di colore beige dalle dimensioni quasi 
canoniche per un notebook di 30,5x6x 
22,5 cm (Ihp). Anonimo solo per la 
mancanza di marchietti esterni e per la 
linea non particolarmente aggressiva, in 
quanto la presenza di interruttori e con- 
nettori vari posti in bella vista su tre dei 
quattro lati dell'oggetto non lascia certo 
dubbi sulla sua reale natura. 

Sulla fiancatina sinistra dell’apparec- 
chio troviamo, in particolare, la porta 
parallela per la stampante, il connettore 
per l'ingresso dell'alimentazione ester- 
na ed il controllo di contrasto del di- 
splay. Su quella destra il disco (mini- 
floppy o Winchester a seconda del mo- 
dello) e l'interruttore di accensione del- 
la retroiiluminazione dello schermo. Sul 
pannello posteriore, infine, sono collo- 
cate le due porte seriali (entrambe con 
DB-9), l’uscita video CGA per un moni- 
tor esterno, il connettore per un'unità a 
floppy esterna, il connettore per il 
mouse (DIN subminiatura come quello 
dei PS/2). Il vano batterie è posto nella 
parte posteriore della macchina ed é 
accessibile dall’alto per mezzo di un 
coperchietto scorrevole. Non è prevista 
una maniglia per il trasporto, però il 
computer è corredato di una apposita 
borsetta da viaggio nella quale trovano 
posto anche l’alimentatore esterno ed 
alcuni floppy. 

L’apertura dell’anta che contiene il 
display avviene per mezzo di due fermi 
a molla posti sulle fiancate dello chas- 
sis. Le cerniere permettono di inclinare 
lo schermo fino ad un angolo di circa 
120 gradi e sono abbastanza rigide da 
mantenerlo stabilmente aperto a quasi 
ogni ampiezza intermedia. 

La tastiera, con tasti a corsa lunga 
ma privi di feedback, è dotata di curva- 
tura ergonomica e presenta sulla F e (a 


MCmicrocomputern. 94 - marzo 1990 



PROVA 

UNIBIT PCbit V30 


J quei rilievi tattili che permettono ad 
un dattilografo esperto la digitazione 
veloce alla cieca. La disposizione dei 
tasti é sostanzialmente corretta salvo 
che per qualche particolare secondario. 
La cosa principale è che sia il Contro! 
che i tasti di movimento del cursore 
siano al posto giusto: il primo a fianco 
della A ed i secondi in basso a destra 
nella opportuna configurazione a <<T ca- 
povolta». Fra le cose discutibili vi sono 
invece la posizione del tasto ESC, mes- 
so in alto a destra anziché in alto a 
sinistra come è più tradizionale, e la 
strana disposizione dei tasti funzione 
(dieci e non dodici) i quali si trovano in 
alto a sinistra su due file orizzontali 
sovrapposte. Altre lievi stranezze, con- 
seguenti aH’owia necessità di contene- 
re il numero di tasti, portano ad esem- 
pio ad avere i simboli di parentesi qua- 
dra aperta e parentesi quadra chiusa 
molto lontani tra loro, ed il tasto conte- 
nente il più e l’asterisco in basso a 
sinistra anziché in alto a destra. Da 
notare l'ovvia presenza del tastierino 
numerico «embedded», inevitabile in 
macchine del genere, e le vistose seri- 
grafie multicolori che identificano le 
funzioni multiple associate ad alcuni 
tasti. 

Poco sopra la tastiera, proprio a fian- 
co dei tasti funzione, si trova l'interrut- 
tore di alimentazione generale. Più a 
destra invece, su un apposito pannelli- 
no, sono raccolte sei spie a led che 
nassumono lo stato del sistema. Da 
sinistra a destra esse segnalano: la 
condizione di carica critica delle batta- 
ne (rosso), l'attività del Winchester (am- 
bra), l'attivazione del modo «Turbo» 
(ambra), i blocchi dello scroll. delle 
maiuscole e dei numeri (tutti ambra). 
Lo stato dell'alimentazione è invece se- 
gnalato da un ulteriore led posto sul 
rigonfiamento del vano batterie e collo- 
cato in modo da essere visibile anche a 
coperchio chiuso. Si tratta di un led 
multicolore che diventa: verde a mac- 
china accesa con alimentazione a bat- 
teria; ambra a macchina accesa con 
alimentazione esterna; rosso a macchi- 
na spenta con alimentazione esterna 
inserita (ricarica delle batterie): spento 
a macchina spenta e non collegata al- 
l'alimentatore esterno. 

Il display è di buona qualità con ca- 
ratteri ben leggibili, i quali appaiono 
scuri su di un fondo giallo-verdino. La 
retroilluminazione non è particolarmen- 
te potente però risulta sufficiente per 
consentire la leggibilità dei testo in 
condizioni ambientali critiche. Essa può 
essere esclusa manualmente (il relativo 
interruttore è posto sulla fiancata de- 
stra del computer) per risparmiare le 
batterie. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 



L'interno 

La costruzione interna segue i canoni 
non scritti di tutte le macchine di que- 
sto genere. Il contenitore plastico è 
formato da due semigusci uniti tra loro 
per mezzo di sei viti che stringono in 
madreviti metalliche. L'elettronica è pra- 
ticamente tutta raccolta in un’unica pia- 
stra madre che occupa l’intera area di 
base del computer sul semiguscio infe- 
riore. il quale contiene anche il disco. 
Sull'altro si trovano la tastiera, la batte- 
ria di alimentazione, il display e la poca 
elettronica di contorno. 

La motherboard è a sei strati e fa 
parzialmente uso di componenti in tec- 
nologia SMT a montaggio superficiale. 
Un rapido esame di essa ci mostra le 
componenti fondamentali del compu- 
ter: il microprocessore 70116 (un com- 
patibile V30 prodotto dalla Sony), vicino 
al quale si trova lo zoccolo per un even- 
tuale coprocessore numerico 8087; le 
due ROM col BIOS di sistema (a propo- 
sito: internamente esso identifica la 


MByte in totale ripartito su otto chip da 
1 Mbit; la sezione alimentatrice. Molto 
bello il minuscolo Winchester. 

La costruzione appare generalmente 
buona; solo la filatura avrebbe potuto 
essere più ordinata. Anche la robustez- 
za ci sembra più che adeguata alle 
normali necessità di utilizzazione di que- 
sto tipo di computer. 


Utilizzazione 

Abbiamo avuto modo di usare due 
PCbit 30 (entrambi i modelli) per diversi 
giorni e dobbiamo dire di essere rimasti 
più che soddisfatti dalla loro resa. É 
chiaro che si tratta di macchine per certi 
versi spartane; se però si bada alla 
sostanza, come in realtà dovrebbe es- 


PROVA 

UNIBIT PCbit V30 



sere, e non a certi particolari tutto som- 
mato secondari, non si può non conclu- 
dere che si tratta di ottimi compagni di 
lavoro. 

Ma descriviamo in dettaglio le nostre 
impressioni cominciando dai soliti nu- 
meretti che tanto felici fanno certi uten- 
ti. Diciamo innanzitutto che queste 
macchine sono molto potenti, offrendo 
prestazioni praticamente assimilabili a 
quelle di un AT ad 8 MHz. Ciò è dovuto 
sia all'elevato dock (10 MHz, diminuìbi- 
le ad 8 MHz secondo necessità) sia 
all'implicita maggior efficienza del V30 
in certe operazioni rispetto all'8086 ori- 
ginale. Ciò permette d affrontare com- 
piti CPU-intensìve come gli spreadsheet 
con tranquillità. Notevole anche la pre- 
stazione de) Winchester, capace di far 
impallidire più di qualche drive da desk- 
top; si tratta infatti, e si vede, di un’uni- 
tà da 28 millisecondi di tempo medio 
d'accesso con interleave unitario. 

L’autonomia del computer, punto cri- 
tico per un portatile, ci è sembrata più 
che sufficiente per qualsiasi tipo di uti- 
lizzazione. In un test «a rottura» con 
consumo continuamente al massimo 
(retroilluminazione sempre accesa e 
Winchester mantenuto costantemente 
attivo) la spia di batteria in esaurimento 
si è accesa dopo un paio d'ore, ma la 
macchina ha continuato regolarmente a 
funzionare per un’altra ventina di minuti. 
Dopodiché, sfinita, ha spento il Winche- 
ster lasciando congelata l'applicazione 
(col display però ancora acceso ed illu- 
minato...) implorando la ricarica della 
batteria per mezzo di un frenetico lam- 
peggiare del led rosso. Fatto ciò abbia- 


mo però purtroppo dovuto resettare il 
computer per farlo ripartire. Tale presta- 
zione, oltre due ore di funzionamento 
continuato in condizioni assai gravose, 
rende lecito attendersi un'autonomia di 
gran lunga maggiore durante un funzio- 
namento «normale». A proposito, uno 
dei punti che poc'anzi ci hanno fatto 
definire «spartano» questo PCbit V30 è 
proprio l’assenza di tutti quel gadget dai 
nomi fantasiosi che nelle macchine del- 
la concorrenza si preoccupano di man- 
tenere ai minimi livelli gli sprechi ener- 
getici per aumentare l’autonomia delle 
batterie, spegnendo dischi e/o display 



Pamcolare sul miiiuseoto Winchester 


e/o CPU a seconda delle statistiche di 
utilizzo. Qui non vi è nulla di tutto ciò ed 
il risparmio sulle batterie è interamente 
a carico deH’utente; il quale peraltro può 
solo spegnere manualmente la retroillu- 
minazione del display e tutt'al più disabi- 
litare la seconda porta seriale (quest’ulti- 
ma operazione si fa per mezzo del pro- 
gramma di Setup contenuto nel BIOS). 
Naturalmente il sistema non protesta se 
lo si chiude col display acceso (il quale 
rimane tranquillamente tale...) né pensa 
ad andare in stand-by dopo un certo 
periodo di mancato utilizzo. Attenzione 
quindi alle proprie abitudini ed alle disat- 
tenzioni se volete che la batteria duri a 
lungo. 

Le considerazioni di natura ergonomi- 
ca sono sostanzialmente positive, fatte 
salve le annotazioni già fatte all'inizio in 
merito alla disposizione di alcuni tasti 
della tastiera. Sul display nulla da dire: 
esso è sempre leggibile e bene adatta- 
bile alle condizioni ambientali; la retroil- 
luminazione non é sempre indispensabi- 
le però se c'è è meglio, peccato solo 
che la sua intensità dipenda in modo 
piuttosto sensibile dallo stato di carica 
della batteria. La portabilità è indubbia- 
mente buona ed anche la robustezza 
dell'Insieme ci è parsa adeguata: in 
questo caso il test è consistito nel ripe- 
tuto trasporto del computer, privo di 
particolari imballi se non la sola borsetta 
morbida fornita a corredo, sul portapac- 
chi di una moto. Qualsiasi computer in 
grado di funzionare ancora regolarmen- 
te dopo lo stress di un lungo tragitto sui 
famigerati «sanpietrini» (pavé) della ca- 
pitale può sicuramente poter superare 
qualsiasi altra avversità naturalel 

La mancanza del floppy nel modello 
20 non è un difetto ma anzi un pregio in 
quanto consente di contenere ingombro 
e consumo a tutto vantaggio delta mag- 
giore funzionalità della macchina. Natu- 
ralmente però sorge la necessità di tra- 
sferire dati dal Winchester ad altre mac- 
chine 0 di prelevarne, e qui entra in 
gioco il programma Lapro Drive fornito 
col computer, Come detto in apertura 
esso sfrutta le porte parallele per con- 
seguire un'elevata velocità di trasferi- 
mento. È composto di due parti com- 
plementari, da installarsi una su di un 
computer ed una sull’altro: una delle 
due macchine diventa cosi «schiava» 
dell'altra, che ne vede i drive come se 
fossero locali. Certo la soluzione ottima- 
le resta quella del drive esterno, che 
oltretutto non necessita di un secondo 
computer per funzionare. 

L'unico punto che potrebbe apparire 
criticabile del PCbit V30 è l'impossibilità 
di essere espanso. Ma trattandosi di un 
«notebook» a noi questa non sembra 


MCmicrocomputer n, 94 - marzo 1990 






PROVA 

UNIBIT PCbit V30 



una reale limitazione. Un MByte di RAM 
è sufficiente in un sistema che, per 
definizione, serve solo per effettuare 
elaborazioni «leggere». La possibilità di 
definire i 384 KByte di RAM alti come 
EMS ci sembra a tale proposito piuttosto 
interessante. La mancanza di un modem 
interno è forse più fastidiosa, comunque 
si può rimediare facilmente con uno di 
quei modem tascabili alimentati a 9 volt 
che oramai costano piuttosto poco (ve 


ne sono diversi sul catalogo Unibit). 
Ultima annotazione: il PCbit V30 è com- 
pleto, come già detto, di MS-DOS e di 
manuale di uso in italiano; oltre che. per 
il solo modello 20, del citato programma 
di trasferimento. 

Conclusioni 

Dicevamo all'inizio che una delle liete 
caratteristiche di questo PCbit V30 è il 


prezzo. Andiamo dunque a giustificare 
tate affermazione esaminando cosa ci 
dice il listino Unibit. Il modello 1, secon- 
do noi meno interessante ma certamen- 
te più appetibile, costa praticamente un 
milione e novecentomila lire: il modello 
20 praticamente tre milioni. Come si 
vede si tratta di cifre che, finalmente, 
cominciano ad essere ragionevoli: se- 
gno che la spietata concorrenza nell'agi- 
tato mercato dei notebook sta comin- 
ciando a dare i suoi frutti a favore 
dell'utenza. Abbiamo anzi modo di rite- 
nere che tali prezzi siano destinati ulte- 
riormente a scendere se la situazione 
del mercato lo consentirà- Anche così, 
comunque, ci sembra che il rapporto 
prezzo/prestazioni sia più che soddisfa- 
cente; meno di due milioni per la mac- 
china con floppy e tre milioni per quella 
col Winchester sono certamente giusti- 
ficati. 

È chiaro altresì che tali prezzi vanno a 
scapito di qualcosa; in particolare dell'e- 
stetica d'avanguardia, della sofisticazio- 
ne a tutti i costi, della dotazione di 
gadget avanzati. Tutte cose che questo 
onesto ma semplice PCbit non ha. Di- 
ciamo dunque che chi vuole un notebo- 
ok «di firma» continuerà forse a preferi- 
re Compaq che pure costa più del dop- 
pio; chi ricerca la linea elegante e la 
cura nei piccoli particolari forse preferirà 
ancora Toshiba; ma chi è interessato 
soprattutto alla sostanza e vuole una 
macchina potente ed affidabile, anche 
se in certa misura spartana, farebbe 
bene a considerare questo PCbit come 
oggetto del suo acquisto. Sicuramente 
al momento è quello che offre di più per 
quello che costa. 

MC 


Ci hanno ascoltato... 

di Andrea de Prisco 


Se non avete sotto mano il numero 76 di 
MCmicrocomputer {luglio/agosto 1988) leg- 
gete qui di seguito un pezzettino dell'arti- 
colo pubblicato su quel numero, a pagina 
70. Si tratta della prova del portatile Bond- 
well PRO 8 TH. nel corsivo iniziale: 

"... il portatile dei miei sogni non esiste 
ancora, anche perché lo vorrei pesante al 
massimo tre o quattro chili, con un hard 
disk anche da soli 5 mega e senza drive 
per microfloppy inferno Ima collegabile dal- 
l'esterno. airoccorrenza. una volta rientrati 
in ufficio), display LCD ultraleggibile. antiri- 
flesso e dalla risoluzione Hercules, almeno 
6 ore di autonomia con l'hard disk dotato di 
meccanismo salva energia fime-ouf. Se 
qualche costruttore mi sentisse...». 

Possiamo ritenerci più che soddisfatti. 
Anche perché mentre leggete la prova di 
questo portatile Unibit «floppy-less». anche 
«la mamma" Toshiba (che non sono il solo 
a ntenere leader mondiale nel settore dei 
portatili) ha presentato il suo nuovo notebo- 
ok T1000 XE, molto simile al fratello SE 
(provato sudo scorso numero di MC). ma 


anch'esso genialmente dotato di un solo 
HD da 20 mega (da 2.5"). Chiur^que abbia 
infatti un portatile (o un fisso) con entram- 
be le unità di memorizzazione, «rigida» e 
«morbida», finisce per utilizzare al 99% del 
tempo solo la prima. Ancor più geniale è, 
senza dubbio, la non-necessità di disporre 
nemmeno di un drive esterno, dato che 
entrambe le macchine si coltegano con un 
semplice cavo a qualsiasi altro PC, fisso o 
portatile, per un sano e robusto scambio di 
dati col mondo esterno. Ora dobbiamo solo 
attenderci un sistema automatico per tene- 
re aggiornate le copie dei dati che utilizzia- 
mo sia in ufficio che «a spasso». Pratica- 
mente un «buco» nel nostro desk top dove 
nporre il portatilino in stato di semi-inco- 
scienza quando lavoriamo in ufficio. Uscen- 
do saremo cosi sicuri di portare sempre 
con noi I dati più aggiornati, senza avere la 
necessità di trasferire manualmente i dati 
in un verso o nell'altro ogni volta che 
partiamo o rientriamo. 

Quasi quasi lo ridico: «Se qualche co- 
struttore mi sentisse...». 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


91 



Logitech ScanMan 
+ !mage~ìn 

di Paolo Ciardelli 


N on c'é due senza tre. Avevamo, 
per l'appunto, già pubblicato 
due prove riguardanti lo Scan- 
Man della Logitech nei precedenti nu- 
meri di MC 81/gennaio 1989. versione 
per l'ambiente operativo MS-DOS. e 
MC 85/maggio 1989, versione per Ap- 
ple Macintosh. Provarlo per la terza 
volta, potrebbe sembrare una ripetizio- 
ne. visto anche il piccolo lasso di tempo 
trascorso, ma la nuova versione dello 
scanner, accompagnata dalla commer- 
cializzazione in simbiosi con il pacchetto 


di trattazione delle immagini Image-in. 
ha suscitato il nostro interesse. 

Spendiamo alcune parole sull'indu- 
stria Logitech, ncordando che due dei 
suoi fondatori sono italiani e che la 
stessa ha iniziato la commercializzazio- 
ne dei suoi prodotti, principalmente 
mouse, fin dal 1982. La precisione di 
queste periferiche è dovuta, forse, an- 
che al luogo di nascita: la Svizzera, più 
precisamente nella zona di maggiore 
produzione di orologi. Neuchàtel. 

La continua crescila in campo interna- 


zionale dell'industria Logitech, é anche 
il frutto di una sapiente commercializza- 
zione di pacchetti ad alto contenuto sia 
tecnologico che di produttività persona- 
le ad un prezzo abbordabile ed in ogni 
caso rapportabile alla resa del pacchetto 
stesso. 

La riprova di ciò è il pacchetto mix 
ScanMan+lmage-in. venduto in offerta 
al prezzo di un milione. 

Tornando all'hardware. lo scanner è 
una delle periferiche che maggiormente 
ricopre un ruolo fondamentale nella pro- 


92 


MCmicrocomputer n, 94 - marzo 1990 


PROVA 

SCANMAN + IMAGE-IN 


duttività personale, di chi lavora al com- 
puter per produrre in modo «creativoi e 
all'avanguardia. In virtù dell'aumentare 
del bacino di utenza, nel campo del- 
l'hardware si sta assistendo a fenomeni 
di downsizing (diminuzione relativa del 
prezzo di vendita rispetto alle prestazio- 
ni offerte) mentre dall'altro, si cerca di 
arginare il fenomeno della pirateria, non 
più localizzabile solo nei «collezionisti» 
di pacchetti, ma anche nella fascia dei 
colletti bianchi. Una via di mezzo é 
quella di vincolare, in maniera conve- 
niente per l'utente, la vendita di hard- 
ware e del software. Un esempio é il 
pacchetto mix SideKick Plus-Modem, a 
cui pensiamo altri produttori si rifaran- 
no. magari corredando prodotti per il 
mercato entry levei di un pacchetto 
software adeguato 

Descrizione 

Di scanner ne abbiamo a lungo parla- 
to sulla nostra rivista e per maggiori 
riferimenti tecnici consigliamo la lettura, 
oltre agli articoli citati, bella trattazione 
puramente teorica di Mauro Gandini, 
MC 73/aprile 1988. 

A prescindere dall'ambiente di lavoro, 
la periferica di acquisizione di immagini, 
scanner, ha il ruolo principe di permet- 
tere la fusione tra testi e disegni, foto o 
logotipi. Specialmente quest'ultimi. che 
sono il frutto di manipolazioni di imma- 
gini digitalizzate o prodotti con pacchetti 
di vario genere. Sul mercato vari sono i 
pacchetti di grafica sta pittorica che 
espressamente dedicati alla creazione 
di logotipi (Freelance Plus della Lotus 
per citare un nome); pertanto dopo il 
mouse, assumono particolare importan- 
za. nell’ordine, lo scanner, il pacchetto 
software di gestione dello stesso e di 
trattamento delle immagini acquisite. 

Nella confezione dello ScanMan Plus 
per MS-DOS troviamo l'handy scanner, 
con la sua scheda di interfacciamento a 
bus XT corto, il dischetto di installazio- 
ne, il programma di grafica PaintShow 
Plus 2.2. il pacchetto della CPI Image-in 
ed I vari manuali. Il bus è a 6 bit per cui 
l'installazione su di un computer di clas- 
se XT è possibile, ma non è consigliabi- 
le, In quanto la quantità di elaborazioni 
richieste dal programma rallenterebbe 
troppo il lavoro. 

I dischi su cui sono registrati i vari 
file, sono fomiti nelle due grandezze; 
3,5 e 5,25 pollici. La manualistica è 
curata, e lo stile tipografia}, anche se di 
chiara fattura DTP, è più che accetta- 
bile. 

Le differenze immediate che si nota- 
no suirhandy scanner, per cui si diffe- 
renzia da quelli provati sui numeri pre- 
cedenti. sono la grandezza maggiore del 


ScanMan « Image-in per MS-DOS 


Produnore e distributore 

Logitech Itelia Centro Direaionale Colleoni 
Palazzo Andromeda ■ ing. 3, 

20041 Agrate Brianza IMIÌ 
CPI S.A. Avenue De La Pcaille, SO 
1227 Carouge IGinevral 
PreZ2l UVA esclusal: 

ScanMan L SSO.OOO 

Image-in L. 700.000 

ScanMan -r Image-in 

perMS-DOS L 7.000,000 


corpo, l'aggiunta di due piccoli rullini 
nella parte sottostante e una spia di 
funzionamento verde. La maggiore 
massa e i rulli di gomma, permettono 
un'andatura lineare e perciò meno criti- 
ca durante le operazioni di acquisizione 
immagini, mentre la spia di funziona- 
mento. ci avverte quando il tempo a 
disposizione sta per scadere. 

I comandi presenti sull'apparecchio, 
la risoluzione, il modo di scansione e la 
regolazione del contrasto, sono rimasti 
pressocché gli stessi. Il primo può varia- 


re la definizione da 100 a 4(X) dpi, il 
metodo di scansione comprende il mo- 
do «Line Art» (per eliminare i toni di 
grigio quando si acquisisce un disegno) 
e i tre modi di scansione con la resa 
tonale dei grigi. La tecnica di resa tonale 
dei grigi, detta «Dither», è stata trattata 
sul numero 73 di MC. Compieta la 
dotazione il controllo del contrasto, utile 
nella digitalizzazione di foto poco contra- 
state 0 a colori. 

Tornando alla scheda di interfaccia- 
mento. questa si presenta con la sua 
componentistica sobria di chip digitali, 
magari di quattro diverse provenienze, 
ed una nutrita schiera di cavallotti per la 
predisposizione del dispositivo di let- 
tura. 

Installazione ed uso 
dello ScanMan 

Nella fase di installazione, ci viene in 
aiuto sia il manuale che il software 
stesso. Per la parte hardware, in gene- 
rale, c'è da cambiare il settaggio ad un 
solo jumper, andando per esclusione: il 
numero 2 se possediamo un elaborato- 
re di classe AT. il 3 se pilotiamo una 


Particolare dei lumper 
per il corretto settag- 
gio della scheda d'in- 

ScanMan 




Particolare dei nrllini posteriori, che assicurano una 
«csnsone lineare, del disegno da digitalizzare 


periferica seriale tramite la COM2 e 
cosi via. Nella configurazione scelta per 
la prova, abbiamo escluso la seconda 
porta parallela, avendo collegato all'AT/ 
386 una Apple Laser Writer tramite 
seriale. Insolita come procedura di in- 
stallazione, però alla resa dei conti, per- 
sonalmente preferiamo sapere quello 
che non dobbiamo fare di fronte a certe 
configurazioni, che il contrario. 

Per il software, basta intervenire mo- 
dificando il CONFIG.SYS. Attenzione; il 
file richiesto per l'inserimento nel 
Config.sys, FIHSCAND.SYS, è presente 
sui due pacchetti, ScanMan Plus e Ima- 
ge-in, in due versioni differenti sia come 
lunghezza che come data. Non solo. I 
parametri aggiuntivi, sono più numerosi 
per la versione PaintShow che per quel- 
la di Image-in. Per la prova abbiamo 
preso una decisione draconiana, copian- 
do il più aggiornato, presente nel pac- 
chetto Image-in. 


MCmicrocomputern. 94-marzo 1990 


93 



PROVA 

SCANMAN + IMAGE-IN 



L'uso dello ScanMan, come scritto 
prima, é stato reso maggiormente age- 
vole. dalla sua massa maggiore, dai due 
rullint aggiuntivi e dalla spia di funziona- 
mento. Limitazioni purtroppo ne ha, co- 
me tutti gli scanner manuali dotati di 
una finestra di piccole dimensioni. 

Ma se da un lato ci riferiamo alla 
ridotta larghezza della finestra di scan- 
sione. dall'altro dobbiamo precisare che 
un'acquisizione dati che si rispetti, deve 
essere supportata da un computer con 
una memoria RAM ragguardevole. 

Per dare un’idea della quantità di me- 


moria occupata, per digitalizzare un'im- 
magine larga 1 0 cm, lunga 1 5, a 200 dpi 
di risoluzione, occorrono circa 295 Kby- 
te di memoria RAM, Una quantità supe- 
riore a quella libera dopo aver caricato il 
programma PaintShow Plus 2.2 e l'utili- 
ty di cattura dello schermo, su un elabo- 
ratore con 640 Kbyte RAM. 

Il colore del dispositivo di acquisizio- 
ne dell'immagine é stato cambiato da 
rosso a verde, quasi a dare ragione a 
quanto scritto sullo ScanMan per Mac 
nel numero 85 della nostra rivista; 
«...avvertimento importante riguarda il 


colore delle immagini da acquisire; biso- 
gna tener presente che il Logitech 
ScanMan è assolutamente incapace di 
riconoscere il colore rosso,.,, in realtà 
ho scoperto un prodotto analogo per 
l'ambiente MS-DOS. proveniente da 
Taiwan il quale utilizza una fila di led 
verdi invece che rossi e soprattutto è 
munito del medesimo connettore Mini- 
DIN a 8 poli del Logitech, motivo per il 
quale basta sostituirlo a quello originale 
per acquisire anche il colore rosso...». 

Chiariamo subito che l’avvertenza è 
dovuta non ad un difetto dell'apparec- 



94 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 






PROVA 

SCANMAN + IMAGE-IN 



chio, bensì ad una proprietà della scala 
cromatica. Un esperto fotografo, sa che 
la resa cromatica in bianco e nero di un 
oggetto rosso o verde, è la stessa. Cioè 
se riprendiamo un cartello a strisce ver- 
di e rosse, questo verrà visualizzato in 
un’unica soluzione di grigio. 

Qualcuno potrebbe notare che l'ado- 
zione del colore verde non risolve però 
il problema, in quanto se il led rosso 
non permette la lettura del rosso, il led 
verde il contrario. Allora perchè la Logi- 
tech ha cambiato la sua produzione, 
annotando anche che il costo all'origine 


di un lettore a luce rossa è più economi- 
co? Una risposta parziale potrebbe es- 
sere che la luce verde riesce a Far 
«leggere» una scala maggiore di grigi e 
perciò un maggiore dettaglio, o forse 
per non mostrare il fianco alla concor- 
renza orientale. 

Passando dalla descrizione meccani- 
ca a quella «soft». io scanner in accop- 
piata con i vari programmi, ha tutte le 
regolazioni svincolate e presenti sul me- 
nu a video. 

In fase di attivazione, si dialoga sem- 
pre con una finestra che gestisce i vari 


parametri, quali la grandezza dell'Imma- 
gine da importare, la definizione, il con- 
trasto, il tipo di tratto, ecc. 

Il software a corredo 

La dotazione software del pacchetto 
ScanMan Plus -t- Image-in. é notevole 
di per sé, e può essere massimizzata in 
due parti, una che gira sotto MS-DOS e 
l’altra sotto MS-WINDOWS. Da una par- 
te il PaintShow Plus versione 2.2. di 
facile installazione, studiato per produr- 
re disegni in bianco e nero o a colori. 



MCmicrocomputer n, 94 • marzo 1990 


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PROVA 

SCANMAN + IMAGE-IN 




4W)ismo cancsio un'immagine in cui é presente del lesto e l'abbiamo Visualiaaiione del catalogo interno al data base del modulo Panorama In 

sottoposta all'O c R Si nonno i parameln iniiiali necessari alla lavorazione evidenza le inlormazioni nguardanli la prima immagine 


dalì'allra i quattro moduli del pacchetto 
Image-in, per elaborare immagini e so- 
prattutto foto, sotto l'aspetto della scala 
dei grigi, vettorizzare disegni, acquisire 
testi e creare un data base di immagini. 
L’opzione di acquisizione testi, con l'in- 
terpretazione dei caratteri, (O.C.R. acro- 
nimo anglosassone di Riconoscimento 
Ottico di un Carattere!, non è sempre 
disponibile su scanner di piccole dimen- 
sioni. Ciò ha finora confinato questo 
tipo di lavoro in usi altamente professio- 
nali. 


PaintShow Plus 2.2 

Iniziamo dal PaintShow Plus 2.2, che 
fa parte della dotazione di base dello 
ScanMan Plus. Il programma si presen- 
ta con una nutrita schiera di icone di 
comandi, strumenti e tavolozze di colo- 
re (o grigi) oltre ad uno schermo secon- 
dario per la visualizzazione completa del 
disegno o per la dimensionatura della 
finestra di acquisizione immagini da 
scanner. 

Abbiamo parlato di tavolozza iniziale a 
colori, perché di partenza il programma 
è pronto per disegnare o manipolare un 
disegno a colori. 

I menu superiori, completamente in 
lingua italiana, sono chiaramente a ten- 
dina in discesa, con i comandi non 
disponibili al momento, «sfocati» in 
grigio 

PaintShow Plus, per via software, 
può acquisire solo immagini con esten- 
sione .TIP, e per poter lavorare con altri 
formati come .PCX o .MAC, rispettiva- 
mente prodotti da PC PaintBrush e Mac 


Paint, bisogna ricorrere alle utility 
PCX2TIF.EXE e MAC2TIF.EXE. per ope- 
rare la conversione di formato. Per 
esportare é presente l'ulteriore conver- 
titore TIF2PCX.EXE che si commenta 
da solo. 

Finito il lavoro sull'immagine, si può 
salvare il tutto, in formato TIFF fTagget 
Imerchange File Format), con tre tipi di 
compressione dei dati: Nessuna, Pack- 
bits e fax CCITT. La terna di possibilità, 
garantisce la compatibilità con altri pro- 
grammi pittorici, mantiene entro limiti 
accettabili la grandezza del file e la 
conseguente occupazione sull'hard disk 
e permette di inviare via facsimile il 
lavoro svolto. 

Le utility, però non finiscono qui. Co- 
me evidenziato nel file PAINT.BAT, è 
presente oltre alla possibilità di entrare 
in Shell, il comando per la cattura delle 
immagini, e conseguente invio rapido 
alla stampante; CATCH.COM. Per atti- 
varlo bastano la pressione dei tasti Alt- 
-i-Stamp (Alt-i-Print Screen) per la cattu- 
ra dell'Immagine, e Shift-hStamp (Shift- 
-i-Print Screen) per mandarla in output 
di stampa, senza però memorizzarla su 
disco. Lo schermo catturato, viene sal- 
vato di deafault come SCREENOO.TIF, 
con la numerazione a salire, nella direc- 
tory decisa al momento dell'installa- 
zione. 

Catch lavora in maniera sinergica con 
un altro programma: SLIDE.EXE. che 
simula un proiettore di diapositive, attin- 
gendo alle immagini memorizzate con il 
comando CATCH. 

Spesso infatti una software house, 
un dimostratore 0 un professore può 


trovare utile salvare delle schermate 
grafiche e mandarle a video in rotazione 
o di questo «carosello», farne un disco 
demo. Il funzionamento è semplice, e 
nella configurazione di visualizzazione si 
possono stabilire, sia la sequenza che la 
durata di ognuna della immagini. Volen- 
do si può inoltre sempre intervenire da 
tastiera. 

Ricapitolando PaintShow Plus 2.2 of- 
fre possibilità di acquisire disegni, bian- 
co e nero, e ricolorarli, manipolandoli a 
livello creativo, riducendone le dimen- 
sioni, intervenendo su ogni singolo pixel 
con una sene di strumenti di disegno 
tipici di un programma paint, introdu- 
cendo capovolgimenti in senso orizzon- 
tale e verticale o rotazioni a destra e 
sinistra di 90 gradi, per poi mandarli m 
stampa o presentarli a video. 

Image-in 

Passiamo ora al pezzo forte, dal pun- 
to di vista più fotografico che di dise- 
gno: il pacchetto di quattro moduli 
Image-in. 

Image-in, gira completamente sotto 
MS-WINDOWS, per cui per l'uso occor- 
re essere in possesso del suddetto am- 
biente di lavoro. IMAGEIN.EXE, è il pro- 
gramma principale per la manipolazione 
delle immagini, IMAREAD.EXE si occu- 
pa del riconoscimento dei caratteri (O. 
C.R.), IMAVECT.EXE della vettorizzazio- 
ne e perciò della conversione da bit- 
mapped a linee e, per finire, PANO.EXE 
che permette la creazione e la gestione 
di un data base di immagini. 

Image-in si presenta nella classica 


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MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


PROVA 

SCANMAN + IMAGE-IN 



La Logitech é famosa nel mondo dell'in- 
formatlca per aver dato un fondamentale 
contributo alla diffusione del mouse. Nasce 
nel 1981 dall’incontro di tre giovani amici: 
due abruz2esi (Pierluigi Zappacosta e Gia- 
como Marini) e lo svizzero Daniel Borei, 
attuale presidente della società. 

L'attività inizia con la ricerca e lo sviluppo 
in piccoli uffici ad Apples (in Svizzera) e ad 
Ivrea; nell'agosto dell'82 la Logitech, che 
nel frattempo ha aperto un ufficio anche a 
Palo Alto, diventa distributore ufficiale per 
gli Stati Unip del mouse Oepraz La com- 
mercializzazione di questo strano rivoluzio- 
nario oggetto è dunque l’inizio dell’attività 
concreta da parte della Logitech, grazie 
anche alla collaborazione di Doug Engle- 
bart: era stato proprio lui. nel lontano 1963. 
ad inventare il mouse. Di par passo, la 
ncerca nel campo software porta all’annun- 
cio. alla fine dell'82. del compilatore Modu- 
la-2 per Intel 8086. 

L’anno che segue, il 1983. é una data 
importante per il mondo dei personal com- 
puter e forse soprattutto del mouse: la 
Apple produce l’incompreso Lisa (destinato 
ad essere seguito a breve scadenza dal 
ben più fortunato Macintosh), dotandolo di 
un mouse di sene Chiaramente il progetto 
dell’indispensabile periferica di input nasce 
in casa Logitech la quale, nel frattempo, ne 
acquisisce tutti i diritti della tecnologia co- 
struttiva 

NeH’84. la forte espansione negli USA 
provoca il trasferimento degli uffici a Red- 
wood; nello stesso anno viene annunciato 
il Modula-2A/X86, e conclusi accordi OEM 
con la Hewlett Packard e la AT&T; alla fine 
dell’anno, inizia la produzione del primo 
mouse concepito, sviluppato e prodotto 
dalla Logitech. 

Nell’85 vede la luce il mouse C7. il primo 
ad interfacciarsi con l'elaboratore senza bi- 
sogno di tensioni esterne. Alla fine dello 
stesso anno la Logitech decide di entrare 
sul mercato dell’utente finale con il Logi- 
mouse C7, fino ad allora commercializzato 
solo come prodotto OEM. 

Nella primavera deH’86, tutti i prodotti 
vengono corredati del pacchetto applicativo 
Package Plus, per rendere più completa la 
dotazione. Nello stesso tempo viene nls- 
sciata una nuova versione, a finestre, del 
Modula-2 ed un traduttore da Turbo Pascal 
a Modula-2 Vengono inoltre siglali contrat- 
ti OEM con Digital Equipment ed Apple, 
mentre viene rilasciato LogiCADD, il primo 
prodotto software ad essere venduto insie- 
me alla periferica di input (Logimouse C7). 
Seguono il pacchetto LogiPainl e la versio- 
ne «bus» del C7. con scheda di interfaccia 
parallela. Nel frattempo gli uffici svizzeri si 
trasferiscono a Romanel-sur-Morges. 

Il legame con le industrie produttrici di 
elaboratori è sempre più stretto. Nell'87 la 
IBM annuncia la linea PS/2 e la Logitech, 
nel giugno dello stesso anno, rende dispo- 
nibile il mouse Ser<e/2. Nello stesso anno 


rilascia Publisher Package, una soluzione 
completa per il Desk Top Publishing e. in 
OEM con Moniterm, il mouse opto-mecca- 
nico ad alta risoluzione HIRez (320 dpi), 
destinato ad essere commercializzato an- 
che come prodotto finale m autunno. Intan- 
to. LogiPaint viene sostituito da 
PaintShow. La fine del 1987 segna l’inizio 
della commercializzazione de) monitor 
AutoSync (EGA, CGA. VGA e PGA) 

Nell’estate '88 nasce il primo scanner 
manuale, lo ScanMan, praticamente il ca- 
postipite deH’oggetlo di cui ci siamo occu- 
pati m questa prova. Nel novembre si fe- 
steggia la vendita del duemilionesimo 
mouse: per l'occasione viene prodotto, in 
numero limitato di pezzi, il Clearcase 
Mouse, dalla carcassa trasparente. Per il 
Natale 1988, la Logitech riserva una stren- 
na per gli utenti Mac: lo ScanMan per il 
Mac, che rende possibile a bassissimo 
prezzo lo sfruttamento del potenziale grafi- 
co del Macintosh. 

Siamo aH’89. nella cui primavera nascono 
lo ScanMan MultiRez e Finesse 2.0, un 
programma per if Desk Top Publishing eco- 
nomico e facile da usare ma potente. In 
agosto viene annunciata fa gamma di 
mouse Sene 9, dal design ergonomico e ad 
elevata risoluzione. In settembre i mouse 
Logitech costruiti sono ormai quattro milio- 
ni; nello stesso mese nasce il TrackMan. 
un (imouse statico», in pratica é un mouse 
rovesciato, dove la pallina non scorre su di 
un piano ma viene fatta ruotare con il 
movimento della mano, Nel frattempo lo 
ScanMan viene sostituito dallo ScanMan 
Plus e nasce il software Image-ln, sviluppa- 
to dalla CPI appositamente per lo ScanMan 
Plus. 

Le novità del 1990 consistono, per ora, 
nella versione 3.0 di Finesse e nel Catch- 
Word, un programma OCR per il riconosci- 
mento di caratteri tramile ScanMan Altri 
annunci seguiranno nel corso dell’anno; già 
in altri paesi europei è stato presentato, ad 
esempio, un mouse più economico del 
Sene 9. per un’utenza meno professionale 
con due soli pulsanti e un design più sem- 
plice, di cui al momento non sono state 
definite né la politica né la data di commer- 


cializzazione in Italia 

A proposito di mouse, in marzo é previ- 
sta la consegna del seimilionesimo pezzo. 

La storia delia Logitech di questi anni 
non lascia dubbi sul fatto che ci si possano 
aspettare prodotti interessanti, presumibil- 
mente nella logica del «pochi ma buoni»- 
sono infatti roriginalità e la qualità, piutto- 
sto che l'ampiezza, quelle che si possono 
indicare come le caratteristiche fondamen- 
tali delia gamma di produzione dell’azienda 
svizzera. 

Per quel che riguarda la struttura azien- 
dale vogliamo almeno ricordare che oltre 
alla Logitech SA in Svizzera ed alla Logi- 
tech Ine. in California esistono la Logitech 
Far East a Taiwan, la Logitech Ireland. la 
Logi GmbH in Germania, la Logi fUK) Ltd. 
in Gran Bretagna e la Logitech Italia; uffici 
di vendita sono a Boston. San Antonio, 
Parigi, Stoccolma e Tokyo I dipendenti 
della Logitech sono in tutto oltre novecen- 
to. 1 centri di produzione sono tre e a metà 
anno finanziano si registra attualmente un 
incremento del giro di affari pari al 57% 
rispetto all’anno precedente. 

Gli ingredienti del successo vanno dall’In- 
novazione alla qualità dei prodotti, dalla 
concorrenzialità del prezzo all’efficacia del 
supporto, dall’acquisizione di collaboratori 
illustri (come Federico Faggin inventore 
dello Z80 o Doug Englebari inventore del 
mouse) alla conclusione di accordi illustri ' 
(valga per tutti quello con la Apple per il . 
track del Macintosh Portable), ma passano i 
anche attraverso una sapiente gestione del ; 
marketing d’immagine e della scienza delle . 
comunicazioni, con un'attenta cura di parli- , 
colar! come ad esempio l’estetica in senso . 
generale, dairoriginalità del logo al design e 1 
alla rifinitura dei prodotti, dalla grafica delle 
confezioni e dei manuali o del materiale : 
pubblicitario a quella delTAnnual Report, il | 
catalogo riepilogativo dei risultati aziendali: 
un connubio di foto a tinta seppia e grafici ' 
dai contorni inesistenti, con forme primitive | 
e colon spinti che fanno venir voglia di ' 
chiedersi se gli autori non si siano rifatti a I 
modelli del pittore-regista scomparso Jean I 
Cocteau I 

PC. I 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


97 



PROVA 

SCANMAN + IMAGE-IN 



veste di programma in ambiente MS- 
WINDOVi/S, con il menu a barra supe- 
riore, le maniglie per lo scorrimento 
dell'immagine e le icone laterali con gli 
strumenti. 

Il punto di maggior forza del pacchet- 
to è nella manipolazione delle immagini, 
e in particolar modo, nella resa della 
scala dei grigi. Nel menu View si può 
modificare un'immagine digitalizzata, e 
presente sotto tutti i formati grafici pos- 
sibili, (PCX, TIP. MSP. PNT e IMG) tra- 
mite l'opzione GrayMap. Le operazioni 
possono essere sia «manuali», muo- 
vendo gli pseudo-slider della luminosità 
e del contrasto, ridisegnando la curva 
dei bianchi e dei neri, o affidandosi a 
delle soluzioni predefinite: Linear. Log, 
Posterize ed Equalize. 

L'effetto a video, non viene visualiz- 
zato mentre si procede, ma a lavoro 
finito tramite il consenso Display. 

Per i tecnici, c'è a disposizione anche 
un istogramma che visualizza tramite un 
grafico, la quantità di ogni tonalità di 
grigio usata. 

Avevamo prima anticipato, che con 
Image-in, si possono vettorizzare e ac- 
quisire dei test). Le due opzioni si richia- 
mano dalla icona Special. Con la possi- 
bilità di vettorizzare un disegno, pratica- 
mente si estrae lo scheletro, converten- 
dolo dal formato bit-mapped a formati 
compatibili Adobe lllustrator, AutoCad e 
Designer. 

Eseguita la vettorizzazione, si può in 
fase di editing del disegno, «filtrare» il 
risultato con l’opzione noise. l'approssi- 
mazione polinomiale o con le curve di 
Bezier, con tre gradi di tolleranza. 

Per chi non ha avuto modo di studiare 
le tecniche della rappresentazione grafi- 
ca, sentendo questo nome, parafrasan- 
do don Abbondio, potrebbe esclamare 
«Bezier! Chi era costui?». Semplifichia- 
mo un po’ il concetto. Qualsiasi forma 
curva, è ricostruibile tramite un'equazio- 
ne matematica più o meno complessa. 
La Geometria Euclidea, non spiega però 
tutte le forme possibili e all'uopo viene 
la Geometria Descrittiva. Pur basandosi 
sulle stesse regole se ne discosta, dan- 
do cosi vita a studi di funzioni particola- 
ri, molto usate da pacchetti software 
come Adobe lllustrator e quello in que- 
stione. 

Bezier, per la cronaca, intraprese lo 
studio di queste curve, perché lavorava 
alla Renault come disegnatore. Per lo 
svolgimento del suo lavoro, aveva biso- 
gno di raccordare linee di automobili, 
cosi approfondi lo studio particolareg- 
giato di queste forme. 


Le curve di Bezier, possiamo immagi- 
narle come delle spezzate, dove ogni 
segmento è un tratto di curva esso 
stesso. Nelle estremità possiamo indivi- 
duare un punto (in gergo «maniglia») 
per il quale passa un segmento tangen- 
te. La direzione di questo segmento, e 
la lunghezza dei due bracci, che può 
essere differente, determina la dimen- 
sione. la forma, l'inclinazione e la pro- 
fondità della curva. 

I termini per spiegare un concetto del 
genere sono abbastanza complicati, ma 
all'atto pratico la teoria non occorre. 

Una volta presa confidenza con il pac- 
chetto ci si rende conto di poter utilizza- 
re uno strumento estremamente versa- 
tile. 

Certo le limitazioni della memoria e 
della grandezza del file che si può digita- 
lizzare, limita un po' questa funzione 
veramente utile a chi deve fare disegni 
tecnici 0 rilievi topografici, però volendo 
si può sempre acquistare il pacchetto 
da solo con la possibilità di pilotare altri 
tipi di scanner, 

L'O.C.R., al contrario, è all'altezza del- 
la situazione e svolge la sua funzione di 
riconoscimento in maniera egregia. 
Classico nel suo modo di operare, e 
completo nelle sue funzioni, sia in fase 
di apprendimento che di editing. 

WSCAN.EXE e SCAN.EXE 

Di questi due ultimi programmi, ne 
parliamo a parte, in quanto rappresenta- 
no la ciliegina sulla torta della professio- 
nalità con cui è stato progettato il pac- 


chetto. Ambedue pilotano semplice- 
mente lo scanner e sono presenti nella 
confezione dello ScanMan Plus. Cosa li 
differenzia dagli altri? Semplice. Il primo 
gira sotto MS-WINDOWS e permette di 
digitalizzare in tempi brevissimi e con 
pochi comandi un'immagine, manipolar- 
la non più di tanto ed avere già un 
prodotto finito. 

La seconda è praticamente un co- 
mando: Scan nomefile.(TIF, PCX, IMG) 
lunghezza (in, cm) larghezza (in, cm) 
/risoluzione (100, 200, 300, 400). Rapido 
e stringato, per chi va di fretta. 

Considerazioni finali 

Fare delle considerazioni positive su 
questo prodotto, potrebbe essere preso 
come uno «repetita iuvant» tutto pubbli- 
citario. però in fondo è un prodotto che 
non vuole certo sostituirsi a scanner a 
piano fisso del costo di svariati milioni, 
che rappresenta la soluzione ideale per 
chi. spendendo poco, ha bisogno di un 
sistema di acquisizione di immagini da 
poter poi trattare e manipolare con pro- 
grammi espressamente previsti. 

Il prezzo, se rapportato alle prestazio- 
ni offerte soprattutto dal pacchetto Ima- 
ge4n, ben dispone all'acquisto. 

Anzi, vorremmo azzardare la conside- 
razione che l’insieme ScanMan Plus-t- 
Image-in vale sicuramente più di quello 
che costa. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 







Roma 

è il capitale 
d'Italia 




Ro, 


\oma è sempre per ritalia un grande capitale, di 
idee e di affari. Anche, e soprattutto, nell'informa- 
tica. 


Unibit PCbit 286 SP 

miaoptoeessoie 8028B, elodea 8/lSUHs. I Mb KAM espandibile 

disM da 20 0 40 Mb. aàieia ilaliana avanzata, 
completo di' Windows 2se. MS DOS 4.01, CW Basic 3.23, Shell l.OI. 


E Microland è un progetto dell'imprenditoria nazio- 
nale, cheta scelto nuovamente Roma per rafforza- 
re la propria presenza nel mercato dei personal e 
minicomputer con un marchio che garantisce la 
qualificazione dei punti vendita collegati. 

Dopo l'acquisizione di un affermato computer shop 
in via Tuscolana, dove l'utente finale ha libertà di 
scelta e rinformatica è senza camice bianco, Micro- 
land ha quindi aperto un'altra sede in via Monaci 
(piazza Bologna), dove anche le esigenze più com- 
plesse delle aziende e degli enti scientifici e di ge- 
stione trovano un attento esame e, spesso, una 
proposta valida in termini tecnici ed economici. 

I marchi supportati (tra questi, ad esempio, Hew- 
lett Packard e Unibit per i personal e minicomputer, 
Cambridge e Unibit per i portatili, Epson e Fujitsu 
per stampanti e fax, Microsoft, Borland, Lotus per il 
software orizzontale, Esa e Dee per le soluzioni ge- 
stionali) e l'attenzione posta nella cura del cliente 
sono alcuni dei motivi che fanno di Microland a 
Roma un sicuro punto di riferimento, perle vostre 
idee e i vostri affari. 





Unibit PCbit 386 SX 
mieroproeessore 80386 SX. clock a fl/Ifi MHz. I Mb RAM 
espandibile fino a 4Mb su piastra madre, 2 pone senati, ) 
porta parailets. tiara disk da 20 a BO Mb. tastiera italiana 
avamata. complatodl Windows 3S6. MSDOS4.0I, 
aWBasic3.23.Shelli.0l. 



E se foste solo curiosi di conoscerci, siate i 
benvenuti. 

Per tutti voi c'è un simpatico omaggio. 


Microland Italia 

• Computer shop; Roma, via Tuscolana 350/350a, 
tei 7943980/7943919- 

• Ulficio vendite; Roma, via E, Monaci 21 (piazza Bologna), 
tei. 4241102/428179. fax 429942. 



’ rivenditore autorizzato Unibit 


• punto vendita Hewlett Packard 



NEC P2 plus 

di Massimo Tnjscelli 


L a stampante della Quale ci accin- 
giamo a parlare è la naturale evo- 
luzione di un modello della sfessa 
NEC. ovvero la P2200, già fecer?s/fa su 
MC nei numen 69 e 78. che ha fatto la 
sua comparsa verso la fine del 1987 e 
che ha hscosso un buon successo di 
pubblico. 

La NEC P2 plus ripropone la medesi- 
ma impostazione generale, ma offre an- 
che alcuni miglioramenti riguardanti la 
gestione della carta, un nuovo set di 
font di carattere più esteso specialmen- 
te per ciò che riguarda la gestione dei 
font proporzionali ed una gestione della 
grafica ulteriormente migliorata 

Descrizione 

L'aspetto della NEC P2 plus, il cui 
esemplare in prova ci è stato gentilmen- 
te fornito dalla Nelcom di Torino, che 
ringraziamo per la collaborazione, è 
pressoché identico a quello della 
P2200; le linee tondeggianti del conte- 
nitore, il cui sviluppo si estende mag- 
giormente verso l'alto, sono rimaste in- 
variate. 

Invariato è lo sportellino che permet- 


te l'inserimento della carta dalla parte 
anteriore. 

Leggermente diverso è il pannello di 
comando composto da una serie di in- 
terruttori a membrana e di spie lumino- 
se ricalcanti l'impostazione della P2200, 
ma ora contrassegnati da alcune dicitu- 
re diverse. 

Gli interruttori permettono il controllo 
delle usuali operazioni riguardanti il line/ 
form feed, la messa in linea della perife- 
rica. la selezione del modo di stampa 
(Draft LQ) e della densità dei caratteri 
(10 e 12 cpi, condensato, proporziona- 
le), inoltre, il tasto precedentemente 
dedicato sulla P2200 alla funzione 
QUIET é sulla P2 plus dedicato al carica- 
mento del primo foglio di carta ed al 
suo posizionamento, sia utilizzando il 
modulo continuo che il foglio singolo. 

I quattro tasti consentono anche di 
eseguire le operazioni di settaggio della 
maggior parte dei parametri senza do- 
ver intervenire su praticamente alcun 
dip-switch, ma mediante una serie di 
indicazioni visualizzate direttamente sul- 
la carta con una procedura indubbia- 
mente comoda, ma che presenta il pro- 
blema di un certo spreco di carta e di 


una certa macchinosità di esecuzione. 

Il colore della P2 plus è più chiaro 
rispetto al vecchio modello P2200 ed è 
praticamente uniforme anche per gli 
inserti che precedentemente erano più 
scuri. 

La velocità di stampa della P2 plus 
varia da 1 60 cps in modo Draft a 70 cps 
in modo proporzionale LQ, ma la dote di 
maggiore importanza è sicuramente 
quella riguardante la qualità di stampa e 
l'assortimento di font, unitamente alla 
gestione complessa della carta che si 
avvale di ben tre distinti modi di funzio- 
namento e che può contare ora su di 
alcuni miglioramenti eseguiti sui trattori. 

La P2 plus può essere usata con il 
modulo continuo grazie ai trattori di tipo 
doppio in grado di funzionare sia in tiro 
che in spinta, oppure con i fogli singoli 
mediante la feritoia frontale per l'intro- 
duzione manuale del supporto cartaceo. 

Nell'ultima ipotesi non è necessario 
rimuovere completamente il modulo 
continuo, ma basta farlo indietreggiare 
e disinserire i trattori mediante l'apposi- 
ta leva presente sulla sinistra della 
stampante. 

Il sistema di trattori è stato modifica- 


100 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


PROVA 
NEC P2 PLUS 


to nspetto alla «vecchiau P2200 in mo- 
do da eliminare in parte i problemi di 
tenuta che affliggevano l'uso del modu- 
lo continuo. 

In particolare, i nuovi trattori sono 
dotati di un sistema che trattiene la 
carta in modo da essere inserita corret- 
tamente e sono privi delie caratteristi- 
che molle elastiche che in più di una 
occasione contribuivano allo spiegazza- 
mento ed alla fuoriuscita della carta 
dalle guide. 

La dotazione di font della P2 plus si è 
arricchita di nuovi font proporzionali 
(Helvette e Times) che meritano di es- 
sere citati per la loro qualità. Gli altri 
font sono rimasti pressoché invariati e 
comprendono Courier, ITC Souvenir, 
Fast Focus e Prestige Elite 1 2WP. Que- 
st'ultimo ha in pratica sostituito il font 
OCR-B presente sulla «vecchia» P2200. 

Le emulazioni disponibili comprendo- 
no NEC ed Epson LO; mentre le altre 
caratteristiche generali parlano di una 
dotazione di 15 set di caratteri interna- 
zionali (USA, Francia, Germania. Inghil- 
terra, Danimarca I. Danimarca II. Svezia. 
Italia, Spagna, Spagna I. Giappone. Nor- 
vegia. Paesi Bassi, Turchia, Paesi Lati- 
no-Americani) e di una risoluzione grafi- 
ca di 180 dpi in verticale e di 60, 80. 90, 
120, 180, 240 0 360 dpi in senso oriz- 
zontate. 

fnferno 

L'interno è sostanzialmente identico 
a quello delia «vecchia» P2200. La posi- 
zione. la grandezza e la disposizione dei 
componenti sulle schede dell'alimenta- 
tore e della sezione di controllo sono 
invariate. 

La meccanica é ospitata su un solido 
monoblocco di plastica nera fissato con 


NEC P2 Dius 


Costruttore: 

N£C Corporation, NEC Building, 33-1. Shiba 
S-chome, Minalo-ku. Tokyo 108, Japan 
Distributori: 

DigirrorticB srl, C.so Milano, 84-37138Milano 
Disitaco srl. Via Arbia, 60 - 00199 Boma 
Prezzo (IVA esclusa): 

NCCP2plus L 1.060.000 


un sistema ad incastro ed appoggiato 
su due supporti elastici in gomma. 

Anche la testa di stampa a 24 aghi è 
identica a quella della P2200; presenta 
le medesime alettature ed anche lo 
spessore degli aghi è uguale, cioè 0,2 
mm. 

Delle due schede elettroniche, la più 
piccola, fornita di un dissipatore termi- 
co. corrisponde all'alimentatore, mentre 
invece quella di dimensioni maggiori 
rappresenta la sezione di controllo dei 
motori, dei font e deH’interfacciamento. 

La medesima scheda ospita anche il 
buffer di stampa di 8 Kbyte {4 Kbyte se 
si impiegano set di caratteri definiti dal- 
l'utente) che nella versione con interfac- 
cia seriale giunge ad una capacità mas- 
sima di 16 Kbyte. 

Non manca un connettore per l'inseri- 
mento di cartucce di font opzionali e per 
l'inserimento dell'interfaccia seriale 
RS232. 


Uso 

Non si può parlare dell'uso della P2 
plus se non si fa riferimento alla proce- 
dura di settaggio dei parametri. 

Tale procedura è basata su un siste- 
ma di scelta a menu stampati diretta- 


mente sulla carta e selezionabili me- 
diante il pannello di controllo in maniera 
sufficientemente comoda, ma che com- 
porta un dispendio di carta non indiffe- 
rente. 

Accendendo la stampante e tenendo 
premuto il tasto Select, la P2 plus prov- 
vede ad eseguire la stampa del settag- 
gio corrente dei parametri comunicando 
alla fine la funzione dei singoli interrut- 
tori del pannello di controllo. 

Il tasto Feed conferma l'opzione scel- 
ta con il tasto Pitch, mentre con il tasto 
Load sì provvede al salvataggio dei dati 
settati. 

La sola stampa di tutti i parametri 
occupa un intero foglio, perciò se si 
passa a settare tutti i parametri disponi- 
bili, ci si rende conto che la quantità di 
carta da utilizzare è piuttosto elevata. 

I parametri sui quali si può agire com- 
prendono il modo di stampa (LQ, Draft 
e proporzionale), il set di caratteri 
{Courier, ITC Souvenir, Prestige Elite, 
Fast Focus o cartuccia opzionale), il set 
di caratteri proporzionale (Bold, Helvet- 
te, Times 0 cartuccia esterna), il modo 
di stampa a 1 2 cpi (Draft o High Speed), 
il set di caratteri internazionale, il set di 
caratteri di default (corsivo o grafico 
IBM), il modo di stampa dello zero (con 
0 senza slash); un secondo set permet- 
te la definizione dei parametri legati al 
supporto cartaceo come dimensioni del- 
la pagina (lunghezza tra 3 e 14 pollici), 
skip over perforation, numero di linee 
per pollice, modo di funzionamento del 
Carriage Return e Line Feed ed opzioni 
legate all'uso dell’inseritore automatico 
di fogli disponibile in opzione. 

Infine un ulteriore set di parametri 
permette di configurare l’interfaccia se- 
riale disponibile in opzione, controllan- 
done la velocità, la lunghezza delle 



MCmlcrocompuler n. 94 - marzo 1990 


101 


PROVA 


ITC Souvenir 

ITC SouvsDlr 

Piestige Elite 12HP 

Prestile Elite laff ccndensed 

Normale* p ‘ «* 

lloriale'»'“ 

Noraale*P*e* 

Noraalo^*‘<=* 

Normalep«die« 

HonuleM4i(« 

Noraaleppdic* 

Nonal^«dice 

Corsi vo 

Cor$i9o 

Corsivo 

Corsivo 

Neretto 

Isrstto 

Neretto 

Naiettu 

Sottolineato 

Sottolineato 

Sottolineato 

Sottolineato 

SULL aps 

sua CAPS 

SHLL CIPS 

auLi aps 

COURIER 10 

COURIER 12 

FAST FOCUS 10 

FAST FOCUS 10 

Normale* m c • 

Normale*p‘c* 

Normale®***®* 

Noraale®***®* 

Normalep* d i c • 

Nornalepidic* 

Normalepadice 

NorMlepedlc* 

Corsi vo 

Corsi vo 

Corsi vo 

Corsivo 

Neretto 

Neretto 

Neretto 

Neretto 

Sottolineato 

Sottolineato 

Sottolineato 

Sotlollneoto 

SNILL CiP< 

SULL CIPS 

SIALI CAPS 

SMLL CAfi 



proporzionale bold 

Normale*p‘®* 

Nonnale»«dic« 

Corsivo 

Neretto 

Sottolineato 

SUU CAK 


proporzionale Helvette 

Normale* 

Normalep«<ue« 

Corsivo 

Neretto 

Sottolineato 

SIMUCAPS 


proporzionale Times 

Normale*'’^®* 

Noimalepadict 

Corsivo 

Neretto 

Sottolineato 

SUAli CAP8 


I quattro forti di caralien disponibili 
sulla siempanie: t pruni due in 
modo normale e condertsed; 
Courier e Fast Focus pitch lOe 12 
Tre prove di stampa da pacchetti 
gralici IPC Paintbrush e Borland 
Quattro Proli le prime due sono 
ottenute con nst^uzione verticale 
di 360 e 180 dpi dalla medesima 
immagine. 

A fianco i tre set di caralien pro- 
porzionali: al già disponibile propor- 
zionale bold si sono aggiunti Hel- 
vette e Times. 


102 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 



con l'impiego di un nuovo colore e di un 
coperchio diverso, la sostanza non do- 
veva essere mutata. 

tn effetti non è proprio cosi. La P2 
plus è sicuramente una riedizione della 
P2200. ma ci sembra che sia venuta 
piuttosto bene, la NEC ha investito per 
migliorare i difetti delle P2200, cambian- 
do i trattori e modificando quei partico- 
lari come il coperchio che potevano in 
qualche modo contribuire a rendere più 
efficiente l'operatività. 

Non si può dire che si tratta di un 
prodotto nuovo, ma si tratta sicuramen- 
te di un prodotto che in questa nuova 
riedizione ripeterà il successo già avuto 
a ragione grazie alle sue buone caratte- 
ristiche nella precedente versione. 

Si tratta di una stampante che può 
essere impiegata indifferentemente su 
varie piattaforme hardware, rappresen- 
tate da sistemi personali in ambiente 
MS-DOS a soluzioni meno diffuse, ma 
pur sempre valide ed efficienti come 
quelle basate sui computer Amiga e 
Atari ST. 

Peccato che non si sia provveduto ad 
aggiornare e modificare il sistema di 
settaggio dei parametri che, francamen- 
te, lasciatemelo dire, ci sembra troppo 
esoso in termini di consumo della carta. 

È sicuramente un sistema tuttora vali- 
do e che all’epoca della presentazione 
della P2200 era sicuramente molto 
avanzato, ma ora comincia a risentire 
della macchinosità delle procedure e 
della mancanza di un display di con- 
trollo- 

Sempre molto buona, come nella tra- 
dizione NEC, è la qualità e la dotazione 
dei font di carattere, che con l'aggiunta 
dei nuovi font proporzionali permette di 
ottenere documenti molto curati ed ele- 
ganti. Il prezzo è rimasto pressoché 
invariato e ben si adatta alle caratteristi- 
che della stampante che rimane uno dei 
modelli più richiesti tra le stampanti a 
24 aghi. «c 


word, la parità, i segnali di controllo 
(DCD, CTS e DSR) ed infine il protocollo 
di comunicazione (EXT/ACK. XON/ 
XOFF, XON/XOFF ripetuto). 

La presenza dei nuovi trattori modifi- 
cati facilita l'uso del modulo continuo in 
spinta anche se la stampante rimane 
piuttosto sensibile ad eventuali posizio- 
namenti errati del modulo continuo in 
ingresso ed in uscita. 

Basta infatti che la carta sia legger- 
mente disallineata rispetto alla stam- 
pante. oppure che in uscita trovi un 
ostacolo, per assistere dopo qualche 
pagina di stampa dll'inevitabile accartoc- 
ciamento all'interno della stampante 
stessa. 

Ir> proposito, aH'interno del coperchio 
superiore è riportato in rilievo un pratico 
schema riassuntivo delle possibili com- 
binazioni di trascinamento della carta, i 
relativi percorsi all'interno delta stam- 
pante stessa e la posizione delle varie 
leve di controllo del trascinamento. 

Anche l'apertura anteriore per l'inseri- 
mento dei fogli singoli è stata ulterior- 
mente migliorata grazie all’adozione di 
una seconda aletta di guida del foglio in 
modo da evitare il problema delle stam- 
pe inclinate rispetto al foglio. 


In generale tutte le prestazioni sono 
migliorate ed anche il livello di rumore 
emesso è calato di qualche dB grazie 
alla presenza di un coperchio superiore 
trasparente di foggia e dimensioni diver- 
se da quello della uvecchia» P2200. 

Per ciò che riguarda la grafica, la 
qualità è sempre piuttosto elevata, an- 
che se ci sembra che sia migliorata 
ulteriormente, almeno per ciò che ri- 
guarda la nettezza dei segni, ora meno 
«impastati» rispetto al vecchio modello. 

L'uso con il software non pone alcun 
problema in quanto ora la maggior parte 
dei programmi dispone di driver specifi- 
ci per i prodotti NEC o più in generale 
per le stampanti a 24 aghi. 

La disponibilità di un interruttore fron- 
tale per la scelta del pitch permette di 
selezionare comodamente la densità 
orizzontale dei caratteri offrendo svaria- 
te combinazioni che si estendono tra 10 
e 20 cpi per un totale, rispettivamente, 
di 80 o 160 caratteri per linea. 


Conclusioni 

Quando ho aperto l'imballo della P2 
plus non ho potuto fare a meno di 
pensare che sotto la veste aggiornata 


In allo un particolare 
dei mowrr per i movi- 
menu di carta e testa 
di stampa: a destra, la 
spugna fonoassorben- 
te sulla duale poggiare 
la stampante e l'inter- 
no del pannello sup^ 
riore sul quale sano iry 
dicale le modalità ope- 
rative di alimentazione 
della carta. Qui a fian- 
co é possibile vedere 
le due schede elettro- 
niche della P2 plus. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


103 




Seìkosha SP-2000 

di Massimo Tnjscelli 


L J ultima stampante Seìkosha ad 
essere provata sulle pagine di 
MC é stata la SP-1600AI sul 
numero 82 del febbraio 1989. 

Nelle conclusioni affermavo che si 
trattava di una stampante che sebbene 
a 9 aghi risultava piuttosto indicata per 
le applicazioni richiedenti una buona 
qualità di stampa in modo testo. 

Attualmente la MAFF System, distri- 
butrice dei prodotti Seìkosha. offre nel 
proprio catalogo un ulteriore modello a 
9 aghi con un prezzo particolarmente 
interessante: la SP-2000. 

Sebbene la tendenza del mercato sia 
orientata verso prodotti caratterizzati 
dall'impiego di teste di stampa a 2d 
aghi, o di tecnologie alternative come 
quella del getto d'inchiostro, le stam- 
panti a 9 aghi continuano a rappresenta- 
re uno dei segmenti di mercato più 
nchiesti dagli utilizzatori hobbistici e più 
in generale dalla fascia medio-bassa del- 
l'utenza, soprattutto in virtù dei costi 
particolarmente convenienti. 

La SP-2000 offre caratteristiche di 


buona levatura ed una qualità di stampa 
invidiabile specialmente in considerazio- 
ne della tecnologia a 9 aghi adottata. 
Vediamo meglio quali sono le sue carat- 
teristiche. 

Descrizione 

Il design della SP-2000 é molto piace- 
vole e compatto. Le linee sono morbide 
ed . arrotondate e non sono presenti 
scalini 0 spigolosità. 

Una serie di piccole feritoie caratteriz- 
za la parte anteriore conferendo al tutto 
un aspetto di sapore vagamente auto- 
mobilistico. 

Le dimensioni sono piuttosto conte- 
nute, cosi come lo è anche il peso di 
poco superiore a tre chilogrammi. 

Un pannellino composto da quattro 
tasti a membrana e da tre spie è pre- 
sente sul piano superiore in prossimità 
del lato destro. 

Tale pannello consente di controllare 
le usuali operazioni di messa in linea 
della periferica, line feed, form feed. 


selezione del modo di stampa (draft, 
LQ) e con una serie di procedure, il 
paper parking del modulo continuo nel- 
l’uso dei fogli singoli, la selezione del 
pitch dei caratteri e l'impostazione dei 
margini dei documenti. 

Una caratteristica di interesse è rap- 
presentata dalla presenza della doppia 
interfaccia seriale e parallela, i connetto- 
ri della quale sono ubicati nella parte 
inferiore della stampante in una rierv 
tranza a scalino. 

Si tratta di una soluzione per alcuni 
versi molto comoda, ma che può in 
qualche caso intralciare il percorso del 
modulo continuo specialmente se sì fa 
uso di un sostegno sottostampante. 

Sul coperchio superiore in plastica 
semitrasparente grigia sono serigrafate 
una serie di opzioni corrispondenti alla 
scelta del pitch dei caratteri. 

Contrariamente ad una tradizione 
piuttosto consolidata sugli altri modelli 
di stampanti della Seìkosha, la SP-2000 
presenta due leve differenziate per la 
selezione del modo di trazione della 


104 


MCmicfOCOmputer n, 94 - marzo 1990 


PROVA 

SEIKOSHA SP-2000 


carta (frizione o trazione) e per l'aziona- 
mento della barretta premi-carta. 

Infatti, i lettori più affezionati ricorde- 
ranno come sulla vecchia SP-800, cosi 
come sulla SP-1600, l'astina premi-carta 
era comandata da una leva coassiale 
alla manopola di avanzamento manuale 
della carta; inoltre, tale leva svolgeva 
anche la funzione di caricamento se- 
miautomatico della carta. 

Il pannellino di guida della carta può 
essere posizionato in due diversi modi 
che corrispondono alle condizioni di im- 
piego con il modulo continuo o con il 
foglio singolo. 

Le due emulazioni residenti; EpsonFX 
e IBM Proprinter II permettono l’impie- 
go della stampante con praticamente 
tutta l'attuale produzione di software 
applicativo esistente. 

Le caratteristiche dichiarate parlano di 
una velocità di stampa di 192 cps per il 
modo Draft Fast Elite e di 48 cps per il 
modo NLQ Fast Elite a 12 cpi. 

La stampante è fornita di due set di 
caratteri corrispondenti al modo stan- 
dard (178 caratteri alfanumerici e SO 
caratteri grafici) ed al modo IBM (212 
caratteri alfanumerici ed i soliti 50 carat- 
teri grafici). 

All’interno del coperchio superiore di 
plexiglass. in corrispondenza della guida 
che permette lo scorrimento della testi- 
na è ubicato uno sportellino scorrevole 
che permette l’accesso a due banchi di 
dip-switch per il controllo di una serie di 
parametri. 

Il pomo riguarda il set di caratteri 
internazionali, le modalità operative di 
CR & LF. il tipo di emulazione, la lun- 
ghezza standard delle pagine in pollici 
(11 0 12): il secondo banco controlla i 
parametri riguardanti la porta seriale 



Costnittera; 

Seikosha (Europe) Cmbh, Bramfelder 
Chaussee 70S — D 2000 Hamburg 71 

DIttrìbutora; 

MAFF System sr), Via Paracelso 18. 

22041 Agrate Briaraa IMI) 

Prezzo (IVA esclusa): 

Seikosha SP-2000 L. 590.000 


RS232 direttamente disponibile sulla 
SP-2000. 


Interno 

L'interno della Seikosha mostra una 
costruzione sufficientemente curata ed 
ordinata; la meccanica è rappresentata 
da un compatto monoblocco di materia- 
le plastico dal quale si dipartono un 
certo numero di cavi fomiti di connetto- 
re per il collegamento della testa di 



stampa a 9 aghi e dei piccoli, ma effi- 
cienti. motori alfe rispettive elettroniche 
di controllo. 

La sezione elettronica è invece rap- 
presentata da due schede di dimensioni 
molto diverse: una di dimensioni più 
piccole rappresenta la sezione di ali- 
mentazione; l’altra, più grande, ospita 
tutta l’elettronica di controllo della mec- 
canica. il generatore di caratteri e le 
interfacce. 

Una terza piccola schedina, collegata 
alla precedente dal solito cavo multifila- 
re, corrisponde al piccolo pannello di 
controllo della stampante. 

La meccanica ospita entrambi i moto- 
ri sul lato destro del monoblocco. Un 
particolare che ci ha colpito favorevol- 
mente riguarda il sistema elastico di 
rinvio della cinghia dentata che provve- 
de al trascinamento del gruppo della 
testa di stampa. 

Tale sistema consiste in una guida 
metallica scorrevole all'Interno del mo- 
noblocco, tenuta in posizione da una 
molla che assicura una certa elasticità 
alle sollecitazioni eventualmente intro- 
dotte sulla cinghia di trascinamento. 

f 



r-'" t _ .■! 


Il pannello di controllo ed i connettori di interfaccia ubicali sul tondo della stampante. 




Il coperchio guida carta nelle due posizioni operaliue possibili: una per il modulo continuo, l'altra per i logli singoli. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


105 


PROVA 

SEIKOSHA SP-2000 


DRAFT 

SANS SERIF 

SERIF 

CARATTERE CONDENSATO 17 CPI 
carattere condensato 17 cpi 

Norma le“** *■*=" 

Norma le i.<=« 

Neretto 

Corsiva 

Norma ie*®*=* 
Norma lee*a 
Neretto 

Norma 

Norma lepedic^* 
Neretto 

CARATTERE COSENSATO 80 CPI 
carattere condensata 80 cpi 

Sotto 1 inea to 

Corsivo 

Corsivo 


SNALL CAPS 

Sottolineato 

Sottolineato 



SMLL CAPS 

SflALL CAPS 


Pica 





^ -t. -tei— e FD d. -tc: t“i 1 <f=> 
Carattere pitch 1 
Carattere pitch IB 
Carattere pitch 8 


Elite 

pitch 15 

Carattere pitch 10 


C«aT- Si t ter- e pitch tèa 
Carattere pitch l4 
Carattere pitch 12 
Carattere pitch 8 

Pica 


Elite 

Cat-stter-e pitch 15 
Carattere pitch 10 


Ca.arsL't’teare pit-cla 1© 
Carattere pitch 14 
Carattere pitch 12 
Carattere pitch 8 


Elite 

Garatteare pitch 15 
Carattere pitch 10 


Questo e' un breve testo per saggiare le dif£< 
i caratteri normali ed i caratteri proporzioni 
Il testo e' stato stampato in modo NLQ. 


Questo e' un breve testo per saggiare le differei 
i caratteri normali ed i caratteri proporzionali. 

11 testo e' stato stampato in modo HLQ. 


tten Draft. Sans Sent e Seni. i 
o Ì7 e 20cpied I van pitch 
do Pica ed Elite A lianca un 
ìtatten normali e proporzionali. 



Pamlbrush Le ultime due sono realazale con 
una risoluzione di 240 e 120 dpi 



106 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


PROVA 

SEIKOSHA SP-2000 




Il sistema di selemone del trascmamenio della carta 
ed I due banchi di dip-switch. 


adatta alla stampa di testi, anche se a 
causa della sua non eccessiva velocità 
può provocare qualche attimo di smarri- 
mento in chi é abituato ad adoperare 
stampanti da 200 cps in modo 
NLQ, ma in generale la qualità è 
direttamente paragonabile 
a quella di stampanti 
molto più costose. 
La stampa dei 
caratteri in mod 
Serif LQ è molto 
netta e gradevole, 
ma come al solito po- 
trete valutarla diretta- 
mente (stampa tipografica 
permettendo) nelle prove di 
stampa pubblicate. 

In grafica il discorso cambia 
leggermente in quanto la risoluzio- 
ne verticale di 240 dpi (selezionata dal 
software PC Paintbrush) tende ad ap- 
piattire le immagini; viceversa selezio- 
nando una risoluzione di 120 dpi, l'im- 
magine riprodotta risulta più equilibrata, 
ma affetta da un seppur minimo allun- 
gamento verticale. 


Conclusioni 


Il giudizio è sostanzialmente positivo. 
Il prezzo è piuttosto conveniente rispet- 
to alle prestazioni offerte ed esse sono 
buone in considerazione del fatto che si 
tratta di una stampante a 9 aghi. 

Cinquecentonovantamila lire (IVA 
esclusa) è una cifra piuttosto allettante 
per una stampante di buona qualità co- 
me questa. 

La SP-2000 è una Seikosha, un nome 
che vanta una certa tradizione nel setto- 
re delie periferiche di stampa e ciò 
contribuisce a confermare la validità del 
prodotto. 

Non é forse adatta ad un uso prolun- 
gato ed intensivo, ma è sicuramente 
molto adatta a chi deve usare la stam- 
pante esclusivamente per la stampa di 
dati, eventualmente anche in forma ele- 
gante. 

Non mi sento di consigliarla per appli- 
cazioni grafiche, ma tutto sommato si 
tratta di un consiglio inutile poiché chi 
ha necessità di tale tipo, magari in ma- 
niera piuttosto impegnativa, non si rivol- 
ge certo a stampanti come questa. 

La SP-2000 rappresenta una delle so- 
luzioni migliori per l'utente hobbistico, 
ma anche una valida alternativa per l'u- 
tente professionale che non ha bisogno 
di produrre elevati volumi di stampa. La 
dotazione di serie della doppia interfac- 
cia seriale e parallela la rende inoltre 
adatta a praticamente qualsiasi applica- 
zione con una conseguente versatilità 
molto elevata. mc 


La Seikosha SP- 
2000 è una 
stampante 
molto piacevo- 
le da usare 
che offre una 
serie di caratte- 
ristiche di buon li- 
vello qualitativo 
spesso non presenti 
nemmeno su stampanti di 
prezzo e prestazioni più elevate. 

Innanzitutto la gestione della carta 
realizzata in maniera pressoché p 
fetta. 

Non ci è mai capitato dì riscontrare 
problemi né con il modulo continuo, né 
tantomeno con i fogli singoli. 

Anche l'operazione dì «paper par- 
king», ottenibile agendo contempora- 
neamente sui tasti On Line e Form 
Feed. non presenta alcun inconvenien- 
te, analogamente al caricamento auto- 
matico della carta. 

Le operazioni di settaggio del pitch 
dei caratteri sono direttamente accessi- 
bili anche a stampante accesa senza 
dover necessariamente dover spegnere 
la periferica per settare i vari parametri. 

La procedura viene attivata premendo 
I due soliti tasti On Line e Form Feed fin 
quando la spia On Line non inizia a 
lampeggiare; successivamente pre- 
mendo i tasti Form Feed e Line Feed si 
può far avanzare la testa di stampa fino 
al riferimento, serigrafato sul coperchio 
superiore, corrispondente al pitch di ca- 
rattere prescelto (Pica 10. Elite 12. Con- 
densed 17, Condensed 20. Proporziona- 
le, Fast Elite), Altri due riferimenti con- 
sentono di impostare i parametri riguar- 
danti i margini destro e sinistro e di 
cedere il controllo del pitch dei caratteri 
alle sequenze di ESCape provenienti dal 
computer (CODE). 

Un discorso a parte merita il settag- 
gio del modo di stampa Draft e/o NLQ. 
Premendo il tasto una prima volta (a 
spia corrispondente comincia a lampeg- 
giare, accompagnata da un beep. indi- 
cando che è stato selezionato il set di 
caratteri Sans Serif; se si preme due 
volte, aumenta corrispondentemente il 
numero di beep e la spia luminosa 
rimane accesa indicando la selezione 
del set di caratteri Serif NLQ; una ulte- 
nore pressione del tasto provoca 3 be- 
ep ed il ritorno al modo di stampa Draft. 

I) piccolo pannello di controllo sovrin- 
tende anche ad altre funzioni nel mo- 
mento in CUI si accende la stampante: 
infatti, premendo il tasto LF all’accen- 
sione, la stampante esegue il self test 
di stampa; premendo il tasto On Line 


nelle medesime condizioni, viene ese- 
guita una stampa che indica il corrente 
settaggio dei parametri riguardanti i due 
banchi di dip-switch già menzionati. 

Vale la pena ricordare, per chi non lo 
sapesse (spero siano pochi), che ogni 
operazione eseguita sui dip-switch per 
essere attivata necessita dello spegni- 
mento e della riaccensione della stam- 
pante stessa. 

La SP-2000 si è dimostrata molto 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


107 




CD-ROM Zanichelli 

Scaffale Elettronico 
e 12-Lingue 


di Corrado Giustoz2i 


I l compianto Marcello Marchesi disse 
una volta che amava guardare i film 
di fantascienza perché gli piaceva il 
modo in cui si aprivano le porte. La 
battuta é simpatica e stigmatizza in mo- 
do assai efficace la tendenza, tipica di 
certa fantascienza dozzinale specie de- 
gli anni passati, a mostrare scenografici 
Quanto assurdi servomeccanismi per in- 
generare nello spettatore una sensazio- 
ne di «futuro tecnologico», spesso però 


ottenendo solo effetti ridicoli. 

Analogamente il sottoscritto ha sem- 
pre deriso i vari tentativi, facenti parte 
del repertorio di quasi tutti gli scrittori di 
fantascienza, di descrivere il «libro del 
futuro». Come nel caso delle porte di 
Marchesi anche il concetto di libro é 
infatti stato spesso stravolto fino a per- 
dere qualsiasi connotazione ragionevole 
pur di stupire il lettore con qualcosa di 
nuovo e futuribile. La casistica potrebbe 


essere amplissima: si va dal cubo di 
materiale translucido che viene «letto» 
proiettandone olograficamente il conte- 
nuto, al più verosimile microchip i cui 
dati vanno visualizzati su di uno scher- 
mo, fino a giungere a supporti ancora 
più strani che trasmettono la conoscen- 
za subliminalmente o mediante connes- 
sioni dirette ai neuroni del cervello. 
Sembra, insomma, che per immaginarsi 
il libro del futuro basti solo avere una 


MCmicrocompuler n. 94 • marzo 1990 


PROVA 

CD-ROM ZANICHELLI 


fantasia particolarmente sciolta e non 
serva invece tenere in conto alcuna 
verosimiglianza di tipo pratico. 

Tale questione è stata sottilineata 
qualche anno fa nientemeno che da 
Isaac Asimov il quale, oltre che essere 
un famoso scrittore di fantascienza, è 
soprattutto uno scienziato ed un validis- 
simo divulgatore scientifico. In un breve 
saggio apparso sulla sua rivista, il «buon 
dottore» descriveva, col suo accattivan- 
te stile a metà fra il discorsivo e l'acca- 
demico. il «libro definitivo»: ossia il sup- 
porto ideale del libro del futuro. Trala- 
sciando inizialmente la descrizione della 
natura fisica del supporto e delle moda- 
lità di registrazione delle informazioni, il 
saggio cominciava elencando le mirabo- 
lanti proprietà di tale innovativo ogget- 
to: esso contiene diversi MByte di in- 
formazioni codificate in pochi centimetri 
cubi di materia: è in grado di mantener- 
le inalterate per moltissimo tempo, an- 
che diversi secoli: ha una struttura 
ideata per favorirne la fruizione sequen- 
ziale. che però all'occorrenza permette 
anche agili interrogazioni random in 
avanti ed all'indietm; consente di rego- 
lare la velocità di assorbimento delle 
informazioni secondo i propri ritmi fisio- 
logici, lasciando libero II fruitore di sof- 
fermarsi più a lungo su certe sezioni e 
meno su altre ed eventualmente con- 
sentendogli di accedere nuovamente e 
rapidamente a sezioni già viste: offre la 
possibilità di marcare opportunamente 
alcune sezioni per reperirle più facil- 
mente: può essere fruito senza bisogno 
di ricorrere a particolari apparecchiature 
esfeme; e nonostante tutto ciò é piutto- 
sto economico e di facile costruzione. 


CD-ROM Zanichelli 


Produttore: 

Zanichelli Editore 
Via Irnerio. 34 
401Z6 Bologna 
Preai UVA esclusa) 

I2-Lingue: L 780.000 

Scaffale Elettronico ■ Dizionari: L S80.000 


L'articolo concludeva dimostrando che il 
supporto ideale per tale oggetto, l'unico 
che consente di soddisfare contempo- 
raneamente tutte queste desiderabili 
proprietà, esiste già ed anzi lo utilizzia- 
mo tutti quanti più 0 meno quotidiana- 
mente: si tratta del buon vecchio libro 
di carta, formato da tante pagine una 
appresso all'altra. Una struttura millena- 
ria talmente efficace che. secondo Asi- 
mov, nessun surrogato tecnologico più 
o meno audiovisivo sarà mai in grado di 
sostituire del tutto. 

Al di là del paradosso e della gradevo- 
le presa in giro resta il fatto che proba- 
bilmente Asimov ha ragione: nessuna 
versione olografica o subliminale di un 
libro sarà mai tanto comoda e piacevole 
da leggere quanto quella cartacea. Ma 
c'è una notevole eccezione a questo 
ragionamento: quello dei libri di consul- 
tazione. quelli cioè che non vanno letti o 
imparati ma solo consultati secondo ne- 
cessità per reperirvi informazioni ivi co- 
dificate. Per questa particolare famiglia 
di libri (meglio sarebbe definirli «archivi» 
o «cataloghi») la tradizionale struttura 
cartacea è pesantemente inefficiente in 


quanto limita drasticamente le possibili- 
tà di ricerca. In questo caso è lecito ed 
anzi desiderabile aspirare alla realizza- 
zione di un supporto concettualmente 
differente a quello della pagina stampa- 
ta. tale da consentire un'interazione 
maggiore col «fesfo« e soprattutto offri- 
re delle modalità di consultazione più 
efficaci e potenti. Bene, tale strumento 
oggigiorno esiste e si chiama CD-ROM. 
Probabilmente non è il «libro del futuro» 
e non sostituirà mai i libri tradizionali per 
quanto riguarda la saggistica o la narrati- 
va ma. unito alla potenza del computer, 
é certamente lo strumento ideale per 
rendere finalmente maneggevoli ed uti- 
lizzabili quei libri piuttosto speciali che 
sono i dizionari, gli elenchi, le enciclo- 
pedie. 

Dalla carta al CD-ROM 

Se, come abbiamo appena detto, il 
supporto ideale per un libro normale è e 
probabilmente rimarrà quello tradiziona- 
ie, perché invece per un dizionario od 
un’enciclopedia ciò non è più vero? Per 
un motivo molto semplice legato alla 
differente modalità di fruizione di que- 
sto tipo di opere. I dizionari e le enciclo- 
pedie, lo sappiamo tutti, sono opere di 
consultazione, ossia vengono utilizzate 
per ricercare particolari elementi fra 
quelli elencati al loro interno. Ma la 
struttura cartacea impone alia massa di 
dati che formano l'opera uno ed un solo 
ordinamento fra tutti quelii possibili. E 
ciò limita di fatto le possibili ricerche ad 
una sola; quella conseguente al tipo di 
ordinamento prefissato. 

É noto infatti che la possibilità di una 



MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1 990 





ricerca efficiente in un insieme di dati è 
strettamente legata alla presenza di un 
opportuno criterio di ordinamento nei 
dati stessi. In mancanza di tale ordina- 
mento la ricerca virtualmente è ancora 
possibile ma risulta del tutto improponi- 
bile nella pratica. L'esempio classico 
che si fa per spiegare questo fenomeno 
è quello dell'elenco del telefono. La SIP 
stampa i propri elenchi in ordine alfabe- 
tico di abbonato perché la ricerca sul 
nome dell’abbonato è statisticamente 
quella che viene effettuata con maggio- 
re frequenza e dunque è giusto favorir- 
la. Negli elenchi dunque risulta facile 
trovare il numero di telefono corrispon- 
dente ad un abbonato noto, come tutti 
sappiamo per esperienza diretta, ma 
non il contrario. In pochi secondi chiun- 
que può. ad esempio, reperire il numero 
della Technimedia: basta aprire il secon- 
do volume dell’elenco relativo al distret- 
to di Roma, localizzare la T e successi- 
vamente il triolo TEC dopodiché con 
una ulteriore rapidissima ricerca nella 
pagina II gioco é fatto. Ma supponiamo 
ora di voler sapere a quale abbonato 
corrisponde il numero 41.80.300 del di- 
stretto di Roma. Come possiamo fare? 
Purtroppo in questo caso gli elenchi non 
ci servono a nulla, a meno di non voler 
scorrere sequenzialmente tutti i numeri 
che vi sono elencati fino ad imbatterci 
in quello desiderato, un compito chiara- 
mente impossibile. Cosa ostacola la no- 
stra ricerca? Il fatto che l’elenco sia 
ordinato per nome e non per numero. 
Se avessimo un ipotetico elenco ordina- 
to per numero di telefono la nostra 
ricerca sarebbe possibile; su quello 
standard essa non lo è perché la sua 
struttura dati non è quella giusta per la 
ricerca che serve a noi. Solo la SIP 
dispone di un elenco in ordine di nume- 
ro {un «indice alternativo» sul file degli 
abbonati, per essere precisi) ed è cosi 


!2-Lingue A sinsirs la 
s calla della modalilè di 
consultazione. In alto 
a destra la scelta della 
lingua di partenza e di 
quella di arrivo. Qui a 

PO dì ricerca, é sele- 
zionala quella «in- 


che il servizio 12 può fornire il nome di 
un abbonato conoscendo il numero. 

Trasportando questo esempio nel 
campo dei dizionari possiamo vedere 
che il vantaggio di avere un'opera di 
consultazione su CD-ROM è quasi 
esclusivamente quello di poter disporre 
di indici alternativi di ricerca. Se tutte le 
operazioni possibili su un dizionario CD- 
ROM si limitassero infatti alla sola lettu- 
ra sequenziale o alle ricerche secondo 
l'ordinamento naturale non vi sarebbe 
alcuna differenza rispetto all'uso del 
medesimo dizionario su carta; ed anzi, 
rientrando nei caso del libro di Asimov. 
dovremmo concludere che l’uso del te- 
sto stampato risulterebbe sicuramente 
più semplice e pratico. Ma le cose non 
stanno così, per nostra fortuna, ed i 
dizionari su CD-ROM risultano di gran 
lunga più utili (in quanto più fruibili) di 
quelli su carta. Un esempio? Eccovelo 
subito. È noto che un dizionario serve a 
cercare l'esatto significato di una parola 
nota; però quante volte ci è capitato 
(magari facendo le parole crociate...) di 
chiederci «qual è quella parola che corri- 
sponde a...», ossia di avere la necessità 
di trovare la parola conoscendone la 
definizione? Ciò equivale esattamente a 
voler ricercare il nome dell'abbonato 


nell’elenco dato il telefono e dunque, 
data la struttura rigida del dizionario di 
carta, già sappiamo trattarsi di una ricer- 
ca «impossibile». Ed é un peccato per- 
ché spesso sono proprio ricerche del 
genere che sarebbero le più utili. Però 
una volta trasportato l’intero dizionario 
su CD-ROM nulla vieta a chi lo produce 
di inserirvi anche degli indici multipli di 
ricerca che permettano di colmare que- 
sta lacuna. Tali indici possono ad esem- 
pio consentire dei facili riferimenti incro- 
ciati, seguendo la catena di rimandi da 
una voce all’altra, ed anche permettere 
«ricerche inverse» svolte sulle definizio- 
ni anziché sulle parole. La velocità del 
computer fa naturalmente il resto. Cosi 
possiamo ipoteticamente svolgere una 
ricerca inversa basata sulla parola «tipo- 
grafia» avendo presto come risultato un 
elenco di tutte quelle parole che, all’In- 
terno della loro definizione, contengono 
la parola «tipografia». 

La potenzialità di uno strumento del 
genere dovrebbe ora apparire chiara. 
Esso permette di compiere ricerche che 
l'equivalente supporto cartaceo non 
consente, ottenendo risultati assai pre- 
ziosi. Naturalmente l'esempio del dizio- 
nario può essere allargato a qualsiasi 
opera di consultazione, daH’enciclopedia 


110 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 





agli elenchi del telefono ai dati cartogra- 
fici e via dicendo. Sempre che, è ovvio, 
esso preveda in partenza un indice ade- 
guato e sia dotato di un programma di 
ricerca ad hoc. 

Le CD-ROM Zanichelli 

Zanichelli è un nome che non ha 
bisogno di molte presentazioni. Specia- 
lizzata da sempre nella produzione di 
grandi opere di consultazione, oltre che 
di testi didattici e di saggistica, la casa 
bolognese è sicuramente un simbolo di 
autorevolezza nel mondo deH'editorìa 
italiana. 

Dimostrando un lodevole interesse 
per il nuovo mezzo la Zanichelli si è 
lanciata già da tempo in quella che essa 
stessa chiama «editoria elettronica», 
ossia la produzione di CD-ROM. Il suo 
catalogo dispone al momento di tre 
titoli di cui due di argomento lessicogra- 
fico. ossia più vicini all'attività primaria 
dell'azienda. È chiaro infatti che risulta 
relativamente facile per un editore di 
dizionari, dotato in casa di strumenti 
informatici, riversare dai propri compu- 
ter ad una CD-ROM il patrimonio di dati 
che forma un dizionario. Così ha dun- 
que fatto Zanichelli preparando le due 


12-Ungue. In alto a si- 
nistra miiiamo la ncer- 
C9 inversa della parola 
•hipo‘. Qui a UantM 
vediamo il risultato 
sintetico della ricerca, 
mentre a destra quello 
analitico relativo al 


CD-ROM che vi presentiamo questo 
mese. 

La prima, edita già da un paio d'anni e 
realizzata in collaborazione con i princi- 
pali editori di dizionari del mondo, si 
chiama 12-Lingue e contiene i testi di 
diciotto dizionari in dodici lingue con 
l'inglese in comune. La seconda. Lo 
Scaffale Elettronico - Dizionari, contiene 
invece sei opere centrate sulla lingua 
italiana, fra le quali spicca il famoso 
dizionario Zingarelli minore (che fra l'al- 
tro viene fornito in versione tradizionale 
assieme alla CD-ROM). Della prima in 
effetti vi abbiamo già parlato in occasio- 
ne delia sua uscita e ve la riproponiamo 
brevemente soprattutto per completez- 
za; la seconda è invece di recente pub- 
blicazione e ci sembra meriti una descri- 
zione più accurata. 

Entrambi i CD seguono naturalmente 
Il formato High-Sierra che è lo standard 
di fatto nel settore e dunque risultano 
compatibili praticamente con qualsiasi 
lettore di CD del mercato. 


12-Lingue 

Il dizionario multilingue CD-ROM con- 
tiene, come detto poc'anzi, ben 18 di- 
zionari in 12 lingue: cinese, danese. 


finlandese, francese, giapponese, ingle- 
se, Italiano, norvegese, olandese, spa- 
gnolo, svedese, tedesco. Tutti hanno 
come lingua traducente l'inglese, alcuni 
però sono dizionari multilingue (ad 
esempio lo Zanichelli tnglese/Francese/ 
Tedesco/ltatiano/Spagnolo ed il Sansyu- 
sya Inglese/Tedesco/Giapponese) ed 
uno è un dizionario monolingua di 
espressioni idiomatiche inglesi ed ame- 
ricane (NTC). Alcuni fra i dizionari pre- 
senti si sovrappongono in parte agli altri 
ma ciò non é un male in quanto permet- 
te di operare su spettri di scelta più 
ampi durante talune ricerche. Quattro 
inoltre sono dizionari specializzati su 
materie scientifiche e tecnologiche. 

Assieme al CD-ROM viene fornito un 
floppy contenente il programma di inter- 
rogazione. realizzato in diverse versioni 
a seconda del tipo di lettore disponibile. 
Quello da preferirsi, se possibile, è ov- 
viamente quello scritto per i CD compa- 
tibili con le Microsoft CD-ROM Exten- 
sions le quali permettono di integrare al 
meglio la CD-ROM col sistema operati- 
vo MS-DOS. 

La funzione diretta del 12-Lingue è 
ovviamente quella di tradurre un voca- 
bolo dall'inglese ad una lingua fra quelle 
rappresentate e viceversa. È chiaro p^ 
rò che tale funzione, da sola, non giusti- 
fica la realizzazione della CD-ROM: ed 
infatti ve ne sono diverse altre, decisa- 
mente più potenti, realizzate combinan- 
do tra loro differenti tipi di ricerca. Ad 
esempio una relativamente semplice 
ma già assai utile è quella che permette 
di tradurre vocaboli fra due lingue qual- 
siasi delle dodici disponibili senza limita- 
zioni nella scelta della lingua di origine o 
di arrivo. Ciò viene fatto ovviamente in 
due passaggi utilizzando l'inglese come 
lingua comune. Ad esempio volendo 
tradurre la parola «uomo» dall'italiano al 
cinese il programma prima ricercherà le 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 




PROVA 

CO-ROM ZANICHELLI 



possibili traduzioni di «uomo» in inglese 
sfruttando il dizionario Italiano-Inglese (o 
i diversi dizionari se ve n'è più d'uno) e 
poi per ciascuna traduzione cosi reperi- 
ta prowederà a ricercare le corrispon- 
denti traduzioni in cinese usando il dizio- 
nario Inglese-Cinese. 

Un'altra possibilità, assai più potente, 
è Quella offerta dalla ricerca «inversa», 
ossia suirinsieme delle definizioni «di 
arrivo» in una data lingua anziché su 
quelle «di partenza» nella propria. Tale 
funzione permette spesso di identifica- 
re entità lessicali spesso sfuggenti a 
ricerche convenzionali quali i modi di 


dire, le affinità, le frasi fatte, le espres- 
sioni idiomatiche. Ancora un'altra possi- 
bilità é consentita da una particolare 
modalità di ricerca che consente di tro- 
vare dei «sinonimi» in senso lato di una 
parola data; il programma può essere 
condizionato a considerare come «sino- 
nimi» tutti i termini che traducono una 
medesima parola e ciò. unito alla ricerca 
inversa, permette di simulare la presen- 
za di dizionari dei sinonimi in tutte le 
lingue presenti. 

Il programma di consultazione è del 
tipo TSR (Terminate and Stay Resident): 
esso rimane sempre in memoria e può 


essere invocato mediante una particola- 
re sequenza di tasti. Benché molto po- 
tente nelle ricerche ci è tuttavia sem- 
brato un po' limitato piuttosto rozzo a 
livello di interfaccia utente, risentendo 
forse in parte della sua età (due anni in 
questo mondo sono tantissimi!). Ad 
esempio non sfrutta in modo consisten- 
te i tasti di movimento del cursore 
preferendo affidarsi ai meno intuitivi ta- 
sti funzione, non riconosce e non gesti- 
sce i modi di visualizzazione a 43 e 50 
linee consentiti dalle schede EGA e 
VGA (che invece sarebbero comodissi- 
mi per avere più materiale sullo scher- 



112 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 







PROVA 

CD-ROM ZANICHELLI 



mo), ha una presentazione a video ab- 
bastanza povera e poco chiara, imple- 
menta un cut & paste veramente mini- 
male. Inoltre, e questa è forse la pecca 
maggiore, una volta installato in memo- 
ria non può più essere rimosso. A noi è 
anche capitato che sia entrato in conflit- 
to con un altro TSR (il programma di 
comunicazione Mìrror NI) provocando il 
blocco del sistema. Un punto interes- 
sante a suo vantaggio è invece la possi- 
bilità di visualizzare i termini cinesi e 
giapponesi mediante ideogrammi Kanji, 
ovviamente senza possibilità di effet- 
tuarne il cut S paste. 


Scaffale Elettronico 

Lo Scaffale Elettronico contiene una 
serie di volumi incentrati sulla lingua 
italiana che dovrebbero risolvere i più 
comuni problemi che si incontrano nello 
scrivere quotidiano e nelle traduzioni 
principali. Essi sono: il nuovo Zingareili 
minore (vocabolario della lingua italiana), 
il dizionario dei sinonimi e contrari, il 
Manuale di Stile, il Ragazzini/Biagi Con- 
cise (dizionario Italiano-Inglese), il Boch 
minore (dizionario Italiano-Francese), 
Odd Pairs & False Friends (dizionaho di 
false analogie e ambigue affinità fra 


Italiano ed Inglese). Les Faux Amis aux 
Aguets (dizionario di false analogie e 
ambigue affinità fra Italiano e Francese). 

Inutile dire che II piatto forte della CD- 
ROM è lo Zingareili, che come accenna- 
to è presente nella confezione dì vendi- 
ta anche in versione cartacea. C'è ma- 
gari da domandarsi come mai sia stata 
scelta l'edizione minore anziché quella 
completa: problemi di spazio sulla CD- 
ROM sicuramente non ve ne sono, dato 
che dei circa 600 MByte potenzialmen- 
te utilizzabili diverse centinaia restano 
vuote. 

Il programma di interrogazione é con- 


Breve storia del CD-ROM 


Il CD-ROM, lo sappiamo tutti, é nato 
piuttosto di recente come ricaduta tecnolo- 
gica nel settore informatico di un progetto 
nato molti anni fa in campo audio. Il Com- 
pact Disc è stato infatti originato da uno 
sforzo congiunto di Sony e Philips, concre- 
tizzatosi ufficialmente negli anni a cavallo 
fra gli ultimi 70 ed i primi '80 (la conferen- 
za stampa che sancì la prima presentazio- 
ne del CD semidefinitivo ebbe luogo per la 
cronaca ad Eindhoven l'8 marzo del 1979), 
teso a realizzare un sistema che fosse in 
grado di codificare digitalmente segnali 
musicali con assoluta fedeltà e sicurezza di 
riproduzione e dunque potesse soppiantare 
l'oramai obsoleto disco analogico in vinile. 
Nel CO audio furono impiegate tecniche 
matematiche allo stato deH’arte per assicu- 
rare la piena leggibilità dei dati anche in 
seguito a danni fisici del supporto, e fu 
adottata una sofisticatissima tecnok^ia ot- 
tica per poter registrare e rileggere in mo- 
do economico diverse centinaia di MByte 
di dati su un dischetto dal diametro di soli 
dodici centimetri. 


Trattandosi di un supporto digitale dall'e- 
levatissima capacità, caratterizzato da 
un'ottima sicurezza nella rilettura, da un 
buon tempo d'accesso alle informazioni e 
dal fatto di essere ovviamente a sola lettu- 
ra, il CD fu presto adocchiato dall’industria 
informatica come strumento ottimale per la 
memorizzazione e la distribuzione di ampi 
data base di sola consultazione. Il CD infor- 
matico fu subito ribattezzato CD-ROM 
(Compact Disk Read Onty Memory) e co- 
me tale divenne oggetto di alcuni primi 
pionieristici tentativi di commercializzazio- 
ne. Un grosso problema era però costituito 
dalla mancanza di una standardizzazione 
dei formati di registrazione, senza la quale 
una reale diffusione dei CD-ROM era ovvia- 
mente impossibile. Infine un accordo fra 
costruttori di hardware e software house 
portò alla creazione dello standard cosid- 
detto «High-Sierrea e con esso alla reale 
nascita del mercato dei CD-ROM. Di ciò 
abbiamo diffusamente parlato in passato e 
dunque non è il caso di tornarci sopra in 
questa sede. Basta solo dire che oggigior- 


no per poter collegare un qualsiasi lettore 
di (ÌD-HOM al proprio computer MS-DOS 
bastano solo due appositi software: un 
device driver specifico per il lettore, fornito 
dal costruttore del lettore stesso, e le 
cosiddette «CD-ROM extensions», un soft- 
ware standard fornito dalla Microsoft che 
costituisce il «cuscinetto» fra l'MS-OOS ed 
il device driver. Il CD-ROM viene cosi visto 
come un drive di rete sul quale possono 
agire come di consueto i normali comandi 
DOS come pure programmi eventualmente 
scritti dall'utente. 

Ovviamente nel caso di CD-ROM com- 
prendenti speciali data base, come quelli di 
cui stiamo parlando, è necessario disporre 
di un apposito programma di interrogazione 
scritto su misura degli archivi; esso viene 
preparato dal produttore del data base e 
fornito col CD-ROM stesso. Invece nel 
caso di CD-ROM contenenti file o program- 
mi (ve ne sono molti oramai) basta il sem- 
plice DOS per consentire il pieno reperi- 
mento dei dati. 

C.G. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


13 







tenuto sulla stessa CD-ROM e va tra- 
sferito sul disco rigido del computer 
(che è pressoché indispensabile) per 
essere utilizzato previa piccola configu- 
razione. Tale programma, realizzato dal- 
la Etkon compatibilmente con le specifi- 
che del Bookshelf Microsoft, ci è sem- 
brato particolarmente ben fatto. A pre- 
scindere dalie ampie possibilità di ricer- 
ca che offre, delle quali discuteremo fra 
un attimo, anche gli aspetti tecnici sono 
molto ben curati. E un TSR «bene edu- 
cato» in grado di disinstallarsi a richiesta 
dalla memoria; riconosce e gestisce in 
modo trasparente i modi video EGA e 
VGA a 43 e 50 linee; ha una interfaccia 
utente chiara e pulita con menu a tendi- 
na (con tanto di ombre portate, oggi- 
giorno così di moda...) che prevedono 
anche l'uso del mouse, dispone di help 
in linea del tipo sensibile al contesto; è 
in grado di riconoscere i più diffusi word 
processor per effettuare la funzione di 
cut & paste nel modo più opportuno, 
ossia rispettando le convenzioni locali 
per quanto riguarda la formattazione del 
testo: può infine essere parzialmente 
personalizzato per quanto riguarda l'uso 
dei colori. Si tratta insomma di un pro- 
dotto decisamente di elevato livello, 
molto potente ma altrettanto facile da 
usare anche per utenti non informatica- 
mente ferrati. 

Le ricerche che esso permette di 
eseguire sono fondamentalmente di 
due tipi: dirette ed inverse. Quelle diret- 
te corrispondono all'uso tradizionale del 
dizionario di carta mentre quelle inverse 
permettono di reperire tutte le parole 
aventi nelle proprie definizioni una o più 
parole date. In questo caso i criteri di 
ricerca possono essere anche molto 
complessi, comprendendo la possibilità 
di legare le parole chiave tra loro me- 
diante congiunzioni AND e/o OR anche 
in combinazione. Per default attivando 


Scaffale. A sinistra il 
menu di seleiione del- 
le ricerche. A destra m 
alio II menu di impo- 
stazione della ricerca: 
vogliamo tutte le paro- 
le attinenti alla tipogra- 
/Ì3. A destra il risultato 
sintetico della ricerca. 


una ricerca il programma propone come 
parola chiave quella sulla quale si trova- 
va il cursore, una comodità che esem- 
plifica la cura nella realizzazione del si- 
stema. Durante la ricerca viene mostra- 
ta graficamente la percentuale di lavoro 
svolto cosi da dare un’idea del tempo 
ancora necessano al completamento 
della ricerca. Dobbiamo dire tuttavia che 
raramente ci è capitato di dover atten- 
dere più di cinque o sei secondi. Il 
risultato di una ricerca può essere visua- 
lizzato in modo sintetico o analitico, 
esplorato con gli scorrimenti o con i 
comandi di un apposito menu di naviga- 
zione, tagliato ed importato nel proprio 
word processor mediante il passaggio 
intermedio in un versatile «scratchpad». 
Si possono inoltre inserire dei «s^nali- 
bri» nel testo per successivi riferimenti 
rapidi, passare alla voce precedente o 
successiva nel caso di risultati multipli, 
consultare in ogni momento l’indice del 
volume e tante altre cose ancora, per 
una gamma veramente completa ed 
utile di possibilità. 

Il Manuale di Stile ha modalità di 
consultazione leggermente differenti: 
benché anche su di esso si possano 
effettuare ricerche per lemmi tuttavia 
più frequentemente lo si leggerà né più 


e né meno che come un libro stampa- 
to: perciò è possibile visualizzarne l'indi- 
ce ed accedere direttamente alle sezio- 
ni volute, le quali vengono visualizzate a 
schermo pieno sul monitor. 

Quello che si può fare con lo Zingarei- 
li in linea e le varie possibilità di ricerca 
è indubbiamente notevole. Come spie- 
gavamo poco fa le ricerche più interes- 
santi (e perché no, divertenti) sono 
quelle «inverse» che permettono di re- 
perire parole partendo dalle definizioni. 
Naturalmente si possono fare anche 
ricerche dirette e/o semplicemente 
scorrere il dizionario a video come si 
farebbe con quello di carta. Anche i due 
dizionari di ambigue analogie e false 
affinità risultano particolarmente inte- 
ressanti da leggere «al contrario», ossia 
mediante ricerche inverse. In ogni caso 
questa CD-ROM è sicuramente un og- 
getto stimolante, sia che lo si usi come 
vero e proprio strumento di lavoro sia 
che lo si sfrutti per giocare, curiosando 
qua e là negli inesauribili e spesso sco- 
nosciuti meandri della nostra lingua. La 
sua consultazione è resa particolarmen- 
te efficace dal buon programma fornito 
a corredo che spesso invoglia proprio a 
svolgere ricerche per il solo gusto di 
farle. 


114 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 




CD-ROM: fenomeno per tutti 
o per pochi? 

Abbiamo finora discusso dei vantaggi 
teorici delle opere di consultazione su 
CD-ROM e di quelli pratici riscontrabili 
in due particolari realizzazioni di ottimo 
livello. Ma il discorso non può conside- 
rarsi concluso senza alcune considera- 
zioni di carattere commerciale, le sole 
che potranno sancire o meno il succes- 
so di massa di questi particolari «non- 
libri». 

E qui il discorso si fa spinoso. Infatti 
tradizionalmente il costo delle CD-ROM 
è piuttosto elevato, dell'ordine delle di- 
verse centinaia di migliaia di lire: in 
particolare circa ottocentomila lire per il 
12-Lingue e seicentomila per lo Scaffale 
Elettronico - Dizionari. Di primo acchito 
tali prezzi sembrerebbero dei tutto spro- 
positati, per via dell'inevitabile paragone 
con i normali CD audio che invece co- 
stano poche decine di migliaia di lire. 
Ma tale paragone è sostanzialmente 
scorretto e vediamo subito di spiegare 
perché. In primo luogo é chiaro che non 
è il costo del supporto ciò che maggior- 
mente conta quanto il costo dell’opera 
per chi la produce. Ed un dizionario ha 
dei costi di realizzazione elevatissimi. 


Il £Ji voi sapevano che 
ipescev 6 un termine 
del gergo npografico? 
Qui a fianco: il Manue- 
le di Siile. A destra. 

durante la riavigaaione 


dovuti sostanzialmente al lungo arco di 
tempo ed all'elevato numero di persone 
necessari per la sua produzione. Senza 
contare l'incidenza dei diritti d'autore, 
pesantissima ad esempio nel caso del 
12-Lingue che comprende un elevato 
numero di opere di editori stranieri. In 
secondo luogo un CD-ROM ha un valo- 
re aggiunto superiore non solo a quello 
di un CD audio ma anche di molto 
superiore a quello della stessa opera 
stampata su carta in quanto offre possi- 
bilità di fruizione assai maggiori, grazie 
alle varie sofisticate modalità di ricerca 
e consultazione che abbiamo appena 
visto. 

Ma il punto sostanzialmente decisivo 
nella determinazione del costo finale di 
una CD-ROM, così come di qualsiasi 
altro oggetto commerciale, è la sua 
diffusione. È chiaro che la capacità po- 
tenziale di vendita di una CD-ROM non 
è neppure paragonabile a quella di un 
CD audio; e parliamo di differenze di un 
paio di ordini di grandezza, non certo di 
qualche migliaio di copie. Se i CD-ROM 
si vendessero dieci volte di più coste- 
rebbero probabilmente dieci volte di 
meno, il che li renderebbe addirittura 
più competitivi dei CD audio. È probabi- 
le che tale fenomeno si realizzi in prati- 


ca; noi anzi ci attendiamo per un prossi- 
mo futuro il calo dei prezzi delie CD- 
ROM, anche se ragionevolmente non 
sembra verosimile che esso avvenga in 
tempi brevissimi ed a livelli sostanziali. 
D’altro canto è anche pensabile che se 
il mercato dimostrerà di gradire più del 
previsto tale tipo di prodotti la tendenza 
al ribasso si accelererà a ritmi maggiori, 
come in effetti é accaduto proprio per i 
CO audio e sta accadendo attualmente 
per le videocassette. 

Resta il fatto che in qualche maniera 
occorre rompere questo circolo vizioso. 
E secondo noi un prodotto idoneo a 
farlo è proprio lo Scaffale Elettronico 
che non costa moltissimo soprattutto in 
rapporto alla sua grande utilità. Il 12- 
Lingue. da questo punto di vista, pur 
essendo certamente uno strumento po- 
tentissimo, è di utilizzo assai più specia- 
listico e quindi per forza di cose limita- 
to; non è certo un prodotto per un 
utente medio, insomma, e per quanto 
se ne possa auspicare la diffusione è 
chiaro che. per forza di cose, essa ri- 
marrà sempre scarsa. Mentre lo Scaffa- 
le Elettronico ha potenzialmente uno 
spettro di applicazione ben più ampio: 
esso infatti non si rivolge solo ai profes- 
sionisti della parola, come potrebbe su- 
perficialmente sembrare, ma a tutti co- 
loro che già posseggono un dizionario 
su carta. La sua presenza infatti non si 
sovrappone a quella dell’opera tradizio- 
nale ma, come abbiamo avuto modo di 
spiegare, la completa e la supplementa. 
Certo bisogna essere fortemente moti- 
vati per acquistare da zero un lettore di 
CD solo per farci girare il dizionario: ma 
se già lo si possiede (i prezzi anche in 
questo caso stanno scendendo e l'ac- 
quisto risulta sempre più consigliabile) 
probabilmente lo Scaffale Elettronico ri- 
sulta al momento uno dei migliori acqui- 
sti possibili. ^ 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


115 




Lotus 123 Rei 2.2 


di Francesco Petroni 


L a Lotus Corporation continua a 
puntare sul vecchio 123. che é il 
prodotto cui più è legata la storia 
dell'informatica individuale, riproponen- 
dolo in numerose versioni. 

Il ragionamento è molto semplice. 
Dall'anno deH'uscita. il 1982. I'123 é 
stato il prodotto più venduto e più diffu- 
sa tra gli utenti Ile due cose non sona 
necessariamente collegate). 

Le case concorrenti, pur essendosi 
molto sforzate, non sono riuscite a pro- 
porre pacchetti seriamente alternativi, 
che spingessero gli utenti ad una «con- 
versione». Anzi spesso gli sforzi della 
concorrenza hanno portato a risultati 
paradossali, prodotti basati ancora sulla 
«filosofia» deiri23. anche se per altri 
aspetti sono risultati innovativi. 

La stessa Lotus ha proposto, un paio di 
annidopol'123. ilSymphonylunasortadi 
123..45). Quindi un integrato che oltre a 
comprendere «in tato» l'123. dispone di 
alcune altre funzionalità, ma che è stato 
accolto un po' freddamente dall'utenza 
americana, notoriamente tradizionalista, 
già affezionata all'123. 


Nel corso del tempo l'123 si é diffuso 
molto anche nelle grosse aziende, di- 
ventando. anche in questa particolare 
«classifica», il primo, in quanto prodotto 
percentualmente più usato nelle 
aziende. 

Con il passare del tempo l'hardware 
del personal Computer si é evoluto, e 
inoltre i vecchi utilizzatori dell'123 sono 
diventati più esigenti. 

Ed allora la Lotus ha messo a punto 
una strategia interamente basala su 
questo prodotto, ormai inteso come si- 
stema completo in grado di soddisfare 
un largo range di fabbisogni. Sia in 
termini di volumi di dati da elaborare, 
sia in termini di difficoltà applicative da 
risolvere. 

In pratica l'123 si diversifica in più 
versioni, operativamente pressoché 
identiche, anche se si differenziano co- 
me target d'utenza. I vari 123. tra già 
disponibili 0 solo annunciati, attualmen- 
te sono: 

Lotus 123 Rei. 2.2: é la versione 
aggiornata del classico 123. Incamera 
una buona parte degli Add-ln già dispo- 


nibili per la versione 2.01. offre una 
interfaccia grafica opzionale attraverso 
l'Add-ln Allways. fornito in dotazione. 

Lotus 123 Rei. 3.0: è la versione 
tridimensionale (in questo caso il 3 si- 
gnifica sia numero di versione che nu- 
mero di dimensioni). Sfrutta al meglio le 
nuove piattaforme Hardware, per mez- 
zo del Dos Extender, e migliora le pre- 
stazioni dei moduli Data Base e Grafico. 
È destinalo sia alla classica utenza 
dell'123. sia agli utenti evoluti che ave- 
vano. con le vecchie versioni, comincia-^ 
to a «raschiare il (ondo della botte». È 
disponibile sia per MS-DOS, che per 
OS/2. 

Lotus 123/M: é la versione per 
Mainframe il cui scopo é quello di copri- 
re le esigenze delle aziende che preferi- 
scono disporre di strumenti omogenei 
su tutte le categorie di macchine. 

Lotus 123/G: è la versione per OS/2 
Presentation Manager. Lotus quindi, 
tradizionalmente refrattaria alle lusinghe 
della grafica, sceglie direttamente l'OS/ 
2 per la sua prima versione grafica. 

Lotus Add-ln Toolkit: é il prodotto 


116 


MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990 






Rai. 2.2 


PROVA 

LOTUS 123 REL. 2.2 


chepermetteagli specialisti di «program- 
mare» in 123. Tramite questo package si 
possono sviluppare sia semplicemente 
nuove funzioni «chiocciolina», sia nuove 
funzionalità di qualsiasi complessità, ri- 
chiamabili da nuovi rami di menu, sia 
realizzare applicazioni chiuse, nelle quali il 
foglio 123 è trasparente per l'utente. 

Più prodotti quindi, alcuni di questi 
come detto sono solo annunciati, per 
un'unica strategia, che tiene conto da 
una parte dei milioni di «fedeli» utilizza- 
ton che non possono essere «traditi», 
dall'altra deH'evoluzione della tecnologia 
del Personal Computer, che permette 
prestazioni più elevate e modalità d'uti- 
lizzo più amichevoli e infine, come det- 
to. della necessità che hanno numerose 
grandi aziende di fare delle scelte uni- 
che nel campo dell'informatica, scelte 
che riguardano sia l'aspetto Mainframe 
che quello PC. 

Dove collocare 
la versione 2.2 

Il nnumeretto» che indica la versione 
è anche stavolta «parlante». 

Versione 2.2 significa che si tratta 
non tanto di una messa a punto, a parità 
di funzionalità, della precedente (come 
era stata la versione 2.01 rispetto alla 
21. ma dì un miglioramento e di un 
aumento di funzionalità, e che tale 
aumento è abbastanza contenuto. 

Una prova indiretta di tale affermazio- 
ne sta anche nel fatto che la desinenza 
con la quale Lotus 123 versione 2.2 
salva i file è la stessa utilizzata dalla 
versione 2.01. e che i file sono total- 
mente interscambiabili. 


Distributore: 

Lotus Develotìmeni Italia ■ Via Lampedusa. 
Il/A - 20141 Milano 
Prez 2 o IIVA esclusa/: 

L. 990.000 


Al contrario la versione 3.0 (già prova- 
ta nel numero 90 di MCmicrocomputer) 
è fortemente innovativa, non tanto nel 
look, che è sempre lo stesso, quanto 
nelle funzionalità, permesse anche dal 
fatto che il foglio, nella versione 3.0, è 
tridimensionale. 

Altra differenza importante, anche se 
l'utente può non avvertirla, sta nel fatto 
che la versione 2.2 continua, come (e 
precedenti, ad essere scritta in Assem- 
bler, mentre la 3.0 è stata totalmente 
riscritta in C-language. proprio per poter 
essere facilmente riutilizzata su altre 


piattaforme hardware e con altri sistemi 
operativi. 

Tanto è vero che il Package delia 
Release 3.0 contiene in pratica le due 
versioni, quella per MS-DOS e l'altra per 
OS/2. 

Rispetto quindi alla versione 3.0, le 
innovazioni funzionali presenti sulla 2.2 
sono relativamente poche. Essendo il 
prodotto «Entry levei» della famiglia la- 
vora anche su macchine oggi superate 
(ma che non risulta siano già state man- 
date dallo sfasciacomputer). come ad 
esempio i vecchi 8088 con 512 kbyte di 
RAM e senza hard disk. Può lavorare 
anche con le vecchie (e non più prodot- 
te da un pezzo) schede monocroma- 
tiche. 

I file eseguibili, tutti caricati in memo- 
ria. occupano circa 230 kbyte. il che 


Figura 1 - Lotus 123 
Rei. 2.2 ■ Foglio para- 
metri globali. 

La coliocaiione del- 
ri23 Rei. 2.2 è mollo 
più vicina alla vecchia 
versione 2.01 di cui é 
una evoluzione, che al- 
la Release 3.0. che in 
molli aspetli è invece 
rivaluzionana. 

La 2.2 implemenia al- 
cune lumionalité di- 
sponibili come Aiid-ln 
già nella vershne pre- 
cedente. cornei! Leam 
e lo Speed-Up Altri 
Add-!n SI possono ag- 
giungere in fase di carr- 
camento dell'123. co- 
me nsuIlB evidente da 
guasto foglio che rias- 
sume lurri I parametri 
generali di lavoro 




MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


117 





PROVA 

LOTUS 123 REL. 2.2 



f-igura 4 - Lotus t23 
Rei 2 2- Grafico 
Anche la sezione Grafi- 
co presenta alcuni mi- 
gliorsmenli. non (amo 
quell» visibili nelle op- 
zioni tìi menu, quanto 
quelli di tipo qualitativo 
che inlluenzano 4 nsul 
tato ottenibile La 
stampa del grafico av- 
viene sempre tramite il 
prodotto ausiliario 
Prinl-graph. che Si ri- 


Anche la funzione Data 
Base dispone di un pro- 


sane per attivare le 
ne funzioni DB. Le fi 
zionalitàsonoanaloghe 
a quelle presenti nella 
precedente versione. 

che. nella ReleaseB.O. 
le stesse sono state 
sensibilmente poten- 



vuoi dire uno spazio libero di circa 350 
kbyte, se si lavora su una macchina con 
640 kbyte e un CONFIG.SYS leggero. 

Non é presente un Dos Extender per 
CUI se occorre lavorare con fogli di gran- 
di dimensioni si deve ricorrere ad 
espansioni di memoria. Ricordiamo che 
sono facilmente reperibili dei driver che 
permettono di vedere la memoria este- 
sa, disponibile sulle macchine delle ulti- 
me generazioni, come memoria 
espansa. 

A proposito di memoria va subito 
detto che la versione 2.2 dispone della 
funzione LINDO. In pratica premendo 
Ait-F4, viene cancellata l'ultima opera- 
zione eseguita, anche se si è trattato di 
una pulizia completa del foglio di lavoro 
(Foglio Vuota). 

Questa funzionalità costa moltissimo 
(in pratica metà della memoria libera) in 
quanto T123 è costretto a duplicare 
continuamente il foglio di lavoro in mo- 
do da poter recuperare la copia di riser- 
va quando si compie il passo falso. 

Gli Add-ln 

Un primo gruppo di novità consiste 
nelTimplementazione di una sene di 
funzionalità, già disponibili, ma attraver- 
so programmi aggiuntivi Add-ln, nella 
vecchia versione. 

Citiamo lo Speed-Up. che attiva la 
funzione di ricalcolo intelligente, e il 
Learn, che permette di memorizzare, 
con il classico metodo del registratore, 
la sequenza di comandi con i quali con- 
fezionare una Macro. Occorre definire 
una zona del foglio su cui riportare la 
registrazione (nuovo comando di menu 
Foglio Registra Zona) e poi, premendo 
Alt-F5, si attiva il registratore. Alla fine si 
preme di nuovo Alt F5 e la Macro viene 
nportata nella zona definita. 

La Macro può essere a questo punto 
facilmente eseguita premeno Alt F3, 
che presenta l'elenco delle Zone Nomi- 
nate. oppure indicando direttamente la 
cella di partenza delta Macro stessa. 

La sezione Macro è poi potenziata dal 
Macro Library Manager che permette di 
realizzare delle librerie di Macro utilizza- 
bili dalle varie applicazioni. 

il Macro Library Manager è un Add-ln, 
che come tale può anche essere carica- 
to automaticamente e che permette, 
attraverso un suo specifico Menu, di 
gestire Librerie di Macro. 

Tali Macro. il cui file ha desinenza 
MLB, non risiedono fisicamente in zone 
del foglio ma possono essere comun- 
que richiamate ali'occorrenza. 

La versione 2.2 conferma quindi le 
intenzioni della Lotus di considerare il 
suo 123 un prodotto base, espandibile 


attraverso il Macro Library Manager e 
gli Add-ln, che ne aumentano le funzio- 
nalità in settori specializzati. 

L'Add-ln si può concretizzare in una 
serie di comandi di menu in più, che si 
aggiungono o sostituiscono i comandi 
standard. 

Lo sviluppo degli Add-ln, perché di 
sviluppo software si tratta, è destinato 
alle software house, che possono utiliz- 
zare il citato Lotus Developer Toolkit. 

In concreto, nella versione 2.2, l'utiliz- 
zo degli Add-ln si basa su una specifica 
voce del menu principale. È la voce Pro- 
grammi (nella vecchia 2.01 non c'era) che 
ha proprio lo scopo di gestire il dialogo 
con gli Add-ln, che possono essere cari- 
cati e scaricati oppure lanciati. 

In dotazione con la versione 2.2 c'è 
l'Allways. che è proprio un Add-ln clas- 
sico che realizza un'interfaccia grafica 
tra il foglio elettronico e il video e la 
stampante. Ne parliamo tra un po'. 

Il Linking e la rete 

A parte il discorso sui programmi 
aggiuntivi, che ha una portata più gene- 


rale, in quanto interessa tutte le versioni 
dein 23, occorre citare le altre novità 
specifiche della 2.2. 

La prima in ordine di importanza, è 
costituita dalla possibilità di collegare 
con formule più archivi residenti su di- 
sco. La formula assume una forma del 
tipo: 

-l-«BUDGET89.WK1 »C4 
in cui BUDGET89 è un foglio Lotus, 
oppure, con desinenza differente, un 
archivio Symphony, 

Purtroppo in tali formule non sono 
accettate wildcard sui nomi dei file, né 
sono possibili formule matematiche del 
tipo: 

-i-«DARE.WK1»C4.5 
né. tanto meno, formule che facciano 
riferimento a zone del file esterno, né a 
SUOI nomi di zona. 

In pratica si può solamente (ed è un 
po' pochino) leggere il contenuto di una 
cella del file esterno e quindi eventuali 
operazioni logiche o matematiche sul 
dato letto vanno eseguite in altre celle 
del foglio ricevente. 

Il collegamento è passivo nel senso 
che è al momento del caricamento che 


118 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 








PROVA 

LOTUS 123 REL 2.2 


Figura 6 - Lotus 123 
Rei ■ Allways. 

dall' 123 Rei 22 6 pre- 
sente l'AM-ln Allways. 
che permeile eh visus- 
haare il loglio 123 at- 
iraverso un'mlerfacaa 
grefice e eh gestire, in 
forma grafica, laperife- 
nca di stampa Si irrt- 
plemeniano quindi 
nuove lunsionalilà 
esclusivamente di tipo 
estetico che permetto- 
no di migliorare la resa 
finale del lavoro 


Figura 7 - Lotus 123 
Rei 2.2 - Allways 

Allways dispone di pro- 
pri font software e di 
propri dnver per pilota- 
re in maniera grafica le 
vane stampanti Gli 

dispanipili anche per il 
video che quindi per- 
mette di fare del VVy» 
wyg, aiutato anche dal- 
la fumione di looming. 



il valore viene letto dal foglio in cui 
risiede e ricopiato sul foglio attivo. 

Esiste anche una funzione Archivi Li- 
sta Collegamenti che permette di visua- 
lizzare una tabella di tutti gli archivi, che 
nsultano collegati tramite formule, con 
quello attivo. 

Se si lavora in rete, e quindi i dati 
esterni potrebbero subire via via degli 
aggiornamenti, il collegamento può es- 
sere 'innfrescato», con l'apposita fun- 
zione / Archivi Varie Aggior_Colleg, 

La versione 2.2 contiene altre funzio- 
ni specifiche per il lavoro in rete, quali 
ad esempio funzioni di Lock sugli archi- 
vi, ai quali si può collegare una Pas- 
sword, 0 funzioni di stampa su periferi- 
che condivise in rete, ecc. 

Le altre novità 

Brevemente, e in formazione sparsa, 
le altre novità: 

— sono stati introdotti dei comodi fogli 
di Parametri, che riassumono in una 
videata tutte le impostazioni necessarie 
per attivare alcune funzionalità, come la 
Stampa o i Grafici. Tali specchietti, già 


presenti nel Symphony, mancano (pur- 
troppo) neiri23 Release 3.0 (figg. 1, 2, 
3). 

— Nuova funzione di Ricerca e Sostitu- 
zione. lanciabile su zone specificate su 
foglio, utile in fase di editing del lavoro. 

— Miglioramento della sezione Grafici. 
Sono presenti nuove funzioni che per- 
mettono una più rapida definizione dei 
vari elementi del grafico, come ad 
esempio il comando Grafico Gruppo 
che permette di definire in un sol colpo 
le varie serie numeriche, o altri per la 
definizione degli elementi testuali. 

É stata migliorata la routine di traccia- 
mento che produce grafici esteticamen- 
te più validi, ad esempio «sistemando» 
al meglio le Legende. Va però detto che 
continuano a mancare le comode fun- 
zioni di personalizzazione presenti nella 
release 3.0 (fig. 4). 

— Possibilità di ottenere direttamente 
un archivio di Backup, con la versione 
precedente del file, quando si esegue il 
salvataggio di un lavoro. 

— Altra funzionalità attesa è quella che 
permette di definire la larghezza di bloc- 
chi di colonne e non una colonna per 


volta. Il nuovo comando è Foglio Colon- 
na Zona-Colonne Imposta-Larghezza. 
— Nella sezione Macro sono presenti 
nuovi comandi, ed alcuni dei vecchi 
sono stati migliorati. 

Si tratta in genere di piccole migliorie 
inserite soprattutto là dove servivano, 
che, non implicando nessun rivoluziona- 
mento operativo, fanno piacere soprat- 
tutto ai fedelissimi che continuano a 
trovare l'123 adatto alle proprie esi- 
genze. 

Allways 

La definizione che ne dà il manuale é 
Programma Aggiuntivo per l'Editoria del 
Foglio Elettronico. La sua finalità è quin- 
di solamente quella di mettere «in bel- 
la» su video e su stampa il lavoro ese- 
guito con ri23. Solamente perché non 
aggiunge nessuna funzionalità operativa 
ain23. 

Si può caricare / scaricare / lanciare 
come un qualsiasi altro Add-ln. Se lan- 
ciato attiva un menu u123-like», abba- 
stanza ricco, che contiene, al primo 
livello, otto comandi. 

In altre parole si lavora normalmente 
sul foglio, inserendo i dati, le formule, 
ecc. Quando li lavoro sul contenuto é 
terminato, si passa a quello sull'estetica 
di cui si occupa, con le sue varie funzio- 
nalità, l'Allways, i cui comandi sono: 

Aspetto, per stabilire il formato este- 
tico della cella o zone, in termini di font, 
filettatura, ombreggiatura, colori, ecc. 
(fig. 6). 

Foglio, per definire larghezza e altez- 
za delle colonne e delle righe. 

Grafici, per impaginare, in una zona 
del foglio, un grafico (realizzato con 
ri23 e salvato come PÌC). Nei grafici 
Allways utilizza direttamente I font del 
Pnntgraph (fig. 7). 

Impaginazione. per definire margini, 
testatine e piedini, grigliatura, ecc. 

Opzioni, per spostare e/o copiare le 
definizioni estetiche di una zona. 

Stampa, per configurare la stampan- 
te, definire i parametri e lanciare la 
stampa (fig. 8). 

Video, per eseguire zoomate sul vi- 
deo grafico e switchare al vìdeo alfanu- 
merico deiri23 normale. 

Uscita, che riporta al foglio standard. 

Allways dispone di propri font softwa- 
re, e se ne possono utilizzare fino a otto 
in uno stesso foglio di lavoro, che si 
aggiungono a quelli disponibili sulla 
stampante. 

I font software sono il Courier non 
proporzionale, il classico Roman e il 
Triumvirale, che è un «sans sertf». Per 
ciascuno di questi si possono definire 
svariate misure, in punti, ed i tradizionali 



MCmiCfOcompuler n. 94 - marzo 1990 


119 



PROVA 

LOTUS 123 REL 2.2 


attributi, grassetto, corsivo, ecc. Quan- 
do, dairi23 star^dard, si salva il lavoro. 
Aliways provvede a scaricare le specifi- 
che estetiche su un file di pah nome 
con desinenza ALL. Analogamente 
quando si carica un lavoro viene carica- 
to anche il file ALL. 

L'operatività è del tutto analoga a 
quella dell' 123, ed è aiutata da finestre 
e tendine che appaiono quando occorra 
impostare qualche specifica. Il controllo 
del risultato é inoltre facilitato da una 
comoda funzione di Zoom. 


Materiale e documentazione 

Prima il materiale cartaceo; 

— Il manuale di consultazione (il classi- 
co Reference) di circa 500 pagine, divi- 
se in 18 capitoli e 7 appendici tecniche. 
I capitoli riguardano le 10 voci principali 
del menu, poi le funzioni «chiocciolina», 
le Macro. la stampa dei grafici, il pro- 



Figurs 8 - Lotus 123 
Rei 2 2 - AUways 
Siamoa 

In pratica l'opiione 
Stampa dell'Allnays 

per lutto quella del sot- 
tostante 123 standard, 
della quale ripropone 

me quelle riguardanti 
margini, numero delle 
righe, ecc. 



Figura 9 - Lotus 123 
Rei, 2 2 ■ Procedura di 
installazione La proce- 
dura d'mstallazioneón- 
masia simile alla prece- 
dente. Molto ricca la 
dotazione didnverperi 
video standard con i 
quali SI può lavorare, a 

righe. Si possono, co- 
me prima, definire più 
settaggi e si decide in 
fase di caricamento 
dein 23 con quale lavo- 

possibili switch dall'in- 
terno, come quello tra 
le modalità video per- 
messo dalla Reiease 


gramma ausiliario Translate, l'uso del 
Macro Library Manager e l'Allways. 

Molto utili, al solito, le appendici tec- 
niche che riguardano l'uso dell'123 in 
rete, i rapporti con le stampanti Laser 
HP 0 compatibili e con le stampanti 
PostScript, l’uso del Lotus International 
Character Set, che permette l'utilizzo 
anche dei caratteri nazionali o di quelli 
semigrafici, ecc. 

— Il manuale di installazione e configu- 
razione, che comprende anche una gui- 
da pratica (il classico Tutorial) e un guida 
pratica avanzata. Le due guide fanno 
riferimento ad alcuni file di esempio 
presenti nel materiale in dotazione. 

— Tre opuscoietti con la guida di con- 
sultazione rapida, l'indice analitico e un 
manuale per l'aggiornamento che de- 
scrive le differenze con la versione 
2.01 , ed é adatto a chi si sta converten- 


do alla nuova versione. I dischetti, su 
supporto da 3 pollici e 1/2, sono; 

— Programma. Help e Printgraph. 

— Translate e file di esempio. 

— Installazione e due Librerie di dnver, 

— Aliways, che necessita di tre di- 
schetti. 

Sono quindi sette e diventano tredici 
nella versione da 5 e 1/4. 

L'installazione non presenta alcuna 
difficoltà e segue la regola, ormai vigen- 
te in casa Lotus, che comporta l’asso- 
ciazione del numero di serie del prodot- 
to ad un nome di utilizzatore ed a un 
nome di società. 

La procedura d’installazione è rimasta 
simile alla precedente (fig. 9). 

É molto ricca la dotazione di driver 
per il video standard con i quali si può 
lavorare, a scelta, a 25 a 43 o a 50 
righe. Si possono, come prima, definire 


più settaggi e si può decidere, in fase di 
caricamento deH’123, con quale lavora- 
re. Non sono invece possibili switch 
dall'interno, come quello tra le modalità 
video, permesso dalla Reiease 3.0. 

Va infine detto che è possibile lavora- 
re con la versione italiana, ma con i 
menu in inglese. E questo permette di 
far «girare» facilmente Macro scritte 
con tale versione. 

Al lavoro e conclusioni 

Per chi è abituato al vecchio 123 (la 
versione 2.01) nessuna emozione forte, 
ma piccole e gradevoli sensazioni so- 
prattutto quando appaiono i Fogli di 
Parametri, 

I piccoli ritocchi ai vari comandi non 
fanno che migliorare la facilità di utilizzo 
di un prodotto che, non ha caso, è il più 
diffuso. 

Se questo era l'obiettivo si può dire 
che è stato raggiunto. 

Una funzionalità che, per quanto an- 
che questa leggermente migliorata, è 
nmasta forse un po’ indietro rispetto 
all'offerta della concorrenza, è la grafica. 

Altra funzionalità non eccellente, 
sempre rispetto alla concorrenza, è 
quella di Link, che non permettendo di 
scrivere formule attorno al dato letto, 
equivale quasi ai comando, già presente 
nella 2.01, Archivio Associa, che può 
servire per importare celle o zone da 
archivi esterni. 

Divertente è infine l'uso dell'Allways, 
che in pratica si incarica di tutto l'aspet- 
to stampa, e che copre cosi una delle 
esigenze più sentite da chi. finito un 
lavoro, lo deve riprodurre su carta e lo 
vuole fare con un certo stile. 


120 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 




ISi 


si rimuove come un floppy 
si usa come un Winchester: 
l'unico Worm 5.25" con capacità 1280 Mb 


1280 Nb: 

una capacità senza confronti 


Contradata porta oggi In Italia l'unico 
sistema di archiviazione in grado di offrire la 
velocità HD con la capacità, i vantaggi ed il 
prezzo di un disco WORM. 

Questo prodigio si chiama ISi, il più 
capace disco 5.25” a tecnologia ottica di- 
sponibile sul mercato: con 
capacità di ben 1280 
Mb su cartucce da 
5-25” removibili 
(640 Mb per facciata), 

ISi distacca di oltre 
il 50% il più vicino 
concorrente. 


1 traguardo della velocità 


A stupire nell'uso di ISi. oltre alla 
capacità senza limiti, è senza dubbio la 
straordinaria velocità. 

Grazie all'eccezionale tempo di accesso 
ed ai 250 Kbytes/s di transfer rate continuo, 
ISi può leggere 10 Mb in soli 40 secondi! Un 
risultato veramente strabiliante se raffrontato 
alle prestazioni di qualsiasi altro WORM. 

Le soluzioni tecnologiche adottate nella 
progettazione e realizzazione consentono di 
utilizzare il WORM ISi come un Hard Disk 
con. inoltre, tutti i vantaggi di un 
supporto removibile e incancellabile: 



• completa trasparenza MS-DOS: 

- emulazione HD; 

- facilità di installazione (identica a quella 
di un HD); 

• piena compatibilità con IBM PC, XT, AT, 
e 386: 

- interfacce PC o SCSI; 

■ vita media del supporto 25 anni; 

- versione interna ed esterna. 


Modelli per tutte le esigenze 


Ideale in ogni tipo di 
applicazione in cui sia 
richiesta grande quantità 
di memoria (applicazioni 
finanziarie, mediche, 
grafiche e di CAD. CAM, CAE), 
\ ISi è disponibile in tre 
differenti versioni: 

- 525WC da 122-244 Mb 
■ 525GB da 640-1280 Mb 
- 525GBX2 da 1280-2560 Mb 
Driver, software WORM-TOS Plus, cavi di 
installazione e controller PC o SCSI. 


Per ulteriori informazioni sui prodotti distribuiti da 
Coniradata, telefonale allo 039/737015 o scrivete a 
Contradaia srl. Via Monte Bianco 4 - 20052 Monza 
IMI) telex 352830 CONTRA 1 • iax 039/735276 G3 


contradata 


PER COMPLITER CHE NON HANNO TEMPO DA PERDERE 



Norton Utilities 
Advanced Edition 4,5 


S arà certamente capitato a qualcu- 
no dei lettori di sentirsi dire dalla 
segretaria che il programma di 
fatturazione non trovava più il file archi- 
vio dove era memorizzata tutta la conta- 
bilità degli ultimi 3 anni, e voi con sguar- 
do tra il preoccupato ed il minaccioso vi 
siete avvicinati al PC. ed in pochi minuti 
avete realizzato che il figlio del vostro 
collega aveva dato un bel DEL 
Che fare a questa puntoF Già pensieri 
cupi si affacciano alla vostra mente, 
quando ecco la grande idea: usare le 
Norton Utilities per recuperare le infor- 
mazioni perse; infatti il DOS non cancel- 
la fisicamente il contenuto di un file, ma 
ne rilascia semplicemente la catena di 
puntatori rendendo cosi disponibile lo 
spazio occupato e finché questo spazio 
non viene riutilizzato per un altro file é 
possibile ricostruire l'archivio originale. 


di Giorgio Amane e Gabnele Pomami 


È passato un po' di tempo da quando 
questo programma é stato Immesso sul 
mercato ed ora che siamo arrivati alla 
versione 4.5 al prodotto sono state ag- 
giunte tante di quelle funzioni di utilità 
che il concetto originano di recupero dei 
files cancellati non è più la sua funzione 
pnncipale; da questa versione, inoltre, 
vi é la possibilità di poter gestire dischi 
formattati con il nuovo Dos 4.0 o il Dos 
Compaq 3.31 con le loro partizioni mag- 
giori di 32 MByte. 

La confezione 

Il prodotto viene venduto in una con- 
fezione di cartone contenente oltre ai 
floppy nel doppio formato 5" 1/4 e 3" 1/ 
2, tre volumi; il primo consta di 223 
pagine ed è il manuale vero e proprio 
che spiega nel dettaglio come utilizzare 


le varie Utilities, mentre gli altri due 
sono dei testi specifici sui supporti di 
massa. 

Il manuale di riferimento richiama sul- 
la copertina il disegno presente sulla 
confezione; si tratta di una ciambella di 
salvataggio con una lunga gomena arro- 
tolata e questo logo sintetizza molto 
bene il campo di applicazione delle Nor- 
ton Utilities; il supporto all’utente più o 
meno esperto nell'utilizzo de) Personal 
Computer, fornendogli degli strumenti 
che possano toglierlo d'impaccio nelle 
situazioni più diverse, permettendogli di 
manipolare qualsiasi tipo di informazio- 
ne sui vari supporti di massa. 

Per quanto riguarda gli altri due volu- 
mi dobbiamo dire che data la loro chia- 
rezza espositiva e la loro completezza di 
argomenti non dovrebbero mancare nel- 
la biblioteca di un utilizzatore di PC in 


122 


MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990 



PROVA 

NORTON UTILITIES 4.5 


ambiente Ms-Dos; per questi motivi ci 
vogliamo soffermare un attimo ad ana- 
lizzarli poiché già da soli giustifichereb- 
bero (almeno in parte) il prezzo di ac- 
quisto. 

Il primo (39 pagine), dal titolo «The 
Norton Disk Companion», è una guida 
alla struttura ed al funzionamento dei 
dischi; è diviso in due parti dedicate, 
nspettivamente, alla struttura fisica del 
disco ed all'organizzazione delle infor- 
mazioni sul supporto magnetico. 

Il libro si snoda in una serie di para- 
grafi attraverso i quali il lettore viene 
pian piano guidato alla piena compren- 
sione del funzionamento di questo tipo 
di memorie di massa, l’argómento vie- 
ne trattato in maniera molto discorsiva 
ma al tempo stesso sufficientemente 
completa da fornire un adeguato «back- 
ground» culturale per poter utilizzare in 
seguito le varie possibilità offerte dal 
prodotto, consci di ciò che si sta facen- 
do e non andando «alla cieca». 

Il secondo, dal titolo «The Norton 
Trouble-shooter» e presente soltanto 
nella versione Advanced, ha sulla coper- 
tina una simpaticissima foto di Peter 
Norton ritratto vicino ad un ponte eleva- 
tore per la riparazione delle automobili 
su CUI é poggiato un floppy disk di 
enormi dimensioni. 

£ infatti una guida di 158 pagine alla 
risoluzione dei più comuni (e non) pro- 
blemi che possono occorrere nell'uso 
dei dischi di un PC e risulta diviso in due 
parti: diagnosi e procedure di inter- 
vento. 

Questo volume ci sembra particolar- 
mente utile ed interessante poiché in 
esso vengono esaminate e risolte le più 
comuni problematiche che possono in- 
correre nell' uso di un computer Ms- 
Dos; la sezione procedure di intervento 
è particolarmente corposa ed è divisa in 


Norton Utilities 
Advanced Edition 4.S 


Produttore: 

Peter Norton Compel’ng, Ine. 

Distributore: 

OuolhB 32 

Via Giarm delia Bella. 31 
Preai UVA esclusa): 

Norton Commander 3.0 L 1S8.000 

Norton Utilities 4.5 L. 150.000 

Norton Utilities Advanced L 216.000 


aree funzionali che coprono i problemi 
che si possono presentare nel recupero 
dei dati perduti, nella gestione delle 
directory o delle aree di sistema; T 
ultima parte riguarda le problematiche 
che coinvolgono Tindirizzamento assolu- 
to dei settori. 

Le Utilities 

Dato il gran numero di Utilities pre- 
senti (850K circa in 26 files .EXE), ognu- 
na con la propria serie di opzioni sulla 
linea di comando, sarebbe oltremodo 
complesso utilizzare questo prodotto 
senza avere il manuale a portata di 
mano. 

Per ovviare a tale problema è stato 
realizzato un programma, il «Norton In- 
tegrator» che permette un facile inter- 
facciamento con l'utente: tramite esso 
è possibile accedere ad uno Shell che 
permette di lanciare le varie utility com- 
ponenti il prodotto. 

Lo schermo risulta diviso in due fine- 
stre in senso verticale; in quella di sini- 
stra sono elencate le varie Utilities (è 
possibile scorrerle tramite i tasti curso- 
re). mentre in quella di destra viene 
man mano visualizzato il formato del 
comando con le opzioni relative ed 
esempi. 

Il codice mnemonico associato ad 
ogni Utility (corrispondente al nome del 


programma .EXE) viene automatica- 
mente riportato nella riga comando si- 
tuata in basso sullo schermo; è su 
questa riga che vengono digitati i para- 
metri da assegnare alla singola utility. 

Possiamo suddividere le Utilities in 5 
aree di utilizzo; gestione dei files. ge- 
stione delle directory, manutenzione e 
controllo del sistema, cancellazione e 
recupero dei files, uso generico; visto il 
gran numero di queste Utilities ci limite- 
remo a dare una descrizione generale 
delle loro possibilità soffermandoci 
maggiormente, in appositi paragrafi, su 
quelle che trattano argomenti molto 
particolari (quali la gestione delle me- 
morie di massa ed il recupero delle 
informazioni perse) che contraddistin- 
guono questo pacchetto da altri. 

Cominciamo con il vedere le Utilities 
rivolte alla gestione dei files; esse sono 
5 e permettono di gestire gli attributi 
(anche «hidden» e «System» che non 
sono accessibili da DOS), la data dell'ul- 
tima modifica del file, di cercare files e 
di ottenere informazioni circa la loro 
dimensione, ed infine di poter assegna- 
re un commento che permetta di ricor- 
dare la funzionalità del singolo file. 

Nelle Utilities di gestione files è possi- 
bile specificare più nomi utilizzando le 
note convenzioni del DOS (*, ?) ed è 
anche possibile far intervenire l'utility 
ricorsivamente su tutto il disco; stretta- 
mente legata a queste Utilities che ope- 
rano su files è la «Text Search» che 
permette di cercare una data stringa di 
testo in un gruppo di files o sull'intero 
disco. 

Le Utilities orientate alia gestione del- 
le directories sono invece 4 e permetto- 
no di listare l'albero del disco (sia in 
forma grafica che in formato testo), di 
ordinare le directory secondo vari criteri, 
di recuperarle, unitamente al loro conte- 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


123 




PROVA 

NORTON UTILITIES 4.5 



nulo, se accidentalmente esse sono 
state cancellate e di passare veloce- 
mente da una directory all'altra tramite 
il noto «Norton Change Directory» che 
visualizza l'albero in formato full-screen 
permettendo all'utente di muoversi con 
I tasti cursore per posizionarsi nella di- 
rectory desiderata (viene ora supportato 
anche il modo a 50 righe della VGA). 

Per concludere questa carrellata sulle 
Utilities «minori» presenti nel pacchetto 
vediamo quelle non riconducibili ad una 
categoria comune iniziando da una utili- 
ty non presente nelle prime versioni: 
Batch Enhancer. 

Il sistema operativo Ms-Dos permet- 
te la erezione di fiies batch (aventi suf- 
fisso .BAT) con cui è possibile eseguire 
in successione una sene di comandi; 
per sopperire alte limitazioni del Dos e 
per fornire uno strumento in grado di 
dare un aspetto più professionale alle 
elaborazioni è stata creata questa utility, 
consistente in un programma a cui va 
passato come parametro il nome di un 
file ASCII contenente le istruzioni da 
eseguire oppure il singolo comando. 

I comandi disponibili da inserire in 
questo file permettono, tra le varie 
cose, di richiedere un input 
da tastiera, di disegnare 
box sul video, di in- „ 
dirizzare i vari punti ' 
dello schermo ed 
emettere caratteri in ' 
output, di gestire i co- 
lori del video e di emet- 
tere suoni. 

Si tratta sicuramente di 
una utility adatta a moltepli- 
ci scopi; infatti con poca fati- 
ca siamo riusciti a realizzare 
sia dei programmi di installa- 
zione dall’aspetto molto accatti- 


vante che files AUTOEXEC.BAT tramite 
i quali scegliere di volta in volta che la 
macchina veniva accesa la configurazio- 
ne desiderata in funzione degli input 
dell'utente. 

Non poteva mancare tra tutte le Utili- 
ties una che si occupasse della gestio- 
ne della stampante; tramite Line Print è 
infatti possibile stampare files ASCII (o 
prodotti con Wordstar) con una grande 
varietà di opzioni, al di fuori di program- 
mi di word-processing. 

Detto della presenza di una utility per 
la gestione di quattro cronometri (utile 
ad esempio per misurare le prestazioni 
di un programma) chiudiamo questa pa- 
noramica con una delle più famose del- 
le Norton Utilities: System Information 
(spesso indicata come «Sysinfo»). 

Questa utility fornisce tre indici per la 
valutazione delle prestazioni di un PC 
(prestazioni di calcolo, prestazioni delle 
memorie di massa, prestazioni generali) 
oltre ad una serie di informazioni intrin- 
seche della macchina quali la quantità di 
memoria, il tipo di adattatore video, la 
presenza o meno di un coprocessore 



matematico ed il numero e tipo di porte 
di I/O presenti nel sistema. 

Informazioni più specifiche sui dischi 
installati nel sistema si possono ottene- 
re tramite il Disk Information, una utility 
che fornisce tutte le informazioni di 
carattere tecnico sul disco indicato pre- 
levandole sia dal Dos che dal boot- 
record. 

Norton Utility 

Vediamo ora l'utility che ha reso fa- 
moso il pacchetto nel corso degli anni e 
che dà il nome al prodotto stesso: sì 
tratta di un programma particolarmente 
corposo che permette di visualizzare 
secondo vari formati, di editare e di 
ottenere informazioni su qualsiasi zona 
di memoria del disco. 

Le sue funzionalità possono essere 
divise in tre categorie principali; infor- 
mazioni generali sui dischi, recupero di 
files cancellati ed esplorazione delle zo- 
ne del disco. 

L'utente viene guidato attraverso i 
vari menu da una interfaccia utente 
molto semplice ma al tempo stesso 
efficiente; tanto per citare un esempio 
è possibile in ogni momento seguire 
la struttura ad albero dei vari menu 
tramite l’indicazione, in una zona 
dello schermo, del livello di profon- 
dità raggiunto. 

Tramite il «Disk Information» è 
possibile ottenere una visualizzazio- 
ne grafica delle zone di memoria oc- 
cupate sul disco nonché informazioni 
tecniche sulla struttura logica del sup- 
porto di massa. 

Molto più numerose sono le possi- 
bilità offerte dalla sezione «Explore 
Disk», relativa alle operazioni di visua- 
lizzazione ed editing; è possibile opera- 


124 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 




PROVA 

NORTON UTILITIES 4.5 



re con tutte le strutture, sia logiche che 
fisiche, presenti sul disco (boot record. 
FAT, directory, file) permettendo così 
all'utente di manipolare qualsiasi tipo di 
informazione presente su di esso. 

Le funzioni disponibili offrono varie 
modalità per esaminare un disco; ad 
esempio è possibile selezionare un file 
ed esaminarne il contenuto, specificare 
un «rangeii di clusters ed effettuarne 
l'editing, visualizzare un singolo settore 
o addirittura specificare un «absoiute 
sector» con cui lavorare, aggirando lo 
schema di numerazione dei settori pro- 
prio del Dos {in questo modo è possibi- 
le anche editare il «Master Boot Re- 
cord’»). 

Dopo questa fase di scelta del tipo di 
dato su CUI andare ad operare occorre 
scegliere la modalità di visualizzazione 
delle informazioni; sono disponibili una 
sene di strumenti che aiutano l'utente a 
muoversi attraverso i differenti tipi di 
dati presenti su disco: uno speciale 
«Fat Editor» per la manipolazione delle 
informazioni nella File Allocation Table 
(la tabella contenente l'elenco dei clu- 
ster occupati dai singoli file), un «Direc- 
tory Editor» per l'editing delle directory 
oltre alle normali modalità di visualizza- 
zione dei file in modo testo ed esadeci- 
male. 

Questa versione delle Norton Utilities 
contiene inoltre uno speciale editor per 
la «Partition Table», ovvero la tavola 
delle partizioni in cui é stato diviso il 
disco rigido se più grande di 32 MByte, 
limite massimo consentito dal Dos fino 
alla versione 3.3. 

Ultima, ma non certo la meno impor- 
tante. delle tre sezioni è quella dedicata 
al recupero dei file cancellati; attraverso 
una serie di menu l'utente, in maniera 
più 0 meno interattiva, è in grado di 


recuperare file ed informazioni acciden- 
talmente cancellati. 

Questa sezione delle Norton Utilities 
viene in aiuto in quei casi in cui il 
«Quick Unerase» del Norton Integrator 
non fornisce i risultati voluti: infatti 
spesso accade che quando un file viene 
cancellato, e lo spazio per esso allocato 
fino a quel momento viene rilasciato, 
altre informazioni si sovrappongono a 
quelle del file originario; in questo caso 
tramite le funzionalità del menu Unera- 
se è possibile ricostruire passo passo la 
catena dei cluster utilizzati (oppure farlo 
fare in automatico al programma) in 
modo da riuscire, in quei casi particolar- 
mente sfortunati di sovrapposizioni, a 
recuperare almeno una parte dei dati 
persi. 

Il Norton Utility è un programma mol- 
to potente ma al tempo stesso versatile 
e semplice da usare, tanto che mette in 
condizioni anche l'utente non particolar- 
mente esperto di poter raggiungere 
agevolmente i risultati desiderati, sup- 
portato in questo dalle informazioni con- 
tenute nella manualistica a corredo. 

Nei «Norton Troubie-shooter» sono 
infatti contenute moltissime informazio- 
ni su come risolvere alcuni problemi 
tecnici legati ai supporti di massa, come 
effettuare l'editing del «Master Boot 
Program», ma senza la Norton Utility 
queste operazioni sarebbero estrema- 
mente difficili da portare a termine con i 
soli mezzi messi a disposizione dal Dos 
{ad esempio il programma DEBUG). 

Gestione e manutenzione 

Vogliamo ora soffermarci sui pro- 
grammi dedicati alla gestione ed alla 
manutenzione dei supporti magnetici, 
che permettono, anche in questo caso. 


di mettere in pratica le nozioni apprese 
dai due volumi a corredo del pacchetto. 

La prima funzionalità che incontriamo 
è quella di analisi deH’affidabilità del 
supporto magnetico: questo controllo 
può essere fatto in due modi; con un 
«Disk Test», analizzando i soli difetti 
superficiali del disco, o affidando un 
completo check-up del computer al 
«Norton Disk Doctor» che è in grado di 
analizzare praticamente tutto il disco sia 
dal punto di vista logico che fisico e di 
risolvere la quasi totalità dei problemi 
che possono insorgere, in modo del 
tutto automatico; dobbiamo sottolinea- 
re che questo programma ci ha vera- 
mente molto impressionato dal punto di 
vista tecnico, denotando un grande im- 
pegno realizzativo da parte degli inge- 
gneri della Norton Computing. 

Due programmi orientati invece verso 
il problema della formattazione sono il 
«Safe Format» ed il «Format Recover»; 
il primo permette di formattare un disco 
senza distruggerne il contenuto, mentre 
il secondo permette di recuperare i dati 
contenuti su un disco accidentalmente 
formattato (se inserito nell’Autoexec- 
.bat effettua una copia di sicurezza della 
FAT). 

Una cosa di cui non tutti sono a 
conoscenza è il fatto che le subdirecto- 
ry della radice vengono trattate dal Dos 
allo stesso modo di un file e come tale 
possono risiedere in qualsiasi parte del 
disco; un'altra caratteristica del Dos è 
che un file, specie se di grosse dimen- 
sioni e se il disco è molto pieno, non 
viene registrato in modo contiguo, ma 
in blocchi in genere di 2K che il sistema 
operativo inserisce negli spazi trovati 
liberi. Tutto ciò comporta a lungo anda- 
re un notevole degrado delle prestazioni 

Iconlmutapag tZBI 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


125 





PROVA 

NORTON UTILITIES 4.5 


Norton Com mandar 3.0 


di Giorgio Amone e Gabriele Ramami 

Sul numero 87 di MCmicrocomputer è 
stato oggetto di prova uno dei più famo- 
si «Shell» per Ms-Dos: il Norton Com- 
mandar 2,0, un altro riuscitissimo pro- 
dotto della Peter Norton Computing 

NelTinviarci le Norton Utilities, in prova 
su questo stesso numero, la società 
Quotha32 di Firenze ci ha sottoposto 
anche la nuova release del Norton Com- 
mander 

Quali le motivazioni per un aggiorna- 
mento del pacchetto? Sicuramente non i 
nbugs», estremamente ridotti nella ver- 
sione 2,0. quanto la necessità di comple- 
tare il prodotto con funzionalità che gli 
permettessero di reggere la concorrenza 
con I vari Lotus Magellan e PCToots, 

Le principali novità della versione 3.0 
riguardano la parte telecomunicazioni 
(novità assoluta in questa release). Thelp 
in linea che è stato enormemente poten- 
ziato e l’aumento dei «Viewer» per la 
visualizzazione dei files dei più noti pro- 
grammi nel loro formato nativo (anche 
nel campo delta grafica). 

Passiamo ora ad un'analisi più detta- 
gliata del pacchetto; la confezione é 
rimasta praticamente immutata se si fa 
eccezione per le scritte relative alla nuo- 
va release. 

All’Interno troviamo due floppy da 5" 
1/4 ed uno da 3" 1/2. il manuale, un 
modulo per richiedere il cavo di comuni- 
cazione seriale «null-modem» da utilizza- 
re con II modulo Commander Link ed un 
altro modulo per iscriversi al servizio 
MCI Mail, accessibile tramite il modulo 
Commander Mail. 

Vogliamo subito soffermarci su que- 
st'ultimo modulo in quanto si tratta di 
una delle più grosse novità della nuova 
versione, poco sfruttabile però nel no- 
stro paese in quanto sì basa su un 
servizio, l’MCI Mail, presente negli USA, 
ma non da noi. 

L’MCI Mail permette agli utenti dotati 


di acconto di scambiarsi via modem 
messaggi, files. lettere, telex ed addirit- 
tura fax; questi ultimi, inoltre, possono 
essere inviati anche ad utenti non pos- 
sessori di acconto. 

É possibile inoltre inviare tramite MCI 
Mail messaggi ad utenti r^Istrati su 
altri sistemi quali, ad esempio. Compu- 
Serve; tutte queste operazioni possono 
addirittura essere effettuate in back- 
ground ed a scadenze orarie prefissate 
dall'utente. 

Una curiosità per quanto riguarda il 
manuale; il berretto ed i guanti da co- 
mandante di nave sono stati affiancati 
da un casco da astronauta con relativi 
guanti, quasi a voler rimarcare in questo 
modo l’aggiornamento rivolto a) futuro 
effettuato sul pacchetto (supporto della 
telematica di massa, lettura di files muF 
ti-propriefary su una piattaforma comu- 
ne, eco). 

Veniamo ora alTutilizzo vero e pro- 
prio; da questa versione l'installazione 
avviene tramite un apposito programma 
che in primo luogo verifica l'esistenza 
su disco di una precedente versione (in 
caso affermativo chiede se la si vuole 
cancellare o se ne si vuole effettuare un 
back-up) quindi decompatta i files rag- 
gruppati in un unico archivio creato con 
la famosa utility di compressione PKZIP 
di PhìI Katz (per essere più precisi si 
tratta di un archivio autodecompattante 
creato con PKSfX). 

Richiedendo la lista dei files della di- 
rectory creata si nota che. oltre al mag- 
gior numero di questi rispetto alla ver- 
sione precedente (sono ora presenti più 
programmi per la lettura dei files in for- 
mato nativo), sono differenti i nomi dei 
moduli EXE costituenti il programma. 

Infatti NCSMALL.EXE si chiama ora 
NC.EXE mentre il vecchio NC.EXE ha 
ora cambiato nome in NCMAIN.EXE; 
ricordiamo che il primo dei due pro- 


grammi occupa poca RAM, poiché tiene 
in memoria soltanto il «kernel» del Nor- 
ton Commander in modo da lasciare più 
spazio libero per gli applicativi a scapito 
però delle prestazioni in modalità 
«Shell» a causa dei frequenti accessi a 
disco per caricare i vari moduli. 

Una volta caricato II programma com- 
pare la familiare interfaccia utente con 
due «Windows» aperte su altrettanti di- 
schi presenti nel sistema; la prima cosa 
che siamo andati a controllare è il cor- 
retto funzionamento della modalità di 
rilettura della directory di un drive (tra- 
mite i tasti CTRL-R) affetta da un bug 
nella versione precedente e con nostra 
grande gioia abbiamo riscontrato che 
ora fila tutto liscio e non c’è più la 
necessità di dover premere una volta di 
troppo il tasto Enter. 

In basso sullo schermo troviamo la 
familiare Function Key Bar che ricorda 
le operazioni accessibili premendo i tasti 
funzione da 1 a 10; tenendo premuto il 
tasto ALT la barra cambia mostrando le 
possibili «hot key» fornite dalla combi- 
nazione di questo tasto con i tasti fun- 
zione mentre nelle varie modalità di 
«viewing» dei files questa barra opera 
in modalità «context-sensitive» (ad 
esempio il tasto F2 effettua il «wrap- 
ping» nel caso di files di testo mentre 
visualizza la struttura del singolo record 
nel caso di files di database). 

Vediamo ora nel dettaglio i principali 
cambiamenti rispetto alla versione pre- 
cedente. 

La funzione di help è stata motto am- 
pliata; l'utente ha ora a disposizione un 
help «context-sensitive» molto comple- 
to tramite il quale é possibile avere a 
portata di mano tutte le informazioni 
necessarie al funzionamento, senza do- 
ver ricorrere continuamente al manuale 
cartaceo; in ogni caso per ogni argo- 
mento viene riportata la pagina del ma- 
nuale a cui fare riferimento. 

Una nota negativa di questa nuova 
versione del Norton Commander è il 
fatto che sia stata ridotta la dimensione 
massima per l'editing di un file con l’e- 



126 


MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990 




PROVA 

NORTON UTILITIES 4.5 



ditor interno, portata ora a 2& Kbytes; è 
questa una cosa molto strana In quanto 
era una delle caratteristiche migliorate 
nel passaggio dalla versione 1 .0 alla 2.0. 

É comunque possibile ovviare a que- 
sto inconveniente stabilendo nella confi- 
gurazione del programma di utilizzare un 
editor esterno in sostituzione di quello 
interno; è possibile in questo caso indi- 
care anCheTestensione dei files da edi- 
tare con l'editor esterno. 

Nelle operazioni di Copy e Move è 
ora possibile visualizzare in maniera gra- 
fica l'albero delle directory del drive su 
CUI si è posizionati e poter cosi sceglie- 
re la directory di destinazione muoven- 
do il cursore su questa struttura. 

Il tasto F9 ha cambiato denominazio- 
ne in «pulldown» pur mantenendo la 
funzionalità di richiamo della barra dei 
menu superiore; alcune delle principali 
novità le troviamo nei menu relativi alle 
due finestre di visualizzazione e precisa- 
mente: 

— Quick View: come in Lotus Magel- 
lan è possibile avere una finestra con 
l'elenco dei files ed un'altra affiancata in 
cui viene mostrato il contenuto del sin- 
golo file nel suo formato nativo (vedere 
tabella per programmi supportati): ab- 
biamo però riscontrato alcuni malfunzio- 
namenti durante lo scrolling di files di 
testo quali,, ad esempio, quelli generati 
con Wordstar 5,0; 

— Link: comodissimo modulo di comu- 
nicazione tra due PC, identificati come 
l'Master» e «Slave» (entrambi dotati del 
NC 3.0); permette di scambiare files 
attraverso la porta seriale a 115000 
baud (!) in maniera semplice ed integra- 
ta nel programma, aprendo una delle 
due finestre sull'altro PC. con l'unica 
limitazione deH'impossibilità di lanciare 
un programma residente sul sistema re- 
moto dovuto al fatto dell'ovvia indispo- 
nibilità delle risorse di quest'ultimo; 

— Filler: è possibile indicare una ma- 
schera di «filtro» per visualizzare nella 
finestra corrente soltanto i files i cui 
nomi soddisfino ad una determinata 
condizione; è possibile visualizzare tutti 


i files presenti in una directory, soltanto 
gli eseguibili o indicare una propria ma- 
schera utilizzando i caratteri jolly del 
Dos. 

Nel menu FILES sono ora presenti 
due nuove opzioni, rispettivamente per 
l'invio di files tramite il Commander 
Mail e per il settaggio degli attributi del 
file corrente; le opzioni per la ricezione 
di un file tramite il Commander Mail e 
per l'utilizzo in generale di quest'ultimo 
sono state aggiunte a quelle già presen- 
ti nel menu Commands. 

Molto importanti e sostanziali, invece, 
le novità presenti nell'opzione Configu- 
rations del menu OPTIONS; è possibile 
tramite questo settare: 

— il tipo di monitor disponibile: 

— il tempo massimo dopo il quale, in 
assenza di attività alla tastiera, il moni- 
tor viene oscurato per salvaguardare la 
vita dei fosfori; un algoritmo di genera- 
zione di numeri casuali si occupa di 
accendere e spegnere a caso un pixel 
alla volta simulando un cielo stellato su 
cui ogni tanto avviene una piccola 
esplosione di fuochi di artificio: 

— la visualizzazione dei files con attri- 
buto uhidden» e la possibilità di selezio- 
ne tramite il tasto INS che fa automati- 
camente muovere il cursore sul file suc- 
cessivo: 

— l'opzione di «auto change directory» 
che abilita, al muovere del cursore in un 
pannello in cui è visualizzata la struttura 


ad albero delle directory di un drive, il 
cambiamento automatico di directory 
nell'altro pannello; 

— la visualizzazione permanente o me- 
no della «Menu Bar»; 

— il salvataggio automatico dell'attuale 
set-up; se questa opzione viene abilitata 
il Norton Commander «ricorda», quando 
viene caricato, lo stato in cui si trovava 
l'ultima volta che è stato utilizzato; 

— l'inversione dei tasti destro e sinistro 
del mouse, in modo da poter essere 
configurato per l’utilizzo da parte dei 
mancini, oltre all'opzione di «Fast 
mouse reset» che annulla il ritardo di 
caricamento del programma su compu- 
ter IBM PS/2 e Compaq. 

Usualmente ad un cambiamento di 
numero di versione di un programma 
corrispondono sostanziali modifiche al 
prodotto stesso: in questo caso ci sem- 
bra che nonostante le notevoli modifi- 
che apportate non sia molto giustificato 
il cambiamento del «version number» 
ma sarebbe stato più logico un cambia- 
mento del solo «release number» come 
accaduto nel caso delle Norton Utilities 
4.B, 

Modifiche ce ne sono ed anche im- 
portanti anche se la più importante non 
è sfruttabile nel nostro paese (MCI 
Mail) e questo incide molto sul giudizio 
finale del pacchetto, oltre al fatto abba- 
stanza noioso di aver ntrovato anche in 
questa release dei bug nella visualizza- 
zione dei files. 

Molto importante è invece l'aver inse- 
rito nel pacchetto un accessorio molto 
utile come il Commander Link che met- 
te a disposizione dell'utente un comodo 
modulo di comunicazione tra PC specie 
in un periodo come quello attuale in cui 
i computer portatili stanno riscuotendo 
sempre più successo. 

La possibilità, inoltre, di visualizzare i 
file di altri applicativi rafforza le poten- 
zialità di questo «Shell», facendolo di- 
ventare un accessorio sempre più utile 
nel corredo di programmi del proprio 
PC. 

In conclusione i giudizi positivi 
espressi durante la prova della versione 
2.0 vengono rafforzati anche alla luce 
del fatto che, praticamente allo stesso 
prezzo, ora vengono offerte nuove «fea- 
tures». 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


127 


PROVA 

NORTON UTILITIES 4.5 



Sopra 8 simsirs. le op- 
itoni del Norton Soeèd 
D,sk 

A destra, le informa- 
zioni sull'allocazione 


che troviamo nel pacchetto: il «Norton 
Contro) Center», che permette la rego- 
lazione interattiva di alcuni parametri del 
sistema come il cursore, i colori dello 
schermo e altre cosette simili, e «Volu- 
me Label» che permette di assegnare 
ad un disco logico un nome in un forma- 
to qualsiasi, scavalcando le limitazioni 
del DOS. 

Una cosa molto interessante a propo- 
sito di quest’ultima è la possibilità di 
inserire l’etichetta di volume in minu- 
scolo; in questo modo non é più possi- 
bile formattare accidentalmente il disco 
rigido poiché il Dos. chiedendo l'etichet- 
ta di volume e convertendola in maiu- 
scolo, non riuscirà mai ad avere l'esatta 
corrispondenza necessaria per far parti- 
re l’operazione di formattazione. 


di un computer a causa della frammen- 
tazione che in questo modo si viene a 
creare, ed é per risolvere questa cate- 
goria di problemi che é stato realizzato il 
programma «Speed Disk»: la sua fun- 
zione è propno quella di norganizzare i 
dati presenti su disco secondo il princi- 
pio che più le informazioni di un singolo 
file sono registrate vicine tra di loro, 
meno movimenti dovrà compiere la te- 
stina di lettura e di conseguenza minore 
sarà il tempo necessario per l'accesso a 
dette informazioni. 

Si può scegliere tra quattro modalità 
differenti di riorganizzazione delle infor- 
mazioni; il «trade-off» é tra una perfetta 
messa a punto con un certo dispendio 
di tempo ed una messa a punto veloce 
ma con una riorganizzazione parziale 
delle informazioni (ad esempio, solo a 
livello di directory). 

Come dicevamo all'Inizio dell'articolo, 
il DOS a seguito di un comando DEL 
non distrugge il file ma elimina soltanto 
il primo dei puntatori che ad esso fanno 


riferimento e che tramite le Norton Utili- 
ties è possibile recuperarlo; sorge quin- 
di il problema della cancellazione defini- 
tiva e non reversibile di un file, ad 
esempio nel caso contenga informazio- 
ni riservate. 

A tal scopo sono stati approntati due 
programmi, Wipedisk e Wipefile, che 
possono essere utilizzati per cancellare 
definitivamente le informazioni contenu- 
te in un file; ciò viene fatto andando a 
scrivere un determinato carattere su 
tutto il file o su tutto il disco, eventual- 
mente ripetendo l'operazione più volte, 
tutto CIÒ a prezzo di una certa lentezza 
nell'esecuzione. 

È ovvio che a questo punto né la 
Norton Utility (attenzione alla differenza 
tra questa e le Norton Utilities che sono 
il pacchetto nel loro insieme) né il Quick 
Unerase (che è una versione per il recu- 
pero veloce dei file), saranno più in 
grado di recuperare ciò che si è cancel- 
lato. 

Due parole infine sulle ultime Utilities 


Conclusioni 

Dopo questa lunga chiacchierata ve- 
diamo un po' di tirare le somme; i 
manuali (o sarebbe meglio definirli libri 
vista la loro struttura) da soli valgono 
buona parte del prezzo di acquisto. 

A questo proposito consigliamo viva- 
mente, una volta deciso di affrontare la 
spesa, di acquistare la versione «Advan- 
ced Édition» che è sicuramente più 
completa dal punto di vista delle funzio- 
nalità specifiche per i supporti di massa. 

Le Utilities presenti sono tante e tutte 
di buonissima qualità e questo ci porta a 
promuovere il pacchetto decisamente a 
pieni voti. 

Si tratta di un «must» nel campo del 
software per Ms-Dos che non dovrebbe 
mancare nella libreria di ogni utilizzato- 
re; il rapporto prezzo/prestazioni è poi 
cosi favorevole che non lascia spazio a 
dubbi nel consigliarlo vivamente. 


128 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 



Master 286/12 LI. 800.000 

caiint^ 572 /Cé, 1.2 kof^ disi 20 Mk, i/^A S kit <■ tostie^a 

Master 386/16 sx L2.350.000 

<Htt dtsi^oi», 1 Mk^ 1.2 ddk, kanl d'sl 20 Mk, st^/pa/^, S kit e> tastiera. 


Master 386/20 L.3.550.000 

cakÌH€2: dtsltop, 2 k^k, drm> 1.2 Mk, koj^ disi 40 Mk, se^/pcu^, /^A 16 kit t tastier-a 

Master 386/25 cache 32k L.4.890.000 

ùokiKtt toue^j 4 /dk, dfit/^ 1.2 Mk, k<u^ disi SO Afk, ser-/par, /t/A 16 kit e. tastitf^a 

Master 386/33 cache 64k L.6.750.000 

met tùttìer-, 4 Afk^ di^^iiH- 1.2 /fk, kord disi 150 Afk ESDf, stt*/pùj^^ i/d/A 16 kit t tastitr-a 


yG^ Laptop (novità assoluta!) L.4.900.000 

katter-k^ sape^i/k/n dispia^, S02Só/l6 //tat 1 /dk esp. 5 Mk, ka/^ 40 Mk 2Siks, sÌot S kit, 
Ri/ tAo.&ke>, dr'iiH^ 1,44 Mk, ie^ad t /^ame- 5,25** eittt^si, 2str-/lpor e> . 


FAX Canon 80 Lì. 190.000 

^im S/P, aimMtozioHi- 220 i/, oa&ità **Cmok** 


Séeà FAX OADC L690.000 

(f/^uppo ///, so/tmart- ainuFza.to Moke ir TSP, capacità pra/ickc, PC ta PC a 9600 kaud 

yOA Frióent 1024x768 L290.000 

16 kit, 512 Kk RAM, SOOjióOO c 1024x768, d^ia^r- pC4^ Ì pMpt^ommi pià . 


Monitor VGA 1024x768 L.750.000 

14** a coiori, 40 Mkh koMiaidtk, dot pitck 0,28 fpe^ 19** c /kfA moKOCMmatici te/e/ooarcj 

FANTASOFf Computer House Tel.0586/805.200 

ùt/^MO, i/ia 0. P.Tózzctti ?/k, Fax (^86/803. 094, tatto R mcpdio KciFiit/oriaatica, pritca depii aitr*i, 


A 


MC.<w^CAMPUS 

SOFTWARE & UNIVERSITÀ' 


a cura di Francesco D'Angela e Gaetana Di Stasio 

MTA: Mathematica! Tree Aisorithm 


Il lavoro che questo mese stiamo per trattare e commentare é l'MTA. 
Mathematica! Tree Algorithm. 

La ragione fondamentale per cui esso é stato creato è quella legata 
all'esigenza di realizzare uno strumento schematico e semplice, 
quanto efficace, che permetta di affrontare il problema della gestione 
delle funzioni matematiche 


Nerbo irrfatti del progetto è la sezione 
dedicata alla definizione di una funzione 
ed al calcolo dei suoi valori. 

Tale sezione ha il compito di trasfor- 
mare una funzione o. più in generate, 
una espressione algebrica in un albero 
binario 

Gli alberi sono particolari grafi che 
possono scaturire ad esempio dall'anali- 
si di un aggregato di informazioni: una 
informazione cioè costituita da altre in- 
formazioni più semplici. 

Le caratteristiche di tali strutture 
sono: 

1) presenza nel grafo di un nodo avente 
soli archi uscenti e detto pertanto radice 
dell'albero; 

2) ciascun nodo, esclusa la radice, ha 
almeno un predecessore; 

3) i nodi privi di successori sono detti 
foglie dell'albero. 

Tipicamente tali grafi si utilizzano qua- 
lora si vogliano mettere in evidenza 
relazioni gerarchiche o di inclusione. 

Ebbene un albero binario è nient'al- 
tro che un albero i cui nodi hanno al più 
due successori ovvero al più due rami in 
uscita (dove i rami sono gli archi del 
grafo). 


Chi vuole entrare in possesso di MTA, 
può trovare il tutto su MC-Link o acQui- 
stare il dischetto presso la redazione, al 
prezzo di L. 30.000. L'importo può essere 
inviato tramite assegno o cJc postale: si 
prega di specificare il tipo di supporto 15" 
1/4 o 3“1/2Ì desideralo. 


Descrizione del sistema 

Il sistema è costituito da un pacchet- 
to di procedure e funzioni atte a gestire 
un ambiente in grado di interpretare i 
comandi ricevuti da tastiera proprio co- 
me se fossimo in ambiente DOS. 

In particolare, in tale ambiente, è pos- 
sibile effettuare operazioni dì assegna- 
zione a variabile ed operazioni di defini- 
zione e/o calcolo di funzioni. 

Accanto alle svariate funzioni che l'u- 
tente può definire c'è ovviamente un 
gruppo di funzioni predefinite che com- 
prende parte delie funzioni matemati- 
che elementari e cioè: seno, coseno, 
esponenziale, logaritmo, radice, arco- 
tangente; e in più le funzioni fattoriale e 
intero (parte intera di un numero reale). 

Le funzioni e le variabili definite ven- 
gono immagazzinate rispettivamente 
nella «FUNCTION TA6LE» e nella 
«SYMBOL TABLE» (FT ed ST nel se- 
guito). 

Ciascuna tabella è divisa in più record 
all'Interno dei quali sono contenute tut- 
te le informazioni relative alle funzioni 
ed alle variabili definite. 

Ogni funzione verrà rappresentata da 
un albero la cui radice sarà salvata in un 
campo della FT; pertanto in memoria ci 
saranno tanti alberi quante sono le fun- 
zioni definite. 

È possibile comunque associare un 
albero rappresentativo anche ad una 
variabile, a patto che essa sia definita 
tramite te quattro operazioni elementari 
e che all’atto della digitazione si racchiu- 


da in parentesi graffe l'espressione ma- 
tematica che la definisce. Ad esempio 
definendo: a:=(3-t-4), si ottiene un albe- 
ro del tipo: 


:3; :4. 

Tutte le operazioni effettuabili in tate 
ambiente hanno ovviamente i loro limiti. 
Precisamente: 

a) massimo numero di variabili indipen- 
denti caratterizzante una funzione =8; 

b) massimo numero di funzioni defini- 
bili = 20; 

c) massimo numero di variabili definibi- 
li = 51 (in verità dovrebbe essere 50 co- 
me indicato nel manuale ma per un moti- 
vo oscuro il campo di variazione dell’array 
che le contiene è l'intervallo [0.501). 

il controllo d'ambiente 

Il controllo dei comandi dati in input 
dall'utente è stato affidato a due analiz- 
zatori; l'analizzatore sintattico e quello 
semantico (cosi definiti nel manuale 
d'utente). 

Il compito del primo è analizzare la 
frase inserita da tastiera, sulla base di 
una sinossi Pascal-like. 

Il secondo invece ha il compito di 
riconoscere la stringa introdotta ed esa- 
minare se si tratta, ad esempio, di un 
comando, di una frase di assegnazione, 
di una frase di dichiarazione, etc... 

È necessario osservare comunque 
che i nomi assegnati agli analizzatori 
non sono appropriati essendo ben più 
ardue le reali funzioni che un analizzato- 
re semantico ed un analizzatore sintatti- 
co svolgono nel contesto più generale 
di un compilatore. 

Nei programma sono inoltre definite 
le seguenti tabelle; 

1 ) OBJTAB, per l'identificazione di tutti i 
possibili object che può assumere il 
token ; 

2) ERRTAB, per l'identificazione degli 


130 


MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990 


MCmicroCAMPUS 

SOnWARE & UNIVERSITÀ 


eventuali errori presenti neH’inserimen- 
to di dati (la gestione degli errori è 
simile a quella Pascal, compresi i mes- 
saggi di errore in lingua inglese); 

3) HELPTAB: contiene l'help su tutti i 
comandi utilizzabili. 


Strutture dati utilizzate 

I tipi di dati strutturati utilizzati nel 
programma sono: array, record, punta- 
tore. file ed albero. 

II manuale contiene una descrizione 
abbastanza dettagliata di tali strutture 
che tuttavia noi preferiamo non trattare 
essendo esse sicuramente note a gran 
parte dei lettori (se non a tutti). Bisogna 
comunque tener presente che l'MTA è 
stato presentato in occasione dell’esa- 
me di Programmazione dei Calcolatori 
Elettronici nel cui contesto la definizio- 
ne delle strutture dati fondamentali oc- 
cupa un posto di rilievo; ciò spiega la 
meticolosa descrizione in cui si sono 
cimentati gli autori. 

Comandi e loro uso 

I comandi di cui l'utente può disporre 
sono: 

1) DEF: è il comando che permette di 
definire una nuova funzione. La sintassi 
è la seguente: 

DEF nome-funzione (variabite1,....,variabile- 
nl:= espressione-funzione. 

Esempio 1; 

DEF F(x,y.z.t): =x »x + 2*z + t; 
d'ora, m poi negli esempi faremo riferi- 
mento a tale funzione. 

2) DUMP: permette la visualizzazione 
dei contenuti di FT e ST e dunque di 
tutte la variabili e funzioni già definite. 

3) PRINT: è il comando di calcolo di una 


MTA: Mathematica! Trae Aigoiithm 
Realizzatori: 

Fabio Omenigrandi, Fabio Pisani 
Sviluppato coma pane integrante del cor- 
so di Programmazione dei Calcolatori 
Elettronici presso il Politecnico di Milano, 
Facoltà di Ingegneria Elettronica indirizzo 
Informatico, nell'a.a 198&^, 

Docente del corso: Prof. Dino Mandrioli 
Sistema utilizzato: PC IBM 
Linguaggio: Turbo Pascal 5.0. 


funzione definita in un punto o del valo- 
re di una espressione: sintassi: 

PRINT nome-funzione(valore1 vaìoren). 

4) ERASE: cancella dalla tabella corri- 
spondente l'identificatore precisato. 
Sintassi; 

ERASE identificatore 

5) SAVE: salva il contenuto delle due 
tabelle su disco in un file di testo .MAC; 
sintassi: 

SAVE nome-file. 

6) RESTORE: cancella il contenuto delle 
due tabelle (inizializzazione). 

7) LOAD: carica da memoria di massa il 
contenuto delle tabelle salvate in una 
operazione precedente. Sintassi: 

LOAD nome-file. 

8) QUIT: uscita dal programma. 

9) DIR: fornisce la directory di tutti i file 
con estensione «.MAC». 

Vogliamo comunque precisare che è 
possibile definire funzioni anche tramite 
l'uso degli identificatori standard. 


Esempio: 

DEF g(u,v): = sin(u) + cos(vl 

Le variabili u e v. cosi come tutte le 
altre (quelle relative alla funzione f), 
rimarranno settate a zero finché non si 
farà uso de! PRINT. 

I valori delle funzioni sono fomiti in 
generale con la solita notazione scienti- 
hca: segno, mantissa ed esponente. 

Conclusioni 

Lo scopo che si sono prefissi gli 
autori prima della stesura del progetto è 
solo quello di costruire qualcosa che 
mettesse in pratica tutte le cose impa- 
rate a lezione. Infatti l'ambiente in sé 
per sé non è utilizzabile seriamente 
perché non offre grosse potenzialità, né 
le poche cose che implementa sono 
state realizzate mediante strutture parti- 
colarmente sofisticate. Infatti questo è 
un oggetto che andrebbe senz'altro ri- 
preso dallo stesso o da un altro gruppo 
di lavoro perché sia ampliato in ogni sua 
parte, dando la possibilità, ad esempio, 
di derivare ed integrare simbolicamente 
le funzioni definite, di tracciare i grafici 
delle funzioni nel piano e nello spazio, di 
definire funzioni composte e così via. 

Ciò può essere da stimolo per altri a 
far cose migliori magari basandosi su 
questo stesso elaborato realizzando ad 
esempio procedure, da fondere col sor- 
gente del MTA, che provvedano ad of- 
frire una 0 più potenzialità mancanti. 
Infatti esso è stato progettato in manie- 
ra modulare ed ogni singola procedura è 
stata sufficientemente commentata 
proprio nell'ottica di semplificare una 
eventuale fase successiva di intervento 
su codice sorgente. ne 


Norme per la partecipazione 


— Possono partecipare tutti i lavori/studi scientifrco-economio non 
test di laurea la fortdo tnforrrtaticol realizzati in ambiertte universitario 
ed ultimati a partire dal settembre 1965. 

— Ognuno di essi dovrà essere accompagnato dalle generalità def- 
l’autore, recapito telefonico, università di appartenenza, matricola, 
corso in cui II lavoro é stato sviluppato e norme del docente di corso. 

— La documentazione relativa ^vrà essere inviata su supporto sia 
cartaceo sia magnetico, accompagnata da un commento scritto dal- 
l'autore come presentazione dell'opera, costituito da circa cinquemila 
caratteri. Nel commento dovrà essere sintetizzato l'argomento trat- 
tato. indicati i sistemi hardware e i pecchetti software utilizzati, le 
eventuali difficoltà incontrate, il modo in cui sono state superate, il 
tempo di sviluppo, la bibliografia (se non presente nella documenta- 
zione allegata al lavoro) ed ogni altra eventuale notizia o commento 
degni di nota. 

— Esserxlo la partecipazione limitata ai lavori non tesi di laurea 
realizzati in ambiente universitario, è gradila una breve dichiarazione 


del docente con il quale la tesina à stata sviluppata. 

— Fra tutti i lavori pen/enuti via via, ne saranno scelti dieci da una 
prima commissione interna alla redazione di MCmicrocomputer. Que- 
sti saranno argomento di altrettanti articoli che ne descriveranno 
caratteristiche e potenzialità. I lavori non saranno pubblicati in quanto 
tali sulla rivista, ma i lettori interessati potranno entrarne in possesso 
con te modalità che saranno rese note. 

— Ai dieci autori o gruppi di lavoro sarà corrisposto un compenso di 
300.000 lire, perché comunque appartenenti alla fascia dei lavori più 
qualificati. 

— Fra questi dieci lavori una commissione di esperti ne sceglierà uno 
che sarà ricompensato crxi ulteriori 700.0(X) lire. 

— E d'obbligo l'Intrio dei sorgenti e della documentazione tecnica e di 
utilizzazione, sia su supporto magnetico che cartaceo. 

— Non é prevista la restituzione del materiale inviato. 

— Con l'invio del lavoro, l'autore ne autorizza la pubblicazione e la 
diffusione gratuita come materiale didattico. 


MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1 990 


131 



Se è vero che la vita è tutta 
un quiz, perché non provare 
ad utilizzare proprio qualcosa 
di simile ad un quiz per 
scegliere il programma di 
desktop publishing per 
Macintosh ideale perle 
proprie necessità? 
MCmicrocomputer vi propone 
il DTP quiz: le vostre risposte 
giustamente soppesate vi 
daranno la risposta finale ai 
vostri problemi di dtp 


DESK TOP PUBLISHING 

di Mauro Gandirìi 


DTP quiz 


S'impone una scelta 

Sappiamo tutti che talvolta è molto 
difficile scegliere una via piuttosto che 
un’altra; magari sarebbe bello percorrer- 
ne un pezzo di ognuna e poi proseguire 
su quella a noi più congeniale. Purtrop- 
po non é sempre possibile. Anche sce- 
gliere il giusto strumento per le proprie 
attività di desktop publishing su Macin- 
tosh può essere difficile. Abbiamo pen- 
sato di offrirvi un modo semplice e 
anche un po' ludico di condurvi sulla 
strada giusta. 

DTP quiz: ovviamente non vuole es- 
sere la risposta definitiva alle vostre 
perplessità, ma senza dubbio vi aiuterà 
a fare un pezzetto di strada verso la 
scelta giusta. I parametri presi in consi- 
derazione sono 12 e sono i principali sui 
quali si dovrebbe effettuare la propria 
scelta. 

Non sono i soli: potreste nella vostra 
posizione prendere in considerazione al- 
tri parametri come per esempio il tipo di 
programma con il quale normalmente 


lavora il vostro tipografo o via dicendo. 
Queste ulteriori problematiche comun- 
que si andranno ad affiancare alle 12 
che andremo ad esaminare. 

Come utilizzare DTP quiz 

Nel mondo Macintosh esistono tre 
prodotti che emergono sopra gli altri: 
PageMaker (d'ora in poi utilizzeremo 
l'abbreviazione PM); Ready, Set, GO! 
(RSG); QuarkXPress (XP), 

Ognuno di questi programmi ha una 
propria filosofia che può essere o meno 
compatibile con le necessità dell'uten- 
te. Ogni programma reagisce in manie- 
ra diversa alle sollecitazioni di ogni sin- 
golo utente poiché diverse sono le esi- 
genze di ognuno. 

Ne! DTP quiz abbiamo provato ad 
identificare 12 diverse problematiche 
connesse all'uso del DTP e per ognuna 
di esse è stato indicato il comportamen- 
to di ognuno dei tre prodotti in modo da 
indicare all'utente la scelta più opportu- 
na per le proprie necessità. 


Il decalogo secondo PageMaker 

1 Interattività. £ possibile muovere testo o figure sertza problemi di nframe». 

2. Tavolo di lavoro, dove è possibile mettere momentaneamente i propri elementi 
0 fare delie prove. 

3. Cambio della visualizzazione. É possibile cambiare l'ingrandimento con il quale 
sì sta osservando la pagina con un tasto e cosa si sta vedendo al centro dello schermo. 

4. Righelli e guide. Utilissime guide che possono essere posizionate ovunque nel 
documento e che risultano invisibili durante la stampa, ottime per l'allineamento 
direttamente a schermo degli oggetti. 

5. Tre possibilità di inserimento del testo. Solo nella colonna di inserimento, o 
anche nelle colonne adiacenti oppure automaticamente anche nelle pagine seguenti 
(con creazione automatica di nuove pagine). 

6. Aggiramento delle figure in maniera irregolare, secondo un profilo disegnato 
dall'utente anche differente dal profilo della figura stessa. 

7. Controllo delle immagini importate con contrasto, luminosità, numero di linee e 
loro inclinazione. 

8. Stampa veloce senza figure per un veloce controllo del layout. 

9. Azioni su testo anche se non é ancora interamente posizionato (cancellazioni, 
inserimenti, ecc ). 

10. Posizionamento libero di testo o immagini anche oltre i margini della 
pubblicazione o a cavallo di due pagine affiancate. 


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MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


DESK TOP PUBLISHING 



12 domande per 1 scelta 

Le problematiche sono diverse e spa- 
ziano dalia tipologia dei documenti pro- 
dotti al grado di conoscenza nel campo 
del DTP. In effetti, le esigenze sono 
svariate per ogni utente di un sistema 
DTP: si passa dall'esigenza di creare 
brochure e newsletter a quella di creare 
libri 0 rapporti: la lunghezza dei docu- 
menti può essere variabile da poche 
battute a veri e propri romanzi; il testo 
può essere stato verificato e corretto 
già prima di essere impaginato, oppure 
è indispensabile poter continuamente 
intervenire su di esso anche durante la 
fase di impaginazione. 

Altre problematiche sono più legate 
alla qualità in senso strettamente tipo- 
grafico del documento: la precisione e 
qualità dei font di carattere può essere 
più o meno importante; si può avere o 
meno la necessità di poter migliorare e 
modificare la grafica ed i disegni impor- 
tati: si può essere interessati o meno 
all’uso del colore con il semplice inseri- 
mento di qualche fregio oppure con 
l’uso intensivo dei colore anche nel te- 


< PageMaker consertta di utilizzare l'area intorno alla oegina per depositarvi lesti, 
figure a altri elemenli di uso comune o da utilizzare in altre pagine 

XPress consente di visualizzare molto bene il percorso del testo airintemo 
della pubblicazione. 



Il decalogo secondo XPress 


1 . Più di un documento contemporaneamente. 

2. Preview dei templare per vedere quale serve prima di aprirlo. 

3. Molti comandi attivabili direttamente da tastiera senza dover utilizzare il mouse. 

4. Controllo delle immagini (lumirtosità. contrasto, numero delle linee) e possibilità 
di creare immagini a due colori (parti scure e fondo bianco). 

5. Separazioni di quadricromia per le immagini create o colorate con XPress. 

6. Controllo sui testo per identificare esattamente il percorso nel documento, 
conteggio delle parole, eoe. 

7. Ripetizione di oggetti. É possibile selezionare un oggetto e duplicarlo il numero 
di volte voluto applicando ad ogni duplicazione uno spostamento relativo a piacimento. 

8. Espansione e compressione dei caratteri da un quarto a quattro volte gli 
originali. 

9. Kerning e interlinea. É possibile modificare ii valore di Iteming di ogni singolo 
accoppiamento di lettere e importare il risultato di questa operazione in ogni docu- 
mento. Una cosa simile é possibile anche per l’Intertinea. 

10. Posizione degli elementi. È possibile portarli in primo piano o sotto i vari 
elementi della nostra pagina e bloccarli in quella posizione. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


133 



Passiamo alle scelte 

1 ■ Tipologia dei documenti 

Ogni cosa che intendete inserire nelle vostre pagine con XP e 
RSG dovrà prima essere >insc8tolatai> in un xframe» specifico (un 
freme è un’area dedicata nella quale ci potrà essere solo testo o 
immagini): se intendete aggiungere testo (importandolo o digitarv 
dolo dovrete prima disegnare un «framea per contenerlo (come se 
si dovesse disegnare un rettangolo) In PM al contrario selezionate 
il cursore del testo, lo posizionate dove volete inserire il testo, fate 
click e iniziate a digitare. 

Con RSG e PM avete a disposizione un vero e propno tavolo di 
lavoro elettronico che vi consente di utilizzare le parti intorno alla 
vostra pagina per udepositareu momentaneamente immagini, 
blocchi di testo, ecc. Con XP questo non é possibile: ogni oggetto 
deve essere sulla pagina. 

La combinazione di "point & click» e tavolo di lavoro, rende PM 
più agile nello svolgimento di lavori come brochure, cataloghi, 
newlsletter. pubblicità. 

Per libri, manuali, rapporti, dove normalmente esistono testi 
consistenti e layout fissi, la possibilità di avere l'inserimento 
automatico del testo e il posizionamento fisso di figure é di grande 
aiuto un programma di tipo frame oriented come XP o in seconda 
battuta RSG. 

□ PM 

□ XP 

□ RSG 

2 ■ Lunghezze dei documenti 

I documenti lunghi necessitano normalmente una gabbia in 
grado di tenere sotto controllo tutti gli elementi della nostra pagina 
per tutte le pagine del documento Colonne, margini, intestazioni, 
note. ecc. devono essere consistenti per tutto il documento: 
questo è attuabile dalle cosiddette pagine mastro. Tutti e tre i 
nostri programmi ne sono dotati, ma la loro funzionalità è diffe- 
rente. PM e RSG hanno delle vere e proprie pagine mastro i cui 
elementi vengono riprodotti su tutte le pagine del documento e le 
cui eventuali modifiche vengono riportate sempre su tutto il 
documento. 

In XP le funzioni di pagina mastro sono differenti: infatti queste 
può essere nportata in ogni pagina effettiva del documento e 
modificata per ogni pagina. Tuttavia se si modifica la pagina mastro 
vera e propria solo le pagine che verranno create dopo tale 
modifica godranno di questo aggiornamento. 

Con RSG è possibile avere una sorta di «master master page»: 
con alcuni accorgimenti é possibile avere un numero praticamente 
infinito di pagine master, ciò é soprattutto molto utile nel 
momento in cui siano necessarie differenti griglie per il testo 

Nei lunghi documenti può essere necessario modificare l’ordine 
delle pagine: RSG é in questo caso il programma che fornisce la 
miglior soluzione, essendo rtecessario solo prendere la pagina e 
spostarla con il mouse nella nuova posizione (attraversa una 
particolare funzione che consente di visualizzare tutte le pagine del 
documento in piccolo a video). Con XP è possibile questa opera- 
zione. ma solo in via numerica, cioè digitando il numero della pagina 
che vogliamo spostare e indicando il numero nella nuova posizione. 
Per PM l’operazione è senza dubbio più complessa e meno precisa: 
bisogna infatti, creare una pagina bianca nel punto dove si vuole 
spostare la nostra pagina, poi tornare alla pagina da muovere e 
selezionare tutti i suoi elementi (con Seleziona Tutto), infine con le 
funzione di Taglia e Incolla spostare tutti i pezzi da una parte all’altra. 
Nella maggior parte dei casi questa operazione dovrà essere seguita 
dal riallineamento di tutti gli elementi per riposizionarli esattamente: 
tutto ciò non è particolarmente difficile, ma è decisamente sco- 
modo. specialmente se va npetuto per più pagine 

□ PM 

□ XP 

□ RSG 


3 • Testo 

Bisogna innanzitutto ricordare che i programmi di dtp non sono 
dei programmi specializzati di scrittura e quindi possono non avere 
delle funzioni ormai usuali nei word processor: ovviamente lutti 
offrono però un mimmo di funzionalità per modificare i lesti importati 

0 crearne di nuovi. Sia RSG che XP offrono la possibilità di avere il 
correttore ortografico e la funzione di Cerca e Sostituisci; inoltre XP 
ha anche un contatore di parole per il controllo della lunghezza del 
testo. Dal puro punto di vista del lesto forse XP è il programma che 
offre più possibilità nel casosia necessario modificare pesantemente 
il testo importato. Un’altra carattenstica importante per la gestione 
del testo è quella di poter seguire facilmente il suo percorso lungo la 
pubblicazione specie ne! caso di lunghi test: sìa XP che RSG lo 
consentono visto che entrambi necessitano di una indicazione di 
linking tra I vari frame di testo. Con Page Maker ciò è decisamente più 
difficile visto che il testo non possiede indicatori che ne determinino 
l'appartenenza ad uno o ad un altro gruppo di testi. 

□ PM 

□ XP 

□ RSG 

4 - Forma tipografica 

Tutti i programmi hanno una buona precisione tipografica consen- 
tendo di controllare i seguenti parametri: tipo di font, sua grandezza, 
stile, spaziatura tra le righe, kerning (avvicinamento dei caratteri tra 
loro), spazio tra le parole, sillabazione. Però dobbiamo ammettere 
che XP è il programma che dà maggiori soddisfazioni dal punto di 
vista tipografico: consente anche di modificare la larghezza dei 
caratteri in modo da espanderli o condensarli a piacimento (ciò é 
possibile anche con RSG. ma meno semplicemente e con minori 
possibilità). La possibilità di applicare uno specifico stile ad un testo o 
ad un paragrafo é cosa possibile in tutti e tre I programmi, tuttavia 
anche in questo caso XP è vincente, consentertdo l'utilizzo di una 
sequenza di tasti non solo per applicare uno stile predefimto al testo 
in questione, ma anche di poter modificare lo stile base applicato 
Anche PM ha un efficiente sistema di stili con il semplice click su 
un’apposita finestra che riporta tutti gli stili predefmiii dalt'uiente 
applicandoli istantaneamente al testo. Il sistema adottato da RSG è 
un po’ più macchinoso e poco «tipografico» come filosofia Tutti e tre 

1 programmi possono interpretare eventuali indicazioni di stile inseriti 
come comandi all’interno di un testo in formato ASCII. PM e XP 
consentono di importare eventuali fogli stile creati con Microsoft 
Word: XP e PM memorizzano questi stili tra i propri consentendo 
cosi anche una loro modifica. RSG è in gradodi importare le formatta- 
zioni, ma non è in grado di memorizzare i differenti stili. 

□ PM 

□ XP 

□ RSG 

5 • La grafica 

Anche in questo caso i tre programmi sono molto simili Solo 
durante il disegno con gli strumenti propn. XP si differenzia creando 
una specie di stato di parentela tra gli elementi. Se per esempio 
tiriamo una linea all’interno di un rettagnolo, questa linea non potrà 
essere spostata al di fuon del rettangolo stesso. 

I formati TIFF. RIFF. EPS. Paint e PICT sono nconosciuti e 
importati da tutti i programmi. PM consente per alcuni formali di 
agire su contrasto, luminosità, numero e inclinazione delle righe che 
compongono l’immagine. XP consente di «colorare» l’immagine, 
dando la possibilità di identificare l’immagine con un colore e il fondo 
bianco con un altro colore. 

□ PM 

□ XP 

□ RSG 


134 


MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990 


£ - Use del colere 

La stampa In quadricromia é ancora la vera frontiera del dtp. A 
parte PM che nella nuova versione 3.5 consente di avere una 
pseudoseparazione del colori (lo proveremo tra breve proprio per 
questa sua nuova caratteristica), gli altri programmi lavorano abba- 
stanza bene, ma con la limitazione di trattare I colori in maniera 
«spot" (identificandone la differenza tra l'uno e l'altro, ma senza 
poterne considerare abbinamenti come fa la quadricromia). Tutti e 
tre I programmi consentono comunque di importare e gestire 
immagini a colori, ma a questo punto l'unico sistema per ottenere 
un output tn grado di rispettarli, bisogna forzatamente dotarsi di 
una stampante a colori, in questo caso nessuno dei programmi 
comporta problemi particolari. 

□ PM 

□ XP 

□ RSG 


7 - Compatibilità con MS-DOS 

L’Importazione di file di testo dal mondo PC, dopo le dovute 
trasposizioni attraverso il programma Apple File Exchange, non 
comporta particolari problemi salvo per II fatto che perdono le 
formattazioni del testo stesso. Alcuni programmi di scrittura come 
Microsoft Word, consentono il salvataggio sia in formato Mac che 
DOS anche nel mondo dei PC. In questo caso le formattazioni 
sono salvaguardate. 

Se dovete trasferire interamente un documento di dtp dal 
mondo MS-DOS a quello Macintosh o viceversa, solo PM vi 
consente questa operazione essendo disponibile una versione di 
PM con interfaccia grafica Windows sotto MS-DOS: sia RSG che 
XP non hanno le versioni corrispondenti nel mondo PC. 

□ PM 

□ XP 

□ RSG 


8 - La stampa 

L'utilizzo della stampante laser non comporta alcun problema 
per tutti e tre i programmi XP ha qualche utility in più per quanto 
riguarda la ricerca e l'identificazione dei differenti font presenti 
nella pubblicazione. Per quanto riguarda la possibilità di ottenere le 
pellicole da un sen/ice, non vi sono problemi con PM che ormai è 
praticamente universalmente diffuso. Buona anche la presenza nei 
Senrice di XP. ma ancora scarsa quella di RSG. 

□ PM 

□ XP 

□ RSG 


9 - Consistema tra documenti 

è molto importante se pubblicate periodicamente lo stesso tipo 
di documenti (newsletter, rapporti, ecc.l. XP e RSG con la loro 
filosofia dei frame sono i più adatti alla creazione dei cosiddetti 
"templates". Potete creare il vostro documento di base inserendo 
frame vuoti di testo e di figure, inserire le indicazioni di formatta- 
zione. ecc.. e poi salvare il tutto per riutilizzare questa «gabbia» 
tutte le volle che dovete preparare la stessa tipologia di pubblica- 
zione. Con PM è un po’ più macchinosa la cosa poiché comunque 
dovete inserire testi e figure finte al loro posto, da sostituire poi 
quando necessita con testi e figure reaii. 

□ PM 

□ XP 

□ RSG 


10 - Precisione e flessibilità 

Il grosso pregio di PM sono le possibilità di sperimentazione 
che consente. Siccome tutto è possibile con il solo utilizzo del 
mouse e il risultato è sempre II sul video, ciò comporta una grande 
libertà di apportare modifiche in qualsiasi momento e controllare 
subito il risultato. 

Al contrario XP è l’ideale per tutti coloro che amano la massima 
precisione. Ogni testo, ogni figura possono essere posizionati 
esattamente dove si vuole: se si aggiunge anche la notevole 
precisione tipografca possiamo senza dubbio consigliarlo a chi 
vuole avere il massimo controllo sulla sua pagina. 

RSG può considerarsi una via di mezzo; l'impostazione a 
frame. in unione al tavolo di lavoro dove si possono depositare gli 
elementi da riutilizzare e alle pagine mastro sono gli elementi che 

10 vedono preferito da chi ama la precisione, ma con qualche 
libertà in più. 

□ PM 

□ XP 

□ RSG 

11 - Frequema delle attività di dpt 

Se siete una dtpista della «domenica», cioè se la vostra più 
grande preoccupazione in questo campo è pubblicare 4 numeri 
all’anno di una newsletter, senza dubbio PM è il programma che fa 
per voi. L’uso di tipo intuitivo vi aiuterà anche se starete per lunghi 
periodi senza toccarlo. 

Per chi ha necessità più frequenti, possiamo dire che RSG può 
senza dubbio essere preso in considerazione. È abbastanza sem- 
plice da imparare e. in caso, anche un nnfresco di memoria non 
comporta problemi. XP forse necessita di un po' più di applicazione 
per poterne sfruttare appieno le caratteristiche di precisione e 
potenza. Insieme alla applicazione diremo che necessita forse 
anche un po' più di acquisita manualità: per un uso continuativo è 
senza dubbio consigliabile. 

□ PM 

□ XP 

□ RSG 

12 ■ L'esperienza 

Per chi è alle prime armi, i più consigliabili sono ancora PM e 
RSG che vengono fomiti con tutorial molto ben fatti. È anche 
possibile richiedere a pagamento delle guide («Guida al Basic 
Design» per PM e «The Grid Book» per RSG - non sempre 
reperibile quest'ultima) che oltre a dare ulteriori informazioni 
sull’uso e la filosofia del programma, consentono di attingere 
consigli e trucchi per dare alla vostra pubblicazione un look 
veramente OK. 

Chi viene da precedenti esperienze tipografiche anche nel 
senso classico della parola, potrà forse meglio apprezzare la 
potenza e precisione che XP può offrire. 

□ PM 

□ XP 

□ RSG 

Conteggio finale 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


135 



DESK TOP PUBLISHING 


sto per evidenziare titoli e sottotitoli. 

Altre esigenze ancora sono legate al- 
l'ambiente di utilizzo del sistema DTP 
ed a quello di provenienza e destinazio- 
ne dei documenti. Ad esempio, si può 
avere bisogno di trasferire e ricevere 
file di testo in formato MS-DOS: si può 
avere l'imbarazzo della scelta nei tipo di 
apparecchiatura da impiegare per i defi- 
nitivi di stampa (stampanti a bassa riso- 
luzione 0 unità di fotocomposizione). 

Infine, molto importanti sono anche i 
metodi di lavorazione sovente più usati: 
I documenti prodotti possono essere 
tutti dello stesso tipo e con il medesimo 
layout, oppure ogni volta diversi; si può 
preferire la precisione alla flessibilità in 
modo da iniziare il lavoro già con le idee 
ben chiare su quale sarà il risultato 
finale, oppure, viceversa, continuare a 
modificare il layout fino al raggiungi- 
mento del risultato desiderato. 

Come è possibile notare, le variabili 
da considerare sono oggettivamente 
tante e non sempre il programma più 
adatto a risolvere nel modo migliore un 
determinato problema è quello più adat- 
to poi a soddisfare i rimanenti aspetti 
della questione. 

A tutto quanto è stato già detto, 
bisogna aggiungere le considerazioni ri- 
guardanti ie caratteristiche dell'utente 
del sistema DTP come la conoscenza e 
l'esperienza nel campo, oppure la quan- 
tità di tempo e la oontinuità che si 
dedica alf’uso del sistema stesso. 

Il DTP quiz non è certo il modo per 


ìiIéiliIlwL.. 



: □□a 

□□a 


1 tznizDa 

□□a 


: naa 



1 □□□ 
! □□□ 

□□a 


1 □□□ 



1 cziaczD 



: □□CZ] 

□□□□□ 

> 


fleadK. Sei. COI con- 
senie di applicare una 
griglia sulla nostra pa- 
gina per aiolaro nella 
gestione degl’ spaa 


Un'allrg funzione mol- 
lo interessante di Rea- 
dy. Sei. GO' è la pos- 
sibilità di mostrare a 
wdeo le iiminialuren di 
tutte le pagine del do- 
cumento per averne 
una visione più com- 
pleta. Le pagine in 
questo lonnalo si pos- 
sono prendere e spo- 
stare selezionandole 
con II mouse e traso- 
nandole nella nuova 
posizione 



Il decalogo secondo Ready, Set, GO! 

1 Griglie modulari per un più veloce posizionamento degli elementi direttamente 

2. Fogli stile con possibilità di applicazione degli stili attraverso una sequenza di 
tasti 

3. Finestre per le specifiche con una maggior precisione nei posizionamenti degli 
elementi, riduzioni, ecc. 

4. Controllo dei caratteri con possibilità di utilizzo di grandezze e interlinee 
decimali. 

5. Salvataggio delle preferenze (impostazione della pagina, griglie, font, sillaba- 
zione, unità di misura, ecc.) che saranno cosi riproposte per ogni nuovo documento. 

6. Conversione delle maiuscole in minuscole, nel caso di testi scritti in tutte 
maiuscole. 

7. Gestione dei colori, con possibilità di stampare I crocini di riferimento e il nome 
del colore sulla pagina stampata. 

B. Opzioni di stampa che consentono di stampare dalla prima all'ultima pagina o 
viceversa. 

9. Comandi di spostamento che consentono di selezionare più elementi della 
stessa pagina o su più pagine e spostarli contemporaneamente in orizzontale o 
verticale. 

10. Visione generale che consente di vedere in piccolo tutte le pagine della nostra 
pubblicazione per una visior>e generale della stessa, con possibilità di spostare 
completamente le pagine da un posto ad un altro. 


risolvere definitivamente tutti i proble- 
mi. ma rappresenta sicuramente un mo- 
do simpatico ed originale per indirizzare 
meglio le proprie scelte. 

Come già detto questo non è certo un 
esame definitivo: se uno dei programmi 
emerge in maniera preponderante senza 
dubbio ci sono buone probabilità che sia 
quello ottimale per voi. Ma se due pro- 
grammi sono attestati a uno o due punti 
di differenza, bisognerà proseguire nel- 
l'indagine ascoltando altri pareri in giro. 
Ovviamente le miglion indicazioni ag- 
giuntive VI potranno arrivare da specialisti 
come chi lavora in un service o dagli 
esperti di dtp presso il vostro rivenditore 
di fiducia. Per darvi un ulteriore aiuto vi 
proponiamo i «decaloghi» dei tre pro- 
grammi presi in esame con le loro carat- 
teristiche più interessanti. La nostra spe- 
ranza è comunque di avervi dato ancora 
una volta degli elementi che vi aiutino a 
percorrere la strada che vi porterà in 
maniera la più ponderata possibile alla 
vostra scelta. mc 


136 


MCmicrocomputern. 94 - marzo 1990 



Addì 



spiegate 

...con Autodesk Animator. 


motenali didatti^, 

produzioni video perso- 
nali. Vi renderete presto 
conto dell’impatto sul 
pubblico cbe un Iole 


ollro oggetto completo- 
centrollo di temporizzo- 

mento e prospettiva 
permette di ottenere 
effetti particolarmente 

Colour cycling mette o 


^^ulodesk 
Animator •- il program- 
mo interotfivo di desicfop 
video per i creativi del 
Personal. Animator. il 
nuovo prodotto della 
Aulodesit, è un software 
dolle caratteristiche 
uniche, in grado di dar 
vita a groriche o colori, 
testi e fotogrofie tro- 
tformondoTe in anima- 
zioni ol computer di alto 
qualilò, il tutto sul vostro 
personal, 

Progetti un tempo confi- 
nati nel mondo della 
Fantasticheria possono 
finolmente diventare 
realtà. Potere creare 
presentozloni e dimo- 
strazioni commerciali, 
animaMni pubblicitarie. 


computer con le funnoni 
più ovonzQte di elabo- 
razione immagini in 
un'interfaccia semplice e 
intuitiva. Menù a rotolo, 
riquadri di diologo, 

tono di orientarvi nel 
mondo dell'animazione 
e dell'elabarozione di 


Cinque tipi di 

Sfruttando i cinque tipi 
di animazione oKerli da 
Autodesk Animator, 
potete realizzore le 
vostre idee e ottenere 
effetti suggestivi ed 


tecnico dì animazione 
quadro per quadro 
applicabile a disegni e 
Fotogrofie digitalizzote. 
Oph'cal anìmotion per- 
mette dì girare, awol- 

S ere e srotolare forme 
ingo una traiettoria 
dennita do uno curva 
spline che evolve nel 
pieno trìdimensionole. 
Rofymorphtc tweening 
permette di trosformore 

oggetto complesso in un 


E* suffìclerrte un solo 
schermo 

Autodesk Animator 
è in grado dì integrare 
gli strumenti più polenti 
dell'animozione al 


di colori personolizzabile 
e permette di influen- 
zarne la lemporìzzo- 
zione per uno colora- 





le lefono: 


□AUTODESK SOFHRADE AG 

Gùi.'noii. 137 
CH.4453 Bo>il.g 
U. 061/334000 




DATA BASE 


Verso rSQL 
Sintassi relazionale 


Nel numero scorso abbiamo 
iniziato uno «sla'om 
parallelo» tradBASE IV e 
rSQL, in cui sulla pista di 
sinistra appaiono comandi 
relazionali tipici del DOT 
PROMPT del dBASE e su 
quella di destra 
la versione SQL. 

Obiettivo é quello di 
illustrare ai molti che 
conoscono il dBASE, il 
linguaggio strutturato di 
Query ISQL. appunto), cui 
tutti i produttori fanno un po' 
la corte, perché viene 
ritenuto il linguaggio che 
permetterà l'unificazione 


L'SQL nasce come applicazione prati- 
ca delle teorie relazionali di CODD, e si 
é diffuso dapprima nel mondo Mainfra- 
me IBM e poi via via «in giù» verso il 
PC. 

Esistono altri linguaggi che seguono 
tali teorie, ma nascendo in altre fami- 
glie, hanno altri nomi ed altri comandi. 
Citiamo il QUEL e il QBE, di cui esisto- 
no varie versioni per diverse categorie 
dì macchine e realizzate da diversi co- 
struttori. 

L’ultimo, il Query by Example. la cui 
operatività si basa non su comandi ma 
su simbologie da inserire in «scheletri» 
che rappresentano le strutture dei vari 
archivi, ha anche una ottima versione su 
PC, con il Paradox della Borland. 

La nostra Base Dati 

Nel precedente articolo, abbiamo get- 
tato le basi per cimentarci nella interro- 
gazione di un sistema di archivi più 
complesso. 


In figura 1 vediamo quello che utiliz- 
zeremo per le nostre esercitazioni e del 
quale è opportuno illustrare brevemente 
la struttura. 

Gli archìvi sono 5 e sono stati studiati 
per rappresentare, nella maniera più 
semplificata ed immediata possibile, un 
sistema per la gestione di Qrdini di 
Acquisto. 

Proviamo ad immaginare il mondo di 
un fornitore di materiali di consumo per 
uffici; l'universo in cui si muove è es- 
senzialmente formato da Articoli da 
vendere. Clienti che comprano e Vendi- 


tori che effettuano la vendita per suo 
conto. 

È facile per ora pensare ad una terna 
di archivi che contengano i dati essen- 
ziali concernenti Articoli, Clienti e Vendi- 
teli: 

— l'archivio Clienti conterrà un codice 
cliente, il nome del diente, etc.... 

— l'archivio Venditori sarà formato dal 
codice venditore, dal nome venditore, 
etc... 

— l'archivio Articoli sarà formato dal 
codice articolo, dalla descrizione artico- 
lo. dal prezzo unitario, etc... 



Figura I - Schgmatiizazione del Data Base uliliziato per gli esercir/. Nei van articoli, s/s prove 
che rubriche, che scnviamo sw prodotti che trattano archivi relazionali, cerchiamo di utilizzare 
sempre lo stesso caso studio, basato su cinque archivi e quattro relazioni. Rappresenta 
quindi un test abbastanza signilicauvo, ma sufricientemenie leggero da poter essere seguito 
dal lettore interessato 


138 


MCmicrocomputer n, 94 - marzo 1990 


DATA BASE 


Non accorre certo ripetere che un 
archivio può essere rappresentato grafi- 
camente come una tabella m cui sono 
raccolte informazioni organizzate in ri- 
ghe e colonne, dove per ogni riga, per 
esempio neH’archivio Clienti, sono regi- 
strate le informazioni relative ad un solo 
cliente e dove per ogni colonna abbia- 
mo la registrazione di uno stesso ele- 
mento informativo, per esempio il no- 
me. In questa tabella la chiave per indi- 
duare un cliente potrebbe essere il codi- 
ce cliente. 

Fatalmente, al momento del verificar- 
si dell’evento »Ordine di Acquisto», gli 
elementi che costituiscono il mondo del 
fornitore, entrano in contatto; 

— un cliente telefona al suo fornitore e 
chiede di parlare con un venditore per- 
ché la sua ordinazione possa essere 
annotata; 

— comunica la sua intenzione di com- 
prare e il venditore prende il blocco 
dove registra gli ordini annotando, ac- 
canto al numero dell'ordine, data dell’or- 
dine ed il cliente; 

— a questo punto II cliente elenca gli 
articoli che intende comprare mentre il 
venditore annota, uno per riga, il codice 
dell’articolo e la quantità ordinata. Alla 
fine della telefonata sì salutano cordial- 
mente. 

In questa operazione compaiono tutti 
gli elementi che poco fa abbiamo indica- 
to come costituenti il mondo del nostro 
fornitore. 

Ma come potremmo organizzare in 
forma tabellare le informazioni essenzia- 
li utili alla ricostruzione di questo even- 
to? Procediamo per gradi. 

Le prime informazioni riguardano la 
collocazione temporale dell'evento e so- 
no il numero dell’ordine e la data dell'or- 
dine. A queste vanno aggiunte le infor- 
mazioni relative al cliente e al venditore, 
che sono i protagonisti deH’evento, 

Potremmo quindi immaginare una ta- 
bella ordini dove la riga raccoglie le 
informazioni che abbiamo appena elen- 
cato e dove l'elemento di identificazio- 
ne {la chiave) è il numero d'ordine. 

Ma quante delle informazioni relative 
al cliente e al venditore devono trovare 
posto in questo archivio? Certamente 
non tutte quelle a diposizione (quelle 
che sono già registrate negli archivi 
Clienti e Venditori), ma solo i codici 
cliente e venditore. Attraverso questi 
codici sarà in seguito possibile rintrac- 
ciare le informazioni collegate. 

Tornando ora all'evento «Ordine d'Ac- 
quisto», le informazioni che ancora non 


sono state registrate sono quelle relati- 
ve al dettaglio dell'ordine. 

Ipotizzando che il nostro cliente abbia 
ordinato solo un articolo, potremmo 
pensare di aggiungere alia riga della 
nostra tabella ordini le informazioni rela- 
tive all'articolo ordinato, la quantità ed il 
costo. 

Ma questa soluzione è sbagliata e si 
presta a due generi diversi di osserva- 

— prima ossen/azione: per ragioni ana- 
loghe a quella per cui abbiamo inserito 
nella tabella solo i codici cliente e vendi- 
tore. sarà sufficiente specificare solo il 
codice articolo e la quantità (rintraccian- 
do. attraverso il codice articolo, nell'ar- 


chivio articoli, quello ordinato, avremo a 
disposizione anche descrizione e prezzo 
unitario). 

— Seconda osservazione: se il nostro 
cliente avesse ordinato più di un artico- 
lo. dove avremmo registrato i dati della 
seconda «Riga di Ordine»? Se lo avessi- 
mo fatto nell'archivio ordini, avremmo 
necessariamente dovuto impiegare una 
nuova riga, ripetendo anche le prime 
informazioni riguardanti la collocazione 
temporale dell'evento (numero ordine, 
data ordine, codice cliente e codice 
venditore). 

La soluzione migliore è quella di crea- 
re un archivio «Righe di Ordine» che 
contenga le righe di dettaglio dell'ordine 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


139 


DATA BASE 



identificate dal numero dell'ordine di 
aoparienenza: numero ordine, codice 
articolo e quantità ordinata. 

Siamo arrivati quandi a stabilire che 
per gestire, ottimizzandoli, i dati relativi 
all'evento «Ordini d'Acquisti" sono ne- 
cessari almeno 5 archivi. Il numero sale 
se le necessità di gestione aumentano 
di complessità, (fatturazione, magazzi- 
no, fornitori del fornitore)... 

Lé relazioni sottostanti 
rapplicazione 

Abbiamo già parlato di relazioni, ma 
adesso occore applicare le cose dette 
alla nostra nuova situazione. 

Immaginiamo quindi i nostri cinque 
archivi e proviamo a «collegarli» tra loro 
(vedi fig. 1). Che cosa intendiamo innan- 


zitutto con «collegare»: la possibilità, 
attraverso una informazione contenuta 
in un archivio, di ottenerne altre in altri 
archivi. 

Per esempio, leggendo una riga del- 
l'archivio Ordini veniamo a sapere che 
l'ordine lOO è stato fatto in data t/1/90 
dal Cliente A012 al Venditore Z001. 
Tenendo conto del fatto che esistono 
altri quattro archivi, mi è possibile rico- 
struire l'evento in maniera più leggibile? 
Certamente si, mettendo in relazione i 
codici appena elencati con gli altri archi- 
vi a cui appartengono. 

Volendo entrare ancora un po' in più 
in dettaglio, possiamo dire che i collega- 
menti tra archivi (le relazioni) possono 
essere classificati: ricordate le definizio- 
ni Uno a Molti. Uno a Uno, Molti a 
Molti? Bene, le relazioni si classificano 


in questo modo. Proviamo ora ad appli- 
care queste classificazioni ai nostri ar- 
chivi: 

— Clienti/Ordini: la relazione è una rela- 
zione Uno a Molti perché per un cliente 
esistono molli ordini; 

— Ordini/Clienti: la relazione è una rela- 
zione Uno ad Uno perché per un ordine 
esiste un cliente. Quindi una relazione 
Uno a Molti, vista dal lato Molti, in 
pratica diventa Uno a Uno. 

— Venditori/Ordini e Ordini/Venditori: 
queste relazioni sono identiche alle due 
precedenti; 

— Ordini/Riga Ordine: relazione Uno a 
Molti; 

— Riga Ordine/Ordine; relazione Uno a 
Uno; 

— Articolo/Riga Ordine: relazione Uno 
a Molti; 

— Riga Ordine/Articoio: relazione Uno 
a Uno. 

Ragionando su queste relazioni (riba- 
diamo che é molto importante, al di là 
delle varie oefinizioni, intuire..) ci accor- 
giamo che là dove la relazione è Uno a 
Molti é stato utile suddividere le infor- 
mazioni su più archivi. Infatti, in questi 
casi, il non farlo avrebbe comportato 
gravi problemi di ridondanza, manuten- 
zione e correttezza dati. 

Ma che relazione c'è, per esempio, 
tra Clienti e Venditori? La relazione tra 
questi due archivi é di tipo Molti a Molti 
(ogni cliente ha rapporti con più vendito- 
ri e ogni venditore ha rapporti con più 
clienti), di un tipo quindi che determina 
l'esigenza di un archivio intermedio, in 
relazione 1 a 1 con i clienti e i venditori, 
matrice tra i due. 

Una corretta individuazione delle rela- 
zioni ci permette di "percorrere" la no- 
stra base di dati in tutte le direzioni: 
possiamo infatti, partendo da un cliente 
risalire a tutti I suoi ordini, ai venditori 
con cui è entrato in contatto fino a 
rintracciare la descrizione di tutti gli arti- 
coli da lui ordinati. 

Analogamente sarà possibile, parten- 
do da un articolo, avere un elenco delle 
righe ordini in cui compare, e coseguen- 
lemente un elenco degli ordini, con 
corredo di data vendita, cliente e vendi- 
tore. 

In questi casi sfruttiamo la possibilità 
di passare da un'informazione all'altra 
percorrendo il reticolo di relazioni tra gli 
archivi (se A è in relazione con B e B è 
in relazione con C, possiamo lavorare su 
A accedendo alle informazioni di C attra- 
verso B). 

Quest'ultimo periodo ci suggerisce 
che forse è giunto il momento di passa- 
re a degli esempi concreti a dimostra- 
zione ed esemplificazione di quanto fin 
qui detto. 


140 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


DATA BASE 



Analisi degli esempi proposti 

Continuando con lo stesso metodo 
adottato nell'articolo precedente, met- 
teremo a confronto comandi dBASE e 
comandi SQL (si fa riferimento alI'SQL 
che gira sotto dBASE. meno sofisticato 
di altri SQL, ma più adatto ai nostri 
limitati scopi dimostrativi). 

GII esempi riguardano appunto le rela- 
zioni sottostanti i nostri 5 archivi e, 
cominciando da situazioni molto sempli- 
ci. vedremo tutti f tipi di relazioni e il 
loro funzionamento in situazioni diffe- 
renti. 

Figura A - La relazione tra gli archìvi 
Ordini e Clienti è di tipo 1 a N, visto che 
per ognuno dei clienti troveremo più 
ordini. Come potete vedere, le istruzioni 
utilizzate in dBASE sono sostanzialmen- 
te Quelle necessarie all'apertura archivi 
e al lancio della relazione. Una volta 
terminata questa fase preliminare, la 
disposizione degli archivi e le caratteri- 
stiche delle relazioni possono essere 
modificate solo da uno specìfico co- 
mando dBASE, in assenza del quale la 
situazione resta immutata e tutti i valori 
degli archivi relazionati possono essere 
contemporaneamente referenziati. 

In SQL è tutta la situazione che va, 
anche se in maniera meno dettagliata e 
con meno attenzione alle varie specifi- 
che relative agli archivi, ogni volta ripro- 
posta, Questo è solo apparentemente 
uno sforzo, in quanto anche dando 
un'occhiata superficiale agli esempi, ap- 
pare evidente che comunque l'impegno 
è minore. 

Prima ci continuare, vorremmo stabili- 
re. per semplicità, delle convenzioni che 
utilizzeremo da questo momento in poi: 
ci riferiremo all’archivio aperto nella Se- 
lect. che alla fine delle varie aperture 
rimane attiva, come all’archivio di lavo- 
ro, mentre gli archivi in relazione con 
quello di lavoro potranno essere indicati 
come archivi di decodifica o archivi di 
ricerca, a seconda che la relazione sia 1 
a 1 0 1 a N, 

Ritornando quandi all'esempio, pos- 
siamo dire che l'archivio di lavoro è 
l'archivio Ordini, mentre l'archìvio di de- 
codifica è l’archivio Clienti. Questo infat- 
ti viene utilizzato per decodificare il co- 
dice cliente presente nell'archivio Ordini 
sulla base di una relazione 1 a 1 (un 
ordine un cliente), relazione che per- 
mette, ovviamente, di ricavare anche le 
altre informazioni relative al cliente. In 
SQL è sufficiente elencare i campi e gli 
archivi interessati senza specificare al- 
tro se non i campi la cui ugualianza 
determinerà poi il criterio di relazione. 

Figura B - La relazione può essere 
lanciata anche per un numero di archivi 


maggiore di 2. Nell'esempio a cui ci 
riferiamo troviamo infatti tre archivi: l’ar- 
chivio di lavoro è sempre l’archivio Ordi- 
ni, questa volta messo in relazione con 
due archivi di decodifica. La relazione 
attivata è, in entrambi i casi, di tipo 1 a 
1, poiché l’archivio Ordini ha con Clienti 
e Venditori io stesso rapporto (un ordine 
è relativo ad un cliente ed un venditore). 
La tabella risultante da un’interrogazio- 
ne di questo tipo avrà (come, del resto, 
per l'esempio precedente) lo stesso nu- 
mero di riga dell’archivio Ordini. 

Figura C - li terzo esempio ci fa 
vedere, come già accennato, che. dato 
un archivio A in relazione con un archi- 
vio B. per mezzo di una seconda relazio- 
ne, questa volta tra B ed un terzo 
archivio C, possiamo risalire dalle infor- 
mazioni in A a quelle in C. 

Ordini sarà quindi in relazione con 
Rigaord e Rigaord sarà in relazione con 
articoli. Queste due relazioni costitui- 
scono, in effetti, il «sentiero» che ci 
permette di «percorrere», all'interno de) 
nostro sistema, l'itinerario che ci porta 


dagli ordini agli articoli ordinati. Dando 
un'occhiata alla rappresentazione grafi- 
ca del nostro sistema avremo facilmen- 
te un'idea del percorso seguito. 

Le due relazioni non sono dello stes- 
so genere: infatti mentre tra ordini e 
Rigaord sussiste una relazione di tipo 1 
a N (per ogni ordine esistono più righe 
d'ordine), tra Rigaord e articoli sussiste 
una relazione di tipo 1 a 1 (per ogni riga 
d'ordine esiste un articolo). Di conse- 
guenza, se l’archivio di lavoro è t’archi- 
vio Ordini, l'archivio di ricerca sarà Riga- 
ord (dove il sistema, per ogni registra- 
zione in ordini, cercherà TUTTE quelle 
collegate), mentra l'archivio Artìcoli sarà 
un archivio di decodifica, questa volta 
rispetto a Rigaord. 

Analizzando poi la colonna dBASE, ci 
accorgiamo che appare una nuova istru- 
zione: SET SKIP TO (in dBASE III non 
esiste). Se presente, questa attiva la 
funzione di scorrimento sull'archivio Ri- 
gaord: per ogni registrazione di ordini 
sarà ricercata ogni registrazione di Ri- 
gaord collegata (determinando la visua- 


MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990 


141 


DATA BASE 



Figura 6 - Excel Q+E 
Un paio di numen (a 
abbiamo parlato del 
Q+E. accessorio di 
Excel, che permette di 
eseguire delle Ouery 
su archivi DBF. e di 
passarne i nsullali m 
Excel L'inierrogeiione 
può essere anche con- 
leaionala in una moda- 
lità SQL-like. nel sen- 
so che utilizza sintassi 
SOL e modalità Win- 


lizzazione di una tabella con un numero 
di righe pari a quello di Rigaord, non più 
quindi solo la prima riga di ordini); in 
caso di assenza dell’istruzione SET SKIP 
TO, la tabella sarà dì dimensioni pan a 
quelle di ordini, poiché il sistema visua- 
lizzerà per ogni ordine solo la prima riga 
d’ordine. 

Il funzionamento in SQL è legger- 
mente diverso (vedete subito che non 
CI sono nuove istruzioni, il procedimen- 
to è quello di sempre), ma preferiamo 
rimandare di qualche riga la sua desch- 
zione. 

Figure D,E - Il quarto esempio non 
presenta nulla di diverso rispetto al se- 
cando, ma gli archivi sono aperti secorv 
do una sequenza differente per far sì 
che nell'esempio successivo potessero 
essere aperti anche gli archivi Articoli e 
Rigaord. Abbìàfno cosi cominciato a ra- 
gionare su tutti e cinque gli archivi che 
compongono il nostro sistema. 

Questo può ora essere visto da vane 
angolazioni, ognuna corrispondente ad 
un archivio: 

— Lato clienti, venditori- lavorando su 
clienti (o venditori) possiamo, per ogni 
cliente (o venditore), vedere TUTTI gli 
ordini in relazione 1 a N, e per ogni 
ordine tl venditore (o il cliente) in relazio- 
ne 1 a 1 ; inoltre per ogni ordine potre- 
mo nchiedere TUTTE le righe d'ordine 
in relazione ancora una volta 1 a N, e 
per ogni riga d'ordine l’articolo ordinato. 
In relazione 1 a 1. 

— Lato Ordini: lavorando invece su 
ordini possiamo, per ogni ordine, vede- 
re TUTTI I clienti e venditori mediante le 
relazioni lai; inoltre, come nella situa- 
zione precedente, per ogni ordine potre- 
mo richiedere TUTTE le righe d’ordine 
in relazioni questa volta 1 a N, e per 
ogni riga d'ordine l’articolo ordinalo, in 
relazione tal. 


— Lato Rigaord; lavorando su Ri- 
gaord possiamo, per ogni riga d’ordine, 
risalire agli ordini a cui appartengono 
(relazioni 1 a 1 ). dagli ordini risalire anco- 
ra ai dienti e ai venditori (relazione 1 a 
1). Nell'altra direzione potremo, con una 
relazione 1 a 1. ottenere le informazioni 
relative agli articoli. 

— Lato Articoli: abbordando il nostro 
sistema dal lato articoli, possiamo solo 
risalire la china; da un articolo, in rela- 
zione 1 a N, possiamo risalire alle righe 
d’ordine, da queste, in relazione lai. 
agli ordini e dagli ordini, sempre in rela- 
zione 1 a 1, ai Clienti e ai Venditori, 

Man mano che illustreremo gli esem- 
pi risulterà sempre più chiaro che, men- 
tre in dBASE è sempre necessario te- 
ner presente posizione degli archivi, re- 
lazioni, archivi di lavoro e di decodifica, 
cioè lo stato nel nostro sistema, estre- 
mamente condizionante per il buon esi- 
to delle interrogazioni, in SQL tutto ciò 
é molto meno essenziale, anzi perde 
quasi del tutto importanza. 

Figura F - Questa volta d spingiamo 
fino al livello di clienti e venditori, richia- 
mando anche dei valori calcolati su dati 
provenienti da archivi diversi, 

Figure G, H, I - Negli ultimi tre esempi 
vediamo una elaborazione del lato archi- 
vi anagrafici. Lavorando quindi su clienti 
discendiamo verso ordini sfruttando una 
relazione 1 a N. Proseguendo verso il 
basso raggiungiamo Rigaord attraverso 
ordini sfruttando un’altra relazione 1 a 
N. Da Rigaord raggiungiamo articoli per 
mezzo di una relazione lai. 

A questo punto riprendiamo il discor- 
so accennato a proposito del terzo 
esempio. La sintassi dBASE ci obbliga, 
in caso di relazione 1 a N, ad utilizzare il 
comando SET SKIP TO per indicare al 
sistema una particolare operazione: per 
ogni riga dell’archivio di lavoro, saranno 


visualizzate tutte le righe con essa colle- 
gate nell’archivio di ncerca. Se l'istruzio- 
ne SET SKIP TO viene omessa, il siste- 
ma si limita a visualizzare, per ogni riga 
dell'archivio di lavoro, solo la prima riga 
ad essa collegata nell'archivio di ricerca. 

In SQL la relazione viene definita dal- 
l'elenco degli archivi e dall’opzione 
WHERE seguita da una espressione lo- 
gica di uguaglianza tra i due campi della 
relazione. 

Utilizzando l’opzione WHERE si ottie- 
ne una tabella la cui estensione è pari al 
numero delle registrazioni presenti in un 
archivio per il numero di righe dell’altro 
archivio per le quali la formula logica di 
relazione è soddisfatta. 

Non utilizzando l'opzione WHERE, in- 
dicando quindi solo gli archivi che ci 
interessano, ma non il criterio di relazio- 
ne. otterremo una tabella N per M, 
dove il numero di fighe è il prodotto del 
numero di righe dei due archivi. 

Questa modalità è già nota a chi 
conosce il comando Join del dBASE 
(ma non solo del dBASE) 

Conclusioni 

Anche il meno esperto leggendo le 
due colonnine con le due soluzioni, 
quella dBASE e quella SQL. dello stes- 
so problema, avrà capito che i comandi 
relazionali sono sempre e comunque 
pochi. 

Ed avrà anche capito che è facile 
impostare un sistema di relazioni, non 
tanto quando si conoscono questi pochi 
comandi, ma soprattutto quando si ha 
ben chiara in mente l’organizzazione, il 
disegno, della Banca Dati. 

I comandi Relazionali non sono co- 
munque i soli presenti in un linguaggio 
e quindi la loro padronanza non significa 
la padronanza dei tutto. Sono però quelli 
fondamentali, ad esempio quando oc- 
corra impostare delle Ouery. ovvero in- 
terrogazioni su archivi o su insiemi di 
archivi. 

L’interrogazione, o Query, è il termine 
che indica genericamente la manipola- 
zione di Banche Dati, finalizzata non a 
modificarne il contenuto, ma a ricavarne 
ulteriori informazioni. 

Nelle grosse aziende, e i linguaggi 
tipo SQL sono destinati a queste, ormai 
il problema non è quello di costituire le 
Banche Dati, che già esistono in quanto 
contengono i dati di tutte le procedure 
operative, quelle che fanno «funziona- 
re» l’azienda, ma quello di sfruttarle il 
più possibile, delegando questa funzio- 
ne (lo sfruttamento) ai vari utenti, che in 
definitiva sono quelli a cui tali ulteriori 
informazioni servono. 


142 


MCmicrocompuler n. 94 • marzo 1990 



AT286 16MHz 

80286 INTEL 12MHz OWS 16 operativi 
512Kb RAM esp. a 4 Mb Piastra madre 
SUNTAC-EMS controller per 2Fd e 
2Hd Floppy da 1,2Mb Fujitsu HD da 20 
Mb Seagate Tastiera Ita.102 tasti , sche- 
da video a scelta , monitor monoc. 
TUTTO A URK l.iSaOOO 

386sx 16MHz 

toma ISUHx OWS 21 er«ntM IMk RAM Plun 
4EAT-BUS «MirolUr p«t 2FD • 2HD (le^rT 1.2 « 

AT 286 21MHz 

30286 INTEL 16MHz OWS 21 operativi 
1Mb RAM esp. a 4Mb Piastra madre 
NEAT-EMS controller 1:1 2FD e 2HD 
floppy da 1.2 Fujitsu HD da 20Mb Sca- 
rte Tastiera Ita. 102 tasti , scheda video 
1 scelta , monitor monoc. Shadow RAM 
per bios (bios AMI) Gestore integrato 
xr memoria speciGcbe UM-EMS , 2 
leriali 2 parallele 

TUTTO A URK l.SSO.OOO 

38625MHz 

80386 INTEL 20MHz OWS 25 operativi 
1Mb RAM . Piastra madre NEAT-EMS 
»ntroller 1:1 2Fd e 2Hd , Floppy da L2 
Jujitsu e HD da 20Mb Seagate , Tastiera 
102 tasti Ita. Scheda video a scelta , mo- 
litor monoc. 2 seriali 2 parallele. 
TUTTO A LIRE. ZSSaOOO 

38634MHz 

Come sopra ma con 386 INTEL a 

«oBÉ(lM,Twli«nl02ta>tlluU*u2i*rialll^nlleU 

TUTTO LIR&.^.Z3S&000 

HD 4CMb veloce +Lire 2SOLOOO 
FD 1 44Mb Epson -f^Lire ISAOOO 
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jitsu e HD da 20Mb Seagate , scheda vi- 
leo a scelta , monotor monoc. 2 seriali 2 
3arallele Tasatiera 102 tasti Ita. 

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GRAFICA 


Stampante a colorì o 

di Francesco Pedoni e Aldo Aizari 


plotter? 


La grafica é notoriamente uno 
dei più vasti campi di 
utilizzazione del personal 
computer, al punto che 
esistono oggi perlomeno una 
decina di tipologie di prodotti 
destinati alle più svariate 
attività, e per ognuna di 
queste tipologie decine e, in 
certi casi centinaia, di 
package. 

Si va dal CAD, che é 
sicuramente l'attività più 
impegnativa, al Paint, che é 
l'attività più creativa, dal 
Charting, che assomiglia 
ormai all'informatica 
procedurale in quanto serve 
per realizzare dei report, al 
Desktop Presentation che 
avvicina il personal computer 
al mondo della grafica 
pubblicitaria in ambito 
editoriale/televisivo/ 
cinematografico. 

Inoltre non si può negare che 
la grafica ormai condizioni in 
ogni situazione l'utilizzo del 
computer. È presente nel 
prodotti grafici, nei prodotti 
normali e. con i'OS/2, anche 
nei sistemi operativi 


La computer grafica è anche l'attività 
che più si avvale di periferiche particola- 
ri, alcune condivise con le altre utilizza- 
zioni più tradizionali, altre specifiche. 

Come al solito si dividono in unità di 
input, attraverso le quali immagini o 
elementi grafici vengono memorizzati 
sul computer, e in unità di output, con 
le quali II disegno realizzato viene ripro- 
dotto 0 su carta o su altri supporti, per 
essere utilizzato al di fuori de) com- 
puter. 

Raster & Vector 

Anche tra le unità di output vale la 
classica suddivisione, propria dei pro- 
dotti grafici, in Raster e in Vector. 

Per Raster si intende quella grafica 
che tratta il risultato finale del disegno, 
che viene memorizzato come insieme 
di punti variamente colorati, e che quin- 


di può essere letto o riprodotto solo 
come insieme di punti. 

Per Vector si intende quella grafica 
che tratta e memorizza I vari elementi 
del disegno, e che quindi possono esse- 
re manipolati indipendenti gli uni dagli 
altri. 

Nel file Raster (detto anche Bit-Map), 
in definitiva, vengono memorizzati pun- 
ti, nel file Vector. insiemi di oggetti 
elementari. 

La visualizzazione del file Raster com- 
porta la sua lettura e la riproduzione di 
ciascun punto, eventualmente manipo- 
lato, sulla unità di output. Nel file Vector 
vengono letti i vari elementi che vengo- 
no poi scodificati, anch'essi eventual- 
mente manipolati, e infine riprodotti. 

Le funzioni di manipolazione sono più 
numerose in un prodotto Vector. in cui 
l’oggetto disegnato è tradotto in codifi- 
che e in coordinate, che m un prodotto 



FIgum I - Auiocad-Ploller É evidenie che lo sirumeoio di output pnncipale per un prodotto di tipo CAD e il 
plotter. We esistono numerosi modelli che si diftereniiano innamitutto per le dimensioni dei logli su cui 
possono trscciere e che vanno dal formato Ad a quello AO e oltre. Le altre caratlensiiche sono la tecnologia 
con la quale viene eseguilo il tracciamento li più economia sono quelli a penna! e la precisione di 
tracaamenio. 


144 


MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990 


GRAFICA 


Bit-Mapped che deve fare i conti con i 
pixel, il cui principale vincolo é che non 
sono scomponibili e Quindi possono es- 
sere manipolati solo in un limitato nu- 
mero di modalità, 

Supponendo ad esempio che un qual- 
siasi elemento del disegno debba esse- 
re ingrandito del 50 per cento, con il 
prodotto Bit-Mapped il risultato, in ge- 
nerale. provoca uno scadimento di qua- 
lità della immagine (un pixel non può 
essere ingrandito a un pixel e mezzo). Il 
prodotto Vettoriale, invece, intervenen- 
do con delle funzioni di calcolo sulle 
coordinate, permette di conservare la 
qualità deH'immagine. 

Tornando alle periferiche abbiamo 
detto che anch’esse si possono divide- 
re in tipologia Raster e in tipologia 
Vector. 

A parte il monitor, che pur essendo 
tipicamente Raster. viene talmente ben 
sfruttato dai vari prodotti, di qualsiasi 
categoria, che non crea nessun proble- 
ma. ci interessa mettere a fuoco le due 
unità .di output su carta più utilizzate in 
attività grafiche. 

Ci riferiamo al plotter. che è uno 
strumento Vettoriale in quanto traccia 
«solo» linee e alla stampante che pro- 
duce solo «punti» ed è quindi uno stru- 
mento Raster. 

Il plotter. ci riferiamo al plotter a pen- 
ne. il cui costo è compatibile con quello 
dei personal computer, è conseguente- 
mente più adatto alla grafica Vettoriale. 

La stampante, sia di tipo Line Printer 
(es. ad aghi) che di tipo Page Printer 
(es. laser o a getto d'inchiostro), è adat- 
ta alla grafica Bit-Mapped. 

Il plotter diventa invece insostituibile 
quando il processo di tracciamento sia 
continuo, nel senso che i dati vengono 
elaborati e tracciati contemporanea- 
mente. 

Cosa che avviene ad esempio utiliz- 
zando il plotter come strumento di con- 
trollo di un processo. 

Tale categorizzazione parallela tra pro- 
dotti e periferiche non traccia però un 
confine invalicabile. 

Infatti quasi tutti i prodotti di grafica 
Vettoriale dispongono anche di driver 


Figura 2 - Autocad 
Pnmer a colon 
Autocad non disdegna 
le stamparli a colon, 
per te guai! dispone di 
numerosi e efficienti 
udriveru. In numerosi 
essi può risultare co- 
modo eseguire, del 
progetto o di un suo 
particolare, una stam- 
pe a colon di formalo 
A4. Se la risoluiione 
delta stampante è ele- 
vata anche tale piccolo 
lormato, che 6 estro- 



tura del disegno. 





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MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1 990 





GRAFICA 



Una delle uliliiiazioni 
più indicate per la 
stampante a getto 
d'inchiostro é nel cam- 
po della Business 
Craphic, nel Quale tale 
perifenca é più adatta 
del plotler. sia perche 
le dimensioni del dise- 
gno sono in genere ri- 
corre spesso utilazare 
delle campiture. Il gra- 
fico ottenuto e inoltre 
facilmente nproducitu- 
le con una fotocopm- 


Figura 6 - Business 
Gra^ic-Plotter. 

Lo stesso disegno del- 
la figura 5 prodotto su 
plotter. Perde la frutta, 
ovvero gli elementi 
Bit-Mapped, e la punti- 
natura con la quale la 
stampante esegue la 
campitura delle barre, 
viene trasformata in 
tratteggio. Il Freelance 
Plus 3.0. che abbiamo 
uliliiaalo per realizzare 
queste immagini, con- 
vene le campiture in 
funzione della periferi- 
ca scelta per /'output 


fiRODaZfOMEDffRUTTA IN EUROPA 



ITALIA SPAGNA FRANCIA 

0 PERES xaEB ARANCE □ PESCHE □ FRAISE 


per stampanti. In tal caso il disegno che 
originalmente é Vettoriale, viene con- 
vertito, attraverso una apposita routine, 
in Bit-Mapped e stampato punto per 
punto. 

Tale routine in pratica disegna inizial- 
mente in una pagina virtuale, che il 
prodotto grafico si riserva sulla RAM e 
che ha Quindi una dimensione in lar- 
ghezza misurata in punti pari a quella 
permessa dalla stampante. Tale pagina, 
in cui il disegno è quindi convertito in 
punti, viene poi riprodotta, mediante 
successive passate orizzontali, dalla pe- 
riferica. 

In definitiva un prodotto Vettoriale 
può comunemente utilizzare sia plotter 
che stampanti, mentre un prodotto Bit- 


Mapped può utilizzare solo la stam- 
pante. 

La conversione inversa da punti a 
elementi geometrici é infatti molto più 
impegnativa, sia a livello di software, ed 
è facile immaginare le problematiche 
sottostanti, sia a livello di produzione in 
output, in quanto è difficile «convince- 
re» un plotter a tracciare punti. Se si 
disegna con un prodotto Bit-Mapped, 
ad esempio un Paint, la Gioconda, è 
praticamente impossibile riprodurla con 
un plotter, cioè con delle penne che 
tracciano linee. 

Rimane quindi scoperta, nella matrice 
due per due tra prodotti e periferiche, 
solo la casella tra prodotto Raster e 
plotter. 


/ baiii della Gioconda 

Allargando il discorso agli altri stru- 
menti di input e di output non si può 
negare che oggi l'utilizzatore di prodotti 
grafici su personal computer abbia a 
disposizione alcune periferiche sofisti- 
cate che rendono semplicissime opera- 
zioni un tempo complicatissime se non 
impossibili. Ne citiamo alcune. 

Con una telecamera collegata, trami- 
te apposita scheda di interfaccia, al 
computer è possibile in pochi secondi 
catturare immagini reali. Con un prodot- 
to Paint queste immagini possono esse- 
re facilmente manipolate, non tanto ag- 
giungendoci ulteriori figure (i baffi della 
Gioconda), quanto utilizzando le funzioni 
di gestione del colore e di composizio- 
ne/scomposizione dei punti che i pro- 
dotti Bit-Mapped hanno. 

Ad esempio il pittore Andy Warhol 
realizzò decine di quadri variando i colori 
di una foto molto ingrandita di Marilyn 
Monroe, creando effetti di «solarizza- 
zione». 

Questa stessa operazione grafica, 
che per gli amanti dell'arte moderna è 
un atto creativo, può essere ottenuta 
sul computer con una apposita funzione 
di scorrimento dei colori sempre pre- 
sente in un prodotto Bit-Mapped. 

Con un Video Digitizer in input e con 
una stampante a colori in output è quin- 
di possibile «simulare» l’attività del foto- 
grafo. Si riprende il soggetto, si manipo- 
la, creativamente, l'immagine e la si 
stampa a colori. 

Un'altra attività, questa rubata al cam- 
po della riproduzione documenti, è quel- 
la legata all'uso dello scanner, per cattu- 
rare un'immagine, al prodotto Paint, per 
manipolarla, e infine alla stampante la- 
ser. per stamparla su carta. 

In pratica, come noto, leggere un'im- 
magine con uno scanner e riprodurla 
con la laser, può essere un modo, certo 
non molto economico, per fare una fo- 
tocopia. 

Gli applicativi grafici 
Autocad & Company 

Tutti gli applicativi, di tipologia Vetto- 
riale, delle ultime generazioni dispongo- 
no sia di driver per stampanti a colori sia 
di driver per i plotter. 

In una serie di illustrazioni a corredo 
dell'articolo vediamo i risultati ottenuti 
con alcuni membri delia famiglia 
Autocad. 

In particolare Autocad, che per appli- 
cazioni professionali pretende il plotter, 
magari di formato AO, non disdegna. 


146 


MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990 


GRAFICA 


La tecnologia a getto 
a'inchiosiro permeile 
numerose varianti 
operative. Ad esempio 
uno degli utiliiii più 
frequenti nei prodotti 
di gralica Vettoriale é 
la realazanone di sli- 
de, ovvero di stampe 

proiettare con un 
proiettore di iraspa- 
reme II problema ó 
SIS bAshM" nel senso 
che bisogna scegliere 
inchiostri e carta op- 
portuna, sa compositi- 


PELUCCERIA ROSSI 

Saldi di Fine Stagione 


Visone GrarìdI Lagti 

daU. 

6,900,000 

aUL 

4,900,000 

Volpe Argentata 

daLIL 

7,900.000 

au. 

3.900,000 

Volpe Linciata 

daUL 

4,900,000 

a Ut. 

2,460,000 

Giaccorte Castoro 

daUL 

1,500,000 

aUL 

590,000 

Ocelot Baby 

da LIt 

7,900,000 

aut 

3,900,000 

Marmotta 

da Ut. 

4,900.000 

a Ut. 

2.290,000 

Montone Shearling 

dau. 

590,000 

aUt 

290,000 

Persiano 

daUL 

2,900,000 

aUL 

1,390,000 




Figura 8 - frnrTwgine 
Bit-Map a 256 colo- 
ri,Ormai lutti i prodotti 



dura prova la slsmpsn- 
con nsullati notevoli. 


per disegni meno impegnativi e molto 
colorati, la stampante a colorì. 

Nelle figure 1 e 2 vediamo un dise- 
gno, di tipo architettonico, realizzato 
con pennarelli colorati su plotter in un 
formato A3, e un disegno, più geometri- 
co, riprodotto su una stampante HP 
PaintJet, in formato A4. 

Pur con i limiti della riproduzione sulla 
rivista, che fa perdere totalmente le 
dimensioni e parte della qualità degli 
originali, dovrebbe risultare evidente la 
compatibilità di qualità tra i due output, 
in questi utilizzi Vettoriali. 

Autoshade. il prodotto accessorio di 
Autocad, che fa vedere in modalità rea- 
listica, e quindi con luci e ombre, gli 
oggetti progettati con Autocad, preten- 
de invece, proprio per poter cogliere il 
gioco dei colori sulle superfici, una 
stampante a colori. 

In figura 3 vediamo una vista realisti- 
ca ottenuta dal soggetto già visto in 
figura 2. Potremo azzardare l'afferma- 
zione che Autocad è Vettoriale e Auto- 
shade è Bit-Mapped. 

Questa affermazione è vera. Autosha- 
de infatti dispone di sofisticate routine 
di calcolo che manipolano gli elementi 
vettoriali di Autocad. ma poi uè costret- 
to» a tradurre il risultato finale in Bit- 
Map. sia per poter visualizzare la vista 
realistica su video, che per riprodurla su 
carta. 

Anche Autosketch, recentemente 
uscito nella versione 2.0. in cui sono 
state inserite numerose funzionalità in 
più che lo avvicinano di un bel po' al 
fratello maggiore Autocad, esce sia su 
plotter che su printer. 

In figura 4 vediamo una significativa 
uscita sulla H PaintJet, in formato A4, 
nella quale si apprezza l'eccellente riso- 
luzione di tale periferica, sicuramente 
superiore a quella di un plotter di pari 
prezzo. 

In definitiva per un prodotto CAD il 
plotter è la periferica principale ed inso- 
stituibile. La stampante a colorì può 
essere in taluni casi comoda per stam- 
pe di piccolo formato e senza finalità 
tecniche, ma è comunque un accesso- 
rio non indispensabile. 

Charting 

Nei prodotti Charting, invece, la stam- 
pante a colori può. nella maggior parte 
dei casi, sostituire il plotter. 

Quando ad esempio siano sufficienti 
stampe di formato A4 e quando occor- 
rano più copie della stampa a colori (il 
formato A4 è fotocopiabile a colori, con 
eccellenti risultati), oppure quando si 


debbano eseguire degli interventi di tipo 
«creativo» per alleggerire l'effetto trop- 
po serio di un diagramma, ad esempio 
inserendovi figure Bit-Mapped. 

Abbiamo poco fa affermato che la 
qualità, in termini di precisione delle 
linee, di leggibilità dei caratteri e di 
omogeneità del colore di una buona 
stampante a colori di tecnologia a getto 
di inchiostro è superiore a quelle di un 
plotter di pari prezzo. 

Altro elemento che fa pendere l'ago 
della bilancia dalla parte della stampante 
a colorì è la possibilità di tracciare dei 
puntinati di varia densità, spesso prefe- 
ribili alle tratteggiature, possibili con il 
plotter a penne, per differenziare i vari 
elementi del grafico. 


Nelle figure 5 e 6 vediamo due grafici 
realizzati con il Lotus Freelance Plus 
versione 3.0, ambedue in formato A4. 

Il primo contiene elementi «quasi» 
Bit-Mapped (le figurine con la frutta) ed 
è realizzato con una HP PaintJet. Il 
secondo è lo stesso grafico ma è rea- 
lizzato con il plotter. Ha perduto le figu- 
rine, non uplotterabilin, e la puntinatura 
è stata trasformata in tratteggio. 

Del Freelance Plus, versione 3.0, vari- 
no citate alcune caratteristiche che ne 
fanno un prodotto molto adatto ad un 
utilizzo nella cosiddetta grafica «genera- 
lizzata». quella grafica destinata all'uten- 
te finale che ogni tanto deve fare uno 
schema, un organigramma, una slide 
testuale, ecc. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


147 



GRAFICA 


Inoltre tale prodotto, nell'ultima ver- 
sione 3.0, dispone di una sofisticata 
sezione Charting, che ne allarga l'ambi- 
to applicativo anche a questa vasta 
area. 

In pratica con la sezione Chart si 
alimenta (a mano o tramite potenti fun- 
zioni di linking con file esterni con i dati) 
un foglio di Data Entry. Alla fine si 
esegue il grafico che è la traduzione in 
forma vettoriale del grafico stesso e il 
riversamento dei vari elementi sul foglio 
grafico di lavoro. 

Entrati nell'ambiente Vettoriale si può 
intervenire, con i vari strumenti di dise- 
gno e ( sofisticati strumenti di editing 
degli oggetti, sul disegno. Su questo si 
possono addirittura aggiungere degli in- 
serti Bil-Mapped, in formato TIFF. 

La prima caratteristica da citare è la 
abbondanza e la qualità dei driver per le 
vane periferiche, per ognuna delle quali 
esiste anche la funzione di Preview, per 
l'opportuno controllo a video del risulta- 
to sulla periferica scelta (quando non sia 
il video stesso). 

Un'altra caratteristica importante l'ab- 
bondanza e la qualità del Font software 
in dotazione, che permettono di ottimiz- 
zare qualsiasi elemento testuale debba 
essere inserito nel grafico. Citiamo infi- 
ne l'abbondanza dei formati grafici rico- 
nosciuti sia come input che come 
output, che rendono tale prodotto molto 
adatto anche a risolvere i frequenti pro- 
blemi di conversione dt formato che si 
incontrano quando il disegno eseguito 
deve essere esportato in altri ambienti, 
tipo DTP e WP evoluti. 

In figura 7 presentiamo una stampa a 
colori di una tabella realizzata con Free- 
lance 3.0, per esemplificare una utilizza- 
zione abbastanza banale (richiede pochi 
minuti di lavoro) nella quale il binomio 
prodotto grafico e stampante a colori 
diventa estremamente produttivo. 


TESTO IR ROSSO 
TESTO IN VERDE 
TESTO IR REDO 


TESTO IR SPSSQ CORSIVO 
TESTO IR Baio CtWSIVO 


TESIO IN ROSSO 


TESTO IH ROSSO GRASSETTO 
TESTO IN VERDE GRASSETTO 
TESTO IH «ERO QUSSETTO 
.M Blu ÙRASSETI,; 
TESTO IN HASENTA GRASSEnO 
TESTO IN VIOLEnO GRASSEnO 


TESTO IN ROSSO CORSIVO 


Figura 9 - Word Processor-WordS a coton-Campio- 
natio dei foni I word processor delle ullime gene- 
ragioni possono utilizzare slampanli a colon La 
prima cosa da fare é quella di stamparsi un campio- 
nano di font, dei colori e degli attnbuli effetlivs- 
menie stampabili II discorso si complica se nella 
pagina prodolla si vogliono insenre anche grafia a 
colon ma di questo parleremo un 'altra volta. 


Paint 

I prodotti che ricadono nelia categora 
Paint trovano nella stampante a colori lo 
strumento ideale per l'uscita su carta, in 
quanto la routine di stampa non deve 
far altro che riportare pixel per pixel (ma 
questo rapporto è raramente di 1 a 1) 
sulla carta (fig. 8). 

Se il driver di interfaccia tra prodotto 
e periferica è ben realizzato non si do- 
vrebbero avere sorprese nella resa dei 
colori, fermo rimanendo il fatto che l'u- 
tente deve sapere che una cosa è la 
resa dei colon su un monitor, dove 
esiste il concetto di luminosità e tutt'al- 
tra cosa è il colore, più opaco, riportato 
sulla carta. 


Anche nei prodotti Paint vale il con- 
cetto di WYSIWYG. Ovvero, se la peri- 
ferica permette una risoluzione e un 
numero di colori superiori a quelli per- 
messi dal monitor, è limitativo pensare 
che la stampante serva solo a riprodurre 
quello che si vede sul monitor. 

Esistono quindi prodotti grafici più 
che evoluti che permettono lo sfrutta- 
mento della qualità superiore delle peri- 
feriche del tutto indipendentemente 
dalla qualità del video. 

È lo stesso rapporto che intercorre tra 
una stampante Laser, che ha una defini- 
zione di 300 punti per pollice e quindi su 
una pagina A4 di circa 2400 per 3300 
pixel, e un monitor che non potendo 


avere la stessa risoluzione non potrà 
mai riprodurre esattamente il risultato 
della stampa. 

Stampa a colori con WordS 

I word processor delle ultime genera- 
zioni possono lavorare a colori ed infatti 
permettono di installare driver per perife- 
riche a colori. Le stampanti a colon che 
hanno prezzi compatibili con quelli dei 
personal computer sono quelle ad aghi e 
quelle a getto d'inchiostro. Le prime 
dispongono di font interni più numerosi 
ma hanno una qualità di stampa, dovuta 
airulilizzazione di nastri inchiostrati con 
pochi colori base, mediocre. 

Le seconde lavorano meglio in termi- 
ni di qualità ma sono in genere l'messe 
male» in termini di font interni. 

Allo stato attuale delle cose occorre 
innanzitutto conoscere bene le possibili- 
tà della propria periferica ed a tale sco- 
po è bene stamparsi un campionario dei 
font, dei colori e degli attributi effettiva- 
mente stampabili (in figura 9 un campio- 
nario ridotto della PaintJet). 

È altresì bene verificare le possibilità 
in termini di elementi grafici inseribili, 
tipo filetti, cornici, retinature, ecc. 

II discorso si complica se nella pagina 
prodotta si vogliono inserire anche grafi- 
ci a colori. Questo è un argomento 
corposo perché coinvolge i vari prodotti 
grafici con i quali realizzare i disegni e i 
vari formati grafici con i quali questi 
sono memorizzati. Ma di questo parle- 
remo un'altra volta. 

Conclusione 

É probabile che la produzione di grafi- 
ci e di documenti, di tutti i generi, a 
colori, anche se ovviamente non sosti- 
tuirà mai quella m bianconero, sarà 
sempre più diffusa e forse diventerà 
una moda, specie quando le fotocopia- 
trici a colon (il problema non è tanto il 
costo dell'originale quanto quello delle 
copie) saranno un po' più diffuse e un 
po' più economiche. 

Oggi già esistono delle combinazioni, 
accettabili in termini di qualità ottenibile 
e di investimento necessario, che si 
basano sull'uso di prodotti evoluti e di 
periferiche economiche, ma di qualità. 

In questa diffusione generalizzata del 
colore, la stampante a colori si sta crean- 
do delle sue nìcchie applicative, in certi 
casi a danno del caro e vecchio plotter. 
che a sua volta non è assolutamente 
destinato alla pensione, ma tende a 
consolidare le sue posizioni nei mondo, 
più esclusivo, della grafica tecnica. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 







Continua il successo della 
MT 81 che si riconferma la 
stampante più conveniente del 
mercato con un costo ancora 


- 80 colonne a 10 cpi 

- 130 cps in alta velocità 

- 24 cps in alta definizione 

- Emulazione IBM, 

MANNESMANN 

lALLY 

SPmpanti in dissoluto 


NiANNRSMANN TALLY sri - 20094 Coreico (MI) - Via Borsini, 6 - TcL (02) 4502850/855/860/aj5/870 - Telex 311371 Tally I - Fax (02) 4300934 ■ 00144 Roma - 
Via M. Perogliij, 15 - Tel. (06) 5984723/5984406 - Fax (06) 5980914 ■ 1IKI99 San Mauro (TO) • Via Casale, 308 • Tel. (011) 8225171 ■ 40121 Bologna - Via 
Amendola. 8 - Tel. (051) 523380 ■ 35133 Padova • Vìa I^nlevigodaraere, 250 • Tel. (049) 8K7IKI38 ■ .50127 Firenze • Via Caduti di Cefalonia, .52 - Tel. (055) 433994 




intelliGIOCHI 


Nella puntata precedente abbiamo cominciato a parlare dei Biomorfi. gli strani protozoi 
matematici scoperti da Clifford A. Pickover al centro di ricerche IBM di Yorktown Heights. 
Questo mese, come promesso, vedremo più operativamente le modalità per 
la loro generazione su PC presentando un programma di ricerca dalle interessanti caratteristiche 

Il Biomorfoscopio 


E ccoci dunque nuova- 
mente a parlare di bio- 
morfi. Lo facciamo, come vi 
avevo accennato il mese 
scorso, in compagnia di due 
appassionati biomorfologi ro- 
mani, Marco Altigieri ed Al- 
fredo Ferrarotti. i quali hanno 
messo a punto un potente 
«biomorfoscopiOH col quale 
SI può agevolmente esplora- 
re il piano complesso alla 
ricerca di questi affascinanti 
microrganismi matematici. 

Il loro biomorfoscopio è 
ovviamente un programma 
di calcolo: scritto in Quick- 
Basic gira su PC IBM e mac- 
chine compatibili e prevede 
la visualizzazione su VGA in 
modo 640x480 in 16 colori. 
Naturalmente però esso può 
essere adattato ad un even- 
tuale adattatore video di tipo 
differente, anche se è chiaro 
che solo l'elevata risoluzione 
della VGA consente di otte- 
nere risultati realmente sod- 


disfacenti. Tutte le immagini 
pubblicate in questa puntata 
ed in quella precedente sono 
state ottenute con questo 
programma ed effettivamen- 
te sono niente male, no? 

Bene; ho fretta di cedere 
la parola ad Alfredo e Marco 
ma devo aggiungere ancora 
qualcosa. Innanzitutto che, 
ovviamente, chiunque aves- 
se qualcosa di interessante 
da aggiungere sull'argomen- 
to biomorfi è caldamente in- 
vitato a scrivermi. Come é 
mia abitudine, infatti, sarò 
perfettamente lieto di ripren- 
dere questo tema in futuro 
sempre che mi dimostriate 
di gradirlo. 

La seconda cosa riguarda 
il programma. Il suo listato é 
troppo lungo per poter esse- 
re pubblicato in queste pagi- 
ne ma esso, come al solito, 
è liberamente disponibile su 
MC-Link. Il file relativo si 
chiama 8IOPGM.ZIP e con- 


tiene sia a sorgente sia l'ese- 
guibile per MS-DOS del pro- 
gramma di Alfredo e Marco. 
In altri file ho invece raccolto 
le immagini pubblicate que- 
sto mese: il formato con cui 
sono state salvate è quello 
descritto nel testo che se- 
gue ed è ovviamente adatto 
all'uso esclusivo del pro- 
gramma. Da notare che ho 
preferito non inserire pro- 
gramma ed immagini in un 
unico file perché questo sa- 
rebbe risultato troppo volu- 
minoso {oltre 400K): cosi in- 
vece ciascuno é libero di 
downloadare ciò che gli inte- 
ressa risparmiando tempo di 
collegamento. I file conte- 
nenti le Immagini sono cin- 
que e si chiamano BIO- 
IMGx.ZIP. dove x varia da 1 
a 5. 

Uitima annotazione sul 
programma: preparatevi a 
lunghe elaborazioni, a meno 
che non possediate almeno 


un 386/33. Purtroppo la 
scansione esaustiva del pia- 
no. specie se fatta con una 
griglia assai fitta, comporta 
un elevatissimo numero di 
calcoli oltretutto in virgola 
mobile. Chi dispone di un 
coprocessore numerico 
80x87 sarà ovviamente favo- 
rito in quanto otterrà un dra- 
stico aumento deila velocità 
di calcolo. 

Ed ancora fate attenzione 
al fatto che il programma 
non è proprio a prova di 
bomba nella gestione degli 
errori, in particolare riguardo 
agli input sbagliati da parte 
dell'utente; di questo ovvia- 
mente non è a caso di la- 
mentarsi (l'importante é che 
funzioni bene, non che sia 
un prodotto a livello com- 
merciale! ma chi volesse de- 
dicare il suo tempo a «rifinir- 
lo» può utilmente farlo e poi 
mandarmi la sua versione. 

Bene, con questo ho pro- 
prio conclusa. Naturalmente 
saluto e ringrazio ancora Al- 
fredo e Marco per la collabo- 
razione; fra l'altro i nostri 
amici in questo momento 
sono in Germania per uno 
stage e quindi, ironia della 
sorte, non avranno il piacere 
di vedere il loro lavoro pub- 
blicato per almeno un altro 
mese. E col nnnovato augu- 
rio di «in bocca al lupo» per i 
loro studi lascio loro la parola 
(pardon, la tastiera) e saluto 
cordialmente tutti voi che 
leggete. Noi ci risentiamo, 
come di consueto, il prossi- 
mo mese. 

C.G. 



150 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 






INTEILIGIOCHI 



L'idea 

Nell'interessante, e ormai 
arcinota, rubrica di Dewdney 
sulle Scienze, nel numero di 
agosto '89, abbiamo trovato 
un algoritmo per il traccia- 
mento dei biomorfi. Si tratta 
di figure frattaliche che na- 
scono dal tracciamento nel 
piano complesso di funzioni 
iterate, e che sono state co- 
si battezzate dal loro ideato- 
re. Pickover, un collega di 
Mandeibrot, per la somi- 
glianza con organismi unicel- 
lulari. 

In pratica si calcola per un 
certo numero di iterazioni il 
valore Z(n-i-1) = f(Z(n“)) + 
cost. dove Z(i) è un numero 
complesso e il valore iniziale 
Z(0) è la coordinata di un 
punto del piano complesso. 
Se terminate le iterazioni il 
valore di Z è inferiore a una 
certa soglia il punto è ac- 
ceso. 

La nostra idea è stata 
quella di non limitarci a spe- 
gnere 0 accendere i diversi 
punti, ma di colorarli diversa- 
mente a seconda del valore 
di Z. Si badi che il concetto é 
diverso da quello del più fa- 
moso insieme di Mandei- 
brot, ove la colorazione di un 
punto è assegnata in base al 
numero di iterazioni, calcola- 
te affinché la serie converga, 
e non al valore assunto dalla 
serie al termine di un prefis- 
sato numero di iterazioni, co- 
me in questo caso. 

Un’ulteriore estensione è 
consistita nel tracciare i bio- 
morfi anche in tre dimensio- 
ni, assegnando un'altezza 
proporzionale al numero di 
iterazioni. Abbiamo poi stu- 
diato due diversi tipi di colo- 
razione di cui discuteremo 
più avanti. I risultati, sebbe- 
ne siano necessari tempi dì 
elaborazione non indifferenti, 
sono stati entusiasmanti. 

Prima di addentrarci nella 
descrizione del programma 
ricordiamo empiricamente la 
nozione di numero comples- 
so. É questo un numero Z 
composto di due parti A e B, 


cosi indicato: Z = A -t i*B. 
ove i=|-1)'1/2 (ossia é la ra- 
dice quadrata di -1 ). A è det- 
to pane reale e i*B pane 
immaginaria di Z (con B suo 
coefficiente). È quindi estre- 
mamente facile riportare tali 
punti su di un piano (detto 
piano complesso o di Ar- 
gand-Gauss) in cui l’asse del- 
le ascisse corrisponde alla 
parte reale e quello delle or- 
dinate alla parte immagina- 
ria. É possibile effettuare tut- 
te le normali operazioni sui 
numeri complessi tenendo 
conto del coefficiente i e 
delle regole dell’algebra ele- 
mentare. Naturalmente, pro- 
prio in base alla sua stessa 
definizione, vale che i * i = 
■ 1. Riportiamo comunque in 
figura 1 il calcolo di alcune 
funzioni immediate e di altre 
più complesse (nel senso di 
complicate!). 

L'algoritmo 

Fondamentalmente l'algo- 
ritmo iniziale per ottenere 
biomorfi, prendendo ad 
esempio come funzione ite- 
rata Z(n-i-l) = Z(n) ‘3-1- 
cost (si noti che cost è pure 
complesso e quindi ha parte 
reale e parte immaginaria), in 
bianco e nero é quello espo- 
sto in pseudocodice in figu- 
ra 3. La costante cost va 
posta in genere piccola, ma- 
gari solo reale, con valori in- 


torno a 0.5. Il controllo all'in- 
terno del ciclo di n serve 
solo a velocizzare la proce- 
dura. 

Nel nostro programma al 
termine del ciclo n il punto 
non viene acceso brutalmen- 
te nero 0 bianco, ma con un 
colore che dipende dal valo- 
re di Z. In particolare si corv 
sidera la parte reale o imma- 
ginaria che ha soddisfatto la 
condizione valore assoluto < 
10. poi si assegna una sfu- 
matura di un colore (p.e. il 
rosso) tanto più scura quan- 
to più basso è tale valore. 
Prove pratiche hanno mo- 
strato come 15 sfumature 
sono più che sufficienti, 
mentre aumentando tale nu- 
mero, oltre ad un notevole 
dispendio di memoria, non si 
ottengono particolari risul- 
tati. 


Praticamente il colore vie- 
ne attribuito in base alla for- 
mula colore = INT(zabs 
*1.49), ove la grandezza 
zabs (parte reale o Immagi- 
naria di Z) é sempre minore 
di 10. cosicché esso varierà 
tra 0 e 14. 

Un secondo tipo di colora- 
zione, utile per mettere in 
evidenza particolari zone 
soggette a poche vahazioni. 
è consistito nell'assegnare 
più volte, mediante un'ope- 
razione di modulo, le 15 sfu- 
mature all’intervallo di valori 
che può assumere Z. Ciò è 
ottenuto considerando più 
cifre del valore zabs. molti- 
plicandolo per 10, e quindi 
ponendo colore-INT((abs 
*10) mod 15). Nel program- 
ma è attiva quest'ultima op- 
zione. Volendo utilizzare l'al- 
tra, così come mostrato in 


compendio 

complessa.. 


meri complessi Z e b 


nelle forma 


> A'(A'2-3"B'2l • 


L*B*(3*A'2-B‘2) 


n(Z) - ((e'-B - e'B)/2) • (sln(A) - 1 
(l/n1 - (tA-2+B‘2)‘(l/2n))*(cos((arct 
l*sin( (arcte(B/A) )/n) ] 

(sInt 2 *rn'l /2 = 


MCmicfOComputer n. 94 - marzo 1990 


151 



INTELLIGIOCHI 


figura 2, è sufficiente porre 
una REM dinanzi alla riga 
ove si calcola il colore me- 
diante modulo, e toglierla in- 
vece alla riga seguente (per 
la parte di programma che 
traccia in 3-D le righe sono 
leggermente differenti, ma 
SI opera in maniera analoga). 
Questo per ciascuno dei tre 
moduli che compongono il 
programma che ora analizze- 
remo. 


Il programma 

Il programma BIOTUTO, 
da noi sviluppato, offre una 
completa gestione per il cal- 
colo, la ricerca e il salvatag- 
gio dei biomorfi. Il program- 
ma è scritto in Quick Basic 
4.5 ed è facilmente adattabi- 
le e migliorabile. È necessa- 
ha una scheda VGA, sebbe- 
ne le modifiche per utilizzare 
una più modesta EGA sono 
pochissime (in pratica gli 
SCREEN, il numero dei punti 
a disposizione e le dimensio- 
ni dei vettori). La CGA inve- 
ce SI può unicamente adatta- 
re al tracciamento in bianco 
e nero. Il menu di apertura 
del programma offre la pos- 
sibità di tre diversi tipi di 
tracciamento. 

Il primo sfrutta il modo 
320x200, (sempre solo con 
15 sfumature, facilmente 
estendibili a 255 per chi sia 
interessato) utilizzato per 
tracciamenti più veloci, utili 


per esplorare le varie zone. 
Questo tipo di tracciamento, 
effettuato in 2-D, cioè su! 
plano, non consente di salva- 
re l'immagine ottenuta, ma 
offre la possibilità, ultimata 
l'immagine (o anche prima 
premendo un tasto qualsiasi) 
di spostare mediante le frec- 
ce del tastierino numerico 
(Bloc Num spento) due ret- 
te. Individuato cosi il primo 
vertice di una nuova zona di 


interesse, si preme invio. A 
questo punto si rispostano le 
rette sino al secondo vertice 
di detta zona. Ridando invio 
sullo schermo compaiono le 
coordinate di tale zona (X 
=parte reale, Y=parte im- 
maginaria) e la richiesta di 
svilupparla. La risposta affer- 
mativa ci riporta al menu Ini- 
ziale. con la differenza che 
impostando nuovamente il 
tracciamento non sono più 
richieste le coordinate, ma 
sono sfruttate quelle della 
zona indicata. 

Il secondo tipo di traccia- 
mento. sempre in due di- 
mensioni. disegna il biomor- 
fo con una risoluzione di 


Le due possibili 
motìaUlà di 
cofaranone 
dell'immegme. 


640x480 punti. Terminato il 
tracciamento è possibile sal- 
vare il disegno in un file. Si 
badi che in realtà i file creati 
sono quattro con diversa 
estensione e. pertanto, oc- 
corre fornire solamente il no- 
me dei file (con eventuale 
path) senza estensione. 

Il salvataggio vale alcune 
righe di descrizione, anche 
perché può venire incontro a 
chi, da Basic, debba salvare 


e ricaricare rapidamente 
schermate VGA o EGA. In 
pratica mediante l'istruzione 
GET l'immagine è posta in 
quattro vettori (non in uno a 
causa delle dimensioni). Si 
individua poi l’indirizzo di 
memoria di ciascuno dei vet- 
tori e si esegue, per ognuno 
di loro, un BSAVE di detta 
porzione. Il passaggio inver- 
so di caricamento prevede il 
dimensionamento dei vetto- 
ri, e, per ciascuno, l'indivi- 
duazione del loro indirizzo di 
memoria e l'esecuzione di 
un BLOAD. Si presti atten- 
zione ai fatto che, non es- 
sendo un formato compatta- 
to. ciascuna figura richiede 


circa 150K di memoria. 

Il terzo tracciamento é del 
tutto analogo al secondo, ma 
effettua il disegno in tre di- 
mensioni. con una terna di 
assi cartesiani a 120 gradi. 
Mediante le formule trigono- 
metriche X = 0.866*(x-y), 
Y = 0.866*(x-Hy)-t-Z (ove 
0.866=cos(30)=sin(60)) è 
possibile determinare P(X,Y) 
sullo schermo a partire da un 
punto nello spazio individua- 
to dalle coordinate (x.y.z). 
Nel nostro caso, per conferi- 
re spessore alla figura, non 
viene acceso il solo punto 
ma tutto un segmento verti- 
cale, da (x.y,0) a (x.y.z), co- 
stituito da una serie di seg- 
menti più piccoli a colorazio- 
ne digradante. 

Le funzioni 

Le più semplici e veloci 
funzioni da sviluppare, che 
consentono notevoli risultati 
sono del tipo Z(m-i-1) = Z 
(m)‘n-Hcost. Per tutte que- 
ste funzioni il campo di inda- 
gine è limitato alla finestra 
quadrata (-10.10 reale: 
-W,W immaginario). In tale 
finestra (vedi le immagini re- 
lative a ^3), l’icorganismo» 
compare per intero con i 
suoi aculei. Riducendosi alla 
finestra quadrata (- 2.2 r -2.2 
il si individua il nucleo, che 
non è perfettamente circola- 
re. ma presenta un numero 
di protuberanze pari proprio 
a n. All'intemo di questo le 
zone interessanti variano a 
seconda di n. Per n=3 bellis- 
simo è il «Canyon» (.45, .85 r 
.13..42 i) che è presente nel 
nucleo, con diverse orienta- 
zioni, più volte, All’Interno di 
questo segnaliamo la «Sfo- 
gliatella matematica» (come 
l’ha battezzata il nostro ami- 
co Nicola) (.7..8 r .2S..35 i). 
Attenzione che per n mag- 
giore o uguale a 5 diventa 
critico il valore assunto dalla 


IF ABStsr] > IO TMEN elX « INT ( ABS ( 2 J ) * IO) MOD 15 
ELSE cl« » INT(ABS(zr)*10) HOD 15 

REM IF ASS(zr) > IO THEN Cl* « INT ( ABS ( zj ) * 1 . 6.9) 
ELSE cl% = INT(ABS(zr)*1.49) 



152 


MCmicrocomputern. 94 - marzo 1990 



INTELLIGIOCHI 


costante che. se scelta ma- 
le, porta a zone compieta- 
mente uniformi e prive di 
interesse. 

Volendo successivamente 
animare le cose si può som- 
mare alle funzioni del tipo 
precedente una funzione di 
tipo sin(Z) 0 e'Z. La funzione 
e‘z, sommata ad un'altra, ha 
l'effetto di l'schiarire» le di- 
verse zone della funzione ori- 
ginale, alterando di poco la 
geometria del biomorfo. La 
funzione sin(Z) invece produ- 
ce degli stiramenti caratteri- 
stici. Per esempio la funzione 
^3-i-sin(Z) presenta defor- 
mazioni che ricordano moltis- 
simo quelle della gomma sot- 
toposta a torsione. Di questa 
sono interessanti le zone 
I-.8.-.7 r 0..2 i) e I-.2775. 
- 1367r-.6455.-.4995i). que- 
st'ultima notevole in 3-D. 

Le funzioni trigonometri- 
che pure presentano alcune 
particolarità rispetto a quelle 
del tipo £ n. Innanzitutto han- 
no, per loro natura, una perio- 
dicità che porta a rendere 
interessante il loro studio in 
zone più ridotte di quelle pri- 
ma citate, ripetendo poi la 
medesima struttura infinite 
volte. Modificate con espo- 
nenziali 0 potenze (eseguite 
sulla funzione trigonometrica 
stessa e non sommate) pre- 
sentano. nell'intorno dell'ori- 
gine, zone di confine. Al di 
fuori di tali zone il biomorfo si 
annulla, mentre all'interno è 
terribilmente uniforme. Le 
zone di confine però sono di 
una bellezza unica. 

Un primo più modesto 
esempio è quello della fun- 
zione sin(Z}*e*z. Particolaris- 
sima si é rivelata (2*stn (Z)- 
*cos(Z))1/2). che come inse- 
gna trigonometria (noi l'ab- 
biamo sviluppata tutta prima 
di ricordarcelo!) altro non è 
che (sin(2*? ))1/2. La zona (■ 
78,-78 r -2.6,0 i) rappresenta 
la zona di confine, che si 
ripete poi uguale, spostando- 
si sull'esse reale. Interessan- 
te in questa è seguire come i 
rami principali si diffondano 
in capillari che, aggroviglian- 
dosi. creano dei nodi. In alto 
nel riquadro I-.65..65 r 
-1 049,-b.036 0 il misterioso 
«cervello». Entrambe le zone 


pseudocodice 
dell'algorilmo 
ongmale di 
ricerca e 
visualizzazione 
dei biomorfi in 
due soli colon 


co»£ « 0.5 + 0.0*1 

per Jamin iniinaeinario fino a max immaoinario 
per k«mln reale fino e max reale 
Z(0) « k ♦ J*i 
per n»l fino a 10 

Z(n) « Z(n-1)‘3 ♦ cost 

se |reale(Z]| o limma9(Z}| o IZI >10 allora esce 

dal ciclo 

fine ciclo n 

se ,'reale(2)l o limmaotz)! < 10 allora settare (J.kl 
nero altrimenti bianco 



rendono particolarmente in 
2-D. 

Alcune considerazioni ri- 
guardo a come implementa- 
re nel programma le nuove 
funzioni. Nel loop principale 
dei tre tipi di tracciamento, si 
trovano due assegnazioni 
zr= e zj=. In queste occorre 
porre, rispettivamente, parte 
reale e parte immaginaria 
della funzione iterata calcola- 
ta su zOr e zOj. In pratica, 
servendovi anche di quanto 
nel riquadro sulle funzioni 
complesse, dovete porre la 
vostra funzione nella forma 
«reale + i * immaginaria» e 
quindi assegnare zr-reale e 
zj^immaginaria. Se vi servi- 
te delle nostre indicazioni, 
reale e immaginaria saranno 
delle espressioni, più o meno 
semplici, dei termini A e B. 
Nel programma dovete sosti- 
tuire al termine A, zOf e al 
termine B, zOj Basatevi sul 
programma originale, che va- 
luta £ 3, per fugare ogni dub- 
bio. Attenzione che. sebbene 
simili, abbiamo preferito ripe- 
tere il loop principale per cia- 
scuno dei tipi di tracciamen- 
to, senza costruire subrouti- 
ne 0 procedure, per velociz- 
zare al massimo i disegni. 
Pertanto l'espressione della 
funzione andrà riscritta per 
ciascuno dei tre loop. 

Sempre in tema di velocità 
prestate cautela: in particola- 
re se un certo coefficiente, 
basato su un calcolo lungo o 
anche breve, compare più 
volte, valutatelo solo una vol- 
ta appoggiandovi ad una va- 
riabile. 

Il consiglio, anche se appa- 
rentemente banale, può far 
risparmiare moltissimo tem- 
po in considerazione dell'ele- 
vato numero di cicli. 


/ colori 

L'ultima opzione del pro- 
gramma consente di ricarica- 
re un'immagine precedente- 
mente salvalta. Si può poi 
scegliere tra una palette fis- 
sa (uguale a quella con cui si 
è tracciato il disegno) o una 
variabile che anima il dise- 
gno. alternando i colori e le 
loro sfumature. In quest'ulti- 
ma modalità il tasto FI bloc- 
ca l'alternarsi dei colori e il 
tasto F2 riporta al menu. 

Altre considerazioni se de- 
siderate mutare i colori usati 
anche nel tracciamento. La 
scheda VGA consente, nel 
modo 640x480, un massimo 
di 16 colori contemporanei, 
ciascuno ottenuto specifi- 
cando i valori R, G e B in 
passi di 1/64. Se perciò con- 
sideriamo ad esempio il solo 
rosso, i 15 colori (il sedicesi- 
mo è di sfondo) sono ottenu- 
ti ponendo G e B a zero e 
dando a R valori tra 0 e 63. 
Poiché i valori bassi (0 - 20) 
sono molto scuri e molto si- 
mili consigliamo, come ese- 
guito nel programma, di as- 
segnare valori a partire da 
circa 20, con step regolari 
per evitare discontinuità. 

La colorazione dei biomor- 
fi infatti è particolarmente 
sensibile a tali discontinuità 
di colore, che peggiorano no- 
tevolmente l'effetto finale, 
ancor più se addirittura si 
cambia brutalmente colore, 
passando ad esempio dal 
rosso al verde. Pertanto nel- 
la modalità 320x200, che ri- 
cordiamo consente 256 colo- 
ri contemporanei, scelti co- 
me prima descritto, se desi- 
derate aumentare le sfuma- 
ture, fatelo con continuità 
anche se ciò non vi fa utiliz- 


zare appieno tutte e 256 le 
tinte. Per esempio potete 
assegnare la palette come 
segue: da n=0 a 63 R=n 
G=0 B=0, da n=64 a 127 
R = 63 G = n-64 B=0. da 
n=128 a 191 R=63 G=63 
B=n-128. In Quicic Basic tali 
valori R,G e B vanno poi mol- 
tiplicati per i rispettivi pesi e 
sommati. 

Ovviamente potete appli- 
care tale colorazione solo al 
primo tipo di tracciamento e 
dovrete usare la colorazione 
continua, e non quella che 
sfrutta il modulo, per ottene- 
re i migliori risultati. In prati- 
ca, assegnata la palette co- 
me descritto, se. terminato 
il ciclo, zabs vale abs 
(Re(Z)) 0 abs(lm(Z)) (a se- 
conda di quale dei due in 
valore assoluto è minore di 
10), il colore col quale trac- 
ciare è INT (zabs*19.2) At- 
tenzione che il colore di 
sfondo, che con tale colora- 
zione consigliamo nero, va 
attribuito al numero 192 e 
non più al 15. Provate a trac- 
ciare con queste modifiche il 
«Canyon» di Z3. 

Un'ultima traccia ancora 
da esplorare. Abbiamo pro- 
vato ad assegnare colori di- 
versi, a seconda che fosse la 
parte reale o quella immagi- 
naria di Z ad essere minore 
di 10. In tal caso è preferibile 
che i due colori appartenga- 
no a set distinti (ad esempio 
rosso e verde). I risultati so- 
no stati un po' deludenti a 
causa di forti simmetrie, ma 
lo studio é stato effettuato 
solo per funzioni di tipo £ n, 
pertanto rimane una porta 
aperta che potrebbe rivelare 
altri magici mondi. 

Marco Altigieri 
Alfredo Ferrarotti 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


153 


intelliGIOCHI 


MC lancia una proposta ludica senza precedenti: inventiamoci un gioco da tavolo a 
nostra misura, che ci liberi per qualche ora dalla schiavitù della tastiera ma che non ci 
allontani dal mondo che amiamo in modo cosi totale 

Hard & Soft: 

il gioco del computer senza computer 


S pesso chi lavora per 
molle ore su un compu- 
ter. sia per professione che 
per hobby, sente il bisogno 
di cambiare interlocutore: 
vorrebbe accanto degli 
umanil 

A poco serve infatti di- 
strarsi con qualche videoga- 
me più o meno nobile, più o 
meno intelligente, più o me- 
no divertente: i ritmi sono 
sempre quelli imposti dal 
clock interno del nostro 
schiavo-padrone e tastiera, 
mouse 0 joystick rimangono 
I nostri soli mezzi di comuni- 
cazione. 

Ma come fare a staccarsi 
dal mondo del computer? In 
fondo è la cosa che ci piace 
di più e che più ci gratifica, è 
una droga sottile il cui desi- 
derio, ormai fattosi bisogno 
irrinunciabile, si è impadroni- 
to di noi da quel giorno in cui 
il primo home-computer è 
entrato in casa nostra (era 
un Natale o era quella incre- 
dibile promozione!? Non ri- 
cordo più) e non ci ha più 
abbandonato. 

Il logico compromesso è 
appunto un gioco da tavolo 
ispirato al mondo informati- 
co, un'attività quindi che ci 
dia modo di dialogare con 
degli esseri umani, con ritmi 
umani, con reazioni umane, 
ma che ci consenta al tempo 



Da queste considerazioni 
nasce dunque l'idea di inven- 
tare un gioco da tavolo, al 
quale ho provvisoriamente 
dato l'asettico titolo di Hard 
& Soft, ampiamente rivedi- 
bile. 

In realtà la provvisorietà è 
attributo non solo del titolo 
ma di ogni altra idea che vi 
sottoporrò nel seguito di 
questo articolo in quanto la 


novità dell’iniziativa sta pro- 
prio nel fatto che questo gio- 
co lo inventeremo tutti as- 
sieme. 

Vi invito quindi non solo a 
leggere quanto mi è passato 
per la mente ma a pensarci 
su un pochino ed a farmi 
avere le vostre proteste, i 
vostri consigli, i vostri pareri. 

Il mio compito sarà alia 
fine quello di amalgamare i 
vari contributi e dar vita alla 
versione finale del nostro 
gioco. 

A quel punto decideremo 
se presentarlo dalle pagine 
di MC. pubblicando magari a 
puntate i vari elementi, op- 


pure. se il successo sarà tra- 
volgente 0 l'opera particolar- 
mente meritevole, editarlo 
regolarmente e farlo finire 
nei negozi di giochi (e per- 
ché no di computer), nel 
qual caso ne doneremo un 
esemplare a quanti avranno 
collaborato. 

Dove lo giocheremo? 

È il primo dubbio che mi si 
è presentato e che 

quindi vi sottopon- 

✓C! go; stabilito che 

r fate oh > I non vogliamo asso- 
&IOC 0 Sy lutamente dar vita 
Me? y all'ennesimo video- 
• -r game, le possibili 
alternative riman- 
gono due: lo giocheremo sul 
tavolo del salotto, lontani 
dalla nostra abituale posta- 
zione di lavoro, oppure riuniti 
con gli amici davanti al com- 
puter, sia pure armati di co- 
se materiali (tavoliere di gio- 
co. pedine, carte, dadi ecc.)? 

Vi dico subito che l'utilizzo 
del computer offrirebbe il 
vantaggio di poter ideare dei 
meccanismi di gioco piutto- 
sto complessi, con calcoli e 
scelte casuali eseguite dal 
fido strumento, ma il sottile 
piacere di poter finalmente 
fare completamente a meno 
di lui almeno una volta costi- 
tuisce una gradevole lusin- 
ga: a voi la parola. 


154 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 



INTELLIGIOCHI 


Qual è l'argomento? 

L’argomento attorno al 
quale deve ruotare l'intera 
vicenda ludica è fattore di 
importanza primaria; di idee 
me ne sono ronzate in testa 
diverse, a cominciare da 
«Scrivere un programma 
senza errori o malfunziona- 
menti» e «Convincere una 
sene di utenti non informa- 
tizzati a fare ricorso al com- 
puter», da «Organizzare una 
mostra informatica di suc- 
cesso» a «Realizzare un nuo- 
vo pacchetto software, pro- 
muoverlo e venderlo meglio 
dei concorrenti». 

Alla fine però, interpretan- 
do le pulsioni di milioni di 
computer-dipendenti, ho op- 
tato per la seguente situazio- 
ne. Ogni giocatore rappre- 
senta una software-house 
che si muove in base ad un 
mercato mutevole, il quale di 
volta in volta presenta delle 
esigenze diverse. 

Inizialmente ogni giocato- 
re dispone di una dotazione 
di partenza, formata da: 

— un patrimonio in denaro 
(ad esempio: 300 milioni); 

— un certo numero di pro- 
grammatori apprendisti (31; 

— una serie di elementi 
hardware (1 PC potente. 1 
PC medio, 1 PC piccolo, 1 
stampante grafica, 1 stam- 
pante veloce, 1 stampante 
normale). 

Le apparecchiature hard- 
ware sono naturalmente 
elencate a parte ed accom- 
pagnate dalie loro caratteri- 
stiche tecniche principali 
nonché dal loro prezzo d'ac- 
quisto e da quello settimana- 
le di noleggiò. 

Nella prima fase di gioco 
ogni sofh/vare-house cerca di 
migliorare la propria struttu- 
ra: questo si ottiene tramite 
l'assunzione di altro persona- 
le e l'acquisto di altre appa- 
recchiature, provvedimenti 
che debbono consentire l'e- 
secuzione di lavori impegna- 
tivi 0 particolarmente specia- 
listici. Per quanto riguarda 
l'assunzione di personale, i 
giocatori possono «pescare» 
in un parco di programmatori 
e tecnici prefissato. 


In questa pagina sono mo- 
strati alcuni «profili profes- 
sionali» dei personaggi di- 
sponibili sul mercato: nella 
stesura di questi profili mi 
potreste essere di grande 
aiuto; attendo proposte in 
merito! 

Obiettivo del gioco 

Lo scopo del gioco, che è 
poi quello reale di una qua- 
lunque realtà commerciale, è 
quello di guadagnare più sol- 
di dei concorrenti o. ai limite, 
di rimettercene di meno (o- 
biettivo di ripiego e comun- 
que non augurabile). 


Per guadagnare del dena- 
ro si debbono eseguire dei 
lavori che il mercato via via 
sottopone: ogni lavoro pre- 
senta delle caratteristiche 
particolari e cioè: 

— tipo del lavoro (gestiona- 
le, di grafica, di office auto- 
mation, videogame); 

— tempo di programmazio- 
ne richiesto (in settimane- 
uomo); 

— apparecchiature hardwa- 
re necessarie per lo svi- 
luppo; 

— cifra prevista come com- 
penso finale. 

Ora il meccanismo in base 



Mandateci qualunque idea 
VI passi per la lesta. 


al quale i lavori vengono as- 
segnati ad una oppure all'al- 
tra software-house è uno dei 
tanti dubbi che mi tormen- 
tano. 

lo pensavo di procedere 
cosi: all'inizio di ogni giro di 
gioco oppure allo scadere di 
ogni settimana, si estraggo- 
no N carte-lavoro + 2, dove 
N è pari al numero dei gioca- 
tori impegnati. 

Ogni giocatore riceve a ca- 
so un lavoro mentre i due 
rimanenti vengono messi al- 
l'asta in base ad offerte de- 
crescenti a partire dalla cifra 
di compenso prevista dal la- 
voro in trattativa e riportata 
ovviamente sulla carta. 

Se la soluzione vi piace, si 
procederà cosi, altrimenti 
vedremo. 

Un turno di gioco 

Durante il proprio turno di 
gioco i giocatori possono 
svolgere numerose funzioni, 
alcune obbligatorie, altre op- 


Esempi di schede-personaggi 
da inserire nel gioco 

Nome: John Byte 
Qualìfìca: programmatore 
Speeialiazazione: programmi gestionali 
Stipendio fisso in caso dì assumìone: L. 3.000.000 
Costo settimanale in caso dì part-time: L. 1.200.000 
Note personali: uomo infaticabile, capace di lavorare per 11 
giorni dì seguito (nuovo record mondiale omologato). Unico neo 
la sua salute piuttosto gracile, fatto che lo espone a frequenti 

assenze per malattia. 

Nome: Olive Chip 

Qualifica: tecnico di manutenzione 

Stipendio fisso in caso dì assunzione: L 2.500.000 

Costo settimanale in caso di part-time: L. 800.000 

Note personali: vero genio dell'elettronica, é capace di costruire 

dei componenti con l'impiego di semplici stuzzicadenti. Alza un 

po' il gomito. 

Nome: Susan Pixel 
Qualifica: programmatrice 
Specializzazione: grafica professionale 
Stipendio fìsso in caso di assunzione: L 2.800.000 
Costo settimanale in caso di part-time: L. 1.100.000 
Note personali: regina Incontrastata dei monitor grafici e del 
colore, ha in passato compiuto imprese leggendarie. Suo il 
disegno della faccia di Gianni Agnelli in alta risoluzione. Un po' 

farfallina. 

Nome: Walter Game 
Qualìfica: programmatore 
Specializzazione: realizzazione di videogame 
Stipendio fisso in caso di assunzione: L. 3.200.000 
Costo settimanale in caso di part-time: L 1.400.000 
Note personali: quando la fantasia si siede alla tastiera. Già 
creatore di Perestrojka, il più grande successo del 1989 per 
Amiga, ha appena finito di scrivere il gioco MIXER, una grande 
simulazione televisiva. Spesso vittima del suo caratfere violento 

e litigioso. 

Nome: Nelson Flag 
Qualifica: programmatore 
Specializzazione: programmi gestionali 
Stipendio fìsso in caso di assunzione: L 3.000.000 
Casto settimanale in caso di part-time: L. 1.200.000 
Note personali: un po' contorto nelle soluzioni adottate, non ha 
comunque mal fallito un appuntamento. È tra l'altro autore del 
programma per il conteggio delle preferenze nel collegio eletto- 
rale di Napoli. Afflitto dai problemi derivanti da una famiglia molto 
numerosa. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


155 


INTELLIGIOCHI 



zionali. altre ancora delinite 
da eventi imprevedibili. 

Tra le operazioni obbligato- 
rie c'è l’esame del lavoro ca- 
pitato casualmente nel corso 
della distribuzione di inizio gi- 
ro; naturalmente il lavoro 
può essere o meno accetta- 
to per cui in caso affermati- 
vo (operazioni opzionali) può 
rendersi necessario l'acqui- 
sto od il noleggio delle appa- 
recchiature mancanti o l'as- 
sunzione di nuovo personale 
mentre in caso negativo la 
carta corrispondente va ri- 
messa nel mazzo. 

Altra attività obbligata è 
quella di spostare il «curso- 
re» sul tavoliere di gioco, ma 
di questo parleremo nel 
prossimo capitoletto. 

Le operazioni non prevedi- 
bili sono appunto quelle deri- 
vanti dall'esito della mossa 
eseguita. 

Il tavoliere di gioco 

Anche su questo punto mi 
sono un po' «incartato» alla 
ricerca di una soluzione sod- 
disfacente: inizialmente ave- 
vo pensato ad un tracciato 
simile ad un flow-chart, ma 
questo irrigidiva un po' lo 
svolgimento del gioco. Alla 
fine ho optato per la seguen- 
te soluzione: il percorso è 


costituito da una specie di 
grande video sulla superficie 
del quale vengono disposte 
le carte-eventi con il dorso 
rivolto verso l'alto e quindi 
coperte. 

Una pedina unica e quindi 
manovrata a turno da tutti i 
giocatori, rappresenta il «cur- 
sore», il quale viene sposta- 
to in base al lancio di un 
dado. 

La carta sulla quale il cur- 
sore finisce al termine di una 
mossa viene scoperta e letta 
dal giocatore di turno che ne 
eseguirà le istruzioni. 

Anche del contenuto di 
queste carte il riquadro a 
fianco riporta alcuni esempi 
ed anche per altri brevi testi 
è richiesto il vostro contri- 
buto. 

Le carte via via pescate 


vanno sostituite da altre ri- 
maste nel mazzo; l'esauri- 
mento di questo mazzo po- 
trebbe indicare la fine della 
partita. 

Il trascorrere del tempo 

Si tratta di un problema 
ricorrente in sede di ideazio- 
ne di giochi da tavolo che 
simulino ambientazioni reali. 

Nel nostro caso, dove l'u- 
nità di misura è la settimana, 
le soluzioni per rendere rea- 
listico il fluire del tempo pos- 
sono essere diverse: la più 
semplice consiste nel far co- 
incidere lo svolgimento di un 
intero giro con la durata di 
una settimana. 

Una soluzione più equili- 
brata e meno prevedibile po- 
trebbe essere invece quella 
di inserire nel mazzo di car- 
te-evento anche alcune carte 
che dicano «È trascorsa una 
settimana»; questo consen- 
tirebbe di avere una durata 
costante del gioco ed al tem- 
po stesso non permettereb- 
be di conoscere a priori il 
momento di possibili incassi 
per la consegna di lavori. 

La strategia di gioco 

Inquadrato cosi l'ambiente 
entro il quale si sviluppa la 
vicenda, parliamo ora di co- 
me si potrebbe «giocare» a 
Hard & Soft. 

L'accortezza generale da 
porre nell'accettare e portare 
avanti i van lavori dovrebbe 
riguardare un'oculata gestio- 
ne sia del personale che del- 
le risorse hardware, di setti- 
mana in settimana spostate 
strategicamente in modo da 
consentire lo sviluppo del 


Esempio di brevi testi stampati 
sulle carte-percorso 

Un'ondata dì scioperi sconvolge il settore informatico. Per rispet- 
tare gli impegni siete costretti a pagare degli imprevedibili 
straordinari (versate 5 milioni alla banca). 

Salone deH'informatica. Tutti / giocaton possono visitarlo e con- 
cludere acquisti di apparecchiature hardware con uno sconto del 

20%. 

La complessità di un problema di lavoro vi ha costretto a 
ricorrere alla consulenza di un libero professionista (versate 7 
milione alla banca). 

I lavori per l'acquisaione dei dati che servivano al progetto sono 
costati più del previsto (versate 4 milioni alla banca). 

Uno dei vostri clienti è fallito per cui addio lavoro e soldi. Il 
giocatore alla vostra destra vi dirà qual é il confratto annullato. 
In occasione di un concorso indetto da una rivista di settore 
avete vinto una stampante grafica. Ritiratela in magazzino (varie 
carte per varie apparecchiature) 

Vi capila tra capo e collo un lavoro che non potete rifiutare. 
Pescale dal mazzo la prima carta-lavoro e ... augun. 

Una delle vostre apparecchiature si è improvvisamente guastata. 
Se avete un tecnico vi arrangiate, altrimenti la riparazione vi 
costa salata (versare 1 milione alla banca) 


maggior numero possibile di 
applicazioni. 

Accanto a questo dovreb- 
be valere la capacità mana- 
geriale dei partecipanti nel 
valutare gli investimenti da 
fare in forma definitiva oppu- 
re temporanea (noleggi, as- 
sunzioni part-time ecc.l. 

Non dovrebbero risultare 
poi estranee alla vittoria fina- 
le le capacità di promozione 
della propria ditta (investi- 
menti pubblicitari) o la pun- 
tualità nella consegna dei la- 
vori ultimati 0 ancora l'abilità 
nel condurre le varie tratta- 
tive. 

Anche a questo proposito 
lascio aperta la strada alle 
vostre proposte di inseri- 
mento dei vari meccanismi 
all'intemo del gioco. 

Conclusione 

Già leggendo quanto e- 
sposto sinora vi sarete potuti 
rendere conto di come sia 
complessa l'operazione di 
ideazione di un gioco da ta- 
volo, tanto più su un argo- 
mento cosi inusuale come 
quello ispirato all'ambiente 
informatico. 

Alla definizione di tutte le 
varie opzioni che si vogliono 
prevedere, va poi aggiunta la 
difficoltà di calibrare l’insie- 
me in modo da garantire uno 
svolgimento equo del gioco 
ed una soluzione finale sem- 
pre in equilibrio. Questi co- 
munque sono problemi che 
arriveranno in una seconda 
fase: per ora concentratevi 
solo su cosa inserire nel gio- 
co e su come coordinarlo 
con i ritmi di uno svolgimen- 
to abbastanza fluido. 

Ricordatevi sempre di veri- 
ficare mentalmente che 
quello che state proponendo 
sia non solo facilmente rea- 
lizzabile in termini di materia- 
li ma anche in termini di una 
non eccessiva complicazione 
del gioco. 

A questo punto attendo 
con ansia le gustose spremu- 
te di meningi che sarete capa- 
ci di farmi pervenire, certo 
che da un pubblico come 
quello dei lettori di MC non 
potranno che arrivare delle 
grandi idee. 


156 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


LA GRAFICA INTELLIGENTE SI VEDE DALLA QUALITÀ DEL FOSFORO. 



Per sfruttare in pieno ogni software 
applicativo sono necessarì anche 
partners che sappiano trovare solu- 
zioni puntuali e personalizzate ai 
problemi e sappiano assistere in 
modo rapido ed efficiente. Zenith 
lo sa e ha sviluppato accordi con i 
propri (Solution Builders» ■ ad 
esempio sulla più potente gamma 
di sistemi Z 386 ■ per offnre una ri- 
sposta competente nel settore del- 
la grafica assistita dal computer. 


E i fosfori dei monitor Zenith vi dan- 
no le più alte definizioni d'immagi- 
ne oggi disponibili. 

CAD 

Ma Zenith ha molto ancora da offri- 
re; una adeguata piattaforma har- 
dware e software pienamente 
compatibile con gli standard indu- 
striali. Zenith ha studiato modelli 
evoluti ed affidabili per permettere 
ad ogni stazione di lavoro di portare 
sempre a termine progetti tecnici o 
cicli produttivi. 


È per questo che Zenith opera inve- 
stimenti in (Know-warei, non solo 
per migliorare la sua architettura di 
sistema ma per poter affrontare e 
risolvere le più complesse esigenze 
del Cliente. Non solo per progettare 
un impianto o per approntare un 
manuale ma soprattutto per mette- 
re a disposizione un sistema globa- 
le capace di integrare le informazio- 
ni. Questa è la sfida di Zenith e del- 
la sua selezionata rete di vendita. 


DesiderD ricevere dMumemazione e Infonnajìoni su: 

EH i prodotti Zertith Oste Systems D le soluzioni sppticalive di 
. Cognome Artwtè 

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C.A.P.... 

Ritaglìere e sperSte il cor^xm a Zenith Data Systems Itellt 
20089 Rozzano IMII - Tel. 02/B9200242 - Sa» 02/8246010 ^ 




ZENITH 

data Systems 


Groupe Bull 



PlayWorld 


di Francesco Carla' 


Questo mese ci sarebbero 
uri mucchione alto cosi di 
cose importanti (simulate) di 
cui avrei voglia di parlare 
insieme a voi. Ma ritengo 
indispensabile dirvi, per 
primissima cosa, che c'è un 
nuovo ospite assoluto, una 
superstar incredibile, un 
giocattolo simulato da 
prendere e spupazzare fino 
alla consunzione: dall'Atari è 
nato il Lynx. Creatura 
interattiva completamente 
nuova, strumento digitale da 
infilarci le dita dentro: da 
quando ce l'ho la mia vita é 
abbastanza cambiata. Ha 
avuto due influssi su di me: 
con il primo mi ha fatto 
tornare bambino: geloso 
come una belva di chiunque 
ci metta le sue manacce 
sopra. Con il secondo mi ha 
fatto febbrilmente capire che 
tutte le diavolerie di cui vi ho 
scritto tra il 1984 e oggi, il 
Simulmondo, la simulazione 
totale, l'universo interattivo, 


etc. etc.. bene tutto ciò è già 
presente nella macchina 
dell' Atari. E chi non ce l'ha 
non ha la più pallida idea di 
quello che si perde. Leggete 
lo speciale su questo mago 
dei pixel per saperne di più. 
Ma questo è un numero 
epocale di Playworld anche 
sul fronte del software non 
da passeggio: tornano le 
creature giapponesi che 
hanno albergato in questi 
anni solo su queste pagine e 
solo grazie ai tremendi 
amici. Dr. Fina e Mr. Hyde, e 
gli altri del mitico MSX 
Freesoft Club. La passione 
che é il loro potere, è l'unica 
cosa che spinge il mondo. 
Tornano anche i grandi 
avvenimenti che aspettavo 
con ansia: Snoopy il più 
massacrante compuierstrip 
dei primi anni Novanta e 
Indianapolis 500, le 
automobiline della pista 
Polisti! sono uscite fuori e 
creano trambusto nel 


corridoio. Non ho ancora 
riavuto la mia videoprinter 
non posso anche questo 
mese schiacciarvi istantanee 
definitive dei pezzi del mese. 
Pazienza. Mentre recensisco 
ho il Lynx in grembo: avrei 
voluto partorirlo io questo 
robusto figlio simulato. P.S.: 
qualche risposta in fretta a 
lettori che mi hanno scritto 
di recente. Maria Teresa 
Budriesi Giordani di Bologna 
mi chiede di consigliarle 
qualche software di Baseball 
per il PC che valga la pena di 
acquistare. Uno difficile, ma 
non molto completo 
secondo le mie fonti, è Bari 
Weaver Baseball 
delTEIectronic Arts. Un po' 
più facile, ma sempre ben 
fatto é Hardball 2 uscito 
proprio in questi giorni 
dalTAccolade. Dovrebbe 
essere facile trovarlo a 
Bologna nei migliori negozi. 
Un tale Mr. Fly mi ha fatto 
mandare da un suo amico 


una surreale lettera in cui si 
dice che io avrei avuto 
l'intenzione di intervistarlo, 
lo questa intenzione non l'ho 
mai avuta e Mr Fly non lo 
conosco. Solo che ora la 
coppia mi ha messo una 
grande curiosità e vorrei 
saperne qualcosa di più. Non 
mi spiacerebbe per esempio 
sapere che cosa sono quei 
numeri sotto la firma. 

Infine Alessio Bellazzi si 
lamenta perché non ho 
illustrato il mio Avvenimento 
numero tre del numero di 
gennaio. Avvenimento 
dedicato al bellissimo Hard 
Drivin'. Caro Alessio, non è 
stata una dimenticanza, è 
stato il classico colpo di 
fulmine a numero già chiuso. 
Due le scelte: o rimandare la 
pubblicazione al numero 
seguente, o scrivere solo la 
recensione senza avere il 
tempo di lare le fotografie. 
Ho scelto, eccezionalmente, 
questa seconda possibilità. 





Temo che da oggi il mon- 
do (quello simulato almeno} 
si sia diviso in due massicce 
categorie: quelli che hanno il 
Lynx e quelli che. poveretti, 
ancora non ce l'hanno, lo ce 
l’ho e me lo godo e ha ritira- 
to fuori in me quel delirio di 
possesso (cuhoso per un be- 
ne simulato...) che provavo 
quando qualcuno mi regala- 
va un bel giocattolo anni e 
anni addietro. Ma il Lynx che 
cos’è? Già. come se fosse 
facile dirlo, lo posso solo dir- 
vi quello che il Lynx è per 
me. È uno specchio a 16 bit 
che riflette la mia idea fissa 


del Simulmondo. Universo 
calmo, soffice, senza spigoli, 
senza rudezze. Il Lynx é una 
macchina beata di neppure 
venti centimetri di larghezza. 


per nemmeno dieci di pro- 
fondità e neanche quattro di 
spessore. Appena nato pe- 
sava circa un chilo. E si è 
messo subito a piangere. 


Forse perché aveva dentro la 
sua prima card magnetica: 
California Games. Queste 
card (cinque in tutto ad oggi) 
sono quadrate, di plastica, 
colorate con un adesivo che 
contiene titolo e copyright 
del software, e grandi non 
più di tre centimetri per tre. 
Le fanno fare in China. Il 
Lynx ha uno schermo-spec- 
chio-occhio a brillantissimi 
cristalli liquidi per simulare a 
colori, che occupa la parte 
centrale del frontale. Sulla si- 
nistra dello screen a colori ci 
sono un pulsante di on e uno 
di off- Un po’ più a sinistra 


158 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


PLAYWORLD 


un joystick incorporato dello 
stesso tipo di quelli Ninten- 
do. Da questa parte non c'è 
altro. Sull'altro lato ci sono 
tre pulsanti per varie opti'on. 
e quattro tasti tondi (A e B) 
due in alto e due in basso 
per I mancini (che devono 
solo capovolgere la macchi- 
na per essere a posto). In 
mezzo un altoparlante. Sul 
bordo in alto c'è la rotella per 
regolare il volume dell'audio, 
e tre ingressi per te cuffie, 
l'alimentatore da casa, il ca- 
vo per collegare tanti (infiniti 
Lynx) tra di loro (parto simu- 
lato siamese). Sull'altro bor- 
do c'è la rotella per la lumino- 
sità dello screen a colori. Sul- 
l'impugnatura di sinistra c'è 
l'entrata per le card magneti- 
che (che sono delle ROM) e 
sul retro l'abitacolo delle pile 
per portarselo in giro. Già 
perché il Lynx è il primo Si- 
mulmondo da passeggio. Il 
Gameboy della Nintendo, 
che in Italia chissà quando e 
se si vedrà, al confronto è un 
povero ragnetto in bianco e 
nero, fratellino spaurito e 
stranito di questo Lynx su- 
perwonderful. Sul suo corpo 
ritengo di avervi detto tutto. 
Un corpo sfolgorante, multi- 
colore, che meglio di cosi 
era impossibile farlo. La sua 
mamma, la ormai sempre 
più incredibile Atari (ma for- 
se ancora più incredibile è 
l’Atari Italia che ci ha regala- 
to la gioia di avere il Lynx 
addirittura per primi in Euro- 
pa...), l'ha dotato di cinque 
titoli, cinque universini simu- 
lati che succhio più volte al 
giorno come caramelle: Cali- 
forma Games. Chips Challen- 
ge, Gates of Zendocon, Elec- 
trocop. Blue Lightning. 

Tolgo le carte alle cara- 
melle. 

California Games, uno stu- 
pendo software delia Epyx di 
CUI ebbi già ragione di parlar- 
vi quando usci la sua miglio- 
re versione, quella per il 
Commodore 64, è qui opera 
di van autori: il Footing è di 
Rete Wierzskinki, il Surfing 
di Larry Abel, Halfpipe di 
Stephen Jungels, BMX di Ja- 
mes Donald. E sono uno 


meglio dell'altro. Anche se io 
adoro il BMX con questo in- 
credibile girovago in biciclet- 
ta da cross che percorre cre- 
dibilissime e simulate mon- 
tagnole di terra battuta e sal- 
tella e impenna con facilità 
estrema premendo un tasto. 
Nello splendore grafico più 
impossibile se tenete in 
mente che sto guardando 
uno screen a cristalli liquidi. 
Le altre gare sono un bellis- 
simo skateboard simulator 
(Halfpipe) reso indimentica- 
bile dal fruscio dell’animazio- 
ne che fa diventare una 
zoomata sullo skateboarder 
la panoramica iniziale della 
pista di cemento: un tre- 
mendo Surfing facile da si- 
mulare e superplastico e feli- 
cemente animato; un meno 
sensazionale Footbag che é 
una specie di palleggio in 
movimento di cui non ho ca- 
pito granché il senso, ma 
comunque anche questo co- 
spicuamente animato e 
wonderfurl. 

Chips Challenge, il meno 
attraente dei software pre- 
sentati insieme al Lynx, è 
opera anche questo (come 
tutti gli altri cinque card rom) 
di gente Epyx. e stavolta nel- 
la persona di Chuck Som- 
merville e di Paul Vernon per 
la parte grafica. É un classico 
videogiochino di labirinto con 
una serie di prove sempre 
più impegnative da superare. 
Finisce che mi rimbambisco 
nel tentativo di arrivare al 
prossimo livello. 

Blue Lightning è invece un 
bellissimo clone di Afterbur- 
ner disegnato dall'arcinoto 
Stephen Landrum (adesso 
ho capito dove fosse finito) e 
reso graficamente per il 
Lynx dallo sconosciuto Ar- 
thur Koch partendo con un 
aviogetto lanciabile a tutta 
velocità e assolutamente 
manovrabile (a destra, a sini- 
stra. in alto e in basso) e 
dotato di un cospicuo arma- 
mento (mitragliere e diver- 
tentissimi razzetti traccianti 
che spaccano l'atmosfera). 
L'avventura multilevei si 
svolge nella giungla, con 
obiettivi in aria e a terra. 


Molto buono. Un'altra avven- 
tura spaziale è questo The 
Gates of Zendocon di M. Pe- 
ter Engeibrìte e ancora di 
provenienza Epyx. Questo 
mi sembra piuttosto somi- 
gliante a R'Type e in ogni 
caso è un convincente e di- 
vertente software spaziale 
dei più tipici: un mucchio di 
avversari da stroncare, un 
sacco di meteore e oggetti 
vari da scansare, un bel maz- 
zetto di colpi velocissimi da 
sparare. 

Un genere di game che 
non poteva mancare in que- 
sta collezione iniziale del me- 
raviglioso Lynx. Ultimo soft- 
ware attualmente disponibile 
per il mio amato Lynx è que- 
sto Electrocop di Greg Orni a 
cui ha collaborato ancora 
Chuck Sommervilte insieme 
ad altri autori americani del 
gruppo Epyx. In qualche mo- 
do e alla lontana ricorda il 
classicissimo della Epyx, Im- 
possible Mission. Almeno 
nel fatto che si svolge in un 
labirinto e che ha a che ve- 
dere con scienziati pazzi e 
robot. Per il resto si tratta di 
individuare e sgominare la 
minaccia che si nasconde al- 
l'interno di un centro scienti- 
fico di ricerca prima di esse- 
re ridotti «ad una misteriosa 
polvere blu» dai robot che si 
aggirano per la base. 

Adesso vi dico quello che 
mi auguro. Mi auguro che il 
Lynx abbia un grande suc- 
cesso (come quello che sta 
avendo in America) e che 
molte case possano svilup- 
pare rom card per questo 
gioiello. Di certo questa deila 
simulazione da passeggio 
(con le pile avete tre ore di 
autonomia) sarà uno degli 
sviluppi del Simulmondo. E il 
tutto al piccolissimo prezzo 
di lire trecentomila (trecento- 
quarantanovemila con Cali- 
fornia Games). Se non lo 
comprate non vi riconosco 
più. 

PS: ho messo solo una foto 
perché lo schermo a colori a 
cristalli liquidi è infotografabi- 
le. Ma. credetemi: è bellis- 
simo. 



Indianapolis 500 


Papyrus Design (USA) 1983 
Electronic Arts (USAI 
IBM PC e compatibili 
(scheda CGA. EGA. VGA: 
immagini EGA) 

CTO (manuale in italiano) 

Sono usciti molti software 
di guida in questi ultimi tem- 
pi e non tutti hanno centrato 
il bersaglio. La maggior parte 
dei problemi di questi soft- 
ware stava proprio nella diffi- 
coltà di guidare il che è un 
bel problema per un softwa- 
re in cui proprio di guidare in 
gran parte si tratta. Un grup- 
po di ragazzi americani, riuni- 
ti sotto questo inedito nome 
di Papyrus. ha praticamente 
quadrato il cerchio. Nasce 
così Indianapolis 500, stan- 
dard assoluto in questo mo- 
mento tra i simulatori di cor- 
sa con mezzo a quattro ruo- 
te e successore di Ferrari FI 
pubblicato sempre dail'Elec- 
tronic Arts nel 1988 e stan- 
dard precedente. 

Molti di voi, affezionati let- 
tori. conosceranno per aver- 
lo provato il simulatore di 
guida arcade della Namco 
Winning Run. Un mucchio di 
super poligoni (vettori solidi) 
lanciati ad altissima velocità 
da un processore disposto a 
tutto e dettagli fluidi e pro- 
fondi della pista e di tutti gli 
elementi grafici che la com- 
pongono e la percorrono 
(leggi monoposto FI). Direi 
che é proprio Winning Run il 
software ispiratore di questo 
(ndy 500 e non solo per la 
stessa interpretazione dei 
poligoni. Vi propongo adesso 
un passetto indietro. Monta- 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


159 


PLAYWORLD 



te i dischetti sul vostro hard 
disk di fiducia e se non ce 
l’avete inserite i floppy nei 
drive. La macchina dopo un 
po’ di caricamento vi richie- 
de di riconoscere e inserire 
dati su una delle molte auto- 
mobili che hanno corso e 
spesso vinto a Indianapolis, i 
quali sono compresi nelle fo- 
to delle ultime pagine del 
manuale. Facilissimo e mol- 
to difficile da aggirare e/o 
fotocopiare dai signori pirati 
che noi tutti conosciamo (an- 
che se ormai è una cosa, la 
pirateria che riguarda una mi- 
noranza di negozianti e priva- 
ti incalliti che non hanno an- 
cora capito che il 99% del 
software piratato s’inchioda 
sempre da qualche parte...). 
Fatto ciò cominciano le ope- 
razioni di corsa. Il software 
può essere descritto in tre 
fasi: la prima fase è quella 
dell'assetto della macchina: i 
menu sono sempre sullo 
screen e non c’è un bel nulla 
da caricare: tutto sempre in 
ram come dovrebbe essere 
in tutto il software e spesso 
non è. Nell’assetto del mez- 
zo ci sono tantissime possi- 
bilità utilizzabili: potete setta- 
re gli alettoni, modellare le 
gomme, razionalizzare tutte 
le parti dell'auto che vi servi- 
ranno in gara. Poi potete pro- 
vare la risposta delle novità 
introdotte in giri di prova in 
pista. Ci sono altre opzioni 
che potete trovare in un me- 
nu. sempre in ram, giusto 
dietro lo screen di gara: qui 
potete scegliere se correre 
la pratica, la qualifica o una 
delle diverse possibilità di 
gara: pochi giri senza dan- 
neggiamento de) mezzo in 
caso d'incidente, molti giri 
con danneggiamento del 
mezzo, oppure addirittura le 
vere cinquecento miglia in 
tempo reale la qual cosa 
v’impegnerà per molto tem- 
po anche a trecento circa 
chilometri per ora. Poi pote- 
te scegliere l’auto fra le tre 
disponibili: una Penske, una 
Lola, una Ford Cosworth. 
Tre macchine diverse con di- 
verse reazioni in gara. La 
Penske è la più impegnativa 
anche se è molto veloce. La 
Ford è la più equilibrata. For- 
se posso consigliarvi di co- 


minciare con la Ford. C'è 
un’altra opzione che è bene 
conoscere: la scelta del tipo 
di dettaglio del circuito. Se 
avete un PC 286 dovete as- 


solutamente scegliere il 
massimo dettaglio: così fa- 
cendo vedrete tribune, box, 
perfino i segnalatori di varie 
situazioni in gara. Se avete 


un PC più lento va benissi- 
mo anche il dettaglio meno 
preciso. In qualunque caso 
(a parte che se non avete un 
AT non potrete usufruire del- 


160 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 







PLAVWORtD 


l'istant replay di cui sto per 
parlarvi) vi godrete la stessa 
fluidità e velocità tremenda 
di corsa, su tutte le macchi- 
ne MS-DOS. 

Mettiamo di aver scelto di 
fare un po' di giri di qualifica 
e di essere riusciti a strappa- 
re una discreta posizione in 
partenza. Tornate al menu e 
infilate l'opzione di gara. Sta- 
volta si fa sul serio: partenza 
lanciata e subito i primi sor- 
passi da tentare. Sono mo- 
deratamente trar^quillo per- 
ché ho scelto di fare pochi 
giri e di non subire danni in 
caso di collisione. Anyway. 
provo ad infilarmi in mezzo 
ad alcuni fulmini che mi pre- 
cedono per succhiare la loro 
scia a poligoni solidi. La ma- 
novra riesce abbastanza be- 
ne e adesso sono intorno 
alla trentesima posizione. 
Non ho ancora detto che In- 
dianapolis è un circuito per- 
fettamente uguale ad uno 
zero con curve paraboliche e 
rettilinei lunghi e velocissimi. 
La regolarità del circuito, 
l'assenza di curve a destra, 
significa una certa sensazio- 
ne di monotonia per io spet- 
tatore e invece un continuo 
impegno per l'interattore, 
continuamente costretto a 
regolare la velocità in funzio- 
ne del susseguirsi delle cur- 
ve. Perché una piccolissima 
distrazione, a trecento chilo- 
metri e più all'ora, può esse- 
re fatale. Da qui i continui e 
spesso drammatici incidenti 
della storia di questa corsa. 
Esorcizzati ne! dramma, ma 
non nelle sensazioni da que- 
sta simulazione. Infatti forse 
é proprio il momento dell'in- 
cidente. la carambola che 
coinvolge quattro o cinque 
auto compresa la nostra, il 
momento più divertente e 
interessante di questo stra- 
biliante software. E potete 
riviverlo immediatamente e 
da cinque o sei diversi punti 
di vista (dalla TV. dal cielo, 
da dietro l'auto, da dentro 
l'auto...). Credo che adesso 
quelli della Papyrus e l'Elec- 
tronic Arts non debbano fare 
altro che pubblicare tanti 
nuovi prodotti quanti sono i 
più famosi gran premi (so- 
gno Montecarlo e i circuiti 
cittadini della FI resi in poli- 
goni solidi e con tutte le op- 
zioni di Indy 50011!) e magari 
collegare questi software tra 
di loro in un bel campionato 


a vettori solidi. Credo che sia 
anche necessario convertire 
al più presto questo stupen- 
do interattivo anche per Ami- 
ga, Atari ST e C64. Il succes- 
so sarà assolutamente inevi- 
tabile. 


SnoopY 

(Cool computer game) 

Jack Wilkes e Sean GhNiths 
IGBI 1990 
The Edge (GB) 

Amiga/ST (versione 
interagita Amigal 
CTO 

Un po' di tempo addietro 
avevo simulato su vostra 
commissione un altro carto- 
on software della The Edge, 
cioè Garfield. Direi meglio, il 
primo dei due Garfield. Ed 
ero stato sinceramente stra- 
biliato dalla grandezza e dal- 
l'efficacia della dimensione 
grafica dei personaggi e al- 
trettanto fermamente deluso 
della difficoltà e dal poco in- 
teresse nel continuare a gio- 
care. E devo dire che ciò 
l'avevo trovato non poco nel- 
lo stile della The Edge, anti- 
chissima casa inglese, una 
delle prime a produrre soft- 
ware già dal 1983. e il cui 
capo e mentore. Mr. Tim 


Langdell, avevo conosciuto a 
Londra fin dal mio primo giro 
da quelle parti nel lontano 
1984, Lo stile di questa ca- 
sa, che orgogliosamente 
continua a restare indipen- 
dente contrastando abba- 
stanza efficacemente lo stra- 
potere delle grosse case (e 
in questo l'unico paragone in 
Inghilterra è quello della 
Hewson dell'altro singolare 
personaggio Mr. Andrew 
Hewson...). lo stile della The 
Edge dicevo, è quello di ten- 
tare nuove strade non per- 
corse ancora, di lanciare per- 
sonaggi apparentemente in 
contrasto con la tendenza di 
mercato. E di metterci un 
po' di follia molto old En- 
gland che rispecchia perfet- 
tamente il carattere di Mr. 
Langdell. Ma tutto ciò (mi 
viene in mente in questo pa- 
norama anche la terza figura 
originalissima della software 
production inglese e cioè 
AnihiI Gupta della Anco di 
cui vi ho parlato altre vol- 
te..,), mentre spesso vuoi di- 
re «inutile agitarsi contro i 
mulini a vento», a volte può 
significare grossi colpi a sor- 
presa. Questo Snoopy di ini- 
zio 1990 è uno di questi 
strike. 

Immaginate un cartone 
animato perfettamente tridi- 


mensionale di quelli che han- 
no per protagonisti la banda 
dei Peanuts. Mettete che di 
questo software cartoon sia 
protagonista, come ormai 
spessissimo accade anche 
nelle strisce, il bracchetto 
italiano più famoso del mon- 
do, quello che ha una serie 
di alter ego, tra cui pilota di 
caccia della seconda guerra 
mondiale, grande scrittore di 
sfortunati esiti editoriali, stu- 
dente un po' svogliato che 
trascorre gran parte del suo 
tempo a lumare le pupe. Fa- 
te che il software si dispie- 
ghi non come un arcade tra- 
dizionale in cui c'è qualcosa 
a cui sparare o un labirinto 
da esplorare o qualcuno de- 
gli altri terribili stereotipi del 
temutissimo «videogioco», 
ma piuttosto come un simu- 
latore di vita di questi perso- 
naggi, nel loro ambiente, in 
cui lo scopo sia rintracciare 
la coperta del povero Linus e 
per fare ciò sia necessario 
(avere 45 minuti di tempo 
reale a disposizione...) far la- 
vorare il cervello al massimo 
delle vostre possibilità e an- 
che cosi non sarà niente fa- 
cile. Ecco, sbattete tutte 



MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1 990 


161 



PLAYWQRLD 


queste cose in un frullatore: 
personaggi enormi e veloci, 
animazioni colorate e diver- 
tenti. gioco durevole e non 
noioso, paesaggio fantastico 
e quasi toccabile: sbattetele 
in un frullatore digitale a se- 
dici bit e avrete un prodotto 
intelligente, divertente e 
nuovo che vi consiglio di pro- 
vare. 

Intanto vi dico fin dove sono 
arrivato. Parto dallo screen 
numero uno dove c'è la cuc- 
cia di Snoopy. Per terra ho 
visto la ciotola del bracco e 
l’ho raccolta. Poi ho conti- 
nuato fin dentro la casa di 
Charlie Brown. Ho dato la. 


ciotola a Charlie che c'ha in- 
filato il cibo per Snoopy. Poi 
ho raccolto un vaso di cara- 
melle e sono andato fuori. 
Qui ho incontrato la cassetta 
delle lettere, ma non sono 
riuscito a farci granché. A 
questo punto mi sono infila- 
to nel viottolo (da qui indie- 
tro non si torna o almeno 
cosi credo.. .1 e ho trovato un 
orologio per terra che indica 
il tempo che è passato fino a 
quel momento. A sinistra c'è 
Piperita Patty con Wood- 
stock nel suo nido. Più avan- 
ti da questa parte non si va. 
A destra continua il marcia- 
piede e s’incontra un taccui- 
no che indica il mio score 
fino a quel momento: 30 
punti. Sempre a destra si 
continua fino alla fine del 


marciapiede e qui comincia il 
prato che porta verso uno 
stagno. A terra c'è una mo- 
neta d'oro che ho raccolto, 
ma non è successo molto. 
Sempre a destra c’é lo sta- 
gno con una rana che se 
aspettate un pochino viene 
fuori. Tornando indietro e la- 
sciando questo screen per 
poi tornarci dopo poco si ve- 
de che nello stagno adesso 
c'é una botte che un po' 
affiora e un po' scompare. 
Sono riuscito a saltarci sopra 
e a rimbalzare nello screen 
seguente- Ma da qui non so- 
no andato più avanti perché 
finisco inesorabilmente in 
acqua. Ho provato ad usare 
la ciotola di Snoopy come 
oggetto galleggiante, ma 
non funziona per niente. Co- 


sì sono tornato indietro e ho 
visto che si era aperta un'al- 
tra strada che passava dal 
campo da baseball e arrivava 
fino ad una radura dove c'era 
la rana di poco prima e una 
nuvoletta con pioggia. Nes- 
suna chance di passare oltre 
perché a provarci un lampet- 
to dispettosissimo ributta in- 
dietro. A questo punto i qua- 
rantacinque minuti sono finiti 
e io sono nmasto con un 
palmo di naso simulato. Cosi 
lancio un SOS interattivo alla 
moltitudine dei misi lettori 
per continuare insieme que- 
sta avventura e per giungere 
all’agognato ritrovamento 
della coperta di bnus nelle 
due versioni in cui ciò è pos- 
sibile in questo bellissimo 
software. 



Questo mese un numero un po' più succinto del 
consueto Panorama informativo sulle uscire software 
recenti per i quattro standard più in voga nel nostro 
paese e ciò per lasciare il meritato spazio ad un duetto 
di straordinari prodotti MSX. Specie uno, ma ne 
parliamo fra pochissimo. Adesso via alle novità 


Amiga, C64, Atari ST, 
PC IBM e co. 


Dalla francese Infogrames 
questo Full Metal Planate 
che parafrasa, ma solo nel 
titolo, il bellissimo film di 
Stanley Kubrick Full Metal 
Jacket, e che è una versio- 
ne, riuscita, e interattiva di 
un famoso (in Francia) 
boardgame che ha lo stesso 
nome. Lo scopo del gioco 
può essere riassunto in due 
0 tre parole: in veste di un Fuii Metai Pianeie 
pilota della Cobra Steel Mis- 
sion dobbiamo far atterrare 
la nostra astronave, raccat- 
tare più materiale possibile, 
distruggere o catturare at- 
trezzature importanti delle 
altre compagnie e poi ride- 
collare prima che sia troppo 
tardi. Apparentemente sem- 
plice, Full Metal Pianeta è in 
realtà ricco di un sacco di 
implicazioni diplomatiche, 
belliche e strategiche che 
probabilmente appassione- 
ranno agli esperti di questi 
spacegame di trading e figh- Cosmo Ranger 





Oliver Si Company 




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MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 







PLAYWORLD 




ting. Skids è sicuramente il 
più completo e riuscito ga- 
me. insieme a California Ga- 
mes, di quel filone di soft- 
ware che prova a raccoglie- 
re una sene di event che 
presumo interessanti e di ri- 
chiamo. in uno stesso pro- 
dotto. Qui mi è piaciuta più 
di tutte la sessione in skate- 
board che ci conduce sul 
noto mezzo a quattro ruote 
dalTequilibrio sufficiente- 
mente precario e ci fa fre- 
quentare una strada di città 
(si vede perfino un garage 
con una stupenda Alfa Ro- 
meo...) dotata di tutti gli in- 
gredienti necessari, compre- 
se le stanche vecchiette 
che attraversano la strada 
munite di rassicurante ba- 
stone. 

Sempre di strade si tratta 
anche nel caso di Wild Stre- 
ets della Titus. ma di strade 
malissimo frequentate e sin- 
ceramente un po’ troppo ri- 
schiose. Un giovinetto coit 
una pantera nera, passeggia 
abbastanza disinvolto In 
questa città per nulla rassi- 
curante e ha la ventura (o 
sventura) di incontrare un 
notevole gruppo di energu- 
meni che hanno tutta la 
buona volontà di sderenarlo 
di botte. Contenuto del gio- 


pochina. Ma poi le cose pre- 
cipitano: l'astronauta comin- 
cia a circolare febbrilmente 
per le stanze, incontra i soli- 
ti cattivi, cerca le solite parti 
di un puzzle. E io resetto 
senza pietà. Perché non ne 
posso più di cercare puzzle, 
di abbattere cattivi. E se ho 
voglia di fare ciò mi carico 
senza tema di smentite Im- 
possible Mission. Spero che 
siate d'accordo con me Co- 
loris è la versione cromatica 
e senza difficoltà geometri- 
che dell'ormai mitico Tetris 
che in tutto il mondo non è 
piaciuto per niente solo a 
me (anzi, cerco qualcun al- 
tro a cui non è piaciuto per 
formare un club in tal sen- 
so...). Qui si tratta di mette- 
re assieme in maniera pre- 
stabilita i colori delle tesseri- 
ne che vengono giù dall'alto 
del rettangolo. Per il resto il 
software è assolutamente 
simile a Tetris e cerca di 
sfruttarne e dovere la fortu- 
natissima scia commerciale. 

La Cocktel Vision, una 
delie case francesi più attive 
m questo momento e che 
sta cercando di convincere 
gli europei che il suo soft- 
ware non é sempre come 
Emmanuelle o Asterix 2, 


co nullo. Originalità: direi la 
pantera nera (di gran moda 
ai nostri giorni), che si com- 
porta in maniera autonoma 
rispetto al protagonista. Do- 
manda legittima: quanta 
gente si dovrà ancora pesta- 
re, sia pure per via simulata, 
prima di smetterla con que- 
sto genere di software? Pe- 
stare si. ma solo dopo lunga 
provocazione interattiva. Ve- 
dere Windwalker della Ori- 
gin di cui vi parlerò if mese 
prossimo per credere. 

Un discorso molto simile, 
che ha a che fare con l'origi- 
nalità dei tema simulato, ma 
forse ancora di più a che 
fare con fa cura (non certo 
solo grafica) con cui il tema 
viene strutturato, un discor- 


so dei genere voglio fare 
per questo Cosmo Ranger, 
Il software parte con un'ani- 
mazione molto buona del- 
l’arrivo di questo astronauta, 
investigativo in una base in 
cui qualcosa è successo. E 
fin qui dì originalità proprio 


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PLAYWORLD 


Stavolta ci prova con Oliver 
e CO-, versione irìterattiva 
del cartoon di Natale della 
Walt Disney, Quello che 
manca a questo genere di 
prodotti, a parte forse il pub- 
blico almeno a sedici bit. é 
la cura della parte tecnica: 
l’estetica, quasi sempre 
molto buona, si perde per 


mancanza di programmatori 
all'altezza del compito. Pec- 
cato perché poteva essere 
lo Snoopy francese. Dalla 
Psygnosis, che ormai odio 
per non aver ancora fatto 
uscire il super atteso Aqua- 
ventura che ormai quasi non 
spero più di simulare sul se- 
no. ecco arrivare Infestation 


il primo vettoriale solido in 
circolazione che non simula 
un mezzo di trasporto (car- 
rarmato, astronave, automo- 
bile, etc. etc.). ma opta per 
farci interagire con una tuta 
da astronauta. Noi vediamo 
le cose da dentro il casco e 
credo che la casa di Liverpo- 
ol SI sia ispirata non poco al 


film Terminator per realizza- 
re questo cybergame di cui 
però ho visto per ora solo 
un demo che è davvero 
troppo poco per andare ol- 
tre. Ne riparlerò- 
Vorrei fare ammenda per 
aver un po' trascurato (ne 
parlai prima che uscisse e 
poi più...) questo bellissimo 


speci0L^ 

Questo numero di Playworid 
si chiude con questi due 
bellissimi software originali 
giapponesi, giunti fino qui 
grazie alla pazienza e alla 
passione del Freesoft Club 
del Or. Fina, di Giulio e degli 
altri stupendi msxiani. 

Aspetto altre loro news 
prestissimo e non mancherò 
di occuparmene 

Vorrei parlarvi rapidamen- 
te di questo Last Armaged- 
don per lasciare il massimo 
spazio alla stupenda avven- 
tura simulerotica Cosmos 
Club. 

Last Armageddon é un 
software davvero importan- 
te della Grey Brain (non solo 
perché dimensionalmente 
massiccio: cinque dischi...), 
anche perché potete capire 
un bel po' della mentalità 
giapponese interagendolo. 

Un gruppetto di personaggi 
mitologici del sol levante si 
ritrovano lungo un tavolo in- 
sieme a due fanciulle che 
non ho capito cosa simbo- 


In guosle due pagine un'ampia car- 
lellala eh immagini di Last Arma- 
geddon 


MSX2 







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PLAYWOflLD 


X-OUT della Rainbow Arts. 
la quale Rainbow Arts ha in- 
filato due game molto carini 
uno dietro l'altro (il primo 
era Rock'n'Roll...) e deve 
autovantarsi di aver, prima 
nel mondo, realizzato l'ac- 
qua simulata più credibile 
che ci sia in giro. E questo 
proprio in X-OUT che per il 


resto ha solo la sfortuna di 
essere uscito due mesi do- 
po Xenon 2. Sennò sarebbe 
stato un masterpiece. 

Chiudo invece, per ragioni 
sentimentali, con II nuovo 
game di Roger Damon, miti- 
cissimo autore del mio favo- 
rito simulator Gone Fish’n 
(anche noto come Reel 


Fish'n); Roger Damon che 
incito a realizzare al più pre- 
sto possibile un seguito del 
suo stupendo fishing simu- 
lator. 

Il game con il quale si ri- 
presenta. pubblicato ancora 
dalla Interstel, è un softwa- 
re di guerra che ricalca pa- 
recchio la bellissima inter- 


faccia di Gone Fish'n e che 
sviluppa un tema che non 
mi piace più da tempo (la 
guerra) e che ha già alcuni 
classici come Airborne Ran- 
ger della Microprose. Consi- 
gliato comunque, data la se- 
rietà e bravura dell'autore, 
agli appassionati del genere 
vietnamita. 



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SPECIdL^ MSX2 


leggino, per decidere che 
piega prenderà il mondo. 
Tutto quello che so e che 
sto per raccontarvi deriva 
dalla lunga visione di un in- 
tero disco demo, il primo, e 
non posso andare oltre per- 
ché il disco numero due non 
vuole saperne di caricarsi. 
Non so del resto se carican- 
dolo avrei potuto andare 


troppo avanti, essendo Ar- 
mageddon un adventure a 
scelte, tipo King of Chicago 
ed essendo le scelte di cui 
sopra, in giapponese stretto. 
Anyway finisco di raccontar- 
vi il demo. All'inizio ci sono 
uno scheletro e un perso- 
naggio dalla testa di toro 
che si incontrano. Il toro e 
le scheletro si fissano e la 
testa dello scheletro esplo- 
de. Dopo poco compare un 
altro orrore con la testa piena 
di protuberanze tipo polipo. 



Cosmos Oub 






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SFBCI0LE MSX2 


ma molto più ributtanti (una 
specie di Alien come potete 
constatare anche voi...) e co- 
stui spara con un fuciie a 
pompa cibernetica al toro, il 
quale toro scoppia in mille 
pezzi in uno screen piutto- 
sto violento. Compare un 
occhio nella bocca dello 
scheletro. Un uomo uccello 
viene a prendersi l'occhio e 
lo porta via. Poi ci sono sce- 
ne all'intemo di una caverna 
con il tavolo e le libagioni di 
cui vi parlavo poche righe 


più su. E adesso se il Dr. 
Fina non mi manda subito i 
quattro dischi che non cari- 
cano e magari qualche spie- 
gazione su come andare a- 
vanti neH’awentura, non so 
davvero cosa fare. 

Ed ecco Cosmos Club, 
deila Jast, di certo il più 
emozionante e suggestivo 
software erotico della storia 




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SPECI0LB MSX2 


(breve ed entusiasmante) di 
questo mezzo di comunica- 
zione. 

Siamo ospiti di una scuola 
che é frequentata da ragaz- 
ze. da un ragazzo, e da una 
avvenente maestra. Tutti i 
volti sono occidentali e sono 
realizzati con quel segno e 
quell’impatto grafico che ha 
reso famosi e a volte fami- 
gerati i cartoon nipponici. La 


storia comincia al piano ter- 
ra e prosegue con il sistema 
delle scelte: ogni scelta 
apre menu che ne conten- 
gono altri e così via flow- 
charteggiando. Scopo presu- 
mibile della simulazione, co- 
noscere eroticamente le 
fanciulline per poi giungere 
con successo nel sancta 
sanctorum della prof. Al pia- 
no terra c'é un giardino, la 
cucina, alcune stanze da let- 
to (4) il corridoio e la scala 
che porta al piano di sopra. 
Esplorare a dovere il piano 


terra è il viatico per andare 
al piano di sopra. Ma nelle 
quattro stanze, prima però 
dobbiamo andare a mangia- 
re in cucina, ci sono tre dol- 
ci fanciulline in atteggiamen- 
ti innocenti (quasi tutte) e 
insieme provocanti. Nella 
stanza numero tre c'è il ra- 
gazzo che non è di nessuna 
utilità. Si rivela fondamenta- 
le il quadro nella stanza nu- 
mero cinque, ma nonostan- 
te sia riuscito a trovare il 
mistero di quella stanza e a 
risolverlo, non sono stato a 


tutt’oggi ammesso al piano 
di sopra. Spero bene fra po- 
co, dopo che avrò telefona- 
to agli amici del Freesoft 
che mi sapranno certo aiuta- 
re con il loro dominio del 
giapponese, incredibilmente 
raggiunto per amore del- 
l'MSX. 

Resta anche la spasmodi- 
ca attesa, dopo la bellezza 
di queste immagini erotiche 
dei Giappone 1990, del se- 
guito di Cosmos Club, Vir- 
gins Crisis. Non vedo lette- 
ralmente l'ora. ^ 




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‘ siriituiifcrico manager stralegico 

• velocÌ!t$imo arcadc/aclion 

• (ulti i lornei del grand prix 

• sponsor e allcnamenii 

• ludi i terreni del circuito mondiale 

• 8 racchette differenti e differerilì 
accordature 

• fino a 5 giocatori contemporaneamente 

• da una a cinque stagioni nel circuito g.p. 


Sei sul campo in mezzo ai big del tennis 
mondiale. SIMIJI. MONDO li ha preparalo 
un posto nella classifica dei top 10(1 e ora 
tocca a le il difficile compilo di risalire fino 
ai numero I. 

Preparati ad un altro fantastico simulatore 
che contiene (ulta la tensione del vero tennis. 









MEGAGAME 64 


di Marco 


Scuola di videosame 

«C-64 vs Amiga» 


In questa puntata dovevamo 
concludere il lungo cammino 
del megagame con la 
presentazione del gioco 
definitivo, abbinata a una 
sorta di manuale di istruzioni. 
Sfortunatamente ci sono stati 
alcuni ritardi e quindi per 
questo mese dobbiamo 
accontentarci della scuola di 
videogame, che ospita una 
specie di confronto tra le 
possibilità del nostro piccolo e 
quelle della sorella Amiga; il 
tutto con la manifesta 
intenzione di cominciare a 
trattare anche quest'ultima 
come oggetto di studi per la 
nostra scuola. Inoltre vi 
presenterò un piccolo editor 
di videogiochi per Amiga 


È disponibile, presso la redazione, il disco 
con il programma presentato in questa 
rubrica. Le istruzioni per l'acquisto e 
l'elenco degli altri programmi disponibili 
sono a pag. 263. 


CominciafTio con una descrizione 
sommaria, specifica per i nostri interes- 
si. delle caratteristiche di Amiga; pro- 
cessore a 16 bit con clock a 7 MHz, 
RAM da 512 kbyte (di base), risoluzione 
video ottimale per videogiochi di 
320x200 pixel in 16 o 32 colori (ne ha 
anche molte altre che però... non d 
interessano), chip sonoro a 4 voci a 
campionamento ad 8 bit con suddivisio- 
ne dei canali stereofonica, chip BLIT- 
TER per spostamenti veloci di zone 
RAM (soprattutto grafica), chip COR- 
RER per la gestione del display video 
con elevata precisione di intervento sul 
pennello elettronico, 8 sprite hardware 
con 4 colori ciascuno (oppure 4 con 16 
colori) con risoluzione di 16 X illimitati 
pixel, disk drive incorporato veloce 
(tranne che con le directory...) da 880 
kbyte e due porte joystick. Caratteristi- 
che cosi allettanti non potevano lasciare 
inerte la massa di programmatori di 
videogame, che infatti in questi ultimi 
anni ha tirato fuori da questo computer 
giochi di qualità sempre più elevata (an- 
che se ogni tanto sembra di tornare ai 
... vecchi tempi, quando tutto si muove- 
va con «terribili scatti»). 

Ed ora uno sguardo al C-64; proces- 
sore ad 8 bit con clock di 1 MHz, RAM 
da 64 kbyte, risoluzione video ottimale 
per videogiochi di 160x200 pixel con 4 
colori, chip sonoro a 3 voci monofonico 
ma molto versatile, interruzioni hardwa- 
re abbinate al pennello elettronico per 
una discreta gestione de! display. 8 apri- 
te hardware con 4 colori e risoluzione di 
12x21 pixel, disk drive (esterno) non 
molto veloce da 170 kbyte, due porte 
joystick. 

Nonostante la netta superiorità di 
Amiga su C-64 quest'ultimo non si è 
ancora deciso a cedergli definitivamen- 
te il passo. La spiegazione di ciò é 
ovviamente nel fatto che il C-64 esiste 
da tantissimo tempo ed ha avuto una 
diffusione incredibile. Inoltre lo si è stu- 
diato talmente a fondo da raggirare gran 
parte di quelle che inizialmente erano 
limitazioni, ma questa é un po' una 
conseguenza della prima motivazione. Il 
C-64 è quindi diventato una specie di 
standard per i videogiochi ed è quindi 


ancora oggetto di interesse di molte 
software house. L'Amiga esiste già da 
un bel po’ di tempo ormai ed è una 
fortuna che non abbia fatto la fine di 
alcuni suoi colleghi, aventi caratteristi- 
che hardware alla pari se non supenon 
(senza fare nomi). Ne è passato di tem- 
po da quando sono stati presentati i 
primi giochini stile C-64, che a me per- 
sonalmente mi mandavano in bestia; 
tutta quella potenza sprecata e nessuno 
se ne rendeva conto, o meglio nessuno 
voleva. Per vostra fortuna non voglio 
tirare di nuovo in ballo la stona di Ami- 
ga. che ormai risulterebbe decisamente 
obsoleta. 

Un editor di videogame 

Con la scusa del confronto vi presen- 
terò una sorta di editor di videogiochi 
per Amiga, realizzato dal sottoscritto 
per produrre un giochino molto diver- 
tente (secondo il mio parere), che può 
essere utilizzato per la «costruzione» di 
qualunque spara e fuggi terrestre (tipo 
G'n'G... tanto per cambiare) a scorri- 
mento orizzontale. 

L'idea di partenza è quindi un giochi- 
no avente protagonista un personaggio 
umano (o simili...) che deve a tutti i 
costi avanzare lungo un territorio pieno 
zeppo di mostri e pericoli di ogni tipo, 
tanto intenzionati a ridurlo senza un 
briciolo di energia. Un limite di tempo 
costringe il nostro eroe a non soffer- 
marsi troppo ad osservare il panorama. 
Tanti tanti punti se si ammazzano i 
cattivoni. 

La struttura base di un gioco-pro- 
gramma del genere è la stessa qualun- 
que sia il computer sul quale viene 
realizzato; le differenze si riscontrano 
nel lato estetico e nel modo di gestire le 
nsorse hardware della macchina. Per C- 
64 esiste una serie incredibile di vi- 
deogiochi di questo tipo, e a suo tempo 
anch'io ne realizzai uno. che però non 
ho mai completato. Per Amiga la situa- 
zione si sta facendo molto simile. Il 
punto di partenza comune è la grafica, 
visto che il gioco è già bello e struttura- 
to, stabilito che la qualità artistica di 
questa dipende in buona parte dali'abili- 


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MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


MgGAGAME 64 


tà dei disegnatori, ci occuperemo della 
filosofia di gestione dal punto di vista 
software. Il C-64. come abbiamo più 
volte ripetuto, possiede un sistema di 
scrolting parte hardware e parte softwa- 
re e non ci soffermeremo a discuterne. 
L'Amiga ne possiede uno totalmente 
hardware, ma che necessita per forza di 
cose di una parte software. Tra l'altro, 
inizialmente nessuno si è mai preoccu- 
pato di utilizzare questa risorsa a fondo 
e infatti si vedeva. Il sistema utilizzato 
nei nostro pseudo-editor di videogiochi 
è in buona parte software per mia scel- 
ta (si poteva comunque fare di meglio). 

Esso si basa su un concetto abbastanza 
semplice, quello del fondale composto 
da «mattonelle» ovvero da una combi- 
nazione opportuna di rettangolini dise- 
gnati in modo da essere «componibili». 

Ciò per economizzare la RAM a disposi- 
zione, anche perché se è vero che 
l'Amiga ha 51 2k è anche vero che la 
grafica bitmap se la succhia come se 
niente fosse. A proposito l'Amiga lavora 
sempre come il rispettivo modo Hires 
del Ct64; se su quest'ultimo, detto mo- 
do occupa lOk, suH'Amiga, in 16 colori, 
ne usa 32k e quando occorre gestire 10 
schermi del genere... 

Il fondale del nostro gioco è quindi 
composto da tante mattonelle una ac- 
canto all'altra che «scrollano» grazie al 
blitter. che ad ogni passata sposta di 
due pixel a sinistra (se lo scrolling è 
nchiesto) tutto lo schermo e quando i 2 ▼ 


pixel diventano 16 (ampiezza di una 
mattonella) aggiunge 8 mattonelle in 
verticale a destra dello schermo (che 
sono ampie 24 pixel l'una per un totale 
di 196 pixel... restano 8 pixel verticali 
per scritte varie). In realtà il sistema di 
scrolting é un tantino più complicato ed 
ora gli daremo uno sguardo più appro- 
fondito. Per evitare sfarfallamenti del- 
l'immagine il gioco utilizza due pagine di 
320x200 pixel 16 colori l'una, che ven- 
gono scambiate visivamente ogni volta 
che quella nascosta è stata ridisegnata 
completamente. Esistono inoltre altre 
due pagine che vengono ridisegnate più 
lentamente e che effettuano un lavoro 
invisibile, ma estremamente utile. L'a- 
rea di gioco effettivamente riempita dal 


fondale è di 304x192 pixel. Il blitter 
preleva un'area di 304x192 pixel da 
una delle due pagine sempre nascoste. 
Quest'ultima pagina è completamente 
piena per un'area di 320x192 pixel. 
L'altra pagina sempre nascosta viene 
disegnata, sempre dal blitter. in 8 pas- 
sate; il blitter quindi prende di volta in 
volta un pezzo dalla pagina sempre na- 
scosta completamente disegnata e lo 
stampa nell'altra pagina, ma spostato di 
16 pixel a sinistra e in più aggiunge per 
ognuna delle 8 passate una mattonella 
a destra (in colonna). Il risultato di ciò è 
che al termine delle 8 passate la pagina 
che stiamo riempiendo con questo si- 
stema è completamente riempita per 
un'area di 320x192 pixel e contiene un 



o«>Q|fr - . 


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MEGAGAME 64 



disegno slmile a quello delta pagina di 
partenza, ma spostato di 16 pixel e i 16 
pixel che si sono eliminati a sinistra 
sono stati sostituiti a destra con una 
serie di 8 mattonelle. 

E ancora non è finita. Nel frattempo il 
blitter deve, ad ognuna di queste passa- 
te, stampare un'area di 304x192 pixel 
sulla pagina invisibile che diventerà su- 
bito dopo visibile, di volta in volta prele- 
vando due pixel più a destra questa 
fetta di grafica, dalla pagina mai visìbile 
e completa. Potrà sembrare il sistema 
più complicato possibile, ma il suo sco- 
po è quello di distribuire gli sforzi del 
blitter nel modo più uniforme possibile 
tra le 8 passate che compongono il 
ciclo. Oltre a questo ingrato compito il 
blitter è sottoposto anche alla stampa 
dei fotogrammi del giocatore e di quelli 
dei nemici. 

Veniamo a come vengono realizzati il 
giocatore e i nemici. Sul C-64 avremmo 
nsolto il problema dedicando uno o più 
sprite al giocatore e i restanti ai nemici, 
magari effettuando delle «moltiplicazio- 
ni». In ambiente Amiga possiamo utiliz- 
zare sprite, ma non è l'unica alternativa: 
è possibile utilizzare il blitter per stam- 
pare porzioni di grafica con una modalità 
particolare che permette di rendere im- 
mune da stampa zone particolari, che 
ad esempio vogliamo trasparenti; quindi 
in un disegno contenuto in un'area di 
32x40 pixel, che rappresenta ad esem- 
pio una sfera, bisogna stabilire quali 
sono 1 pixel che non contengono il dise- 
gno e che quindi devono lasciare inalte- 
rato il fondale, al fine di evitare i tanto 
antiestetici «contorni neri». L'utilizzo del 
blitter non è dei più semplici, ma una 
volta realizzata una routine, anche com- 
plicata come in questo caso, basterà 
chiamarla ed il gioco è fatto. Ho utilizza- 
to il blitter in quanto gli sprite sono 
troppo piccoli e hanno pochi colori. 
Qualcuno tra voi si sarà accorto che non 
ho detto come si fa a ripristinare il 


fondale una volta che uno «blit-sprite» è 
stato stampato... non occorre ripristinar- 
lo in quanto con la tecnica di scrolling 
che vi ho descritto sopra, il fondale 
viene di volta in volta ridisegnato da 
capo, cancellando eventuali «blit-sprite» 
indesiderati. 

Il numero complessivo di personaggi 
che possono essere contemporanea- 
mente sullo schermo (nel nostro caso) 
è 3. più uno blit-sprite per il «proiettile» 
lanciato dal giocatore. Visto che uno dei 
tre personaggi è il giocatore, gli altri due 
sono i cattivoni. 

Le routine di movimento del giocato- 
re e dei nemici sono uguali sia nel caso 
del C-64 che in quello dell'Amiga. Anco- 
ra diverse sono invece le routine sono- 
re. ma solo per il modo di gestire 
l'audio. 

Visto che l'Amiga funziona più o me- 
no come un registratore a 4 piste baste- 
rebbe campionare una musichetta e 
qualche effetto sonoro per risolvere il 
problema... in modo discreto. Ed é pro- 
prio cosi che ho fatto nel mio caso, 
ovvero ho messo una musichetta cam- 
pionata in loop come sottofondo musi- 
cale (il sistema, lo riconosco, è fra i più 
pigri possibili) e ho usato due effetti 
campionati per il giocatore (quando spa- 
ra e quando viene colpito). Con il C-64 
dovevamo realizzare una routine di ge- 
stione del chip SID o utilizzare una già 
preconfezionata (ad esempio l'editor 
musicale del sottoscritto). Il gioco è 
sostanzialmente tutto qui; 5 livelli diver- 
si nella grafica e nei nemici una scher- 
mata grafica gradevole come premio 
Finale e buon divertimento al giocatore. 

Una mano al programmatore 

Ed ora è il momento di dare istruzioni 
a coloro che vorranno cimentarsi nella 
realizzazione del videogioco personaliz- 
zato con l'ausilio del mio pseudo-editor. 
Innanzi tutto si chiama «pseudo-editor» 


in quanto è costituito sostanzialmente 
da una serie di utility e non da un vero e 
proprio programma stile S.E.U.C.K. 
Quello che l'utente «pseudo-program- 
matore» dovrà realizzare è il seguente 
materiale: 

— 5 schermate contenenti le matto- 
nelle; 

— 1 schermata con i movimenti del 
giocatore: 

— 10 schermate con quelli dei nemici; 

— 5 blocchi dati per la distribuzione 
delle mattonelle: 

— 5 blocchi dati per gli schemi di attac- 
co dei nemici: 

— una musica campionata; 

— due effetti sonori; 

— una schermata finale. 

Ognuno di questi prodotti deve esse- 
re realizzato in un certo modo e con un 
determinato programma. Un solo avver- 
timento: l'impresa richiede un po' di 
abilità e quindi non è proprio alla portata 
di tutti, ma seguite attentamente le mie 
istruzioni e giudicate da soli se la cosa 
fa per voi. Magari se il vostro elaborato 
lo ritenete di qualità, potete inviarmelo 
in redazione: chissà che non... venga 
ncompensato, 

Tutta la grafica va disegnata con il 
Deluxe Paint e dovrà rispettare le di- 
mensioni che vi dirò tra un po'. Ogni 
schermata dovrà subire un trattamento 
particolare con apposite utility, ovvia- 
mente incluse nel pacchetto. Le cinque 
schermate relative alle mattonelle devo- 
no essere del tipo di quella in foto 8. 
ovvero ogni singola mattonella va inseri- 
ta in una casella di 16x24 pixel, facen- 
do attenzione a non creare «disallinea- 
menti». Ogni schermata è valida per un 
solo livello. Potete, volendo, cambiare 
anche le scritte che vedete sotto (sco- 
re. time, energy). Non variate troppo lo 
schermo colore delle schermate demo 
(pena problemi con le scritte). Realizza- 
ta la prima schermata con le mattonelle, 
salvatela e «convertitela» con il pro- 


172 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 





MEGAGAME 64 




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gramma «Convertitoreu che trovate sul 
dischetto. Salvatela con il nome 
«Olpic». Le successive schermate dei... 
successivi livelli devono essere chiama- 
te «llpic», «21pic». «31pic». e 
«41pic». La «51pic» è lo screen finale. 

Ed ora un elenco dei nomi da dare ai 
file: 

musica: file della musica campionata 
suonoaio; file del suono giocatore ferito 
suonotie: file del suono giocatore che spara 
02pic: schermala con movimenti del gioca- 
tore (vedi foto 4) 

01mas: schermata con ombre del giocatore 
(foto 5). 

File che variano con il livello: 

Olpic: schermata con mattonella (primo li- 
vello) . 

03pie: scr. sprite dei nemici) (primo livello) 
04pie: scr. sprite dei nemici2 (primo livello) 
02mas: scr. ombre dei nemici) (pnmo li- 

03mas; scr. ombre dei nemici2 (primo li- 
vello) 

Odala: dati delle mattonelle 
Ortem: dati dei nemici 

per i successivi livelli basta sostituire la 
prima cifra del nome con i numeri 1, 2, 
3 e 4; 

Sipic: schermata finale. 

Tutte le schermate sono in 16 colori. 
La schermata con i movimenti del gio- 
catore (che è rappresentato da un'area 
grafica di 32x40 pixel) deve contenere i 
movimenti come in foto 4. ovviamente 
cambiando a piacere il disegno. Anche 
delta schermata va convertita con il 
programma «Convertitoren. L'ultimo fo- 
togramma è il proiettile che spara il 
giocatore (a gittata limitata). Per rea- 
lizzare lo screen con le ombre (foto 5) 
occorre catturare (siamo in ambiente 


DPaint) con un brush tutti i fotogrammi 
e renderli del colore grigio scuro (l'ulti- 
mo) con l'opzione «Color» quindi stam- 
parli nella stessa posizione e salvare lo 
screen, per poi convertirlo con il pro- 
gramma «maschera» e salvarlo con il 
nome «Olmas». Anche gli screen dei 
nemici vanno realizzati con la stessa 
modalità e con le ombre, solo che i 
fotogrammi di animazione sono solo 2 
(più che sufficienti nel nostro caso); uno 
è quello della schermata di foto 6 e 
l'altro quello della schermata di foto 7 
(si alternano all'infinito con una certa 
frequenza). Le loro dimensioni sono le 
stesse del giocatore. 

Per realizzare le mappe (Odala e Onem) 
occorre il programma «Edtabelle». Prima 
di addentrarci nella spiegazione del suo 
funzionamento voglio dirvi quali sono gli 
algoritmi di movimento dei nemici. Essi 
non sparano mai, ma possono: 

— cadere dall'alto e scoppiare; 

— cadere dall'alto e rimbalzare; 

— camminare a destra (evitando osta- 
coli); 

— camminare a sinistra (evitando osta- 
coli); 

— restare fermi. 

Solo uno a scelta di questi algoritmi 
può essere attribuito a ciascun nemico. 

I nemici entrano in azione in funzione 
della posizione dello scrolting ed è in 
base ad essa che verranno program- 
mati. 

Quando un nemico viene colpito dal 
proiettile del giocatore esso esplode 
con il fotogramma a forma di stella delle 
foto 6 e 7. 

Il giocatore muore quando finisce l'e- 
nergia 0 il tempo. 

E veniamo all'editor di tabelle «Edta- 
belle». Innanzi tutto va caricato con 
l’AmigaBasic. Subito dopo il caricamen- 
to ci viene chiesto il nome della scher- 
mata che contiene le mattonelle (nel 
caso del primo «quadro» il nome è 
«Olpic») quindi il nome della tabella- 


mattonelle (se per caso ne avevamo già 
iniziata una) e quello della tabella-nemi- 
ci. Cominciamo con la realizzazione del- 
la tabella-mattonelle. A questo punto 
occorre improvvisarsi equilibristi (sto 
scherzando) per riuscire a capirci qual- 
cosa tra tutte le schermate che posso- 
no visualizzarsi. Innanzi tutto occorre 
rendere visibili i gadget del Workbench 
che permettono lo scambio tra gli 
schermi (quelli in aito a destra) e quindi 
scambiare il Workbench con lo screen 
sottostante. In questo dovremo com- 
porre il nostro «mosaico», servendoci 
della schermata sottostante, contenen- 
te il disegno delle mattonelle. Per pas- 
sare da uno screen ad un altro è sem- 
pre necessario servirsi dei gadget di 
Intuition quindi fate attenzione perché 
negli screen sottostanti il Workbench 
questi non sono visibili (occorre andare 
a memoria). Ma vediamo come si com- 
pone il mosaico. Il puntatore del mouse 
controlla una mattonella base che può 
essere depositata sul terreno semplice- 
mente premendo il tasto «P». Per cam- 
biaria basta andare nello screen delle 
mattonelle e premere il tasto «M» su 
quella desiderata (per poi tornare al «fo- 
glio da disegno»). Ovviamente è anche 
possibile scegliere di «tirare giù» lo 
schermo «a tendina», per vedere sia le 
mattonelle che il foglio da disegno (vedi 
foto 9). La metà a destra dello schermo 
è quella effettivamente disegnabile, 
mentre quella a sinistra serve per avere 
un sistema di riferimento. Premendo la 
barra spazio si memorizza la mezza 
schermata a destra e verrà effettuato 
uno scrolling grosso di mezza pagina. A 
questo punto potete continuare a dise- 
gnare. E anche possibile effettuare uno 
scroNig manuale per le correzioni o per 
visualizzare una particolare zona della 
mappa-tabella; basta servirsi dei tasti 
del tastierino numerico «4» per sinistra 
e «6» per destra con salti di mezzo 
schermo. C'è anche una funzione di 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


173 





MEGAGAME 64 



GOTO alla pagina numero tal-dei-tali; si 
preme «G» e si inserisce il numero 
desiderato. Ci sono notevoli possibilità 
di rendere più rapida la composizione 
della mappa, prelevando fette più gran- 
di di una mattonella (gruppi di matto- 
nelle) sia dallo screen che le contiene 
che dalla mappa stessa (una specie di 
funzione brush del DPaint). Per fare ciò 
é necessario servirsi dei tasti: 

«t» - per indicare la mattonella di start: 
k 2» - per indicare quella di end (prele- 
vando dalla mappa): 

«3» - per indicare quella di end (prele- 
vando dallo screen mattonelle). 

Per stampare questo gruppo di mat- 
tonelle basta premere il tasto «l» (dopo 
aver ovviamente «mirato» nel punto 
desiderato). Con il tasto «0» si preleva 
la mattonella base direttamente dallo 
screen della mappa. 

In qualunque momento è possibile 
salvare («SAVE») la tabella premendo 
«shift»-t-«S» e quindi rispondendo alla 
richiesta del nome. 

Terminata la composizione (circa 15 
schermate di ampiezza orizzontale), oc- 
corre definire quali tra le mattonelle 
dovranno risultare «solide», ovvero im- 
penetrabili. sia da parte del giocatore 
che da quella dei nemici. É chiaro che 
già in fase di disegno si deve studiare 
più o meno quali saranno dette matto- 
nelle. Esse impediscono di essere at- 
traversate e quindi ci si può camminare 
sopra (con gli spritel) e possono limita- 
re l’avanzata e costringere a «salti». É 
importante non disporre più di 3 matto- 
nelle solide in verticale, pena un’impos- 
sibilità di salto da parte degli sprite. 
Vediamo come si definiscono; bisogna 
entrare in questa modalità premendo 
«shift» + «M». quindi occorre andare 
sullo screen delle mattonelle e puntarle 
con il mouse, premendo il tasto «M» 


per confermare. Terminata la scelta si 
preme lo spazio e inizia II processo di 
«solidificazione»,' che durerà un bel po’ 
(circa 15 secondi per mattonella solida). 
Ad ogni mattonella completata si udirà 
un «beep». 

Terminata questa operazione potete 
salvare finalmente il blocco dehnitivo 
della tabella-mappa. Se per caso avete 
solidificato mattonelle sbagliate, baste- 
rà entrare nel modo di disattivazione 
della solidificazione, premendo «shift» 
-H«N» e eseguendo lo stesso tipo di 
selezione. Quando una mattonella vie- 
ne definita come solida essa si defor- 
ma per indicare che viene definita co- 
me solida essa si deforma. 

Passiamo ora all’edit del movimento 
dei nemici. Per entrare in questa moda- 
lità occorre premere «shift»-f«0». A 
questo punto fate «scrollare» lo scher- 
mo di una mattonella alla volta con il 
tasto «A» fin quando non arrivate alla 
posizione da voi scelta per far apparire 
il primo nemico; premete il tasto «I» e 
il programma vi chiederà quale deve 
essere il tipo di movimento (da 0 a 4). I 
numeri corrispondono a: 

0 - nemico che cade e si «rompe» 

1 - nemico che cade e rimbalza 

2 - nemico che avanza verso sinistra 

3 - nemico che avanza verso destra 

4 - nemico che resta fermo nella posizio- 

ne di partenza. 

Scelto il tipo di movimento il pro- 
gramma ci chiede di posizionare il gio- 
catore sullo schermo, quindi dobbiamo 
tornare alla mappa e puntare il mouse, 
tenendo conto che la megamattonella 
che state spostando è delle dimensioni 
di un nemico. 

Segue la richiesta che stabilisce qua- 
le sarà lo sprite di animazione (e dove- 


te farvi un elenco di dove sono posizio- 
nati nelle vostre schermate; i numeri si 
contano da sinistra a destra, come in 
foto 6 e 7). Siamo giunti alla conclusio- 
ne del blocco dati per il primo nemico; 
ora basta ripetere l'operazione per tan- 
te volte durante tutto il percorso-map- 
pa. Tenete comunque presente che se 
sullo schermo dovrebbero esserci più 
di 2 nemici, il pnmo di questi che è 
stato attivato verrà fatto «esplodere» 
(quindi non esagerate con gli attacchi). 
Per salvare questa tabella basta preme- 
re «shift»-l-«S» e impostare il nome. 
La collisione giocatore-nemico compor- 
ta un decremento continuo di energia; 
la collisione proiettile-nemico comporta 
un incremento del punteggio. 

Mancano a questo punto solo infor- 
mazioni su I file sonori, 

La musica campionata deve avere 
una lunghezza di 26690 campioni e su 
sampling rate di 8363. Il «suonoaio» è 
lungo 3778 e ha lo stesso sampling 
rate. Il «suonotie» è lungo 1794 e ha 
un sampling rate di 9800. 

Sul dischetto entrano a mala pena 
tutti I dati delle schermate e delle ta- 
belle, quindi bisogna farne una copia e 
ripulirla delle utility. La stratup-sequen- 
ce è già predisposta per far avviare il 
gioco in autostart. 

Per usare i programmi-utility occorre 
caricare il Workbech e fermarlo con 
«CTRL»-I-«D» per poi inserire il di- 
schetto contenente i programmi e av- 
viarli da GLI- Tutte le schermate e le 
«ombre» devono essere salvate sullo 
stesso dischetto contenente le utility e 
poi copiate su quello del gioco, pena 
una parziale ma dannosa cancellatura 
delle stesse Vi auguro di cuore buon 
divertimento. 


174 


MCmicrocomputern. 94 • marzo 1990 





INTEGRATI PER ECCELLENZA 


La maggior parie dei produttori hanno 
l'abitudine di mettere assieme 
un’assortimenio di parti di computer e di 
annunciare al tempo stesso che sono 
“produttori di sistemi”. E può' andargli 
bene, qualche volta. Non sempre. Le 
schede possono essere strambe, anecando 
ai produttori e di conseguenza a voi, una 
somma di problemi di incompatibilita’. 

La CST Corporation si e’ costruita una 
eccellente reputazione sulla base di una 
propria industria produttiva, che fabbrica 
ogni parte dai PCB al complesso PC 
Systems. 


Head oHIea: 

Chuno ShinQ Technrcs Corporaitor 

12F. Ha 133, STC.Z Chung Heao E. RD. 

Taipei, làiwaa, Rspubltc of Chine 

Tel: SB6-3-323-6088, Fax 886-2-3410677 



I nostri sistemi coprono la gamma dei 
286, 386 e le unita' da ufficio 486 oltre al 
laptop NEAT286 per gli uffici del fuluro. 
Con il nostro controllo della produzione 
della componentistica dei sistemi, siamo in 
grado dì testare i prodotti completamente 
e meglio della concorrenza. 

Di conseguenza, siamo in grado di 
mettere d’accordo ireliability bene come la 
compatibilita'. 

I sistemi CST sono progettati 
sistematicamente, e cosi' eseguono ii 
lavoro come vi aspettate. 

Senza errori. 



4F. Boonrrw BIdg., 138 SW^Rd. 
Bangkok 10600. Theiland 
TW: 66-2-235-0421 -4 
Fax: ea.2-236-4734. 66-'2-236-0207 
Tlx: 87237 CONSOL TH 



West Garmany brsnch: 
CST Computar Verthab Gmbh. 


ig 1. West Gsrmanv 

*-7408 5J8 


PD SOFTWARE 


Librerìe per il Clipper 


di Gabnele Ramami (MC6901I 


Spesso si è soliti giudicare la diffusione e l'importanza di un 
linguaggio di programmazione dal supporto che per esso esiste. 
Questo supporto può essere sia a livello bibliografico che di librerie e 
quest'ultimo punto spesso assume un ruolo rilevante in quei 
linguaggi (come ad esempio il C) in cui determinate funzionalità non 
sono previste nel linguaggio originale 



Il Clipper della Nantuckel, nato come 
un clone del ben più noto dBase III della 
Ashton-Tate, assunse inizialmente il 
ruolo (peraltro limitativo) di compilatore 
di programmi dBase, aggiungendo a 
questo linguaggio alcune funzionalità 
proprie che il programmatore poteva 
sfruttare a scapito però della compatibi- 
lità in senso inverso. 

Due fattori hanno contribuito princi- 
palmente all'atfermarsi del Clipper: il 
grande successo riscosso dai Personal 
Computer in ambiente MsDos, che han- 
no messo a disposizione dell'utente ca- 
pacità di calcolo più che sufficienti per 
la gestione di banche dati di medie e 
grandi dimensioni, ed il fatto che gli 
sviluppatori di software trovavano la po- 
litica «royalty-free» della Namucket net- 
tamente più conveniente di quella adot- 
tata dalla Ashton-Tate per la distribuzio- 
ne commerciale di applicazioni sviluppa- 
te in proprio (specie se operanti su 
LAN). 

Sono quindi sorte negli Stati Uniti 
delle banche dati specifiche per il Clip- 
per (in genere associate ad un Clipper 
User Group) ed in genere ogni BBS 
«generai purpose» ha un'area dedicata 
ad esso, sia a livello messaggistico che 
di programmi. 

Vedremo in questa puntata di PD 
Software alcune librerie che coprono i 
campi più diversi della programmazione 
in Clipper; si andrà dalla gestione del- 
l’interfaccia utente (windowing. menu, 
mouse) alla grafica, dalla gestione del- 
l'ambiente operativo alla realizzazione di 
help personalizzati. 

Spero in questo modo di fornire indi- 
cazioni sui tool di sviluppo fondamentali 
per un programmatore Clipper, ripro- 
mettendomi di tornare nel seguito su 
argomenti più specifici. 

SuperISO 

Cominciamo da una delle più belle 
librerie che mi sia capitato di vedere 
negli ultimi tempi; la SuperFunction Li- 
brary è una collezione di UDF (User 
Defined Functions). richiamabili dai pro- 
pri programmi, che permettono di rea- 
lizzare pacchetti dall'aspetto molto pro- 
fessionale in maniera veloce e senza 
doversi preoccupare deH'implementa- 
zione a basso livello delle singole opera- 


176 


MCmicfOComputer n. 94 - marzo 1990 


PO SOFTWARE 


Come consigliato dal manuale, il mo- 
do migliore per impratichirsi con le varie 
funzioni é di compilare il programma di 
esempio contenuto nel file ZIP e. man 
mano che le varie funzionalità compaio- 
no sullo schermo, seguire il listato- 
si rimane veramente stupiti nel vede- 
re come con una sola macro istruzione 
si possa creare un ambiente operativo 
completo per la gestione di un archivio, 
con menu pop-down, settaggio interatti- 
vo dei colori, funzioni di base per la 
visualizzazione e l'editing dei record irv 
corporate e la possibilità di poter defini- 
re una seconda serie di menu a proprio 
piacimento. 

Le funzioni a disposizione sono più di 
50 e coprono un ampio ventaglio di 
argomenti (tabella 1); le più interessanti 
sono senza dubbio quelle che permetto- 
no di creare degli ambienti interattivi 
per l'editing ed il browse (singolo o 
multiplo) dei file, la stampa di report ed 
etichette, la costruzione tramite «pick- 
list» di query per la ricerca dei dati, la 
visualizzazione «full-screen» di file di 
testo, la scelta della directory di lavoro. 

Le varie operazioni vengono automa- 
ticamente implementate con window 
ombreggiate e «hot-key» associate a 
tasti funzione; è disponibile inoltre una 
funzione che presenta un completo si- 
stema per la scelta dei colori, dei tipi di 
ombreggiatura e dei bordi dei menu e 
delle window. 

La documentazione è completa e di 
facile consultazione e nell'ultima versio- 
ne è stata inserita in un programma di 
hypertext, con possibilità di stampe par- 
ziali delle singole parti. 

La libreria è pienamente utilizzabile 
nella sua versione shareware; è comun- 
que molto conveniente registrarsi pres- 
so l'autore sia per il basso prezzo (circa 
50 $) sia perché si possono ottenere i 
sorgenti, il file dati per le Norton Guides 
e l'accesso al BBS di supporto. 

Nella documentazione l'autore affer- 
ma che non ha mai provato la libreria in 
programmi funzionanti in rete, ma che 
non dovrebbero esserci controindicazio- 
ni particolari: lo stesso dicasi per la 
possibilità di utilizzarla con la nuova rele- 
ase 5.0 del Clipper già annunciata e di 
prossima immissione su! mercato. 

É in definitiva una libreria molto bella 
che permette di realizzare con poche 
istruzioni programmi completi e dall'a- 



spetto molto professionale, cosa questa 
molto importante al giorno d'oggi in un 
mercato dove le interfacce utente dei 
programmi assumono un aspetto a vol- 
te determinante nella scelta da parte 
deH’utente, 

AEclip 

Questa libreria prende il nome dalla 
Auto Exec BBS il cui sysop è l'autore 
delle routine in essa contenute. 

La libreria contiene funzioni per la 
rilevazione dei principali parametri di un 
PC, quali il numero di drive presenti, la 
quantità di memoria installata, il numero 
di porte seriali e parallele presenti, il 
tipo di monitor installato (colore o b/n), 
la presenza o meno di un coprocessore 
matematico, oltre a funzioni che ritorna- 
no lo stato dei tasti INS, CAPS, NUM 
(tabella 2). 

Un altro gruppo di funzioni permette 
invece di effettuare fe normali operazio- 
ni sulle directory (change, renarne, ecc.) 
con la possibilità, cosa questa molto 
importante, di impostare il patri comple- 
to; completa l'elenco una funzione per 
effettuare un «soft boot» della mac- 
china. 

Dato il toro basso costo (15 $j e la 


possibilità, una volta registrati, di otte- 
nere i sorgenti in C (MSC 5.1), queste 
funzioni si rivelano una buona scelta in 
quei casi in cui si debba realizzare un 
programma che, al momento dell'instal- 
lazione 0 durante il funzionamento, deb- 
ba conoscere le caratteristiche della 
macchina «ospite». 

Lasthelp 

Tra tanto software proveniente da 
oltreoceano fa piacere trovare delle pro- 
duzioni «nostrane»; la libreria Lasthelp 
è stata infatti realizzata da Valter Colli di 
Bologna ed è composta da una parte in 
Assembler ed una in Clipper Summer 
87. 

Il Clipper permette di assegnare al 
tasto funzione FI (come è prassi comu- 
ne nei programmi MsDos) la modalità di 
richiamo deH'Help, che può essere per- 
sonalizzato a piacimento del program- 
matore. 

Questa libreria, come si capisce dal 
nome, ha come funzione principale 
quella di realizzare un help in linea per 
un programma; i vantaggi neH'utilizzo di 
questa libreria al posto della tecnica 
tradizionale offerta dal Clipper sono so- 
stanzialmente due: 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


177 


PO SOFTWARE 


AECLIP ZIP 
L.ASTHELP ZIP 
SUPER150 ZIP 
PROCLIP2 ZIP 
CLIPGRAF ZIP 
PRNLIB ZIP 


97512 10-16-89 10:19p 

14883 5-03-89 10:17p 

178636 1-03-90 3:50a 

76089 12-20-89 9:30p 

66613 2-02-89 8:26p 

20229 1-22-90 l:03a 


— possibilità di definiie per ogni istan- 
za di un comando ACCEFT, INPUT, ME- 
NU TO, READ 0 WAIT presente nel 
programma una finestra di help dalle 
dimensioni settabili a piacere (in manie- 
ra interattiva) e con un testo personaliz- 
zabile; 

— possibilità di realizzare i vari help 
quando il programma è completato e lo 
si sta provando; settando un'opportuna 
variabile, infatti, è possibile abilitare l'e- 
diting delle varie finestre di help. 

Quando viene premuto il tasto FI la 
routine di help cerca in un proprio archi- 
vio se è presente la tripla ‘'procedura di 
chiamata, linea, variabile»; in caso affer- 
mativo viene visualizzato l’heip relativo 
mentre in caso contrario ne viene richie- 
sta la definizione. 

Altre funzionalità relative al testo da 
accodare alla procedura sono disponibili 
nella versione che si ottiene al momen- 
to in cui ci si registra. 

Altre funzioni contenute in questa li- 
breria permettono di effettuare opera- 
zioni logiche binarie in formato sia a 8 
bit (byte) che a 16 bit (word) e di gestire 
le 65536 porte teoriche di un PC. 

La quota di registrazione richiesta per 
questa libreria è di L 35.000 che mi 
sembrano più che giustificate dalla qua- 
lità del prodotto. 

PR0clip2 

La Professional Clipper Library (ver- 
sione 2.0, costo 25 S) é una libreria 
'«generai purpose» scritta in Assembler, 
che fornisce al programmatore degli uti- 
li strumenti soprattutto per quanto ri- 
guarda la gestione del video; nel file 
shareware è inoltre contenuto il file di 
documentazione nel formato leggibile 
dalle Norton Guides. 

Le funzioni disponibili sono circa 30; 
una parte di queste sono dedicate a 
rilevare il tipo di adattatore video pre- 
sente nel sistema ed a settare i colori 
dello schermo, compreso il bordo il cui 
colore non è settabile con l'istruzione 
SET COLOR TO... del Clipper. 

Queste funzioni per il settaggio dei 
colori possono operare anche su win- 
dow e relativi bordi senza che ci sia 


bisogno di riscrivere il box o il testo 
contenuto nella parte di schermo inte- 
ressata dall'operazione: inoltre tramite 
la funzione ERASTEXT é possibile can- 
cellare i caratteri di testo da una zona 
del video lasciando inalterati ì caratteri 
grafici. 

Tramite un gruppo di quattro funzioni 
è possibile salvare in una variabile di 
memoria, e quindi recuperare in un se- 
condo momento, sia una parte di scher- 
mo che l’attuale forma e posizione del 
cursore; la window prelevata da una 
tale variabile di memoria può anche 
essere posizionata in un punto differen- 
te dello schermo e con altri colon rispet- 
to aH’originate. 

Due potenti funzioni per la ricerca di 
stringhe sono la WILDAT e la WILDRAT; 
esse permettono di cercare la prima oc- 
correnza di un data stringa m un’altra 
(anche utilizzando le «iwildcard»). igno- 
rando eventualmente la differenza tra 
maiuscole e minuscole, sia da sinistra 
verso destra che viceversa. 

Altre funzioni degne di nota sono la 
RESET e la UNRESET (per effettuare un 
reset della macchina o disabilitare la 
combinazione di tasti CTRL-ALT-DEL), 
la CLOCK e la SOUND (per visualizzare 
un orologio sullo schermo e per genera- 
re suoni di durata variabile) e la 
VSCROLL (per effettuare lo scrolling 
nelle quattro direzioni di una parte dello 
schermo). 

Anche in questo caso il prezzo richie- 
sto per registrarsi è più che onesto ed 
allineato alle prestazioni offerte. 

Clipgraf 

I! Clipper nasce come linguaggio per 
la realizzazione di programmi per la ge- 
stione di archivi di dati e, benché com- 
pleto di molte funzionalità che permet- 
tono al programmatore di utilizzarlo an- 
che per altri campi applicativi, risente 
della mancanza di specifiche funzionali- 
tà per la gestione del mouse e della 
grafica avanzata. 

La Clipgraf nasce proprio con l'intento 
di ampliare le possibilità del Clipper in 
questi campi; le funzioni in essa conte- 
nute permettono di effettuare operazio- 


ni grafiche sia a basso che ad alto livello 
e di gestire il mouse sia in modalità 
grafica che in modalità testo. 

Le (unzioni grafiche spaziano dalle 
operazioni sul singolo pixel all'animazio- 
ne. dalla rilevazione dell’adattatore grafi- 
co installato al disegno di grafici; la 
libreria supporta le schede CGA, Hercu- 
les, EGA e VGA e per ottenere migliori 
prestazioni utilizza routine che vanno a 
scrivere direttamente in memoria video. 

Con il programma demo contenuto 
nel file ZIP è possibile farsi un'idea delle 
potenzialità di questa libreria; la grafica 
viene gestita in maniera veloce ed effi- 
ciente, tanto che quando il demo è 
finito viene spontaneo andare a scorrer- 
ne il listato e si rimane abbastanza 
sorpresi nel vedere come operazioni 
abbastanza complicate vengano effet- 
tuate tramite la chiamata ad una sola 
furizione. 

É possibile tramite questa libreria 
operare in tutti i modi grafici permessi 
dalle varie schede video (esiste anche 
una funzione di uautodetect» del modo 
grafico), effettuare operazioni sui singoli 
pixel e salvare e recuperare immagini 
su supporto di massa ad incredibile 
velocità: i dati contenuti negli archivi 
possono essere inoltre presentati in for- 
ma grafica tramite funzioni di disegno di 
linee, grafici a barre e a torta. 

E possibile inoltre sia definire dei 
"viewportii per l'output sullo schermo, 
ovvero regioni rettangolari del video su 
CUI disegnare grafici ed immagini, che 
definire window in cui far scorrere un 
testo. 

Molto comode si rivelano le funzioni 
di gestione del mouse che permettono 
di implementare questo comodo siste- 
ma di puntamento senza doversi preoc- 
cupare dei dettagli a basso livello delie 
chiamate al Bios per il passaggio dei 
parametri. 

Con questa libreria si può con poco 
sforzo realizzare programmi molto belli 
e dall'aspetto professionale; il costo per 
la registrazione (20 S) è veramente bas- 
so rispetto alla qualità del materiale 
contenuto nella librena ed inoltre la ver- 
sione registrata non presenta la scher- 
mata "Shareware» ogni volta che si 
lancia un programma che utilizza le fun- 
zioni della libreria. 

PRNLIB 

Nel realizzare un programma spesso 
non si conosce a priori il tipo di stam- 
pante su CUI SI dovrà produrre l'output 
dei dati oppure si deve prevedere la 
possibilità di utilizzo con stampanti di 
tipo differente: differenti formati di 
output richiedono inoltre differenti stili 


178 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


PD SOFTWARE 


di Stampa (grassetto, sottolineato, con- 
densato, ecc-..). 

Con la Printer Control Library è possi- 
bile gestire da programma la stampante 
ed I dati inviati in stampa; le funzioni di 
questa libreria si possono dividere in tre 
categorie principali: Inizializzazione (per I 
settaggi), codici di controllo (per inviare i 
codici di controlo alla stampante) e inte- 
stazioni di pagina (per gestire i margini e 
le intestazioni). 

Gli attributi di stampa supportati sono 
sei e possono essere anche combinati 
tra di loro: normale, esteso, condensa- 
to. grassetto, sottolineato e corsivo; per 
attivare o disattivare uno degli attributi 
viene utilizzata una variabile di memoria 
dal nome composto dal prefisso PRN_ 
seguito dalla sigla dell'attributo ed un 1 
(set) 0 uno 0 (reset). 

In questo modo si possono facilmen- 
te memorizzare in un file MEM tutte le 
variabili di memoria con i valori relativi 
ad un determinato tipo di stampante (la 
stessa convenzione per i nomi delle 
variabili vale per tutti i parametri di una 
stampante): nella fase di inizializzazione 
del programma (o durante l'esecuzione 


dello stesso) basterà caricare il file rela- 
tivo alla stampante che si dovrà utilizza- 
re ed attraverso le chiamate alle funzio- 
ni di questa libreria si potrà operare 
senza doversi preoccupare dei valori da 
inviare di volta in volta alla stampante, 
rendendo cos) più semplice la stesura 
dei programmi che assumeranno una 
struttura più parametrica. 

Per quanto riguarda il layout della 
pagina è possibile controllare i margini 
destro e sinistro, la lunghezza, il margi- 
ne superiore ed inferiore ed il margine 
destro esteso (es.: 132 colonne); nel- 
l'ambito di una singola pagina le variabili 
LINE, PAGE e FIRST riportano rispetti- 
vamente il numero di linea, il numero di 
pagina ed un flag che si attiva qualora la 
pagina in questione sia la prima. 

Sempre in variabili aventi il nome 
prefissato da PRN_ é possibile memo- 
nzzare t valori necessari all'inizializzazio- 
ne della stampante, ad effettuare un 
salto pagina, a stampare un’intestazione 
su ogni pagina e cosi via. 

La libreria utilizza nelle sue funzioni i 
valori contenuti in queste variabili: sono 
presenti funzioni di tipo on/off per atti- 


vare e disattivare gli stili di stampa e 
funzioni più complesse come la NEXT- 
LINE che salta un determinato numero 
di righe, inserisce un certo numero di 
spazi al margine sinistro e quindi stam- 
pa I dati passati come parametro. 

Il metodo utilizzato in questa libreria 
per gestire la stampa dei dati su diversi 
tipi di stampante è molto semplice ed al 
tempo stesso polente e fornisce un 
comodo strumento per chi deve rea- 
lizzare programmi facilmente portabili 
da una macchina ad un'altra. 

Conclusioni 

La quantità di software PD per Clip- 
per disponibile sui vari BBS é enorme e 
questa rapida carrellata è stata soltanto 
per «dare un'occhiata in giro», analiz- 
zando librerie per vari tipi di utilizzo. 

Se qualcuno dei lettori volesse segna- 
larmi altre librerie interessanti può con- 
tattarmi su MC-Unk (codice MC6901), 
da cui potrete anche prelevare i file di 
cui si è parlato m queste pagine (i nomi 
sono riportati nella tabella 3). 


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MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


179 


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PD SOFTWAEE 


coordinamento di Andrea de Prisco 


Software PD per il CP/M 
Linsuassì & utility 

di Corrado Conforti 


La volta scorsa abbiamo visto 
quali sono i programmi di 
comunicazione e di 
compressione più utilizzati 
con il CP/M del CI 28 e 
deH'MSX2. Questo mese 
invece cominceremo a 
trattare in modo più specifico 
alcuni tra i migliori programmi 
Public Domain che è possibile 
trovare nelle aree file dei BBS 
nazionali e stranieri 


Lìrìguaggi di programmazione 

Esistono una gran quantità di lunguag- 
gi di programmazione per il CP/M di 
pubblico dominio, alcuni certamente da- 
tati, ma altri ancora abbastanza attuali. É 
infatti possibile trovare compilatori ADA. 
ALGOL. BASIC. C, COBOL. FORTH, 
LISP, PILOT completi di documentazio- 
ne in formato ASCII. L'unico problema é 
che spesso tali compilatori non sono del 
tutto standard, ma lavorano su dei sub- 
set dei linguaggi originali o peggio anco- 
ra con dei "dialetti". 

Negli ambienti CP/M é da anni noto lo 
SMALL-C, compilatore C scritto nei pri- 
missimi annni '80 da Boy Cain. Tale 
linguaggio accetta un subset dei C stan- 
dard e gira perfettamente su macchine 
Z80 come l'MSX e il CI 28. Il compilatore 
legge un codice C e produce in output 
un file in Assembly Z80. Nell'archivio di 
distribuzione è incluso anche un assem- 
blatore chiamato ZMAC che permette di 
creare un file rilocabile con estensione 
.OBJ. Sempre incluso nel package c'è 
anche un linker. ZLINK. che permette 
poi di ottenere un file eseguibile. Come 
specificato nelle documentazioni acclu- 
se, il compilatore, l'assemblatore e il 
linker sono tutti di pubblico dominio. 

Lo ZBASIC é invece una versione del 
Basic scritta originariamente per girare 
su delle vecchie macchine North Star, 
ed ha ancora una sintassi completamen- 
te compatibile con il North Star Basic, 
con tutti i suoi vantaggi e svantaggi. Il 
linguaggio viene rilasciato al pubblico 
dominio come un interprete e può esse- 
re un valido sostituto delI’MBASIC della 
Microsoft. Le istruzioni allegate sono 
complete tra l'altro di un manuale di 
riferimento rapido 

Degno di nota é anche l’XLISP, un 
linguaggio sperimentale che combina le 
caratteristiche del LISP con la possibilità 
di una estensione «Object Oriented». Lo 
scopo di un tale linguaggio è di permet- 
tere lo studio e la sperimentazione della 
programmazione Object Oriented (parti- 
colarmente in voga oggi) sui piccoli com- 


puter CP/M 80. È completamente scritto 
in linguaggio «C» (insieme al programma 
sono distribuiti i sorgenti) e può essere 
facilmente esteso con funzioni e classi 
scritte dall'utente- Molte tradizionali fun- 
zioni del LISP sono state implementate 
e le documentazioni sono chiare e detta- 
gliate. 

Particolarmente utile agli studenti di 
ragioneria sarà l'uso del MICRO-COBOL 
2.1 . Il compilatore è discretamente stan- 
dard e non credo potrà dare problemi a 
chi lo userà per motivi di studio. E 
composto di due parti, ognuna delle 
quali legge una porzione del sorgente in 
input- La parte uno legge il prc^ramma 
fino alla fine della «data division» e 
costruisce la symboi table. Alla fine del 
suo lavoro, la parte uno viene sostituita 
dalla parte due che usando la Symbol 
table produrrà il codice eseguibile. Il 
codice prodotto è ottimizzato per ridurre 
al minimo il consumo di RAM. 

Di notevole interesse sono anche i 
vari assemblatori di pubblico dominio, 
dal momento che non è raro trovare 
qualche utente CP/M che non sia fornito 
del MAC80 (Microsoft) o dell'ASM (Digi- 
ta! Research). Tra i molti in circolazione 
mi sembra opportuno segnalare lo 
ZASM. Questo è un potente Macro- 
Assemblatore per il set di istruzioni Z80. 
Riconosce in input un file in codici mne- 
monici Zilog Z80 e produce degli output 
sia con estensione di tipo .HEX (compa- 
tibile con l'ASM) che .REL (compatibile 
con il MAC80). E accompagnato da det- 
tagliate istruzioni, ma l'autore di queste 
afferma che non dà nessuna garanzia 
sull'accuratezza delie stesse, poiché si 
basano su un lavoro di disassemblaggio 
e di sperimentazione, visto che il pro- 
gramma originale è stato reperito su un 
BBS americano senza alcuna documen- 
tazione. 

ScreenWright 

Lo ScreenWright è un programma di 
fomnattazione di testi specificatamente 
creato per creare copioni teatrali o cme- 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


181 


PD SOFTWARE 


matografici. Nella dettagliatissima docu- 
mentazione SI fa notare come il formato 
specifico dei copioni televisivi e/o cine- 
matografici sia estremamente particola- 
re e che l'uso di un normale Word 
Processor in questo lavoro diventa 
estremamente lungo e faticoso. Il pro- 
gramma è stato scotto appositamente 
per risolvere questi problemi in modo 
facile e rapido cosi che l’autore della 
sceneggiatura possa concentrarsi mag- 
giormente sullo scrivere e non perdere 
tempo con i manuali dei word proces- 
sor. Per usare ScreenWnght, basta scri- 
vere il proprio copione usando un qual- 
siasi text editor che crei un file ASCII 
(ad esempio PC-Write, Wordstar, Per- 
fect Writer, etc). Dopo di ciò lo Scre- 
enWright si occuperà di stampare sul 
video 0 sulla stampante il copione nel 
formato più adatto. 

Il programma va installato sulla pro- 
pria macchina con il programmino di 
installazione che viene fornito. Basta 
rispondere alle semplici domande che 
compaiono sul video e alla fine viene 
salvata su disco la versione installata 
dello ScreenWright (più o meno la stes- 
sa procedura che si esegue con l'instal- 
lazione del Wordstar o del TurboPa- 
scal). 

Il manuale fornito a corredo è compo- 
sto da 4 capitoli in cui vengono spiegati 
tutti i comandi operativi del programma, 
le sue funzioni, gli scopi etc. In allegato 
ci sono 5 appendici che trattano in 
modo approfondito i giusti parametri di 
formattazione richiesti dai copioni televi- 
sivi, alcune considerazioni sugli editor di 
testo, l'installazione del terminale, il 


concetto di software Shareware e un 
sommano dei comandi dello Screen 
Wright. 

PC-File 

Il PC-File è un programma di gestione 
Data Base «generai purpose», nel senso 
che non è stato fatto presupponendone 
un particolare uso. Il pregio fondamenta- 
le del PC-File è la sua semplicità d'uso, 
tant'é che è realmente semplice, sia per 
l'utente casuale, sia per quello più smali- 
ziato, creare e lavorare su dei file di dati 
e farne dei resoconti da stampare su 
carta. 

Il PC-File permette di organizzare e 
ordinare i dati praticamente in ogni ordi- 
ne. permette il rapido accesso ad ogni 
record del file, con sofisticate tecniche 
di ricerca. Permette l’import e l'export di 
dati verso altri programmi e/o database 
come il Wordstar o il DBase II. Ma più di 
ogni altra cosa, il PC-File è semplice. La 
maggior parte delle persone potrà usarlo 
senza aver la necessità di leggere le 
istruzioni o di dover fare dei lunghi 
periodi di apprendimento. Il completo 
manuale fornito servirà solo per appren- 
dere quelle pochissime azioni non del 
tutto elementari. 

Video Display Oriented Editor 

La maggioranza degli utenti CP/M per 
creare sorgenti per i loro programmi si 
servono deli’editordel TurboPascal o del 
Wordstar nel modo non documento, ma 
entrambi hanno lo svantaggio di essere 
dei grossi programmi. Nel primo caso 


LHARC per PC/M 


in chiusura, la scorsa volta, dicevo che 
era lecito aspettarsi per l'immediato futuro 
le versioni CP/M dei compressori ZIP e 
LHARC. Ebbene sembra proprio che io 
abbia il dono della preveggenza. Infatti una 
persona abbastanza conosciuta tra i lettori 
che hanno un MSX, Francesco Duranti, si è 
messo al lavoro e ha tirato fuori un com- 
pressore LHARC per CP/M! 

Francesco, che studia come perito infor- 
matico a Roma, trovò ai primi di gennaio 
alcuni sorgenti in «C» di compressione di 
Huffman in un BBS americano [Grey Mal- 
ter BBS (2131-791-6260! e dopo averli ana- 
lizzati gli venne un'idea: sarà possibile da 
questi sorgenti parziali e non funzionanti, 
tirare fuori un compressore LHARC compa- 
tibile con quello MS-DOS e Amiga? Ci é 
voluto quasi un mese di lavoro e l'inclta- 


mento del sottoscritto che gli telefonava a 
casa praticamente in ogni momento per 
sollecitarlo e per «cancarlo» in un certo 
qual modo. 

Ebbene alla fine ci è riuscito. Francesco 
è riuscito a buttare giù un lungo pezzo di 
codice «C» per usare le routine preesisten- 
ti, e dopo aver compilato il tutto con l'Atzec 
C 1.05 ecco fattoi L'impresa è degna di 
nota in quanto per una volta un prodotto 
come l'LHARC per il CP/M è stato svilup- 
pato in Italia da un italiano, battendo sul 
tempo gli statunitensi: infatti siamo stati 
noi a fare l'upload del compressore negli 
Stati Uniti! L'LHARC è completamente 
compatibile con i file .LZH creati dalle mac- 
cnine MSDOS e Amiga e sul CPM gii 
archivi sono dissolviblli normalmente con 
l'LH-RDII COM analizzato la volta scorsa. 


182 


insieme ail'editor si ha in memoria l’inte- 
ro compilatore della Borland lasciando 
quindi all'utente poco spazio per il suo 
lavoro (non scordiamoci mai che i siste- 
mi CP/M anche se Bank Switching come 

11 C128 e l’MSX2 vedono sempre e solo 
64K RAM!). Nel secondo caso invece, si 
ha in memoria un programma molto 
grande, e che tra le cose ha frequente- 
mente la necessità di accedere ai file di 
overlay sul disco, rallentando quindi di 
molto le operazioni Ecco quindi che si 
ha la necessità di avere un piccolo ma 
efficiente editor di testo per scrivere i 
sorgenti dei propri programmi (ad esem- 
pio in «C». Fortran, CoboI, Assembly, 
Basic e in genere per tutti i compilatori 
che necessitano sorgenti in ASCII). Ab- 
biamo allora il VD025. acronimo di Video 
Display Oriented Editor vers. 2.5. É un 
programmino di neanche 7 Kbyte e quin- 
di rapidissimo da caricare in memoria e 
che lascia una gran quantità di spazio 
libero per l’utente (quasi 52K utili!). Tutte 
le operazioni vengono eseguite in me- 
moria. senza continui swap su disco 
come il Wordstar e dell'editor del Turbo 
Pascal, cosi che non ci saranno dei 
problemi con l'uso dovuti al cambiamen- 
to di ambiente di (avoro. 

L'attuale versione permette una rapi- 
da installazione del programma sulla pro- 
pria macchina grazie alle istruzioni estre- 
mamente complete e alla possibilità di 
scegliere la propria emulazione di termi- 
nale tra moltissime predefinite. L'instal- 
lazione è praticamente immediata sia 
per il C128 che per l'MSX2. Dopo un 
periodo di uso del VD025 posso dire di 
esserne rimasto abbastanza soddisfatto, 
anche paragonandolo al noto ED80 della 
Hisoft, editor che è divenuto pratica- 
mente uno standard nel mondo CP/M. 

Il manuale di 1 5 pagine accluso nell'ar- 
chivio é molto dettagliato ed é diviso in 

12 sezioni che passo dopo passo porta- 
no alla scoperta delle peculiarità del 
programma. 

Prima di concludere vorrei parlare di 
due programmi PD che nonostante l'ap- 
parenza si sono rivelati estremamente 
utili il WSFAST23 e l'SD131 


WSFAST vers. 2.3 

Tutti gl utenti CP/M che usano il 
Wordstar si saranno resi conto della 
lentezza di tale wordprocessor sulle mac- 
chine Z80. D'altronde la sua potenza to 
rende praticamente senza rivali sui picco- 
li computer a 8 bit . Cosi ecco che qualche 
utente americano di Wordstar, qualche 
tempo fa, stanco delle insostenibili pause 
del programma, decise di creare delle 
modifiche al proprio Wordstar, facendo 

MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


PD SOFTWARE 


si che questo elimini la maggioranza delle 
pause. Ecco quindi il WSFAST Una volta 
aperto Tarchivio, si avrà sul disco un 
insieme di file. Leggendo le documenta- 
zioni. si vede come si dovrà copiare sullo 
stesso disco sia lo STAT.COM che il 
DDT COM (entrambi comandi esterni del 
CP/M) e la versione NON installata del 
Wordstar (normalmente sul disco di di- 
stribuzione dei WS questa si chiama 
WSU.COM). Dopo di che basterà dare il 
comando EX (una versione più recente 
del SUBMIT) seguito dai parametri più 
opportuni. Questo da solo apporrà le 
modifiche necessarie al file WSU.COM e 
andrà a creare su disco una nuova versio- 
ne di Wordstar, molto più veloce (tra 
l'altro il sottoscritto la sta utilizzando 
proprio in questa momento!) 

Super Directory vere. 1.31 

L'S0131 é uno tra i più versatili pro- 
grammi che si possano trovare per il 
CP/M 80, e serve fondamentalmente 


per visualizzare delle informazioni ag- 
giuntive rispetto a quelle normalmente 
fornite dal comando DIR del CP/M. 

L'SD permette di redirigere l'output 
sul video, su una stampante o anche su 
un file sul disco per un uso successivo. 
Il programma permette di ordinare alfa- 
beticamente le directory sia orizzontal- 
mente che verticalmente. Permette 
inoltre la visualizzazione del numero dei 
file usati nel drive o directory corrente, 
quanto spazio occupano, quanto spazio 
libero rimante sui disco. Alcune tra le 
opzioni più significative sono; 

— la possibilità di selezionare tutte le 
directory del drive in uso; 

— visualizzare le dimensioni dei file in 
Kbyte o in record (128 byte): 

— visualizzazione delle directory per 
tutti I drive attivi a partire dal primo 
disponibile: 

— creazione di un file chiamato «DISK- 
.DIR» nella user area 0: contenente la 
directory appena letta; 

— possibilità di visualizzazione dei file 


inclusi negli archivi ,LBR, .ARC, .ARK; 

— possibilità di visualizzare solo i file di 
sistema .SYS; 

— ordinare i file per estensione o per 
nome; 

— visualizzazione del numero di versio- 
ne e della data attuale. 

È particolarmente comodo nnominare 
rSD131 in DIR e far si che sia sempre 
visibile alla macchina, così che chiaman- 
do la directory del disco corrente si 
abbia a disposizione un quantitativo 
maggiore di informazioni. 

Conclusioni 

Come al solito, tutti i programmi di cui 
SI è parlato sopra sono reperibili anche 
nell'area file di MC-Link, oltre alle nuove 
versioni degli stessi, dal momento che un 
vero esercito di utenti CP/M ogni notte si 
riversa nei BBS americani per effettuare il 
download dei nuovi programmi reperibili 
sul mercato Public Domain. Alla prossi- 
ma volta. MC 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


183 


ARCHIMEDES 


tf; Bruno Roseti 


Panorama Software 


Dopo aver visto quello che 
offre il rinnovato catalogo 
Delphi, questo mese 
amplieremo il discorso con 
una pnma panoramica su 
quello che invece é l'effettivo 
parco software di Archimedes 
oltre Manica... 


Nuovi prodotti software 

Ceravamo lasciati il mese scorso do- 
po aver galoppato abbastanza spedita- 
mente su quello che il catalogo Delphi 
metteva, hardware e software, a dispo- 
sizione dell'utenza italiana. Un servizio 
decisamente di livello e a cui l'utente 
italiano può attingere sicuro di trovare le 
giuste risposte alle proprie esigenze. 
Ma é chiaro comunque che, pure se 
abbastanza esteso, il catalogo non può 
certo comprendere l’intera produzione 
che gravita intorno al nostro RISC. 

Da qui t'idea di dare xun'occhiata» a 
quello che è l'effettivo parco-software 
di Archie nella sua terra d’origine. E a 
giudicare dalle vostre lettere, la cosa 
dovrebbe essere effettivamente gra- 
dita. 

Ed iniziamo subito forte citando, della 
AVP Computing, l'avvenuta trascrizione 
sotto RISC-OS del programma per DTP, 
Pixel Perfect (95 sterline, please). L'ap- 
plicativo, in perfetto «windowing style» 
può ora girare in concorrenza con altri 
applicativi e assumere nella sua stessa 
pagina di lavoro, quella di un altro pro- 
gramma sul quale si sta lavorando in 
tranquillo multitasking. In pratica, se ad 
esempio si sta scrivendo del testo in un 
word processor o disegnando qualche 
«sprite», questi possono finire in una 


pagina del Pixel Perfect, senza procede- 
re ad alcuna operazione via disco. Potre- 
mo cioè impaginarli direttamente nel 
DTP. 

Le altre caratteristiche di spicco del 
Pixel Perfect sono il flow automatico 
del testo, il grosso quantitativo di font a 
disposizione — tra l'altro arricchibile con 
le funzioni di inport — e le capacità di 
disegno, con la possibilità di poter mani- 
polare qualsiasi forma geometrica. La 
sua capacità di data-storage si estende 
ora a 15 pagine A4 complete per disco. 
Nato per l’ambiente scolastico-scientifi- 
co. il Pixel Perfect è integrabile con gli 
archivi-immagini che l’AVP Computing 
immette continuamente sul mercato. 

Simili moduli sono pubblicazioni 
estremamente preziose, frutto della 
ventennale ricerca che la stessa softwa- 
re house opera nel campo scientifico al 
servizio di un'utenza che. da quella sco- 
lastica, come già detto, si estende fino 
a toccare i più svariati campi della 
scienza. 

Completano l'elenco dell'AVP Com- 
puting ben 65 programmi formativi che, 
compresi in un raggio di utenza che va 
dai quattordici ai diciotto anni, riescono 
a coprire, traslando nella struttura scola- 
stica italiana, l'intero ciclo delle medie 
inferiori e superiori. 

La volta scorsa, a riguardo dei prodot- 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 



ARCHIMEDES 


ti delia Lingenuity e parlando della nuo- 
va versione del Presenter II, avevamo 
anche accennato al Presenter Story, 
non ancora nel catalogo delia Delphi, 
ma già famosissimo in Inghilterra. Due 
parole di più non guastano. 

Il PStory è un package per'DTVideo di 
notevolissime capacità. A partire dal Lo- 
go-editor con il quale è possibile proce- 
dere alla realizzazione di marchi e sim- 
boli. per arrivare alla Business Graphics 
con preset per video animation e la 
possibilità d'importare immagini (e vo- 
gliamo trascurare il genlock?). Lavoran- 
do grafiche a 640x256 per 16 colori e le 
possibilità offerte dalla sovrimpressio- 
ne, il Presenter Story è il modulo ideale 
per il videografico di professione. 

Costo; 200 sterline; disponibilità in 
Italia: credo al più presto. Per informa- 
zioni comunque scrivere alla Lingenuity: 
P.O. Box 10. Halesvorth Suffolk IP19 
ODX. 

Fra I moduli per il System DeltaPlus. il 
Reporter, il formidabile Atelier, il sem- 
preverde GammaPlot, il SigmaSheet e 
la corona di game e che la Minerva 
Software produce che l'utente italiano 
già conosce, trova spazio in questa pa- 
norarpica d'oltremanica, il GraphBox 
(80 sterline). Un altro presenter che la 
prolifica casa inglese immette sul mer- 
cato per il mondo della Business (e 
della Statistici Graphic. Pienamente 
RISC-OS. oltre che predisposto ad ac- 
cettare i dati di graficizzare nella classi- 
ca forma degli spreadsheet, il GraphBox 
è compatibile con programmi quali Edit 
e Draw e dispone di 20 diversi tipi di 
rappresentazione. Compreso nel listo- 
ne. il 3D con le dimensioni variabili a 
scelta dell'utente dei tre assi, più la 
possibilità di includere nei suoi calcoli i 
valori di funzioni quali COS, SIN. RAD, 
ACS, etc. 

Della serie utility poi. ecco i moduli 
della Musbury Consultante. Fra i Colour 
Dumps (30 sterline) predisposti per il 
dump su modelli di stampanti a colori 
(disponibili il CD-Integrex 132 e il CD- 
Canon) troviamo interessante citare il 
Grey Dumps (15 sterline). Un modulo 
rìlocabile. caratterizzato dalla possibilità 
di dump-are lo screen in multitono con 
stampe a misure preselezionate e nelle 
più svariate modalità di stampa dei mo- 
delli Epson e compatibili. 

MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


Se l'ARC-PCB Design System, il Real- 
Tlme Solids Modellar ed il SolidCAD 3D 
sono bellamente compresi nel catalogo 
Delphi, c'è un altro package — e che 
package! — prodotto dalla Silicon Vision 
che vorremmo vedere presto in Italia. 
Sto parlando del FILM-Maker. il già 
famoso DTV per Macintosh. Un packa- 
ge da 80 sterline per la sceneggiatura e 
l'esecuzione di sequenze animate in 3D 
con relativo movimento del punto di 
ripresa. Suo punto di forza è la capacità 
di auto-calcoiarsi i frame intermedi dei 
fotogrammi introdotti daH'utilizzatore, 




rendendo estremamente fluida la se- 
quenza generata. 

Il pacchetto è disponibile completo di 
una notevole libreria di scene e di un 
database per il settaggio dei path desi- 
derati. 

Inutile aggiungere che FILM-Maker 
accetta immagini 3D realizzate con il 
SolidCAD e il RealTime Solid Modeller... 
dato che ne é il formidabile animatore 
consigliato dalla casa. 

AutoDesk. Dalla famosa AutoDesk, 
arriva la notìzia del prossimo rilascio di 
AutoSketch II. Si prevedono grossi 




ARCHIMEDES 



cambiamenti — primo fra tutti l’inqua- 
dramento sotto RISC-OS e si sussurra 
di moduli per l'animazione. 

CADSoft Computer Graphics, spe- 
cializzata nella realizzazione di sistemi 
completi per il .mondo della videografi' 
ca. porta nel suo listino il Maestro- 
Presenter. Una unità di lavoro che ba- 
sandosi su di un A400 è in grado, grazie 
alla sua particolare configurazione hard- 
ware e software di gestire la produzio- 
ne e realizzazione di qualsiasi prodotto 
videografico. Dalle animazioni al più 
«semplice» SlideShow. In pratica, fa 
CCG costruisce intorno ad Archie tutta 
una serie di remote-control che permet- 
tono di collegare il nostro con ogni tipo 
di periferica (VCR. dia-proiettori, etc.) 
delegando al RISC la «regia» dell'insie- 
me per realizzare il prodotto finale. 

Archie diventa cosi una sofisticata 
console audio/video. 


DTP-news 

E tanto per rendere più completa la 
panoramica, credo che vi possa interes- 
sare sapere qualcosa su un pezzo hard- 
ware che forse starete ad invidiare agli 
altri utenti di personal computer. Ovve- 
ro: lo scanner, uno dei primi modelli 
disponibili è lo SCAN-Light. realizzato 
per il nostro in due distinte versioni; Il 
tipo A4 (500 sterline circa) e il più 
economico «handy» a 190 sterline. Da 
200 a 400 dpi, con quest'ultima risolu- 
zione raggiungibile nella versione a ma- 
no per mezzo della tecnica óeW'half- 
width. Io SCAN-Light viene fornito com- 


pleto di una scheda d'interfaccia da 
inserire internamente alla macchina. 
Sulla stessa scheda tra l'altro, è stato 
ROMizzato il software di gestione. Un 
optional che la Computer Concepts — 
la stessa software house del pacchetto 
per DTP Impression — mette a disposi- 
zione dell’utente, praticamente gratis. 

Un software completamente standar- 
dizzato al RISC-OS con windowing e 
controllo della zoom-view dall’l al 
999%. la possibilità di eseguire scansio- 
ni a mezzo tono o monocromatiche, di 
comprimere i file e crearne «sprite» da 
utilizzare in qualsiasi pacchetto grafico 
che li accetti, 

Lo SCAN-Light, ora che Archie ha uno 
fra I più bei pacchetti per DTP — vedere 
su MC dì gennaio l’articolo dedicato 
all’Acom Desktop Publisher — potrebbe 
diventare un acquisto necessario. E di 
conseguenza è facile prevederne un 
buon successo. Più che la versione da 
tavolo, ovviamente, sarà quella detta 
«iunior» ad essere più desiderata dagli 
archimediani. La Computer Concepts ha 
sede in Gaddesden Place Hemi Hamp- 
stead, Hertfordshire HP2 6EX. 

A conferma che il discorso scanner 
sta rapidamente prendendo piede, 
un’altra ditta, la BeeBug Limited, ha da 
poco reso disponibile al pubblico le due 
versioni, handy ed A4, del suo modello 
Scavenger che, rispetto allo SCAN- 
Light. a parità di prestrazioni di lettura, 
sembra disporre di un software legger- 
mente inferiore. E tale è anche il prez- 
zo. attestato intorno alle centosettanta- 
cinque sterline. 


Archie e il Satellite... 

La TimeStep Weather Systems, spe- 
cializzata nella realizzazione di sistemi 
per il controllo ed il processo di immagi- 
ni provenienti da statellite tra i suoi 
clienti rUSAF ed il Ministero della Dife- 
sa degli Stati Uniti — ha messo a punto 
la versione per Archimedes dei suo 
Weather Satellite System. Il modulo è 
in grado di produrre immagini della Ter- 
ra ogni quattro minuti; in particolare 
l’Europa viene completamente coperta 
dal processo in meno di un'ora, mentre 
Nord e Sud America sono «processati» 
più volte nello stesso giorno 

Per quanto poi riguarda l’analisi e 
l’interpretazione delle immagini cattura- 
te dal Weather Satellite System, ovvero 
rimage Processor, questo è eseguito 
dal modulo LANDSAT, il quale, grazie 
anche alle capacità grafiche di Archie, è 
in grado di memorizzare al massimo 
della risoluzione offerta dal satellite, im- 
magazzinando le immagini a 800x800 
pixel per 246 livelli di colore. 

Altra notevole caratteristica del WS- 
System è quella dell’animazione. Dispo- 
nendo di un RISC e dei suoi MIPS, il 
programma è in grado di effettuare il 
«page-flipping» di tutte le immagini a 
disposizione dell'utilizzatore, con una 
impressionante fluidità di movimento e 
modalità di caricamento (e paginazione 
stessa) completamente automatiche. 
All’utente resta in pratica il solo «ono- 
re» di impartire il comando; al resto ci 
pensa il Weather Satellite. Il sistema 
completo costa 600 sterline, mentre il 
solo modulo di processo, il LANDSAT. 
viene offerto al prezzo di appena 100 
sterline. Da quando la TimeStep ne ha 
annunciato la commercializzazione, già 
più di mille sistemi funzionano nelle 
scuole e nei college USA e del Regno 
Unito. 

Un controllo «da satellite» in mano ai 
liceali? Correndo pure il rischio di far 
passare i moduli della TimeStep per 
«giochi da bambini viziati», a noi, con il 
tipo di struttura che caratterizza il no- 
strano mondo della scuola, non resta 
che la magra consolazione di darvene 
notizia — interessando magari qualche 
singolo amatore... — e basta. Da noi. 
SUI moduli tipo il TimeStep, lavorano 
solo tecnici specializzati. Morale; che i 
«piccoli» imparino quello che devono 
imparare e che il computer lo usino solo 
per 1 videogame! 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


ARCHIMEDES 


Il Network secondo Acorn 


Lo sapete «quanto fa» Econet + Et- 
hernet? Semplice: Acorn! 

Posso garantirvi che la strana somma 
aritmetica è assolutamente giusta. Se 
oltre a quello educazionale, c'è difatti un 
altro campo dove i'Acorn ha sempre 
rivolto le sue migliori attenzioni, questo 
é proprio quello del data-communica- 
tion. A conferma di ciò e senza rivanga- 
re prodotti e strategie relativi agli anni 
passati, è sufficiente osservare i più 
recenti sforzi, e di ricerca e di puro 
battage pubblicitario che la casa della 
ghiands sta profondendo. 

Dai (quasi) superati BBC-Master, pas- 
sando per varie versioni di Archimedes, 
fino alla sua più recente evoluzione 
chiamata R140, la vasta area del «net- 
work» è praticamente coperta a tutti i 
livelli. Da Econet ad Ethernet perlap- 
punto. 

Basandoci su una serie di informazio- 
ni ricevute, possiamo assicurare ogni 
utente acomiano dell'estrema serietà 
con cui il «communication-project» dei- 
l'Acorn sia stato concepito in modo 


di Bruno Rosati 

compiuto e soprattutto affidabile. 

The Small Group Network. È questo il 
modo con il quale l'Acom denomina 
l’area di lavoro di livello più basso. Quel- 
la basata suM'Econet Starter Kit e carat- 
terizzata dall’uso di una unità di data- 
storage centrale, condivisibile da tutti i 
computer connessi in rete. Stiamo par- 
lando dell’Acorn Filestore Unit, disponi- 
bile con moduli di fino a 60 Mbyte. Il 
Filestore fra le sue caratteristiche pos- 
siede quella di poter condividere gli 
accessi alle unità di stampa. 

La «Small Econet» è una rete che 
può essere organizzata in modo estre- 
mamente funzionale e sicuro, con porte 
di accesso vietate a certi livelli ed aper- 
te invece ad un sistema di supervisione. 
L’installazione è realizzabile perfino in 
versione portatile, con coperture estese 
in 20 metri (praticamente la quadratura 
di una stanza), oppure oltre i 500. 

Le scuole, a nostro modesto parere, 
sono le prime beneficiane di questa 
soluzione «low-cost», tra l’altro privile- 
giata da una semplicissima procedura di 


installazione che non necessita di esse- 
re effettuata da un esperto. Nulli infine i 
problemi di manutenzione e ridottissimi 
infine i controlli periodici. Trattandosi 
del frutto di un'esperienza maturata nel 
corso di più anni, la sua affidabilità è 
assicurata al cento-per-cento. I Master- 
BBC 0 gli equivalenti Olivetti-Prodest, in 
net con i più recenti A3000, formereb- 
bero la rete ideale di questo piccolo 
network «scolastico». Come livello im- 
mediatamente supenore, nella mia pur 
modesta esperienza nel campo, vedrei 
invece bene solo la «nobile» famiglia 
degli Archimedes. A partire dal «picco- 
lo» A3000 per arrivare ai mostro di 
nome R140. Velocità di accesso e di 
calcolo, più la potenza di pacchetti appli- 
cativi pensati in modo RISC-OS, rende- 
rebbero una rete siffatta di livello asso- 
luto. Senza dimenticare poi che, grazie 
ai moduli Bridges sono possibili tutte le 
«join» con altri network di cui si neces- 
sita. 

È questo il tipo di network [Extending 
Tìhe Net) che viene considerato estendi- 
bile addirittura dal Master aH'R140! 

Ovvero: dal più basso livello di rete 
— quello che comprende anche i Ma- 
ster — al più alto che porta al «dialogo 
industriale» per mezzo dello standard 
Ethernet. 

Piccoli uffici dove più persone lavora- 
no contemporaneamente sugli stessi 
dati in maniera interdipendente e maga- 
ri, alla maniera del Travel. ancora ignora- 
no delle capacità straordinarie e del 
computer e del network. Questo il profi- 
lo dell’utenza, per cosi dire ideale, della 
rete proposta. 

L’ultimo salto è quello... in alto. Wor- 
king With Industry Starìdards. Ovvero 
l’Ethemet che parla UNIX, cioè R140, 
mini e mainframe. La possibilità di ag- 
ganciarsi a reti estesissime e di livello 
estremamente elevato. Qui il ragiona- 
mento si fa decisamente interessante. 
Se al nostro, piccolo sistema di collega- 
mento di rete, lo Small Group Network. 
vogliamo fargli godere del massimo 
possibile di informazioni, sarà sufficien- 
te terminarlo con un bellissimo R140 
che a sua volta chiamerà in Ethernet/ 
UNIX la più grossa rete che a noi inte- 
ressa. A questo punto ci troveremmo a 
disporre di un sistema elastico quanto 
potente. Praticamente privo di limiti 
d'informazioni. 


Sistema Econet: l'hardware 

Il File-Server della Acorn si presenta nella sua versione base — quella a due drive 
da 3' e 1/2 — con il software di gestione della rete Econet (di 3° livello) e con 
l’opponunità di essere successivamente collegato a una o più unità di capacità 
maggiori, quali la E40S e la E60S, per complessivi 240 Mbyte di memoria di massa 
condivisibile. 

Il File-Server è in grado di gestire fino a 254 stazioni composte da computer con 
sistemi operativi diversi: RISC-OS, MS-DOS e DOS-Plus. 

Al File-Server (siglato come E01S) possono essere poi connessi i FileStore di 
capacità maggiore. 

Per la realizzazione della stazione di lavoro effettiva poi è disponibile l'Econet 
Starter Kit, comprensivo del generatore di clock, alimentatore, terminatori e scatole di 
denvazione. ma sprovvista dei cavi per la connessione. 

Il vero e proprio cuore del network comunque sarà l'Econet Modale; interfaccia di 
rete compatibile sia per i modelli Master che per la serie Archimedes (R140 compreso) 
la quale troverà alloggiamento all’interno delle macchine. Il modulo comprende, su 
ROM. Il Net-OS. 

Infine per collegare al sistema macchine IBM-compatibili dovremo fornirci della 
scheda EcoLink. 

Questi infine, alcuni dei prezzi del materiale hardware estratto dal catalogo Delphi: 


Filestore EOtS 

Filestore E40S 

FileStore E60S 

Econet Cable 

E-10 Station Lead .. 

Econet Bridge 

fcortet Starter Kit .. 

Econet Modula 

Ecobnk 


.. L. 2.440.000 
.. L. 2. 195.000 
.. L. 2.928.000 
.. L. 268.000 
.. L. 95.000 
.. L. 486.000 
.. L. 233.000 
.. L. 133.000 
.. L 812.000 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


187 


MACINTOSH 


di Raffaello De Masi 


Microsoft Excef^ 


S tavolta voglio parlarvi di uria ragaz- 
za, che conosco da vent'anni; è 
una di quelle persone che non si incon- 
trano quasi mai nella vita, ma sono 
proprio quelle che contano: dalla pelle 
scura, occhi e capelli nerissimi; si chia- 
ma C'mell, per il maledetto amore di chi 
le ha dato il nome per una bellissima 
novella di Cordwainer Smith. 

È una di quelle donne che colpiscono 
l'interlocutore appena ce l'hanno di 
fronte con una grazia e una dolcezza 
che non nascondono una grinta fuori da! 
comune: colpisce per la sua parlata 
strana, con una «erre roulé» mai sentita 
altrove; guida una Mitsubishi con il pi- 
glio di un uomo, anche se magari ha 
addosso una pelliccia di lince che la fa 
sembrare un batuffolo di piume. 

Per come mi accorgo di descriverla in 
queste righe il lettore penserà: «Sarà 
come minimo la moglie!». Invece no, 
per uno di quei giochi della vita che ti 
portano lontano dalle cose che desideri 
0 a cui tieni particolarmente. 

C'mell, per me. é Excel! La prima è 
tutto ciò che può desiderare un uomo in 
una donna, il secondo (strano accosta- 
mento) è quello che un uomo potrà mai 
avere in uno spreadsheet. Excel, già 
nella versione I... era quanto di meglio 
SI potesse desiderare: potenza, grinta, 
velocità, efficienza; anche per me che. 
negli ultimi tempi, ho cercato di dare 
fondo a tutte le risorse di questo foglio, 
non erano ancora state esplorate bene 
tutte le possibilità; già nella versione 
1.5... erano state aggiunte cose che 
neppure mi sarei immaginato. 

Ed ecco comparire la versione 2. po- 
ma in originale e poi, dopo poco tempo, 
in italiano. Come resistere alla tentazio- 
ne di farne immediatamente una prova? 

U pacchetto 

Per ta verità, quello che ho ricevuto 
era l'upgrading in italiano del package in 
lingua originale. Cosi com'è è composto 
di soli quattro pezzi, rappresentati dalla 
pesante guida di riferimento, da una più 
piccola (ma di poco) guida alle funzioni e 
macro, di un manualetto da sottomano, 
con gli shoncut, e da una striscia di 
plastica autoadesiva, di cui parleremo 
tra poco. Il tutto si integra col materiale 
contenuto nella confezione originale, 
rappresentato tra l'altro, da un prezioso 


volumetto di esempi molto ben rea- 
lizzati. 

Accanto a questo materiale c’é il soffi- 
ciume, rappresentato da tredischetti; nel 
primo c'è il programma vero e proprio, 
che lo occupa per intero (774K in totale, 
una quarantina in più di quello in lingua 
originale: per la verità contiene altri due 
file, invisibili, destinati a gestire la prote- 
zione software), nel secondo, oltre al 
solito «readme» dell'ultima ora, c'è il già 
noto «Dialog editor» e qualche esempio, 
tradotto dalla versione originaria. 

Il terzo dischetto è una copia di back- 
up del primo, ed è riservato ad archivio 
nel caso che il primo desse forfait; il 
programma, come abbiamo appena ac- 
cennato. è protetto con una chiave soft- 
ware. secondo una consuetudine piut- 
tosto discutìbile adottata dalla Microsoft 
nei confronti del mercato italiano per la 
maggior parte dei suoi applicativi. Come 
al solito faccio rilevare che questa tecni- 
ca, illusoriamente destinata a sconfigge- 
re i pirati, si rivela alla fin fine solo un 
fastidio per le persone oneste e sprov- 
vedute. Tanto per aggiungere «al chilo 
la giunta» come si dice dalle mie parti, il 
programma è protetto anche per quanto 
attiene alla installazione su HD: il disco 
permette, bontà loro, una sola installa- 
zione che, però è recuperabile, vale a 
dire che è possibile eseguire il «viaggio 
di ritorno», recuperando dall'HD sul di- 
schetto originale ia installazione ese- 
guita. 

Come tutte le protezioni, anche que- 
sta funziona poco in mano a un utente 


appena appena esperto; sembra la cor- 
sa dietro al vento! Mentre la vecchia 
versione 1.5 era duplicabile con Copy II 
versione 7, qui occorre una nuova ver- 
sione del copiatore: ma basta un tool 
appena più sofisticato, come lo Zap et 
similia. per farla in barba a tutte le 
protezioni di questo mondo, 

A ulteriore modello del furto alla chie- 
sa di Santa Chiara, la Microsoft ha inse- 
rito anche la personalizzazione del pro- 
gramma (come se «l’onesto pirata» fos- 
se tanto ingenuo da battere il suo no- 
me); anche qui la cosa è talmente inge- 
nua da far sorridere: il nome deD'utiliz- 
zatore è custodito in un Data Fork leggi- 
bile e modificabile dal più scalcagnato 
tool di utility. La storia è sempre la 
stessa; l'ha capita Borland, di cui nessu- 
no si sognerebbe di copiare i pacchetti, 
perchè fanno tanta fatica a capirla gli 
altri che poi si lamentano della piaga 
della pirateria? 

Dicevamo dell'adesivo di plastica ac- 
cluso al package; esso è destinato alla 
sola tastiera espansa e si dimostra di 
grande utilità, in quanto riassume tutte 
le funzioni riservate ai tasti funzione e 
ad alcune combinazioni di tasti; sebbe- 
ne Excel non sia infarcito di shortcut 
come Word, la cosa non dispiace affat- 
to e rende la vita senz’altro più facile. 

Esplorando Excel 

Excel è articolato in tre aree, ambienti 
di base, cui, manco a dirlo corrispondo- 
no tre finestre complementari; «l'area 


La presenlalion win- 
otow di Excel 2 2, con 
evidenziala la disponi- 
blliii di memoria 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


MACINTOSH 


MiwsofI &caj^ 

versione 22 

Foglio elellronico 

generatore di grafici e dalabase. 

Microsoft Corporation 

1601 1 NE 36th Way 

Box 97017 

Redmond. WA 56073 


MKmsoft Italiana 

Via Cassanese, 224 Pai. Tiepato 

20090 Sagrate 

Prezzo: L. 900.000 + IVA 9% 


foglio di lavoro», «l'area grafica» e il 
foglio delle «macro». 

La prima è il tool di base del pacchet- 
to; nella più rigorosa e tradizionale ve- 
ste di spreadsheet, Excel non ha abban- 
donato la classica notazione a casellario 
ereditata fin dai tempi del leggendario 
VisiCalc; ovviamente la somiglianza è 
tutta qui; il rapporto è di uno a mille! 

Il programma, sebbene di 800K circa, 
non é presente in memoria compieta- 
mente; grazie alla particolare tecnica 
della segmentazione, vengono media- 
mente occupati circa 250K di memoria 
centrale; questo rende anche questa 
versione utilizzabile su macchine della 
classe del 512 Enhanced, del Plus e 
deirSE con 1 Mega di memoria centra- 
le, anche se 2 Mb di RAM sono la base 
minima per una gestione veloce di fogli 
appena più che ridottissimi. 

Il menu a barra è composto da 8 
elementi principali, oltre la «mela» che, 
sotto le informazioni, evidenzia la quan- 
tità di memoria disponibile e la presenza 
di coprocessore matematico (che viene 
nconosciuto automaticamente, e la cui 
utilizzazione e presenza è del tutto tra- 
sparente all'utente). Alla base del foglio 
esiste una finestrina che ricorda costan- 
temente la tecnica di accesso all'help in 
linea, molto ben organizzato visto che 
occupa la bellezza di 300K circa. 

E passiamo al foglio vero e proprio di 
caratteristiche di tutto rispetto; tentan- 
do una similitudine si potrebbe dire che 
Excel sta a Wingz come un ingegnere 
sta a un architetto. Quello che in Wingz 
è grazia e look, in Excel è tecnica e 


forza bruta. Senza sprecare energie nel- 
l'aumentare a dismisura l'ampiezza del 
foglio (16.384x256 celle disponibili, ma 
chi avrà mai la forza di utilizzarle tutte?) i 
progettisti di Excel hanno risen/ato tutte 
le loro energie nel dotare la loro creatu- 
ra delle più ampie e sofisticate funzioni. 
Il primo gran vantaggio rispetto alia ver- 
sione precedente è soprattutto pratico: 
la barra di scorrimento è fatta per esplo- 
rare solo la parte di foglio effettivamen- 
te impegnata nel calcolo; tutto ciò è di 
grande utilità in quanto non si rischia, 
come altrove, di saltare centinaia o mi- 
gliaia di posti sbagliando di pochi milli- 
metri nelTazionare la barra. Ancora, la 
maggior parte delle funzioni presenti 
sono legate direttamente (bene) alla 


memoria disponibile, e, comunque, so- 
no del tutto personalizzabili (è possibile, 
ad esempio, costruire funzioni di giorno- 
ora sofisticatissime); ancora, nelle fun- 
zioni di database vediamo caratteristi- 
che di relazionalità che neppure ci im- 
magineremmo in un programma che 
poi un database non è. Ma vediamo in 
maniera più organica le diverse parti di 
questo mostro. 

Il viror/(s/ieet di base 

Il foglio di lavoro di base è preregola- 
to ad una larghezza di 12 caratteri e ad 
una altezza tale da far leggere un carat- 
tere Geneva da 10 punti; si tratta di una 
regolazione generica, che non ha alcun 
significato particolare, e che, ovviamen- 
te. va modificata secondo le nostre esi- 


ta diverse op?ioni di 
stampa e salvataggio: 
interessante le comu- 
ne ad altri pacchetti 
MicrosoW la possibili- 
tà di dare uno sguardo 
alla pagina finita 




MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 






MACINTOSH 




genze; la colonna può raggiungere l’am- 
piezza di 255 caratteri e l'altezza di 409 
punti; ciononostante, e puesta è una 
limitazione, lo scritto resta sulla prima 
riga e non è possibile utilizzare una 
altezza superiore a quella standard per 
funzioni, ancorché ridotte, di word pro- 
cessing (sotto questo punto di vista 
Trapeze, di cui parleremo la prossima 
volta, dà punti a tutti). Le specifiche del 
foglio sono riportate a lato; ricorderemo 
qui, a titolo di esempio, la utilizzabilità di 
font e grandezze e stili, i ben 128 tipi di 
formato (numerico, di data, personaliz- 
zati) diversi, la precisione dei numeri 
fino alla quindicesima posizione, le 131 
funzioni incorporate, il numero virtual- 
mente infinito di finestre e tabelle, nu- 
mero limitato solo dalla memoria dispo- 
nibile. la digitazione completamente as- 
sistita di nomi e funzioni, il ricalcolo 


automatico intelligente (vengono rical- 
colate solo le caselle che sarebbero 
modificabili dalla introduzione di nuovi 
valori nel foglio), la gestione a matrici 
sparse, e cosi via. 

Chi ha già usato in maniera professio- 
nale le precedenti versioni di Excel, in 
particolare la 1,5,,. non ha trovato poi 
molto di più. net mio dire, di quanto non 
fosse già abituato a vedere nella versio- 
ne più vecchia in suo possesso; sareb- 
be un errore sottovalutare lo sforzo ese- 
guito dagli implementaton per giungere 
a questa nuova versione. A parte l’intro- 
duzione di almeno una quarantina di 
nuove funzioni, e la introduzione di ben 
224 funzioni macro già incorporate, tut- 
te le funzioni già esistenti sono state 
rivisitate e migliorate, anche in maniera 
notevole (si pensi ad esempio alla pos- 
sibilità di costruire un database con ol- 


tre 16000 record x 256 numero di 
campi X 255 caratteri). 

Il foglio di base, oggi è servito da una 
«velina» se così si può dire, di «note», 
cosa è una nota? Semplice, come l'uo- 
vo di Colombo. Un foglio note può 
essere pensato come un foglio del tutto 
simile a quello principale, e da esso 
coperto, che incamera, nelle celle corri- 
spondenti, commenti, evidenziature. in- 
formazioni, 0 tutto quanto può essere di 
aiuto per tenere a mente quello che è 
invece nel foglio principale; tanto per 
fare un parallelo, è come se un pro- 
grammatore disponesse, per ogni riga 
del programma, di una sottoriga m cui 
inserire, se necessario, un REM relativo 
alla riga principale stessa 

Si tratta di una utility di indubbia effi- 
cacia. se si considera che è possibile 
associare a ogni cella una nota (magari 



Le /orwattazion: disponiùili che. nel caso dei numen, sono ulienomenie personalazaM dal/'ulenie 


190 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


MACINTOSH 



fumioni di database, ceno non al top delle prestaiioni. ma superiori a tutto quanto visto finora altrove 


creandosi una macro, anche con Macro- 
maker e Automac). C'è da tener presen- 
te che le note possono essere applicate 
non solo al foglio di lavoro, ma anche al 
foglio macro {indubbia in questo caso 
l'utilità) e che ogni nota può mostrare 
nove tipi diversi di informazioni detta- 
gliate circa la celia attiva (v. figura). É 
possibile, ancora, scorrere, mentre an- 
cora la finestra informazioni è sullo 
schermo, rapidamente tutte le celle del 
foglio 0 intervalli stessi del foglio, usan- 
do un comando speciale. 

Si è già detto del numero massimo di 
fuzioni personalizzate, limitato solo dalia 
memoria disponibile, cosi come solo da 
questa è limitato il numero massimo di 
nomi, di tabelle e di finestre per foglio 
di lavoro. È aumentato il numero massi- 
mo delle Iterazioni (giunto a 32767} e il 
numero di chiavi per l'ordinamento dei 
database (ma di questo parleremo tra 
poco), La gestione del colore è comple- 
ta. con sedici colon di primo piano, 
sedici colon di sfondo, e 2656 combina- 
zioni possibili. Le possibilità offerte dalla 
LaserWriter sono. oggi, sfruttabili più a 
fondo, anche se non è ancora possibile 
acquisire tutte le potenzialità del Post- 
Script. Infine il calcolo è stato meglio 
ottimizzato, con un aumento di velocità, 
nspetto alla versione precedente, di cir- 
ca il 30% {a proposito, utilizzando il 
Multifinder. si presenta uno strano bug; 
eseguendo il calcolo manuale di grandi 
fogli di lavoro, occorre prestare attenzio- 
ne, in quanto, probabilmente per inter- 
ferenza dell'algoritmo di ricalcolo con il 
sistema di controllo e gestione di Multi- 
finder, può capitare che il calcolo si 
fermi senza che sia stato esteso a tutte 
le celle del foglio di lavoro; speriamo 
che la Microsoft si sia accorta di ciò e vi 


Le caratteristiche 
di Excel in breve 


Foglio di base 

Dimensioni massime 
del foglio 

larghezza di colonna 
altezza di riga 
formati (in totale) 
n. dei colorì per foglio 
precisione dei numeri 
funzioni incorporate 
funzioni di database 
funz. macro incorporate 
funzioni personalizzate 
nomi per foglio 
tabelle per foglio 
iterazioni di calcolo (max) 
finestre per foglio 
riquadri per finestra 
intervalli selezionabili 
Database record 

car. per campo 


Grafica 

tipi di grafico 
n. di grafici 
collegati tra loro 
riferimenti grafico-foglio 
coordinate (max) 
coordinate 
per serie (max) 
stili di linea 

combinazioni 
motivo-colore (max) 
Foglio Macro 
Funzioni macro 
Funzioni foglio di lavoro 
Funzioni totali disponibili 
accesso simultaneo 
numero di barre menu 


6384x256 
256 car. 
409 punti 
64 

illimitato 
15 cifre 
131 
11 
224 

illimitate 

illimitate 

illimitate 

32767 

illimitate 

4 

2048 

16383 

256 

256 

3/illimitate 
(v testo) 


illimitato 

256 

2000 

8100 

5 

16 

2056 


ponga immediatamente rimedio, visto 
che si tratta di qualcosa che può portare 
a errori di valutazione dei risultati davve- 
ro gravi; vi suggerisco, se mi consentite 
un escamotage; se si vuol essere dav- 
vero sicuri del risultato basta eseguire 
un salvataggio del foglio: poiché Excel 
prima di questa operazione ricalcola tut- 
te le celle, il gioco è fatto e il problema 
aggirato). 

Prima di chiudere sul worksheet. 
qualche accenno al database; come 
ben noto in tutti i programmi di questo 
genere, a cominciare dal vecchio Lotus- 
Jazz e Quartet prima maniera, questo è 
sempre il tallone d'Achille di pacchetti 
di questo genere. Excel si comporta, 
come un buon database, anche se sen- 
za tante sofisticazioni; le caratteristiche 
di DB qui presente non possono certo 


Scambio di dati tra Excel 
e altri formati 


/^ertura e salvataggio diretto dei file 
secondo formati prefissabili. 
QuicfcSwitch con Microsoft Word 
Formati supportati: testo, valori separati 
dalle virgole, formato Sylk, formato Lotus 
123 versione 1 e 2. formato Data Inter- 
change. formato DBase II e III. 
Identificazione dei formati: 


Formato Excel 
Testo (con tabi 
Testo formattato 
Valori (separati da virgole) 
Formato Sylk 
Formato Lotus 123 
(vers. 2.01 

Formato Data Interchange 
Bitmao 


CF_BtFF 

CF_TE)CT 

CF_RTF 

CF_VSP 

CF_SYLK 

CF_WK1 

CF_DIF 

CF.METAFILE- 

PICT 

CF_BITMAP 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


191 


MACINTOSH 



Il menu opzioni, ira cui utilissima la possibilità di delermmare i loop di ilerazione 
e gli scarti accailabili retativi 


La linesira di informaaioni relaiive alla cella, peccato non si possa intervenire 
direttamente su di essa per modificare i parametri in vigore 



paragonarsi a un FileMaker, a un Reflex 
0 a un Business FHevision, ma consen- 
tono interazione tra moduli, impostazio- 
ne di campi calcolati e protetti, definizio- 


..■iiiwffHmii 


ne di criteri immediati o calcolati nel 
foglio di lavoro, estrazione dal database 
di altri fogli di lavoro, e relativi collega- 
menti; non male, in fondo, per una 


Una miscellanea c 
lormaii disponibili i. 
ambiente grafico 



aggiunta a un programma che fonda- 
mentalmente è chiamato a fare cose 
diverse. 

Sotto questo punto di vista il databa- 
se è corredato, sul manuale, di una 
stringata ma chiara e esauriente sezio- 
ne di riferimento. Il numero massimo di 
record è di 16383, con 256 capi per 
ogni record (non male, per la verità); la 
lunghezza massima di campo è rappre- 
sentata dai soliti 255 caratteri (non si 
poteva davvero chiedere di più). Mentre 
è possibile chiamare fino a un massimo 
di tre chiavi per l'ordinamento, numero 
che diviene virtualmente illimitato quan- 
do si usano ordinamenti consecutivi. 

L'area grafica 

Microsoft Excel non dispone, come 
Wingz e come Trapeze, di grafica inte- 
grata direttamente nei foglio di lavoro: 







ItiicteulDo.TI 

Irr.c,d.n.....| 


192 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 



MACINTOSH 



( ■« 1 

1 ^ ^ ^ ^ 1 

C-nnull.) 

□ m [g [0 SI 0 SI 1 1=1 r=i r=q | 


Olni'iiibile 
O Interno 
Otr'ern» 
SlnterooconlB 

®lnu»iblle 

Omierno 

OEslerno 

Olntorooconle 

ONe.oeno 

OBn.oii 

OWI" 

®Ulcln«egllo 



Ancora in amtnenle grafico un esempio di formaltszior, 



per lavorare in grafica occorre aprire un 
foglio a parte (quando si apre un foglio il 
sistema chiede di scegliere tra foglio di 
lavoro, grafica e macro), cui trasferire 
coi solito sistema di taglio e cucito dati 
selezionati in un foglio di lavoro. Le 
caratteristiche principali sono riassumi- 
bili nella formattazione diretta dei grafici 
con una sene di comandi da menu, la 
disponibilità di pulsanti per facilitare lo 
spostamento tra i comandi di formato, 
l'uso di frecce, legende, titoli e etichet- 
te di testo indipendenti o collegate, 
aggiornamento automatico delle coordi- 
nate mancanti o fuori range, inversione 
automatica facoltativa del motivo dei 
simboli grafici per i valori negativi, scale 
di diverso tipo (lineare, logaritmica e 
semilogaritmica), possibilità di scelta e 
customizzazione nella griglia principale 
e secondaria, degli assi e della spaziatu- 
ra dei «tick» di gradazione delle catego- 
rie. impostazione automatica del tipo di 
grafico preferito, combinazione di grafi- 
co principale-sovraimpresso. Esistono 
ben 44 tipi di grafici diversi, ed è possi- 
bile collegare un numero illimitato di 
grafici a un foglio di base. Come d’al- 
tronde già in precedenza, è possibile 
tagliare tutto quanto presente sul foglio 
e conservarlo negli appunti, per poi in- 
collarlo in qualunque programma di gra- 
fica per gli opportuni aggiusti e ridimen- 
sionamenti. 

Si tratta di un package grafico di 
notevole valore, anche se sa di «déjà 
vuii, essendo nient'altro che quanto 
presente nei vecchio Microsoft Chart; 
pur risentendo della pesante limitazione 
di non essere integrabile nei foglio di 
lavoro direttamente, dimostra una note- 
vole flessibilità intrinseca e una ampia 
capacità di adattarsi a situazioni anche 


piuttosto complesse. La separazione 
delle due aree (grafica e di calcolo) 
fornisce comunque al programma quel- 
la velocità che poi non è il fiore all’oc- 
chiello di Wingz. 

L'area nmacro» 

Si tratta, probabilmente, dell'area che 
ha subito le più sottili ed efficienti modi- 
fiche: resta comunque l’area di sviluppo 
più entusiasmante, rappresentando dav- 
vero lo stato dell’arte della tecnica pro- 
grammatoria e una palestra efficace e 
potente di utilizzo da parte dell’utente 
più avanzato ed esperto (anche se è 
facilmente e utilmente accessibile an- 
che da chi è ai primi passi nell'uso di 
questo programma). 

Le caratteristiche di questo eccezio- 
nale ambiente sono cosi riassumibili: 
possesso di un completo linguaggio 
procedurale, condivisione di programmi 
(fogli) macro tra documenti, frasi macro 
per loop, possibilità di costruzione di 
tasti macro e di richiamo di biblioteche 
di subroutine, menu e finestre definibili 
dall’utente, uso del Oialog Editor (ne 
parleremo tra poco), accesso macro ai 
file ASCII, tanto per citare a braccio. 

Ma che cosa è una macro Excel? (È 
qualcosa di più della solita macro Lotus 
0 Quattro; non per niente ad esse è 
dedicata la maggior parte del secondo 
volume di accompagno del pacchetto). 
Una macro, per definizione generale, è 
un programma definito dall’utente o 
precostruito. che Excel utilizza per svol- 
gere compiti e calcolo: esse si dividono 
in due gruppi fondamentali, i macroco- 
mandi e le macrofunzioni. 

I primi portano a terrriine una sene di 
operazioni (anche meccaniche, come 


una registrazione o una stampa) auto- 
maticamente, le seconde ricavano un 
valore da inserire in una formula o da 
visualizzare in una cella; resta comun- 
que il principio fondamentale che la 
maggioranza delle funzioni del linguag- 
gio Macro, a differenza di quelle del 
foglio di lavoro, ha la capacità di svolge- 
re azioni, vale a dire di produrre modifi- 
che in un documento o in una finestra. 
Il cambiamento di tipo di carattere, la 
selezione di un’area di lavoro, la defini- 
zione dei parametri di stampa o delle 
aree e dei criteri di gestione di un 
database, sono tutti esempi delle fun- 
zioni ottenibili attraverso il linguaggio 
Macro. 

Pergiungerea tanto, Excel oltre ai fogli 
di lavoro e ai grafici dispone di un terzo 
tipo di documenti; i fogli macro. L’aspet- 
to è del tutto simile a quello dei fogli di 
lavoro, solo che verranno visualizzati in 
esso una sene di comandi mnemonici, 
destinati a eseguire operazioni. Il vero 
vantaggio di questo tipo di operazione è 
che non occorre mandare a memoria 
codici strani e particolari (anche se niente 
impedisce di battere alla tastiera interi 
fogli macro), ma che il «listato» della 
macro viene creato automaticamente 
chiedendo al programma di imparare 
(ricordate il «learn» di Wingz?) quello che 
stiamo eseguendo e di rieseguirlo in 
nostra vece. 

Immaginiamo di voler registrare una 
macro di settaggio di base del nostro 
spreadsheet, con le relative preferenze 
in fatto di allineamento, bordature, cam- 
bio e Setup di pagina, formato di nume- 
ri, eventuali intestazioni e protezioni del- 
la pagina, ecc. Niente di più semplice; 
basterà chiamare «Registra macro» e 
eseguire, una volta sola, le «operazioni 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


193 


MACINTOSH 



di impostazione»; il gioco é fatto visto 
che la volta successiva sarà solo neces- 
sario chiamare «Esegui macro...» per- 
ché venga rieseguito pedissequamente 
tutto ciò che era stato fatto in prece- 
denza. Eseguire e modificare un macro- 
comando è gioco da ragazzi, dicevamo; 
ma è possibile andare ancora sul più 
fino, costruendo «macro razionali» o 
rendendo interattivi i comandi della ma- 
cro stessa: in questo secondo caso 
l’esecuzione delle macro si ferma du- 
rante lo svolgimento di un compito e 
richiede informazioni necessarie per il 
proseguimento dell’azione. Ancora, esi- 
stono macro che richiamano altre ma- 
cro {in sequenza virtualmente illimitata), 
e utilizzano macrofunzioni per chiamare 
macrocomandi e viceversa. 

Visto che ci siamo, restiamo nel cam- 
po delle funzioni per interessarci di un 
argomento di grande impegno; il calco- 
lo matriciale: Excel possiede quattro 
funzioni matriciali complesse, MDETER- 
MIN, MINVERSA, MMOLT, e TRA- 
SPORRE, che rappresentano notevoli 
facility precostituite per chi deve lavora- 
re con questi operatori (non si dimenti- 
chi che è possibile costruirsi funzioni e 
macrofunzioni definite dall'utente, per 
cui è possibile in pratica eseguire prati- 
camente tutte le operazioni matriciali di 
uso comune e specialistico (ahimè ricor- 
do che dieci anni fa dovetti, per il mio 
HP, comprare una ROM dedicala del 
pezzo di circa un milione di lire). 

// Dialog Editor 

Il linguaggio Macro consente di richia- 
mare una macro attraverso la combina- 
zione di tasti Command-Option e lette- 
ra. Si tratta di una possibilità molto 
comoda, ma le macchine di oggi ci 
hanno abituato a goderci la vita; allora. 


che cosa c’è di meglio che dimenticare 
certe strane combinazioni, e farci chie- 
dere direttamente dal programma cosa 
desideriamo tare? 

A ciò provvede il Dialog Editor, una 
applicazione già vista nella versione 
1 -5... che consente di creare, in maniera 
rapida e efficiente, delle finestre di dia- 
logo personalizzate per i macrocomandi 
di Excel- Grazie a questa nuova utility, è 
possibile creare delle finestre di dialogo 
esattamente come si desiderano, ed 
inserire le relative informazioni in un 
foglio macro, il tutto in maniera assolu- 
tamente trasparente all'utente. 

Il provvedimento è molto semplice, 
ma abbisogna di una piccola fatica a 
monte; per evitare di perdere poi tem- 
po in modifiche tediose e asfissianti, è 
bene (cosa che comunque è sempre 
opportuno fare, in questo come in altri 
programmi e applicazioni) disegnare 
uno schema generale delle cose che si 
desiderano fare. Una volta schematizza- 
to sulla carta il layout della finestra di 
dialogo che si desidera creare, avviare 
Dialog Editor, creare la nuova finestra 
con i tool a disposizione, copiare questa 
negli appunti, avviare o attivare (meglio 
se si lavora col Multifinder) Excel, e 
inserire le coordinate della finestra di 
dialogo in un foglio macro. 

Il foglio macro conterrà automatica- 
mente tutti i token per l'esecuzione 
delle relative macro collegate ai pulsanti 
0 alle chiamate in generale presenti nel 
foglio. Il gioco è fatto: se si considera 
poi che, lavorando con un foglio macro, 
possiamo inserire quanti fogli di dialogo 
vogliamo, quant'è bella la vita facile!! 

Conclusioni 

Ricordate VisiCalc e le nottate di su- 
dore per il relativo debug, così da giun- 


gere a un foglio che non fosse un’ac- 
cozzaglia mcomprensibile di numeri? 
Oggi Excel fa molto meglio, più in fretta 
e più facilmente- Grafica di prim'ordine, 
potenza di calcolo impressionante, fogli 
macro tanto facili da creare che ci vien 
spontaneo chiederci come si faceva pri- 
ma! Credo che si possa conoscere a 
fondo Excel solo dopo diversi mesi di 
uso intenso e anche allora sarebbe tan- 
to elastico e polimorfo da poter convin- 
cere l'utente a ricomiciare daccapo, sta- 
volta sperimentando. 

Credo che questa sia la vera arma di 
questo programma, la possibilità di spe- 
rimentazione; il principio è che con Ex- 
cel non esiste niente che non sia modi- 
ficabile in meglio. Dopo l'irrazionale anti- 
patia che ho nutrito inizialmente per 
questo genere di pacchetti, da un anno 
è cominciato il mio grande amore per gli 
spreadsheet e per questo «mostro» in 
particolare; sebbene lo usi abbondante- 
mente per il mio lavoro professionale, 
non passa settimana che non rivisiti i 
miei amati fogli per qualche modifica e 
miglioria che, magari, mi è venuta in 
mente durante una elucubrazione not- 
turna (anche perché soffro d’insonnia) 
Limiti 0 difetti? Chi possiede solo pregi 
scagli la prima pietra! C’è qualche bug 
che ogni tanto fa capolino (cose da 
poco, senz’altro!), e la mancanza di gra- 
fica integrata net foglio si fa un po’ 
sentire (ma forse la cosa, come diceva- 
mo avanti, è stata voluta, per non morti- 
ficare la velocità e la potenza di calcolo) 
Ma si dispone, se mi si consente il 
paragone che solo una volta ho usato 
su queste pagine (mi pare per Overvue 
2.0), di una moto di grossa cilindrata, 
colla quale correre a proprio piacimento 
in una selva di numeri e funzioni; pro- 
prio come fa C'mell con la sua (Mitsu- 
bishi. M 


194 


li^Cmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 



Much More Than Just A Scanner - A SUPERIOR SOLUTION 


I 

IBM PC^XT/AT^386 or MACINTOSH Compatibles 
Reai 400 dpi resolution 
3 halftones & 32 levels of grey 
105 mm scanning width 

The package comes complete with INFO Scanner. Interface 
Guide Pali. La Palette (Scanning. Editing & Painting^^ 



^^^^^^^^s^ware)& INFO 




I nn HANNOVER MESSE 

^CeBIT'90 


• OEM, DiSTRIBUTOR 




AMIGA 


Word Processor 
L’evoluzione della specie 

seconda parte 


Già, l'editoria personale... 
Quanti di noi stanno subendo 
il fascino del DTP e, di 
conseguenza, subendo le 
infinite possibilità in questo 
campo? Ed in ambito Word 
Processing, tanto per 
ripeterci, dove sono i confini 
tra di esso e l'editoria 
«do-it-yourself»? 
Probabilmente sono più labili 
di quanto pensiate e 
proveremo a dimostrarvelo... 


Nella prima parte, lo scorso mese, 
sono stati affrontati vari aspetti della 
questione con evidenza di programmi e 
tecniche specifiche sul miglior utilizzo di 
wp della seconda generazione - quella 
comprensiva di grafica, tanto per inten- 
derci — : sono stati brevemente analiz- 
zati pacchetti più o meno «poderosi e 
ponderosi», la netta e sostanziale diffe- 
renza fra trattamento bitmap e struttu- 
rato dei loro prodotti (anticamera del- 
l’ambiente PostScript), e l'impiego di 
utility prettamente mirate alla stampa 
— only bitmap — che ci allevino la 
sofferenza di tempi di attesa snervanti 
per poi vedere, ma sempre e comun- 
que. grafica su carta limitata, ahimè, alla 
classica rappresentazione simil-hardco- 
py dei nostri lavori. 

A questo punto l'evoluzione della 
specie ci consente di provare ad entra- 
re, con umiltà e rispetto, nel mondo 
della stampa PostScript — che sia laser 
0 no —, mondo che ci offre un'infinita 
gamma di prestazioni e possibilità in 
ogni campo del nostro lavorare, dilettar- 
si 0 curiosare. 

Abbiamo già parlato delle ottime ca- 
ratteristiche di Excellence! Come pac- 
chetto «tout court» nel campo dei wp; 
quello di cui ci occuperemo ora è la sua 
reale possibilità di stampa in modo 
PostScript. Una delle sue peculiarità è 
infatti quella di supportare tale preroga- 
tiva in forma semplice e comoda. 

Sostanzialmente standard nel trattare 
detto linguaggio, esso verrà invocato 
dal menu «Print» con un requester in 
cui sarà necessario richiedere tale stam- 
pa, insieme al «path» del file, cioè se 
direttamente su porta seriale oppure su 
disco. Tutto qui- E le controindicazioni? 
Diverse ed inquietanti; prima di tutto la 
sola stampa in black & white, — infatti 
non ha possibilità di separazione colore 
per quadricromie in uso delle unità di 
fotocomposizione -, poi il trattamento 


delle immagini IFF presenti nel testo 
che verranno «bitmap-izzate» inesorabil- 
mente — questa è una mancanza che si 
fa sentire 

Un'altra limitazione riguarda poi il sup- 
porto dei font circoscritti a solo 4 tipi di 
famiglie dello standard PostScript — 
cioè le classiche Times, Helvetica, 
Courier e Symbol —, Le loro dimensioni 
sono consentite in 8, 1 2, 1 6 e 24 punti 
— a proposito, il suo manuale consiglia 
di stampare in tale modo con un pitch di 
15, cioè con 15 caratteri per pollice —, 
ed oltre a ciò è indispensabile la presen- 
za, questa si standard, delle caratteristi- 
che «.metrica dei file font corrispon- 
denti. 

In ultima analisi è necessario che ogni 
font sia accompagnato da due file che 
la riguardano, lo standard Amiga e quel- 
lo «.metrica per consentire il VNYSIVVYG 
su video e, molto più dettagliatamente, 
su carta. 

Quindi attenzione, senza la loro pre- 
senza E! stamperà in puro bitmap da 
screen tutto quello che trova, anche su 
laser o unità di fotocomposizione. 

Tutto ciò credo sia facilmente miglio- 
rabile, in special modo la gestione delle 
immagini IFF in ambito PostScript, ma 
certamente quello che si richiede è sen- 
za dubbio un salto nel mondo DTP, ed a 
questo punto si troverà a concorrere 
con pretendenti ben piu poderosi ed 
agguerriti che non nel suo campo; 
auspichiamo comunque una scelta chia- 
ra della M.S.S. sulle possibilità future di 
Excellence! Che, tutto sommato, sono 
già notevoli, a cui però manca un pizzico 
di affidabilità per renderlo un vero «ma- 
sterpiece», come recita la sua pubblicità 
d'oltreoceano. 

L'altro pretendente al trono era ed è 
senz'altro ProWrite; giunto alla reiease 
2,5, a cui sono state aggiunte possibilità 
notevoli quali il «wrap-around» di testo 
intorno alle immagini, controllo di sintas- 


196 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


AMIGA 


si contemporaneamente alla battitura di 
un documento, stampa via Preferences 
di font residenti nella stampante, a sosti- 
tuzione di quelli a video, con insieme la 
grafica inserita nel testo, ha finalmente, 
dulcis in fundo, un PW Converter che ci 
consente di importare, tradotti in forma- 
to ProWrite, file di testo provenienti da 
Textcraft Plus, Scribble! e TextPro, con 
le proprie formattazioni rispettate, per 
una migliore impaginazione. 

Indispensabile partner di tutto ciò è 
ora presente ProScnpt, utili^ espressa- 
mente scritta per convertire i file di 
ProWrite in modo PostScript, 

Essa infatti permette di leggere testi 
in formato IFF — propri del suo compa- 
gno, ma anche direttamente, senza tra- 
duzione, da Scribble!, TextPro e Text- 
craft Plus —, ed inviarli alla stampante o 
su di un file. Di facile utilizzo, si potrà 
scegliere tra vari formati del foglio — 
tutti gli standard con in più il tabloid —, 
pagine fronte-retro, la scalatura, forma- 
to potrait 0 landscape — verticale od 
orizzontale -, oppure scelta di unità di 
misura — pollici, cm o punti —, 

Due saranno i modi di impiego: uno 
con I file provenienti dagli altri wp men- 
zionati, dove sarà necessario scegliere 
con quale font stampare il documento, 
a sostituzione di quella originale, ma 
non se ne potrà avere più di una con- 
temporaneamente, quindi un solo stile 
per l'intero testo; l'altro con file ProWri- 
te dove avremo accesso a più possibili- 
tà, ma non tutte quelle canoniche pro- 
prie del linguaggio, tra cui la sostituzio- 
ne di default dei font utilizzati in ragione 
di uno schema assai semplice - con- 
versione delie Opal, Granite e Diamond 
usate in Helvetica, le Ruby e Marbie in 
Times e le Topaz e tutte gli altri font in 
Courier —, come pure stampa di testo 
in solo nero oppure colore PostScript. 

Sono quindi presenti i file «.metrica 
dello standard Adobe in 9, 10. 12, 14, 




Il rsquesier eh stampa 
di Exceltence'. sono 

ed é sellato il modo 
• PostScript" Non é 
presente l'opsione di 

forse giustamenie. co- 
me pure possibilità di 
formati Potrait o Land- 




197 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


AMIGA 


18 e 24 punti ed il suo piatto forte, 
probabilmente, è nel trattamento delle 
immagini inserite nel testo; tramite re- 
quester infatti, il «General», si potranno 
scegliere tra 2, 4, 16 o 256 livelli dì 
grigio, quando si dovranno convertire 
immagine a colon per i «mezzi toni» di 
una laser, come pure consentire la scel- 
ta della densità di linee «halftone» ed il 
numero di esse per pollice, indispensa- 
bile per una corretta interpretazione dì 
come il PostScript renderà una immagi- 
ne bitmap. Oltre a tutto ciò poi è pre- 
sente l'opzione di salvataggio del file in 
formato ASCII Postcript per un suo uso 
verso un centro di stampa specializzato. 

Certamente non è ancora il massimo, 



ProWriie 2 5. dò gui 
pane l'avveniura della 
New Horaans vergo il 
mondo Posiscnpl. in 
evidenza il modulo 
PW Convener. adatto 
alla tiaduaione di lite di 
alili wp in IFP Tem 



ma quelli della New Horizons ci hanno 
abituato, già da diverso tempo, ad una 
costante evoluzione dei loro prodotti e 
con questa ultima fatica, stanno lenta- 
mente ma decisamente migliorando a 
tutto nostro vantaggio. Bravi davvero! 

A questo punto stampare in PostScript 
potrebbe diventare una allegra consue- 
tudine e, senza entrare nel mento di 
casistiche DTP, si potrà già fare un 
ottimo lavoro con gli strumenti di cui già 
ora si dispone: non saranno al livello di 
altri sistemi — a prescindere dal bino- 
mio macchina/programma —, è vero, 
ma cosa si può pretendere di più da un 
word processor — nel senso classico 
del termine — ? 

Contemporanteamente, però, po- 
tremmo avere bisogno di accessori sup- 
plementari ai pacchetti or ora visti, e ciò 
per tanti motivi, tra cui il trattamento 
della grafica prodotta ed esportata da 
programmi di pamtig, alla digitalizzazio- 
ne di immagini reali, alle acquisizioni di 
figure e testi mediante scanner e simili 
strumenti. 

Vorremmo quindi entrare net mondo 
delle utility dedicate a tali soluzioni e 
per iniziare si potrebbe analizzare la 
serie della S. Anthony Studios denomi- 
nata «LaserUp!» che comprende forse 
le piu esaustive a tale scopo. Presenti 
sul mercato USA da diverso tempo, e 
sicuramente non ancora importate in 
Italia si compongono di «Utilities Voi. 
1», atte alla conversione di file di testo 
generico in formato PostScript median- 
te i cosiddetti «embedded commands», 
cioè il trattamento dei vari stili di scnttu- 
ra tramite comandi backslash-*-lettera 
del codice, quali «\B per avere una 


198 


MCmicrocomputer n 94 - marzo 1 990 



AMIGA 


boldface oppure «M» per Titaltc, eco. — 
basterà allora importare un testo ed 
automaticamente se ne avrà la conver- 
sione: — oppure parlare di «Print 1.2», 
eccellente programma che, leggendo 
ogni file IFF bitmap, anche in modo 
HAM, ne fa una versione PostScript; la 


sua capacita è fino a 48 livelli di grigio, 
ha opzioni per controllare il contrasto 
dell’immagine, permette il trattamento 
in quadricromia e se ne potrà variarne le 
dimensioni, oltre a scalatore e sposta- 
menti. Il tutto si potrà inviare in stampa 
oppure in formato EPS su file per esse- 


re magari importato poi in ambienti 
DTP. 

Altra comoda possibilità è quella of- 
ferta da l'Plot 1.2» che converte file in 
formato Aegis Draw e Draw Plus in 
standard PostScript; al solito se ne po- 
trà avere una versione da stampa su 
ptotter compatibile oppure EPS per ulte- 
rion elaborazioni. 

Ma quello che forse alzerà decisa- 
mente il tiro, in futuro, sarà senz’altro il 
già annunciato - e presentato — 
<iDraw)i che consentirà, adottando l'A- 
dobe Display PostScript, linguaggio già 
impiegato da un «certo» Steve Jobs in 
una «certa» macchina -NeXT-, di dise- 
gnare automaticamente in tale formato 
a video, con fonti vettoriali, auto-trace 
grafico ed altro ancora! 

Per chiudere poi la serie, è anche 
presente un «Fonts Voi. 1 », consistente 
in 3 font PostScript «downloadable» su 
stampante, con le versioni a video e 
«,metric» ad uso Professional Page. 

Concludendo, è un vero peccato che 
tutto ciò sia virtualmente sconosciuto in 
Italia e senz'altro ne auspicheremo una 
loro veloce importazione, perché ne va- 
le la pena; saremo esauditi, chissà? 

Dopo tutto però anche in ambito Sha- 
reware 0 PD si trova qualcosa del gene- 
re; mi riferisco a «IFF2PS» utility di 
conversione file IFF, come pure 
«CLAZ», di pubblico dominio, che in 
sostanza fa Io stesso. 

Siamo cosi giunti alla conclusione del 
nostro discorso; l'obiettivo era quello di 
dimostrare, per quanto possibile i pregi 
e I difetti della nuova generazione di 
word processor per Amiga che sta 
prendendo corpo, spinti da esigenze 
sempre più complesse e variabili ma 
anche dettate da felici scelte delle Soft- 
ware House coinvolte, e crediamo di 
aver raggiunto lo scopo. In ultima anali- 
si. non è certo necessario ricorrere alle 
sole tecniche DTP per avere un ottimo 
prodotto fra le mani, anche riguardo ai 
fasti della stampa laser. Tutto è miglio- 
rabile, e qualcosa — vedi Excellence! e 

10 stesso ProScript — dovrà esserlo al 
più presto, ma l’influenza sul mercato di 
simili prodotti è dettata dall'utenza che 

11 richiede o dai produttori che li impon- 

gono? In attesa di una risposta, e riman- 
dandovi ai prossimi articoli di tale natura 
in cui vedremo le ottime qualità di pro- 
dotti come Pixelscript e simili, provate 
ad iniziare un simil-DTP in questo modo 
Ne vedremo delle belle! mc 


«IPS-Moba- 

MCr*>tor: •xcall«nc*! (e) 1967,86. Hiero-Sy>t«BS SoZtoare 
MBodCoanant* 

6S /byphen 152 /dotlaail /orava /acuta /circuBllax /tilda /dlaraala 
/rlno /cadllla /tpaca 16 « /currancy 166 /bar 168 /diareala 
/copyriobt /ordfealDlne 172 /loQlcalnot /.ootdef /raoiatered /nacron 
/rlno /.notdaf /.notdet /daooar /.notdaf /.notdef 163 /bullat 165 
/.notdat /ordBaaculine 166 /.notdaf /.notdaf /.notdaf 192 /Agrave 
/Aacute /Aclrcuaflex /Atllda /Adleraala /Arino /XE /Ccadilla /Sgrava 
/Bacuta /Ecircuaflex /Bdiaraala /Igrave /lacuta /IclrcuBflax 
/Idlaraala /.notdaf /«tilde /Ograva /Oacuta /Ocircunflex /Otilde 
/Odlaraala /.notdaf /Oalaab /Ugrava /Uacuta /UcireuBflax /Udlaraala 
/.notdaf /.notdaf /geraandblt /agrave /aaeuta /aclrcuatlax /atllda 
/adlereali /arlng /aa /ccadilla /agrava /aacuta /acircuaflex 
/ediereaia /Igrave /iacute /Icircuaflax /Idiereait /.notdaf /ntilde 
/ograva /oacuta /oclrcuaflax /otilda /odiereaia /.notdaf /oalaah 
/ugrava /uacuta /ucircunZlex /udlaraala /.notdaf /.notdaf /ydieraaia 


/recoda I 

findfont begin 

eurrantdict dup length dict bagin I 

1 index /FIO ne IdetI ipop popi Ifalaa 
I forali 

/FontHaMe axcb daf dup Itngtb 0 ne I 
/Encoding Encoding 256 array copy daf 
0 axcb I 

dup typa /nanetypa aq I 

Encoding 2 index 2 index put 
pop 1 add 



curreatdlct dup end end 
/FontNaaa gat axcb definafont pop 
I bind daf 

/chgfont I 

cvn AnigaCodlng /AnlgaFont 3 2 roll 
recode /AnigaFont findfont axcb 
aakafont aatfont 
I bind daf 

/undarline [ 

curraotpolnt currentfont dup 
/FontHatrix gat /yacala axcb 3 gat daf 
/Fontinfo gat dup 

/UnderlinaThlckneas gat yacala duI letlineaidtb 
/ullne exch /UnderlinaPoaition gat yacala oul daf 

4 2 roll uline add 4 3 roll ulina add noceto linato atroka 
I bind daf 

«AEndProlog 

[24.000 0 0 24 0 0] () cbgfont 
0.200 aatgray 


Una pane Oel file pi prova, a mo' di listato, è standard nella giusta misura ed è leggermente piu complesso 
di duelli generali, per esempio, da paccrieui DTP tipici gush Professional Page o PageStream 


MCmicrocomputer n 94 -marzo 1990 


AMIGA 


coordinamento di Andrea de Prisco 


Programmare in C su Amiga (20) 


In questa puntata 
completeremo lo scheletro di 
programma per la gestione 
dei menu via Intuition iniziato 
due mesi fa. Presenteremo 
inoltre nella scheda tecnica un 
interessante utilizzo del 
comando lisi di AmigaDOS 


Introduzione 

In questa puntata termina la prima 
fase relativa alla gestione dei menu in 
C. Completeremo cioè lo scheletro ini- 
ziato nella scorsa puntata, aggiungendo- 
vi un esempio di struttura a menu di 
tipo classico. Si tratta di una struttura a 
due livelli (menu e voci), in cui i vari 
elementi sono rappresentati da testi o 
titoli che dir si voglia, un po' come 
quella che si può ottenere con l'istruzio- 
ne MENU deir^m/gaSas/c- Questo 
scheletro può quindi già essere utilizza- 
to per una classe abbastanza vasta di 
programmi. In seguito aggiungeremo 
anche strutture più sofisticate, in modo 
tuttavia da garantire quella filosofia di 
sviluppo modulare che abbiamo intro- 
dotto fin dall'inizio, e che ci permette di 
togliere ed aggiungere funzioni con un 
impatto trascurabile sul resto del co- 
dice. 

Prima di entrare nel vivo dell'argo- 
mento di questo mese, tuttavia, vedia- 
mo di rispondere al quesito posto nella 
scorsa puntata e relativo all'utilizzo della 
grep.lib in un programma in C (vedi 
nota 1) 

Il codice in figura 5 (della 19‘ puntata) 
é corretto, in linea di massima, ma non 
è il più adatto al tipo di ncerca che si sta 
effettuando. Dato che stiamo cercando 
una stringa di caratteri in un testo, è 
meglio effettuare la scansione linea per 
linea, e non a blocchi di un certo nume- 
ro di byte. 

Quello che ci interessa è infatti in 
quale linee del testo si trova la stringa 
che cerchiamo, mentre se si utilizza il 
codice mostrato in figura, GREP ci ripor- 
ta in quale blocco di tot byte è stata 
trovata quella determinata stringa, il che 
non è particolarmente utile dal nostro 
punto di vista. Il programma va allora 
modificato aprendo il file in modo testo 
(non binario), ed utilizzando la fgetsO 
invece della freadO, e specificando un 
buffer più lungo della più lunga linea di 


testo che ci si aspetta di trovare. Va poi 
gestita la possibilità che una strìnga sia 
a cavallo di due linee. Questo si fa 
agganciando nel modo opportuno una 
linea alla precedente (sostituendo un 
newline \n con uno spazio), ed effet- 
tuando la ricerca sulla stringa risultante. 
Cosi ogni linea viene scandita due volte, 
ma almeno siamo sicuri di trovare ruffe 
le occorrenze che ci interessano. 

Ed ora vediamo come si identifica un 
menu in Intuition. 

Identificativi vari 

Quando Intuition ci notifica un evento 
di tipo MENUPICK. cioè della selezione 
da parte dell'utente di una voce o di una 
sottovoce, il codice del Messaggio 
(Campo Code) contiene un valore che ci 
permette di scoprire quale menu, voce 
e/o sottovoce sia stata selezionata (o 
meglio la prima selezione, in caso di 
selezione multiple). 

Se tale codice è diverso da MENU- 
NULL. allora è possibile usare tre ma- 
cro di sistema per estrarre da tale valo- 
re gli identificativi del menu, della voce 
e della sottovoce, se esiste. Le tre 
macro sono riportate in figura 1 e sono: 
MENUNUMUestrae l’identificativo del menu 
ITEMNUMO estrae l'identificaio della voce 
SUBNUMO estrae l’identlficativo della sot- 
tovoce, 

Tali identificativi corrispondono a 
quelli definiti dall'utente nel programma 
che costruisce i menu. La figura sum- 
menzionata mostra anche alcune co- 
stanti più 0 meno utili che possono 
essere utilizzate per ricostruire un codi- 
ce a partire dai singoli identificativi, gra- 
zie ad altre tre macro che operano in- 
versamente alle precedenti, o per effet- 
tuare dei test sugli identificativi stessi 
(come NOSUB) 

Attualmente il codice dei menu è una 
parola da 1 6 bit utilizzata per contenere 
tutti e tre i possibili identificativi, nel 
modo rappresentato in tabella A. 

Tuttavia è bene non fare assunzioni 
sul formato di tale codice; dato che 
nulla vieta gli sviluppatori del sistema 
operativo di modificarlo in una versione 
futura. Se si vuole essere sicuri di scri- 
vere un codice sempre allineato al siste- 
ma, indipendentemente dalle versioni, è 
bene utilizzare sempre le interfacce uffi- 
ciali. Nel nostro caso questo vuol dire 
utilizzare le macro di sistema or ora 
presentate. 


Il programma scheletro 

Veniamo adesso al programma sche- 
letro. Dall'ultima volta che lo abbiamo 
visto é cresciuto parecchio. Facendo 
riferimento alla figura 2 vediamo quali 
sono le pnncipali modifiche. Prendiamo 
in esame la parte comune, prima di 
tutto, quella cioè che contiene le dichia- 
rative globali dei tipi, delle costanti e 
delie variabili (semplici e strutture). 

Innanzi tutto, per comodità, abbiamo 
aggiunto alcuni nuovi tipi. Anche la lista 
dei prototipi delle funzioni interne è 
cresciuta, ma di queste parleremo più in 
dettaglio tra un po'. Nel blocco relativo 
ai puntatori alle principali strutture ab- 
biamo aggiunto un nuovo puntatore, 
molto importante, usato per allocare 
dinamicamente tutta una serie di strut- 
ture m modo molto flessibile, come 
vedremo parlando della StartAMO. Ab- 
biamo quindi aggiunto due nuove ma- 
scherine e finalmente riempito il blocco 
più importante: quello relativo alla defi- 
nizione dei menu. 

E qui è bene spendere due parole al 
riguardo , 

Benché le regole con cui si devono 
costruire i menu e riempire le strutture 
da passare ad Intuition siano ben defini- 
te. non esiste alcuna tecnica «ufficiale» 
da utilizzare per la definizione di menu. 
Ne risulta che ognuno fa a modo suo e, 
dato che è necessario riempire molti 
campi e legare fra loro le strutture in 
una struttura gerarchica che può risulta- 
re anche abbastanza complessa, succe- 
de spesso che il codice risultante sìa 
abbastanza contorto, illeggibile e poco 
flessibile. 

Partendo da una tecnica sviluppata da 
John T. Draper e da me sviluppata e 
migliorata in modo da incrementarne la 
flessibilità (vedi nota 5) e da ridurre le 
dimensioni del codice risultante, ho de- 
finito una tecnica di definizione dei me- 
nu che è appunto quella mostrata nello 
scheletro in questione. 

Ne consegue che le dichiarative utiliz- 
zate nel codice presentato, fanno pnnci- 
palmente parte della tecnica in questio- 
ne, piuttosto che delle regole di svilup- 
po di Intuition. Ovviamente esiste an- 
che un contro. La tecnica qui presentata 
è particolarmente utile quando si deve 
costruire una struttura a menu del tipo 
di quella creata dal comando MENU 
dell’AmigaBasic. anche se più comples- 
sa e con la possibilità di gestire molte 


200 


MCmiCfOComputer n. 94 - marzo 1990 


AMIGA 



più opzioni; tuttavia essa va ulterior- 
mente modificala nel momento in cui 
sorga l'esigenza di utilizzare nei menu 
immagini o voci miste (testo più imma- 
gini). Di fatto rimane sempre un'ottima 
base di partenza anche per strutture più 
sofisticate. 

Vediamo quindi cosa andiamo a defi- 
nire ne) blocco principale. 

Innanzi tutto definiamo tre costanti: 
HITEM, che rappresenta l’altezza di un 
elemento voce. CHARWIDTH che rap- 
presenta un fattore moltiplicativo per 
dimensionare l’elemento menu in fun- 
zione della lunghezza in caratteri del 
testo usato per rappresentarlo, ed infine 
MENUFLAGS Che contiene i segnalato- 
ri IDCMP che attiveranno gli eventi a cui 
siamo interessati. 

La struttura seguente è una base da 
usare per tutte le strutture IntuiText 
utilizzate nella definizione delle voci. 

Quindi definiamo un set di costanti, 
che rappresentano: 

• il numero dei menu 

• gli identificativi dei menu [menu 
number] 

• il numero delle voci 

■ gli identificativi delle voci |/rem 
numberì- 

Queste costanti verranno usate dalla 
procedura che analizza l'evento di tipo 

MENUPICK 

Successivamente definiamo il punta- 
tore alle strutture menu, e quelli relativi 
ad ogni singola lista di voci con la rispet- 
tiva lista di testi. Questo perché, dato 
che tra menu e voci il numero di struttu- 


re da definire può essere alquanto ele- 
vato, ho ritenuto più conveniente alloca- 
re tali strutture dinamicamente, piutto- 
sto che staticamente, riducendo cosi le 
dimensioni del compilato. 

Le costanti successive contengono i 
testi per i singoli menu, e la larghezza 
delle voci con gli attributi di evidenzia- 
zione. Di quest’ultimi parleremo nella 
prossima puntata. 

Le strutture seguenti servono a defi- 
nire i testi per le singole voci. L'ultima 
altro non é che un vettore di tutte i testi 
definiti. 

E vediamo adesso le singole procedu- 
re. Il mainO, come si può vedere in 
figura, non è cambiato. 

Diverso è il discorso per la maggior 
parte delie altre routines. 

StartAl/O 

Qui abbiamo aggiunto una serie di 
allocazioni di memoria delle varie struttu- 
re Menu, Menultem e INTUITEXT che 
useremo per definire la struttura gerar- 
chica a menu. Tuttavia, invece di usare la 
classica AllocMemO, abbiamo preferito 
la più flessibile AltocRememberO forni- 
taci da Intuition. Questa funzione alloca 
memoria come la sua cugina di EXEC, ma 
in aggiunta mantiene traccia di tutti i 
blocchi che ha allocato e che sono stati 
associati ad uno specifico puntatore dì 
riferimento [anchor pointer] definito dal 
programmatore. Il vantaggio è che indi- 
pendentemente dal numero di aree di 
memoria allocate e dalle loro caratteristi- 


1 . Il titolo delta figura 5 della scorsa 
pomata non è Due esempi dì.... ma Esem- 

2. In realtà si poteva anche usare 

MckMvIDCMP(w.OL); 

se non addirittura non chiamare del tutto la 
funzione, dato che siamo comurrque in chiu- 
sura, ma ho preferito lo stesso mostrare la 
tecnica formalmente più corretta da usare 
nel caso si intenda continuare il programma 
dopo la chiusura dei menu. 

3. Nel manuale ENHANCED SOFTWA- 
RE featunng AmigaDOS Version J.3 vendu- 
to con I dischetti della versione 1 .3 del 
sistema operativo, si afferma che nel caso 
di tre coppie %S la seconda viene sostituita 
dal nome del file, mentre le altre due sono 
sostituite dal cammino. 

Questo nwi è corretto, come é facile verifi- 
care lanciando II comando 
1> fiat ( forinat='1 (%S1. 2 (%S], 3 

D'altro canto è più pratico com'à In rearià, 
dato che se si lancia un comando diadico, 
cioè a due parametri di ingresso, il pnmo 
generalmente contiene il nome completo 
del file (nome più cammino), il secondo ha 
più probabilità di utilizzare di nuovo II nome 
del file piuttosto che II cammino per rag- 
glurtgerto. 

4. È sempre opportuno definirsi ad hoc 
una convenzione per I nomi dei file tempora- 
nei Inaming conventionj. Questo principal- 
mente per due motivi: 

• Il primo è che cosi uno è in grado di 
Identificare Immediatamente se un file è 
temporaneo o meno, ed eventualmente 
cancellarlo se, per un qualche motivo non è 
stato cancellato dal processo che lo aveva 

• li secondo è che generalmente i file tem- 
poranei sono creati da procedure script Ami- 
gaDOS 0 ARexx, ed in un sistema mullita- 
sklng à bene assicurarsi con una convenzio- 
ne che due procedure non utilizzino lo stes- 
so nome per due scopi differenti. 

La convenzione da me adottata (ma 
ognuno può scegliersi la sua) è la seguente: 
un file temporaneo ha il nome sempre inclu- 
so tra parentesi quadre, e come prefisso i 
primi tre caratteri del nome del processo 
che lo ha creato seguiti da un punto, nel 
caso ci si voglia garantire al massimo l'uni- 
vocità: 

Itemp] (ren.inl (ren.out] ...e cosi via. 

5. Per flessibilità di un programma si 
Intende la capacità dello stesso di venir 
modificato in termini di fumionalità rlducen- 
do al minimo l'impatto sul codice preesi- 
stente e rendendo facile e chiara l'Individua- 
zione del blocchi da modificare aumentando 
cosi la mantenlbilità del programma e ridu- 
cendo i tempi di sviluppo. 


201 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


stretture d1 deftn1z1o(i« de11« flnestrd 


Questo 9rogr«w crfid uni struttura i 
finestra che poi opre sulle schereo i 
è eltownte strutturato In «odo do pi 
' flessibile da dettagliare In più fasi 

' SiconoscleentO) queste scheletro è basi 
' sviluppato de John T, Oroper • Seusalttu 
Il risultato di studi coupluti del 


te e di fatto oupioaente uodiflcoto. I 

* uelto più flessibile di quello di Johr 

* un eedule eseguibile esito più ridetti 


(use). Molte procedure sono 
diuenslonl. 


Slnclude 

Slnclude 

Slnclude 

slnclude 

slnclude 

SIncI ude 
Siaci ude 
siaci ude 


*esec/Beeoi7,h* 

*1ntu1t1on/1etultlon.h* 

*greph1cs/gfneocres.h* 

*prato/1ntu1t1on.b* 

‘stdllb.h* 


Tipi 

tppedef strsict Nessoge CNSfi; 

topedef strwct IntuITcot lini 

tjpedef struct Menu «MI; 

tppedef struct Henultce llCHi 


struct NewUInduw nw * 



WBENCdSCIItÉh 

II 

UlOHC Savr'’agsi 


/s posizione c diuenslonl dello finestre "/ 
/* colore dolio penne di fondo e di segno *ì 
/* Segnalatori IDClVi godget di chiusura */ 

/* da aprire sullo schereo del WorkBench 
/• Per solvore 1 segnoletirl IDCIT •! 


** Hoschere di controllo 
Sdefine KSM.IHT esBpat 

Sdefine MSkImN eiSeSd 
Sdefine eit_IIEII eiPPU 
Sdorine HSM.MST St»PM 
UHOID nosk ■ Ds«pe; 


sTivnuiic SI DcrmiziMC pi 


Sdefine HITtK le 
Sdorine CWRUIDTH IB 

sdorine MEhUFlitllS (MEMlIPICKIWHISEBgnOIIS) 



II 




/n Bposteeento d 


spostenento del bordo sinistro */ 
diverso de quello di sisteue. */ 


/n Testo (de rlenglre) */ 




id Cloielll ( vs 
id Bulldfimus < vs 
id SetupHenu ( SI 
id SetupItenLtst( 11 


H.Nenu’ferlfp ( Il 

' H HonuPìck ( Il 


struct TeitFont * 


** Costanti 

sdorine INAHC *1ntu1t1on. library" 

Sdorine WAKC "graphics. library* 
sdorine SJ CMS sue 
Sdorine u'ious ue 

Sdorine tu UH "fsevìo di gestione del » 
Sdefine MXIICAO 1 


•truci [ntultlonlese "IntnlttonBase; 
.truci EfiBose "tfaBesei 
itruct Mlndo» vwi 


Sdorine HIMI_IH 
Sdorine MEMBl! 
Sdefine KEWJI 

Sdorine ITCH IS 
Sdorine mit'ii 
sdefine im_U 


sdefine ITFN 2NM 3 
Sdorine ITCH'ìIB I 
Sdefine ITCM 22B I 
Sdefine ITEMJiB i 

Sdorine ITCMjlB I 
Sdorine ITCNja* i 


I "IteullstlMniU.IBII)! 
■Iteutesltmu.Mgini 


sdorine H£mi_lTX "Priuo penii" 
Sdefine NCIIII*2rx "Secondo uenù" 
sdefine HEHU_JT1C "Terso uenù” 


*" Vocìi lorghetzOi caratteristiche e testi 

Sdorine ITEM.lhD t«» 

Sdefine ITEM IW lU 
Sdorine ITEn'M) 14« 

Sdefine ITEM IFl (ITEIfTEXTI ITEMCIUBIEDIHICHBOI) 

Sdefine ITEM IH {ITCmCXTI ITENEIIIIBLCO|lligilC«MP) 
Sdorine ITEMjri (ITEUTEni ITEMElHBlCBiHICmnKMEniI) 


202 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 





»«id Mino 
s(«mn ()i 

ftutTdNsnui ()i 
CUtutI) 0; 


/* tffettdlMo le chleecte di ertone. */ 

/* CettrafeM 1 eenù de eseeclere elle flneitre. */ 


lteeteKt[B] ■ (ITXT *)*11ec>ei e ib e r(ireeeeory, 

ITEM in * iliee'Um). NEW ClCM)i 
1f (IteatKtie] •• KILl) C1o>eA110; 
lteiiteit[l] • (ITXT *}A1IecReec^er((reMMry, 

n» 2IM > st(eef(nXT), WW ClEAI); 
1 f (HnteitCU -- NUll) CUteellOs 

nEH_3m • slieor{lTXT), NEW CiÉa>)ì 
1f (UceteittJ] -■ NULO CleteAllOi 






veld CleecAllO /* ordine Inveree rliyctCe StertAIIOII! *t 
If (ee>k S HSK_«I) 

IM1(rIKW<«,SeveF1eft)i 


If (oeik t NSx'ulN) C1esel>lndo><«)i 
ir (eeek 1 16K_BFX) ClesnLIbreryfBfiBeee); 

If (eoLk I N5K IRT) C1eieL1krerr(IatuU1enbee}i 
E«tt(e)i 

1 


Storteli: chieoete di Rerteete 


old Sterteno 


** Apre le librerie (IntelUen b (rophics) e le flncetre 

Inteltlordeee > (etnict InteitleaBese «lOpenllbrervIINANEiINEU): 
II (Intultlonleee •• WLL) CloteAI1(); 

Cfetete • (étnct sralesi >)Up<nLlbrerr(M«E.aEV)i 
ir (EfiSeie — WLL) CleecAIIOi 

V - (ilruct tfindoe *)0penN1ado«(Bmt); 
ir (■ •• NULL) CUseADOì 
aesk I- RSK.liIN! 

rp ■ H->RParti NestPert per le greflce */ 

up • W'>U»erPBrts /• Porte utente per IKNP •/ 


** Alloco dlneolceecfite le otrutture per I eenù e lo voci 

Ove AllocReoeeberO per una geotlone ordinate e rteseiblìe 



oaciullst • (NENU ■)A1locRaaoWer(treoenerr, 

NEW.NVN • tUeef(mU), MW.CLEAR): 

If (eenullot — KILL) C1oseA11()i 

eeik I* IGK_tlEN| /* Note, beote le irioa ollocaiiono */ 


Iteellotla] - (IIEN 'lAllocReeeiberltmenary, 

ITEH IM • sltear(nni), NENF^CLEAR): 
Il (lleollltta] — NULL) ClneAIIOi 
Iteeliotdl • (ITEN •)AllMRenenber(Areeeeory, 

ITER im • ■liear(IIEN), RENE CIEAR)| 
If (UeeltclEl] •• WLL) ClocoAIIOi 

ITEN 3SI ■ oizeeldlEH), NEW ClEADl 
Il («teiliitER] ~ WLL) CloteAIIOi 


condivide con oltre 1o 
nodo plb olcero 
CloteUIndeeO. 


veld C1e$eSere1yV1ndeH(wptr,fptr) 
struct Wlndoe *«ptr; 
struct TeetFont •fptri 



** 51 alluse di over già cenceUato lo barre ncnù relative elle ftoeitra 
ir (uptr mil) retumi /• Logica della icatola nere: per tlcitreiie ■/ 


** Doto che otiese leverendo io uno Ilota di iloteso 
** dioebllltero toeporanceonnle il aultlteoklng. 

FerbldOi /* Slocce It Hltlteiking. 


** Ciclo sullo Ilota del oeooeggi errivotl elle porte utente. Quelli 
** relativi elle finestre de chiedere seno *100001. 

For (scen • (IKSC *)up->sp_lbgLlit.1h Modi /• Inltio listo V 
(INSE •)scaii->Eiecllessege.an_Nodé.li_Sacc; /• Ssccesolvo b WLLQ •/ 
scori • (INSQ ‘)scon->EvecHessege.iS_lode.ln_Sacc) /* Successive •/ 

If (scen.vlbCHPIfindow -> vptr) /■ Il pessegglo i per questo rinestro */ 


•* Usa ReeoveO Invece di GetlbgO doto che quesCuItloa toglie 
** SENPRE il eessogglo In testo elle Usto. 

Re«flve((NOOE *)scon); /* OK. Cencellleeelo dolio code eessoggi.. •/ 
Rcp1yNsg(<EMSG *)scon); /* e rllpoadioao o1 oltioeta. */ 


rptr-rUserPort • NULL; /* Evito che Intultlon deellochi lo porte et. */ 
NDdiryigCNP(vrptr,NULL); /* DK. Adesso effettulsM la chiesero 'logico' ’/ 

PeraltOi /• tlprlitlne II ealtllesking. •/ 


CloseWIndowfHptr): 

ir (fptr) CloseFont(fptr); /* Nel coso awesslso coricete un font */ 


Rigata 2 -U pnigrairirna schateUo. 


rconrmuo a pag. 204t 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


203 


AMIGA 



204 


MCmicfocomputer n. 94 - marzo 1990 



AMIGA 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


205 



AMIGA 


che, basta una singola chiamata a Free- 
RememberO per permettere ad Intuition 
di deallocare tutti i blocchi associati ad un 
certo puntatore di riferimento, senza 
doversi preoccupare di deallocare le sin- 
gole strutture. Questo ci permette di 
definire una sola mascherina da assegna- 
re dopo la prima allocazione, e di evitare 
cosi di tener traccia di quelle successive. 
A questo punto, qualora CloseAIIO ven- 
ga chiamata, vuoi per il normale comple- 
tamento del programma, vuoi nel caso si 
sia verificata una situazione di errore non 
ricoverabile (cioè quando il programma 
non può più andare avanti), essa non 
farebbe altro che verificare se almeno 
una allocazione è stata effettuata, per poi 
chiamare la procedura FreeRememberO 
che si prenderà carico di deallocare tutte 
le aree allocate, quali esse siano. Como- 
do vero? Grazie a questa tecnica aggiun- 
gere una nuova allocazione di memoria è 
semplicissimo. Basta aggiungere la rela- 
tiva chiamata alla AllocRememberO 
specificando lo stesso riferimento, e 
verificare il puntatore di ritorno. Se nullo 
sì chiama la CloseAIIO. altrimenti si va 
avanti. Non é necessario modificare la 
procedura di chiusura ad ogni nuova 
aggiunta. 

CloseAIIO 

Qui abbiamo aggiunto due nuovi con- 
trolli: il primo serve a cancellare la strut- 
tura a menu relativa alla finestra aperta 
e ad annullare i segnalatori IDCMP rela- 
tivi ai menu (vedi nota 2); la seconda 
serve appunto a deallocare tutta la me- 
moria allocata. 

CloseSafelyWindowO 

Di questa procedura parleremo in se- 
guito. Per ora l'ho già aggiunta per 
ragioni didattiche, dato che abbiamo già 
accennato all'utilizzo di una singola por- 
ta utente condivisa da più finestre. 

LetsGoO 

Anche questa, come mainO, non è 
stata modificata. 

BuildMenusO 

Questa invece é stata riempita (era 
vuota nella scorsa puntata). Essa chiama 
tre volte (a SetupMenuO per definire i 
menu, e tre volte la SetupItemListO per 
definire le rispettive liste di menu. Guar- 
dando queste istruzioni, ci si rende im- 
mediatamente conto quanto sia facile 
aggiungere nuovi menu e nuove liste. 
Basta duplicare le linee in questione, 
modificare qua e là un indice, ed aggiun- 


gere le opportune definizioni net blocco 
iniziale duplicando il codice già scrìtto. 
Da notare che, dato che comunque i 
puntatori ai menu ed alle voci sono già 
stati definiti all'allocazione della memo- 
ria, anche se le strutture sono ancora 
vuote, non ha molta importanza l’ordine 
delle sei chiamate in questione. Questo 
è tipico della tecnica a «scatola nera» 
\black box]. Le ultime quattro istruzioni 
servono ad associare i menu alla fine- 
stra, ad attivare i segnalatori IDCMP 
opportuni (salvando quelli vecchi per la 
CloseAIIO), e ad assegnare la solita 
mascherina di controllo. 

SetupMenuO 

Questa è la prima procedura nuova. 
Essa sen/e a definire una struttura Me- 
nu e ad aggiungerla alla lista dei menu 
da passare ad Intuition. Non credo che il 
codice richieda particolari spiegazioni. 
L'unico punto che tengo ad evidenziare 
è che è necessario fornire alla funzione 
anche il puntatore al menu precedente, 
definendo cosi l'ordine di comparsa dei 
menu, e che sia la posizione del menu, 
sia la sua larghezza, sono calcolate 
automaticamente. 

SetupItemListO 

Un po' più complessa della preceden- 
te, questa funzione definisce una lista di 
voci, calcola automaticamente la posizio- 
ne dell'elemento, (a sua larghezza, anche 
in funzione dell'esistenza o meno di un 
simbolo marcatore [checkmark] e/o di un 
comando scorciatoia [shortcut], e lega 
ogni voce alla precedente nella lista. 

Per il momento assume che tutte le 
voci siano indipendenti (MutualExclude 
nullo), che non ci sia una immagine 
alternata, e che l'elemento sia di tipo 
testo. É tuttavia già predisposta ad ac- 
cettare una lista di sottovoci. 

HandleEventO 

Anche questa procedura è rimasta 
immutata, graze alla tecnica dei tronco- 
ni Isfub routine], 

STUBs 

Sono rimaste solo due, una per gli 
eventi MOUSEBUTTONS ed una per 
quelli di tipo MENUVERIFY. Da notare 
che, mentre già possiamo ricevere i 
primi, i secondi sono per il momento 
disattivati. Grazie alle procedure vuote, 
tuttavia, possiamo già girare il program- 
mare così com'é senza problemi. 

hLMenuPickO 

Questa é l'ultima delle nuove proce- 
dure. ed ancora incompleta., sebbene 
perfettamente funzionante. È il cuore 
della gestione dei menu; è cioè la pro- 


cedura che identifica la o le voci selezio- 
nate, e passa quindi il controllo al codi- 
ce che deve effettuare quanto richiesto 
dall'utente via menu. 

Quella presentata è la tecnica piu 
completa, quella cioè che tien conto 
anche delle selezioni multiple, come è 
facile verificare lanciando il programma. 
Essa si riferisce al caso di una sola 
finestra, ma può essere opportunamen- 
te generalizzata per gestire più finestre 
che condividono la stessa porta utente, 
evitando così di aggiungere del codice 
ridondante per ogni finestra. 

In pratica si tratta di effettuare un 
ciclo in CUI vengono analizzati tutti i 
codici relativi ad una determinata sele- 
zione. Il 'primo viene ottenuto dal campo 
Code del messaggio arrivato. Da que- 
st'ultimo SI ricavano anche l’indirizzo 
della finestra relativa al menu sotto ana- 
lisi, e da qui il puntatore alla prima 
struttura menu e quindi, di fatto, all'inte- 
ro albero dei menu. Tale puntatore ci 
permette di ricavare il puntatore alla 
struttura voce relativa al codice in og- 
getto, grazie alla funzione ItemAddres- 
sO, e da questa ottenere eventualmen- 
te il codice successivo dai sottocampo 
NextSelect nel caso si tratti di selezio- 
ne multipla. Avremmo potuto oviamen- 
te utilizzare direttamente li puntatore 
all'albero dei menu &menulist[01, ma 
questo avrebbe reso meno flessibile e 
sicura la procedura H_MenuPick(), dato 
che, nel caso di più finestre, e quindi di 
più menu, avremmo comunque dovuto 
utilizzare questa tecnica per capire a 
quale finestra, e quindi a quale menu, il 
messaggio fa riferimento. 

A questo punto c'è il blocco di gestione 
dell'evento vero e proprio. In pratica si 
tratta di una scansione sugli identificativi 
dei menu e delle voci (se ci fossero, 
anche delle sottovoci), effettuata tramite 
strutture switch/case Nel nostro caso, 
per il momento, a fronte di un menu e di 
una voce, ci limitiamo a stamparne il 
nome via stdout. Qwiamente è qui che 
vanno le chiamate alle singole funzioni o 
macro responsabili di gestire la richiesta 
(o le richieste) dell'utente. 

Conclusione 

Nella prossima puntata continueremo 
ad analizzare le possibilità offerteci da 
Intuition per quanto riguarda i menu. 
Ovviamente continueremo ad usare ed 
estendere lo scheletro fin qui ottenuto in 
modo da avere sempre un esempio 
funzionante delle funzionalità che verran- 
no di volta in volta presentate. Dato però 
che in tal modo il codice crescerà sempre 
di più, non potrò più riportarlo per intero, 
ma solo per differenze rispetto a quello 
della puntata precedente. Conservate 
con cura quindi questa puntata di Pro- 
grammare in C su Amiga, perché molto 
probabilmente è l’ultima in cui é mostrato 
io scheletro per intero mc 


206 


MCmtcrocomputer n. 94 - marzo 1990 


AMIGA 


La scheda tecnica 

Chi è abituato a lavorare con il CLI si trova spesso nella 
necessità di compiere urta determinata operazione su un certo 
numero di file i cui nomi soddisfano lo stesso pattern, ma di non 
poterlo fare perché il comando in questione non supporta i caratteri 
speciali di sostituzione \wìlclcard\ In alcuni casi si può ricorrere ad 
uno dei tanti programmi di gestione del filing System, come OirUtil. 
0 OiskMaster. altre volte si possono utilizzare Shell o comandi PD 
che permettono di fornire ai comandi di AmigaDOS che ne sono 
sprovvisti la capacità di supportare i caratteri di sostituzione (come 
ad esempio Wrth - dal disco #253 della collezione di fred Fish). 

Esistono tuttavia delle operazioni concettualmente semplici che 
mettono spesso in difficoltà anche l'utente più smaliziato Ad 
esempio, giorni fa mi ha telefonato un amico dicendomi: 

‘Sto cercando di rinominare lutti / lile di un direttone aggiungendovi 
l'estensione .maurizio. Possibile che non esista un sistema sem- 
plice di tarlo con AmigaDOS?“ 

Ebbene, il sistema esiste, ed è pure molto potente. Esso sfrutta 
l’opzione Iformat del comando list Vediamo in che modo. 

Supponiamo di essere in un direttorio chiamalo prove, e 
lanciamo il comando list senza alcun parametro. 


za» rved Ttdiy 21:33:S8 

948 ---nml TeSiy 2t:33;$ì 
ZSSI — -rMd Todiy 21:33:47 
9704 -■■md Iniiy 21;33:S4 
242 ■■■■rved T»diy 21:33:45 
Dir i-Hcd T«diy 21:34:BB 


Supponiamo inoltre di voler cambiare tutti i file di tipo memo in 
file di tipo lettere e di volerli poi spostare nel sottodirettorio lettere. 
ad eccezione del promemoria temporaneo. 

Si tratta di una operazione un ixichino più complessa di quello 
che mi aveva chiesto il mio amico, ma abbastanza comune. 

Il comando renarne dell'AmigaDOS non ci viene decisamente m 
aiuto Anche comandi come quelli menzionati sopra richiederebbero 
comunque un intervento manuale alquanto noioso, specialmente se 
I file, invece di essere cinque, fossero cinquanta II problema non è 
tanto che sia difficile specificare con i caratteri di sostituzione il 
pattern di scansione, quanto che non esiste alcun modo di dire al 
computer «Nel nuovo nome usa quel determinato pezzo del 
vecchio nome, cioè cambia tutti i file del tipo 7777789. memo in file 
del tipo =====89. lettera, dove ===== deve corrispondere 
agli Stessi caratteri che soddisfano 77777" 

Vediamo ora che cosa fa l'opzione Iformat del comando list 
Vediamo prima un esempio pratico; proviamo a scrivere: 

[1] ti»t tfsnuf'H. fi fil. K!’ 

Il niuliuo è J Kgueme: 

Hs trovato 11 file teiworanoo.KMl 
Ho trovato il filo 12Gene9.tMiMl 
Ho trovate il file 14*«oS9.«eioo! 

He trovato il filo 13Cìue9.«Ho! 

Ho trovato i1 filo ZSDìcSI.kboI 
Ho trovato il filo lotterei 


(*'], la seconda può essere ottenuta raddoppiando il segno del 
<percento>. [%%S]. 

• Se la stringa contiene una o più coppie %S. il comando opera le 
seguente sostituzioni: 

una coppia 

viene sostituita dal nome del file trovato: 

due coppie 

la prima viene sostituita dal cammino per raggiungere il file a parure 
dal direttorio corrente, la seconda dal nome del file trovato: 

tre coppie 

la prima viene sostituita dal cammino per raggiungere il file a partire 
dal direttorio corrente, la seconda: e la terza dal nome del file 
trovato (vedi nota 3): 

quattro coppie 

la poma e la terza vengono sostituite dal cammino per raggiungere 
il file a partire dal direttorio corrente, la seconda e la quarta dal 
nome del file trovato: 

cinque o più coppie 

il comporramenio è lo stesso che nel caso di quattro coppie: le 
altre vengono ignorate e sostituite da una stringa nulla 

• Il cammino termina sempre con due punti, se limitato ad un 
volume 0 ad un device, con la barra diagonale [sfash] se contiene 
una lista di direttorii (ad esempio hdO:prova/lettere/l 

Notare che quando si parla di cammino per raggiungere tl file, si 
intende quello a partire dal direttorio dai quale si è lanciato II 
comando Se quindi stiamo listando il direttorio corrente, questo é 
di fatto nullo, coma si può vedere negli esempi di figura 3 
Vediamo allora come risolvere N nostro problema Vi ncordo che 
il nostro scopo é quello cambiare tutti i file di tipo memo in file di 
tipo (effere e di spostarli poi nel sottodirettorio tenere, ad ecce- 
zione del promemoria temporaneo, che non va né rinominato, né 
spostato. 

Il trucco è il seguente (seguire su figura 4) Innanzi tutto si 
definisce il pattern di scansione, e cioè 7777789. memo, che 
seleziona tutti e solo i file che ci interessano. Poi si esegue il 
comando list come in figura, avendo l'accortezza di usare l'opzione 
files II risultalo va reindirizzalo sulla RAM e da li eseguito come 
un file di tipo script. 

In realtà non sempre questo basta. Il problema è che pbssiamo 
prendere dal vecchio file solamente il nome intero, non una parte 
del nome Nel nostro caso i nuovi file nel direttorio lettere vengono 
ad avere la doppia estensione .memo.let. mentre magari noi 
volevamo solo la seconda. Per far questo é ancora necessario 
operare manualmente entrando nel file RAM;[temp] (vedi nota 4) 
con un editore di testi e cambiare tutte le occorrenze .memo.let in 
-let Esistono anche dei programmici che permettono di far questo 
da CU senza entrare in edizione del file, alcuni sono PD, altri, come 
SPLAT sono inclusi in altri prodotti (Lattice CI, Quest’ultimo comun- 
que sembra avere ancora dei bachi seri, anche se in un modo o 
nell'altro si riesce ad utilizzarlo. 

Certo, questo secondo passaggio è scocciante, sarebbe stato 
meglio poter fare tutto in una botta sola. E allora? Allora l'unica è 
usare l'ARexx In figura 5 é riportata una procedura ARexx che ho 
scritto qualche giorno fa e che serva a modificare l'ultima esten- 
sione di un file od ad aggiungervela. se questo non esiste A questo 
punto basta utilizzare la sequenza di comandi' 

[1] 1ist »IUN:[tap] ??2??S9.let fiUf lf<inBt<'reiiM 1»S 4Slctt«r>AS‘ 
(1) «XMUte RAH:It<^] 


Molto canno, ma a che serve? E poi lettere non è un file' Alla 
seconda domanda é facile rispondere: non abbiamo detto a list di 
visualizzare solo i file. Basta aggiungere l'opzione files ed il gioco è 
fatto. In quanto alla prima domanda, vediamo esattamente quale è 
il formato di questa opzione: 

LFORMAT^ "stringa' 

La stringa di caratteri segue le seguenti regole: 

• il segno di uguale non deve essere preceduto o seguito da spazi. 

• La stringa di definizione del formato da visualizzare deve sempre 
essere inclusa tra doppie virgolette. 

• La stanga può contenere qualsiasi carattere tranne le <doppie 
virgolette> I") coppia <percenio> <S> t%Sl. Le prime possono 
essere ottenute utilizzando il carattere speciale <asferisco>. e cioè 


Naturalmente se nel direttorio corrente c'erano già dei file di 
tipo lettera che non volevamo spostare, il risultato non è proprio 
quello voluto, mam l'importante è capire il meccanismo, dopodiché 
ognuno lo potrà adattare alle esigenze del momento. Tra l'altro, se il 
numero di file é elevato, vale sempre la pena di scrivere una 
procedura ARexx per risolvere il problema, per quanto specifico sia. 
Come? Non conoscete l'ARexx? Male, molto male... Chissà, forse 
ne riparleremo in futuro Per quelli invece che l'ARexx lo conoscono 
già, un esercizio. Come potrete facilmente verificare, la macro 
riF>ortata in figura non gestisce propriamente i file il cui nome 
contiene spazi o caratten speciali, quelli cioè che in AmigaDOS si 
devono specificare tra virgolette. 

Provate a modificare chext.rexx per supportare anche questo 
tipo di Me 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


207 


Coloro che seguono, su queste 
pagine, la rubrica ST Mailbox ben 
conoscono le necessità di molti 
ataristi che vorrebbero, in un 
modo 0 in un altro, aprire una 
finestra nel mondo MS-DOS. 

Le risposte finora sono state solo 
parzialmente convincenti: 
l'emulatore software «PC ditto» 
garantisce affidabilità ma non 
velocità. 

Quello che la maggior parte degli 
ataristi ha da sempre sperato, é 
la possibilità di fondere i due 
ambienti senza creare travagli alla 
propria scrivania e soprattutto alle 
proprie tasche. 

Finalmente la soluzione al 
problema è giunta: PC Speed. 
Come è spesso accaduto 
nell'ambiente Atari, le soluzioni 
più desiderate ai problemi più 
assillanti, non sono venute dalla 
Atari Co. bensì da anonime e 
poco finanziate aziende 
completamente indipendenti 
da questa. 

Come esempi basta citare il 
successo deirST come macchina 
per il DTP legata a Calamus. 
oppure nel campo musicale 
grazie ai prodotti della Steinberg. 
PC Speed è stato progettato e 
realizzato dalla Sack Electronic e 
probabilmente sentiremo ancora 
parlare di questa geniale azienda! 
In Italia é distribuito in esclusiva 
dalla EuroSoft di Firenze, molto 
attiva nella commercializzazione 
dei prodotti per ST 


ATARI ST 


Tos & Dos 
by PC Speed 

di Vincenzo Folcarelli 


Uno sguardo alla scheda 

Tutta l'elettronica di PC Speed é con- 
tenuta in una ordinata scheda quadrata 
con un lato di 6 cm. 

Complessivamente sono presenti 4 
integrati in logica MSI utilizzati come 
buffer 2 PAL che contengono la logica 
di gestione deH'indirizzamento della me- 
moria e dell'interfacciamento all'hard- 
ware delI'ST. un paio di condensatori 
per limitare i transitori ed altrettante 
resistenze di pull-up ed infine il cuore 
del sistema il NEC V30 compatibile 
8086 con clock ad 8 MHz. A ben vedere 
sulla scheda non è presente alcun quar- 
zo e ciò garantisce che il nhtmo di 
lavoro» è quello deli'ST. Nella parte 
sottostante della scheda è presente il 
lungo connettore a zoccolo da 64 pie- 
dini. 

Nella confezione di PC Speed trovia- 
mo oltre al disco per II set-up e per il 
caricamento del BIOS, 2 zoccoli dei 
quali uno soltanto verrà utilizzato ed un 
manualetto in tedesco (!) con allegata 
relativa traduzione (I!) in inglese. 


Per tuti gli ataristi non troppo amici 
delle lingue anglosassoni sarò prodigo, 
nel seguito dell'articolo, di consigli ed 
istruzioni per il montaggio. 

Nel disco oltre ai già citati programmi 
sono presenti alcune utility in formato 
.EXE ed in formato .PRG. 

Tra le utility c'è un programma in 
formato .PRG, quindi da far girare sotto 
TOS, per rendere il mouse ST visibile da 
PC Speed. 

Montaggio ed avviamento 

Dopo aver dato un'occhiata alla sche- 
da vediamo come installarla nel piccolo 
box a disposizione di ogni ST. Ad esser 
franchi bisogna ammettere che l'ultima 
delle volontà dei progettisti deli'ST è 
stata quella di lasciare in qualche modo 
spazio per espansioni. 

Come ben noto, prima della serie 
Mega la linea ST non disponeva di slot 
di espansione. Questo farebbe suppor- 
re l'impossibilità di utilizzare PC Speed 
su 520 e 1040; nessun problema! 

La Sack ha pensato bene di non ri- 



MCmicrocomputern. 94 - marzo 1990 


ATARI ST 


nunciare alla moltitudine degli ataristi 
che dispongono dei sistemi non Mega 
ricreando uno slot di espansione. 

In realtà non si tratta di uno slot vero 
e proprio ma ciò che conta è che la 
funzione (anche se non la funzionalità) 
sia la stessa. 

Come detto in precedenza nella con- 
fezione di PC Speed é presente una 
coppia di zoccoli a 64 piedini. Uno di 
questi dovrà (udite, uditeli essere «sal- 
dato» sul dorso del 68000. 

Attenzione a non farvi prendere dallo 
spavento. Il sottoscritto ha effettuato il 
tutto pur non avendo nessuna esperien- 
za nella saldatura di componenti sensi- 
bili e complessi come i chip digitali. 

L’importante è servirsi di un buon 
saldatore di bassa potenza 15W-20W 
con una punta molto fine. 

Se proprio non volete saperne di met- 
tere le vostre tremanti mani sul nudo 
corpo deirST, conviene che vi rivolgiate 
al vostro centro assistenza o alla Euro- 
Soft stessa, spenderete qualche soldo 
in più ma avrete certamente qualche 
preoccupazione in meno. 

Andiamo con ordine e prima di ogni 
cosa va specificato che PC Speed è 
stato montato su un 1040 ultima re- 
lease. 

Cominciamo con l'aprire l'ST, dopo 
averlo sconnesso da ogni periferica, 
mouse compreso. Le viti presenti sul 
fondo deirST devono essere tolte tutte 
ad eccezione delle tre che, poste ai 
vertici di un ideale rettangolo, tengono 
fisso il drive. Evidentemente quest'ulti- 
me si troveranno in corrispondenza del 
drive stesso. 

Dopo aver sollevato il coperchio su- 
periore, vi troverete davanti la «gabbia 
di Faraday» che protegge il vostro ST 
dalle scariche degli elettrodomestici cir- 
costanti (... e viceversal). Per togliere 
questa oltre a dover svitare numerose 
viti, è necessario sbloccare i vari ganci 
ritorti. Il sollevamento dell'armatura me- 
tallica rimane in qualunque caso difficol- 
toso, anche a causa della piattina che 
collega la tastiera al resto del computer, 
quindi fare molta attenzione! Per le ope- 
razioni successive è consigliabile scon- 
nettere la piattina della tastiera dalla 
piastra madre. 


Distributore: 
furo Soft 

Via del Romito r Or, S0134 Fireme 
Prezzo IIVAasclusa): L 550.000 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 



Dopo ciò la scheda delI'ST si presen- 
ta nella sua completezza. La prima cosa 
da fare è individuare il 68000. ricono- 
scerlo è semplicissimo: è il chip rettan- 
golare di dimensioni maggiori. Nel nuo- 
vo 1040 questo si trova in primo piano 
sotto l’alloggiamento della tastiera. Nel- 
le vecchie versioni si trova in prossimità 
del drive. 

Prima di saldare lo zoccolo sul 680(X), 
conviene bloccarlo attraverso il leggero 
divaricamento di una fila di piedini ed il 
successivo incastramento a pressione. 
Attenzione a rispettare il verso di inseri- 
mento dello zoccolo: le tacche dello 


zoccolo e della CPU devono corrispon- 
dere. 

Fate corrispondere i piedini dello zoc- 
colo su quelli della CPU facendo esclu- 
sivo uso di un giravite antistatico. A 
questo punto iniziate l’opera di saldatu- 
ra. Appoggiate la punta, alla massima 
temperatura e già stagnata, del saldato- 
re sul piedino dello zoccolo e quindi 
della CPU finché (non più di un paio di 
secondi} lo stagno si diffonde «saldan- 
doli». 

Ripetete questa operazione per tutti i 
64 piedini. 

Un consiglio pratico. Vicino ai piedini 




ATARI ST 


Quando comparirà 
questa schermata 


avere più il solo ST ma 
un STA PC. 




Il SI della Norton parla 
chiaro Fate 8tler\2Ìone 
al BIOS. 


PC Tools. La cartella 
WPé sotto ST e può 
tranquillamente 
essere trattala 
da PC Tools. 



del 68000 ci sono componenti discreti 
che rendono spesso impegnativo rag- 
giungere con precisione i piedini. Fate 
uso di molta delicatezza ma cercate di 
crearvi lo spazio necessario piegando 
tali componenti verso l'esterno. 


Quello che non dovete mai fare è 
abbondare nella stagnatura della punta 
del saldatore, c'è il rischio di cortocircui- 
tare due piedini adiacenti. Se ciò acca- 
desse inserite, a stagno caldo, la punta 
del giravite tra i due piedini erronea- 


mente «fusi»; lo stagno tornerà imme- 
diatamente sulla punta del saldatore. 

A saldatura completa inserite, facen- 
do ancora corrispondere le tacche, la 
scheda. Quest'uitima operazione per 
quanto possa sembrare semplice é resa 
delicata daH’impossibitità di forzare a 
piacere sulla scheda. Oltretutto se la 
scheda non è ben inserita il sistema 
non funzionerà e non riuscirete a chiu- 
dere completamente l’ST. 

Prima di reiniziare il montaggio dovre- 
te creare una finestra nell'armatura me- 
tallica, questa va effettuata utilizzando 
un seghetto metallico. 

Terminate quest'uitima operazione, 
da «mastro ferraio», date inizio al rimon- 
taggio. 

A conclusione di quest'uitima fase 
non rimane che mettere l'interruttore 
su «ON» e sperare di non aver compiu- 
to errori. 

Caricate il programma PC_SPE- 
ED-PRG, se comparirà su fondo bianco 
in caratteri neri la scritta che vi invita ad 
inserire un disco contenente il sistema 
operativo DOS è andato tutto OK. Altri- 
menti?! Prima di tutto non fatevi pren- 
dere dal panico e controllate con atten- 
zione se la scheda è stata ben inserita. 

Nel caso non riusciate a tirare un 
ragno dal buco, rivolgetevi ad un centro 
assistenza Atari, Buona fortuna! 

Prestazioni 

PC Speed non è un prodotto eccel- 
lente soltanto per la sua affidabilità e 
versatilità ma soprattutto per le sue 
prestazioni. 

Grazie al NEC V30 ed all'ottima inte- 
grazione con l'hardware ST è stato pos- 
sibile ottenere una potenza di calcolo 
quantificabile in un fattore Norton pan a 
4.0. 

Il lavoro maggiormente fatto dai pro- 
gettisti di PC Speed è stato quello di 
sfruttare le capacità grafiche delI'ST, in 
special modo in modalità monocromati- 
ca, senza aggiungere hardware super- 
fluo. Sono disponibili le seguenti risolu- 
zioni grafiche; CGA monocromatico e a 
colori, Hercules mono ed Olivetti mono. 
La velocità di visualizzazione dei caratte- 
ri è eccellente e con tutti i pregi dell'alta 
risoluzione ST: assenza di flickering. 
contemporaneamente bassa peraisten- 
za e alto contrasto dei caratteri. 


210 


MCmlcrocomputer n. 94 - marzo 1990 





ATARI ST 


Come ben noto il DOS non va oltre i 
640 KByte. 

Ciò renderebbe inutile, per i posses- 
sori di Mega 4 e Mega 2, il surplus di 
memoria. 

Fortunatamente PC Speed è in grado, 
se supportato dairMS-DOS 4.0 o DR 
DOS, di vedere attraverso la tecnica di 
paginazione dello standard LIM tutta la 
memoria a disposizione. 

Su un 1040 risultano disponibili 704 
Kb sufficienti a far girare la quasi totalità 
delle applicazioni esistenti sul mercato. 



Chi non riconosca 
Questa schermata si 
taccia due ore di 
vergogna dietro 
la., lavagna'!' 



Configurazione 

Sul dischetto di sistema oltre al pro- 
gramma di emulazione è presente 
PCJNST.PRG da utilizzare per la confi- 
gurazione globale del sistema. 

Il programma permette il settaggio 
del numero e del formato dei disk drive, 
delle risoluzioni e dei colori disponibili 
(in funzione del monitor), della nazionali- 
tà della tastiera e soprattutto dell'hard 
disk. 

Questa è senza dubbio uno dei fiori 
all'occhiello di PC Speed. L'hard disk 
non solo è condivisibile con partizioni 
separate (come ad esempio avviene 
con Spectre 128 in emulazione MAC) 
ma una stessa partizione può contenere 
entrambi i dati TOS e DOS (wonder- 
fullll). 

Una sotto-directory è tale sia in DOS 
che in TOS, un file può essere visualiz- 
zato sia attraverso un type del DOS che 
un doppio click del GEM. le operazioni 
di cancellazione, copiatura e sposta- 
mento possono avvenire su ogni dato 
indifferentemente sotto DOS o sotto 
TOS. 

Unica precauzione da prendere è la 
formattazione del disco rigido o del flop- 
py sotto DOS. 

È ovviamente possibile il Boot diretta- 
mente da HD ed il passaggio da un 
ambiente all'altro avviene in maniera 
rapida e sicura. 

Il passaggio fondamentale è quello 
della formattazione della partizione a cui 
verrà assegnato l'identificatore «C» sot- 
to DOS. 

Il programma è autoesplicante, nono- 
stante CIÒ bisogna fare attenzione a non 
formattare partizioni sbagliate. 

Il manuale, nel descrivere la procedu- 
ra di formattazione, consiglia di fissare 


la scelta in AUTO BOOT; ciò non è 
corretto. È necessario prima fissare il 
lancio MANUALE del DOS e quindi for- 
mattare l'HD, altrimenti l'ST si blocca 
nel momento in cui va a cercare il DOS 
suH’HD ancora da formattare. 


Tra i settaggi relativi alla risoluzione 
ed ai colori, un valido consiglio è quello 
di settare la CGA mono, almeno per 
garantire una compatibilità globale. 

Per contro alcune applicazioni, peral- 
tro le più interessanti, come Ventura 


MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990 


211 






ATARI ST 



Farebbe rrv^lo piacere 
avere BUflSKA ancfie 
sorto ST ma così va 
bene lartzi molto 
bene) ugualmente 


Publishing richiedono l'alta risoluzione e 
quindi conviene settare l'emulazione 
grafica suH'opzione OLIVETTI. 

Prestazioni 

A parte l'utility SI della Norton, che 
fissa la velocità di PC Speed a 4.0. 
risulta molto più pratico giudicare le 
prestazioni attraverso l'uso delle varie 
applicazioni. 

Flight Simulator 3.0 gira egregiamen- 
te, ciò oltre ad indicare un'ottima com- 
patibilità conferma l'ottima gestione del- 
ie routine video. Fate attenzione a lan- 
ciare FS3 sotto CGA. 

Con Ventura Publishing si lavora ai 
massimi livelli ma bisogna avere l'accor- 
tezza di fissare il settaggio del video in 
modo INVERSE. La stampa su Manne- 
smann a 9 aghi è discreta, anche se ho 
l'impressione che i driver di Calamus 
siano più efficaci. Purtroppo non è anco- 
ra disponibile un driver per la SM 804 e 
quindi è necessario fare uso di una 
stampante laser non Atari da collegare 
alla porta parallela. 

Vi/ord Processor, Compilatori, Data 
Base, Programmi di Calcolo, Utility tutto 
OK, Tra i programmi testati gli unici 
problemi li ho avuto con alcuni copiatori 
(poco male!), 

Espansioni 

La versione in prova di PC Speed è la 
1.26, ma attualmente è già disponibile 
la 1.3 che ha una più efficiente gestione 
del mouse ST. 

Tra gli Add In prossimi venturi (speria- 
mo tutti inclusi nella 1 .4). possiamo 
aspettarci l'utilizzo della Laser Atari, l'e- 
mulazione della scheda EGA (in modali- 
tà monocromatica) e della scheda Tan- 
dy 640*200 in 16 colori, l'utilizzo dell'in- 
terfaccia MIDI, l'utilizzo di HD con con- 


troller SCSI configurabile fino a 28 parti- 
zioni e l’emulazione del coprocessore 
matematico 8087 utilizzando il 68882. 

Un limite hardware che distingue PC 
Speed da un qualunque compatibile è 
l'indisponibilità di un potenziale Bus di 
espansione. Ciò ha evidentemente di- 
verse ragioni sia filosofiche che tecni- 
che. Tecnicamente bisognerebbe prov- 
vedere ad una ridistribuzione dell'ali- 
mentazione ed una accurata integrazio- 
ne tra il bus XT e quello 68000 (gestio- 
ne degli interrupt. problemi di adatta- 
mento e di arbitraggio, ecc.), filosofica- 
mente si snaturerebbe l'idea delI'ST 
senza ottenere in compenso alcun gran- 
de vantaggio. 

Molto più interessante sarà a tale 
riguardo un prodotto, per ora soltanto 
annunciato, come Modulo Delta che 
interfacciafaile con un qualsiasi ST, con- 
terrà l’elettronica completa (memoria, 
BIOS in ROM, cache, bus di espansio- 
ne.,.) di un PC basato su un 80386 a 16 
MHz e di un ST/MAC basato su 68000 a 
16 MHz. 

Praticità d'uso 

È su questo campo che si giocano e 
si giocheranno, con riferimento agli Add 
In(On) che seguiranno lo stile ed i con- 
tenuti di PC Speed, le carte migliori per 
conquistare sempre più utenti, 

Come già accennato, il vero utente 
Atari non vuole rimpiazzare la sua mac- 
china con un semplice PC compatibile, 
ciò che vuole é tenersi aperta una fine- 
stra sul mondo MS-DOS. Grazie a ciò, 
non si vuole necessariamente rimpiaz- 
zare quelle applicazioni che, sotto ST, 
non sono ancora ai massimi livelli, 
quanto garantirsi un notevole scambio 
di file. 

Ad esempio molti utenti Atari ben 
conoscono ed apprezzano, sia per la 


potenza che per la semplicità d'uso, 
programmi come DYNACADD, CAM- 
PUS CAD, CALAMUS. ARABESQUE 
ed altn in grado di scambiare tranquilla- 
mente file con corrispondenti prodotti 
in ambiente MS-DOS; in tal modo è 
possibile sfruttare biblioteche di simbo- 
li, di progetti, ecc., che altrimenti biso- 
gnerebbe ricostruire per intero in am- 
biente ST. Per di più potendo utilizzare 
periferiche Atari a basso costo ed ele- 
vata qualità, come ad esempio la stam- 
pante laser, si possono ottenere gli 
stessi risultati con costi nettamente in- 
feriori. 

Si potrebbe obiettare che in realtà, 
parlando di scambio di file, non è neces- 
saria una compatibilità software! Vero 
ma altrettanto vero è che spesso è 
necessario predisporre i file in una ma- 
niera tale (da compressi in non com- 
pressi, da immagine vettoriale a raster, 
da testi in modalità WP in testi in moda- 
lità ASCII, ecc.) da rendere necessario 
un intervento del programma che li ha 
generati. 

La condivisione e soprattutto la possi- 
bilità di intervenire sugli stessi dati sia 
sotto GEM che sotto DOS, rende l’am- 
biente di lavoro integralo e soprattutto 
dinamico. 

Unico rammarico a questo riguardo è 
l'impossibilità, almeno per ora, di di- 
sporre di switcher che permettano il 
passaggio da un ambiente all’altro sen- 
za abbandonare le applicazioni in fun- 
zione. 


Conclusioni 

PC Speed è un prodotto ben studialo 
sia in relazione alle prestazioni ed ai 
costi, sia in relazione ad'utenza. 

Ogni suo difetto è in realtà una nostra 
pretesa. 

Con esso è probabile che un utente 
non possa mai rimpiangere l'acquisto di 
un ST. 

Il prezzo è competitivo e la distribu- 
zione dovrebbe essere sufficientemen- 
te capillare 

Credo (soprattutto spero) di essere 
stato convincente e vorrei concludere 
dicendo che prodotti come PC Speed. 
Aladin, Spectre sono e saranno gemme 
non solo nel panorama ST ma in tutto il 
settore personal computer! 


212 


MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990 



•min» SOO 814.1100 

tmig» 2000 !.8IHI.(HM) 

Miari 520 A44.1HJ0 

Mari 1040 880.000 

ptilìps 9IW 1. 100.000 

fbiUps 9HS 1.000.000 

pbUips at2S 2.100.000 

pbitips 9130 .1.000.000 

ZS8 654.0(H) 



dtùeo I80E 370.000 

cilUea ISE 544.000 

cilùea MSP40 649.000 

eitìztB MSPSO 850.000 

$»(/V 24 Ti-li-rniiarc 

sfar LCW 399.000 

sfar LOOC 534.000 

Sfar LC24/W 694.000 

rpso0 LXm 494.000 

epsoo LQ500 744.000 

are 2200 649.000 

are P6p/us 1 .570.000 



pbiUps 12’ aotto 165.000 

pbUips 14’ aooo 240.000 

Philips 14’ color SIO.OOO 

phiiips 14' tga 729.000 

Philips 14' s.ega 799.000 

Philips VGA 799.000 

Philips aullisyac 1.190.000 

iDffsuOisO/ aullìsyac 1.190.000 
are II 1.190.000 

ore 2A 1.190.000 

are 3D 1,650.000 



cga/bercules 79.000 

rga 2S6k 290.000 

rga SI2k 494.000 

HMClrr xf 150.01HI 

madre al 370.000 

seriale 24.(>(MI 

parallela 24.000 

joysiik 29.00(1 

eoalroHer bd xt 130.000 

eoatroÙer bd al 190.00(1 



geahck Commodore a230! 

miaigen Iseaxa regolazioni) 

easygea (semiprofesshaale ■ eoa rroolt/waiV 

diiprideo 

digiaudio 

tideoa II Idigilalizxalore a colori) 

spltffer RGB (filtro r/rffroaieo^ 

modulatore aSOO 

aiodulatore a20O0 

caro scart 

telecamera B/S 


449.000 

349.000 

649.000 

129.000 

169.000 

499.000 

319.000 
49.000 

169.000 

28.000 
449.000 



3 1/3 bulk UOO 
3 1/2 dsdd 2.200 
3 1/2 bd 5.WJ0 
5 1/4 bulk 600 
5 1/4 dsdd 1.300 
5 1/4 bd 2.500 


Vastissimo 

Catalogo 

Software 


et»* 






drive esterni amiga 
dri*i ialerai amiga 
drive esirrai afari 
esp.ne SI2k amiga 
bard-disk AS90 x ASOO 
bard-disk alari 

Jaaus al 
caro searl atari 
digirideo alari 

commulalore mooo/cohr alari 


20t).00li 

190.000 
.U9.IHM 
I70.0IHI 

999.000 
1.090.000 

650 . mi 

I.6IHI.OOO 
29.0IHI 
I90.mi 
119. mi 










AATARI 


SISTEMA BASE’ 


alari W40 900.000 

moailor sml24 290.000 

stampante aec 2200 749.000 

programma timeworks 169.000 

TOTALE: 2.108.000 


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SISTEMA PLUS ’ 


atari mega 2 1.740.000 

monitor sm 124 290.000 

stampante laser Atarì 2490.000 

programma timeworks 169.000 

TOTALE; 4.648.000 


realicsata interamente 


SISTEMA PRO ' 


alari m^a 4 2.490.000 

bard-disk 30 mega i.090.000 

monitor sm 124 290.000 

stampante laser Atari 2490.000 

programma timcworks 169.000 

TOTALE: 6.488.000 


il sistema *PRO’ DTP Atarì. 


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‘ l'informatica personale 




APPUNTI DI INFORMATICA 


Gli Array Processor 

prima parte 

di Giuseppe Cardinale decotti 


Un Array Processor consiste di un 
certo numero di processori (PE) sotto <a 
supervisione di un’Unità di Controllo 
(CU). In generale un Array Processor 
può assumere una delle due configura- 
zioni mostrate in Figura 1 Come potete 
notare, le due architetture sono abba- 
stanza simili tranne per la maniera in cui 
I moduli di memoria sono connessi ai 
processori. Lo schema I è strutturato 
con n PE sincronizzati, sotto il controllo 


di una CU. Ciascun PE è essenzialmen- 
te una unità di esecuzione, per esempio 
una ALU (Arithmetic Logic Ùnit), con un 
certo numero di registri e una memoria 
locale PEM, per la memorizzazione dei 
dati distribuiti- La memoria connessa 
alla CU è necessaria alla memorizzazio- 
ne del programma- La CU decodifica 
ciascuna istruzione e determina quali 
PE devono eseguirla. Le operazioni sca- 
lari e di controllo sono eseguite dalla CU 


Archilellure 
fonaamenieli di un 
Array Processor 


stessa. La maggior efficienza si avrà ne! 
caso in cui si debba eseguire un’opera- 
zione su un vettore di lunghezza pari al 
numero dei PE dell’Array Processor, In 
tal caso la CU attiva tutti i PE che 
contemporaneamente eseguono l'ope- 
razione specificata. Si ottiene cosi un 
parallelismo spaziale completo. Gli ope- 
randi andranno ovviamente caricati nelle 
PEMi attraverso il data-bus prima di 
eseguire il programma. In una struttura 
di questo tipo tutti i PE funzionano in 
modo sincrono sotto il comando della 
CU; questo implica che la CU deve 
poter abilitare separatamente i vari PE 
per eseguire le operazioni necessarie. 
Ad ogni ciclo di istruzione viene esegui- 
ta un'operazione di «mascheramento» 
dei PE non partecipanti all'esecuzione 
dell'istruzione stessa La CU controlla 
anche gli scambi di dati tra i vari PE, che 
avvengono attraverso la rete di inter- 
connessione. Un’altra architettura pos- 
sibile per un Array Processor è riportata 
in figura 1 nello schema II Due aspetti 
differenziano questa configurazione dal- 
la precedente. Il primo consiste nella 
maniera in cui le memorie locali PEM, 
sono rimpiazzate da moduli di memoria 
condivisi dai PE attraverso una rete di 
«allineamento». Il secondo é che i mo- 
duli di memoria possono essere in nu- 
mero diverso dai PE. La rete di allinea- 
mento consiste in un sistema di selezio- 
ne di cammini tra i PE e i moduli di 
memoria. 

Tale rete dovrebbe preservare gli ac- 
cessi alla memoria dai conflitti tipici 
delie configurazioni a memoria condivi- 
sa su bus. Come già abbiamo avuto 
modo di puntualizzare nei precedenti 
articoli, il collo di bottiglia del sistema é 
costituito dal canale di comunicazione 
tra memoria e i PE. Nel caso degli Array 
Processor la memoria è distribuita fra i 
moduli di memona presenti e il canale 
di comunicazione è l’insieme dei canali 
disponibili- Più grande é il numero di 
canali, minori sono le probabilità di bloc- 
care I dati in attesa di comunicazione, di 
conseguenza i tempi di calcolo si abbre- 
viano. Nel caso in cui le comunicazioni 
avvenissero su un unico bus, ci ritrove- 



Contpol Bui I 

I Rtt» di InttPconnttslBne PE ~[ * 

rjii r|n rfa 


214 


MCmicrocomputer n, 94 - marzo 1990 


APPUNTI DI INFORMATICA 


remmo con una architettura Von-Neu- 
mann, con tutte le conseguenze che 
abbiamo già analizzato. Le strutture fi- 
nora introdotte vengono dette SIMD 
acrostico di «Single Instruction Multiple 
Data», proprio a caratterizzarne il modo 
di funzionamento. 

Allocazione e scambio dei dati 

Analizziamo ora il meccanismo di 
scambio dei dati tra i PE dell'Array Pro- 
cessor. Il tempo impiegato nella comu- 
nicazione é di cruciale importanza ai fini 
della valutazione delie performance to- 
tali della macchina, in quanto esso è un 
«overhead». cioè un sovraccarico non 
previsto rispetto all’algoritmo in forma 
seriale, che abbassa lo speed-up. Consi- 
deriamo quindi due situazioni limite: 
quelle del minimo overhead di comuni- 
cazione. cioè quando tutti gli operandi 
sono sui PE dove verrà eseguita l'istru- 
zione che li implica, e quella invece di 
massimo overhead, vale a dire quando 
tutti gli operandi sono su un solo PE. 
Nel primo caso ovviamente, l’overhead 
di comunicazione sarà pari a 0, nel 
secondo sarà uguale a no dove no è il 
numero di operandi, infatti gli operandi 
dovranno essere trasmessi serialmente 
agli altri PE con no comunicazioni. Ap- 
pare evidente perciò che l'allocazione 
dei dati è un problema fondamentale 
nel progetto di algoritmi per Array Pro- 
cessor: influenza infatti lo scheduling e 
quindi la topologia della rete di connes- 
sione, in definitiva il progetto hardware 
deH’Arrav Processor. Per comprendere 
appieno il problema dello scambio dei 
dati, facciamo un esempio, analizzando i 
dettagli dell'esecuzione della seguente 
istruzione vettoriale in un Array Proces- 
sor composto da N PE. Supponiamo 
quindi di voler calcolare le somme S(k) 
delle prime k componenti di un vettore 

A=(Ao. Al A,vi) di ordine n. Posto 

k=0 n-1, dobbiamo eseguire le se- 

guenti n somme 
S(k)=XA k=0...rv1 

Questa somma può essere computa- 
ta con un’assegnazione e n-1 ricorsioni: 
S(0)=A„ S(k)=S(k-1)-i-A k=1 n-1. 

In figura 2 potete esaminare lo sche- 
duling dell'algoritmo nel caso di n=8 
per un Array Processor di N=8 PE. 
Tenete conto che le frecce tra i PE 
indicano la trasmissione di una copia del 
risultato calcolato nel passo preceden- 
te. Ad ogni passo dell’algoritmo, i PE 
individuati dalle frecce entranti eseguo- 
no una somma. 

La notazione i-j sta ad indicare la 
somma + A,, C'è da notare come 
per ogni passo alcuni PE non eseguano 


addizioni, in particolare Po non ne fa 
mai. Tutto ciò richiama il meccanismo di 
mascheramento introdotto in preceden- 
za; per ogni istruzione è necessario 
essere disabilitati (o in alternativa ese- 
guire una NOP). Questo mascheramen- 
to è ovviamente dinamico e dipende 
ancora una volta, dal modo in cui sono 
allocati i dati oltre che dall’istruzione da 
eseguire. L'algoritmo dell'esempio è 
computato in log2(n) = log2(8) = 3 pas- 
si, mentre la versione seriale richiede 7 
passi. Per quanto riguarda lo speed-up. 
otteniamo 

7 , ta , 

3- I-ImìT’ 

dove ta=tempo di addizione e tc=tem- 
po di comunicazione 
Da questa relazione si vede come 
l’overhead di comunicazione influisca 
sullo speed-up: si dovrà perciò necessa- 
riamente tenere basso tc rispetto ai 
tempi di istruzione e predisporre un 


accurato e rapido sistema di commuta- 
zione dei canali nella rete inter-PE, se si 
vuole rendere l’Array Processor flessibi- 
le. Per completezza valutiamo il caso in 
cui la rete inter-PE fosse costituita da 
un bus: lo speed-up ottenuto sarebbe 
pari a 


Comunicazioni interprocessore 

L’esempio precedente mette in evi- 
denza quanto sia importante la rete di 
comunicazione inter-PE; la realizzazione 
e la gestione di tale sezione è un aspet- 
to cruciale del progetto di un Array 
Processor, tanto che le diverse scelte 
implementative danno luogo a varie 
classi di strutture. Il progetto della rete 
è caratterizzato da 4 parametri di pro- 
getto; Modo operativo. Strategia di con- 
trollo, Metodologia di commutazione e 
Tipologia delia rete. 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


215 


APPUNTI DI INFORMATICA 


Modo operativo 

Il modo operativo identifica il tipo di 
funzionamento dell'Array Processor. 
Questo può essere sincrono, net qual 
caso tutte le comunicazioni fra i PE 
avvengono negli stessi istanti, oppure 
può essere asincrono, se le comunica- 
zioni inter-PE avvengono a richiesta del 
PE stesso. Tuttavia è sempre possibile 
che un Array Processor gestisca comu- 
nicazioni sia sincrone che asincrone. 

Strategia di controllo 

Abbiamo già osservato che per una 
maggior efficienza dell'Array Processor, 
la rete inter-PE deve poter essere neon- 
figurata. nel senso che un PE deve 
essere in qualche modo connesso a 
tulli gli altri PE nella rete. Ci sono due 
modi per soddisfare questo requisito: 
prevedere tutti i collegamenti possibili 
fra I PE oppure predisporre una serie di 
elementi di commutazione con cui con- 



nettere di volta in volta i PE coinvolti 
nella comunicazione. Il primo approccio 
è certo praticabile solo quando il nume- 
ro dei PE sia piccolo oppure quando 
l'Array sia dedicato ed un'applicazione 
molto specializzata, quando sono deter- 
minati a priori tutti i collegamenti neces- 
sari. La seconda possibilità è l'unica 
possibile quando la rete è estesa e 
debba essere nconfigurata per eseguire 
diversi programmi. Gli elementi di com- 
mutazione, noti in letteratura come 
«switch», dovranno allora essere pilota- 
ti. come degli scambi di binari, dalla 
unità di controllo, perciò centralmente, 
oppure localmente dai PE stessi. 

Metodologia di commutazione 

Gli switch possono mettere in comu- 
nicazione due PE creando un circuito 
fisico 0 virtuale tra di essi. La comunica- 
zione si dirà perciò a commutazione di 
circuito 0 a commutazione di pacchetto 
rispettivamente. Sono termini mutuati 


I Figura 3 - Alcuni e- 
sempi di topologie in 
t. 2 e 3 dimensioni 

Figura 4 • Schema con- 
cettuale di una rete di 
interconnessione mo- 
nostadio. Gliswitchso- 
no pilolali tramite il se- 
gnale di controllo. 


dalla telematica, perché da un punto di 
vista concettuale, la comunicazione fra 
due PE non differisce dal colloquio fra 
due sistemi. Nella commutazione di cir- 
cuito. gli switch attivano i collegamenti 
in modo fisico, connettendo delle piste 
fra loro; viceversa nel secondo caso, il 
messaggio, sotto forma di «pacchetto» 
di bit da trasmettere, è instradato dallo 
switch sul percorso più opportuno ver- 
so il PE destinatario, attivando un solo 
collegamento switch-switch o switch- 
PE per volta, fino al PE hcevente, senza 
perciò stabilire un collegamento fisico 
tra i PE. in tale metodologia è necessa- 
rio però, che il pacchetto rechi l'indirizzo 
del PE ricevente in modo tale che lo 
switch, detto «router» (instradatore), 
sappia dove mandarlo. Il vantaggio più 
evidente della comunicazione a commu- 
tazione di pacchetto, sta evidentemente 
nel fatto che la rete inter-PE può essere 
strutturata per connettere i PE in modo 
logico, e non fisico come invece richie- 
de quella a commutazione di circuito. In 
quest'ultima situazione, un messaggio 
è l'unico proprietario del circuito fisico 
che connette i PE in comunicazione, 
quindi quante più connessioni della rete 
impegna il circuito, tanti meno circuiti 
possono essere contemporaneamente 
attivi e meno messaggi spediti. Per lo 
stesso motivo questa architettura di re- 
te non è adatta quando le comunicazio- 
ni interprocessore sono lunghe. La co- 
municazione a commutazione di pac- 



216 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


APPUNTI DI INFORMATICA 



Figura 5 - Rete di Benes 6x8 Esempio di mterconnessiane mulustadio. 


chetto, viceversa si rivela efficiente pro- 
prio per comunicazioni lunghe e distan- 
ti; il pacchetto infatti, impegna solo un 
collegamento tra router e router per 
volta, ne consegue che sulla rete posso 
spedire, nel caso medio, più pacchetti. 
Per contro il router. a causa del lavoro di 
smistamento per cui è progettato, è in 
genere un circuito più complicato e co- 
stoso del semplice switch, soprattutto 
se SI tiene conto che la sua efficienza di 
istradamento è determinante nel com- 
puto delTefficienza totale deH'Array Pro- 
cessor. In casi limite (Connection Ma- 
chine ad esempio), il router. un veloce 
processore dedicato corredato di buffer 
di memoria organizzati PIPO, é più com- 
plesso e costoso del PE. 

Topologia della rete 

Con il termine topologia della rete si 
intende la geometria dei collegamenti 
fra I vari PE. Al fine di classificare le 
varie configurazioni di rete da un punto 
di vista dimensionale, assimileremo i 
nodi della rete a vertici e i collegamenti 
a spigoli. Le topologie tendono ad esse- 
re regolari e possono essere raggruppa- 
te in topologie statiche e topologie dina- 
miche. In strutture appartenenti alla pri- 
ma classe, I collegamenti tra due pro- 
cessori sono fissi e le relative piste non 
possono essere modificate per connes- 


Bibliografia: 

Hwang K., Briggs F. 

«Computer architecture and parallel 
processing» 

Me Graw-Hill, 1988. 


sioni dirette con altri PE; i collegamenti 
della classe dinamica possono invece 
essere heonfigurati attraverso gli ele- 
menti di commutazione della rete. 

Reti di interconnessione statiche 
e dinamiche 

Analizziamo ora più da vicino le pro- 
prietà delle reti statiche e delle reti 
dinamiche. 

Reti statiche 

Le topologie delle reti statiche posso- 
no essere ordinate in base alle dimen- 
sioni richieste per il loro sviluppo. In 
figura 3 sono mostrati alcuni esempi di 
topologia unidimensionale come l'Array 
lineare, generalizzazione di una struttura 
Pipeline, di topologie bidimensionali co- 
me l'Anello, la Stella, l'Albero, il Retico- 
lato, e di topologie tridimensionali tra 
cui il Cubo e l'Anello accordato, su ogni 
nodo del quale incidono 3 collegamenti. 
Esistono anche topologie di ordine su- 
periore e di queste le più comuni sono 
sicuramente gli Ipercubi e le strutture 
completamente connesse. 

Reti dinamiche 

Le reti dinamiche hanno la particolare 
proprietà di potersi hconfigurare secon- 
do le necessità delle comunicazioni in- 
ter-PE. I collegamenti fìsici tra i disposi- 
tivi non sono allocati esclusivamente 
alla comunicazione fra due PE ma ven- 
gono di volta in volta inseriti in circuiti 
che collegano PE diversi. Per attivare 
tali circuitii sono necessari elementi di 
commutazione. L'organizzazione e la 
natura degli switch nella rete é diversa 
in relazione al fatto di adottare uno 
schema di commutazione a singolo sta- 


dio oppure multistadio. Nella prima ipo- 
tesi. in figura 4, ci sono solo due schie- 
re di switch; i selettori di input (IS) e i 
selettori di output (OS); possiamo sche- 
matizzare questi dispositivi con dei mul- 
tiplexer e demultiplexer connessi tra 
loro e attivati in modo opportuno. Per 
stabilire un collegamento, ad esempio 
tra PE, e PE,, bisogna pilotare IS, col 
codice j e col codice i. In generale 
gli IS e OS non hanno cardinalità massi- 
ma cioè non è possibile collegare tutti i 
PE direttamente, la rete è detta allora 
ricircolante in quanto un messaggio at- 
traversa diversi switch prima di giunge- 
re al PE destinatario. Nel caso m cui sia 
possibile il massimo numero di connes- 
sioni, gli IS e OS sono detti «Crossbar» 
e possono essere pensati come una 
matrice di interruttori sugli incroci dei 
canali dt input e di output dei PE del- 
l'Array Processor. È chiaro che maggio- 
re è il numero di connessioni permesse, 
minore è il numero di ricircolazioni attra- 
verso la rete. Le reti multistadio sono 
formate da molteplici stadi di elementi 
di commutazione. Questa caratteristica 
implica che più di un cammino possa 
connettere due PE. La rete di Benes in 
figura 5, evidenzia questa possibilità. Gli 
switch devono essere in grado di sce- 
gliere il percorso opportuno in base alle 
caratteristiche della rete e ad altri para- 
metri come il traffico sulla rete, ordine di 
priorità, etc. Supponiamo che il PEi vo- 
glia trasmettere al PE4. gli switch della 
rete allora si predisporranno in maniera 
da assicurare il cammino minimo tra i 
due PE; può tuttavia accadere che un 
collegamento tra quelli selezionati sia già 
assegnato ad un altro canale, lo switch 
sceglie perciò un collegamento alternati- 
vo per evitare l'attesa della disponibilità 
del collegamento occupato. La rete di 
Benes 8x8 in particolare permette 4 
diversi canali dì collegamento tra ciascu- 
na coppia di PE. Il controllo di questi 
switch. può essere centralizzato oppure 
il dispositivo stesso può elaborare un 
algoritmo per scegliere localmente il 
collegamento migliore. 

Negli schermi di comunicazione a 
commutazione di pacchetto, la scelta 
del collegamento è generalmente effet- 
tuata da ciascun dispositivo attraversa- 
to, basandosi sulla conoscenza dell'indi- 
rizzo del PE ricevente e sul carico di 
traffico sulla rete. 

Concludiamo qui la prima parte di 
questo articolo dedicato agli Array Pro- 
cessor, nella seconda analizzeremo da 
vicino le caratteristiche delle macchine 
realizzate secondo 1 concetti fin qui 
esposti; daremo inoltre un esempio di 
programma per un Array Processor. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


217 


INTELLIGENZA ARTIFICIALE 


di Raffaello De Masi 


A cosa serve 
un sistema esperto? 

seconda parte 


La volta scorsa abbiamo 
evidenziato le tecniche 
operative di alcune tipologie di 
sistemi esperti, ma lo spazio a 
disposizione ci aveva impedito 
di discutere completamente 
tutte le forme di analisi 
proprie dei S. E. e di 
evidenziare i campi applicativi 
degli stessi. Continuiamo oggi 
con la nostra disanima, 
concludendo il discorso 
rimasto sospeso la volta 
scorsa, e, successivamente, 
esaminando in generale i tipi 
di problema che un sistema 
esperto é chiamato a risolvere 


Un sistema esperto destinato a ese- 
guire riparazioni è quanto di più com- 
plesso SI possa immaginare. GeneraL 
mente, per semplificare la sua operativi- 
tà. viene realizzato un sistema esperto 
destinato a diagnosticare e prescrivere 
rimedi in un range abbastanza ristretto 
di casistiche. Un esempio è rappresen- 
tato dall'uso di uno spettrometro di 
massa, o un sistema per la verifica e 
l'analisi di sistemi di antifurto. Comun- 
que si tratta, questa, di un'area in cui la 
poliedricità della problematica limita di 
molto le possibilità di intervento del S.E. 
stesso, anche perché l'esame di un 
oggetto del mondo reale e un inten/en- 
to su di esso non sono quello che si 
chiama proprio un intervento facile. Inol- 


tre i sistemi di riparazione richiedono 
tecniche di debug, pianificazione degli 
interventi, scelta delle tecniche e delle 
operazioni meno costose che non sono 
facili da implementare. 

Un esempio di tecnica per sistemi di 
riparazione è esposto di seguito. A tal 
proposito esiste in commercio un siste- 
ma esperto, TOMSTUNE (Wong, C.M., 
Crawford R.W.. Kunz J.C. e Kehier T.P., 
Application, of artificial intelligence to 
triple quadrupole mass spectrometry • 
Proceeding of IEEE Nuclear Science 
Symposium, San Francisco CA. Octo- 
ber, 1983) destinato a settare e control- 
lare uno spettrometro di massa tnplo- 
quadripolare. Un esempio di intervento 
da parte del sistema è: 



218 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


INTELLIGENZA ARTIFICIALE 


IF il detector di voltaggio In uscita 

raggiunge il valore massimo dopo 
la variazione del voltaggio al cur- 
sore LENS1-Q1 e 
il detector di voltaggio in uscita 
raggiunge il valore massimo dopo 
la variazione del voltaggio al cur- 
sore LENS2-Q1 e 
il detector di voltaggio in uscita 
raggiunge il valore massimo dopo 
la variazione del voltaggio al cur- 
sore del voltaggio di preregotazio- 
ne Q1 e 

il detector di voltaggio in uscita 
raggiunge il valore massimo dopo 
la variazione del voltaggio al cur- 
sore del voltaggio di preregolazio- 
ne Q2 

THEN l’unità di lettura é sregolata o 
rotta 

Sistemi esperti che eseguono diagno- 
si e forniscono istruzioni, tecniche di 
debug, e educazione di studenti sono 
state sviluppate con discreto successo. 
Un esempio di applicazione sono inse- 
gnamento a studenti per ia riparazione 
di guasti su circuiti elettronici, istruzione 
di personale su operazioni simulate di 
lancio di missili, e supporto a studenti di 
medicina nell'area di istruzione riservata 
alla diagnosi di infezioni microbiche. Il 
sistema di istruzione sviluppa un model- 
lo su cui gli studenti sono chiamati a 
lavorare, e su cui una base di conoscen- 
za é applicata alla soluzione di un pro- 
blema. 

La tecnica operativa del sistema è 
quella dì analizzare e Individuare gli erro- 
ri e le deficienze degli studenti attraver- 
so lo studio delle loro risposte, even- 
tualmente individuando un piano di In- 
tervento e di studio per colmare le 
lacune evidenziate dall'allievo. Un siste- 
ma tuttora presente sul mercato è an- 
che interattivo con lo studente, in quan- 
to discorre con esso per individuare 
un’esatta area di carenza informativa 
nel candidato, evitando di pianificare 
campi di istruzione che dallo studente 
sono già conosciuti. 

Un esempio di regola valida per un 
sistema di tal genere e fatta è mostrato 
di seguito. Il sistema esperto, di nome 
GUIDON (Clancely W.J.. Tutoring rules 
for guiding a case of method dialogue. 
Intemationaf Journal of Man Machines 
Studies, voi. 11. pagg, 25-49. 1979. 
insegna a studenti di medicina a sele- 
zionare adatte terapie antimicrobiche 
per pazienti affetti da infezioni. La rego- 
la mostrata di seguito valuta il grado 
attuate di apprendimento dello studente 
e modifica il sistema in modo tale da 
avanzare nel grado di difficoltà mostrato 



e seguire lo studente nella tecnica d'ap- 
prendimento stesso. 

IF SI considera che lo studente é a 

conoscenza di un particolare do- 
minio di conoscenze e 
l'analisi di tale dominio si adatta 
perfettamente alle conoscenze 
mostrale dairallievo e 
non esiste regola che sla stata 
disattesa dallo studente stesso 
THEN aumentare la valutazione totale at- 
tribuita allo studente del 40% 

Infine, per concludere, i sistemi 
esperti che eseguono controlli sono 
chiamati a verifiche periodiche e pun- 
tuali di parametri prefissati dall'operato- 
re 0 dal programmatore stesso. Un 
esempio è dato dal controllo di qualità 
su macchine, o dal monitoraggio delle 
condizioni di salute di pazienti sottopo- 
sti a terapie intensive. I controlli di siste- 
ma dedicati a queste operazioni devono 
possedere una componentistica capace 
di eseguire monitoraggio, ivi compresa 
tutta la sistemìstica destinata a interpre- 
tazione. previsione, diagnosi, disegno, 
pianificazione, debug, riparazione e rela- 
tive istruzioni. Il tutto è spesso integrato 
in tecniche specializzate, magari rappre- 
sentate da diversi sistemi integrati tra 
loro, che eseguono monitoraggio, dia- 
gnosi. debug, pianificazione, previsione 
dei risultati. 

Come abbiamo fatto in precedenza, 
ecco di seguito un esempio di questo 


tipo di sistema esperto, destinato a 
controllare le condizioni di un paziente 
dopo un intervento chirurgico. L'esem- 
pio è tratto da Shortcliffe E.F. e Falgan 
L.M.. Expert System research; mode- 
ling thè medicai decision making pro- 
cess. Heuristic Programming Project re- 
port HPP-'82-3. Department of Medici- 
ne and Computer Science, Stanford 
University, Stanford CA, marzo 1982. 

IF il ritmo cardiaco é accettabile e 

la venazione delle pulsazioni non 
supera le venti unità m un range d> 
15 minuti e 

la pressione arteriosa si mantiene 
in termini accettabili 
la pressione arteriosa non mostra 
variazioni apprezzabili m un range 
di 15 minuti e 

la pressione sistolica del sangue é 
accettabile 

THEN l'emodinamica del paziente e in 
fase stabile. 

La figura a, tratta da Waterman, A 
guide to expert System (opera citata 
diverse volte su queste pagine) mostra 
in grafica quanto espresso sotto forma 
simbolica precedentemente. 

E giunto adesso il momento di ana- 
lizzare i tipi di problemi che. almeno in 
forma teorica, un sistema esperto può 
risolvere. Sebbene le attività di base 
ideali di un 5.E., cosi come espresse 
nella puntata scorsa e in parte di que- 
sta siano abbastanza facili da intendere 
e organizzare, l'implementazione non é 
invece, tanto facile; la complessità del- 
la realizzazione è data anche dal fatto 
che un sistema esperto è sovente chia- 
mato a risolvere più di un problema 
congiuntamente. Per questo motivo i 
S.E. vengono classificati, in generale, m 
base a! tipo di problema prevalente che 
sono chiamati a risolvere. In questo 
modo la tecnica ha sviluppato una serie 
di campi principali di interesse, di cui 
parleremo più diffusamente la volta 
prossima. In queste aree, il dominio 
principale è rappresentato da sistemi 
esperti dedicati alla medicina, che la 
fanno da padrone. 

Sono stati, in effetti, sviluppati più 
sistemi esperti per la medicina che per 
ogni altra area di singolo problema, con 
la chimica al secondo posto, ma ben 
distante come presenza sul mercato ed 
efficienza dei pacchetti; segue, in forte 
incremento, la meteorologia, che negli 
ultimi tempi ha fatto passi da gigante (in 
effetti, si tratta di un campo principe per 
l'implementazione di un sistema 
esperto). 

Riassumendo, le aree di applicazione 


MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990 


219 


INTELLIGENZA ARTIFICIALE 


in cui i sistemi esperti si sono sviluppati 
sono: 

Agricoltura 

Chimica 

Informatica e architettura di sistemi in- 
formatici 
Elettronica 
Ingegneria 
Geologia 

Manipolazione delle Informazioni 
Legge 

Industna manufattunera 

Matematica 

Medicina 

Meteorologia 

Analisi militare 

Fisica 

Controllo di processo 
Tecnologia spaziale 

Vedremo qualcosa in questa puntata, 
nservandoci di completare il discorso 
nella prossima. Discuteremo, una per 
una. alcune aree di attività di sistemi 
esperti dedicati, cosi come espressi nel 
precedente elenco. Tutti i sistemi 
esperti descritti sono disponibili sul 
mercato e di essi verranno forniti i dati 
identificativi per chi desiderasse contat- 
tare i produttori per un più approfondito 
esame degli stessi. 

Il primo sistema esperto elaborato 
per problemi chimici fu'DENDRAL, un 
tool di ricerca messo a punto alla Stan- 
ford University intorno al 1965 e dedica- 
to a sviluppare strategie per l'ipotizza- 
zione e il disegno della struttura di com- 
ponenti organici. Un altro sistema 
esperto di grande interesse è CLONER, 
con finalizzazioni specificatamente bio- 
logiche; esso serve a costruire moleco- 
le nuove su un disegno prefissato, ri- 
spettando certe caratteristiche di base 
imposte dal ricercatore. 

SECS si spinge avanti in questa ricer- 
ca, in quanto utilizza un algoritmo estre- 
mamente raffinato per sintetizzare com- 
piesse molecole organiche; un S.E. 
molto simile ad esso è PARSTA, utiliz- 
zato da una compagnia petrolifera per 
mettere a punto un piano di realizzazio- 
ne di un lubrificante sintetico. E ancora, 
ricordiamo SPEX, che consente di simu- 
lare e pianificare complessi esperimenti 
di laboratorio sulla biologia molecolare. 

Passiamo ancora a KARL-X, un siste- 
ma che simula le caratteristiche del fron- 
te di fiamma di un combustibile al variare 
delle caratteristiche di temperatura e 
pressione dell'ambiente che ospita tale 
combustibile stesso; è stato utilizzato 
per mettere a punto una serie di ipotesi 
alternative ai combustibili fossili tradizio- 
nali. E, poi, AMOEBA, che simula il com- 
portamento di agenti patogeni in presen- 
za di antibiotici e sulfamidici. 



Nel campo nella sistemistica informa- 
tica. il primo S.E. davvero efficace fu 
XCON, realizzato inizialmente come pro- 
getto di sperimentazione e ricerca dalla 
Università di Carnegie-Mellon, in colla- 
borazione con la Digital; successiva- 
mente ebbe uno sbocco commerciale, 
trasformandosi in un sistema ben più 
articolato e complesso capace di pro- 


elattrorica 




Figura d - Sislemi esperti nell'area elettronica 
libid.! 


gettare configurazioni di base di macchi- 
ne, testando la loro affidabilità e svilup- 
pando un opportuno disegno per quanto 
attiene alla progettazione della linea di 
produzione. 

Un altro esempio interessante è 
PTRANS, sviluppato per verificare e pia- 
nificare la costruzione e la distribuzione 
di sistemi DEC; ad esso possiamo af- 
fiancare IDT, che. in una rete di macchi- 
ne PDF 11/03 consentiva di localizzare 
elementi o unità difettose o abbiso- 
gnanti di verifica e controllo. Ancora 
ricordiamo BDS, che legge reti in net- 
work, e ANALYSE, capace di sviluppare 
una strategia costruttiva e di forniture 
per una macchina in progetto dipenden- 
te da diversi fornitori. 

Il campo davvero più vasto, dopo, 
come al solito, la medicina, è l'elettroni- 
ca. E in tale campo le tecniche di dise- 
gno della componentistica la fanno da 
padrone; anche se campi come la dia- 
gnosi di guasti e la progettazione di 
circuiti integrati competono ad armi 
quasi pari. ACE fu il capostipite della 
serie e fu realizzato, intorno al 1980 dai 
laboratori BELL per diagnosticare errori 
e guasti in sistemi elettronici comples- 
si; la sua prima applicazione commer- 
ciale si deve all AT&T, che se ne servi 
per identificare malfunzionamenti su 
una rete telefonica. 

IN-ATE è dovuto allo sforzo Ifa piace- 
re ricordarlo) di un programmatore indi- 
vuale, che disegnò questo S.E. per dia- 
gnosticare errori in un circuito oscillan- 
te. Per passare al sofisticato, ricordiamo 
EURISKO, di cui abbiamo già accennato 
altrove, che consente di disegnare, in 
tre dimensioni, componentistica micro- 
elettronica, nel campo delle periferiche. 
Splendido, nella sua compattezza ed 
efficienza (si tratta di uno dei S.E. elet- 
tronici più venduti) è REDESIGN. che 
consente di mettere mano su un pro- 
getto di componentistica discreta o mi- 
niaturizzata per cambiaria e adattarla a 
nuove specifiche e carattenstiche. SO- 
DO, messo a punto da un ncercatore di 
origine italiana consente di pianificare 
approvvigionamenti elettronici (in effetti 
non si tratta di un vero S.E. dedicato) in 
un piano di produzione molto esteso; 
esso è costruito per fornire inoltre alter- 
native e economicamente e tecnica- 
mente più valide a un layout di base 
della componentistica stimata nel primo 
progetto. 

Ma credo che sia il caso di fermarsi 
qui. la prossima volta continueremo su 
questa strada mostrando cosa la tecni- 
ca dei S.E. è stata capace di produrre in 
campi dove neppure ci si sarebbe im- 
maginato di potersi far guidare da una 
macchina. 


220 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 




AT da 999.000 386 da 2.31 0.000 


MEMORIE ROTANTI 
FDD 144 MbTEAC 
HDD 20 Mb SEAGATE 
HDD 40 Mb 28 MS SEAGATE 

SCHEDE GRAFICHE 
SUPER EGA 640 480 
VGA 800 600 8 bit 256 K ESP 
ULTRA VGA 1024768 16bil 
EPSON LX 800 
EPSON LO 500 

CITIZEN 180 E 

SWIFT 242 


190.000 

349.000 

650.000 


290.000 

420.000 

480.000 

410.000 

592.000 

310.000 


650.000 


INFORMATICA 

D’AUTORE 



CONCESSIONARIA 


LINEA 

14-B/NHERC/CGABASC 190.000 

1 4" SUPER EGA COL. 640x400 DP 031 650.000 

MULTISYNC VGA 1024x768 850.000 

MONITOR NEC 2A.3D da 999.000 

VARIE 

MOUSE GENIUS da 60.000 

PLOTTER ROLAND A3/A4 1 .600.000 

MODEM 300/1 200 COMP. HAYES 1 38.000 

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P220024AGHI 590.000 

P6PLUS 1.100.000 

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c 


di Corrado Giusto^zi 


Filtri (III) 


Ultima parte del trittico di 
puntate dedicato alla 
presentazione di alcuni 
semplici ma utili filtri. 

I quattro programmi di questo 
mese si distinguono da quelli 
precedenti in quanto 
elaborano lo stream riga per 
riga anziché carattere per 
carattere. Di essi tre sono di 
ispirazione Unix ed il quarto é 
un semplice «numeratore 
universale» 


Gli ultimi quattro filtri che vi presento 
questo mese sono accomunati dal mo- 
do di elaborazione dello stdin Infatti a 
differenza di quelli visti finora, I quali 
elaboravano il flusso di caratteri ricevuto 
in input sulla base appunto del singolo 
carattere, questi lo elaborano per linea. 
È chiaro dunque che essi sono adatti 
esclusivamente al lavoro su file di testo, 
nei quali esiste per l'appunto il concetto 
di «linea». Ed è appunto su tale concet- 
to, intuitivo ma non sempre ben defini- 
to, che apriamo la puntata di questo 
mese. 

Caratteri e linee 

Ancora una volta debbo tirare in ballo 
il buon vecchio Unix per spiegare bene 
il perché di certe cose. Ed ancora una 
volta debbo farlo mettendo in luce la 
sostanziale differenza concettuale di 


trattamento dei dati fra Unix e tutti gii 
altri sistemi operativi per mini e mainfra- 
me esistenti all'epoca le. se è per que- 
sto, ancora oggi...), 

Per un mainframe un file è dunque 
una sequenza di record: dove ogni re- 
cord è un'entità costituita da un numero 
fisso di caratteri organizzati rigidamen- 
te. Ciò naturalmente proviene dall'epo- 
ca in cui i dati erano memorizzati su 
schede perforate. Ogni scheda conte- 
neva al massimo 80 caratteri (quando 
inventarono le schede a 96 colonne 
tutto il mondo fece i salti di gioia osan- 
nando il progresso tecnologico..,) e dun- 
que tutto era chiaro; il record era un 
insieme di 80 caratteri, tanti record in 
fila facevano un file. Essendo ia lun- 
ghezza del record un parametro deciso 
a priori e gestito dal sistema operativo 
non vi è ambiguità di rappresentazione 
ed, in particolare, non vi e bisogno di 
definire dei segnali espliciti di «fine re- 
cord» ovvero dei separatori di record. Il 
concetto di «linea» in una organizzazio- 
ne a record non esiste in quanto tale 
ma è chiaro che l'associazione «record» 
= «linea» viene assolutamente imme- 
diata e risulta del tutto naturale ed ac- 
cettabile. 

Unix, dal canto suo, rivoluzionò il con- 
cetto di file stabilendo che un file fosse 
semplicemente una successione di ca- 
ratteri. Un file sotto Unix non ha alcun 
formato predefinito ed è compito esclu- 
sivo del programmatore decidere, a li- 
vello dell’applicazione, come interpreta- 
re il file. In particolare il sistema operati- 
vo non compie alcun tentativo di impor- 
re una struttura logica o fisica ai file. 
Questo modo rivoluzionano di concepi- 
re i file possiede degli indubbi vantaggi 
pratici ed operativi ma presenta anche 
dei problemi; in particolare, mancando i 
file di una struttura oggettiva imposta 
dall'esterno, è necessario darsi delie 
convenzioni di rappresentazione per far 
si che applicazioni differenti «vedano» 
un medesimo file allo stesso modo. In 
questa situazione, tanto per venire al 
concreto, il concetto di «record» svani- 
sce: esso non è più un oggetto concre- 
to, un'entità fisica imposta e gestita 
dalla macchina, ma solo un modo di 
suddividere un file da un punto di vista 



222 


MCmicrocomputer n. 94 -marzo 1990 


c 


puramente logico e del tutto particolare 
e contingente. E se è vero che per 
alcuni file il concetto di record è del 
tutto privo di senso (ad esempio per un 
programma oggetto) per altri tuttavia è 
un grande sussidio operativo (ad esem- 
pio per un data base). Nel caso dei file 
di testo, dove è necessario riconoscere 
linee di testo distinte, l’associazione fra 
■irecord» e «linea» ritorna alla ribalta, 
solo che come si fa, ora, a riconoscere 
un record da un altro? Introducendo, 
come dicevo prima, dei segnali conven- 
zionali: dei caratteri speciali che delimi- 
tino appunto i vari record, La convenzio- 
ne dello Unix prevede che il carattere 
preposto a fungere da separatore di 
record sia il LF (ASCII 10), che per 
l'occasione viene chiamato NL (New 
Line); altri sistemi operativi di denvazio- 
ne Unix hanno invece convenzioni diffe- 
renti: l'MS-DOS ad esempio usa la cop- 
pia CR-tLF (ASCII 13 + ASCII 10) men- 
tre il Macintosh usa il solo CR. Tali 
caratteri servono solo ai programmi ap- 
plicativi in quanto, ripeto, per lo Unix il 
file in sé non ha alcuna struttura signifi- 
cativa. Ciascun programmatore è libero 
di rispettare a no la struttura «suggeri- 
ta» a seconda di ciò che il suo program- 
ma deve fare; un esempio pratico lo 
potete vedere proprio nei filtri che vi ho 
presentato in questi mesi: alcuni di essi 
ignorano la struttura logica a linee dei 
file operando solo sui singoli caratteri, 
altri Invece (quelli che stiamo per vede- 
re) ne tengono strettamente conto. 

I moduli di questo mese 

{^me di consueto diamo uno sguar- 
do in generale ai quattro programmi di 
questo mese prima di passare a com- 
mentarli da vicino. 

I primi due, denominati rispettiva- 
mente head e tali [testa e coda), sono 
ispirati agli omonimi tool disponibili sot- 
to Unix e servono ad estrarre le prime o 
le ultime linee da un file. Il terzo, num, 
aggiunge una numerazione progressiva 
ad ogni linea di un file. L’ultimo, ancora 
una volta preso da Unix, si chiama uniq 
e serve ad eliminare linee uguali ed 
adiacenti da un file. Tutti e quattro si 
rivelano piuttosto utili in diverse situa- 


ilude <atdlD.h> 
:lude <string.h> 
ilude <BaUgc.b> 


uhlle < tets( i 
If ( PlU ! 


MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990 


223 


c 


2ioni per compiere vari tipi di manipola- 
zioni di un file di testo. 

La loro struttura è ovviamente in qual- 
che misura simile. Al contrario dei loro 
cugini visti i mesi scorsi, che usano la 
classica getcharO per leggere lo stdin 
carattere per carattere, essi si basano 
sulla funzione standard di libreria gets{) 
che legge lo stdin una linea alla volta. 
L’uso della getsO e della sua reciproca 
putsO libera il programatore dalla ne- 
cessità di doversi analizzare lo stream in 
cerca del carattere di fine record: tali 
funzioni infatti provvedono autonoma- 
mente a ciò ed inoltre gestiscono cor- 
rettamente la terminazione della stringa 
col carattere nullo. 

Naturalmente questi programmi per 
funzionare debbono prevedere un buffer 
dove collocare temporaneamente la linea 
letta per poterla elaborare. E ciò solleva 
un piccolo problema implementativo: 
quanto dev’essere grande questo buf- 
fer? In tutti e quattro i programmi io ne ho 
impostato la dimensione ad un migliaio di 
caratteri, che mi sembra sufficiente nella 
grande maggioranza dei casi; ovviamen- 
te tale valore è suscettibile di qualsiasi 
modifica a seconda delle esigenze o delle 
opinioni personali. Per variarlo basta so- 
stituire il valore associato all’identificato- 
re che compare nell’apposita +define 
presente in testa ai listati. 

E con questo credo che possiamo 
senz’altro passare all’esame dei listati. 


head 

Si tratta di un programma semplicissi- 
mo il cui cuore è composto praticamen- 
te da due sole linee. Il suo scopo è 
quello di emettere solo le prime n linee 
del file ricevuto in ingresso: n è natural- 
mente un parametro passato sulla linea 
di comando, che assume per default il 
valore 10. La prima parte del program- 
ma (linee 26-30) si occupa appunto di 
assegnare ad n un valore (il default è 
stabilito nella linea 23) terminando il 
programma se esso risulti negativo o 
nullo. L’elaborazione vera e propria è 
concentrata nel loop posto alle righe 32- 
33: esso non fa che eseguire ciclica- 
mente, per n volte, una gets() ed una 
putsO, naturalmente fermandosi nel ca- 
so in cui il file consti di meno di n righe. 

tali 

La funzione opposta a quella svolta 
da head si chiama ovviamente taiL II 
programma che la implementa però è 
assai più complicato dell’altro. Il perché 
è da ricercarsi in un motivo molto sem- 
plice: mentre head sa in anticipo quali 
linee elaborare (le prime n che incon- 
tra), tail non lo può sapere in quanto 
non sa a priori di quante linee è compo- 
sto il file. La sua strategia deve dunque 
essere più sofisticata: esso deve infatti 
leggere il file una linea alla volta mante- 


nendo sempre memorizzate le ultime n 
linee lette ed emettendole una volte 
raggiunta la fine del file. Ciò implica 
l’adozione di un buffer di n linee da 
riempirsi ciclicamente, con tutte le at- 
tenzioni del caso per evitare comporta- 
menti errati nel caso di file piu corti di n 
linee. Sottolineo subito che qui ci scon- 
triamo con un ulteriore problema di di- 
mensionamento; quante linee, al massi- 
mo, deve bufferizzare il programma? lo 
ho scelto il valore 256 che mi sembra 
un ragionevole compromesso ma, co- 
me al solito, ciascuno è libero di decide- 
re altrimenti. 

Altra scelta di progetto è quella che 
riguarda la rnodalità di implementazione 
del buffer. E chiaro che la soluzione più 
semplice consisterebbe nell'allocarsi 
staticamente un bell’array di linee, dicia- 
mo 256 linee da 1024 caratteri Luna 
tanto per rispettare i default del pro- 
gramma. Ma è altrettanto chiaro che 
dedicare 256K ad un buffer del genere 
è uno spreco inaccettabile dal momento 
che, in media, esso risulterà quasi total- 
mente inutilizzato. Il caso tipico di uso 
di tati è infatti quello di visualizzare 
meno di un paio di K di testo, diciamo 
una ventina di righe da 80 caratteri in 
media: e dunque perché sprecare in 
ogni caso la quantità di memoria richie- 
sta dal «caso peggiore»? Meglio invece, 
anche se la cosa è piu complicata, pen- 
sare ad un meccanismo di allocazione 
dinamica dei buffer. 

Cosi ho dunque fatto e pertanto que- 
sto tail agisce salvando le ultime n 
linee lette in altrettanti buffer costruiti di 
volta in volta su misura, naturalmente 
quando una linea non serve più il corri- 
spondente buffer viene rilasciato al si- 
stema. Lo spreco di spazio è cosi nullo 
al costo di una, del tutto teorica, minore 
efficienza dovuta alle ripetute chiamate 
a mallocO e free() Ma siccome in un 
programma del genere i tempi di elabo- 
razione sono pesantemente condiziona- 
ti da quelli di I/O, possiamo tranquilla- 
mente trascurare nel conteggio globale 
i pochi microsecondi in più richiesti per 
la gestione dinamica della memoria e 
concentrarci invece nell'organizzare il 
programma in modo efficiente dal pun- 
to di vista dello spazio. 

La struttura di dati fondamentale del 
programma è dunque un array di n 
puntatori a carattere, ciascuno dei quali 
ovviamente identifica un buffer. Ogni 
linea letta dallo stdin viene copiata in un 
buffer allocato al momento, il quale a sua 
volta viene assegnato ciclicamente al più 
anziano puntatore dell’array. Un minimo 
di aritmetica modulare consente di effet- 
tuare queste assegnazioni ordinatamen- 
te. I buffer vengono ovviamente riciclati 



WCmicrocompuler n, 94 - marzo 1990 


c 



man mano che vengono (ette le linee del 
lile in modo che essi contengano sempre 
e solo le n linee più recenti. 

Ma commentiamo direttamente il co- 
dice. Le prime istruzioni (dalla 31 alla 
371 non fanno altro che inizializzare la 
variabile n al corretto numero di linee. Il 
loop while che comincia a linea 39 
scandisce lo stdìn leggendolo una linea 
alla volta nell'array di transito s. Per 
ciascuna linea letta vengono quindi ef- 
fettuate le seguenti elaborazioni: dap- 
prima il contenuto dell'i-esimo buffer 
viene svuotato se necessario (linee 41- 
42): poi un nuovo buffer viene allocato 
in base alla dimensione effettiva della 
linea appena ietta ed assegnato all’i- 
esimo puntatore (linee 44-461; la linea 
viene quindi copiata dall’array s al nuovo 
buffer (linea 50) ed infine viene calcola- 
to il nuovo valore di ì per la prossima 
linea. Al termine del loop tutto ciò che 
resta da fare è stampare gli n buffer 
cominciando da quello corrispondente 
all'attuale valore di i, e di questo si 
occupa il for di linea 56. Da notare che 
prima di stampare un buffer occorre 
controllare (linea 58) che il corrispon- 
dente puntatore non sia nullo: ciò serve 
nel caso in cui il file avesse contenuto 
meno di n linee. Ricordo che la funzione 
strcpyO usata in linea 50 fa parte della 
libreria standard e serve a copiare una 
stringa in un'altra 

num 

Torniamo a cose più semplici con 
questo num, il quale praticamente con- 
sta di sole due linee di codice. Il suo 
scopo, dicevo prima, è di aggiungere 
una numerazione ad ogni linea di un file. 
Il valore iniziale di tale numerazione è 
per default 1 ma può anche essere 
modificato fornendolo come parametro 
sulla linea di comando: di questa inizia- 
lizzazione si occupano le linee 25 e 26. 
Il loop di riga 28 è del tutto convenzio- 
nale: l'output però non viene effettuato 
con la putsO ma con la prìntfO che 
permette di formattare la stringa di usci- 
ta. In questo modo si può facilmente 
aggiungere alla stringa appena letta un 
contatore progressivo nel formato 
«ddddd:». ossia un intero di cinque 
cifre ed un simbolo di due punti più uno 
spazio di separazione. 

Un esempio pratico dell’uso di num 
lo vedete proprio nei listati pubblicati in 
queste pagine i quali, come dicevo an- 
che la volta scorsa, vengono preproces- 
sati per la stampa filtrandoli attraverso 
una pipeline costituita da detab (visto il 
mese scorso) e da num. il primo per 
sostituire i TA8 con spazi ed il secondo 
per numerare le linee. 


uniq 

Anche uniq è composto da pochissi- 
me linee di codice ma ciò nonostante 
svolge una funzione assai utile. Esso 
provvede ad eliminare da un file linee 
adiacenti identiche tra loro, emettendo 
in uscita una sola copia delle linee 
uguali. 

Una delle necessità tipiche di elabora- 
zione della vita di tutti i giorni è in effetti 
quella di produrre una lista ordinata e 
non ripetuta di elementi a partire da una 
disordinata e con elementi possibilmen- 
te ripetuti. Una pipeline nella quale l'u- 
scita di un sort viene inviata ad uniq 
risolve elegantemente il problema. Anzi, 
un idioma tipico della programmazione 
in Shell sotto Unix è proprio quello che 
vede una pipeline del tipo “sortluniq- 
(sort» dove il primo sort ordina il file per 
lo uniq. questo colldssa i record uguali 
ed il secondo sort rimette le cose a 
posto. 

Nella versione disponibile sotto Unix 
uniq prevede alcuni parametri sulla li- 
nea di comando mediante i quali se ne 
può alterare il funzionamento; io però 
ne ho scritta una versione ai minimi 
termini che non prevede alcun argo- 
mento. L'intera elaborazione è dunque 
concentrata nel solo loop while di riga 
21, il quale fondamentalmente non fa 
altro che confrontare le ultime due linee 
lette dal file emettendo in uscita la più 
recente solo se essa differisce da quella 
precedente. Ovviamente il primo con- 
fronto non sarà soddisfatto in quanto 


inizialmente la stringa meno recente è 
la stringa nulla e tutto funziona bene 
anche con file costituiti da una sola 
linea. La funzione strcmpO, cardine di 
tutto il programma, fa parte della libreria 
standard e viene usata per confrontare 
lessicograficamente due stringhe. 

Concludendo 

Siamo cosi giunti alla fine di questa 
breve sene di puntate incentrate sui 
filtri. 

Abbiamo visto dodici programmici 
semplici ma utili mediante i quali si 
possono costruire comandi più com- 
plessi sfruttando i meccanismi di redire- 
zione e pipeing offerti dall'MS-DOS, 
Spero che a questo punto abbiate tutti 
chiaro non solo come costruire un filtro 
ma anche, e soprattutto, perché e con 
che filosofia. La morale di tutto è che in 
generale è preferibile preparare stru- 
menti semplici e monouso da combina- 
re secondo necessità piuttosto che pro- 
grammi «faccio-tutto-io» inevitabilmen- 
te complessi e poco versatili. Questa 
almeno è la filosofia di Unix che, a mio 
avviso (e non solo mio...), è risultata 
sicuramente vincente, 

Bene. Ricordo ancora una volta che 
su MC-Link è presente il file FILTRI.ZIP 
che contiene i sorgenti e gli eseguibili di 
tutti I programmi visti negli ultimi tre 
mesi e con ciò chiudo anche questo 
argomento. Appuntamento, come di 
consueto, fra trenta giorni, 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


225 


TURBO PASCAL 


I TSR e gli interrupt del BIOS 


Approfitto del corsivo iniziale 
per scambiare due 
chiacchiere con un gentile 
lettore abruzzese. Cristian 
D'Aloisio di Liscia, in provincia 
di Chieti. Caro amico, il suo 
tentativo di intercettare la 
divisione per zero non 
funziona per due motivi. In 
primo luogo, lei prova a 
sostituire la routine associata 
airiNT 0 sperando di 
controllare cosi la divisione tra 
due numen di tipo reai, ma le 
routine del Turbo Pascal per i 
reai non usano mai né DIV né 
IDIV. In secondo luogo, anche 
se SI trattasse di due integer, 
non basta che la routine setti 
una variabile o un flag: 
occorre intervenire 
direttamente sui registri AX 
(che nel suo caso starebbe in 
lBP-41) e IP (in IBP+2Ì): nel 
primo infatti va il risultato 
della divisione, mentre il 
secondo va incrementato (di 
due. nel Turbo Pascal 3) per 
evitare che, dopo TINT 0. il 
controllo ritorni proprio alla 
istruzione che lo ha causato. 
L'xexception handiing» é 
comunque un argomento di 
notevole interesse, al punto 
che se ne riparlerà più 
diffusamente nella rubrica. Le 
propongo quindi un prossimo 
appuntamento su queste 
pagine. A presto 


La volta scorsa, dopo aver anticipato 
che un programma residente va attivato 
mediante un interrupt, abbiamo illustra- 
to tutte le cautele che si devono pren- 
dere per evitare di interrompere in mo- 
do catastrofico le operazioni del DOS. 
Abbiamo cioè esaminato le aree di me- 
moria interne del DOS, alcuni suoi flag 
e riNT 28h, per precisare le condizioni 
che devono verificarsi perché possa es- 
sere attivato un TSR. Abbiamo anche 
visto come fare i conti con gli interrupt 
hardware, nonché una funzione TSRAt- 
tivabile che ritorna TRUE se a loro volta 
ritornano FALSE le funzioni InDOS. In- 
BIOS e In8259: mentre quest'ultima 
viene compiutamente illustrata dal lista- 
to pubblicato il mese scorso, le altre 
due testano il valore di alcune variabili, 
per le quali ci rimane ancora da vedere 
come vengano gestite dalla unit. Que- 
ste variabili hanno tutte un nome forma- 
to da un i<lnlnt» seguito da un numero, 
da intendere come numero di un inter- 
rupt. Cominceremo da quelli del BIOS, 
ovvero dagli interrupt 5 (Print Screen), 9 
(tastiera), 10h (video) e 13h (dischi). 


Interrupt 5 

A gennaio abbiamo ricordato che, di- 
chiarando interrupt una procedura, il 
compilatore produce codice che salva in 
entrata e poi ripristina In uscita tutti i 
registri. Comodo e scomodo allo stesso 
tempo. É comodo perché evita di dover 
procedere «manualmente» ad operazio- 
ni di questo tipo, come nelle pnme 
versioni del Turbo Pascal si faceva con 
istruzioni infine; scomodo perché a vol- 
te si può desiderare una particolare ma- 
nipolazione dei registri, che verrebbe 
vanificata dal finale ripristino dei valori 
salvati all'inizio. È possibile, in verità, 
fare in modo che al termine della proce- 
dura dichiarata interrupt alcuni registri 
abbiano valori scelti dai programmatore: 
si tratta, come più esaurientemente 
spiega il manuale, di dichiarare anche 
dei parametri con il nome dei registri 
che interessano — rispettando un certo 
ordine — e poi di lavorare su questi, ma 
le cose si complicano alquanto quando i 
valori da assegnare ai registri-parametro 
sono quelli che ad alcuni registri «veri» 



226 


MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990 


TURBO PASCAL 


sono stati assegnati da un interrupt: 
non c'è modo di leggere i valori dei 
registri «veri» se non facendo ricorso o 
a moduli in assembler o a istruzioni 

inline. 

Distinguiamo quindi due tipi di inter- 
rupt: quelli che si limitano a «fare qual- 
cosa» e quelli che «ritornano dei valori» 
in alcuni registri. L'interrupt 5 appartie- 
ne al primo gruppo, in quanto non fa 
altro che provocare l'invio alla stampan- 
te di una copia del contenuto del video. 
La figura 1 contiene il sorgente della 
procedura NuovoIntS, che viene asso- 
ciata airiNT 5 dalla procedura Installa 
(dato che si tratta della prima routine 
associata ad un interrupt che esaminia- 
mo. la figura 1 richiama anche altri 
frammenti della unit già visti il mese 
scorso, e anticipa qualcosa di Installa e 
della sezione di inizializzazione della 
unit). 

Vediamo quindi che si parte da un 
flag, InlntS. inizializzato a zero; la proce- 
dura Installa provvede a salvare in Prev- 
IntS, variabile di tipo procedure, l'indi- 
rizzo della routine originaria, poi a sosti- 
tuire a questa NuovoIntS, la quale incre- 
menta il flag, simula l'attivazione dell'in- 
terrupt originario, quindi decrementa il 
flag. 

L'effetto del tutto dovrebbe essere - 
chiaro: si sostituisce all’INT 5 una routi- 
ne che fa esattamente la stessa cosa, 
ma in più agisce su un flag che ci 
consente di sapere in ogni momento se 
quell'interrupt è in corso oppure no. In 
questo senso dicevamo il mese scorso 
che avremmo dovuto sostituire agli in- 
terrupt del BIOS altre routine che ripro- 
ducessero il meccanismo del flag In- 
DOS. Naturalmente non è sempre tutto 
cosi semplice. 

Interrupt 9 

Anche l'INT 9 può considerarsi appar- 
tenente al gruppo degli interrupt che si 
limitano a «fare qualcosa». Questo 
«qualcosa» è in realtà alquanto com- 
plesso, in guanto consiste in tutta una 
serie di operazioni che permettono di 
passare dalle lettere minuscole a quelle 
maiuscole e viceversa, di attivare e di- 
sattivare il tastierino numerico, di usare 
l'INT 16h per leggere il carattere corri- 



Scon Port[*6Q}i 
PUSMF: 

Ct-Ij 

Provine^! 

It (Inlr>t9 - Q) ona (not InTSRKey) then b«oin 

( (nemC«0040:*0017] sna «OP) > StstoShlfC) then 
InTSRKey := TRUE ì 



Figura 2 - La touline che viene sostituita all'iNT 9 


Spendente al tasto premuto, e cosi via. 
Quello che però importa, appunto, è 
che un programma «legge» la tastiera 
mediante l'INT 16h. non mediante l’INT 
9: questo scatta quando premiamo un 
qualsiast tasto (è un interrupt hardwa- 
re), quello quando lo decide un pro- 
gramma (è un interrupt software). É 
dairiNT 16h che desideriamo che ci 
vengano ritornati dei valori, non dall'INT 
9, per il quale possiamo quindi procede- 
re in modo analogo a quanto appena 
visto. 

La differenza sta tutta nel fatto che 
alcuni tasti, o combinazioni di tasti, po- 
trebbero proprio essere quelli che vo- 
gliamo attivino il nostro programma re- 
sidente: alle azioni svolte dall'INT 9 
dobbiamo quindi aggiungerne una: il 
riconoscimento dei tasti premuti; se 
questi sono quelli che vogliamo faccia- 
no partire il programma residente, viene 
assegnato TRUE alla variabile booleana 
InTSRKey. La combinazione di tasti de- 
signata viene passata in origine alla pro- 
cedura Installa nei due parametri Scan e 
Shift (codice di scansione e stato dei 
tasti di shift), i cui valori vengono asse- 
gnati alle variabili Tasto e StatoShift. La 
procedura Nuovolnt9 provvede innanzi- 
tutto a leggere dalla porta 60h il codice 
di scansione del tasto premuto, poi 
chiama l'interrupt originario perché pos- 
sa fare tutto quello che deve. A questo 
punto, se non si è già in NuovoIntS e se 


InTSRKey è FALSE, si incrementa il flag 
Inlnt9 e si procede alla verifica. Se 
Tasto è uguale a zero (abbiamo visto a 
febbraio che si deve fare cosi se si 
vuole attivare il TSR con i soli tasti di 
shift) 0 è uguale al tasto prescelto, e se 
lo stato corrente dei tasti di shift (conte- 
nuto nei quattro bit «bassi» del byte 
aH'indirizzo $0040:$0017) corrisponde 
anch'esso, si assegna TRUE a InTSR- 
Key prima di decrementare InlntS. 

Interrupt 10h e 13h 

Ben diversa è la situazione con inter- 
rupt del secondo tipo, quelli che «ritor- 
nano dei valori». L'INT lOh, ad esem- 
pio, viene usato per impostare il modo 
del video (testo o grafica, monocromati- 
co o a colori, ecc.). o forma e posizione 
del cursore: viene però anche usato per 
leggere questi stessi dati, o il carattere 
e l'attributo dove è il cursore, ecc. Le 
informazioni vengono ritornate in vari 
registri e. come già detto, un modulo in 
assembler o istruzioni inline sono l'uni- 
co modo per leggerli. 

Nel caso poi dell'INT 13h, si devono 
anche preservare i flag. Questo inter- 
rupt svolge funzioni piuttosto delicate e 
importanti, quali resettare un disco, leg- 
gere lo stato di un disco dopo una 
precedente operazione, leggere, scrive- 
re. verificare e formattare uno o più 
settori, ecc. Si tratta cioè delle routine 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


227 


TURBO PASCAL 


che più di altre consentono poi il regola- 
re funzionamento del DOS. proprio in 
quanto «Disk Operating System»; è fa- 
cile intuire quanta parte del DOS, pur 
offrendo una interfaccia più comoda e 
flessibile (per esempio: accesso ad un 
file mediante un file pointer invece che 
attraverso la conoscenza della sua collo- 
cazione fisica sul disco), ne faccia uso. 
È altrettanto facile capire quanto sia 
importante che eventuali condizioni 
d'errore segnalate dall’INT 13h vengano 
regolarmente trasmesse alle routine 
che lo usano, Il problema sta tutto qui, 
in quanto la situazione d’errore viene 
comunicata dall'INT 13h sedando il flag 
carry. 

Sappiamo che con la chiamata di un 
interrupt i flag vengono salvati nello 
stack e che vengono poi ripristinati dalla 
successiva istruzione IREI; se ci affi- 
dassimo a questo meccanismo, dopo 
l’esecuzione ritroveremmo i flag esatta- 
mente come erano prima, e quindi con 
una informazione assolutamente inat- 
tendibile. Dobbiamo quindi simulare un 
IREI «parziale», eliminando il POPE im- 
plicito e lasciando solo un RET 2. pro- 
prio come fa il BIOS. 

Anche l’INT 13h, d'altra parte, usa i 
registri del microprocessore per tra- 
smettere informazioni; si va da un sem- 
plice byte in AH a tutta una serie di 
valori in AX, BX, CX, DX, ES e DI, come 
nel caso di richiesta dei parametri del 
drive. 

Per gestire adeguatamente tutti i di- 
versi casi si potrebbero anche usare 
istruzioni inline, ma mi sembrerebbe 
inutilmente acrobatico. Si fa prima in 
assembler in quanto, non essendo ne- 
cessario contrastare la manipolazione 
dei registri così come predisposta dal 
compilatore, basta limitarsi a riassegna- 
re temporaneamente al registro DS l’in- 
dirizzo del data segmenf del programma 
residente. La figura 3 propone pertanto 
la prima parte del file TSRINT.ASM. con 
le due procedure da sostituire agli inter- 
rupt lOh e 13h 6. per ognuna, la proce- 
dura che legge l'indirizzo della routine 
originaria e quella che associa la nostra 
all'interrupt. Vedremo in un altro nume- 
ro la seconda parte del file, destinata 
alla sostituzione dell’INT 2Fh, la porta 


Figura 3 - La prima pane del Me TSHINT.ASM, coti 
le procedure relative alla iniercellaiions degli inter- 
rupt lOh e I3h II file può essere assemblato sia 
eoo II MASM della Microsoll che con il TASM della 
Borland. Le procedure relative all'INT 2Fh verranno 
mostrate in un prossimo numero 



226 


MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990 


TURBO PASCAL 



d’accesso «ufficiale» ai programmi resi- 
denti. 


Interrupt 8 

L'INT 8 scatta automaticamente circa 
18.2 volte al secondo. Si tratta di un 
interrupt hardware che ha tre funzioni; 
tenere il conto dei suoi scatti dal mo- 
mento dell'accensione della macchina 


{in modo che l'INT lAh ci possa poi dire 
che ore sono), spegnere il motore dei 
floppy disk dopo qualche secondo di 
inattività, chiamare l'INT ICh, al quale 
l'utente può associare una propria routi- 
ne. 

Intercettare Tinterrupl 8 non ci è utile 
tanto per evitare di attivare il TSR nel 
momento sbagliato, ma, al contrario, 
proprio per attivarlo. La routine associa- 


Figura S 
Ls procedura 
associata 
airiNT 26h. 


ta airiNT 9, come abbiamo visto, asse- 
gna TRUE alla variabile InTSRKey quan- 
do l'utente preme la combinazione dei 
tasti prescelta per l'attivazione. Poiché 
l’INT 8 scatta ogni 55 millisecondi, con- 
sente un controllo praticamente costan- 
te sul valore di questa variabile. Se la 
trova TRUE, se non si è già nell'esecu- 
zione del TSR (variabile InTSRProg), se 
infine DOS e BIOS possono essere 
interrotti, viene chiamata la procedura 
EseguiTSR, la quale a sua volta provve- 
de (come vedremo nel prossimo nume- 
ro) a lanciare il programma residente. 

Un'ulteriore complicazione può esse- 
re rappresentata dalla presenza di un 
coprocessore numerico, segnalata da 
un valore diverso da zero della variabile 
predefinita Test8087. L'80x87 opera 
mediante un proprio stack interno a otto 
registri; i risultati dei calcoli vengono 
sempre depositati in questo stack. e si 
richiedono separate istruzioni per muo- 
vere I valori da qui alla memoria. Se un 
TSR venisse attivato dopo il calcolo ma 
prima del trasferimento del risultato dal 
coprocessore alla memoria, e se il TSR 
a sua volta usasse il coprocessore, il 
programma interrotto potrebbe sembra- 
re... dare i numeri. Ecco perché si usa- 
no le procedure inline FSAVE e 
FRSTOR, che salvano e poi rispristinano 

10 stato dell'80x87. 

Interrupt 28h 

Questo non è in verità un interrupt 
del BIOS, ma del DOS: ricorderete in- 
fatti che si tratta di qued'interrupt chia- 
mato ripetutamente dalle funzioni Oth- 
OCh dei DOS quando queste rimangono 
in attesa di un evento quale la pressio- 
ne di un tasto. 

Lo scopo è quello di consentire l'ese- 
cuzione di altre attività mentre il DOS è 
praticamente fermo. Normalmente al- 
i'INT 28h è associata una semplice 
istruzione IRET, ma nulla vieta di aggan- 
ciarvi una routine che, se se ne verifica- 
no tutte le condizioni, faccia partire il 
programma residente. La figura 5 mo- 
stra appunto questa routine, molto simi- 
le a quella della figura 4. associata al- 
l'INT 8. 

Con ciò abbiamo terminato l'esame 
delle condizioni e dei meccanismi di 
attivazione di un programma residente. 

11 mese prossimo vedremo cosa succe- 
de (meglio: cosa deve succedere) quan- 
do il TSR assume il controllo delle ope- 
razioni. 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


229 


TURBO PROLOG 


di Raffaello De Masi 


Le operazioni di I/O 

seconda parte 


Resta, dopo quanto abbiamo 
detto la volta scorsa, ancora 
aperta l'esigenza di 
«comunicare» con l'esterno, 
in particolare con le 
periferiche. Prolog possiede, 
non meno di altri linguaggi, 
mezzi idonei a colloquiare con 
le periferiche ad esso 
collegate, e dispone di una 
serie di operatori per definire 
o dichiarare nuove periferiche 
e nuove vie di accesso ad 
esse. Questo porta 
automaticamente a discutere 
della tecnica d'uso dei file e 
delle modalità di modifica di 
questi. Leggendo quanto 
segue si vedrà come il nostro, 
pur non discostandosi 
particolarmente da tecniche 
già viste in altri idiomi, 
possiede quel tanto di 
originalità che gli consente di 
adattarsi specificamente alla 
particolare problematica che è 
chiamato a trattare 


Le periferiche e la loro gestione 

Nella sua allocuzione più comune, si 
intende come «periferica» un oggetto 
fisico collegato ad un altro che lo gesti- 
sce; tanto per fare un esempio, un 
campanello è una periferica gestita da 
un interruttore a pulsante; nella sua più 
ampia accezione una periferica non è 
solo rappresentata da oggetti comanda- 
ti 0 regolati elettronicamente; anche 
una macchina, come, ad esempio la 
frizione di un'auto comandata da un 
pedale, è una periferica, ancorché sui 
generis. 

Una periferica propria di un computer 
è generalmente individuabile come un 
oggetto fisico collegato alla macchina 
principale da esso comandato: una 
stampante, uno scanner, un'unità a di- 
schi, un plotter, la stessa tastiera, sono 
periferiche; generalizzando potremo de- 
finire periferiche qualunque accessorio 
destinato a ricevere o trasmettere infor- 
mazioni all'unità centrale: cosi, andando 
nei campi più avanzati delle applicazioni, 
saranno periferiche una penna ottica, 
ma anche un sistema di acquisizione 
acustico, un interprete dì voce e un 
allarme automatico. Il linguaggio assu- 
me che la via di input standard sia la 
tastiera, a meno che, attraverso gli op- 
portuni predicati, l'indirizzo di input sia 
cambiato usando predicati di cui parle- 
remo tra poco. É ovviamente possibile 
stabilire «canali» per l'input, mantenen- 
do contemporaneamente attivi sia la 
tastiera, sia altri indirizzi deputati alle 
operazioni di input stesso. 

Analogamente, l'output standard è in- 
dirizzato allo schermo, che è considera- 
lo periferica di default. Ma, al contrario 
di quanto visto per le periferiche di 
input, Prolog può avere due altre perife- 
riche di output, utilizzabili in alternativa, 
senza che ci sia la necessità di specifi- 
care la loro esistenza o la loro presenza 
fisica. 

Ovviamente il programma in Prolog 
dovrà contenere le necessarie informa- 
zioni e istruzioni per indirizzare accon- 
ciamente l'output ad esse. Le due peri- 
feriche di cui si dice sono quelle colle- 
gate. in un PC. alla porta stampante e 
alla porta seriale; la prima viene indiriz- 


zata attraverso il nome stesso della 
stampante (in molti linguaggi si accede 
alla porta della stampante attraverso la 
denominazione LPT. o altri acronimi o 
nomi dedicati): la porta seriale, sempre 
nello stesso caso, è raggiunta attraver- 
so la denominazione «COMI», anche 
se questa denominazione non è del 
tutto standard e può variare a seconda 
del costruttore della specifica macchina. 

Ancora, i file su disco, che normal- 
mente contengono fatti, e basi di dati 
possono essere usati come indirizzi di 
input e output; al contrario di altre tipo- 
logie di linguaggio viste altrove, non 
esiste un nome di file di default o 
standard: occorre specificatamente 
identificare il file su cui si desidera 
lavorare, secondo una tecnica che ve- 
dremo tra poco. 

Per dichiarare nuovi indirizzi di I/O 
esistono due predicati dedicati; Ireadde- 
vice] e [writedevicej, destinati ambedue 
a cambiare gli indirizzi di input e output 
dalla configurazione standard Prolog ad 
altri indirizzi. 

In ogni caso, l'argomento fornito al 
predicato è il nome dell’indirizzo dal 
quale il futuro input sarà ottenuto o al 
quale l'output sarà indirizzato. 

Per rendersi conto della tecnica ope- 
rativa dei predicati, vediamo insieme il 
seguente esempio; 

GOAL 

writedevice(printer),write( 'Salve. MCMicro- 
computer"|,nl,writedevice(screen) 

Se una stampante è accesa e collega- 
ta correttamente alla porta stampante 
(printer), il messaggio Salve, MCMicro- 
computer sarà impresso su di essa; i 
successivi ordini reindirizzano le normali 
operazioni di I/O allo schermo. Se per 
un caso qualsiasi esiste un malfunziona- 
mento (stampante non collegata o non 
accesa, stampante non pronta, ecc.) il 
sistema può bloccarsi o, magari, mo- 
strare un messaggio d'errore con la 
solita richiesta «Abort, Ignore, Retry». 
Se le periferiche cui si decide di indiriz- 
zare le operazioni di I/O non sono file su 
disco, tutto quello che si è finora detto 
è sufficiente per manipolare le normali 
operazioni di I/O. 

Al contrario le cose divengono più 


230 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


TURBO PROLOG 


1 fornire un appropriato e compatibile nome simbolico al file 
destinato od essere gestito dol programmo, in modo che il 
programmo stesso sappio come rintracciarlo sulla memorio di 
mossa. 


2 aprire il file secondo l'appropriata procedura di accesso 

3 dichfarore. secondo quanto visto in (ì) l'indirizzo di file su cui 

scrivere o leggere 

4 usore il file 


5 chiudere il file quando terminato 

6 eventualmente ridefinire gli indirizzi di I/O attraverso (readdevlce) e 

(writedevice) 


FigurB a - La procedura, passo dopo passo, per uli/i^iare un fi/e da/rmierrto di un programma. 


complesse quando si tratta di lavorare 
su File. 


Le operazioni di I/O su file 

I programmi e le applicazioni che gira- 
no su una macchina possono conserva- 
re ie informazioni che utilizzano diretta- 
mente nella memoria centrale o su me- 
morie di massa; rappresentate oggi, 
nella maggior parte dei casi, da floppy o 
hard disk. In ogni caso, le informazioni 
vengono raccolte e conservate su file. 

Come in altri linguaggi, esistono an- 
che in Prolog due tipi fondamentali di 
file; i program-file e i data-file; ne! primo 
caso la conservazione e il recupero so- 
no affidati al comandi save e Ioad speci- 
fici del linguaggio (un programma è rap- 
presentato da un unico gigantesco file 
sequenziale, della cui organizzazione in- 
terna ben poco interessa aH’utilìzzatore). 
La cosa davvero importante comunque 
è che quando viene salvato un file pro- 
gramma. I dati in esso contenuti sono 
dei tutto persi (a meno che il program- 
ma stesso non contenga una routine 
per consen/are i dati che possiede su 
un altro file, in questo caso un data-file). 
Per leggere da un programma dati con- 
tenuti in un data file, dati costruiti per 
servire e far funzionare correttamente il 
programma stesso, è necessario, all'ini- 
zio del programma, eseguire la direttiva 
«include» (delle direttive parleremo in 
una delle prossime puntate). La tecnica 
per leggere dati contenuti su un file 
presente sul disco attraverso un pro- 
gramma è descritta, passo passo, nella 
figura a. É importante ricordare ed ese- 
guire l’ultimo passaggio, in quanto la 
mancanza di ridefinizione dell'f/O gene- 
ra gravi errori, spesso non recuperabili, 
visto che il sistema non sa più dove 
inviare le relative operazioni di I/O dopo 
la chiusura del file stesso. 

Dicevamo quindi della definizione del 
nome del file; la definizione avviene 
nella sezione [Domains]. e il nome attra- 
verso CUI ci si riferisce é un nome 
simbolico, al contrario di quanto avviene 
comunemente in altri idiomi, in cui ci si 
rifensce al file con il suo nome fisico, 
con cui effettivamente è conservato sul 
disco. Niente impedisce, comunque. 


che il nome fisico e simbolico coincida- 
no; un consiglio generale, ove non si 
adotti questa tecnica, è quello di usare 
come nome uno che. in qualche modo, 
somigli a quello fisico o ricordi quello 
che in questo é contenuto. 

Il vantaggio di usare un nome simboli- 
co è presto detto: tutto è legato alla 
limitazione di caratteri con cui i file 
vengono conservati sulla memoria di 
massa in MS-DOS- Cosi se Marinacci 
avesse, sul suo laptop i [lauti?!) com- 
pensi che fornisce al sottoscritto, po- 
trebbe al massimo conservarli coll'acro- 
nimo «COMPDEM» o qualcosa di simi- 
le; molto più semplice assegnare un 
nome simbolico a tale fife che potrebbe 
essere ridefinito come, che so, «com- 
pensLfaraonicLattribuiti_a_de_masi_il 
-sommo», tanto per esagerare e evi- 
denziare l'utilità di tale notazione (per 
rendere onore al merito). Una seconda 
ragione, per non usare il nome fisico è 
che è possibile, attraverso nomi simbo- 
lici, ridefinire in diversi modi lo stesso 
file, cui poi accedere in maniera diversa 
a seconda delle circostanze; e non è 
finito, perché un nome simbolico aiuta a 
evitare confusione, impedendo che un 
accesso successivo allo stesso file av- 
venga secondo tecniche diverse, che 
potrebbero distruggere i risultati già in 
esso contenuti (si tenga conto che un'a- 
pertura indiscriminata in output su file 
può portare alla distruzione dei dati già 


contenuti sugli stessi). Perciò, visto che 
possiamo, cerchiamo di usare le como- 
dità che la vita ci mette a disposizione 

La tecnica generale per la definizione 
del file è la seguente: 

Domains 

file=saluti-3lla..moliriari 

Il nome simbolico adottato sarà suc- 
cessivamente utilizzato per le operazio- 
ni di apertura, indirizzamento e chiusura 
del file. Ne parliamo nel prossimo para- 
grafo- 

L'apertura dei file 

Se apriamo il file semplicemente per 
leggere da esso, senza pretendere di 
modificare alcunché, il predicato [open- 
readl è quello che fa per noi; esso 
maneggia due argomenti; il nome sim- 
bolico assegnato al file e, ovviamente, il 
nome fisico presente sul disco, cui il 
nome simbolico si riferisce. La sintassi 
generale dell'istruzione è: 

Clauses 

openreadfelenco-telefomco.-ELTEL") 

Questa operazione sostituisce la ta- 
stiera con il file DOS ELTEL e lo rende il 
corrente indirizzo di input, fino a quando 
un nuovo predicato non renderà di nuo- 
vo la tastiera la corrente periferica di 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


231 


TURBO PROLOG 


• dichioroziong del file nello sezione [domoins) 

» uso del predicato [openmodify) per oprire II file 

« uso di [reoddevice] per Indirizzare le corrette procedure di letture 

» uso di uno funzione di letluro per richiomore dati in memorio 

» uso di (reoddevice) per riassegnore II controllo olio ìastlero 

» modifico del dati come necessario 


« uso di (wriiedevice) per reindlrizzare I dati sul file 

• uso di twrttedevlce) per riportare l'output sutio schermo 

• eventualmente, ritornare daccapo, 

Figura b - Il processo di modilica e verilica di un file. 


input. Pfolog rispetta la normale nomen- 
clatura DOS, che potrà includere even- 
tualmente il nome dei drive o il pathna- 
me della directory, per la corretta indivi- 
duazione delta <ilocazione» del file, che 
così potrà non risiedere necessariamen- 
te sullo stesso disco su cui insiste il 
programma. 

Le virgolette attorno al nome fisico 
del file sono necessarie solo in due 
casi; se si usano, per la prima lettera, 
caratteri maiuscoli (Prolog immagine- 
rebbe che si tratta di una variabile, e 
cercherebbe di interpretare la stessa 
invece di considerarla come vero no- 
me), e se esistono, nel nome punti 
(quando ad esempio si desidera specifi- 
care il suffisso del nome stesso). In 
ogni caso è possibile usare caratteri 
minuscoli anche se il nome del file DOS 
è in maiuscolo. 

Se, al contrario, desiderassimo aprire 
il nostro file per modificare il contenuto 
del file stesso, occorre aprire il file con 
un predicato che informi Prolog sul tipo 
di modifica che desideriamo venga ese- 
guita; i tipi di modificazione sono i se- 
guenti: 

• scrittura - creare un file o sovrascri- 
vere uno già esistente, cancellando l'in- 


tero contenuto sostituendolo con nuove 
informazioni: 

• appending - aggiungere dati alia fine 
del file già esistente; 

• modifica - cambiamento del contenu- 
to di parte del file senza togliersi la 
possibilità di aggiungere nuove informa- 

Con una mnemonica abbastanza faci- 
le da intendere, Prolog utilizza, per que- 
ste tre funzioni tre predicati appropriata- 
mente chiamati [openwrite], [openap- 
pendi e [openmodify). Tutti e tre i predi- 
cati maneggiano, in analogia a lopenre- 
adl due argomenti; il nome simbolico 
assegnato al file e il nome DOS, Un 
esempio delle tre funzioni applicate al- 
l'operatore utilizzato con [openread) sa- 
rebbe: 

Clauses 

openwrite(elenco_telefortico. " ELT6L " ) 
Clauses 

openappend(elenco_telefonico, "ELTEL") 
Clauses 

openmodifv(elenco_lelefonico, "ELTEL"! 

L'ultimo predicato come é facile intui- 
re, é il più elastico e efficiente dei tre, e 
sovente può sostituire gli altri due con 


una maggiore snellezza delle procedure 
del programma; esso infatti permette di 
intervenire selettivamente su parti ben 
determinate del file, eseguire le neces- 
sarie modifiche, senza mai escludere la 
possibilità di aggiungere alla fine nuove 
informazioni. Alla fine sarà sufficiente 
chiudere il file e riaprirlo m lettura [open- 
readl per verificare la qualità delle modi- 
fiche effettuate. 

La figura b. mostra in dettaglio le fasi 
operative descritte nel periodo prece- 
dente: come si vede si tratta di opera- 
zioni molto intuitive, che non abbisogna- 
no di grandi spiegazioni, L’uso abbon- 
dante fatto delle funzioni [readdevice] e 
[writedevice] é necessario per poter uti- 
lizzare tastiera e schermo alla bisogna. 

Una volta padroneggiata la funzione 
(openmodify] le altre due sono più facili 
da usare in quanto ognuna di esse è 
solo parte delle altre. Ciononostante oc- 
corre prestare attenzione nell'uso dei 
predicati [open...] in quanto possono 
accadere cose diverse, in presenza o 
meno di un file chiamato dal disco, 
secondo quanto si vede nella figura c. 

Data la pericolosità di certe operazioni 
su file, Prolog fornisce uno speciale 
predicato [existfile] che permette di ve- 
rificare se un file DOS (non un nome 
simbolico, ovviamente) esiste su disco. 
Questo predicato setta una variabile 
booleiana a TRUE o FALSE, a seconda 
della circostanza e del successo della 
ricerca. Non mi pare di aver visto un 
comando analogo in altri linguaggi; cer- 
to è che può salvare da perdite disastro- 
se di dati se si crea un nuovo file senza 
rendersi conto che ne esiste già uno 
con questo nome. 

E per concludere con questo argo- 
mento vediamo come chiudere i file. 
Sebbene il linguaggio provveda al com- 
pletamento delle operazioni previste dal 
programma, a chiudere automaticamen- 
te tutti i file aperti, il predicato [closefiie] 
permette di lavorare con maggior ordine 
e con quel pizzico di savoir-faire che 
non guasta anche in una room di pro- 
gramma: d’altro canto tentare di chiu- 
dere un file già chiuso o magari non 
esistente non crea alcuna condizione 
d'errore; perché non stare tranquilli? 

Anche (closefilel accetta i soliti due 
argomenti, come i predicati visti prece- 
dentemente: la loro collocazione e il 
loro significalo è del tutto intuibile. 

E anche stavolta abbiamo completato 
con la trattazione dei file; ci resta da 
trattare l'accesso ai file (random) e ad 
altre periferiche (schermo e finestre): 
ne riparleremo la prossima volta. 


PKBDICATO 


rOB HOW TROVATO 


«LE TROVATO 


apre un tUe perlettur 


apre un file per modUlca 


apre un file per modifica 


CANCELLA E SOVRASCRIVE 


te presemi sul disco. 


232 


MCmicrocomputern. 94 - marzo 1990 


06/3651588 


COnPUTER 


06/3651688 


XT 8088,10 MHZ.1 FD 360.1 HD 20 MB, 512KB, TASTIERA,SK MONOCR 

L. 

945.000 

AT 286.16 MHZ.1 FD 1.2,1 HD 20MB, 1024KS, TASTIERA,SK MONOCR 


1.390.000 

386 25 MHZ.I FD 1,2,1 HD 40MB, 1024KB, TASTIERA. SK VGA 


2.600.000 

HD 20MB 


310.000 

HD 40MB (veloce 19 m/s) 

L, 

750.000 

HD 80MB (veloce 19 m/s) 


1.370.000 

DRIVE 1,2MB 


160.000 

DRIVE 720KB 


130.000 

DRIVE 1.44 


160.000 

CONTR HD XT 


89.000 

CONTR AT 


150.000 

SK HERCULES 


70.000 

SK CGA 


70.000 

SK DUAL 


85.000 

SK EGA 


145.000 

SK VGA (256 kb) 


275.000 

SK SUPER VGA [512 kb.16 bil) 


320.000 

MONITOR 

MONOCROMATICO BIFREQUENZA 


163.000 

VGA MICROVITEC 


750.000 

MULTISINC 


850.000 

FAX CANON 

FAX 80 


1.250.000 

FAX 120 


1.590.000 


I PREZZI IVA INCUJ^ 


18 MESI DI GARANZIA 
SU TUTTI I PC 


STAMPANTI EPSON 


STAMPANTI CITIZEN 


LX 800 
LO 500 
FX 1050 
LO 1050 
GO 5000 


L 400.000 
L 600.000 
L 980.000 
L 1.360.000 
L 3.000.000 


120 0 
180 E 
15 E 

SWIFT 24 
PRODOT 9 
PRODOT 9X 


L 310.000 
L 330.000 
L 530.000 
Telefonare 
Telefonare 
Telefonare 


EPSON 


CITIZEN 


MSX 


di Mdumio Mann 



L'argomento di questo mese 
é la musica. L'intenzione era 
di parlare dell'istruzione PLAY 
e del suo micro linguaggio, 
ma andando avanti nella sua 
descrizione come non si 
poteva fare a meno di 
ricorrere a conoscenze che 
appartengono al Basic, al 
BIOS ed all'hardware, cioè a 
cose che ci siamo lasciati alle 
spalle da un pezzo? 
ftoco male: uno sguardo ai 
vecchi numeri di MC per 
rinfrescare l'argomento e... 
sorpresa! Del PSG non si è 
mai parlato! Una 
dimenticanza, evidentemente 


PSG e la musica 


prima parte 

La descrizione del PSG avrebbe dovu- 
to trovare posto nei primi numeri di 
questa rubrica allorché si parlò dei prin- 
cipali componenti deH'WSX. Ma poi altri 
argomenti come il Turbo Pascal e il disk 
drive ci hanno completamente distolto 
fino a far passare il PSG nel dimentica- 
toio- 

Cosa fare allora? Tralasciare un argo- 
mento interessante come la musica, 
oppure tornare indietro, sconvolgendo 
in parte il programma portato avanti 
sin'ora? Ho preferito questa seconda 
soluzione, anche per non deludere colo- 
ro che hanno atteso l'argomento per 
tanto tempo. Quindi in questo numero 
lasciamo momentaneamente da parte il 
Basic per affrontare qualcosa che è 
necessario alla comprensione delle fu- 
ture applicazioni. È cosa nota che l'MSX 
é uno dei computer musicalmente più 
dotati: possiede un ottimo chip sonoro, 
l'8910 della General Instruments, e, 
quello che più conta, un ottimo softwa- 
re di sistema tanto da poter ottenere 
con poche istruzioni Basic molti buoni 
effetti musicali o addirittura degli interi 
brani. E per soddisfare le orecchie dei 
più esigenti c'è sempre l'interfaccia MI- 


DI con l'abbondante software della Ya- 
maha, ma che non rientra, almeno per 
ora, nei nostri programmi. 

Il PSG 

Il PSG {Programmable Sound Genera- 
tori è il chip sonoro della General Instru- 
ments molto diffuso per le sue buone 
prestazioni, utilizzato anche da molti dif- 
fusi computer, come l'Atari ST ed è in 
grado di controllare 3 canali sonori. 

Le sue caratteristiche principali sono 
le seguenti: 

— possibilità di riprodurre suoni di 
4095 frequenze diverse, fino a un mini- 
mo di circa 27 Hz; 

— generazione di 32 rumori diversi per 
ogni canale anche contemporanei ai 
suoni; 

— possibilità di otto diverse configura- 
zioni di variazione del volume e della 
frequenza. 

Il chip è costituito da 16 registri che 
possono essere sia letti che scritti. Gli 
ultimi 2 (i registri 14 e 15} non sono 
utilizzati per la musica, ma servono per 
comandare altri dispositivi esterni come 
il joystick 0 la paddle. 



234 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


MSX 


Iniziamo subito dalla descrizione dei 
14 registri che ci interessano. 

I primi due registri contengono un 
numero proporzionale alla frequenza del 
suono del canale A. Il byte meno signifi- 
cativo della frequenza è il contenuto del 
registro 0. mentre soltanto 4 bit del 
registro 1 rappresentano il byte più si- 
gnificativo della frequenza. Gli altri quat- 
tro bit sono inutilizzati. 

La relazione che intercorre fra la fre- 
quenza e il contenuto dei registri 0 e 1 
può essere espressa dalla formula: 
111.861 


dove n rappresenta il contenuto dei 
registn 0 e 1. Di conseguenza la fre- 
quenza dei suoni può variare fra un 
mimmo di 27,3 Hz (n=4095) ed un 
massimo di 11 1861 Hz (n=1), ben oltre 
il limite di percezione dell’orecchio uma- 
no (circa 14000 Hz). 

Per le due coppie di registri successi- 
vi (2-3 e 4-5) valgono le stesse conside- 
razioni con l'unica differenza che il loro 
contenuto determina la frequenza del 
suono dei canali B e C rispettivamente. 

Il registro 6 invece contiene un nume- 
ro proporzionale alla frequenza di un 
rumore. Questo numero può variare fra 
1 e 31. per cui soltanto i 5 bit meno 
significativi di questo registro hanno ef- 
fetto, La relazione fra frequenza e con- 
tenuto del registro 6 é rappresentata 
dalla stessa precedente formula. Que- 
sto è l'unico registro che si occupa della 
frequenza del rumore, e quindi non ce 
n'è uno per ogni canale; per cui il 
rumore generato é unico per tutti i tre 
canali. 

Il registro 7 stabilisce quale dei canali 
è attivo e se questo deve generare 
suono 0 rumore o tutti e due contempo- 
raneamente. Soltanto i primi 6 bit di 
questo registro interessano il suono e 
ogni bit posto a zero abilita un canale a 
generare suono o rumore secondo lo 
schema rappresentato in tabella 1. 

Si faccia attenzione che gli altri due 
bit questa volta sono utilizzati anche se 
per comandare altri dispositivi come il 
joystick e il registratore a cassette, per 
CUI non possono contenere un valore 
qualsiasi, ma debbono sempre contene- 
re il valore riportato nello schema prece- 
dente (bit 7=1, bit 6=0). Ad esempio 
se vogliamo che venga generato con- 
temporaneamente suono e rumore dal 
canale A il registro 7 deve contenere il 
valore binario 10110110 e cioè 0B6H. 

Allorché si definisce il contenuto del 
registro 7 tramite l'istruzione SOUND 
del Basic non è necessario preoccuparsi 
del valore dei 2 bit più significativi poi- 


ché il Basic stesso li riporta sempre al 
valore corretto. Ma allorché questa ope- 
razione è effettuata con una routine 
macchina, sia direttamente che tramite 
le routine del BIOS, é necessario porre 
attenzione al valore dei due bit. 

I quattro bit meno significativi del 
registro 8 determinano il volume del 
suono nel canale A, che può variare 
cosi fra 0 e 15. Il quinto bit, invece, fa s! 
che il suono generato abbia ampiezza 
fissa, se il bit è zero, oppure che sia 
modulato in ampiezza (cioè con volume 
variabile nel tempo). La frequenza e la 
forma di questa curva di modulazione in 
funzione del tempo è determinata dal 
contenuto dei registri 11, 12 e 13. 

1 registri 9 e 10 controllano il volume 
dei canali B e C nella stessa maniera del 
precedente registro 8. 

I registri 1 1 (byte meno significativo) 
e 1 2 (byte più significativo) contengono 
un numero proporzionale alla frequenza 
della curva di modulazione. Tutti i bit di 
questi due registri hanno significato; 
per cui il numero in essi contenuto può 
variare da 0 a 65535. La relazione fra la 


frequenza generata e il contenuto di 
questa coppia di registri è la seguente; 
6.991 


Questo vuol dire che questa frequen- 
za può variare fra i limiti di 0,11 Hz 
(n=65535) e 6991 (n=1). 

Il registro 13 permette di determinare 
la forma delia curva di modulazione fra 
otto diverse curve già definite, come è 
mostrato nella tabella di figura 1 . I quat- 
tro bit più significativi non sono utilizza- 
ti. Per esempio, se il contenuto dei 
registri 11 e 12 è 100 (cioè 100 nel 
registro 12 e 0 nel registro 1 1 - frequen- 
za circa 70 Hz) con un valore 0 nel 
registro 13 si otterrà un suono che 
molto rapidamente (in un settantesimo 
di secondo) si attenua fino a spegnersi 
definitivamente passando al volume 0. 
Invece, ponendo nel registro 13 il valore 
8, il suono si presenta, nel primo perio- 
do, uguale a quello precedente: ma 
appena il suono si spegno il volume 
torna di nuovo al valore massimo per 
variare poi nella stessa maniera nei pe- 
riodi successivi. 


I registri 14 e 15 non sono utilizzati 
per la musica ma sono usati per coman- 
dare molti dispositivi come il registrato- 
re a cassette, la tastiera e il foystick. 

Lettura e scrittura 
dei registri del PSG 

II PSG comunica con lo Z80 tramite 
tre porte di I/O che sono le porte OAOH, 
0A1H e 0A2H. 

La porta OAOH è la porta degli indiriz- 
zi. Ponendo in essa un valore compreso 
fra 0 e 15 si seleziona il registro del 
PSG sul quale avranno luogo le succes- 
sive operazioni di lettura e scrittura. 
Leggendo invece da questa porta si 
ottiene il registro attualmente seleziona- 
to. La porta 0A1H invece è la porta di 
scrittura e permette di scrivere qualsiasi 
valore nei registro selezionato con la 
porta degli indirizzi. 

La porta 0A2H è la porta di lettura dei 
registri del PSG e consente di conosce- 
re il valore attualmente contenuto nel 
registro selezionato tramite la porta 
OAOH. Ad esempio, se vogliamo defini- 


re il volume del suono nel canale A pari 
a 12 dobbiamo prima selezionare il regi- 
stro 8 con l'istruzione Basic: 

OUT &HA0,8 

e poi scrivere il valore del volume nella 
porta OAIH con quest'altra istruzione 
Basic: 

OUT &HA1,12 

Una successiva lettura della porta 
0A2H riporta il volume attualmente defi- 
nito. Nel BIOS VI sono diverse routine 
che si occupano del PSG. In primo 
luogo WRTPSG, all'indirizzo 093H, che 
provvede a scrivere un valore in uno 
qualsiasi dei 1 6 registri del PSG (anche 
In quelli non utilizzati per il suono). In 
ingresso l'accumulatore deve contenere 
il registro che si vuole scrivere e il 
registro E dello Z80 contiene il dato da 
scrivere. Non viene riportato alcun valo- 
re e non viene modificato alcun regi- 
stro. Vengono abilitati gli interrupt. 

C'è poi, all'indirizzo 096H. RDPSG 
che riporta il contenuto del registro con- 
tenuto nell'accumulatore. Il valore è ri- 
portato nell’accumulatore stesso Non 
viene modificato alcun altro registro, 
oltre al registro A. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


235 


MSX 


Infine vi é. all'indirizzo 090H, 6ICINI 
(General Instruments Chip INItialize), 
che provvede aH'inizializzazione del 
PSG In primo luogo vengono messi a 
zero I registn 8, 9 e 10 {volume 0 in tutti 
e tre i canali), poi nel registro 7 viene 
messo 0B8H (10111000 in binario) che 
equivale a consentire l'uscita del suono 
in tutti e 3 i canali e a disattivare il 
generatore di rumori. Vengono poi ini- 
ztaltzzate delle variabili in area di siste- 
ma associate all'istruzione PLAY (QUE- 
TAB = 0F959H, VCBA = 0FB41H. 
VCBB=0FB66H. VCBC=0FB8BH) sulle 
quali torneremo m seguito. 

Nel Basic, vale appena la pena ricor- 
darlo, vi è l'istruzione SOUND, che per- 
mette di scrivere (ma non di leggere) 
dei valori nei 14 registri del PSG dedica- 
ti alla musica. 


La musica 

Senza arrivare alle istruzioni avanzate 
e al macrolinguaggio del Basic andiamo 
a vedere se anche il BIOS si occupa in 
qualche modo della musica; forse sco- 
priremo che il Basic dà sicuramente un 
grosso aiuto, ma tutta la musica viene 
suonata indipendentemente dal linguag- 
gio. per CUI può essere utilizzata in 



qualsiasi occasione, anche in ambiente 
DOS. 

In proposito di documentazione in gi- 
ro non ne abbiamo trovata per niente, 
per cui siamo andati un po' ad intuito ad 
indagare quello che fa l'MSX. Il primo 
indizio è che qualsiasi sequenza musica- 
le, fatta con istruzioni Basic, viene suo- 
nata durante le interruzioni. Infatti, dopo 
che le istruzioni del macro-linguaggio 
sono state elaborate, la musica inizia a 
suonare ma il computer resta ancora a 
disposizione per eseguire altre istru- 
zioni. 

Il secondo indizio è che la routine di 
interrupt è sempre la stessa sia in am- 
biente Basic che in ambiente DOS; per 
cui è abbastanza facile sospettare che 
tutte le operazioni che coinvolgono la 
musica non siano contenute nella ROM 


del Basic, ma che si trovino tutte nel 
BIOS, a disposizione anche per even- 
tuali utilizzi da linguaggio macchina o da 
altri linguaggi e anche in ambiente DOS. 

Andando ad esaminare la routine di 
interrupt {indirizzo 038H) siamo arrivati 
fino alla routine che ci interessa, di cui 
riportiamo il disassemblato in figura 2. 

Analizziamola a fondo per capire cosa 
fa di particolare. 

Vediamo anzitutto che dopo aver saf- 
vato il numero del canale nel registro 6, 
viene effettuata una chiamata «anoma- 
la» alla routine del BIOS GETVCP. Ano- 
mala nel senso che invece di richiamare 
l'indirizzo 150H, che è garantito per tutti 
gli MSX. viene richiamata direttamente. 
Questo vuol dire che su MSX di diffe- 
renti versioni potrebbe essere (e lo è) 
differente. Insomma questa routine è 



236 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


MSX 


differente (almeno negli indirizzi) su di- 
versi MSX, Ma non è questa una limita- 
zione perché, in ogni caso, questa routi- 
ne non sarà mai richiamata diretta- 
mente. 

La routine GETVCP riporta semplice- 
mente in HL l'indirizzo del terzo b^e di 
un buffer di dati relativi alla voce conte- 
nuta nell'accumulatore. Questo buffer, 
che é lungo 37 byte, è quello che in 
precedenza abbiamo chiamato VCBA o 
VCBB o VCBC a seconda della voce. Il 
normale contenuto di questo buffer è 
riportato nella figura 3. La maggior parte 
di questi dati sono di interesse del 
Basic e non sono presi in considerazio- 
ne dalla routine di interrupt. Al ritorno 
da questa routine HL punta a VCBA-t-2 
cioè al byte che contiene la stringa dei 
dati. 

Come prima operazione viene decre- 
mentato il puntatore in modo da pren- 
dere in considerazione la durata che 
viene decrementata anch'essa. Se la 
durata non è zero vuol dire che vi è una 
nota che deve ancora essere suonata 
per altro tempo: per cui la routine termi- 
na senza altre operazioni. La durata è 
espressa in questo caso in termini di 
interruzioni, cioè in cinquantesimi di se- 
condo. Per cui se si agisce sul VDP per 
disporre lo schermo in modo NTSC, e 
dò modifica anche la frequenza delle 
interruzioni, la durata della nota non 
sarà corretta. 

Viene poi richiamata la routine all'Indi- 
rizzo 11D8H che riporla nell'accumula- 
tore il prossimo byte ne! buffer musica- 
le. Per localizzare queste informazioni 
sono presi in considerazione i dati con- 
tenuti in QUETAB, all'indirizzo 0F959H, 
in cui sono riservati 6 byte per ogni 
voce il CUI significato è riportato in figu- 
ra 4. In pratica si vede che il buffer 
musicale è organizzato come il buffer di 
tastiera: vi è un numero che individua la 
posizione del byte che deve essere 
letto (Get position) e un altro numero 
che individua la posizione in cui deve 
essere accodato un byte che deve es- 
sere aggiunto nel buffer. La diversità 
evidente sta nel fatto che questo nume- 
ro non è un indirizzo, ma un solo byte e 
rappresenta l'offset a partire dall'inizio 
del buffer: di conseguenza la lunghezza 
massima del buffer é limitata a 256 
byte. Il terzo byte (Putback flag) mostra 
la possibilità, peraitro non sfruttata dal 
Basic, di immandare indietro» un dato 
appena letto per poterlo rileggere in 
seguito. Il quarto byte di QUETAB indi- 
ca appunto questa lunghezza che però 
non può essere qualsiasi ma deve esse- 
re sempre un multiplo di 2. Il buffer 
normalmente usato è lungo 128 byte e 
SI trova all'indirizzo 0F975H. 

Se il byte letto é OFFH vuol dire che 


si è raggiunta la fine dei dati e la routine 
termina. Altrimenti questo byte, insie- 
me a quello successivo, rappresenta la 
durata della prossima nota, almeno nei 
13 bit meno significativi. I 3 bit più 
significativi indicano invece la lunghezza 
del pacchetto musicale, cioè il numero 
dei byte che seguono i primi due, e che 
può essere al massimo 5. Riassumendo 
i primi due byte del pacchetto possono 
essere schematizzati come in tabella 2. 

Quindi la durata di una nota può arri- 
vare ad un massimo di 8191 cicli di 
interrupt, cioè circa 160 secondi. 

A questo punto la routine legge altri 
byte aspettandosi di trovare dati sulla 
frequenza o sul volume o sulla frequen- 


za di modulazione. I due bit più signifi- 
cativi del byte identificano il tipo di dato. 
La frequenza della nota è caratterizzata 
da questi due bit sempre a zero, come 
nello schema di tabella 3. 

Quindi se il primo byte viene trovato 
come identificativo della frequenza, vie- 
ne letto anche un secondo byte ed 
entrambi vengono scritti negli opportuni 
registri del VDP. 

Se invece il bit 6 del primo byte è 1 
(identificativo 01 in binano), il byte con- 
tiene informazioni sul volume in manie- 
ra analoga a quella che deve essere 
scritta nel registro 8 del PSG, e cioè 
come rappresentato in tabella 4. 

Se il bit 4 è 1 (e ciò sta ad indicare 



237 


MCmicfocomputer n. 94 - marzo 1 990 


MSX 


che deve essere usata la modulazione 
ir ampiezza), i quattro bit meno signifi- 
cativi stanno ad indicare la forma della 
curva di modulazione e il byte viene 
scritto nel registro 13 del PSG. 

Se. infine, il bit 6 del primo byte è 1 , 
vuol dire che i due byte successivi (e 
non quello letto attualmente) rappresen- 
tano ia frequenza della curva di modula- 
zione; questi ultimi dati verranno scritti 
nei registri 11 e 12 del PSG. Questo 
blocco di dati può essere schematizzato 
come in tabella 5. 

In quest'ultimo caso il primo byte non 
viene utilizzato: ma ciò non costituisce 
sempre uno spreco: infatti se i due bit 
dell'identificativo sono entrambi 1 vuol 
dire che lutti i tre byte del blocco assu- 
mono significato e il primo byte in parti- 
colare conterrà informazioni sul volume. 

In conclusione, un pacchetto di dati 
potrà essere lungo da un minimo di 
quattro byte, nel caso siano definite 
solo la durata e la frequenza, fino ad un 
massimo di sette byte nel caso siano 
definite tutte le grandezze possibili. 

Facciamo un esempio molto sempli- 
ce- il DO centrale (frequenza 262 Hz) 
della durata di 4/4 (mezzo secondo) e 
volume 8 può essere definito con i 
seguenti numeri: 

60H t9H 88H OIH ACH 

Infatti il 60H sta ad indicare che ci 
sono tre byte oltre ai primi due della 
durata; il numero 19H (25 in decimale) 
indica che sono necessan 25 cicli di 
interrupt per completare la nota, e cioè, 
appunto 0.6 secondi. Il terzo byte 88H, 
rappresenta il volume. L’ultima coppia 
di byte rappresenta il numero da scrive- 
re nei registri della frequenza e corri- 







Fyurs 6 


sponde appunto ad una frequenza di 
261.4 Hz. 

Ma a cosa servono tutti questi discor- 
si oltre che per puro esercizio mentale? 
Le applicazioni le può immaginare chi 
non sopporta più il monopolio musicale 
del Basic e avrebbe piacere di sentire 
suonare qualche nota musicale anche 
senza utilizzare l'istruzione PLAY e ma- 
gari. perché no, anche ai di fuori del- 
l'ambiente Basic, in un programma in 
Turbo Pascal oppure in C. Allora faccia- 
mo subito un esempio di come può 
anche essere suonata, con un program- 
mino Basic, e senza l'aiuto dell'istruzio- 
ne PLAY, la scala musicale, che di solito 
richiede la seguente istruzione Basic: 
PLAY"04CDEFGAB" 

Descriviamo brevemente il program- 
ma relativo, che è riportato in figura 5. 
Dopo aver inserito nel buffer musicate 


(a partire dal secondo byte) i dati relativi 
alle note da suonare, vengono posizio- 
nati i puntatori al buffer e definito l'indi- 
rizzo del buffer stesso. Per quanto nel- 
l'esempio sia usato il buffer di default, 
l’area di memoria destinata a contenere 
i dati può essere qualsiasi, purché non 
in pagina 0 e in ogni caso in una pagina 
attiva della memoria. Per far partire la 
musica é necessario porre 1 nella dura- 
ta in YCBA e poi sedare il bit 0 di 
MUSICF (0FB3FH) ad indicare che deve 
essere attivato il canale A. 

A dimostrazione che la musica può 
essere suonata anche al di fuori del- 
l’ambiente Basic, in figura 6 é mostrato 
un equivalente programma in Pascal. 

A questo punto lo spazio a disposizio- 
ne è proprio finito. Al prossimo numero 
per maggiori approfondimenti. 


238 


MCmicrocomputern. 94 - marzo 1990 


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SOFTWARE /a' 


Non nego che potrebbe 
sembrare banale parlare 
estesamente anche del reset dì 
un computer: alla quale 
operazione, sotto certi aspetti, è 
da sempre legato un sentimento 
di rassegnazione tipico di chi si 
ritrova il computer 
irrimediabilmente paralizzato - 
pensiero tipico: «Si è bloccato ... 
si. si é bloccato ... mannaggia, 
non ho salvato il programma ... 
beh, che ci vuoi fare ... (e il 
malcapitato diede il terribile Ctrl- 
Amiga-Amiga)». Questo fin dai 
tempi della SYS64738 del buon 
64. Ma. neH'Amiga, tutto è 
interessante: vedremo in questa 
puntata come è possibile 
modificare il processo standard di 
inizializzazione (nonché altre 
cosucce carine riguardo 
ExecBasel a nostro vantaggio; mi 
raccomando, non fatevi venire in 
mente di scrivere un virus ... 


ExecBase e Reset 

di Maurizio Mangrella - Eboli ISA) 


Il Reset 

Anzitutto bisogna distinguere tra il 
reset iniziale (quello che avviene all'ac- 
censione della macchina) e quello causa- 
to dall'utente (con la pressione contem- 
poranea dei tasti Control, Left Amiga e 
Right Amiga). 

Durante il reset iniziale, il S.O. (o, 
almeno, quella parte che è residente: 
vedi dopo) controlla l'efficienza dei chip 
custom (proprio non so in base a quale 
principio): se uno dei chip non funziona a 
dovere lo schermo diventa blu (Denise 
permettendo: potrebbe essere proprio II 
il guastol) e l'Amiga va in stato di Halt 
indefinito. Poi (negli Amiga 1000) il BIOS 
minimale inserito su una piccola ROM 
carica il KickStart: d'ora in poi, riferendo- 
mi alla ROM, intenderò, per i 500 e i 
2000, la ROM residente del KickStart, per 
i 1000 il banco RAM di 256K in cui viene 
caricato il S,0„ e che viene protetto in 
scrittura dopo il caricamento. 

Successivamente (qui comincia la pro- 
cedura del reset da tastiera) il S.O. 
diagnostica l’efficienza della ROM 
(schermo grigio scuro; tutto OK) e della 
RAM (schermo grigio chiaro: tutto OK), 
quindi compare lo schermo bianco (e la 
petulante mano del WorkSench se non 
era stato ancora inserito un dischetto 
bootabile) e si procede al boot. 

In un computer basato su 68000 e 
famiglia, al momento del Reset, bisogna 
fornire, nella locazione 4, una longwork 


contenente l'indirizzo iniziale della routi- 
ne di Reset, e. nella locazione 0, il 
Supervisor Stack Pointer iniziale per la 
routine di Reset (che viene automatica- 
mente eseguita in Modo Supervisore); 
tutto ciò è automaticamente gestito da 
Exec. Faccio notare che, se durante il 
processo di inizializzazione del Reset 
svolto autonomamente dal mieto, si veri- 
fica per qualunque motivo una Exception, 
il 68000 va in stato di Halt indefinito; in 
pratica potrà risvegliarsi solo al prossimo 
Reset. Se, invece, (prerogativa del Kick- 
Start) si verifica un'Exception durante 
l'esecuzione delia routine di Reset vera e 
propria, lo schermo diventa giallo e il led 
di PowerOn lampeggia come in una Guru 
Meditation: potete a questo punto sce- 
gliere tra l'ippica e il whisky... 

Motivi di interesse 

Vi chiederete a questo punto (oltre ai 
codice di colori, che per fortuna non ho 
avuto modo di sperimentare di persona!) 
cos'altro ci sia di interessante nel Reset 
di Amiga, Beh, vi dirò che l'Amiga non 
dimentica tutto durante il Reset, e questo 
è utile sotto certi aspetti, pericoloso per 
altri. L’utilità sta (come vedremo nei 
prossimi paragrafi) nella possibilità di 
modificare il processo standard di inizia- 
lizzazione e di poter conservare dati utili 
anche al di là di una fatale eventualità di 
un Reset odt una Guru Meditation: alcuni 
programmi (come l'asdg, device delia 
ASDG software) portano all’eccesso 
queste possibilità, consentendo di instal- 
lare cose come «recoverable RAM 
disks», cioè RAM disk resistenti al Re- 
set; ad esempio il già citato VDO: della 



240 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


SOFTWARE 

AMIGA 


ASDG 0 il CARD: nientemeno che delta 
Commodore-Amiga. 

II male sta (come abbiamo detto) nella 
possibilità di infezione da parte di un 
malvagio virus: nel qual caso è possibile 
installare un antivirus che pure si dimo- 
strerà anch'esso esente dal Reset. 

AllocAbsO 

Titolo migliore non mi è venuto in 
mente per questo paragrafo ... 

Questa funzione di Exec consente di 
allocare memoria a indirizzi assoluti, pas- 
sando in A1 l'indirizzo del blocco che si 
vuole ottenere e in DO la sua lunghezza 
(in byte). Nel caso questo blocco sia 
disponibile la routine ritorna in DO lo 
stesso valore di Al, altrimenti torna 0. 

AllocAbsO sembrerebbe un surrogato 


di AllocMemO: ma la differenza è grande; 
in effetti, la memoria chiesta al sistema 
tramite AllocMemO è sempre vulnerabi- 
le. in quanto la lista che la controlla (la 
MemList della struttura ExecBase. fig. 1 ) 
viene reinizializzata al momento del Re- 
set. Al contrario AllocAbsO mantiene i 
suoi dati in altre liste (avevo pensato a 
KickMemPtr, ma questo puntatore vale 
sempre NULL... quindi non si capisce a 
cosa possa servire), che sono del tutto 
invulnerabili a un Reset. Pertanto, se vi 
serve (e vi servirà!) memoria «intoccabi- 
le», usate pure tranquillamente la Alloc- 
AbsO. Se non sapete dove «pescare» i 
vostri segmenti, potete richiederli al si- 
stema tramite la AllocMemO e poi pas- 
sarne l'indirizzo alla AllocAbsO: al mo- 
mento del Reset rimarrà valida solo la 
richiesta effettuata tramite allocAbsO. 


Resident e ExecBase 

L'esame attento di alcuni programmi 
mi ha anche aiutato a scoprire alcune 
faccende interessanti. Il nostro punto di 
riferimento sarà sempre la struttura 
ExecBase. 

Dei vari parametri contenuti (la funzio- 
ne di molti di essi si può intuire dal 
semplice nome) mi sono parsi i più 
interessanti CoIdCapture. CoolCapture. 
WarmCapture, CheckSum, IntVectsU. 
Quantum. Elapsed, DispCount. Idle- 
Count, ResModules, LastAlert, Power- 
Supply Frequency. VBIankFrequency e 
KickTagPtr. 

I vettori Capture puntano a routine in 
LM che vengono lanciate con una JSR in 
particolari momenti dell'attivazione del 
sistema dopo un reset o all'accensione: 




SOFTWARE 

AMIGA 


CoIdCapture viene lanciato prima del test 
della ROM (gngio scuro), CoolCapture 
prima del test della RAM (grigio chiaro) e 
WarmCapture subito dopo questo. Se 
uno di questi vettori contiene un indirizzo 


ChkSum é la somma delle prime 24 word 
(da SohVer a MaxExtMem) in comple- 
mento a 1 ; serve a Exec per controllare la 
coerenza del sistema. In LM si può 
ricalcolare così: 


struct IntVector ( 

APTR Iv Data; 

VOID (ȓv_Code)()5 

struct Node «iv^Node; 


Figura 3 - La struttura IntVector 


MOVEQ M17.D1 
LEA S22(A6> 

CLR.L 
ADD.U 
DBRA DI. Loop 

NOT.W DB 

MOVE . U De , ( Mi > 


DB 


numero di words da esamini 
punta alla prima word 
azzera la somma 
effettua la somma 


! la sistema 1 


diverso da 0. Exec salta alla routine 
corrispondente- Avete a disposizione 
uno stack piuttosto capace (credo che 
vada oltre i 2000 byte): comunque non 
avete bisogno di salvarvi i registri, in 
quanto potete utilizzarli tutti senza pietà. 


Altro modo possibile è quello (a mio 
parere più elegante, ma è questione di 
gusti) che si può ottenere dal C (notare 
la coppia ForfaidO-PermitO che consente 
di evitare problemi a tempo di esecu- 
zione): 


IntVectsU è un array di 16 strutture 
IntVector (figura 3), ognuna delle quali 
gestisce un particolare evento legato 
all'hardware del computer; la corrispon- 
denza. per quanto ho potuto capire, 
dovrebbe essere come rappresentato 
nella tabella della pagina accanto (non 
ne sono completamente sicuro, comun- 
que-,). 

La struttura IntVector contiene tre 
item: iv_Data (un puntatore generico ad 
area dati che vi viene passato in A1 al 
momento della chiamata deH'interrupt), 
iv_Code (che punta alla routine di inter- 
rupt) e iv-Node (puntatore ad una struct 
Node). Val la pena di notare due coset- 
te: 1) gli interrupt del 68000 sono stati 
«moltiplicati» (passando da sette a sedi- 
ci!); 2) le routine di interrupt sono gesti- 
te via software, dunque NON devono 
terminare con una RTE (come si fareb- 
be con un interrupt hardware) ma con 
una semplice RTS. A proposito di iv_Co- 
de. ricordo che, se questo vale NULL. al 
momento dell'esecuzione deirinterrupt 
Exec salta automaticamente a delle 
routine predisposte in ROM, 

Dimenticavo che è possibile sedare 
un interrupt con la funzione SetlntVec- 
tor{). passando in DO il numero dell'in- 
terrupt e in Al la struct IntVector desi- 
derata. Tramite la struttura puntata da 
iv_Node, si possono creare delle liste di 
interrupt server che vengono chiamati 
in sequenza (ognuno secondo la propria 
struct IntVector) in base alla loro priorità 
(definita nel campo ln_Pri della struct 
Node): si può aggiungere in coda alla 
lista una IntVector con la funzione Add- 
IntServerl) e toglierla con la RemlntSer- 
ver() (gli argomenti vengono passati co- 
me per la SetIntVectorO). 

Quantum è il numero di scambi di 
tick (normalmente 16) concessi ad ogni 
task; un tick equivale a un cinquantesi- 
mo di secondo- Etapsed è un contatore 
(che va da Quantum - 1 a 0) che segna- 
la... il tempo scaduto. DispCount è il 
numero di scambi fra task effettuati 
dall'accensione (o dal reset), mentre 
IdleCount è il numero di tick (cinquante- 
simi di secondo) durante i quali, per un 
qualche motivo, Exec non ha potuto 
effettuare scambi di task. IdleCount vie- 
ne continuamente incrementato duran- 
te tutto lo startup del KickStart, boot 
compreso 

Prima di continuare, vi scarico un 
altro barile di routinette Exec predispo- 


p • CUUORD • l&SysB»*e->SortVer: 
forti - e.sum ' e;i < 24;i+«) sv 
Forbìdt); SysBase- >ChkSum • "sub 








242 


MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990 


SOFTWARE 

AMIGA 


Vettore Funzione 


0 Porta seriale; buffer vuoto (scrittura completata) 

1 DMA del disco: buffer vuoto (scrittura completata) 

2 ??? 

3 IRQ delle porte I/O: tastiera e orologio in teiig» reale 

4 ??? 

5 Video BlanK 

6 Blitter; operazione terminata 

7 Canale audio 0; tavola terminata 

8 (èrtale audio 1 : tavola terminata 

9 Canale audio 2 : tavola terminata 

10 Canale audio 3: tavola terminata 

11 Porta seriale: buffer pieno (lettura completata) 

12 DMA del disco: buffer pieno (lettura completata) 

13 ??? 

14 ??? (quanti sono?) 

15 NMI del &S000 


(bisogna passare l'indirizzo di una strin- 
ga contenente H nome in Al), Per quan- 
to riguarda initResidentO, il sottoscritto 
sta ancora duramente combattendo per 
cavarne qualcosa di utile... 

LastAlert è un array di 4 UL0N6 in 
cui troverete i dati relativi all'ultima Gu- 
ru Meditation scatenata nel sistema a 
partire dalla sua accensione: può esse- 
re utile per il debugging, ad esempio. 

PowerSupplyFrequency è la frequen- 
za di rete (in Hertz), VBlankFrequency è 
la frequenza (sempre in Hz) di refresh 
del vi(ieo; in genere sono uguali... ma 
provate a installare un Amiga NTSC 
(con relativo monitor) qui in Italia; otter- 
rete 50 in PowerSupplyFrequency e 60 
in VBIankfrequency. 

Aggiungere altri elementi alla lista 


ste alla gestione dei task: ForbidO bloc- 
ca temporaneamente lo scambio (ili con- 
testo, PermitO lo riabilita. DisableO bloc- 
ca la gestione degli interrupt software. 
EnableO la nabìlita in gran forma. Infine 
DispaichO forza uno scambio di conte- 
sto prematuro (prima del game over,.,), 
ExitIntrO ci consente di uscire da una 
routine di interrupt in modo ordinato 
(come S.O. comanda), ScheduleO e Re- 
scbeduleO (a giudicare dal nome) do- 
vrebbero riorganizzare l'ordine predispo- 
sto dei task (lo scheduling, appunto): di 
più non vi so dire... 

ResModules punta a un array di long- 
word ognuna clelle quali punta a una 
particolare struttura Resident: studian- 
(jone le relative stringhe di identificazio- 
ne ho constatato che, normalmente, ad 
ogni libreria di sistema residente in 
ROM corrisponde una struct Resident. 
Dopo il completamento della procedura 
di inizializzazione il KickStart (seguendo 
l’ordine delle priorità stabilito dall'item 
rt_Prl) salta, con una JSR, ai vettori 
rt_lnìt di ogni struttura: ecco un altro 
modo per modificare lo startup stan- 
dard. Da notare che, per preservare le 
sciagurate strutture dal reset, ognuna di 
queste (insieme con il relativo segmen- 
to di codice puntato da rt_lnit) deve 
essere allocata con la AllocAbsl). Faccio 
inoltre notare che te routine vengono 
lanciate, nell'ordine di priorità stabilito 
dall'item rt_Pri. subito prima del boot 
(che è proprio rappresentato dall'ultima 
Resident, che ha nome «strap») e che 
bisogna salvare i registri sullo stack al 
momento del lancio (e riprenderli al 
ritorno, obviously...). Le routine Exec 
FindResidentO e InitResidentO gestisco- 
no (in maniera un po' primordiale, a dir 
la verità) le strutture Resident; FindRe- 
sident cerca, nella lista ResModules. 
una struttura in base all'item rt_Name 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


243 


SOnWARE 

AMIGA 


ResMcdules (che, poi. non è propria- 
mente una lista...) non é difficile: ci 
viene in aiuto un altro parametro, Kick- 
TagPtr. Questo, come ResModules, è 
un puntatore a puntatore a Resident, 
cioè punta a un array di puntatori a 
strutture Resident terminante con una 
longword a 0. Normalmente, questo 
parametro vale 0. o punta a un array 
vuoto: ma possiamo modificarlo. Facen- 
dolo puntare a un array di puntatori da 
noi predefiniti il KickStart, al momento 
del Reset, reinizializzerà ResModules in- 
serendovi le struct Resident da noi spe- 
cificate con KickTagPtr. e nell’ordine di 
priorità. Thank you! Qui a fianco, un 


esempio in C (mi sto accorgendo che sto 
un po' esagerando con l'Assembler). 
Come commento alla routine, ho pre- 


sunto che, ai puntini, vengano sostituite 
righe nelle quali la struttura restag ven- 
ga opportunamente inizializzata. 


struct ExecSase «S/sBasei 
SysBsse • >(struct ExecBase • 
struct Residertt resteg; 
struct Resident >tsgcopy> 
struct Resident ••tagllst; 


CopyHea<&restag, Sx7FCee >26 ) ; 
tagllst • (struct Resident ••)0x7FCIAi 
tsgllsttfl] • 0x7FCeB; taglisttn - 0Ll 
Sys8ase->KlckTagPtr - tagllst; 
SysBase->KlckCkeckSun • SunKlckDstst >: 


' la nostra Resident */ 

' copia "sicura” di restag •/ 

> la nostra liste KickTagPtr • 

/• copta restag •/ 

• Indirizzo della lista •/ 

' £a Inizlallzza >7 

■ Inizlallzza KickTagPtr •- 

• rlsistema 11 ckecksuD •/ 



Curiosità, provando ad allocare con 
AllocAbsO la memoria che mi sen/iva, 
ho notato che il tutto non funzionava; 
eliminando le chiamate alla funzione tut- 
to andava liscio. Hmmm. strano ... Qual- 
cuno sa spiegarmene il perché? 

Infine, date un’occhiata a SumKickDa- 
ta() (routine del KickStart 1.2 e segg.) 
che risistema per noi il parametro Kick- 
Checksum di ExecBase (con cui Exec 
controlla l'integrità dei suoi dati). Duran- 
te i cambiamenti non é necessario invo- 
care la Forbidl) in quanto questi parame- 
tri vengono adoperati da Exec solo du- 
rante il reset. 


Software support 

Soliti programmetti di esempio: co- 
minciamo con una routinetta «accuncia- 
telta accunciatella» (come si dice dalle 
mie parti) per inserire una struttura resi- 
dente in una lista organizzata alla maniera 
di ResModules in base alla priorità della 
struttura stessa: la routine presume che 
la lista sia in RAM e liberamente modifi- 
cabile (ad ogni inserimento diventa di 4 
byte più lunga). 

CheckExec è un programma corto che 
però fornisce un output chilometrico: 
stampa su _stdout le più importanti 
informazioni concernenti ExecBase; spe- 
ro che vi torni in qualche modo utile... 

CoolDemo, infine, vi mostrerà come 
usare I vettori Captare (nel caso specifico 
CoolCapture): a me, in particolare, è 
piaciuto l'effetto cromatico del tutto; ai 
posteri — come sempre — l'ardua sen- 
tenza. ResideniDemo ripropone la stes- 
sa routine, con la differenza che, per 
l'inizializzazione, ci si sen/e. questa volta, 
di KickTagF>tr. 

È tutto (sto cominciando a dare i 
numeri..,); ci rivedremo dopo un Reset... 
0 dopo aver gettato l'Amiga dalla finestra 
in un momento dì drammatica dispera- 
zione. ac 


244 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 



Qui Romauf f icio 
a voi Monagers. 


ROM/1UFFICIO'90 


PROMOSSA 
DALL’ISTITUTO MIDES 


12' MOSTRA DELLE NUOVE TECNOLOGIE 
PER L'AZIENDA 
LO STUDIO PROFESSIONALE 
LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE 

16-20 MARZO 

5 giorni da non perdere 



Nuovo da Microforum! 

I dischi Mito oggi li trovi anche 
preformattati e verificati: 
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un risparmio di tempo, 
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Telefono 02/2841141 



SOFTWARE 


9 di Vincema Folcarelli 


Questo mese due ottima 
«interpretazioni programmative» 
di due appassionati ataristi. 

Per cambiare questa volta 
abbiamo un ottimo Text Editor 
sviluppato in C ed una nuova 
implementazione {veloce) degli 
algoritmi per il tracciamento dei 
frattali. Quest'ultimo lavoro è uno 
dei primi esempi di 
programmazione in Assembler 
68000 che mi abbia inviato un 
lettore 


È disponibile, pressa la redazione, il disco 
con I programmi presentati in questa 
rubrica. Le istruzioni per l'acquisto e 
l'elenco degli altri programmi disponibili 
sono a pag. 263. 


Speedy Mald 


Paolo Sbaccheri - Signa (FI) 

Il programma che invio ha lo scopo di 
calcolare l'irìsieme di Mandeibrot in mo- 
do piuttosto veloce. Si tratta di una 
routine in Assembler 68000, o meglio di 
tre versioni della stessa routine, che 
calcolano l'insieme di Mandeibrot senza 
usare numeri in virgola mobile, ma ef- 
fettuando tutte le operazioni con numeri 
interi. In tal modo si ottiene una consi- 
derevole diminuzione dei tempi di calco- 
lo, che è proprio lo scopo del program- 
ma. Il mio computer è un Atari 1040ST. 
L'Assembler usato è il MADMAC. Sul 
disco ci sono anche alcuni DEMO in 
GFA-Bastc, sia in versione interpretata 
che in versione compilata, che spiegano 
come si usa la routine in Assembler- 
Tutte le spiegazioni si trovano nel file 
SPIEGA.DOC. Pur tenendo presente 
che la velocità è un concetto estrema- 
mente relativo, spero che il programma 
sia riuscito nel suo scopo. 


Maed 

di Antonio Flaccomio 

Finalmente ho finito; dopo oltre un 
anno di notti insonni Maed è completo! 
Si tratta di un editor scritto in C per 
Atari ST, in particolare ho usato il Laser 
C e l’RSC-PRG della Digital per permet- 
tere a chi volesse modificare le risorse 
volutamente scritte in una lingua tra 
l'italiano e l’inglese un lavoro il più pos- 
sibile facile e naturale. 

Non chiedetemi per favore il perché 
del nome le cui origini risalgono ad un 
banale errore ortografico; vi prego inol- 
tre di perdonare la mia anglofilia, ma per 
me è molto più significativo un SAVE 
che non un più italico »salva». 

Ma andiamo con ordine: circa due 
anni fa avevo già cominciato a program- 
mare in C e una delie cose che più mi 
disturbavano era, oltre all'incapacità nel 
realizzare i progetti faraonici che mi 
proponevo, la mancanza di un editor 
che mi piacesse. Un anno dopo, avendo 



247 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


SOFTWARE 

ATARI 


raggiunto l'esperienza necessaria, deci- 
si dì risolvere la cosa una volta per 
tutte. 

Il mio editor doveva essere piccolo 
(51 2K sono davvero pochi se si vuole 
usare una RAM-Disk), veloce ed utilizza- 
bile anche senza mouse perché spesso 
è comodo avere un libro aperto sul 
tavolo al suo posto. 

Sono soddisfatto dalle dimensioni 
(meno di 30K), invece la velocità è nella 
media anche perché non sono riuscito 
ad usare le A-line. funzioni di cui si narra 
nei libri di mitologia, ma che pochi han- 
no avuto la ventura di vedere. 


Struttura del programma 

li programma è suddiviso in 4 file 
MAEDK, MAEDT, MAEDW e MAEDM 
che si occupano rispettivamente della 
tastiera, della gestione del testo, delle 
window ed infine dei menu e di tutte le 
altre cose rimanenti. Credo che sia 
scritto in uno stile accettabile e che sia 
sufficientemente leggibile, il che do- 
vrebbe permettere di utilizzare le sue 
vane parti con facilità; molte delle fun- 
zioni possono essere utilizzate cosi co- 
me sono, specialmente quelle che si 
occupano delle finestre, altre possono 
avere bisogno di modifiche, comunque 
suppongo che il listato potrà dare un 
aiuto consistente a quanti si volessero 
cimentare nell'uso delle librerie del 
GEM che non sono esattamente user- 
friendly; a proposito; c'è qualcuno che 
sa come si possono attendere contem- 
poraneamente I due eventi corrispon- 
denti alla pressione dei tasti destro e 
sinistro del mouse? 


Uso 

Maed funziona sia in alta che in me- 
dia e bassa risoluzione e probabilmente 
gira anche su PC senza modifiche al 
sorgente; il suo uso dovrebbe essere 
abbastanza intuitivo, quei comandi che 
nel menu hanno alla destra una lettera 
sono eseguibili anche premendo que- 
st'ultima in unione con Control; per il 
resto SI può fare riferimento aH'Help 
visualizzabile con l'omonimo tasto. E 
forse il caso di ricordare che Maed è 
installabile (nel senso delt’Install Appli- 
cation del desktop) e che se un even- 
tuale programma chiamante passa fino 
a 4 parametri questi verranno interpre- 
tati come nomi di file da caricare. Non 
fate troppo affidamento sull'Undo che 
dopo alcuni comandi o dopo avere la- 
sciato la linea col cursore non ha nes- 
sun effetto. 









246 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


SOFTWARE 



Ho definito le vocali accentate in posi- 
zione inusuale ma facile da ricordare 
(Alternate + vocale o RI per potere 
finalmente scrivere i messaggi visualiz- 
zati dai programmi in un italiano decen- 
te, ma fate attenzione: altri editor leg- 
gendoli sostengono che nel testo ci 
sono «bad character». 

Conclusioni 

Sono già due settimane che Maed 
non fa i capricci e sono ragionevolmen- 
te sicuro di avere eliminato tutti i bug. 
Tuttavia ci sono troppe possibili combi- 
nazioni e l'esperienza mi dice che qual- 
che errore ci può ancora essere nasco- 
sto chissà dove e pronto a saltare fuori 
nei momento meno opportuno (tipica- 
mente mentre mostro il programma a 
qualcuno). Per esempio non ho fatto la 
prova ad eseguire un Find con la parola 
«Antonio» tenendo il computer inclinato 
di 64,8 gradi in una notte fredda e 
piovosa con la luna piena. 



MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1 990 


249 


SOFTWARE 


a cura di Vallar Di Dio 



Questa volta accontentiamo chi 
SI ostina ad usare i comandi di 
UNIX anche quando lavora sul 
suo PC sotto MS-Dos (con le 
prevedibili conseguenze). Il 
programma che pubblichiamo 
permette infatti di emulare il 
comando <ils» di UNIX (con i 
relativi switch) per leggere le 
nostre abituali directory in un 
modo più completo e versatile. 
Chissà che non sia il primo 
mattone di una serie di utility che 
ci porterà alla fine ad avere una 
specie di interprete dei comandi 
stile UNIX? 

Per chi invece usa il proprio 
computer per cose più serie 
(leggi giochi!) ecco una bellissima 
simulazione di guerra ambientata 
durante la Grande Guerra (con 
qualche concessione per 
migliorare il gioco). Al solito non è 
possibile pubblicare il listato in 
quanto troppo lungo; inoltre 
mancherebbero le immagini e i 
font. 

Si gioca da soli contro il 
computer, mentre sarebbe stato 
bello poter avere più concorrenti 
in competizione, magari con uno 
gestito dalla macchina. 

Comunque c'è il sorgente e non 
dovrebbe essere difficile 
implementarne una versione 
«multi-utente» 


Sono disponibili, presso la redazione, i dischi 
con I programmi presentali in questa 
rubnca. Le 'siruziont per l'acquisio e 
l'elenco degli altri programmi disponibili 
sono a pag. 263 


LS 

di Pasquale d'Andreii - Riardo (CE) 

Il programma Is.c serve a mostrare a 
video, oppure su qualsiasi periferica che 
supporti la redirezione deli'output, il 
contenuto della directory specificata co- 
me argomento nello stile dell'ls UNIX, 
compatibilmente con le caratteristiche 
peculiari dell'MS-DOS. 

Il programma interpreta l'argomento 
che specifica la directory allo stesso 
modo del DOS, cosa che invece non fa 
l'Is onginale UNIX. Non intendo entrare 
nei dettagli del flusso del programma in 
quanto non presenta particolari difficoltà 
ed è comunque ampiamente commen- 
tato nel listato del sorgente stesso. 

Mi soffermerò, invece, sugli aspetti 
piu prettamente distintivi del sistema 
operativo in quanto ho codificato Is più 
per migliorare la mia conoscenza delle 
strutture dati utilizzate dal DOS che 
perché mancassero in giro procedure di 
questo tipo. 

Proprio per questo motivo è stato d’ob- 
bligo scegliere il C in quanto, essendo 
il linguaggio con cui è stata scritta gran 
parte del codice delle ultime versioni di 
MS-DOS, è il più adatto per utilizzare il 
DOS senza perdere la potenza del- 
l'Assembly ma continuando ad avere la 
chiarezza di un linguaggio ad alto livel- 
lo, In particolare, ho utilizzato II Turbo C 
2.0 per le sue notevolissime doti di 
velocità e facilità d'uso ma dovrebbe 
essere molto facile approntarne una 
versione per il compilatore Microsoft C 
5.1. 

In un programma del genere servono 
tre classi di sottoprocedure: nella prima 
vi sono quelle atte alla manipolazione 
dei percorsi con i quali vengono indivi- 
duati i file, nella seconda si trovano le 
funzioni DOS che presiedono alla effet- 
tiva lettura dei contenuti delle directory 
mentre nella terza troviamo quelle rela- 
tive alla lettura dei valori correnti attri- 
buiti ai parametri di sistema. 

Queste procedure sono fornite dal 
DOS principalmente per due motivi; per 
uniformare i protocolli di utilizzo delle 
funzioni di sistema e per fornire un 
ulteriore grado di astrazione nella scrit- 
tura dei programmi. 

La prima classe di procedure si rende 
necessaria in quanto nel sistema opera- 
tivo MS-DOS vi sono diversi modi per 


fare riferimento ad un file: c'è un modo 
“assoluto» nel quale il drive, il percorso 
assoluto, il nome e l'estensione del file 
sono specificati: vi sono poi tutta una 
serie di modi nei quali una o piu delle 
componenti sopra citate deH’indirizzo 
del file sono omesse o specificate par- 
zialmente. 

Tanto per sintetizzare, anche se pochi 
non conoscono ancora queste cose, se 
voglio far riferimento al file il cui nome 
assoluto è: 

C \USR \SRC \LS,C 

e la directory corrente è C: \ potrò 
scrivere in uno dei seguenti modi: 

USR \SHC \ LS.C 
C USR \SRC\LS.C 
C \ USR \SRC \ LS.C 


mentre se la directory corrente e D: 
'CSI \ EXAMPLES mentre sul drive C: e 
C:\USR potrò scrivere; 


C:SRC \ LS.C 
C \ USR \ SRC \ LS.C 

Proprio per questa varietà di modi si è 
resa necessaria l'utilizzazione delle pro- 
cedure fnmerge ed fnsplit che, rispetti- 
vamente, costruiscono un percorso 
completo a partire dalle singole compo- 
nenti (ripeto, drive, percorso della direc- 
tory, nome ed estensione del file) e. 
viceversa, suddividono un percorso 
completo nelle varie componenti La 
seconda funzione indica anche quale 
componente è riuscita ad isolare e qua- 
le no. Ad esempio, nella seguente spe- 
cifica: 

C:LS 

sono presenti solo le componenti relati- 
ve al drive ed al nome del file mentre 
mancano l’estensione e il percorso della 
directory nella quale è contenuto LS. 
Questa prima classe di funzioni serve 
per interpretare l’argomento fornito co- 
me specifica dei file da elencare e per 
sostituire le componenti eventualmente 
mancanti con i valori correnti 

Le specifiche e le strutture dati utiliz- 
zale da queste funzioni sono nei com- 
menti del sorgente. 


250 


MCmicrocomputer n, 94- marzo 1990 


SOFTWARE 


La lettura fisica delle directory viene 
espletata dalla seconda classe di proce- 
dure, comprensiva di findfirst e find- 
next- La prima si occupa di cercare il 
primo (in ordine di memorizzazione) file 
contenuto nella directory specificata e i 
CUI attributi siano consistenti con quelli 
forniti come argomento memorizzando 
le informazioni ad esso relative nella 
struttura di tipo ffblk commentata, co- 
me al solito, nel sorgente. La seconda 
trova i restanti file. Non ho detto ancora 
che, trattandosi della ricerca di più file, 
è possibile specificare i cosiddetti carat- 
teri-jolly «•» e «?» il cui significato, 
com'è ben noto a tutti, è quello di 
sostituire, rispettivamente, una intera 
stringa qualsiasi lanche nulla] ed un solo 
carattere (non nullo). 

La memorizzazione in strutture delle 
informazioni relative ai file si rende ne- 
cessaria in quanto queste contengono 
dati eterogenei. 

La terza classe è composta da get- 
disk e getdfree. Sono funzioni molto 
semplici delle quali la prima nleva il 
nome del drive corrente mentre la se- 
conda restituisce, nella apposita struttu- 
ra di tipo dfree, tutte le informazioni 
necessarie al computo della quantità di 
memoria totale e ancora libera disponi- 
bile sul drive dato come argomento. 
Come sempre i riferimenti sono sul 
listato del sorgente. Ribadisco che Is 
non è stato concepito come campione 
di flessibilità e potenza anche se garan- 
tisce sicuramente il funzionamento di 
tutte le opzioni ed il rispetto con la 
compatibilità, a livello di argomento, con 
la dir del DOS. 

I margini di miglioramento ed amplia- 
mento sono molti, a partire da un nu- 
mero massimo di file trattabili maggiore 
(in questo caso dovrebbe esse compila- 
to con il modello smeli), oppure si po- 
trebbero inserire opzioni che ordinano 
su campi diversi dal nome o, ancora, 
informazioni più utili come l'occupazio- 
ne totale dei file specificati e tante altre 
modifiche. 

Si potrebbero studiare delle modifi- 
che anche sul livello delle strutture dati 
per migliorarne l'occupazione in memo- 
ria e la duttilità d'impiego. Il programma 
è stato compilato con il compilatore di 
linea tee in quanto produce un codice 
sensibilmente migliore di quello genera- 
to col compilatore interattivo. 

Se si sono già impostate le variabili 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


MS-DOS 



SOFTWARE 

MS-DOS 


d’ambiente LIB e INCLUDE basterà da- 
re il comando: 

tee -GaZkO -mt -f- -Ixndct Is.c 

mentre se tali variabili non sono state 
impostate e, ad esempio, le librerie 
risiedono in c: \ tc \ iib e i file da 
includere in c: \ tc \ include si dovrà 
digitare 

tee -GaZkO -mt -f- -Ixndct -l<include direcio- 
fV>-L<lib directorv> Is.c 

Cosi facendo sì specifica la massima 
ottimizzazione in velocità, l'utilizzo del 
modello di memoria tiny (64 Kb per dati 
e programma) è necessario per rendere 
il codice in formato non rilocabile 
(.COMI, l'esclusione dell'emulatore in 
virgola mobile e si passano al link le 



cessore^^muenTo^l^e^ ’-GaZkO' 
con '-IGaZkO'. Un'ultima cosa: la lista 



tre la stessa lista 
opzioni impostate 


ha impiegato 55 secondi; il tutto su un 
AT a è MHz su cui gira il DOS 3,30 con 
il disco fisso da 60 ms. 


War 


Il gioco che vi propongo è una fedele, 
dettagliata e realistica riproduzione del 
primo conflitto mondiale, ristretto, im- 
pacchettato ed immagazzinato in »una 
breve, ma efficace e gradevole simula- 
zione». Simile alquanto al classico sep- 
pur indimenticabile Risiko, svelta nell'e- 
laborazione dei dati, compatta e versati- 
le nella riproduzione geopolitica dell’Eu- 
ropa, ed efficace nel contatto con l’u- 
tente, si tratta or dunque di una guerra 



252 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


spigare 

MS-DOS 











«^£j£fiS;S 







simulata in un «vile» ma notevole calco- 
latore quale un IBM. che si svolge se- 
condo le concezioni tattiche e strategi- 
che d'inizio secolo, con le macchine 
belliche dell'epocs. ed altresì con la 
mentalità cavalleresca del tempo, ben 
diversa dalle direttive che condussero la 
politica dei tempi successivi, 

Il titolo di questa magnificente passe- 
rella di invasioni, trattati, tregue e rivol- 
te, di per sé stesso è già tutto dire; 
Scenario di guerra in Europa. Ciò signifi- 
ca che la protagonista per antonomasia 
è l'Europa, la culla della nostra civiltà 
occidentale: la Triplice Intesa e l'Allean- 
za degli Imperi Centrati, le nazioni della 
nostra amata terra in cui decenni or 
sono si svolsero quei titanici scontri di 
armate, guidate dal solo patriottismo 
nazionale, se non pur dalla vanagloria 
deH’awersario- 

L'ambiente in cui si svolge tale simu- 
lazione è una vasta e particolareggiata 
mappa dell’Europa, suddivisa in imperi, 
nazioni e staterelli di minore importan- 
za, ognuno dei quali minuziosamente 
schematizzato in regioni, città e capitali, 
con centinaia di corpi d'armata, cannoni, 
macchine belliche d'ogni sorta, ed aero- 
plani stanziati in ognuna di esse. 

Tale carta geopolitica è incastonata in 
un preziosissimo pannello di controllo, 
su cui gestire ogni spedizione bellica in 
territorio nemico, ogni relazione diplo- 
matica con l'alleato o con l'avversario, 
per mezzo del quale ottenere qualsiasi 
informazione circa l'Europa in guerra su 
larga scala, nonché nel particolare, fino, 
addirittura, a penetrare nella più intima 
frazione del continente. Il tutto è gestito 
dall'immancabile barra di menu, piace- 
volmente dotata, sulla scia dello stile 
Amiga, dei più arditi attributi, classici del 
mondo Macintosh e Commodore; dalla 
agile freccia grazie alla quale in poche 
frazioni di secondo siamo in grado di 
spostarci nel continente coprendo incre- 
dibili distanze; da una esigua sezione 
delle schermo in cui una vasta gamma 
di informazioni ci viene propinata spes- 
so con una sconvolgente rapidità; ed 
infine da un abile e veloce sistema di 
finestre, adibite, il più delle volte, a 
qualsiasi uso immaginabile ed otteni- 
bile. 

Lo scopo del gioco senz'altro è vince- 
re: sbaragliare ed annichilire le forze 
deH’awersario, demolire le sue più ardi- 
te e fantasiose prospettive, conquistare 
ogni capitale sottomettendo popoli inte- 
ri, offrire miseri trattati di pace dalle 
condizioni più umilianti, incitare rivolte e 
guerre intestine in territorio nemico, in- 
viare gli agenti più dotati per avere le 
informazioni più preziose circa i piani 
strategici dell'avversario, di modo che si 
possa dedurre se non prevenire ogni 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


253 


SOFTWARE 

MS-DOS 



sua imponente invasione. Questa è la 
linea politico-bellica che conduce le sorti 
dell'Europa in questa realistica simula- 
zione: ed in questo caso tale destino è 
nelle mani di chi, abile nel calcolo delle 
perdite, scaltro nello scegliere le terre 
da conquistare o da cedere all'avanzare 
del nemico, si accinge a ricostruire 
idealmente la storia del nostro conti- 
nente. 

Descrizione del programma 

Lo schermo di gioco è suddiviso in 
quattro sezioni, di cui solo tre, in vero, 
sono realmente funzionanti La prima è 
adibita ai menu, cinque per l'esattezza; 
la seconda, come ho già accennato, è 
dedicata all'Europa, sezionata, nel gio- 
co, in sei finestre: invece la terza acco- 
glie una minuta finestra di «Remarlo», 
che serve, appunto, alle brevi informa- 
zioni circa l'inten/ento del nemico (che 
SI scandiscono spesso con una rapidità 
«invadente»), od anche a rari ma prezio- 
si sotto-menu su stampo didascalico. 

/ menu 

Il primo menu (rappresentato con uno 
strano ma pur loquace simbolo) oltre a 
servire da «Info», permette altresi all'u- 
tente di memonzzare sul disco del gio- 
co la situazione attuale e. immancabil- 
mente. di nchiamarla per continuare lo 
svolgersi dei conflitto; di cambiare i 
colori dello schermo; di abbandonare il 
programma per tornare in ambiente MS 
DOS, ed infine di «iniziare il conflitto». Il 
gioco, infatti, si scandisce in due mo- 
menti; all'inizio le proprie armate sono 
disposte uniformemente nei territori na- 
zionali. senza, appunto, tener conto dei 
piani del nemico e. di conseguenza, 
delle regioni che sono più a rischio; è 
quindi compito dell'utente disporre le 
armate nei territori più bisognosi grazie 


alle informazioni delle spie, quando, in- 
vece, il giocatore ritiene di aver posizio- 
nato le proprie armate in maniera equa 
ed opportuna, può selezionare la su 
citata opzione, notando, quindi, dalla 
spia del drive acceso che l'avversano 
sta facendo la medesima cosa... 

Il secondo menu (Nazioni) è di uso 
prevalentemente «prebellico» Permet- 
te di avere informazioni sull'Europa o su 
una singola nazione alleata o avversa 
riguardanti le probabilità di belligeranza, 
l'esercito, l'aviazione, la flotta, le armi 
belliche, e via dicendo. Scopo seconda- 
no, ma non per questo in scala di impor- 
tanza, è quello di selezionare una nazio- 
ne allo scopo di intraprendere una pro- 
cedura diplomatica prò o contro di essa 
(vedi menu Diplomazia). 

II terzo menu (Diplomazia), breve ed 
altrettanto complesso, può far sì che il 
giocatore (1) dichiari guerra a una nazio- 
ne, (2) le offra un trattato di pace. (3) 
inciti ribellioni aH'interno di essa, (4) 
esorti un alleato non belligerante ad 
entrare in guerra ed altresi un avversa- 
no a passare dalla propria parte. (5) di 
avere importanti informazioni strategi- 
che sui piani del nemico (nel pre-guerra) 
o di conoscere le azioni dell'avversario 
non altrimenti ottenibili. 

II quarto menu (Invasioni) è il più 
frequentato. Dopo aver selezionato sul- 
la cartina geografica una regione, per 
invaderla bisogna innanzitutto seleziona- 
re la regione da cui invadere (confinan- 
te!) (T opz.), successivamente sceglie- 
re il contingente bellico (2,3.4' opz.). ed 
infine attaccare. Il gioco gestisce fino a 
30 Invasioni contemporaneamente, cal- 
colando battaglia per battaglia le perdite 
del giocatore e deH'awersario ed infor- 
mando il primo solo in caso di vittoria o 
dì sconfìtta. Pertanto è consigliabile ren- 
dersi conto dell'evolversi della situazio- 
ne attraverso la 6' opzione, mandare 
rinforzi dalla regione da cui è partita 


l'invasione in corso con la 7' opzione, o, 
in caso di perdite gravosissime, ritirarla 
con l'8' opzione. Per selezionare un'in- 
vasione 0 si sceglie prima la regione 
invasa e poi con la 1' opzione la regione 
che invade, oppure si sfrutta la 7' opzio- 
ne che presenta un quadro completo 
delle invasioni in corso. 

Il quinto menu (Altre), infine, permet- 
te di scegliere quale sia la parte della 
flotta militare da impegnare in guerra 
(sempre che lo stato selezionato ne 
abbia una!), di avere informazioni sul 
contingente bellico stanziato nella regio- 
ne selezionata, di riconquistare regioni 
sconfitte, di mandare rinforzi a una re- 
gione presidiata (il procedimento e simi- 
le a quello deH'invasionel, ed infine, 
«dulcis in fundo» , di avere uno «status 
quo» della zona di Europa in memoria 
(Teste di ponte. Presidi. Possedimenti, 
Conquiste e Sconfitte) 

La freccia e la carta geografica 

Ci si può muovere attraverso l'Europa 
grazie alle quattro frecce in alto allo 
schermo, si può selezionare una regio- 
ne «clickando» sul quadratino chiaro 
che la contrassegna, ed infine si può 
entrare in un menu premendo il tasto 
Alt seguito dalla lettera iniziale del no- 
me del menu (per il primo, visto che è 
simbolicamente rappresentato da un ca- 
rattere bizzarro quantomai raro, basta 
solo la pressione dei tasto Esc). 

L'avversario 

L’avversario, cioè il computer, simula 
una sorta di intelligenza artificiale che, 
calcolando lo stato geopolitico dell'Euro- 
pa centinaia e centinaia di volte durante 
una sola partita, prende ogni decisione 
non secondo uno schema predefinito, 
bensì in base ai dati ottenuti dalla sche- 
matizzazione politica dell'Europa che. 


254 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 





SOFTWARE 

MS-DOS 


come ho già detto, avviene ogni qual 
volta viene ristampata la freccia sullo 
schermo dopo aver intrapreso qualsivo- 
glia azione, vale a dire un numero indefi- 
nito di volte. 

Questo è uno degli aspetti più inte- 
ressanti del gioco, in quanto l’utente 
può star sempre certo che l'avversario 
è in realtà sempre pronto ad approfitta- 
re di ogni sua svista: che il computer, 
mentre il suo oppositore spesso agisce 
senza un piano razionale, realizza ogni 
sua strategia bellica il più delle volte 
dopo aver valutato con prudenza ogni 
probabilità di vittoria e di sconfitta; e 
che l'awersaho, inoltre, fa sempre il 
possibile per salvare ogni suo ettaro di 
terreno daH'oppressione del nemico. Il 
programma, pertanto, cerca con ogni 
mezzo a disposizione e di frenare l'a- 
vanzare delle milizie antagoniste, e di 
stroncare le forze del nemico ovunque 
esso sia debole ed indifeso... 

D'altronde il computer può fare tutto 
ciò che il giocatore può intraprendere, 
tranne trasgredire ogni legge che non 
vada al di fuori del «codice cavallere- 
sco», come, ad esempio, invadere uno 


stato neutrale: non conosce reazioni 
emotive irrazionali, pertanto quando si 
vede sconfitto non manda allo sbaraglio 
le proprie milizie, bensì accetta la pace; 
e così via. 

La rapidità con cui agisce e/o reagisce 
dipende dal livello di gioco (Principiante, 
Medio, Avanzato) che viene scelto in- 
sieme all'Alleanza per cui giocare nel 
programma di «Intro» del gioco. 

Particolarità 

Il programma fa uso rarissimo del 
font di sistema, ed invece sfrutta a 
pieno le capacità del compilato stam- 
pando «pixel per pixel» ogni carattere 
secondo una matrice propria del font in 
memoria. Quindi, rilocando un font qual- 
siasi in una zona libera della RAM, è 
possibile stampare qualsiasi testo con 
diverse «calligrafie», 

il gioco occupa appena un disco, in 
quanto funziona con l'incartapecorita 
seppur veloce e maneggevole CGA. e 
credo che ciò sia un punto a favore per 
l'utente. 

Una caratteristica peculiare del gioco 


è che è interamente in italiano. Quan- 
tunque il suo nome possa ingannare, vi 
assicuro che ogni parola prodotta dal 
programma è squisitamente italiana, ad 
eccezione, ad onor del vero, del sempli- 
ce ma loquace «QUII» la cui sola brevi- 
tà mi ha indotto ad introdurlo. 

Per motivi di simmetria aH'interno del 
programma ho dovuto introdurre l'inter- 
vento in guerra della Svezia e della 
Norvegia (che eresia!), ed eliminare 
quello degli USA, aggiungendo persino 
ribellioni in Francia, Austria-Ungheria e 
Turchia oltre che, come è d'uopo, in 
Russia. lac 


Note 

I sorgenti sono stati compilati 
con il QUICKBASIC v. 3.00 con le 
sole opzioni MINIMIZE STRINO 
DATA. ON ERROR, COMPILE 
with BCOM30.LIB. e OPTIMIZA- 
TIONOPTIONS: SPEED Succes- 
sivamente sono stati linkati con il 
linker della stessa versione. Il 
batch file di start è WAR.BAT 


PriMus 



ACCAs.r.l. * Via Michelangelo Clanclulll, 41 


telefoni 0627/69504 e 089/953581 * fax 
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SOFTWARE 


SOFTWARE 



cura di Tommaso Pantuso 


Curve polari 

di Aitilto Scifoni - Roma 

Una curva può essere rappresentata 
in forma cartesiana con un'equazione 
del tipo: 

y = f(x) 

ove X e y sono le coordinate cartesiane, 
rispettivamente ascissa e ordinata che 
individuano un punto della curva nel 
modo indicato in figura 1. 

Oitre a questa forma esiste anche 
un’altra forma, detta forma polare, in cui 
una curva è rappresentata da un'equa- 
zione del tipo: 

R = I(F) 

ove R e F sono le coordinate polari, 
rispettivamente raggio vettore e ano- 
malia. 

Anch'esse individuano un punto nel 
modo indicato nella figura 2. 

Ad esempio se l'equazione è; 

R = 3'sen^ F/cosF 

avremo la cosiddetta Cissoide di Diocle 
che. prendendo per il parametro a il 
valore 200, è rappresentata in figura 3. 
Analogamente se l'equazione è: 

R = 8 Vcos2F +"B 

avremo la cosiddetta Lemniscata di Ber- 
noulli che, prendendo per il parametro a 
Il valore 70 e per il parametro b il valore 
0.5, è rappresentata in figura 4. 

Programma Potare 1 

Per tracciare una curva a partire dalla 
sua forma polare basta, per F che vana 
da 0® a 360°, calcolare il corrispondente 


È disponibile, presso la redazione, il disco 
con li programma presentalo in qoesfa 
rubrica. Le istruzioni per racquisto e 
l'elenco degli alto programmi disponibili 


R e tracciare il punto di coordinate polari 
(R.F). 

Ciò si ottiene col semplice program- 
ma illustrato nel listato 1. Digitata nella 
linea 30 l'equazione prescelta e intro- 
dotti. dopo il suo lancio, i valori prescelti 
dei parametri, esso traccia la curva pola- 
re corrispondente. 

Se consideriamo la curva di equa- 
zione 

R = a-cosF -f b 

(Lumaca di Pascal) dobbiamo digitare la 
linea 

30 R = A.COS(F) + B 

e, lanciato il programma, introdurre i 
valori prescelti per a e b. Ad esempio 
per a = 40 e b = 40 abbiamo la curva di 
figura 5. per a == 30 e b = 40 quella di 
figura 6 e per a = 60 e b = 30 quella di 
figura 7. 

Se considenamo la curva di equa- 
zione 

(Curva Lobata) dobbiamo digitare la 
linea 


30 R = A.SIN(COS(SIN(B«F))) 

e, lanciato il programma, introdurre i 
valori prescelti per a e b. Ad esempio 
per a = 80 e b = 2 abbiamo la curva di 
figura 8, per a = 80 e b = 3 quella di 
figura 9 e per a = 80 e b = 4 quella di 
figura 10, 

Programma Polare2 

Possiamo modificare il programma 
precedente predisponendo il traccia- 
mento delle curve con una linea conti- 
nua invece che per punti. Inoltre possia- 
mo aggiungere un controllo di errore 
che eviti il blocco dell'elaborazione 
quando i risultati dei calcoli sono molto 
grandi o non reali. 

Il programma cosi modificato é indi- 
cato nel listato 2. 

Se considenamo la curva 

R = a/cosF + b 

(Concoide di Nicomede) dobbiamo digi- 
tare la linea 

30 R = A/COSIF) = B 

e, lanciato il programma, introdurre i valo- 


'1 

^ 

/ 

1 

y 

— o 

\ 

\ 

2 

4 



256 


MCmicrocompuler n. 94 - marzo 1990 


SOFTWARE 

C-128 


ri prescelti per a e b. Ad esempio per 
a=50 e b=35 abbiamo la curva di figura 
1 1. pera=50e b=50quelladi figura 12 e 
per 3=40 e b=70 quella di figura 13. 

Se consideriamo la curva 

R = a-cosb-F 






MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


257 


SOFTWARE 


1 FORH»48«4TO500I;REM)A$;POKE*.DEClAS) ;NEXT 

2 DATA EA.EA,E6.FC.DO.O2.E6,FI>.A9.0O.a5.FA.A9.2O.a5.rB.AO.OO,EA,Bl.FA.C9.O0.FO.2 

0. EA.A5.FA.91.FC.E6.FC.DO.Q2.E6.FD.A5.rB.9l,FC.E6.FC.DO,02.E6.PD.81,FA.91.FC 

3 DATA E6.FC.00.02.E6.FD.EA,E6.FA,DO.D6,E6,FS.A5.rB,C9,40.DO.CE.E6,FC.D0.02,E6.F 
D.E6.FC.D0,O2.E6.rD,A9,OO.91.FC,6O.OO.EA,EA,E6,FA.D0.O2.E6.Fa.AO.O0.EA.BI.FA 

4 DATA 85.FC.E6.FA.D0.02.E6,FB,B1.FA.83.FD.EA.E6.FA,DO,02.E6.FB.BI.FA,D0.01,60.9 

1. FC.EA.E6,FA.DO.O2.E6.P0.A2.Oa,FO.D9.OO 

5 TRAPIOO 

IO GRAPHIC0.1:INPin"’A.B^A,B:6RAPHICl.l 
IS POK£2S2.0!P0KE253.69 
20 FORG-0TO36O!F-O*n/I8O 
30 R-A'COS(B*COSlF)) 

40 LOCATE160.100:DRAW.ABS<R) i&f90-lB0* IRCOI 
42 Z-RDOT(O) iW-RDOTU) 

44 IFF>OTHENDRAW.X.YTOZ,H 

SS BANK0:SYS4e64 

SO B*Btn/8:K-K'fl:SCNCLR!lFK<2060T020 
70 POKE2SO.O:PCHC£2S1.69:6RAPHIC1.1 

80 FORK» JTO20 : SCNCLH : BAKKO . SYS495 1 : FORH-OTOl 00 : NEXTH , K 
90 GOT070 
100 RE5UKE4S 




C-128 


10 GRAPHICO.l!HYPUT'A.B''iA,B!GRAPHICl.l 
20 FOHG-OTO360;F-G‘«/180 
30 R-A'COS<F)«B 

40 LOCATE160.100:DRAW, ABS(R1 ;G+90-180" IH<01 
SO NEITTG 




{Curva Rodonea) dobbiamo digitale la 
linea 

30 R = A.C0S{B.F1 

e, lanciato il programma, introdurre i 
valori prescelti per a e b. Ad esempio 
per a = 80 e b = 2 abbiamo la curva di 
figura 14. per a = 80 e b = 3 quella di 
figura 1 5 e per a = 80 e b = 4 quella di 
figura 16. Se consideriamo la curva 

R = a/cosb'F 

(Curva Spigata) dobbiamo digitare la 
linea 

30 R = A/COS(B*F) 

e. lanciato il programma, introdurre i 
valori prescelti per a e fa. 

Ad esempio per a = 40 e b = 2 ab- 
biamo la curva di figura 17, per a = 30 e 
b = 3 quella di figura J 8 e per a = 25 e 
b = 4 quella di figura 19. 

Possiamo accelerare il tracciamento 
della curva ponendo un passo maggiore 
di uno nella linea 20, ad esempio po- 
nendo in essa FORG = OTO360STEP5. 
a scapito però dell’accuratezza del trac- 
ciamento. dato che al crescere del pas- 


so la curva tende a divenire una spezza- 
ta di segmenti. 

Programma PolareS 

Possiamo modificare il programma 
precedente considerando il tracciamen- 
to di una famiglia di curve, cioè di un 
insieme di curve ottenute facendo varia- 
re un parametro. 

Per ottenere ciò basta aggiungere al 
programma Polare2 la seguente linea: 

60 B + B = n/8:SLEEP2;SCNCLR:GOT020 

Il programma cosi modificato è indica- 
to nel listato 3. Se consideriamo le curve 

R = a-cos(bcosF) 

(Curve Butterfly) dobbiamo digitare la 
linea 


30 R = A*COS(8*COS(F)) 

e. lanciato il programma, introdurre il 
valore prescelto per a e il valore iniziale 
prescelto per b. 

Ad esempio introducendo a = 80 e 
b = 1-18 il programma traccerà la fami- 
glia di curve per il dato a e per b = 1.18, 
b = 1-57, b = 1.96 e cosi via. 

Nelle figure 20. 21 e 22 sono indicate 
le prime tre curve di questa famiglia. 
Se consideriamo le curve 

R = a-sen(b'senF) 

(Cun/e Mosquito) dobbiamo digitare la 
linea 

30 R = A*SINIB«SIN(F)) 
e, lanciato il programma, introdurre il 
valore prescelto per a e il valore iniziale 
prescelto per b. 



258 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


SOFTWARE 

C-128 


Ad esempio introducendo a 80 e 
b = 2-75 il programma traccerà la fami- 
glia di curve per il dato a e per b = 2.75. 
b = 3-14, b = 3-53 e cosi via. 

Nelle figure 23, 24, e 25 sono indica- 
te le prime tre curve di questa famiglia. 

Per particolari famiglie di curve può 
convenire prendere per b un incremen- 
to diverso da ji/8 = 0.39, prendendo ad 
esempio nella linea 60 B = B-f ji/ 16 op- 
pure B = B -E 10. 

Programma Polare4 

Il programma precedente ha l'incon- 


Basic Per ottenere ciò basta aggiunge- 
re al programma Polare3 alcune linee 
ottenendo cosi il programma descritto 
dal listato 4. 

Se vogliamo vedere l'animazione del- 
ie Curve Butterfly procediamo come nel 
programma precedente. 

Vedremo allora che. dopo il traccia- 


re l'animazione su disco, in modo da 
poterla caricare e visualizzare in pochi 
secondi, quando lo si desidera. 

Per ottenere ciò, e per accelerare 
l’elaborazione usando FAST, basta ag- 
giungere ai programma Polare4 le se- 
guenti linee: 



1 POI»> 4 e 64 TO 5001 :a£UIA*:P 0 KErk,DEC(AS> :NSXT 

2 om E».E*.E6,FC.DO.O2.E6.FD.<l9,OO,e5,FA.A9,2O.65.FB.XD.OO.E*.Bl.F»,M.00.I 
3,EA.A5.FA.91.FC.E6.PC.D0.02.E6.FD,A5.FB.91.FC.E6.FC.D0.02.E6.FD.B1.FA,»1.FC 

3 DATA E6,FC.DO.02,E6,FO,EA.E6.FA.DO.D6.E6.FB,A5.FB.C9.4O.DO.CE.E6.FC.DO.02.i 
5,B6.FC.D0,O2,E6,FD.A9.O0.91.FC.6Q,O0.EA.EA.E6.FA.DO.O2.E6,FB,AO,a0.SA,Bl.FA 
< DATA 85.FC.E6.FA,D0,02,E6.rB.BI,FA.85.FO.EA.E6.PA.D0,O2.E«.FB,Bl.FA DO. 01 ! 
l,FC.EA,E6,FA.D0.02.E6,FB,A2.00,ra.D9.00 

5 TRAPIOO 

6 IHfVT"(CLR)NOME";N*;INIVr'iCLBi ICIAHICA 0 ISI ALVA ' :L* ! IFU*- 'C THEMBLOADIN»! 
:60T070 

7 SCNCLR;LlST30:INPljr"IOPI lUPifi- " ;E*;PRINT ' IHOKEI (DOWNI (DOWNHDOWNl 30 H----E! 
irfr”GOT09(HOME) 

a POKE 20 a. 2 :POK£B 42 . 13 :PCiKEa 43 . 13 :END 

9 PRIWT "(CLH1''TAB(1B)"(UP)1.0.39ID0WN) INPUT" IHOKEl PASSO, I KCBEMEJrrO" :P. I 

10 GRAPHIC0.1;INPUT-'A.B";A,B:SBAPHIC1.1 

15 POKE252.0:POKE2S3.69 
20 FORG-OTO36OSTEPP:F-G*n/10O 
H-A»COS(B-COSlF)l 

40 LOCATE160.1Q0;DRAW. ASSIRI ie«90-ie0‘ IR<0| 

2 Z-RDOTIO) :W-RDOT(ll 

4 1FF>0THENDRAW.X.VTOZ.W 

5 X-ZiV-W 

5 BANK0:SYS4864 

0 B»8-*l ;K-K-tl:SCNCLB; IFK<20OOTO2O 

3 BSAVEINSI ,BO.P176G5TOP|PEEK(252I «25CPEEK 1253) +1 1 rSUW 
70 POKE250,O;POKE25I.69:GRAPHiCl,l 

80 FORK-lTO20;SCNCLR:BANK0iSYS4951.FOHH-OT0100.NEXTH.K 
90 GOT070 
-D RESUME48 


.ao 


LiSiaiO 6 


Il programma cosi modificato è illu- 
strato nel listalo 5. 

Ad esempio se vogliamo salvare l'ani- 
mazione delle Curve Butterfly. lanciato il 
programma, introduciamo il nome BUT- 
TERFLY e S. 

L'elaborazione avviene come nel pro- 
gramma precedente, solo che viene ef- 
fettuato anche il salvataggio su disco 
dell’animazione col nome Butterfly. 

Se vogliamo invece visualizzare un'a- 
nimazione precedentemente salvata su 
disco, lanciato li programma, basta in- 
trodurre il suo nome e C. 

Programma PolareS 

Nel programma precedente per modi- 
ficare l'equazione della curva, il passo 
dell'anomalia e l'incremento del para- 
metro. SI devono riscrivere direttamen- 
te le linee 20, 30 e 60. 

Se vogliamo prevedere la loro modifi- 
ca da programma, è sufficiente aggiun- 
gere al programma PolareS te linee se- 
guenti' 


7 SCNCERlClSTaOi INPUT-IUPXUPIR* ' ! E4 : PR I NT" ( HOME 1 
ICOUNXDaUNllDOUNISO fi ~ E> I PR I NT'COTDB I MONE > 

8 POKE208, 2:PDXEB«2. 13:PDKE8a3, 13iEND 

e PB 1 NT* I OLEARI -TABI IBI -I UP) 1 .0.39<D0WN>- I 
INPUT"1HOHE)PASSO. INCREnENTO'jP, I 


veniente di essere abbastanza lento, 
dato che per tracciare una sola curva 
della famiglia occorre quasi un minuto. 

Se vogliamo accelerare il tracciamen- 
to, in modo da vedere rapidamente co- 
me vana la forma della curva al variare 
del parametro, cioè vogliamo realizzare 
un'animazione della famiglia, dobbiamo 
ricorrere al linguaggio macchina. 

Con questo possiamo memorizzare le 
curve della famiglia man mano che ven- 
gono elaborate e alla fine visualizzare 
rapidamente queste memorizzazioni, in 
modo da ottenere l'animazione voluta. 

Limitiamo l'esame della famiglia ad 
una ventina di curve e realizziamo la 
memorizzazione in forma compressa 
(cioè memorizzando solo i byte non 
nulli) sistemandola dopo il programma 


mento lento delle curve della famiglia, 
successivamente esse vengono traccia- 
te velocemente, realizzando cosi l'ani- 
mazione. E questa animazione viene 
ripetuta continuamente finché fermia- 
mo il programma premendo insieme 
RUN/STOP e RESTORE 

Programma PolareS 

Dato che nel programma precedente 
l'elaborazione iniziale della famiglia ri- 
chiede decine di minuti, conviene salva 


e sostituire le linee 20 e 60 con le 
seguenti' 

T 

20 FORG»OTÙ360STEPP!F*G«*/ieO 
60 B>8> I |K*K>1 sSCNCLR: lFK<a0GOTO2O 

Il programma cosi modificato è illu- 
strato nel listato 6. 

Ad esempio se vogliamo salvare l’ani- 
mazione delle Curve Mosquito, lanciato 
il programma, introduciamo il nome 
MOSQUITO, S, l'equazione A*SIN(SI- 
N(B»F)), il passo 2 e l'incremento 0.39. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


259 


SOFTWARE 


C=?| 


di Tommaso Paniusa 


Statistica 3.0 


di Dino Martmauo - Biadene (TVì 


Questo programma, tratta di statistica 
descrittiva cioè dell'lnterpretaziorte dei 
dati ottenuti dalla osservazione di feno- 
meni fisici, economici, sociali, o di qual- 
siasi altro tipo. 

Pur essendo stato scritto su un C-64 
è stata mantenuta una struttura tale che 
il programma può essere trasferito su 
qualsiasi macchina (compresi i pocket). 
La struttura è modulare in modo da 
poter utilizzare solo le parti che interes- 
sano ed essendo scritto a scopo didatti- 
co le parti di input e output sono voluta- 
mente poco curate. 

Si possono studiare: fenomeni quali- 
tativi, fenomeni quantitativi, regressioni 
polinomiali e multiple. 

Inoltre, un sottoprogramma consente 
la soluzione di sistemi lineari con II 
metodo di Gauss-Jordan nonché il cal- 
colo di determinanti per matrici quadra- 
te 0 la loro inversione (applicando il 
metodo di Jordan), 

Fenomeni qualitativi 

Caso univariato: riuniti i dati in una 
tabella del tipo; 

Titoli di studio -t- fj -t- Pi 

Nessuno -r- 30 -i- 0.30 

Elementare 30 -i- 0.30 

Medio inf. -I- 30 -I- 0.30 

Diploma -I- 7 -i- 0,07 

Laurea -i- 3 + 0 03 

totali +100 +1 

in cui fj rappresenta le frequenze asso- 
lute (quante volte compare il fenomeno) 
e p) rappresenta le frequenze relative 
(fj/n) il programma permette il calcolo 
della Mutabilità, ovvero della variabilità 
che il fenomeno ha presentato caratte- 
rizzandola con gli indici di Gini e Shan- 
non (H): 


Gini . 1 — 


(Pll 


dividendo per il suo max si ottiene una 
normalizzazione compresa tra 0 e 1 

k k 

(Gini)n= X Pl(l-P)) 

k-1 j=l 


Connessione 

Nell'ipotesi di dipendenza viene con- 
frontata la tabella teorica con quella 
reale e per evidenziare il tutto si adotta- 
no due indici; C dovuto al Mortara e 
(chi) dovuto a Pearson presentati sia in 
versione normalizzata che non. 

Una misura delia connessione si può 
ottenere generalizzando il concetto di 
entropia (il programma fornisce gli ap- 
positi indici). 

Dipendenza 

Tiene conto delia connessione misu- 


nitt 

[ dati in una tabella «a doppia entra- 

rata con l’entropia 

ed è indicata con 2D 

ta» 

del tipo: 


e 1D normalizzati. 





Cograduazione 


+ 1 

X+ 


S normalizzato; 


2 X 

+ + Imi 

1m2 1m| . Imk+f r 



2m 

1+ m 

f21 fkl +f1 

2 

X IF’jr - F)rl 





r=1 



+ 

S - 1 



+ 

+ 

k 

h 

2mr 

+ 

fjr + 

X 

X IF')r -F"jrl 


+ 

+ 

1=1 

r=1 


+ 

+ 



2n>h 

+F1h 

fkh +FH 



fi- 

+F1 

fk.+n 

F’ir = X 

X f pq 


-*• 

-t- 

P=1 

q=l 


in CUI sono rappresentate le imodalità 
dei fenomeni con le loro frequenze rela- 
tive congiunte (fjr) e marginali (fj.. f.r) 
ottenute come somma per righe e per 
colonne. 


F|r = min (F| , F r) 

F"jf - max (0. Fj +F r-n| 

Fenomeni quantitativi 


Se 

ljr.= 


f) f.r 


allora siamo in presenza di una indipen- 
denza del fenomeno IX dal fenomeno 
2X. 

Nell’ipotesi che tra i fenomeni non 
esista indipendenza «stocastica» del ti- 
po descritto sopra si possono studiare 

Associazione; caso in cui per la rileva- 
zione si adottano scale di tipo dicotomi- 
co; ogni fenomeno presenta due sole 
modalità. 

Connessione' mira ad evidenziare la 
reciproca influenza dei fenomeni. 

Dipendenza: supposto che esista 
connessione, si intende misurare il con- 
dizionamento di un fenomeno sull'altro. 

Cograduazione: pone in luce l’attitudi- 
ne dei fenomeni ad associarsi tra loro 
secondo modalità crescenti dell’uno e 
crescenti o decrescenti dell'altro. 

Associazione 

Vengono proposti degli indici norma- 
lizzati che mettono in luce le caratteristi- 
che dei fenomeni (R,M e Q). 


Caso univariato: definito il tipo di mo- 
dalità Centrale o Intervallare (mj. o e) -I 
EJ-i-1) (esempio da 10 a 100 compreso) 
si possono calcolare le medie Aritmeti- 
ca Geometrica Armonica. 

La Variabilità del fenomeno e la Con- 
centrazione (attitudine alla distribu- 
zione). 

CasD divariato' costruita una tabella a 
doppia entrata possiamo studiare una 
delle cose più interessanti, la regressio- 
ne cioè lo studio di un polinomio inter- 
polante con il metodo dei mimmi qua- 
drati e il suo grado di approssimazione 
su altre funzioni della stessa famiglia. 

Se k sono le modalità di IX il polino- 
mio da adottare può avere il grado pari 
al più a (k-1) 

L’uscita dei dati è sotto forma di 
matrice per cui la matrice 


0 

0 


0 


15 

12 


17 


sta a significare che ci sono i coefficien- 
ti di un polinomio disposti in quest'ordi- 


260 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


REL-Arch 


SOFTWARE 

C-64 


ne: 1 = 15 a2=12 a3=-8 a4=17a0=10 
dove il polinomio ha la forma; 

p= aO +al X +a2 x +. +a(k-1) xT(k-l( 

questo vale per tutti i tipi di uscite da 
matrici per polinomi. 

Regressione multipla 

Permette l'interpolazione tramite iper- 
ptani di fenomeni in relazione tra loro 
(consultare un testo) 

Sistemi lineari 

inserendo il sistema sotto forma di 
matrice si ottiene la forma di Gauss- 
Jordan con le soluzioni in forma espli- 
cita 

inserendo una matrice B composta in 
questo modo; 

Al 

dove A è una matrice quadrata da 
invertire e I è una matrice unitaria con le 
stesse dimensioni 
si ottiene una matrice del tipo 
iC 

dove C è la matrice inversa di A se 
esiste. 

Pur essendo indirizzato agli «addetti 
ai lavorili il programma può essere utile 
a tutti quelli che vogliono avventurarsi 
negli studi statistici. 


Bìbtiografia 

Giampiero Landenna 
Fondamenti di statistica descnttiva 
Ed. : Il Mulino 


REL-Arch 64 


di Dino Mattinarlo - Biadene (TV) 


Questo programma permette l'uso dei 
file relativi su di un C-64 in un archivio 
generico con l'evidente vantaggio che 
ne deriva. 

Per chi non sapesse cosa sono i file 
relativi... 

Sono una struttura dati definita rigida- 
mente in record di grandezza costante, 
ma ad accesso casuale. Si definisce 
(automaticamente) un indice di record e 


É disponibile, presso la redazione, il disco 
con I programmi presenfafi in questa 
rubrica. Le istruzioni per l'acquisto e 
l'elenco degli altri programmi disponibili 
sonoapag. 263 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


261 


SOFTWAflE 

C-64 



10 si punta con un conseguente rispar- 
mio di tempo e memoria rispetto ai 
sequenziali che richiedono la lettura to- 
tale. 

Il programma strutta due tipi di acces- 
so ai file: il primo attraverso una tabella 
di codifica, il secondo direttamente. 

Per esemplificare il funzionamento 
pensiamo di costruire una agenda in cui 
la ricerca verrà condotta per nome; dato 

11 Run appare il primo Menu in cui ci 
viene chiesto di gestire un file denomi- 
nato Posltion il quale conterrà la lista del 
nomi, È essenziale creare almeno un 
nome prima di proseguire. 

Nella fase 2 del menu si prende visio- 
ne dei file Posilion (video o stampante] 
e nella 3 si può cancellare un preceden- 
te file Position. 

Fase 4; trasferisce alla gestione e 
compare il secondo menu; 

• 1 - Lettura archivio 

- 2 • Scrittura archivio 

- 3 - Creazione file. 

È essenziale creare il file su cui anda- 
re a scrivere, prima di scriverci, con 
l’opzione 3 in cui verrà chiesto un nu- 
mero Indicativo di voci da inserire. Si 
può scrivere 1 come 10: Il DOS forza 
automaticamente la scrittura dei record 
intermedi. 

In lettura (1) viene chiesto l’inseri- 
menlo delta voce Posltion, poi viene 
letto II record corrispondente se esiste 
la voce in tabella Position. 

Ovviamente non si legge se non si 
scrive prima (2): viene chiesto Tinseri- 
menlo di una voce Position, se esiste 
viene chiesto di inserire una stringa (per 
ora Fissata a 32 char) che è poi scritta 
nel file arch; se essa non esiste viene 
chiesto se la si vuol inserire in tabella 
che di conseguenza viene aggiornata. 

Il programma è scritto in modo modu- 
lare per permettere una facile lettura. 

Struttura di un file REL su Commodo- 
re 64. 

open 1.8.15 

open 2,8.2.'‘nome(ile.L,"-i-chr$(n' char re- 
cord) 

prini#1.-p-chf$(2-i-96)chr*(L)chrS(H)- 

chr$(1) 

determina il numero del record e la 
posizione su cui leggere fissata ora a t 
con l’ultimo chr$; H. L ed n hanno il 
seguente significato 

H=int(n/256) 

L=n-H»256 

n=numero record da cercare 
Infine, 

prlntf2, stringa da inviare 
dose 2 
dose 1 

con questa struttura possiamo scrivere I 
nostri file relativi sul C-64, 


262 


MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990 


Elenco del software disponibile 
su cassetta o minifloppy 

Per ovviare alle difficoltà incontrate da molti lettori nella digitazione dei 
listati pubblicati nelle varie rubriche di software sulla rivista. 
MCmicrocomputer mette a disposizione i programmi più signijìcaiìvi 
direttamente su supporlo magnetico. Riepiloghiamo (fui sotto i programmi 
disponibili per le varie macchine, ricordando che i titoli non sono previsti per 
computer diversi da quelli indicali. Il numero della rivista su cui viene 
descritto ciascun programma è riportato nell'apposita colonna; consigliamo 
gli interessati di procurarsi i relativi numeri arretrati, eventualmente 
rivolgendo.si al nostro Servizio Arretrali utilizzando il tagliando pubblicato in 
fondo alla rivista. 





Per l'ordinazione inviare l’im- 
porto (a mezzo assegno, c/c o 
vaglia postate) alla Technimedia 
srl. Via Carlo Perrier 9. 00157 
Roma. 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


263 


I prezzi riportati nella Cuidacomputer sono comunicati 
dai distributori dei vari prodotti e si riferiscono alla 
vendita di singoli pezzi all'utente finale. Sui prezzi indicati 
possono esserci variazioni dipendenti dal singolo 
distributore. Per acquisto OEM e comunque vendite 
multiple sono generalmente previsti sconti quantità. 1 
dati sono aggiornati a circa 20-30 giorni prima della data 
di uscita in edicola della rivista. MCmicrocomputer non si 
assume responsabilità pereventuali errori o variazioni. 

Tutti i prezzi sono IVA esclusa. 

/ 


guida computer— 


ACER 


ACORN 


SHfl Srl. - Via Faentina I7S/A. 48100 Ravenna 


DELPHI SpA. - Vìa della Veliaia. Il - 5S049 Viareggio (LU) 


SHR-t03(W21Y-M • 
SHR-103tVD21Y-C - 
SHR-910AI21M-M - : 
-91IW)41M-M - 


SHH-500 +/001M-M. - 8088, 256K. FD 360K. mm l? monca 
SHR-SOO +/002M-M. 8088 640K. FD 2x360K. mon 12* monocr 
SHH-HO +/021M-M - 8088 540K. FO 360K. HD 20M. mon ir monocr 
SHfl-500 +/021V-V - 8088 640K, FD 360K, HD 20M, mon J4* col 
B40K. FD ?20K. HD 20M. mon W monca 
MOK. FO ?20K. HD 20M, mon U" col 
512K, FO 1 2M, HO 20M mon 14' monocr 
512K. FD 1 2M, HD 40M mon 14’ monoff 
SHR-910WIV-S - 80286 512K, FD 1 2M, HO 40M mon 14“ col 
SHR-9KV071M-M • 80286 512K, FD 1.2M, HD 70M mon 14' monocr 
SHR-9KV07IV-S - 80286 512K, FD 1 2M, HD 70M mon 14“ col. 
SHR-918R/Q21M-M - 80286 S12K. FO 1.2M, HD 20M tTKm 14- monocr 
SHR-915P/D21V-V - 80286 5I2K. FO 1 2M. HO 20M mon 14" col 
SHfi-915P/041M-M - 80286 512K. FD 1 2M, HD 40M mon 14” monocr 
SHR-915P/D4IV-V • 80286 5I2K, FD 1 2M, HD 40M mon 14' col 
SHR-915IU21E-S - 80286 512K, FO 12M, HO 20M mon 14' monocr 
SHR-915W1E-M - 80286 5I2K, FD I2M. HD 4(W mon 14" monocr 
SHR-915rtl41E-S - 80286 512K, FD 1 2M, HO 40M mon 14" col. 
SHR-915V/041V-M - 80286 RAM 1M, FD I 2M, HO 40M mon 14" monoct 
SHR-915V/041V-S • 80286 RAM 1M, FD 1 2M, HO 40M mon 14' col 
SHR-915V/091V-M - 80286 RAM 1M, FD 1 2M, HO 90M mon 14' monna 

SHR-915V/091V-S - 80286 RAM 1M. FD 1.2M. HO 90M mon 14' col 
SHR-1100SX(D41V-M - 80386 SX RAM 1M. FO 1 2M HD 40M mon 14" 


SHR-lll6fl)41M-M - 60386 RAM 2M, FO 1 2M HD 40M mon. 14' fr 
SHR-I11&09IM-M - 80386 RAM 2M. FO I 2M HD SOM mon 14' ri 
SHR-1116/161M-M - 80386 RAM 2M FD 1 2M HD 160M mo 

Sm-S200A)41M-M - 80386 20MHr. RAM 2M. FD 1 2M HO 40M mt 


SHR-520Q/t)91M-M • come S1R-8200A341 con HD SOM 
SKR-5200/I6IM-M - come S1«-6200A)41 con HO 160M 
SHR-5200/341M-M - come SHR-5200/041 con HD 340M 
SHR-1125A)71M-M - 80386 25MHr. RAM 2M, FO I 2M HD 70M mon 14" 

SKR-1126/101M-M - come SHR-112S8371 con HD lOOM 
SHR-1125/161M4II - come SHR-112S/071 con HO 160M 
SHR-1125/341M-M - come SHR-1128/071 con HD 340M 
SHH-1133/101M-M - 80386 33MHz RAM 2M. FD 1 2M HO 100M mon 14' 

SHH-1133«41M-M - come SHfl-1133/101 con HO 340M 
SHH-1133/701M-M • come SHfl-1133/101 con HD 700M 


4750000 

S.790000 

3.090000 

4090000 

3590000 

4.590000 

3590.000 

3.890.000 
4590000 
4.490000 

5.390.000 


9290 000 


A3000 - RAM 1M FD 35" -n Mouse 

Arcitrmedes 310 Base • RAM 1M - FD 35" mon monocr rls 540i(512 
Ardiimedes 310 Colour - carne il 310 Base con monrlor colori 
ArcOimedes 410/1 Base - RAM IM - FO 35" mon moooa ris 1280x976 
ArcMmedes 410/1 Coioui - come il 410/1 Base eoo mon colon 
Arcliimede 420n Base - come 11410 Base con 2M RAM e HO 20M 
Aichlmedes 420/1 Coloui • come il 420 Base con nton colori 
Archrmedes 440/1 Base - come II 410 Base con 4M e HO SOM 
ArcOiinedes 440/1 Coiovr - come II 440 Base con mon colori 
R140 Wottelalion - RAM 4M HD SOM mon Mullisync colod 
Momior Arcnimedes MR 
Moniior Taxan Molirsyne 7701 us 
Disk drive aogiuntivo (per 410/11 
Hard Di!4i 20M + conltoller (serie 300) 

Poduie Badi Piane 
Etneirel Expanslon Card 
Floaling PoinI Expansìon Card 
SCSI Adpl» Expanslone Card 
Iniertaccla per drive esterno 
ROM Poduie 
I/O Poduie 

Cntoma 320 - Scheda geniock per Aicnimedes 
Chtoma 335 - Scheda geniock per Archimedes 
Chioma 345 - Scheda geniock per Archimedes 
Digitalizzatele Watlord 
Colour Converter per digiblizzalore 
Modem Pace Unnel V21/V23 


ADI 

Dalalec - Vìa De Vili de Marce. 48 0 ■ 00191 Porrà 
Tekxm • Via M Civilali. 75 - 20148 Milano 


1419000 
1990000 
2 577DOO 
2.690,000 
3277 000 
3890000 
4 477 000 
5690000 
6.277000 
7990000 
587000 
1400 000 
305000 
1182000 
95000 
1000000 
1 350000 
750000 
115000 
144 000 
207 000 
494 000 
940000 
1259 000 
948 000 
562.000 
503 000 


8690 000 
9390000 
10.990 000 
13 590.000 


DM 12 - Monitor monocrarrellco 12' 
DM 14 - Monitor rnonocromairco 14" 
DM 1502 - Monitor colore 14" 

QM 2214 - Monrtor EGA colore 


280 000 
330000 
900000 
1300.000 


11290000 
11 590 000 
13190 000 
15.290.000 


ALLOY 

Della Srl - Viale Aguggiari, 77 ■ 21100 Varese 


Rdriever/40 back-up AUDY interno da 40 Mb per 60266. 80366 e personal 

Sys(BTi/2 Model 30 lOSOOOD 

Tape Syslem/2. back-up ALLOY mieintt da 40 Mb per Personal System/2 

Model 50.60.80 1 150 000 


264 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


265 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 



MCmicrocompuler n. 94 • mar 20 1990 


267 



268 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


-guida computer. 


KFD720K + H020M«BH.Vi 


j Eagle B03B6SX - 803S&SX lS>20MHz. OK RAM (espandiDile a 4M) 

< Eagie 60388 - 80366 (GRU 20) 20/30MK2. OK RAM (espandi&lle 16M) 
Eagle 80386 - 80366 (CPU 25) 43MHj, OK RAM (espandibile 16M) 
jEagie 80366 S0386 (CPU 33) 58MHz. OK RAM (espandibile 16M) 



COMPUTERLINE 


LAP03 ■ come LAP01, con FD 1 44M + HO 40M 
LA(>04 - come LAPD1. con F0 1 44M + HO 100M 
LAP05 80C88 4 77/lOMHz. RAM 640K 2 FD 72DK 
paeao - aoes 4/iomhz. ham si2k fd 36ok 
PC 1286 - 80286 5't2MHz. FD 1 2M 
PCL285'16 - 80286 16MHi RAM 1MFD 1 2M 
20MHZ. RAM1MFD1.2M 
/SX ì6MHz. RAM 1M FD 1 2M 
20MHZ. RAM1MFD12M 
25MHz. RAM 2M FD 1 2M 
33MHZ. RAM 2M FD 1 2M 


Haid Disk160M26m$ 

Ha>d 0lsli320M 16 ms SCSI o ESDI 
Hard Disk 67CM 16msSCSIoE^I 



CONRESTONE TECNOLOGY INC. 

I faWnee itìintta Spffwre So* - Via Fieno. B • 20123 Milano 


3 450 000 
4.330 000 

4 550 000 
4985000 

1950.000 
865 000 

1090 000 
1 472 000 
1 620.000 
1654 000 
2809 000 

3 424 000 
6180000 

600000 
1 460000 

1612.000 
5650000 

4 900.000 
6400.000 
11 600.000 

230000 

272.000 
274 000 

283.000 
222000 
415000 
331000 
281 000 
344 000 
776000 
174 000 
238 000 
439 000 


2.960000 
3420000 
2.990000 
3520 000 
5.670000 
6 240.000 
7.760 000 
5 670.000 


CORVUS SYSTEM 



COSMIC (Italia) 

Ciismc s.r.l - Via Viaggiano. 70 - 00187 - Bontà 


DAEWOO 

Soia SpA - Via EriiÉno. 15 - 26100 Cwima 


DPC88E DC-1510 
DPC88 DC-2010E 
DPC286 OC-3010 
DPC286 DC-3013 
DPC386 OC-3210 
DPC3B6S K.31IO 


8088 10MHz. RAM 512K FD 720K 
6088 10MHz. RAM 512K FD 360K + HD 30M 
80286 12MHz, RAM 512K FD 1 2M 
come iTicd. DC-3010 con HD 6SM 
80366 16MHz. RAM 2M FD 1.44M 
16MHz, RAM 2M FD 1 2M 


DATACOPY 

Della srl - Viale Aguggian 77 - 27700 Varese 
Jel Readet • Scanner 300 dpi a liascinamentc 


3^000 
7950000 
3920000 
2B0000 
5380000 
11950000 
5820000 
700 000 
590000 


2.473000 
2 725.000 
4.975000 
5.475.000 
250.000 
1 250.000 


Galaxy 90 386/FO - 60386 20MHz. RAM IM FD 12M Tower 5 500 000 

Galaiv 90 386/40 • 60386 20MHz. RAM 1M FD 1 2M HD 40M Tower 6700.000 

Galaxy 90 386/70 - 80386 20MHz. RAM 1M FD 1 2M + HO 66M Tower 7 700.000 

Galaxy 90 386/110 - 80386 20MHz. RAM 1M FD 12M + HD 110M Tower 9.SDO.OOO 
Galaxy 90 AT/FD - 512K B/12MHZ. FD 1 2M 2 350.000 

Galaxy 90 AT/20 - 512K 8712MHz, FD 1 2M + HD 20M 3.000.000 

Galaxy 90 AT/40 • 512K 8712MHz. FD 1 2M HO 40M 3.550 000 

Galaxy 90 AT/70 - 512K 8n2MHz. FD 14M + HD66M 4 950000 


DPC386S DC 3113 - come mod OC-3110 con HD 65M 
DPC38620 OC-4020 - 80386 20MHz, RAM 1M FD 1 2M 
DPC38620 OC-4023 - come mod DC-4020 con HD 65M 
DPC3862S DC-5110 - 80386 25MHz. RAM 4M FD 1 2M 
DPC38625 DC-5113 - ernie mod DC-5110 con HD 65M 
DLT86 OC-8011 - 8086 8710MHz. RAM S12K FD 720K 
DLT286 DC-8112 - 80286 8712 MHz. RAM 512K FD 1 44M + HD 20M 
DLT386 DC-B212 - B0386 8716MHz. RAM S12K FD 1 44M + HO 20M 
Ofl-1240 - Monilor mono 12" 

KO-14S2 - Monilor mono 14' VGA 
KO-1430 ■ Monilw colore 14" VGA 


730GS - Siannet 450 dpi 16 Ioni piigio 

830 ■ Scanner 300 dpi 64 Ioni grtglo 

OCR DATA - Software di ricon caraflen alianumerici 


1.340000 

2300000 

2.400.000 

3.950.000 


6.950000 
7 940.000 

9500.000 
2.890000 

4.800.000 
5.490 ODO 

250.000 
340 000 


24X000 
4 9X.0X 
11XX0 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1 990 


269 



-guida computer. 


i OATAVUE 

I TrMinlim - ì/ia Carlo Pertiat. 4 - Q0I5T Rorrta 


IK 3841E - come Sparli 3642. ma con schermo r«r 
IK 3842 E - corre Sparli 3642. ma con sctiemio re 
IK 6402 - 8088 - 640K RAM. 2 drive 3, 5' da 7201 




Driver esterno da 3" ^ Spark 
SNAP 01^640 Kb RAM. 2 drive da, 3.5" da 720 


! rigido da 20 MD 
SNAP HD 01 EL 


e Snap 01. m 
ne Snap 0‘ " 
ie Snap 01, m 


display LCD Super Twist backiil 
:on dispi^ gasili 

disk drive da 3S‘ - 720 Kb e 1 disco 


IO da 5" per Snap 
icabili per Spark e Snap 
icabiii lunga durala 




: MICROPOWER 700 • Gruppo di conllnuita porla seriale 700VA 
' MICROPOWER 1800 - Stesse caraneristiche del 700 con 1B00VA 
' MICROPOWER 350 - onjppo dì conlinuilà 350VA 
, K I2H - Scheda modem 300 • 1200 bps, V21/V22 
K 121PC+ - Scfieda modem 300-1200-1200i75 bps V21/V22AT23 Videol. 
K 24H - Scheda modem 300-1200-2400 bps V21A/22A/226 
. K - PS-12 - Scheda modem 300-1200 bps. V217V22 
K MM-12 • Modem pocket 300-1200 bps. V2W22 
K MM 24 - Modem pocket 1200-2400 bps, V22/V22B 
K 120-f - Modem 3O0-I2X bps, V21At22 
K 12U - Modem 300-1200-1200/75 bps, V21A/22AI23 Videol 
K 24 • Modem 300-1200-2400 bps, V21AT22A/22B 
K 24-f - Modem 300-1200-1200/75-2400 bps, V21/V22/V23A/22B Videca 
CpmmuQiDte eietironico/sottware con l'Ingresso e 2 uscite 
Commutatore elettronico con I ingresso e 2 uscite Centronics 
CorvnuBlore elettronico con 2 ingressi e 1 uscita Cenbonics 
Commutatore elenrorrico con 2 ingressi e 2 uscite Centronics 


’X da RS232 a CENTRONICS con 32K buflet 
da CENTRONICS a RS232 con 32K bufler 
ir commutatoti, buffer, convertnori 


DIGITAL EQUIPMENT 


1 44M -e HO 20M mon tr 


1 375.000 

2370.000 

2730.000 

3.200.000 
2.630000 
3.500000 
3 900.000 

320.000 


6600.000 

460.000 

1460000 

2.900.000 

670000 

1IK.000 

175000 

130000 


2.300000 
3600000 
1220.000 
290 000 


175.000 

145.000 

210.000 
240 000 
128.000 
130 000 
320000 

240.000 
240.000 

33.000 

285.000 
410 000 
540 000 
430 000 

665.000 
750 000 

1.110.000 
1 155.000 


4 521 000 

5 494.000 
7.541 000 

8.414 00 

12.251.000 

13124.000 


\a Valli 28 - 42011 Bagmla in Piano /Fi 


Inverter C.C -C.A 

Gl 500/12 12-220V«)Ht 0,0. 500VA max 
Gl 800/24 24-220V/50HZ 0.0 BOOVAmax 
CS 301/12 12-220V/50HÌ OT 350VA ma* 

CS 301/24 24-220V/50HZ OT 350VA ma* 

CS 501/24 24-220V/50HZ O.T. 550VA ma* 
Gruppi di contrnum -a relè* 

GR 2428 RAPIDO (5ms) OT 450VA ma* (con 
GR 1000 RAPIDO (Sms) O.T. 1200VA ma* (su 
FS 4000 RAPIDO (O.Sms) OT 4000VA ma* (c 
Gruppi di conlinuilà -condizlonali- 
GCC 600 O.T. 600VA ma* (4,0ms su ruote e r 
GCC 1200 OT 12D0VA max (0.4ms su ruote i 
GCC 2000 OT 2000VA ma* (04ms su ruote i 
GCC 4000 O.T 4000VA ma* (0.4ms con PB/R! 
Gnrppi di continuità -non slop" 

GCS 450 O.T 450VA max (su ruote e con bai 
GCS 700 O.T 700VA ma* (su ruote e con bat 
GCS 1000 OT 1000VA ma* (con PB/fl) 

GCS 1500 0.T 1500VA max (con PB/R) 

GCS 2400 O.T 24QOVA ma* (con 2 PS/R) 

DK 550 OS 550VA max (con batterle) 

PB Porti balterre su piedini (con cavi] 

P6/R Porta baherre con ruote (con cavi) 

DKRC2 Rrlevatore Consumi per G conlinuilà 
Stabilisatori eieRrcnicl 
DK 250 250W 220V ± 5% 

DK 600 600W 220V ± 5% 

DK 1500 1500W 220V ± 5% 


DIGITHURST 

frt/r/ce llaiiana SoPuaw Spa - Via Piano. 8 - 20123 Milano 


Scheda di acquisizione immagini EGA/VGA per PC/AT IBM ci 
Scheda di acquisizione immagini EGA/VGA per PS/2 IBM 
Scheda di decodincazlcne VGA/PAL per AT I6M 


OISITACO 

asiaco SpA Via Atbia 60. 00199 Roma 


Desking ESfrlB 20-5-3 
Desking 286/20 40-5-3 
Deskrng 386/SX 20-S3 
Desking 386/20 40-5-3 
Desking 366/25 40-5-3 
- ' 386«3 40-S3 


Desking 38 
Top 286/1: 


12 2-5-3 - 80286 12/8 MHz, 1M FD 1 2AV1 44M 


ToD 286/16 20-S3 
Top 286«) 40-5-3 
Top 386/SX 20-5-3 
Top 386«) 40-5-3 
Top 386/25 40-5-3 
Top 386^3 40-5-3 


900000 
1400000 
4.200 000 

1800000 
2400000 
3000000 
4400 000 

1.500 000 
2400000 
2800000 
3 500 000 
3800000 
3.600 000 
300000 
320.000 
400 000 

300000 


MH; 1M Fn 1 OM 

80266 20 MHz. 2M FD 1 2M/1 44M HD 40M 
B0386SX 16 MHz. 1M FD 1 2M/1 44M HD 20M 
80366 20 MHz. 1M FD 1 44M/I 2M HD 40M 
60386 25 MHz. 2M FD I 2M/I 44M HD 40M 
80366 33 MHz, 4M FD I 44M/1 2M HD 40M 


80286 16« MHz, 1M FD 1 2M/1 44M HD 20M 
80266 20/6 MHz. 2M FD 1.2M/1 44M HD 40M 
80386SX 16 MHz. 1M FO I 44M/1 2M HD 20M 
60386 20 MHz. 1M FO 1 44M/I 2M HO 40M 
80386 25 MHz, 2M FD 1 44M/1 2M HO 40M 
80386 33 MHz. 4M FD 1 44M/1 2M FO 40M 
h>8! 200/15 1-3 - NEC V20 4 77 MHz, 512K FD 1 44M 
Fiat 200/15 20-3 - come mod 1-3 con HO 20M 
Fiat 286/12 1-3 • 80286 12 MHz. 1M FD 1 44M 
Fiat 286/12 20-3 - come mod. 1-3 con HD 2DM 
VetlU 286/20 40-5-3 - 60286 20 MHz. 2M FO 1 2M/1 44M HO 40M 
Verti* 386«X 20-5-3 - 80386SX 16 MHz, 1M FD 1 44M/I 2M HO 20M 
Verlix 386/20 40-5-3 - 80386 20 MHz, IM FO 1 44M/I 2M HO 40M 
Veflix 386/25 40-5-3 - 80386 25 MHz, 2M FD 1 2M/1 44M HO 40M 
Verti* 38603 40-5-3 - 80386 33 MHz. 4M FD 1 44M/1 2M HD 40M 
Trevailer 286/12 20-3 - 60286 12 MHz, 1M FO 1 44M HD 20M display 

Ttavallet 286/16 20-3 • 80286 1$ MHz, 1M FD 1 44M HD 20M display 
Travallet 386/SX 20-3 B0366/SX 16 MHz. 1M FD 1 44M HD 20M display 
Ttavaller 386/20 40-3 - 60386 20 MHz. 1M FO 1 44M HD 40M display 

Monitor 14' monocromatica 
Monitor 14' monocromaltco VGA 


1 I4000Q 
2040000 
3340000 

4 460000 
3.740 000 

5 140 000 

6 740 000 

7 940 000 

2 140 000 

3 440000 
4560000 
3640.000 
6240000 
6 840 000 
6.040 000 
1 240 000 


5440000 
7 640 000 
8640 ODO 


6 690 000 
250000 
330000 
640.000 


270 


MCmicrocomputer n, 94 - marzo 1990 


-guida computer. 


ELCOM 

f/coffl SU - Cotsd lei» 149 - 34170 Gotiiè 

Monitor colore 16" per Mac II 
Monitor coltHe 19" per Mac 11 
Monitor colora 20" per Mac II 
Monitor 256 gngi 21" per Mac II 
Moniior 21" per Mac II 
Monitor The Big PIchJie per Mac Plus 

Scsiner a colon Howleh A4 

Sislema df realizzarione siides Moniage per Mac 
Sislerre di reairsanone sildes Moniage per MS-Oos 
Scheda acQuislrione immagini tVn Neolech per Mac SE 
Scheda acriuisirìone immagini tvn Neoledi per Mac II 
Scheda acguisirlone immagini colorì Torch per Mac II 

5980000 

9.450.000 

10.980.000 

6490.000 
4.650 ODO 

2990.000 

3.200.000 
3.350 000 

8.200.000 
13.500 000: 
20800000 
11.800.000 
14 600.000 
2.490 000 
3290.000 
5.400000 
1 190,000 

ENTER 

Kypei stì - Via Ludovico Arioslo, 18 - SUOO Pisloé 

PLOnEB 

SP - 600 Fonnala A3/A4. 6 penne. veioclQ 35 cm/sec 
SP - 1800 Formalo Al. 8 pènne. veiocllA 60 cm/see 
SP 2800 Formalo AO. B penne, velocilà 60 cnvsec. 

§§§ 

III 

EPSON (Giappone) 


Epson leie SpA 

Via F III Casiiàgdi 427 - 20099 Sesia San Giovanni (MI! 



PSeSO - 8086 IOMHì RAM 640K, FD 720K, lum 12' tnonocf 
PSeSO 2FDD ' 6086 10 UH 2 . RAM 640K. 2FD 720K. mon 12” monoci. 
F^ 20HD0 - come PSe30 con HD 2DM 
AXa/IF • 80236 l2MHt. RAM 1M, FD 1 2M. non 14" VGA colois 
AX2e/2H come AXe/IF cor HD 20M 
AX2e/4H come AXe/IF con HD 40M 
A)(2e/9K come AXe/IF con HD SOM 
AX3 - 80886 20MH;. RAM 1M. FD 1 2M. non 14" VGA coloie 
AXÌ/4D - come AX3 con HD 40M 
AX8/90 - come AX3 con HO SOM 
AX3/16D - come AX3 con HD 160M 
AX8/340 come AX3 con HD 340M 

)6-SX 18MH2. RAM 1M. FD 1.44M. mon 14' VGA colore 
ome AX3s cn HO 20M 
ome AX3s con HD 40M 
« AX3s con HD SOM 


fCOi/20 - 
AX3SV40 - 
AX3V90 - 
AX3MIS0 - ( 

Pori PC FD - V30 lOMHz, RAM 640K, 2FD 720K LCD 
Pori PC HO - V30 lOMHz. RAM 64DK FD 720K. + HO 20M LCO 
PC AX Pon - 80C266 12MHi. RAM 640K FD 1 44M. + HO 20M LCD 
PC AX Pon/40 - come PC AX Por con HO 4DM 
LO-500 - Stamparne ») col 150 cps par 
LO-850 ' Stamparne 80 col 220 cps pai/ser 
• le 80 COI 225 cps. 7 colori 


LO-101 , , , 

LO-1060 - SQmpatite 136 col 225 cps. 7 colorì par/ser 
LQ-2550 - Slampante 136 col 333 cps. 7 colori par/ser 
SO 2550 Stampante 136 col 500 cps par/ser 
LX-800 Stampante 80 col 150 cps par 
EX-1000 C - Sampante 136 col. 260 cps. 7 colorì par/ser 
FX-850 • Slampante 80 col 220 cps par. 

FX-1050 - Starnpanle 136 col 220 cps par 
DFX-5000 - Stampante 136 col. 400 cps par/ser 
GQ-5000 - Sampanle Laser A4 par Sr-dirsionale 


ESSEGI 

fssesi- - Via A/ 


12-IV • Scheda Modem 30Q/121XV75 óaud, V21/V22«23 (VlttoKI) 

MCA-12 - Scheda Modem 300/1200. per PS/2 System 5(V6(V80. V21/t 
12-P - Modem Poekel 30CV1200. CCin V21A® (PC PoRaiili) 

24-P - Modem PoctóI 1200/2400. CCtn V22/V22 bis (PC Portaliir) 
12-E - Modem 30IV1200 bai*). CCITT V21A® 

12-EV - Modem 300/1200/75 baud, CCin V21/V22A^3 (Videolal) 


2490000 

5430.000 

5690.000 
7040000 
7140 000 

8590.000 
9.610000 

10.540000 

13490000 

5390000 

6.277000 

6777000 

7.B3000D 

8.790000 

2.750000 

4520000 

5990000 

6590000 

850000 

1.550000 

1950.000 
1950000 

2500.000 
3200000 
3200000 

600000 

1800000 


450 000 
500000 

270.000 

520.000 
310 000 

460.000 


24-E - Modem 300/1200/2400 baud, CCtn V21/V22/V22 brs 
24-EV - Modem 300/1200//75. CC(n V21A/22A/23/V22 brs (Vrdeolel) 
24-FM - Modera 1200/2400 baud, V22A/22 bis. CCBH MRORE. MNP 
Gri21A - Tavola GraRra Genius 12x12. 100 linee » inch 
GFSOI - Penna Stylus i Tavola grafica Genius GT I212A 
TX3 - Mouse Trudeoi 800 i«)r. Microsolt/Mouse System mode 
210 - Mouse Agìlei 1120 dpi. Microsott/Mouse System mode 
220 Mouse Agilet 1120 dpr. PS/2 mode. OR HALO II e pad 
::: ;.:juse Amlei 2100 dm. MjcrosolVM 
HS300-T- 
FAT20 • 

FAT40 - 
FATSO - 
TW40 - . 

TWBO • I 


ir, 512K 1 FD 1 2M HO 20M 
ne AT20 con HD 40M 
re AT20 con HO SOM 
80386 20/25 MHr. 1M FD 1 2M HD 41 
e TW40 con HO SOM 


te avanzato, sctietma piallo 


DX2100 - 9 aghi, 80 col 220/40 cps, 
Kll colore per 0X2100 

D)^“^9 rtì"22!™"c^ 

0X2200 - 9 aghr.^j^ col 22CV40 cp 

So !I^ k“coÌ^27^!p^ 

DX2300 - 9 agnr. 80 col 27CVS4 cps. 
Kìl coloro per 0X2300 

^tlTl® rml'''27IVH"r:p 
0X2400 - 9 aghr, 138 col 27IV54 cp 
Kll colore per 0X2400 

013300 - 24 aghi. 80 col 240/60 cpt 
Kil colore per OL330O 


0X2100 



RX 7100 - laser 5 pag/mm 8 
RX 7200 - laser 12 pag/min 640 K 
RX 7300 - laser 17 pag/mln 25 M 


GETRONICS 

OaB Base Sp A - V/e Legiam Romane - aJ/47 M 


VISA MC54 - 
VISA 220G - • 
VISA 125 - Tf 
ADM AOOS Vi 
VISA 125 - Tf 
EGA CARO se 


a per MC 54 comp EGA IBM 


PC TERM Teiminale video 14' per IBM AT 


GIANNI VECCHIETTI GVH 

Giami VeccPielti - Via della SeM Pescatola, 12/8 - AOi3i Bologna 
FMC-286H - 8Q286 12 MHr. RAM 1M FD 1.2M HS232-CGA/HGC 


730000 
960000 
120000 
80000 
120000 
120000 
ISO 000 
520000 
2250 OOQ 


4000000 

5000000 

230000 

300000 

780000 


FUJITSU 

FuiUsii llalia SpA - Via Mctilom Gioia 8. 20124 Milano 


1 150000 
1 210.000 
210.000 
520000 
1350 000 

1 410.000 
210000 
580000 

1250.000 
1310000 

210.000 
520000 
1500000 
1560 000 
210.000 
580000 
1650000 
1 720000 
200000 
500000 
400000 
1.990000 

1.970.000 
200.000 
550.000 
400 OOQ 

2.793000 
3.290000 
580000 
500000 
3900000 
4230000 
650000 
360000 
360 000 
3850 000 
6300 000 
14.000000 


VISA M14G plus - Monitor 14" green rrtonoctomalico cotttpalib IBM/FKO 
VISA M12A - Monitor 12" ambra mon con^ IBM/PC ed Apple 
VISA MC53 - Monilot 14" colon compat IBM/PC ed Apple 
VISA LSR 600 - Laser Ptlnler 

I 14" colori compa IBM/PC e Apple alta rìsolur 

le video emular Drgilal 12" green 
video Wise 50 - Televideo 910 • Lear Slegler 
VISA 40 14- verde 


6 170.000 
1 100.000 
1 464 000 
1 170000 
I 184.000 

1209.000 
680000 

1 170 000 


MCmrcrocomputer n. 94 - marzo 1990 


271 


gnida computer 


FMC-286V . 802B6 12 MHr. RAM lU FD 1 2M RS232-VGA 1 425.000 

FMC-285'16S - 8CB86 16 MHz. RAM IM FD 12M RS232-CGA01GC 1349000 

FMC-38^ - 60366SX 16 MHz. RAM 1M FD 1 2M RS232-CGAZHGC 1 600 000 
VANTAGF 386 • 8038^ 16 MHz. FD 1.2M HD 40M (Twi monoci 3950000 

SUMMIT 386 - 80386 25 MHz. RAM 2U FD 1 2M HD 40M mon monocr 6950.000 

ex 21 - Scheda CVGA-VGA 8 bil per XT/AT ris 800 x 600 220 000 

ex 221 • Scheda VQA 16 bil per AT/386-256K iis. 1024 x 768 245 000 

ex 24 - Scheda MVGA 16 tlll per AT/386 ns 600x600 220.000 

ex 220 ■ Scheda MVGA 16 bll per AT/AT ris. 640 x 480 330.000 

MS 9 - ScXreda GATN 38&20 OARD 20 MHz 1 197.000 

MB 16 • Nuova scheda Baby 386-f 20 MHz 1.320000 

MB 18 - Nuova scheda Baby 386 + 25 MHz 1 700000 

MB 20 - Super scheda 386-t- OACHE MEM 32K 2400000 


GOUPIL S.M.T. (FRANGE) 

McOul Cenftf S.p.A. - Vie óeli'Migienelo. 26 - 350W Penga Di 'figona (f 


Goti 286 UC 12.5MHz. VGA FD 1 44M + HD 40M 
Golt 3B6SX UC 16MHZ, FD 1 44M -i- HD 100M 

nÀ 44M + HD 40M 
G5 386SX UC 16MHz. RAM 1M 16K CACHE FD 1 44M + HO 100M 
G5 386DX UC 20MHz, VGA RAM 1M 32 ’ " 

iSKSsssssa 


32X CACHE FD 1 44 -t- HD 100M 
■ FD 1 2M + HO 60M 
FD 1 2M * HD 150M ST 150 


Moniioi colore analogico VGA 14" 25&col 


liS 


GRAPHTEC 

5PH f/eflwi/a Sp.A - Va Giacosa, S ■ 20127 Milano 

MP4100-51 - Plotler A3. 6 penne. GPGL/HPGL RS232 Cenlionics 
MP4200-5I - Come MP4100 con lilenzione cada elelbosfibca 
MP4300-51 • Come MP4100 con bufler 40K 
MP4400-51 - Come MP430O-SI con drive per FD 1 2M 
FP6302-51 • Ploller A3. 8 penne acceterazione 1G. GPGL/HPGL RS232-C 


if cada a rotolo 
re 1G, GPGL7HPGL RS232-C 


FP6202-51 - Plotler A2, 8 penne 
Cenlisnics 

FP6202R-51 - Come FP6202-51 ( 

FP7200-51 • PlollBi A2, B peme/matile. GPGL/ RS232-C Cenlionic: 
FP7100-51 - Come FP7200 tormalo Al 
GP2102-01 - Plotler a loglio mobile Al accelerazione 4 2G GPGiyHPGL 
RS232-C Centronics 

GP2002-51 - Come GP2102-01 lormalo AO 

GP1102-51 • Ploner loglio mobile Al. 8 penne accelerazione 5.6G GPGL/ 

HPGL RS232-C Cenlionics 

GP11Q2R-51 • Come GP11Q2-51 con adanalore per caria a rolalo 
GP1002-51 - Plotler loglio mobile AO. 8 penne accelerazione 56G GPGU 


HPGL r; . 

GP1002R-51 - Come GP1002-51 con adallaloie per ( 
re 297mmx210mm. RS232-C 

n. RS232-C 

KD3800 - DIgilaiizzaloie 381mmx38lmm. RS232-C 
KD4300 - Digilallzzalore 380mm(260mm. RS232-C 
KD4600 - Digilallzzalore 460mm<3l0mm. RS232-C 
KL4300 - Digitalizzatore 380mffl<26Dmm. RS232-C 
KC3300 - DIgilaiizzaloie 305mmi305mm. RS232-C 
KC5500 - Digitalizzatore 508mnuS08mm, RS232-C 
CD1650 - Monilor a colori 15' 1024x800 punti 
CD1660 • Monilor a colori 15’ 1280x1024 punti 
CD2050 - Monilor a colori 19* 1024x800 punii 
CD2060 - Monilor a colori 19" 1280x1024 purtli 






13700000 
16.900 eoo 
8.960.000 
11 lOOOOD 


16900.000 

22300.000 
1 120 000 
1200000 
2 370.000 
1.790000 
2.040 000 
5900000 

4 824000 
8 576 000 
5.780 000 

5 780 000 
6290 000 
6290 000 


HERCULES 

Mirice IBIara SolfiniB SpA - Va fieno. 8 ■ 20123 Milano 


Scheda grafica rrronocrorrtallcs ris 720x348 per PC IBM 546.000 
Scheda gtaOca calori ds 720x34 16 colon per PC IBM 651.000 
Scheda grafica VGA 320x256 crUon 640x480 16 coirvi 567 000 


HEWLETT PACKARD 

HeMe« Padani italiana SpA 

Ma G. Di vmio. 3 - 20063 Cemsco sul Naviglio IMI) 


Stampanti 

Laseriel II - stampante laser 8 ppm 4677.000 



PC 

Vectra ES/12 - 8Q266 12MHz. RAM 640 K, HO 40M VGA 
Vedrà QS/165 - 8a386SX 16 MHz. RAM 1M, HD 40M VGA 
Vedrà QS/20 - 80386 20 MHz. RAM 1M. HD 40M VGA 
Vectra RSI25 - 80386 25 MHz, cache mwrdty RAM 1M HD tOOM 


aS.p4. - 


a Lutìovico Iti Bisme, 9 - 20156 Milano 


CDR 1503 S EY - Lettore CD-ROM per IBM XT, AF. PS/-30 
COR 1503 S E2 - Lettore CD-ROM per IBM PS/2-S0. 60. 80 
COR 3500 - Lellote CD-ROM per IBM XT, AT (interno) 

CM 1474 Monitor 14' colore VGA 
CM 1473 Monitor 14' colote Mulbsync 
CM 2086 Monitor A1EX 2Cr 50 K 1024x768 
CM 2086 Monitor A3EX 20* 30 K 1260x1024 
CM 2085 Monitor ME Mulllsync 20* 30 X 64 K 
SIGMA VGATH Schede 640 x 480 256 K 
VY 25 E - Videoprinter PAI 


HYUNDAI 

Data Pool su - Via M Pamaieooi. 25 - Prascali (Homa) 


16 TE - B088 10MHz. RAM 640K 1FD 360X 

16 TE - 8086 10MHz. RAM 640K 1FO 360K MVA -t- HO 20M 

16 X - 8060 10MHZ. RAM 640K 1FD 720K 

t6 X - 8088 IDMHz. FIAM 640K MVA IFD 720K -h HD 2DM 

286 E - 80286 12MHz. RAM 640K MVA 1 FD 1 2M 

286 E - 80288 12MHz RAM 1M MVA 1 FD 1.2M 

286 E B028S 12MHz RAM 1M MVA 1 FD 1 2M -i- HD 20M 

286 E - 80286 12MHz. RAM 1M MVA 1 FD 1 2M -r- HD 40M 

286 N - 80288 l6MHz. RAM tM MVA 1 FD 1.2M -t- HD 20M 

286 N - 80266 16MHz. RAM 1M MVA 1 FD t 2M -t- HO 40M 

286 N - 80266 16MHz. RAM 2M MVA 2 FD 1 2M/1 44M -i- HD 4DM 

286 LT-3 - LAP-TOP 80286 10MHz, 1 PO I 44M -i- HO 20M 

386 C - 303B6 20MHz. RAM 1M 32K CM 1 FO 1 2M + HD 40 

386 C - stessa configurazione con HO SOM 

386 C - stessa configurazione con HD 120M 

386 C - slessa conligurazlone con HD 150M 

386 C - slessa conDgufazione con HD 380M 

386 SX - 60386 16MHz. RAM 1M MVA 1RD 1 2M -h HD 40M 

386 SX - 60386 16MHz, RAM 1M MVA 1 FD 1 2M -f HD BOM 

HMM 1201 - Monitor 12" monocronallco 

HMM 1401 - Monilor 14" monoeromalico 

HCM 1420 - MonllDt 14' EGA 0.31 colore 

KCM 401 - Monilor 14" VGA 031 colote 

HDP 910 - Siairpanle 9pin 1BD cps 80 col 

HDP 920 - Stampante 9pin 180 cps 132 col 

HDP 1810 - Stampante 18pm 200 cps 80 ci^ 

HDP 1820 - Saneante I8pin 200 cps 132 col 
HMD 1202 - Modem 300/1200 SPS Stand-alone 
HMD 1202-P 30CV1200 pc caro 


IBM Italia 

Via Cavriana. 20 -20134 Milano 


PS/2 mod 3OG02 8086 2FDx720 mon monca. 

P&2 mod 30-021 8066 1FDx720 -i- HO 20M mon morrocr 
PS/2 trtod 30-K21 80286 1FDx1 44M -t- HD 20M mon titonoa 
PS2 mod 30-K31 80286 lFDx1 44M -f HO 30M mon momxr 
PS/2 trtod 50-061 80266 iFDxl 44M -t- HD 60M mon monocr 
PS/2 rnod 55-X31 BD3B6si 1FDx1 44M -i- HD 30M titon monocr 
PS/2 mod 55-X61 80386sx IFDxl 44M -i- HD 60M mon monocr 
PS/2 mod 70-M61 80386 20MHz, IFOxI 44M -f HO SOM mon monocr 
PS/2 mod 70-121 B0386 20MHz. 1FDx1 44M -f HD 12DM mon monod 


4900 000 
7 877 000- 
1580 000- 
1990000- 
2996000 
4 221000, 

3214 000) 
6 642.000 
7693 OODI 
9851000. 
12869000) 
16 823.000I 
19S99 000J 

5214 OOo! 
6317 ex» 
8098000 
13119000» 


1 500 000' 
1 700.0001 
1300 000. 

990 000 
1 375 000. 
5950 000' 
6450000) 
5950000’ 

690 0001 
3 151 000 1 


1 770 000 
1960000- 
1700 COOl 
2700000 ’ 
27300001 
2890 COOl 
3780000 ' 
4260000] 
4350 000 I 
48400001 
5710000' 
5900000 
7580000 
8950000 
9550000 I 
11 5000001 
13900000 I 
5520000 
S 900.000 
300000 
360 000 
1200000 
1200 000 
670 000 I 
1050000 
1050000 
1300 000 
260000 
180 000 - 


3075 000 
4 347 000 - 
5335 000 ’ 
5837 000 ' 
7 278 000 , 
6900 OOOl 
7 704 000 
10221 000 
11 453 000 


272 


MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 



MCmicrocomputer n. 94 - marzo 1990 


273 



LASER MASTER 

DUalK /<9 De Vili De Meno « 0. OOISI Roma 
Teieom - Ks M CMtali 7$. 20/*J Milano 

Inirodutloie IrortaJe di logli singoli 452000 { 

MT 230/9 9 aghi. 138 col . 300 cps 2173000 

Caricatore aulomalico logli singoli a 2 vasche 547000 I 

MT 23{V9F 4 colon 2319 000 

MT 23CV18 18 aghi. 138 col.. 300 cps 2538000 | 

MT 230/18 F 4 colon 2664000 

MT 23CV24 24 aghi. 136 col . 300 cps 2 755 000 ' 

MT 23CV24 F 4 colori 2.898000 

MT 330 24 aghi. 138 COI . 300 cps 33ffi000 ' 

Caricatore aulorralico logli Singoli a 2 vasche 675 000 

MT 330 WPF 4 colori 3 592000 ' 

MT 340 18 aghi. 136 col. 400 cps 3525000 

Caricalore ari togli singoli a 2 vasche 675 000 

MT 340 F 4 colori 3 781 000 

MT 460 9 aghi, 132 col , 2X cps 4237 000 

MT 4600 9 aghi. 132 coi.. 270 cps 4456000 

MT 490 16 aghi. 132 col. 400 cps 4 581 000 

MT 490F 4 colori 4 877000 

Caricalare automatica logli sing x MT 46CV4go a 2 vasche 1 712 000 r 

MT 645 Line Prinler 450 LPM 10427.000 1 

MT 660 line Printer 600 LPM 14 476 000 

MT 690 Line Printer 900 LPM 18747 000 

MT 90 ink-lel 80 col.. 220 cps 1 467.000 

Caricatore aulomalico logli singoli 237 000 

MT 91 - mi )el 136 col . 210 cps 2.171.000 

MT 905 Laser 6 ppm 3 203.000 

MT 910 WP Laser 10 wm 6 608 000 

Opzioni Espansicme memoria 1 215.000 

Iniettacci’a shaied 375 000 

Soiter per mulllulenza 1 226 000 

MT 910 Video Posi Script 9561 000 

MT 15 Convertilpre slampa di cod barra 500000 

MT 38 Cofflroller I8M 1500000 

MT 43 Conlioller IBM 1950000 

l MASTER 1 sctieOa (Il memoria per DTP CAD/CAM per laser tipo Canon. 

emul HP. velocizza slampa, lonts lino a 2S5 punii tipografici 3.3S0000 

[MlfONTSia- 13tonIsBitslieain -h RAMO.SM I2S0000 

LEMON COMPUTERS 

J£N fWironrca Srl - Iona inóie f Fermi 62010 Momelupone IMO) 

88C - 808S. RAM 2S6K. FO 360K mon 14" mono 1.S60.D00 

eaS S083. RAM 5T2K. 2FD 360K mon 14" mono, 2190.000 

88C - 80S6. RAM 512K. FD 360K-I-HO 20M mon 14" mono 2 890.000 

2B6M - 80286. RAM 512K. FD 1 2M+HD 20M mon 14" mono 3.195.000 

286M 80^ RAM 512K. FD 12M+HD 100M mon 14" mono 4535.000 

285C - 80286. RAM 512K. FD 1 2M+HD 40M mon 14" VBA 4.215.000 

2S6S - 80286. RAM 51». FD 1.2M+HO 40M mon 14" EGA 4955.000 

386BSX - 80386SX, RAM 1M. FO 1 2M + HD 40M mon 14" VGA Col 5.585.000 

386 2IV64 8D3S6r20 RAM 1M. FD 1 2M4-H0 100M non. 14" VGA col. 8500000 

366/25/128 - 80386/25. FWM 4M. FO 1 2M+H0 170M mon 14" 15600.000 

386/33/128 - 8038633, RAM 4M. FD 1 2M+HD 380M mon 14" 202X.OOO 

LT-S8 8088 RAM 640K FD 72DK LCD Pori 2.150.000 

LT-26G2S - 80286 RAM IM FD 1 44M + HD 20M LCD Pori 5 950.000 

ScPeOa video EGA 390 000 

ScDeda video VGA 595 000 

LOGITECH 

LogiZecA laiia srl - Centro Onaionale Ceileoni. Paiam ArxUomeda Ingr 3 - 20041 Agiale 
Brama IMI) 

ScanMan pei PC inglese o llaliano 440.000 

ScanMan per PS72 inglese o italiano 650.000 

ScanMan Plus per PC 4- Paini Show Plus 22 inglese s italiano 650 OOO 

ScanMan Plus per PS/2+Painl Show Plus 22 820000 

Mouse mod 9 (CAI seriale-PS'2 + Paini Show Plus 22 inglese 260.000 

Mouse mod 9 (CA) serìale-PS/2 -t- Paini Show Plus 22 italiano 260000 

Mouse mod 9 (PC) BUS inglese a ilaliwo 200 000 

Mouse mod 9 PSi? inglese o Italiano 200000 

MAXTOR 

DaOlee - Via De Vili de Marco. 46 D - OOW Roma 
Teicrim - Via M CiviOli, 75 - 20148 Milano 

Disco 20 M slim per AT 770000 j 

Osco 40 M sllm (28ms) 1 330 000 

Disco 70 M (28ms) 2300000 

Disco 80 M (28ms) 2300.000 

Disco 118 M (2^) 4 900 000 

Disco 160 M (28ms) 5 300 000 

Disco 320 M (1Bms) SCSI 0 ESDI 6400000 

Disco 670 M (16ms) SCSI o ESDI 11600000 | 

WORM eoo - Sistema a disco oltico 800 M 8600000 > 

I 

M3 INFORMATICA 

M3 Inlormai’ca Via Folli. 82 ■ WI49 Torino 

PC«T-Tuit»10MHz.RAM 640K. 1F0360K 790.000 

PC/AT-17MHz,RAM1M,1FD1.2M.HD20M 1 690.000 

PC/AT - 22 MHz. RAM 1M, 1 FD 1 2M, HD 20M 1 990,000 

60386 Tower - 33 MHz. RAM 2M. 1 FD 1 2M, HD 20M 3.990.000 

UP TOP AT • 10 MHz. RAM 640K, 2 FD 720K 2 500.000 

Irasporlaoiie-AT 22 MHz. RAM IM. 1 FO 720K, HD 20M, Plasma EGA 3.900.000 

Scheda Super VGA 1024 x 768 256 colori 16 bil 512K 390 000 

MonitoM4" doppia Irequenza 200000 

Moniior 14" colore Mulllsync risoluzione 800x600 850 ODO 

Monlior 14" colore Mullisync nsoluzione 1024x768 1 000.000 

Stampante 60 colonne. 240 cps. 36 cps LQ con (avo 500 000 

Sampanle Sull 4/24 240 cps. 136 col 24 aghi con cavo 1 300 000 

Scanner portatile A4 Scan 72 lormail con Merge 490.000 

Tavoteha grafica 12'xir 600000 

1 Gruppo dicominulQ 500 Wcon baRerieelillio 600.000 

1 Scheda Arena 2 SMSii 500000 

MAYNARD ELECTRONICS - TAPE STREAMERS 

OPC LANSO - Via Botano. 31 - 20127 Milano 

MAYSTREAMER inleinal 60 PSi^ (con adapter] 2 400000 

MAYSTREAMER iniemal 150 PS/2 (con adapler) 3300000 

MAYSTREAMER portable 60 PSAT (con adapler) 2 800000 

MAYSTREAMER miernal 20 AT (con adapler) 1 800000 

MAYSTREAMER mletnal 60 AT (con adapler) 1 900000 

MAYSTREAMER rnlemal 1500 A7 (con atflpierl 3600000 

MAYSTREAMER portable 60 AT (con adapler) 2.600000 

MAYSTREAMER portable 150 AT (con adapler) 3 400000 

MAYSTREAMER 2200 HS 22 GB 12900000 

MEMOREX TELEX 

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MCmicrocomputer n. 94 • marzo 1990 


289 


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MC94 


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290 


MCmicrocomputer n, 94 - marzo 1990 


L'automazione d'ufficio è sinonimo 
di efficienza, li successo di un'impre- 
sa. di qualunque dimensione essa 
sia, spesso dipende da una giusta di- 
stribuzione delle informazioni. 

Una scelta importante come quella 
di adottare una rete locale IBM, può ri- 
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